Ospedale "M. Bufalini", Cesena
Unità Operativa ORL
Direttore: Dr. Massimo Magnani
CHIRURGIA DEI SENI PARANASALI
I seni paranasali sono cavità poste attorno alle fosse nasali e con le quali sono in comunicazione
attraverso piccole aperture (osti). I seni paranasali sono 4: frontale, mascellare sfenoidale ed
etmoidale. Quest’ultimo è in realtà costituito da più cavità (cellule) e si riconosce un etmoide
anteriore ed uno posteriore.
Il SENO MASCELLARE contrae stretti rapporti con l’orbita e con il dotto naso-lacrimale
attraverso il quale le lacrime passano dall’occhio nel naso.
Il SENO FRONTALE è posto al davanti e lateralmente alla fossa cranica anteriore.
Lo SFENOIDE ha stretti rapporti con la carotide interna e con il nervo ottico.
L’ETMOIDE è posto medialmente all’orbita e sotto e lateralmente alla base cranica.
A causa dei fenomeni infiammatori che alterano le normali vie di deflusso delle secrezioni nelle
sinusiti croniche, i seni sono incapaci di drenare adeguatamente; ciò determina un intrappolamento
all’interno dei seni delle secrezioni che diventano infette.
La chirurgia dei seni paranasali ha lo scopo di aprire le vie naturali di drenaggio dei seni paranasali
così da ripristinare la loro funzione.
Attualmente la tecnica chirurgica più affidabile è quella che si avvale dell’uso di endoscopi, da cui
il nome di CHIRURGIA ENDOSCOPICA DEI SENI PARANASALI.
PRIMA DELL’INTERVENTO.
In preparazione all’intervento è necessario un trattamento medico che “ottimizzi” le condizioni dei
seni paranasali. Generalmente si utilizzano antibiotici e steroidi, sia direttamente nel naso che per
via generale.
Inoltre è indispensabile evitare aspirina e farmaci simili (Ibuprofene, Naprossene, altri FANS,
Gingko Biloba e Ginseng). Questi farmaci possono determinare un eccessivo sanguinamento intrae post-operatorio.
Anche il fumo di sigaretta andrebbe quantomeno ridotto nelle 3 settimane precedenti l’intervento a
causa delle interferenze con il processo di cicatrizzazione.
INTERVENTO
L’intervento può essere condotto rimuovendo la patologia tentando di ripristinare la normale
aerazione dei seni allargando gli osti dei seni ed eliminando eventuali restringimenti (deviazioni del
setto nasale, ipertrofia o anomalie morfologiche dei turbinati, ecc.) ma rispettando il più possibile
l’anatomia (F.E.S.S.: chirurgia endoscopica funzionale dei seni). In alcuni casi ciò non può avvenire
a causa della estesa alterazione delle mucose e può essere necessario procedere ad un intervento più
radicale (E.S.S.:chirurgia endoscopica dei seni).
L’estensione del trattamento andrà valutata in base alla visita ed all’indagine TAC eseguita prima
dell’intervento che permette di identificare i seni interessati e le alterazioni anatomiche che possono
influire sulla normale ventilazione dei seni stessi.
RISCHI DELL’INTERVENTO
SANGUINAMENTO: nella maggior parte dei casi il sanguinamento è ridotto (anche grazie alla
preparazione preoperatoria); raramente però l’entità è tale da rendere necessaria la sospensione
dell’intervento chirurgico.
Normalmente si procede ad un tamponamento che potrà essere mantenuto per un tempo variabile,
da 1 a 6-7 giorni.
RECIDIVA DELLA MALATTIA: sebbene la chirurgia endoscopica permetta grandi benefici per
la maggioranza dei pazienti essa non è sempre in grado di risolvere le sinusiti; è perciò necessario
proseguire con le terapie mediche, anche se in grado minore. Occasionalmente può essere
necessario ricorrere ad un trattamento di “ritocco” asportando i piccoli polipi che tendono a
riscrescere (generalmente in anestesia locale).
FISTOLA LIQUORALE: a causa della vicinanza dei seni paranasali con il cervello c’è il rischio
(raro) di danneggiare l’osso che li divide realizzando una breccia dalla quale può fuoriuscire liquido
cefalo-rachidiano. Se ci si accorge della lesione si procede alla sua chiusura direttamente durante
l’intervento. A causa del sanguinamento però può non essere visibile la lesione: un forte mal di testa
e/o la sensazione di liquido che cola in gola possono allora essere un segno di una fistola liquorale:
in tal caso indagini neuroradiologiche ed endoscopiche possono individuare la lesione che va
chiusa chirurgicamente.
PROBLEMI VISIVI: raramente sono stati riferiti cali della vista o diplopia (visione doppia). Ciò
può derivare dalla vicinanza del nervo ottico ai seni paranasali, soprattutto quelli posteriori.
Il rischio maggiore deriva da emorragie a carico dell’arteria etmoidale anteriore che, se
danneggiata, può retrarsi al interno dell’orbita e determinare un ematoma retrobulbare che va
evacuato il più rapidamente possibile, eventualmente anche per via esterna.
ALTRI RISCHI: alterazioni del gusto e dell’odorato, persistenza o addirittura peggioramento dei
sintomi della sinusite.