Allegato n. 4 Percorso Diagnostico-Terapeutico per la “GESTIONE DEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO” Raccomandazioni elaborate sulla base delle Linee-Guida presenti in letteratura per l’adozione nella realtà locale Percorso diagnostico-terapeutico tra Territorio/Ospedale approvato con delibera ASL provincia di Bergamo n. DEFINIZIONE: Riduzione protratta della funzione cardiaca tale da non soddisfare le richieste metaboliche dei tessuti durante l’attività o nelle condizioni più severe, a riposo. 1) sintomi di scompenso (dispnea, astenia, edemi) a riposo o da sforzo (indispensabile) 2) segni obiettivi di disfunzione cardiaca a riposo (indispensabile) 3) risposta alla terapia adeguata (criterio aggiuntivo in caso di diagnosi dubbia) Classificazione (NYHA): Classe 1: asintomatico Classe 2: sintomatico, dispnea da sforzo moderato-severo Classe 3: sintomatico, dispnea da sforzo lieve e recente storia di dispnea a riposo Classe 4: sintomatico con dispnea a riposo DIMENSIONI DEL PROBLEMA E PREVENZIONE L'incidenza dello scompenso sintomatico è 0,5%-1% e la prevalenza 1-2%. La disfunzione asintomatica del ventricolo sinistro ha una prevalenza, nella popolazione adulta, che varia dall'1% al 5%, a seconda della prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare in quella popolazione. Prevalenza ed incidenza dello scompenso cardiaco aumentano in modo quasi esponenziale con l'età, per questo motivo l'età media d'insorgenza dei sintomi si colloca intorno ai 76 anni. La prevenzione si basa sul controllo della pressione arteriosa e sulla riduzione dei fattori di rischio per coronaropatia. La mortalità a 5 anni varia tra il 26 e il 75%. In classe 4 la mortalità è dello stesso ordine, ma ad un anno. Il 16% dei casi è ricoverato nuovamente in ospedale per scompenso cardiaco nei sei mesi successivi al primo ricovero. Lo scompenso cardiaco è la causa principale di ricovero ospedaliero dopo il parto vaginale. COSA RICERCARE SEMPRE PER GIUNGERE ALLA DIAGNOSI 1) anamnesi: a) pregresso infarto o angina b) ipertensione c) patologia valvolare o febbre reumatica d) palpitazioni o aritmie 2) esame obiettivo: a) tachicardia b) elevata pressione giugulare c) alterazione battito apice cardiaco d) terzo tono e) soffi f) sibili/rantoli polmonari g) edemi declivi o congestione epatica 3) esami strumentali: a) ECG b) RX torace c) ecocardiocolordoppler d) emocromo, creatinina albumina serica, es. urine, funzionalità tiroidea (solo se sospetto clinico o >65 anni o FA); elettroliti plasmatici Peptidi natriuretici (BNP/NTproBNP) Nei soggetti con dispnea di origine non precisata, il dosaggio dei peptidi natriuretici è utile per discriminare le cause cardiache da quelle extracardiache. Nei soggetti con bassi valori di peptidi natriuretici è improbabile che la dispnea sia legata ad una insufficienza cardiaca. Nei casi dubbi livelli elevati di BNP potrebbero individuare i casi meritevoli di ecocardiogramma. Il dosaggio dei livelli plasmatici dei peptidi natriuretici è anche un valido stratificatore prognostico durante il follow-up clinico del paziente scompensato Occorre comunque ricordare che i livelli dei peptidi natriuretici dipendono anche da età, sesso, peso, funzione renale. A tutt’oggi non vi è ancora un accordo se possa essere utilizzato in modo estensivo, considerato anche il costo di esecuzione. D:\769915220.doc 1 Coronarografia Non è utile per la diagnosi di scompenso. Può essere utile per la definizione etiologica e per le scelte terapeutiche, tenendo conto dell'età del paziente e del contesto clinico CERCARE SEMPRE L'EZIOLOGIA DELLO SCOMPENSO 1) patologia ischemica (la più frequente, suscettibile di correzione percutanea o chirurgica); diagnosi clinica o coronarografica. 2) patologia valvolare (più rara, ma potenzialmente suscettibile di risoluzione chirurgica); diagnosi ecografica 3) patologia pericardica (rara, occasionalmente ECG completamente normale -unico caso-); diagnosi ecografica 4) patologia endocardica (rara, diagnosi più complessa che richiede collaborazione specialistica) 5) disturbi ritmo e conduzione (rari come unica causa, più frequenti come elemento slatentizzante i sintomi); diagnosi ECG/Holter; opportuna collaborazione specialistica TIPI DI SCOMPENSO CARDIACO A funzione ventricolare sinistra ridotta (la causa più frequente; tutti gli studi sull'efficacia della terapia sono stati effettuati esclusivamente su questi pazienti); diagnosi ecografica A funzione ventricolare sinistra preservata o scompenso diastolico (fino al 40-50% dei casi, soprattutto in anziani ipertesi; prognosi simile o solo lievemente migliore, ma mancano dati certi sulla terapia più indicata); diagnosi ecografica PER EVITARE GLI ERRORI PIU' FREQUENTI considera la possibilità di patologia respiratoria ricorda che l'obesità può essere l'unica causa della dispnea i soli rantoli polmonari, SENZA altri elementi obiettivi cardiologici generalmente non indicano scompenso la sola dispnea, SENZA altri elementi obiettivi cardiologici generalmente non indica scompenso un ECG perfettamente normale solitamente esclude lo scompenso (con rarissime eccezioni) IN CASO DI COMPARSA O AGGRAVAMENTO SCOMPENSO CERCA LE CAUSE Nella maggior parte dei casi si ritrova una delle seguenti Tachiaritmie Ischemia/IMA Non compliance Infez. acute Patol. tiroide Bradicardie Insuff. renale Farmaci Embolie Neoplasie Pat. valvolare Ipert. arteriosa S. Tossiche/alcol Anemia Pegg. diabete INDICAZIONI PER TUTTI I PAZIENTI 1) dieta: mantenere peso ideale, ridurre colesterolo 2) esercizio fisico: consigliato regolare e moderato (confortevole per il paziente); riposo a letto solo per brevi periodi in caso di scompenso acuto 3) alcool: eliminarlo totalmente; se ciò fosse veramente impossibile, solo quantità molto moderate 4) fumo: indispensabile eliminarlo 5) vaccinazioni: influenza e pneumococco 6) liquidi (per le situazioni più gravi): limitarne l'assunzione a meno di due litri; valutando l’incidenza del diuretico e valutando la massa corporea, rivalutarne l'assunzione (e l'uso dei diuretici) in caso di estremo caldo, diarrea, vomito, febbre 7) altri farmaci: cautela nell’uso anche occasionale di FANS 8) autocontrollo: sintomi e peso strettamente controllati 9) indicazioni terapeutiche: massima aderenza Terapia standard 1) Iniziare con ACE-Inibitore 2) Aggiungere Beta-Bloccante (a breve e con paziente clinicamente stabile) 3) Aggiungere Diuretico tiazidico o dell'ansa, in caso di ritenzione idrica D:\769915220.doc 2 4) Se ACE-Inibitore non tollerato (tosse) sostituirlo con Sartano FARMACI: INDICAZIONI E MODALITA' D'USO a) ACE inibitori: a) indicati per alleviare i sintomi e per ridurre mortalità e morbilità b) sempre in tutti i casi di scompenso sistolico c) incremento graduale della dose monitorando funzionalità renale (soprattutto in soggetti anziani e/o con ateropatia diffusa) d) cercare di raggiungere il dosaggio pieno/massimo tollerato b) Antagonisti recettore angiotensina II: a) attualmente solo in caso di reale intolleranza ad ACE inibitori b) utilizzati al momento come ACE inibitori (vedi sopra) c) Beta bloccanti: a) indicati per ridurre mortalità e morbilità in associazione agli ACE inibitori b) attualmente solo scompenso lieve-moderato (classe NYHA II e IV) c) solo in condizioni di stabilità clinica e con incrementi graduali d) Diuretici: a) indicati per alleviare sintomi in caso di congestione venosa e polmonare b) mirare a normalizzazione pressione venosa centrale (valutare vene collo) e scomparsa reflusso addominogiugulare c) in caso di edemi calo ponderale non superiore a 0,5 Kg/die d) solitamente diuretici dell'ansa, ma in caso di scompenso lieve a volte sufficienti tiazidici e) controllo regolare esami (controllo creatinina e K mantenuto tra 4 e 5,5 mEq/l) f) possibile istruire il pz all'aumento concordato della dose in caso di aumento ponderale/aumento sintomi e) Spironolattone: a) riduce mortalità e morbilità (dimostrato alla dose media di 25mg/die in associazione con ACE inibitori nella classe NYHA III-IV ) b) utile anche come risparmiatore di K c) se monitoraggio regolare rarissima l'iperkaliemia anche usando ACE inibitori f) Digitale: a) indicata per limitare i sintomi b) con certezza solo in caso di fibrillazione atriale c) utile in caso di persistenza sintomi con ACE inibitori e diuretico d) usare basse dosi (la digossinemia deve essere mantenuta tra 0.5 e 0.9 ng/ml) g) Nitroderivati: a) utili per alleviare sintomi in pazienti che utilizzano già i farmaci di cui sopra b) in particolare utilizzo per alleviare dispnea (somministrazione notturna o diurna a seconda del periodo di manifestazione del sintomo) ATTENZIONE CHE IL FARMACO PRESCELTO ABBIA IN SCHEDA TECNICA L’INDICAZIONE PER LO SCOMPENSO Terapia standard o ACE-Inibitore (o Sartano, se intolleranza all’ACE-Inibitore) + Beta-Bloccante + Diuretico dell'ansa o tiazidico (se ritenzione idrica) Pazienti ancora sintomatici (terapia non sufficiente) o ACE-Inibitore + Beta-bloccante + Diuretico dell'ansa + Sartano oppure (nei casi più gravi) o ACE-Inibitore + Beta-Bloccante + Diuretico dell'ansa + Spironolattone Non risulta allo stato attuale un superamento da parte dei sartani rispetto agli ACE inibitori. Per quanto riguarda l'associazione tra ACE-Inibitori e sartani, questa è indicata nei pazienti che, pur in trattamento con ACE-Inibitori, restano sintomatici. Nel 2001 lo studio VAL-HeFT dimostrò per la prima volta che l’aggiunta di Valsartan ad una terapia standard con ACE-Inibitore riduceva un end point combinato costituito da mortalità e morbilità e migliorava i sintomi. Anche lo studio 'CHARM added' ha analizzato l'associazione di ACE-Inibitore e Sartano in soggetti con insufficienza cardiaca e FE ridotta (<40%): la doppia terapia ha ridotto, rispetto al solo ACE-Inibitore, la mortalità cardiovascolare e i ricoveri per scompenso. L’uso di una triplice terapia neuroormonale (sartano o antialdosteronico aggiunto ad ACE/Inibitore e beta-bloccante) richiede un attento monitoraggio della pressione arteriosa, della funzione renale e della potassiemia. L’associazione di sartano+ACE-Inibitore+antialdosteronico è generalmente sconsigliabile. Terapia aggiuntiva: Digitale - in caso di FA ad alta frequenza - in pazienti persistentemente sintomatici e con disfunzione sistolica. D:\769915220.doc 3 Anticoagulanti orali in caso di FA. Defibrillatore (ICD): nella prevenzione secondaria dopo una sincope o un’aritmia minacciosa. Oppure in prevenzione primaria della morte improvvisa in pazienti con frazione d’eiezione <35%, in terapia ottimale e con una ragionevole attesa di vita. Terapia di risincronizzazione: in pazienti con frazione d’eiezione <35%, con QRS >120 ms, in classe NYHA III-IV, in terapia ottimale e in ritmo sinusale. Telesorveglianza La Regione Lombardia ha messo a punto un programma di Telesorveglianza che ha avuto inizio nel 2007 con lo scopo di assicurare una maggiore continuità assistenziale. Il programma, che attualmente è riservato a casi selezionati, sta dando interessanti risultati per il paziente con una maggiore compliance all’osservanza della terapia, alle norme dietetiche e per quanto riguarda la consapevolezza da parte del paziente della propria malattia. Spiegazione del trattamento: Beta bloccanti: attenzione alle controindicazioni (asma, bradicardia, blocco A.V.). Non indicati in classe 4 avanzata. Carvedilolo: dose iniziale 6,25 mg fino a 25 mg b.i.d. con intervalli di almeno 2-3 settimane di trattamento tra un aumento e l’altro. In caso di iniziali sintomi collaterali all’aumento di dose ritornare alla dose precedente. Bisoprololo: dose iniziale 1,25 mg fino a 10 mg; aumentare gradualmente ogni 2 settimane Nebivololo: dose iniziale 1,25 mg fino a 10 mg; aumentare gradualmente ogni 2 settimane Metoprololo: Metoprololo succinato a rilascio prolungato, l’unico con dimostrazione di efficacia (non in commercio in Italia). In Italia disponibile solo il metoprololo tartrato. ACE inibitori: Da dose iniziale (in genere ¼ dose standard) fino a dose standard fino a dose massima tollerata a seconda della molecola utilizzata. Antagonisti recettore angiotensina II: procedere come per gli ACE inibitori Diuretici: Furosemide da 25 mg a 500 mg/die (inibizione sequenziale del nefrone in casi di resistenza a diuretici dell’ansa: diuretici dell’ansa+tiazidico); tiazidici da 25 mg. Spironolattone: 25 a 100 mg/die. Digoxina: da 0,0625 mg a 0,375 mg/die (è opportuno mantenere livelli di digossinemia <1 ng/ml perché si ha un aumento di mortalità con dosi elevate). Ovviamente è indispensabile il trattamento della patologia cardiaca o extracardiaca di base ERRORI PIU' FREQUENTI CON I FARMACI 1) diuretici: a) non adeguare la dose alle necessità – variabili - del paziente (dose efficace minima 25 mg/die, massima 500mg/die) b) disidratazione per dose eccessiva o perdita liquidi paziente (caldo, febbre, diarrea, ecc.) c) inadeguato monitoraggio creatinina e elettroliti 2) ACE inibitori: a) non raggiungere la dose piena o la massima tollerata (non ottenendo quindi il massimo effetto di riduzione mortalità/morbilità) b) sottodosaggio per ipotensione asintomatica (in assenza sintomi si può raggiungere PAS 90 mmHg) c) sottodosaggio per iniziale lieve peggioramento creatininemia (lievi aumenti -0,1, 0,2 mg/dl sono accettabili, anche se vanno monitorati, e spesso sono reversibili) d) non preparare il paziente alla possibile comparsa di effetti collaterali 3) Antagonisti recettore angiotensina II: vedi ACE inibitori 4) Digitale: a) dosaggi eccessivamente elevati b) non considerare interazioni farmacologiche (introducendo o sospendendo altre terapie) 5) Beta bloccanti: a) non considerare l'opportunità di utilizzarli per ridurre mortalità e morbilità b) eccessivo timore di effetti negativi c) non attendere la completa stabilizzazione del paziente per introdurli o aumentare la dose d) incrementi di dosaggio troppo rapidi D:\769915220.doc 4 6) 7) Spironolattone: a) non considerare l'opportunità di utilizzarlo per ridurre mortalità e morbilità (indicati solo in classe NYHA b) eccessivo timore di effetti collaterali (ipercaliemia) se associato ad ACE inibitori Nitroderivati: a) non considerare l'opportunità di utilizzo quando indicati b) non ricordare possibilità d'ipotensione c) non avvertire in anticipo il paziente dei possibili effetti collaterali CAUSE PIU' FREQUENTI DI INADEGUATA RISPOSTA ALLA TERAPIA scarsa compliance farmacologica comparsa di patologie concomitante uso di farmaci aggravanti lo scompenso (soprattutto FANS, antiaritmici - tranne amiodarone -, Ca antagonisti - tranne amlodipina e nifedipina - corticosteroidi, triciclici, litio, carbenoxolone) FATTORI DI INSTABILIZZAZIONE DELLO SCOMPENSO Tali fattori devono essere riconosciuti, prevenuti e, se possibile, eliminati dal MMG e/o dal Cardiologo 1. Una delle cause più frequenti che aggravano o precipitano lo scompenso è l’infezione, quasi sempre polmonare. La febbre può essere assente per anergia dei pz. E’ importante sottoporre il pz a vaccinazione antinfluenzale e antipneumococco. 2. Le aritmie sia ipercinetiche (FA ad alta risposta ventricolare e tachicardia ventricolare) sia ipocinetiche (blocchi, bradicardie) possono rendere critiche le condizioni del pz. Il più delle volte si impone il ricovero. 3. Non adesione alla terapia prescritta. Il MMG può verificare facilmente dal numero delle prescrizioni la compliance del pz. E’ indispensabile la collaborazione dei parenti per verificare che il pz assuma i farmaci e si attenga alle prescrizioni comportamentali. 4. Controllo della Pressione Arteriosa; non raramente le poussée ipertensive sono causa di scompenso acuto con edema polmonare anche in pz con FE nella norma. 5. La sincope in pazienti con cardiopatia organica in scompenso ha un valore prognostico sfavorevole ed obbliga al ricovero urgente per identificare la causa, che non raramente è la tachicardia ventricolare con indicazione all’impianto del defibrillatore impiantabile. 6. Se il paziente assume betabloccanti da tempo e va incontro a peggioramento clinico è molto probabile che la causa non sia il betabloccante; evitare quindi di sospenderlo, poiché la sospensione aumenta la mortalità; modulare eventualmente la dose del diuretico e del betabloccante 7. Assunzione di farmaci potenzialmente negativi, con effetti sulla ritenzione idrosalina (cortisonici, FANS, estrogeni) antiblastici, calcioantagonisti. Gli antidepressivi triciclici meritano una sorveglianza speciale sia per l’effetto miocardiodepressivo sia per l’effetto proaritmico con induzione di tachicardia ventricolare e di morte improvvisa. Evitarli! 8. Presenza di ischemia miocardica transitoria silente o sintomatica verificabile nei casi dubbi con test da sforzo, ecostress o scintigrafia miocardica. L’ischemia acuta impone il ricovero. La rivascolarizzazione, quando possibile, migliora sia la sopravvivenza che la qualità di vita. 9. Scarsa osservanza alla restrizione idrica. Educare il pz a controllare con costanza il peso corporeo e la diuresi. L’incremento del peso corporeo è segno di accentuazione dello scompenso con accumulo di acqua. 10. Verificare che non ci siano alterazioni della tiroide soprattutto in pazienti che assumono amiodarone; l’ipertiroidismo è causa non rara di instabilizzazione. 11. Eseguire l’emocromo per verificare la presenza di anemia. La somministrazione di ferro ed eritropoietina nei pz con IR, escluse altre cause di anemia, può migliorare lo scompenso se è presente anemia anche modesta (Hb <11 gr). 12. Verificare se è presente insufficienza renale (creatininemia >2 mg): in questi pazienti le recidive di scompenso hanno decorso più grave e il recupero è più lento, il controllo della volemia e degli elettroliti può presentare dei problemi. Inoltre i trials con Ace-inibitori hanno escluso pazienti con creatinina >2.5 mg, per cui mancano dati certi su come comportarsi. 13. La presenza di BPCO comporta un aggravamento di prognosi sia per l’ipossiemia sia per le difficoltà di trattamento. Infatti questi pz non possono assumere betabloccanti, spesso non tollerano gli Aceinibitori per la tosse e d’altronde beta 2 stimolanti, indicati per la forma ostruttiva polmonare, sono controindicati nello scompenso. Inoltre questi pazienti spesso hanno infezioni polmonari con aggravamento dello scompenso. D:\769915220.doc 5 INDICAZIONI AL RICOVERO OSPEDALIERO sospetta ischemia miocardica acuta (ricordare che l'edema polmonare acuto può esserne l'espressione anche in assenza di una chiara sintomatologia dolorosa) edema polmonare che non risponde immediatamente a terapia diuretica ev (ma vedi anche sopra) scompenso refrattario anche dopo consulenza cardiologica (classe NYHA III-IV) ipotensione arteriosa sintomatica o sincope aritmie sintomatiche o minacciose (BAV, FA ad elevata RVM, TPSV, TV) oligo-anuria (dopo aver escluso disidratazione da uso eccessivo diuretici) primo episodio di scompenso in pazienti senza cardiopatia nota instabilizzazione in uno scompenso precedentemente ben controllato grave patologia extracardiaca concomitante (polmonite, scompenso diabetico, ecc.) che renda critiche le condizioni del paziente impossibilità di adeguata assistenza domiciliare RUOLO DELLA CARDIOLOGIA RIABILITATIVA NELLO SCOMPENSO CARDIACO In pazienti con recente ricovero per scompenso cardiaco la CR è in grado di completare la cura e il recupero funzionale del paziente attraverso un’appropriata gestione clinico-assistenziale della fase post acuta, delle complicanze e comorbilità e la strutturazione di programmi integrati di training fisico, supporto psicologico, educazione sanitaria e prevenzione secondaria. OBIETTIVI DELLA CR Perseguire la stabilità clinica Limitare le conseguenze fisiologiche e psicologiche dell’insufficienza cardiaca Migliorare la capacità funzionale, l’autonomia e la qualità di vita Definire la stratificazione prognostica Ridurre il rischio di successivi eventi cardiovascolari Ritardare la progressione della malattia e il deterioramento clinico Ottimizzazione terapeutica Intervento di counseling INDICAZIONE ALLA CR Pazienti con necessità di valutazione per porre indicazione a trapianto cardiaco o per verificare persistenza di indicazione Pazienti al primo episodio di scompenso cardiaco che possono giovarsi di una valutazione funzionale e di stratificazione prognostica, di training fisico o di ricondizionamento in un intervento psicologico e di educazione intensivo EDUCAZIONE PAZIENTE E FAMILIARI E' un aspetto assolutamente essenziale per la terapia dello scompenso. Bisogna assicurarsi, nel corso di più incontri che per paziente e familiari sia assolutamente chiaro la natura della sintomatologia l'importanza e la finalità di ciascun farmaco l'importanza e la finalità dei provvedimenti non farmacologici la possibilità di effetti negativi di altri farmaci (anche da banco) la necessità di discutere apertamente ogni problema, dubbio o difficoltà come riconoscere precocemente il peggioramento sintomatologico e come comportarsi in questi casi la necessità di controlli periodici la eventuale possibilità di autogestione di alcuni aspetti della terapia diuretica (solo per casi selezionati) D:\769915220.doc 6 Comunicazione Ospedale – Territorio Lettera di dimissione La lettera di dimissione redatta al termine di un evento acuto deve essere intesa come strumento cardine della continuità assistenziale e deve contenere tutte le informazioni necessarie affinchè chi proseguirà nella gestione del paziente abbia a disposizione le informazioni adeguate (VEDI Appendice II). La valutazione della mortalità deve considerare il profilo di rischio del paziente che, per essere uniforme all’interno delle varie strutture sanitarie, dovrebbe essere fatto mediante score prognostici che tengano conto sia delle variabili cardiologiche sia di quelle non-cardiologiche. Infatti è ormai chiaro come le comorbilità, come l’anemia, la BPCO, l’insufficienza renale e il diabete, influiscano in modo indipendente sul decorso del paziente scompensato peggiorandone l’outcome. Invio del paziente a visita specialistica E’ necessario, come già previsto dalla buona pratica clinica, fornire al collega tutti gli elementi necessari per valutare il paziente e per favorire la continuità delle cure. Elementi indispensabili sono: a) motivazione dell’invio, b) copatologie rilevanti, c) terapie in corso (anche non cardiologiche, se rilevanti), d) eventuali problemi legate alle terapie (intolleranze, ecc), e) esami effettuati recentemente, f) pressione e frequenza cardiaca media usuale. L’uso del software di studio, che permette la stampa automatica di molti dati, può essere di grande utilità. In futuro lo strumenento principale di comunicazione potrà essere rappresentato dal “patient summary” elettronico (previsto per il futuro dal SISS) Follow up Definizione dei ruoli e delle competenze. Punto di riferimento primario: Medico di assistenza Primaria (MAP) Ruolo dello specialista: punto di riferimento consulenziale per approfondimento diagnostico o parere terapeutico in pazienti problematici (v. allegato) Rete di coordinamento intra-extraospedaliera con efficace comunicazione per ottimizzare l’efficacia delle prestazioni, evitando replicazioni di esami o di percorsi diagnostico-terapeutici. Pazienti che necessitano di consulenza specialistica cardiologica 1. Pz dimessi dopo primo episodio di SC 2. Pz con inquadramento eziologico o diagnostico non ancora ben definito 3. Pz con recente peggioramento dei sintomi, la cui causa non sia individuabile/risolvibile direttamente dal MAP 4. Pz instabili nel compenso 5. Pz con cardiomiopatie ipertrofiche/restrittive/aritmogene del ventricolo destro 6. Pz in cui deve essere massimizzata/ottimizzata la terapia multifarmacologica 7. Pz con problemi terapeutici particolari 8. Pz con problemi aritmici (es. FA ad elevata frequenza, aritmie ventricolare complesse, ecc.) Compete al MAP il follow up del paziente stabile. Non esistono criteri di follow up standardizzati in letteratura internazionale. Si possono comunque individuare tre elementi fondamentali, che debbono essere tutti presenti, per poter parlare di stabilità clinica di un paziente. 1. Una classe NYHA ≤II stabile da almeno 2 anni (senza ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco) 2. Una terapia medica ottimizzata. Incluso l’utilizzo di defibrillatore e/o Pace Maker biventricolare D:\769915220.doc 7 3. Un classe di rischio basso in base al modificato CardioVascular Medicine Heart Failure (CVM-HF) index (<6 punti) vedi Appendice III. Il massimo punteggio assegnato all’età in base alle decadi di età è di 4 punti. Visite cliniche frequenti consentiranno di cogliere eventuali aggravamenti, onde predisporre controlli a più breve distanza. La cadenza dei controlli clinici da parte del MAP dovrebbe essere ragionevolmente la seguente: All’inizio Controllo della terapia per valutazione efficacia terapeutica con visita clinica a 15 e 30 giorni; se non soddisfacente, eventuale consulto cardiologico con ECG e/o Rx torace e successivo controllo anticipato. In caso di pazienti dimessi dopo 1° episodio di Scompenso Cardiaco è opportuno un controllo clinico presso il Centro Cardiologico di ricovero, che alla dimissione ne stabilirà i tempi. Successivamente Classe 1-2: visita clinica a cadenza trimestrale; ECG + esami ematochimici (come per la diagnosi) annuali Ecocardiocolordoppler: le linee guida europee ne indicano 1 inizialmente e poi in base a necessità cliniche, ogni volta che l’informazione è utile per la gestione del paziente. Classe 3-4: secondo necessità, ECG + esami ematochimici in rapporto allo stato clinico e alla terapia diuretica; ecocardiocolordoppler annuale, ripetere Holter in caso di comparsa e/o aggravamento aritmia. INDICATORI DI QUALITA’– Indicatori di processo Debbono essere rilevati periodicamente (annualmente) da parte dei Centri dello scompenso e dei MAP gli indicatori (di processo) elencati nella seguente tabella. Per i MAP è opportuno rilevare alcune variabili in più (vedi Appendice III). 1. Valutazione della funzione sistolica ventricolare. La documentazione clinica dei pazienti affetti da SC dovrebbe contenere dati relativi alla valutazione della funzione ventricolare sinistra, viste le implicazioni sia di tipo diagnostico che terapeutico (target ≥75%). 2. Uso degli ACE-inibitori o antagonisti recettoriali dell’angiotensina. I pazienti con SC con disfunzione ventricolare sinistra e che non presentino controindicazioni dovrebbero essere trattati con ACE-inibitori o antagonisti recettoriali dell’angiotensina (target ≥85%). 3. Uso dei beta-bloccanti. I pazienti con SC con disfunzione ventricolare sinistra e che non presentino controindicazioni dovrebbero essere trattati con beta-bloccanti (target ≥50%). 4. Uso della terapia anticoagulante per la fibrillazione atriale. I pazienti con SC e fibrillazione atriale che non presentano controindicazioni dovrebbero essere trattati con anticoagulanti orali (target ≥85%). 5. Educazione del paziente. I pazienti con SC dovrebbero ricevere materiale informativo scritto sul livello di attività fisica consigliato, la dieta, la terapia farmacologica, la misurazione del peso, il comportamento da tenere in caso di deterioramento dei sintomi, e un appuntamento di follow-up (target ≥90%). INDICATORI DI QUALITA’ – Indicatori di risultato Debbono essere rilevati periodicamente da parte dei Centri dello scompenso e dell’ASL gli indicatori di risultato elencati nella seguente tabella. Numero di ricoveri (per DRG 127) ed accessi in Pronto Soccorso successivi al primo evento prima e dopo l’introduzione del protocollo a 1, 3 e 12 mesi. Mortalità intraospedaliere a 1, 3 e 12 mesi. D:\769915220.doc 8 Implementazione del PDT La possibilità che il PDT venga effettivamente utilizzato nella normale pratica clinica dipende da più fattori: 1) conoscenza del PDT da parte di tutti gli attori, 2) piena condivisione del PDT da parte di tutti gli attori, 3) riconoscimento formale dell’importanza del PDT da parte delle Direzioni Aziendali, 4) inserimento degli indicatori di qualità nella reportistica obbligatoria per ospedale e territorio, 5) feed-back informativi periodici a tutti gli attori. In pratica è quindi necessario: 1) predisporre corsi di formazione “obbligatoria” sul PDT, condivisi per specialisti, MAP e referenti aziendali 2) rendere “obbligatoria” la reportistica indicata dal PDT per ospedale e territorio 3) prevedere un feed-back periodico a specialisti e MAP basato sia sui risultati della reportistica stessa, sia sull’analisi dei dati della BDA. Legenda: ACE INIBITORE = ASA = Blocco AV = BNP = DRG127 = FA = HR = IMA = NSAID = NYHA = PAS D:\769915220.doc Inibitore enzima di conversione Angiotensina-Renina Acido Acetilsalicilico Blocco Atrio-Ventricolare Peptide Cerebrale Natriuretico Codice di ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco acuto. Fibrillazione Atriale Heart Rate= frequenza cardiaca Infarto Miocardico Acuto Sinonimo di FANS= Antinfiammatori non steroidei New York Heart Association (Classificazione dello scompenso cardiaco in ordine di gravità dal I al IV) = Pressione Arteriosa Sistolica 9 Appendice I : Interazioni dei farmaci – Classe dei farmaci Interazione con Effetti ACE Inibitori Antiacidi Litio NSAID Spironolattone ↓ assorbimento farmaco ↑ livelli litio può peggiorare la funzione renale la somministrazione congiunta può causare elevati livelli di potassio, specialmente in anziani e pazienti con disfunzioni renali Amiodarone Beta Bloccanti Calcio antagonisti (diltiazem, verapamil) Digossina ↓ HR, conduzione del nodo AV ↓ HR, conduzione del nodo AV Chinidina Fenitoina Procainamide Teofillina Warfarin ↑ concentrazione ↑ concentrazione ↑ concentrazione ↑ concentrazione ↑ in INR Beta Bloccanti Amiodarone, diltiazem, verapamil, propafenone, sotalolo ↓ HR, conduzione del nodo AV Digossina Amiodarone Antiacidi ↑ concentrazione Digossina; ↓ HR conduzione del nodo AV ↓ assorbimento orale Digossina; somministrare a distanza di almeno 2 ore dall’assunzione della diossina stessa. Carvedilolo può ↑ concentrazione Digossina; ↓ HR, conduzione del nodo AV ↓ assorbimento Digossina ↑ concentrazione Digossina; ↓ HR, conduzione del nodo AV ↑ concentrazione Digossina ↑ concentrazione Digossina; ↓ HR, conduzione del nodo AV ↑ concentrazione Digossina ↓ concentrazione Digossina ↓ HR, conduzione del nodo AV ↑ concentrazione Digossina, interferisce con i dosaggi ematici della Digossina mascherando falsamente elevate concentrazioni della stessa. Beta Bloccanti Colestiramina, Colestipol Diltiazem, Verapamil Omeprazolo Propafenone Chinidina Rifampicina Sotalolo Spironolattone Warfarin Amiodarone, Antibiotici (incluso Bactrim e Eritromicina), Antidepressivi, BetaBloccanti, Cimetidina, Fluconazolo, Itraconazolo, Ketoconazolo, Lovastatina, Omeprazolo, Diabetici orali, Fenitoina, Propafenone, Chinidina, Chinina, Simvastatina, NSAID, ASA, Ticlopidina, Clopidogrel ↑ concentrazione Digossina; ↓ HR, conduzione del nodo AV Chinidina Fenitoina; ↓ concentrazione Amiodarone Procainamide Teofillina ↑ INR ↑ rischio di emorragia dovuta all’alterata funzione delle piastrine Fenobarbitale, Rifampicina, ↓ INR Colestiramina, Carbamazepina, Fenitoina, Spironolattone, Sucralfato D:\769915220.doc 10 APPENDICE II Indicatori di qualità del processo assistenziale che devono essere presenti nella lettera di dimissione ospedaliera: 1. 2. 3. 4. valutazione della funzione sistolica; livello di gravità/stabilità; presenza di comorbilità; uso di ACE-inibitori, beta-bloccanti, terapia anticoagulante nel paziente in fibrillazione atriale e qualora non indicati specificarne il motivo; 5. appuntamento per il follow-up; 6. educazione del paziente e consegna di materiale informativo; 7. la gravità del paziente mediante la citazione dello score di rischio CardioVacular Medicine (CVM) index. APPENDICE III CardioVacular Medicine (CVM) index modificato Variabili Punti Età* 1 ogni decade di età ≥40 anni Anemia** 1 Ipertensione -1 Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva 1 Diabete mellito complicato 2 Disfunzione renale moderata-severa*** 1 Metastasi 4 No Beta Bloccanti 2 No ACEi/ARB 2 NYHA classe III-IV 2 FE ventricolo sinistro 20% 2 Severa valvulopatia 2 Fibrillazione atriale 1 * Massimo punteggio calcolabile con la variabile età, 4 punti ** Hb <11 g/dl *** Creatinina >2mg/dl D:\769915220.doc 11 APPENDICE IV Indicatori per Medici di Assistenza Primaria INDICATORI NUMERO n° assistiti età >15 anni ……………. n° pazienti con diagnosi di scompenso ……………. n° pazienti con diagnosi di scompenso e registrazione di almeno un ecocardiogramma ……………. n° pazienti con diaggnosi di scompenso e registrazione di almeno un ecocardiogramma e registrazione della frazione di eiezione ................ n° pazienti con diagnosi di scompenso e in terapia con ACE-I o Sartani .................. n° pazienti con diagnosi di scompenso e in terapia con beta-bloccanti .................. n° pazienti con diagnosi di scompenso e con diagnosi di fibrillazione atriale (anche parossistitca) .................. n° pazienti con diagnosi di scompenso e con diagnosi di fibrillazione atriale (anche parossistica) in TAO ................. n° pazienti con diagnosi di scompenso cui è stato distribuito materiale scritto educazionale .................. D:\769915220.doc 12 Autori e Gruppo di Revisione: Dott. Alessandro Filippi - Medico Medicina Generale - Specialista in Cardiologia - Responsabile Nazionale Area Cardiovascolare per la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) Dott. Claudio Malinverni - Cardiologo - AO Seriate Dott. Paola Neri - Cardiologo - AO Seriate Dott. Osvaldo Buscaya - Cardiologo - AO Treviglio Dott. Alvise Polese - Cardiologo - Policlinico S Marco - Zingonia Dott. Michele Senni - Cardiologo - AO Ospedali Riuniti di Bergamo Dott. Paolo Sganzerla - Cardiologo - Cliniche Gavazzeni Dott. Giuseppe Leoni - Cardiologo – FERB – Sant’Isidoro – Trescore Balneario Dott. Elio Staffiere - Cardiologo – Clinica San Francesco - Bergamo Dott. Flavio Bulgarella - Cardiologo – Clinica Quarenghi – San Pellegrino Coordinatore del Gruppo di Revisione: Dr. Michele Senni Responsabile di Processo: D.ssa Laura Perego – Direttore Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale - ASL di Bergamo BIBLIOGRAFIA - - - - - - J. 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