La pittura sconfigge la malattia In un libro il sogno di Alberto Un ragazzo colpito dalla distrofia racconta la sua vita attraverso i quadri che ha realizzato I proventi andranno alla Uildm Alberto Fiocco con alcuni dei suoi quadri. Il giovane ha pubblicato un libro FOTO MARCHIORI Sconfiggere il grigiore della malattia con i colori di un quadro, con le parole di una poesia, con le pagine di un libro. Alberto Fiocco, ventisettenne di Borgo Venezia, è riuscito a «trasformare la ruggine in oro», sfidando quella distrofia muscolare di Duchenne, che ormai quasi vent'anni fa lo ha privato della capacità di camminare. Con lucidità, consapevolezza e una punta di ironia ha raccontato la sua storia, pubblicando il libro Vorrei continuare a dipingere: una sorta di biografia, che racchiude i momenti salienti del suo passato. A cominciare dalla mattina di Natale del 1995, quando le sue gambe hanno ceduto, Alberto è caduto a terra e, da allora, non si è più rialzato da solo. «Con la prima sedia a rotelle non è stato amore a prima vista», scrive il ragazzo. Ma con il tempo, con lo straordinario supporto di mamma Rosanna, di papà Daniele, del fratello Michele e del suo infermiere di fiducia Aurelio, Alberto è riuscito pian piano ad accettare ciò che gli era capitato. Il salto dalle scuole elementari alle medie è stato difficile: il primo anno la madre frequentava le lezioni al suo posto e portava i compiti a casa al figlio. Poi Alberto ha capito che il suo posto era tra i banchi, assieme ai compagni di classe, e così ha proseguito la sua carriera scolastica, che lo ha portato a diplomarsi come programmatore informatico all'istituto Pasoli e poi a iscriversi anche alla facoltà di Scienze dei beni culturali. Un percorso non facile, perché intanto la malattia continuava a degenerare, rendendo necessari delicati interventi chirurgici. «La distrofia muscolare di Duchenne è causata dall'alterazione di un gene», spiega Alberto nel libro, pubblicato grazie alla preziosa collaborazione della casa editrice Scripta e della stamperia Mave. «Le cellule non sono in grado di produrre una proteina chiamata distrofina e, senza, si verifica una progressione inesorabile della perdita di forze e l'atrofia di tutti i muscoli». Ma come tutti i ragazzi della sua età, anche Alberto ha iniziato a coltivare le proprie passioni: per il Milan, la sua squadra del cuore, e per la pittura. Prima con la china, poi con i colori a olio, poi ancora con l'acrilico ha dipinto paesaggi, nature morte, quadri astratti di ogni sorta ma tutti coloratissimi, vincendo alcuni concorsi e riuscendo a organizzare una propria esposizione a Castelvecchio nel 2011. Le sue emozioni e i suoi pensieri li ha raccolti in un diario, inizialmente scrivendo a mano, poi utilizzando un programma di dettatura al computer. Oggi la penna e i pennelli sono diventati troppo pesanti, ma Alberto «vorrebbe continuare a dipingere», come recita il titolo del libro. A dargli l'idea di pubblicarlo è stato un amico, il suo «gigante buono» Giancarlo Negrini: il 29 marzo si terrà la presentazione ufficiale al Centro Tommasoli e i proventi delle vendite andranno alla Uildm, l'Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, per l'acquisto di una macchina della tosse che facilita la respirazione nei momenti di crisi. Una grande soddisfazione per Alberto, che ha deciso di inviare il proprio libro anche a Papa Francesco, ricevendo complimenti e ringraziamenti di ritorno direttamente dalla Santa Sede. Manuela Trevisani