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Comune di Abbiategrasso
Provincia di Milano
Regione Lombardia
ABBIATEGRASSO
Abbiategrasso (Biagràss e si pronuncia Biegràss in lingua
insubrica oppure abbreviato Bià) è un comune italiano di 32.345
abitanti della provincia di Milano, in Lombardia, a circa
15 chilometri ad ovest dal capoluogo.
Immerso nel Parco del Ticino, di cui include una buona parte nel
proprio territorio, pur non essendo fortemente popolato è il
comune con la superficie più vasta nella provincia dopo il
capoluogo.
Storia
La zona dell’Abbiatense, come tutta la Padania occidentale, fu
abitata fin dall’Età del bronzo da tribù liguri, celtiche o celto-liguri
quali gli Insubri, cui si sovrapposero a partire dal IV secolo a.C.
le popolazioni galliche provenienti da oltralpe.
Un forte impulso alla crescita giunse però solo in epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti avvenuti nelle
cascine del territorio, a dimostrazione dello stanziamento di nuclei agricoli.
Gran parte di questi antichi insediamenti sorgevano sulla via mercantile (“Strada Mercatorum”) che scorreva parallela
al fiume Ticino.
L'economia era quindi basata principalmente sull'agricoltura, con la coltivazione di cereali, la produzione di vino e olio
e l'allevamento di bestiame.
Da ABIA - celtico per ACQUA - e ATIS - desinenza celtica toponomastica - per cui...ABIATIS = LUOGO D'ACQUA (a
due passi dal Ticino).
In epoca medioevale s'è aggiunta GRASSUS per via della terra fertilissima = ABIATE GRASSUS = BIAGRASS
pronuncia BIEGRASS. Che si è poi trasformato nell'attuale Abbiategrasso.
Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente il territorio subì le
invasioni celtiche, fino allo stanziamento dei Longobardi, e
successivamente anche le razzie delle tribù ungare tra la fine del
IX secolo e l'inizio del X secolo.
Nel 1044 Abbiategrasso divenne possedimento dell'arcivescovo
di Milano, che fece costruire un avamposto difensivo, distrutto
nel 1162 durante la calata in Italia di Federico Barbarossa.
Negli anni successivi il borgo si sviluppò non più solamente
intorno alla chiesa di San Pietro, ma anche verso sud, dove nei
pressi dell'attuale chiesa di Santa Maria Vecchia sorgeva un
piccolo castello.
Quest'ultimo abitato divenne il principale centro di riferimento,
mentre il borgo più antico continuò a crescere con una certa
autonomia, ravvisabile geograficamente ancora oggi.
Nel 1277 Abbiategrasso divenne parte del Ducato di Milano,
governato prima dai Visconti (che proprio qui costruirono un
castello) e poi dagli Sforza.
Risale a questo periodo (1377) lo stemma cittadino, quando il borgo ottenne il potere giudiziario.
Con la morte di Francesco II Sforza il Ducato di Milano passò sotto l'influenza e l'occupazione spagnola, che fece
prima rafforzare le mura e poi demolire il castello di Abbiategrasso.
Ma la demolizione fu solo parziale: il castello visconteo venne ridotto a semplice casa nobiliare, per poi tornare di uso
pubblico a metà dell'Ottocento.
Nel 1707 Abbiategrasso passò sotto il controllo austriaco, cui restò soggetto fino al 1859, dopo un'intesa attività
risorgimentale.
Con il passaggio al Regno d'Italia Abbiategrasso si sviluppò
anche dal punto di vista industriale e la sua crescita venne
accompagnata dall'edificazione di un ospedale nel 1882, di un
imponente cimitero e di nuove scuole. Abbiategrasso divenne
capoluogo di un circondario della provincia di Milano.
Nel 1869 venne aggregato ad Abbiategrasso il soppresso
comune di Castelletto Mendosio.
Nel 1870 fu aperta la linea ferroviaria Milano - Mortara, che
causò il declino del trasporto fluviale sul Naviglio.
Ad Abbiategrasso fu costruita una stazione ferroviaria grazie al
contributo dei commercianti locali, che si autotassarono per far sì
che il tracciato della linea ferroviaria passasse per il comune.
Il 31 marzo 1932 Abbiategrasso fu insignita del titolo di città.
Stemma
Abbiategrasso è uno dei pochi comuni rurali padani che possieda un suo stemma già dal 1400; forse perché aveva
ottenuto il potere di emettere sentenze in materia giudiziaria sin dal 1373, per le cause civili, e dal 1437 per quelle
penali.
Il più antico stemma che si ricordi risale al XV secolo ed è stato rintracciato su un marchio a secco riprodotto su un
documento cartaceo in cui si vede San Pietro, antico protettore della città, che sostiene uno scudo in cui campeggia
un leone rampante.
A colori, invece, il primo stemma della città è stato possibile rintracciarlo su una bolla di papa Paolo III del 24 aprile
1544 in cui è rappresentato un leone rampante di rosso, senza corona, su un campo di colore argento.
L'ultima sua trasformazione risale al 1930 quando, variati gli smalti, il leone è stato sormontato da una corona
all'antica d'oro.
Monumenti e luoghi d’interesse
Basilica di Santa Maria Nuova
La basilica, edificata nel 1388 in occasione della nascita in città del figlio di Gian
Galeazzo Visconti, Giovanni Maria, è preceduta da un quadriportico
rinascimentale che rivela in facciata la grande arcata del pronao (1497) lasciato
incompiuto, secondo alcune interpretazioni, da Donato Bramante e che
rappresenta l'ultima opera eseguita dal maestro in terra lombarda.
Divenuta il principale centro religioso della città già a partire dal XIV secolo,
divenne sede parrocchiale solo a partire dal 1578, in occasione di una visita di san
Carlo Borromeo.
Con questo nuovo status, la struttura dell'edificio variò nel corso dei secoli,
soprattutto nell'area del pronao che venne concluso brillantemente nel '500 da
Tolomeo Rinaldi, mentre nel XVIII secolo venne eretta una nuova sagrestia sul
lato settentrionale del presbiterio.
A questi lavori di ampliamento, si affiancò anche l'edificazione di un ossario ai
piedi del campanile e la realizzazione di un nuovo ingresso nell'attuale
quadriportico.
Le modifiche interne allo stabile, realizzate nel 1740, sono oggi attribuite a
Francesco Croce, impostate su una concezione dello spazio tipicamente barocca
con una navata centrale rialzata, illuminata da finestroni eclettici che
accompagnano la luce nelle grandi volte a crociera che andarono a sostituire le precedenti strutture a capriate.
Lungo i lati della chiesa, nel medesimo periodo, vennero
realizzate cinque nuove cappelle.
L'Ottocento apportò nuovi lavori di ristrutturazione, soprattutto
nella decorazione delle volte affrescate e nello specifico delle
balaustre e nella pavimentazione marmorea.
La chiesa è stata meta di un lungo lavoro di ristrutturazione
iniziato nel 1987 e conclusosi tre anni dopo, nel 1990, grazie al
quale è stata riportata al proprio antico splendore, grazie alla
pulizia degli affreschi ed al rafforzamento della struttura.
La facciata della chiesa risale invece al XV secolo e si trova
posta in un quadriportico rinascimentale realizzato con colonne a
capitelli di stile gotico, accompagnati da arcate in cotto,
inframezzate da medaglioni molti dei quali originali mentre
all'interno la cappella è arricchita da una decorazione a graffito
quattrocentesca, tipicamente lombarda.
L'organo, posto in controfacciata, è pregevole opera dei fratelli Luigi e Celestino Balbiani di Milano.
Venne costruito nell’anno 1935, ed inserito nei cataloghi nel 1936 come opus 1560, sostituendo un precedente
strumento costruito dai Serassi di Bergamo ripetutamente maneggiato nel corso del XIX Secolo.
Dal 1936 al 1951 circa fu organista titolare il celebre maestro Daniele Maffeis.
Lo strumento è stato restaurato nel 2007 dalla bottega organara dei fratelli Pirola di Sovico (Mb).
Basilica di Santa Maria Vecchia
La chiesa di Santa Maria Vecchia era l'antica chiesa di Abbiategrasso.
L'edificio, ancora persistente nel complesso, custodisce alcuni affreschi risalenti all'epoca rinascimentale, anche se il
nucleo originale della chiesa è riconducibile al XII secolo.
La chiesa, nel corso dei secoli, venne anche utilizzata a partire dalla prima metà del Quattrocento dalle monache
benedettine del Convento di Santa Maria della Rosa, fondato non lontano e sprovvisto di una propria cappella per i
divini offici.
Le monache però dovettero abbandonare presto questa tradizione in quanto così facendo si trovavano costrette a
dover infrangere la regola della clausura per assistere quotidianamente alla messa.
Per questo San Carlo Borromeo, nel corso di una visita pastorale in cui prese coscienza del problema, fece modificare
la struttura dell'edificio e fece costruire una piccola chiesetta interna ad uso del convento, cambiando l'ingresso
principale della struttura che venne completamente rivoltata, con l'altare in luogo dell'abside e viceversa.
Alle riforme di Giuseppe II, sul finire del XVIII secolo, il convento venne chiuso e la chiesa sconsacrata, rimanendo
tale per tutto il periodo napoleonico sino ai giorni nostri, quando la struttura è stata affidata ad una scuola di danza.
Importanti restauri sono stati compiuti nel 1972.
La struttura della chiesa è costituita da una pianta rettangolare, con un'unica navata.
Il campanile venne costruito, sulla base di un mattone datato dello stesso, nel 1408.
Chiesa di San Bernardino
La chiesa di San Bernardino costituisce in Abbiategrasso un esempio notevole del
barocco lombardo del XVII secolo, dopo le ristrutturazioni appostate da Francesco
Maria Richini.
La chiesa venne originarmanete eretta nel XV secolo in onore di San Bernardino
che la tradizione vuole essere stato accolto in città nel 1431.
Col tempo si sentì la necessità di realizzare una chiesa più grande che potesse
accogliere un numero sempre maggiore di fedeli, la cui prima pietra venne posta il
30 agosto 1614.
I lavori si protrassero in vari stadi: nel 1686 venne progettato e realizzato il coro,
mentre il campanile venne eretto solo nel 1717.
La chiesa dispone ancora oggi di una pianta rettangolare, caratterizzata da una
facciata tipicamente barocca sempre progettata dal Richini, decorata con lesene,
statue e ornamenti architettonici che arricchiscono l'impatto visivo dello spettatore
sulla chiesa.
L'interno è invece contraddistinto da un'unica navata con una volta a botte,
decorata con stucchi e marmi, mentre l'altare risale all'inizio del XIX secolo.
Sul medesimo si trova una nicchia con una statua raffigurante la Vergine del
Rosario, opera dello scultore Grazioso Rusca, risalente al 1820.
L'organo posto in controfacciata è opera dei celebri fratelli Prestinari di Magenta (Mi) e fu costruito nel 1853 col
numero d'opus 280.
Lo strumento, in disuso dagli anni '60 del secolo scorso è oggi inutilizzabile ed in attesa di restauro.
Chiesa di San Rocco
L'edificio in origine affacciato sul Naviglio di Abbiategrasso nel punto in cui
venne derivato il Naviglio di Bereguardo, prospetta con la facciata
leggermente arretrata rispetto all'allineamento degli adiacenti edifici,
sull'attuale viale Mazzini.
La facciata, divisa in due ordini e coronata da timpano, è ornata ai lati del
portone da nicchie con statue di santi.
L'edificio è a navata unica di pianta quasi rettangolare con muri perimetrali
in laterizio a mattoni pieni a vista. Elemento caratteristico è il campanile in
muratura rimasto incompleto e con soli due muri perimetrali.
La navata della chiesa è coperta con volte a botte semplici e lunettate in
muratura, il presbiterio con volta a crociera a sesto ribassato.
La copertura è a tetto semplice a due falde simmetriche sulla navata e a tre
falde a padiglione sopra il presbiterio, con capriate in legno.
Il manto è in coppi di laterizio. L'interno conserva un'interessante pala
d'altare.
L'organo, in attesa di restauro, venne costruito da Luigi Bernasconi di Varese nel 1897.
Chiesa di San Pietro
Il complesso è costituito dalla chiesa, con annessa cappella della
Madonna, battistero e locali deposito, e a destra dell'abside,
dall'alto campanile barocco.
I muri perimetrali sono in laterizio a mattoni pieni a vista nella
chiesa e intonacati esternamente nel campanile.
Le strutture orizzontali nella chiesa sono costituite da volte e
cupole in muratura e da solai in laterocemento, mentre nel
campanile vi sono alcuni solai in legno e altri in laterocemento.
La copertura della chiesa è mista a falde e a padiglione con
colmi differenziati e manto in coppi di laterizio; il cupolone è
coperto da tetto a pianta circolare con forma a cono in lastre di
rame.
Elemento caratteristico del campanile è la copertura a bulbo in
rame.
All'interno è conservato un pregevole organo realizzato nel 1821 dai celebri fratelli Serassi di Bergamo con numero
d'opus 391.
Lo strumento è stato restaurato nel 1996 dalla famiglia Mascioni di Cuvio (Va).
Chiesa di San Gaetano
La chiesa di San Gaetano è la più recente delle chiese di Abbiategrasso e si trova sottoposta alla parrocchia di Santa
Maria Nuova.
La struttura venne inaugurata nel 1955 assieme all'oratorio annesso, dopo alcuni anni di lavoro guidati dall'architetto
progettista Galesio.
Il progetto interno si articola su tre navate, di cui la centrale di dimensioni maggiori, mentre l'area absidale è stata
recentemente completata con l'aggiunta di una grande vetrata di fattura moderna raffigurante la "Resurrezione di
Cristo" su disegno di Don Domenico Sguaitamatti, abbiatense.
Nelle navate laterali si trovano due statuel l'una dedicata alla Madonna che tiene in braccio il divino Bambino e l'altra
dedicata a San Gaetano, realizzate dallo scrittore Ferdinando Perathoner.
Altra statua si trova sul fondo della chiesa e rappresenta San Padre Pio da Pietrelcina.
Nella parte finale della navata di destra si trova anche una piccola cappella un tempo utilizzata come sacrestia che
oggi viene utilizzata come luogo di ritrovo spirituale, mentre tutto attorno alle mura della chiesa si trovano i ritratti dei
dodici apostoli, opere realizzate da una serie di pittori abbiatensi in occasione del giubileo del 2000.
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Edificio a navata unica con pronao, due cappelle laterali,
presbiterio, sacrestia e campanile (inglobato in parte nella chiesa
e sacrestia).
I muri perimetrali sono in muratura a corsi regolari in laterizio a
mattoni pieni, mentre il pronao è sorretto da quattro colonne in
granito.
Il corpo principale è coperto da volte a botte e a crociera in
muratura, il pronao da volta a schifo a pianta rettangolare e la
sacrestia da volta a schifo lunettata.
Il campanile ha invece alcuni solai in legno ad orditura semplice
ed altri sono stati sostituiti in laterizio.
La chiesa è coperta con tetto a capanna a due falde
asimmetriche e falde a padiglione sulle cappelle laterali, pronao
e presbiterio.
La struttura della copertura è in legno con travi poggianti su muri
e manto in coppi. Il campanile ha tetto a padiglione a pianta quadrata con manto in rame
Convento dell'Annunciata
Abbiategrasso si pregia di un ulteriore monumento storico: il quattrocentesco Convento dell'Annunciata, restaurato nel
2006.
Voluto da Galeazzo Maria Sforza a seguito di un voto formulato nel 1466 per essere miracolosamente scampato a un
agguato militare, venne destinato all'ordine religioso dei Minori Osservanti, particolarmente caro alla madre Bianca
Maria.
Dopo la soppressione del 1810 per due secoli la chiesa ha
subito consistenti trasformazioni: da ospedale a deposito a
fabbrica ad abitazione nel '97 con gravi problemi igienici, sociali
e conservativi.
Poi nel 2003 la sottoscrizione da parte delle amministrazioni
comunali, provinciali e regionali, dell'Università degli Studi di
Milano e dell'Agenzia del Demanio di un accordo di programma
per il restauro e il recupero dell'edificio - condotto da Pinin
Brambilla Barcilon -, che ha portato ad una sorprendente
scoperta: il ritrovamento di un intero ciclo di affreschi sulle pareti
dell'abside della chiesa con le Storie della Vergine, datato 1519
e firmato dal pittore caravaggino Nicola Mangone detto il
Moietta, noto nell'ambito dei leonardeschi, e degli affreschi delle
pareti e della volta del refettorio.
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