diabete tipo 2 - ospedale san raffaele

UNITà OPERATIVA di Medicina Generale
Indirizzo Diabetologico ed Endocrino-Metabolico
DIABETE TIPO 2
Prevenire è meglio che curare
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
IL DIABETE TIPO 2:
SI PUÒ PREVENIRE?
IL DIABETE È DAVVERO UN PROBLEMA?
Il diabete mellito rappresenta un vero e proprio problema per la salute pubblica, sia
perché interessa un numero sempre maggiore di persone, sia per la frequenza di malattie che ad esso si associano, quali quelle cardiovascolari, l’ipertensione arteriosa, la
dislipidemia e l’obesità.
Si stima che nel mondo vi siano attualmente 246 milioni di persone che soffrono di diabete; purtroppo questo numero è destinato a crescere rapidamente e l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che nel 2025 saranno
già 380 milioni, con una crescita pari a 7 milioni di nuovi casi ogni anno.
Solo in Lombardia le persone affette sono più di 500.000 (pari a circa il 5% di tutti gli
abitanti della regione).
A questo numero già di per sé così elevato si aggiungono tutti quei soggetti con ridotta
tolleranza al glucosio (secondo la dicitura inglese, impaired glucose tolerance, IGT), una
condizione intermedia tra la normalità e il diabete. I soggetti con IGT rappresentano
circa l’8% della popolazione, facendo salire il numero complessivo di coloro che presentano alterazioni del metabolismo dei carboidrati a oltre 1.500.000.
L’incidenza di diabete mellito e IGT cresce con il crescere dell’età e nella fascia di età
superiore a 65 anni si arriva a picchi del 35% della popolazione. Queste cifre sono davvero preoccupanti, se si pensa che questa condizione si associa ad un aumentato rischio
cardiovascolare, che riduce in tal modo la qualità e l’aspettativa di vita di chi ne soffre.
Si stima che circa un terzo dei pazienti con diabete non sia al corrente della propria
malattia, spesso diagnosticata (specie per chi è affetto da diabete tipo 2) solo quando
sono ormai comparse le complicanze specifiche della malattia a carico di altri organi, oppure in maniera del tutto occasionale nel corso di analisi del sangue eseguite di routine.
Che cos’è il diabete?
Il Diabete è una condizione caratterizzata da un aumento patologico della concentrazione di zucchero nel sangue (glucosio).
Il glucosio nel sangue ha lo stesso ruolo della benzina nell’auto. Senza la benzina l’auto
non parte, e così senza glucosio non è possibile formare energia nelle cellule del nostro
organismo.
Come per l’auto occorre che la chiave sia inserita per partire, così per il nostro organismo occorre che ci sia una chiave chiamata insulina che permette al nostro organismo
di utilizzare la sua benzina chiamata glucosio.
Si può avere il serbatoio pieno di benzina ma manca la chiave di avviamento.
Questo è il caso del Diabete mellito di tipo 1, in cui
non vi è insulina in circolo e benché il glucosio sia
presente nel sangue ad alti livelli, esso non può entrare nelle cellule.
Oppure la macchina può ingolfarsi perché si gira troppo la chiave.
Nel nostro organismo le cellule possono essere ingolfate dall’insulina, che non dà il giusto messaggio
per fare entrare il glucosio nelle cellule. In questo
caso c’è fin troppa insulina in circolo ma inattiva.
Questo è Diabete mellito di tipo 2.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Esistono quindi due forme di Diabete Mellito:
Il Diabete di Tipo 1
Prevalentemente (ma non esclusivamente) infantile-giovanile, soprattutto interessa persone sotto i 40 anni e richiede un trattamento insulinico più volte al
giorno sin dall’inizio, in quanto il corpo non è più in grado di produrre insulina,
che è necessaria per la vita.
Il Diabete di tipo 1 ha una genesi autoimmune che deriva dall’interazione di una
predisposizione genetica con cause ambientali non ancora del tutto chiarite.
La prevalenza del diabete di tipo 1 in Italia risulta essere tra lo 0,4 e l’1 per mille e
interessa circa il 5-15% della popolazione con il diabete mellito.
Il Diabete di Tipo 2
Caratteristico dell’età adulta-senile (attualmente l’età di insorgenza si sta
progressivamente abbassando), quando il nostro corpo produce insulina ma
la utilizza male. Tipicamente è associato a sovrappeso, dislipidemia e ipertensione. Spesso è controllabile per anni con la dieta, l’esercizio fisico o con
gli ipoglicemizzanti orali ed interessa circa l’85-95% della popolazione con
il diabete mellito. In tale forma il trattamento insulinico si rende necessario
spesso, ma non sempre, dopo un certo numero di anni di malattia.
La malattia nei primi anni può essere asintomatica e non di rado la diagnosi viene fatta nel corso di accertamenti per altre patologie o in occasione di ricoveri
per complicanze già in atto, soprattutto eventi coronarici o altre vasculopatie.
Più di 3 milioni di italiani sono affetti da diabete e si stima che almeno 1 milione di persone ne sia affetta ma non lo sappia. Il fenomeno del diabete tipo 2
misconosciuto è pertanto presente anche nella realtà italiana.
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Perché si diventa diabetici?
Diversi sono i fattori di rischio che determinano la comparsa di diabete in un individuo.
In primo luogo la familiarità per la patologia stessa rende il soggetto maggiormente
predisposto a diventare diabetico.
In secondo luogo intervengono fattori ambientali tra i quali l’obesità (maggiormente
influente se si è instaurata da molti anni), ma anche la distribuzione del grasso: più il
grasso è viscerale, cioè situato sull’addome, più si è predisposti.
A seguire il tipo di alimentazione: si può non essere obesi ma avere un’alimentazione
ricca di grassi e zuccheri semplici che può favorire la comparsa del diabete.
Infine la sedentarietà o “inattività fisica”: non solo perché la persona sedentaria consuma meno, e quindi viene favorito l’accumulo di energia (e quindi di grasso), ma anche perché se non si pratica attività fisica l’organismo sarà composto principalmente
da tessuto adiposo e poco da tessuto muscolare, pertanto consumerà di meno e i tessuti
saranno meno in grado di ricevere il messaggio dell’insulina, ossia saranno più insulino-resistenti.
La storia naturale del diabete mellito di tipo 2 si caratterizza per la precoce insorgenza
di una condizione di insulino-resistenza, legata sia a fattori genetici che ambientali, a cui
segue nel corso degli anni una progressiva elevazione della glicemia. Si dice quindi che è
presente uno stato di insulino-resistenza quando la quantità di insulina necessaria
per mantenere costante la glicemia è molto superiore alla norma.
Nel paziente che diviene diabetico è presente inoltre un progressivo decadimento della
secrezione insulinica, che nel tempo può rendere necessario un trattamento sempre
più complesso fino a utilizzare la somministrazione di insulina esogena.
L’insulino-resistenza non è un tratto fisiopatologico esclusivo del diabete
mellito di tipo 2: si riscontra anche nell’ipertensione arteriosa, nell’obesità
e nella dislpidemia. Condizioni che peraltro sono spesso presenti contemporaneamente nella stessa persona e contribuiscono a danneggiare i vasi
sanguigni e quindi a facilitare la comparsa di malattie come l’infarto e l’ictus.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Perché è importante conoscere il diabete?
Ogni anno nel mondo oltre
7 milioni di persone sviluppano
il diabete mellito.
Ogni anno 3.8 milioni di persone
muoiono per questa malattia.*
ogni 10 minuti
Il diabete è la quarta causa
di mortalità nel mondo.
2 persone sviluppano il diabete.
1 persona muore per diabete.
il 50% della popolazione con
diabete non sa di averlo.
Il diabete è la prima causa di malattia cardiovascolare,
di cecità e di insufficienza renale al mondo.
* A questo numero occorre sommare le persone che muoiono per malattie cardiovascolari aggravate dai grassi nel sangue e dall’ipertensione arteriosa presenti nei pazienti diabetici.
Il motivo principale per cui bisogna conoscere il diabete è perché si tratta di
una patologia nella maggior parte dei casi prevenibile o procrastinabile
nella sua evoluzione: anche ritardare di 5-10 anni la comparsa del diabete
può modificare l’aspettativa e la qualità di vita di una persona.
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Quali sono le persone maggiormente a rischio ?
Verifica se presenti qualcuna di queste condizioni, in caso positivo è utile approfondire
la situazione.
• Familiarità per Diabete tipo 2
• Sovrappeso e Obesità (BMI maggiore a 25)
• Ipertensione arteriosa
• Cardiopatia ischemica
• Familiarità per cardiopatia ischemica
• Storia di diabete gestazionale
• Sindrome dell’ovaio policistico
Come sapere se si è a rischio?
Misurare lo zucchero del sangue (glicemia) a digiuno
per scoprire se sono necessari esami più approfonditi
Eseguire un prelievo per i livelli di colesterolo
Misurare la circonferenza vita e il peso corporeo
Misurare la pressione arteriosa
Misurazione della glicemia
Eseguire un prelievo dopo almeno 12 ore di digiuno per valutare i livelli di glicemia.
Minore di 100 mg/dl
Tra 100 e 126 mg/dl
Superiore a 126 mg/dl
Normale
Alterata glicemia a digiuno
Possibile diabete
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Valutazione del colesterolo
Il colesterolo è una sostanza simile ai grassi, vitale per il normale funzionamento del
nostro organismo. Tuttavia se i livelli di colesterolo sono troppo elevati possono depositarsi sulle pareti delle arterie, dove può accumularsi sino a formare delle “placche”
che possono ostruire i vasi sanguigni. Il corpo produce da solo la maggiore parte del
colesterolo circolante, ma una parte è introdotta da noi con la dieta, ed è la parte sulla
quale possiamo agire.
Il colesterolo, a seconda del tipo di attività nell’organismo, viene comunemente suddiviso in colesterolo buono (HDL) e cattivo (LDL).
HDL
LDL
Se troviamo valori di :
• Colesterolo totale maggiore di 200 mg/dl.
• Colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dl per gli uomini e 50 mg/dl per le donne.
• Colesterolo LDL maggiore di 160 mg/dl senza altri fattori di rischio o LDL
maggiori di 100 mg/dl in caso di altri fattori di rischio associati.
È necessario rivolgersi al medico per una rivalutazione più approfondita.
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Valutazione del Peso
Per valutare il livello di peso di un individuo si calcola l’Indice di Massa Corporea (BMI),
che si ottiene dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza espressa in
metri (kg/m2).
Facciamo un esempio:
Se una donna pesa 85 kg ed è alta 163 cm dovrà dividere il peso 85 per 1,63 al
quadrato, cioè: 85/(1,63x1,63) = 85/2,6569 = 32 kg/m2
Si definisce una persona:
SOTTOPESO
Se ha un BMI inferiore a 18.5.
Normopeso
Se ha un BMI superiore a 18.5
ma inferiore a 25. Fascia desiderata.
Sovrappeso
Se ha un BMI superiore a 25 e inferiore a 30.
Attenzione: è necessario rivedere la propria dieta
ed incrementare l’attività fisica.
Obeso
Se ha un BMI superiore a 30.
E’ utile rivolgersi ad un medico per affrontare insieme un programma
terapeutico adatto a ristabilire il normale peso corporeo.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Valutazione della Circonferenza Vita
Il rischio per la salute non è legato solo al BMI, ma anche alla distribuzione regionale del tessuto adiposo. Infatti le persone con un grasso localizzato in modo prevalente in sede addominale hanno un aumentato rischio di diabete tipo 2, dislipidemia, ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari, rispetto a quelle con un
grasso distribuito soprattutto in sede periferica (glutei e gambe) e sottocutanea.
Indice di eccessiva quantità di grasso addominale
Per valutare la distribuzione del tessuto adiposo, come rappresentato nell’immagine, si
misura la circonferenza vita a livello dell’ombelico. I livelli di normalità variano nel mondo.
Paese / zona d’origine
Circonferenza vita
Uomini
Donne
Europa
> 102 cm
Mediterraneo, Medio Oriente, Africa
Centro e Sud America
Asia
Cina
> 88 cm
> 94 cm
> 80 cm
> 90 cm
> 80 cm
> 90 cm
> 85 cm
> 80 cm
> 80 cm
Alcuni benefici di una riduzione di peso del 10% nei soggetti affetti da obesità
• Miglioramento del controllo glicemico nei soggetti affetti da diabete di tipo 2.
• Riduzione significativa della pressione arteriosa e prevenzione della sua comparsa
nei soggetti a rischio.
• Riduzione dell’ipertrofia ventricolare sinistra.
• Aumento della colesterolemia HDL e miglioramento del rapporto tra LDL e HDL.
• Riduzione dell’ipertrigliceridemia.
• Riduzione della frequenza delle apnee ostruttive notturne.
• Miglioramento significativo della respirazione.
• Diminuzione sensibile dei rischi operatori
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Misurazione della pressione arteriosa
Misurare regolarmente la pressione arteriosa in particolare dopo i 40 anni è sicuramente una buona abitudine. Si può andare in farmacia o dal proprio Medico di Medicina
Generale o in caso di necessità acquistare un apparecchio per misurare la pressione arteriosa a domicilio.
90 mmHg
(diastolica)
140 mmHg
(sistolica)
Se si riscontrano valori di pressione arteriosa maggiori di 140 per la massima (sistolica)
e maggiore di 90 mmHg per la minima (diastolica) è necessario rivolgersi al proprio
medico per valutare insieme la situazione.
Buone regole per una corretta misurazione della pressione arteriosa
Stare sdraiati o seduti da almeno 5-10 minuti con il braccio libero da indumenti, appoggiato su una superficie piana. Se si è seduti, il braccio deve
essere all’altezza del cuore ed il palmo rivolto verso l’alto.
La prima volta la pressione va misurata in ambedue le braccia ed annotata.
In caso di differenza significativa tra i due arti, le successive misurazioni
andranno effettuate sul braccio con pressione più elevata.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
COSA FARE PER
PREVENIRE IL DIABETE?
CONTROLLO DEL PESO CORPOREO
Un buono stato di salute significa adattare la quantità di cibo che si mangia in modo da
raggiungere e mantenere il peso ideale nel corso della propria vita.
È necessario quindi un bilanciamento tra porzioni e qualità del cibo ed attività
fisica praticata quotidianamente.
Se si è in sovrappeso è necessario
ridurre del 5-10% il peso iniziale
riduzione
Dieta equilibrata
Apporto energetico
Grassi nel pasto
Carboidrati ad alto indice glicemico
Ricca di fibre
A basso carico di grassi e
zuccheri semplici
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trucchi per tenere sotto controllo il peso
Talvolta la buona riuscita di un programma avviene attraverso piccoli trucchi:
Proviamo a seguirne alcuni:
Pianificare i pasti per tempo
Una pianificazione definita degli orari dei pasti permette di non mangiare la prima cosa
che troviamo che spesso è ricca di grassi (es: formaggi, salumi, etc.)
Mangiare lentamente
Le persone che mangiano velocemente tendono a mangiare di più. Mangiare lentamente permette di capire più facilmente quando si è sazi.
Ascoltare il proprio corpo
Hai veramente fame o sei semplicemente annoiato?
Controllare le porzioni
Prepara la tua porzione e conserva ciò che non viene consumato (se il piatto rimane in
tavola sarà difficile non consumarlo)
Mangiare con regolarità
Assumere porzioni misurate ma associare degli spuntini pianificati e sani (un frutto o
un yogurt magro) durante la giornata per non arrivare mai troppo affamati al pasto.
Bilanciare la quantità di cibo con il livello di attività fisica
Se durante una giornata non si è svolta nessuna attività fisica è utile mangiare meno.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
DIETA EQUILIBRATA
carboidrati (50-55%)
grassi (meno del 30%)
proteine (15-20%)
La migliore dieta possibile è una alimentazione equilibrata, bilanciata e varia. Bisogna sempre introdurre gli alimenti nelle giuste percentuali.
L’energia necessaria al nostro organismo, fornita dagli alimenti come energia chimica,
viene trasformata tramite la digestione in calore e lavoro meccanico.
L’unità di misura di tale energia sono le famose “calorie” che vengono fornite in maniera
diversa dai vari nutrienti:
• 1 grammo di CARBOIDRATI fornisce 4 calorie
• 1 grammo di PROTEINE fornisce 4 calorie
• 1 grammo di GRASSI fornisce 9 calorie
• 1 grammo di ALCOL fornisce 7 calorie
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Mensile
Settimanale
Quotidiano
Il concetto fondamentale di una dieta sana è la varietà dell’alimentazione nel rispetto
dei consumi energetici. Classicamente ci rifacciamo ad una piramide alimentare per
indicare in che proporzione consumare i diversi alimenti.
Per una sana alimentazione si consiglia di consumare gli alimenti presenti alla base
della piramide in quantità maggiore e quelli al vertice della stessa in quantità minore.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Carboidrati
(Tra il 50-60%)
Zuccheri semplici
Zuccheri complessi
I carboidrati, che si dividono in semplici e complessi, devono fornire più della metà delle
calorie totali giornaliere.
Gli zuccheri semplici devono rappresentare fino ad un massimo del 10% circa delle
calorie totali giornaliere. Li troviamo nello zucchero da tavola, nei dolciumi, nel miele, nella frutta, nel latte, nella marmellata, nelle bevande zuccherate. Spesso i cibi
ricchi di zuccheri semplici sono anche ricchi di grassi e poveri di vitamine e minerali
(come i dolci) offrendo quindi un valore nutrizionale molto scarso.
Gli zuccheri complessi rappresentano la restante quota calorica e sono contenuti nel
pane, nella pasta, nei grissini, nei crackers, nelle fette biscottate, nel riso, nei legumi e nelle patate.
Attenzione inoltre ai prodotti “senza zucchero” o “dietetici” spesso il loro
valore energetico è similare a quello dei prodotti normali.
Le bevande conteneti zucchero sono molto ricche di carboidrati, pertanto sono da preferire quelle senza zucchero che ne sono prive.
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GRASSI
(Meno del 30%)
Grassi saturi
Grassi insaturi
m
o
at
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oi
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30
m
g
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/g
i
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sa
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po
I grassi forniscono all’organismo energia di riserva che si accumula nel tessuto adiposo.
Si stima che non dovrebbero rappresentare più del 30% della nostra dieta.
In particolar modo 2/3 dovrebbero provenire da Grassi Insaturi cioè grassi di origine
vegetale come l’olio di oliva e di semi e i grassi contenuti nei pesci.
Al contrario, i Grassi Saturi, grassi di origine animale, come burro, lardo, strutto non
dovrebbero rappresentare più del 7% del nostro fabbisogno energetico quotidiano.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
proteine
(Tra il 15-20%)
Animali
Vegetali
Le proteine sono sostanze di fondamentale importanza per il nostro organismo. In
assenza di complicanze renali, dovremmo assumere circa 1 g di proteine per ogni chilo
di peso corporeo ideale e comunque non più del 15-20% delle nostre calorie totali
giornaliere.
Le proteine possono avere origine animale, come quelle contenute nelle uova, nel
latte e nei suoi derivati, nel pesce e nella carne, oppure origine vegetale come
quelle contenute nella soia, nel riso, nei legumi e nei cereali. Dovremmo assumere
circa 1/3 di proteine animali e 2/3 di proteine vegetali.
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FIBRE
(Più di 15 g ogni 1000 Kcal)
insolubili
solubili
Le fibre sono i componenti delle piante che danno loro la forma. Non vengono assorbite in circolo. Le fibre solubili si dissolvono in acqua e hanno una consistenza gommosa che aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e a controllare la glicemia
(proteggendo da diabete e malattie cardiovascolari. ). Le fibre insolubili invece non
si dissolvono in acqua, ma sono molto utili per regolarizzare l’intestino e prevenire la
stitichezza.
Se non si è abituati a introdurre fibre con la dieta, è utile farlo gradualmente per evitare
formazione di gas e senso di gonfiore. Per una corretta alimentazione è utile incrementare l’apporto di fibre nella dieta. L’obiettivo è assumerne circa 15 g ogni 1000 kcal.
Vediamo alcuni cibi ricchi di fibre
Alimenti
Fibre solubili
Legumi
Fagioli, piselli, lenticchie
Crusca
Frutta
Verdure
Alimenti integrali
Fibre insolubili
Riso, avena, orzo, mais,
frumento
Frumento
Carote, patate, zucca, mais
Broccoli, peperoni, spinaci,
carote, pomodori, carciofi
Mele, arance, pere, pesca, uva
Pane, cereali, pasta
More, lamponi, prugne
Pane, crackers, cereali
Un utile stratagemma consiste nel sostituire pane e pasta di farina
bianca con pane e pasta di farina integrale.
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Alcolici
Il vino (in particolare rosso) assunto in moderata quantità (1 bicchiere/die) ha dimostrato avere degli effetti protettivi per l’organismo. E’ meglio evitare i superalcolici in
quanto hanno un elevato potere calorico e nessun effetto
positivo a livello nutrizionale.
Sodio
Attenti al sodio, in quanto i cibi troppo salati possono far
aumentare i livelli di pressione arteriosa e quindi il rischio
cardiovascolare. Gli alimenti preconfezionati spesso contengono maggiori quantità di sale rispetto a quelli cucinati
in casa. Si può controllare il consumo di sodio evitando o
riducendo gli alimenti affumicati, in salamoia, insaccati
o l’uso del dado per cucinare.
Metodi di cottura
È utile prediligere metodi di cottura che permettano l’utilizzo di modeste quantità di condimenti: griglia, forno,
brace, lessatura o cottura al vapore.
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Attività Fisica
Sia i giovani che gli anziani possono trarre beneficio dall’attività fisica, vediamo insieme
alcuni benefici:
l’esercizio fisico aiuta a perdere peso in due modi:
1. bruciando le calorie in eccesso (più è prolungato, più ne brucia)
2. aumentando la massa muscolare nel nostro organismo per
rendere il nostro corpo capace di consumare più calorie
l’esercizio fisico allena il cuore che essendo un muscolo ha bisogno
di rimanere attivo
l’esercizio fisico aumenta i livelli di colesterolo buono HDL,
aiutando in tal modo a diminuire i livelli di colesterolo cattivo o LDL
l’esercizio fisico aiuta a ridurre la pressione arteriosa
l’esercizio fisico aiuta a prevenire il Diabete in quanto
riduce l’Insulino-Resistenza
Vediamo qui di seguito che è stato dimostrato che eseguire quotidianamente attività fisica di tipo moderato può ridurre dell’80% la comparsa di diabete mellito di tipo 2.
Comparsa di diabete tipo 2 ed esercizio fisico
Eventi per 100 persone/anno
5
4
3
Ridu
zion
2
e de
ll’80
1
0
Inattivo
Occasionale
Leggero
Moderato
Wannamethree SG et al. Arch Intern Med 160: 2108-21 16, 2000
Costante
e vigoroso
%
IL DIABETE TIPO 2: Prevenire è meglio che curare
Che tipo di esercizio fisico è utile svolgere:
• aerobico (camminare, cyclette, nuoto, vogatore etc)
• progressivo
• costante (3 volte settimana)
• di sufficiente durata (20-40 min)
• con monitoraggio glicemico (se diabetico)
• con controllo del battito cardiaco
• è utile eseguire un elettrocardiogramma prima di intraprendere un programma
di attività fisica. Si stima che per mantenere sano il nostro organismo dovremmo
camminare per 10.000 passi al giorno.
c
pa
onta
ssi
Utilizzare un contapassi può essere un facile metodo
per verificare quanto movimento facciamo realmente.
Attività
Costo calorico (cal/h)
Passeggiare a 3.2 km/h
175
Passeggiare a 4.8 km/h
Giardinaggio
Ciclismo (lento)
Ciclismo (moderato)
Nuoto (lento)
Nuoto (veloce)
Corsa (9.0 km/h)
Corsa (12.0 km/h)
245
310
280
400
315
490
710
930
23
Fai dell’esercizio fisico una parte della tua routine quotidiana.
• Cerca di camminare il più possibile, sfrutta ogni occasione per muoverti.
• Se ciò che devi fare è a breve distanza non prendere la macchina o i mezzi pubblici.
• Se devi usare l’automobile parcheggia lontano e fai un tratto a piedi, allo stesso modo se prendi i mezzi pubblici puoi scendere alla fermata prima e proseguire
a piedi.
• Usa le scale anziché l’ascensore o le scale mobili.
• Fare i lavori domestici, tagliare l’erba del prato, fare giardinaggio
sono delle attività fisiche.
• Scegli un’attività che ti piaccia, anche il ballo è un’attività fisica.
• Prediligi lo sport in compagnia, sarà più facile trovare lo stimolo giusto.
Ricapitoliamo ciò che abbiamo visto sinora
è utile eseguire un carico orale di glucosio se:
• la glicemia a digiuno è superiore a 100 mg/dl;
• i livelli di HDL colesterolo sono inferiori a 40 mg/dl;
• i livelli di trigliceridi sono superiori a 150 mg/dl;
• il BMI è superiore a 25 kg/m2;
• la circonferenza della vita è superiore a 88 cm nella donna e 102 cm nell’uomo;
• la pressione arteriosa è superiore a 140 / 90 mm Hg.
In alcune condizioni è necessario modificare il proprio stile di vita.
Adottare uno stile di vita sano, fare esercizio fisico regolare e seguire
un’alimentazione corretta mantenedo il proprio peso ideale.
Prof. Emanuele Bosi - Dott.ssa Lucilla Monti - Dott. Pier Marco Piatti - Dott.ssa Emanuela Setola
Ambulatorio Diabetologia
Ambulatorio Cardio-Diabete, Unità Cardio-Metabolica e Trials Clinici
Unità Cardio-Diabete e Core Lab
Ospedale San Raffaele - Via Olgettina 60, 20132 Milano - Tel. 02-26431
www.hsr.it
Con il contributo non condizionato di
insieme ai ragazzi diabetici
associazione onlus
www.sostegno70.org