La Bella di Notte, il fiore del Perù dal quale si faceva

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La Bella di Notte, il fiore del Perù dal quale si faceva il pane
Autore : Giulia Bartalozzi
La bella di notte, profumatissima, si è diffusa in Europa nel XVI
secolo con i suoi colori bianco, giallo, rosso,fucsia. In Cina vi si
ottiene il colore cremisi
La Bella di Notte o Mirabilis jalapa fu importata in Europa dalle montagne del Perù e
coltivata a partire dal XVI secolo. Forse per la capacità con cui si diffonde e si moltiplica, è una
pianta che non è mai stata presa in gran considerazione dai giardinieri e considerata volgare.
Nel linguaggio dei fiori è il simbolo della timidezza per il fatto che i suoi fiori restano chiusi di
giorno, nascosti ai raggi del sole, per poi aprirsi di notte e ravvivare le serate estive. In lingua
cinese le belle di notte sono chiamate “fiori della bollitura del riso” (zhufàn hu?) o “fiori
della doccia” (x?zao hu?), poiché la apertura dei boccioli avviene proprio in concomitanza con
queste attività serali.
FIORE ESTIVO E RESISTENTE
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La Bella di Notte è una pianta molto resistente e adatta ad essere coltivata d'estate poiché
resiste bene alle alte temperature e può essere piantata in giardini e balconi senza
problema.
Essa deve la sua notorietà anche al fatto che è servita al botanico tedesco Carl Correns
(1864-1933) per i suoi esperimenti sull’ereditarietà e, più tardi, sempre come cavia per il
controllo di altre leggi genetiche. La sua particolarità è quella di portare fiori di diversi colori
(i più comuni sono bianco, giallo, rosso, cremisi, rosa, fucsia, violetto) sulla stessa pianta; inoltre
i suoi fiori non hanno corolla ma sono costituiti dal calice, coloratissimo e profumato.
Un’altra qualità della Mirabilis, che interessa più l’entomologo che il botanico, è quella di
esercitare una forza di attrazione irresistibile sulle farfalle notturne, per il profumo
intensissimo che emana durante la notte. Chi abbia interesse a catturare degli esemplari di
falene, non ha che da disporre le sue trappole nei pressi della pianta, come faceva Henri Fabre
(1823-1915).
LA FARINA DI BELLA DI NOTTE
La radice delle belle di notte è un rizoma tuberoso e carnoso di colore rossastro che
espande le sue radici in un’ampia area circostante ed ha un notevole potere purgativo ma gli
unici prodotti che si ricavano oggi dalla Mirabilis non rientrano nel campo della medicina: in
Giappone dai suoi semi polverizzati si estrae un cosmetico e in Cina, dai fiori immersi
nell’acqua, si ottiene una tinta cremisi usata per colorare gelatine di alghe marine, che
altrimenti avrebbero tinte poco appetitose. Nel ‘700 invece sembra essere stato ben diverso
l’utilizzo della Bella di Notte (o Sciarappa, come veniva chiamata allora): nella Memoria di
Saverio Manetti “Delle specie di frumento e di pane siccome della panizzazione” (1765),
egli scrive che la farina dei semi di questa pianta, “neri nella scorza ma bianchissimi e
farinacei internamente”, fosse “ottima a far pane”.
Bisogna però fare attenzione se si hanno in casa dei bambini o degli animali domestici perché
suoi fiori sono tossici.
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