La Tesi di laurea del duca Loius de Broglie (1924) De Broglie propose una analogia fra onde e particelle. Per un’onda elettromagnetica vale il principio di sovrapposizione e si osserva l’esistenza di quanti tali che u = hν , e n e rg ia per u n 'o n d a d a 1 q u a n to ( f o t o n e ) m o m e n to d e l f o to n e = p = ℏ k , k = v e tto r e d 'o n d a Analogia: se alle onde elettromagnetiche sono associati i fotoni, che si comportano come corpuscoli, vuol dire che alcuni corpuscoli sono manifestazioni di onde. Questo modifica il concetto di corpuscolo; cosi’ ad ogni particella materiale (ad esempio un elettrone) deve essere associata una onda. Ad un fascio di particelle materiali di momento p, come per un quanto di radiazione, deve essere associata una onda con p = ℏk , k=vettore d'onda. u va modificata perche' per particelle di massa m, ABC c p2 la legge di dispersione e' E= . 2m L'analogia non e' completa: p = Nel caso della luce, vale la descrizione in termini di un quadripotenziale (A, φ) che obbedisce alla equazione delle onde con velocita’ c. Come descrivere le onde associate a particelle con massa, come gli elettroni,neutroni, etc.? Ci vuole una diversa ampiezza, la funzione d’onda ψ(r). 2 L’intensita’ della luce va con il quadrato del campo; per il campo vale il principio di sovrapposizione . Analogamente, l’intensita’ di un fascio di particelle va con il quadrato della funzione d’onda, e ci si devono aspettare fenomeni di interferenza e diffrazione. Deve valere il principio di sovrapposizione. Differenza: la funzione d’onda, a differenza del campo, e’ inosservabile; deve avere un modulo e una fase ed essere complessa. ψ ≈e ik .r h 2 p = ℏk , ℏ = , ψ = intensita' fascio 2π 3 . Esperimento di Clinton Davisson and Lester Germer (1927): per verificare le idee di De Broglie: gli elettroni diffrangono dalle superfici come la luce fa’ da un reticolo. Distanza fra gli atomi di un solido elementare = parametro reticolare Qualche Angstrom. Che energia deve avere un elettrone per avere λ=1 Angstrom? 6.6*10−34 Js −24 Js p= = = 6.6*10 −10 λ 10 m m 2 −48 Js 2 6.6 *10 ( ) 2 2 p2 h J s −17 m = 4.8*10−17 4.8*10 = = = J −31 2 2m λ 9.1*10 Kg m Kg h 1eV = 1.6*10−19 J p 2 4.8*10−17 = eV ≈ 300 eV −19 2m 1.6*10 4 . Moderne tecniche: LEED (low energy electron diffraction) RHEED (reflection high-energy electron diffraction) Studiano la struttura delle superfici (la superficie funge da reticolo, se la distanza fra atomi vicini e’ dell’ordine di λ ) immagine LEED di una superficie di Si Immagini LEED di una superficie di W(100) con elettroni da 45 eV (sinistra) and 145 eV (destra). 5 Esperimenti fatti con fotoni, elettroni, neutroni,atomi,.. Oggi si possono fare con precisione esperimenti di interferenza e diffrazione che nel 1925 potevano solo essere pensati. Un cannone elettronico con particolari accorgimenti spara elettroni monocromatici. Schermo con fenditura lastra cannone 2 sin ( kaθ ) Si osserva la diffrazione con dI ∼ dθ kaθ 6 Interferenza con elettroni (anche neutroni, atomi, molecole, etc) cannone elettronico Lastra fotografica interferenza Frange di interferenza Di dove passano gli elettroni? Scelgono a caso? No Frange evidenti se le dimensioni delle fenditure sono paragonabili alla lunghezza d’onda di De Broglie p = ℏk , h 2π h p= = 2π λ λ h ≈ 6, 6 10−34 Js 7 Di dove passano gli elettroni? Tappiamo una fenditura e l’interferenza sparisce Lastra fotografica cannone elettronico lastra L’elettrone che passa da una fenditura ‘sa’ se l’altra e’ aperta o chiusa, anche se passa un elettrone alla volta! fotografica Nel caso quantistico, l’osservazione modifica il sistema osservato Di dove passano gli elettroni? da ambedue le parti insieme! Non si puo’ sapere di dove e’ passato un elettrone quando c’e’ interferenza. 8 Di dove passano gli elettroni? da ambedue le parti insieme! Lastra fotografica cannone elettronico interferenza Frange di interferenza 1 elettrone alla volta! Frange evidenti se le dimensioni delle fenditure sono paragonabili alla lunghezza d’onda di De Broglie un elettrone interferisce con se’ medesimo! 9 Solenoide Campo magnetico Si puo’ fare in modo che il campo magnetico sia intenso nel solenoide e molto piccolo fuori. Questo si puo’ schematizzare come un tubo di flusso interferenza Lastra fotografica modificata dal potenziale vettore Tubo di flusso: solenoide con B solo dentro cannone elettronico B=0 B=0 Frange di interferenza B=0 B=0 1 elettrone alla volta! B=0 B=0 Niente forza di Lorentz Effetto Bohm-Aharonov, predetto teoricamente nel 1959: le frange modificate da un potenziale vettore! 11 Esperimento con lo specchio semitrasparente (come si fa’ con la luce) 50% A Sorgente di particelle 50% B L’intensita’ si divide in parti uguali 12 Esperimento con lo specchio semitrasparente 1 particella alla volta 50% A Sorgente di 1 50% B particella alla volta La particella viene rivelata in A o in B con la stessa frequenza statistica. Sceglie a caso dove andare? 13 Se la particella scegliesse a caso da che parte andare A 50% 50% B Sorgente di 1 particella alla volta Ma l’esperimento non va cosi’! 14 A he c nte e e g Sor ornisc f ne o r eut n 1 olta v alla 100% 0% B Regolando le lunghezze dei percorsi, si puo’ fare in modo che la particella vada con certezza da una parte o dall’altra. La conclusione inevitabile e’ che la particella percorre ambedue le strade e interferisce con se stessa!! Esperimento realizzato ( Iannuzzi et al., prl 2006) 15 Distruggiamo la interferenza A 50% 50% B Sorgente di 1 particella alla volta Se si blocca uno dei rami si divide in parti uguali 16 Dualismo onda-corpuscolo E = hν = ℏω ψ ≈e ik .r h 2 , ψ = intensita' fascio p = ℏk , ℏ = 2π 17 Fullereni Sir Harold W. Kroto, University od Sussex,Nobel Prize for Chemistry in 1996 Scoperti il 4 Settembre 1985 soccerene Fullerenes consist of 20 hexagonal and 12 pentagonal rings as the basis of an icosohedral symmetry closed cage structure. 18 20 esagoni + 12 pentagoni → Facce = 32 20 esagoni + 12 pentagoni → 20*6 + 12*5 = 180 = 2*Spigoli ⇒ Spigoli = 90 Euler : Facce-Spigoli+Vertici = 2 → Vertici = 60 per produrre i fullereni: arco elettrico, a circa 5300°K, con una corrente elevata e bassa tensione, utilizzando elettrodi in grafite in atmosfera inerte (argon) a bassa pressione. The art of hitting the goal with every shot We have observed de Broglie wave interference of the buckminsterfullerene C60 with a wavelength of about 3 pm through diffraction at a SiNx absorption grating with 100 nm period. This molecule is the by far most complex object revealing wave behaviour so far. The buckyball is the most stable fullerene with a mass of 720 atomic units, composed of 60 tightly bound carbon atoms. http://www.univie.ac.at/qfp/research/matterwave/c60/index.html 20 Confini della teoria classica fenomeni in cui e’ importante c Relativita’ fenomeni in cui e’ importante h Teoria dei quanti atomi, molecole, nuclei solidi: coesione, magnetismo,fenomeni quantistici macroscopici superfluidita’ superconduttivita’........ stelle: nane bianche, stelle di neutroni La teoria fondamentale in accordo con tutti i fenomeni noti e’ quantistica e relativistica (teoria di Dirac per l’elettrone) che raggiunge precisioni di >10 decimali esatti ma noi studieremo la Meccanica Quantistica non-relativistica 21 Meccanica Quantistica Questa teoria ha molti aspetti contrari all’intuizione classica, ma forse il piu´strano di tutti e`che la descrizione della natura debba essere fatta necessariamente in termini di numeri complessi, quelli che Euler chiamava numeri impossibili. La teoria quantistica non fa un compromesso fra i punti di vista corpuscolare ed ondulatorio. Non fa’ giochi di parole come quelli dei filosofi. Fa’ delle predizioni di estrema precisione che sono in accordo con una miriade di fatti. 22 Erwin Rudolf Josef Alexander Schrödinger (Vienna, 1887 – Vienna, 1961). E’ famoso per il suo contributo alla meccanica quantistica, in particolar modo per l'Equazione di Schrödinger, per la quale vinse il Premio Nobel nel 1933. Propose l'esperimento mentale del Gatto di Schrödinger. Nel 1921, divento’ "Ordentlicher Professor" (ovvero professore a pieno titolo), a Breslavia (l'attuale Wroclaw, in Polonia) Nel 1922, passo’ all'Universita di Zurigo. Nel 1926, Schrödinger pubblico’ negli Annalen der Physik l’articolo "Quantisierung als Eigenwertproblem" (Quantizzazione come problema agli autovalori) dove espone la sua equazione. Nel 1927, segue Max Planck a Berlino, all'Univerisita Humboldt. Nel 1933, divento’ Fellow del Magdalen College, all'Universita di Oxford, e ricevette il Premio Nobel per la fisica assieme a Paul Adrien Maurice Dirac 23 Come descrivere i fatti? Intensita’ del fascio ρ(x,t) >0 analoga intensita’della luce analoga alle onde e.m. della luce una “onda” ψ dotata di ampiezza e fase ma l’equazione delle onde non va bene per elettroni, che non vanno a c ampiezza ψ complesso va bene: iϕ ( x ,t ) ψ ( x , t ) =| ψ ( x , t ) | e Intensita’ = probabilita’ di trovare la particella 2 ∼ |ψ ( x , t ) | fase 25 Analogia di De Broglie: Onda piana di momento p ed energia E ψ p , E ( x , t ) ∼ e i( p. x − E ( p )t ) ℏ con ψ al posto del potenziale vettore e |ψ|2 al posto della intensita’ della luce; p= impulso, E= energia. Analogia: un’onda e.m. monocromatica con E = hν , p= hν c (fotoni che vanno tutti nella direzione di p) solo che qui l’onda e’ complessa e p2 E= 2m l’onda e’ complessa : modulo e fase! 26 I principi teorici non si possono dedurre! Mettiamoci in 1d e scriviamo l'onda di De Broglie di impulso p ed energia E : ψ p , E ( x, t ) ∼ e i ( px − E ( p ) t ) ℏ . L’informazione su p e su E deve essere inψ p , E ( x, t ) . Come si possono estrarre p ed E daψ p , E ( x, t ) ? Logaritmo? NO!! Deve valere il principio di sovrapposizione: ψ ( x , t ) = A1e i ( p1 . x − E ( p1 ) t ) ℏ + A2 e i ( p2 . x − E ( p2 ) t ) ℏ A1 = ampiezza di probabilita' che l'impulso sia p1 A2 = ampiezza di probabilita' che l'impulso sia p2 Una misura di p potra’ dare uno dei due valori con probabilita’ proporzionali a | A1 |2 , | A2 |2 Occorre una operazione lineare. 27 Equazioni agli autovalori ψ p , E ( x, t ) ∼ e i ( px − E ( p ) t ) ℏ . L’info su p e su E deve essere inψ p , E ( x, t ) . Come si puo’ estrarli daψ p , E ( x, t ) con una operazione lineare ? p da’ la frequenza spaziale, cioe’ il vettore d’onda. E=hν da’ la frequenza temporale,. ∂ ψ ∂x ∂ ψ ∂t p ,E p ,E ip (x,t ) ∼ e ℏ i( px − E ( p )t ) ℏ iE e (x,t ) ∼ − ℏ i( px − E ( p )t ) ℏ ∂ ψ p , E ( x, t ) = pψ p , E ( x, t ) ∂x eigenwert problem = problema agli autovalori −iℏ ∂ − i ℏ operatore impulso ∂x ψ p , E ( x, t ) autofunzione p autovalore ∂ ψ p , E ( x, t ) = Eψ p , E ( x, t ) ∂t eigenwert problem = problema agli autovalori iℏ ∂ iℏ ∂t operatore energia ψ p , E ( x, t ) autofunzione E autovalore 29 In 3d, ψ p , E ( x , t ) ∼ e i( p. x − E ( p )t ) ℏ i( p. x − E ( p ) t ) ip ℏ ∇ψ p , E ( x , t ) ∼ e ℏ −iℏ∇ψ p , E ( x, t ) ∼ pψ p , E ( x, t ) −iℏ∇ p = autovalore di −iℏ∇ = operatore impulso Impulso uguale a p nello stato di onda piana ψ p , E ( x , t ) ∼ e i( p. x − E ( p )t ) ℏ 30 ⌢ p = −iℏ∇ operatore impulso Onda con impulso p ψ p , E ( x , t ) ∼ e i ( p. x − E ( p )t ) ℏ ˆ pψ p , E ( x , t ) = pψ p , E ( x , t ) ⇒ ˆ 2 2 p ψ ( x, t ) = p ψ ( x, t ) p,E Energia cinetica p,E ˆ 2 2 p p ψ p,E ( x, t ) = ψ p,E ( x, t ) 2m 2m Energia cinetica p2/2m nello stato di onda piana ψ p , E ( x , t ) ∼ e ⌢ 2 ⌢ p = T operatore energia cinetica 2m i( p. x − E ( p )t ) ℏ E = autovalore31 Impulso uguale a p nello stato di onda piana ψ p , E ( x , t ) ∼ e i( p. x − E ( p )t ) ℏ ∂ iℏ ψ p , E ( x , t ) = Eψ p , E ( x , t ) ∂t ∂ operatore energia ˆ iℏ = E ∂t Energia uguale a E nello stato di onda piana ψ p , E ( x , t ) ∼ e i( p. x − E ( p )t ) ℏ variabili dinamiche operatori 32 Principio di sovrapposizione: combinazioni lineari di funzioni d’onda danno altre funzioni d’onda (come nel caso elettromagnetico) ψ ( x , t ) = A1e i ( p1 . x − E ( p1 ) t ) ℏ + A2 e i ( p2 . x − E ( p2 ) t ) ℏ . Interpretazione: ψ ( x , t ) = ampiezza nello stato ψ che la particella sia in x al tempo t. p non e' ben definito in questo stato. A1 = ampiezza nello stato ψ che l'impulso sia p1 A2 = ampiezza nello stato ψ che l'impulso sia p2 C'e' incertezza e si puo' assegnare una probabilita' a p1 o p 2 . ψ ( x , t ) = A1e i ( p1 . x − E ( p1 ) t ) ℏ + A2 e i ( p2 . x − E ( p2 ) t ) ℏ Una misura di p potra’ dare uno dei due valori con probabilita’ proporzionali a | A1 |2 , | A2 |2 ψ p , E ( x , t ) ∼ e i( p. x − E ( p )t ) ℏ = ampiezza di probabilita' che la particella nello stato ψ sia in x al tempo t, con E e p assegnati . ψ 3 d p A( p) e (x,t ) = ∫ 3 ( 2π ) i ( p . x − E ( p )t ) generalizza ψ ( x , t ) = A1e ℏ i ( p1 . x − E ( p1 ) t ) ℏ pacchetto d’onde + A2 e i ( p2 . x − E ( p2 ) t ) ℏ ; Trasformazioni canoniche e ‘pitture’ Non possiamo rinunciare alla liberta’ di scelta che classicamente viene dalle trasformazioni canoniche. Ci sono infinite rappresentazioni o ‘pitture’ della realta’. Rappresentazione delle coordinate ψ 3 d p A( p) e (x,t ) = ∫ 3 ( 2π ) i ( p . x − E ( p )t ) ℏ pacchetto d’onde ψ ( x , t ) = ampiezza nello stato ψ che la particella sia in x al tempo t A( p ) contiene tutta l'informazione, ed e' una ampiezza. ampiezza che l’elettrone abbia impulso p al tempo t Rappresentazione degli impulsi A( p) trasfo rm ata di ψ ( x , 0 ) e' la fu n zio n e d ' o n d a n ella rap p resen tazio n e p. . N el fo rm alism o h am ilto n ian o classico , co o rd in ate e m o m en ti si p o sso n o an ch e s cam b iare: C o n F = ∑ λi qiQ i i ⇒ pi = ∂F = λiQi ∂qi Pi = − ∂F = − λi qi ∂Qi Hɶ ( P , Q , t ) = H ( q , p , t ). N o n rin u n cerem o a q u esta lib erta'. V ed rem o ch e ψ ( x , 0 ) ↔ A ( p ) e' u n a trasfo rm azio n e can o n ica. Principio di sovrapposizione e valor medio: 3 d p ψ ( x, t ) = ∫ g ( p) e 3 ( 2π ) 2 |ψ ( x , t ) | i ( p . x − E ( p )t ) ℏ pacchetto d’onde = intensita’ del fascio di particelle= probabilita’ di trovare la particella in x,t Si puo’ formare uno stato localizzato in una regione ψ ( x) x = x medio x 2 x = ∫ dx | ψ ( x ) | x * x = ∫ dxψ ( x ) xψ ( x ) In particolare, ψ p , E ( x , 0 ) = δ ( x) ⇔ particella in x=0 certamente. 37 Rappresentazione delle coordinate ψ ( x, t ) = ∫ 2 |ψ ( x , t ) | 3 d p ( 2π ) ( )e g p 3 i ( p . x − E ( p )t ) ℏ pacchetto d’onde = intensita’ del fascio di particelle= probabilita’ di trovare la particella in x,t Rappresentazione degli impulsi g ( p) g ( p) x ampiezza che l’elettrone abbia impulso p funzione d’onda nella rappresentazione p 38 Werner Heisenberg (1901-1976) 39 Casi limite:rappresentazione delle coordinate 3 d p ψ ( x, t ) = ∫ g ( p) e 3 ( 2π ) i ( p . x − E ( p )t ) ℏ pacchetto d’onde ip0 x g ( p ) = δ ( p − p0 ) ⇒ ψ ( x , t ) ∝ e ⇒| ψ ( x, t ) |2 = costante p definito e x indefinito Situazione sperimentale in cui ∆x = errore su x e' grande, ∆p = errore su p e' piccolo g ( p) = K ⇒ ψ ( x , t ) ∝ δ ( x ) P indefinito e x definito Situazione sperimentale in cui ∆p = errore su p e' grande, ∆x = errore su x e' piccolo 40 In ogni caso vale il Principio di indeterminazione di W. Heisenberg: ℏ ∆x∆p ≥ 2 ∆x = errore su x, ∆p = errore su p Classicamente ogni cosa si puo’ misurare bene. Einstein non lo ha mai accettato come principio fondamentale della Fisica Pero’ e’ una proprieta’ matematicamente ineliminabile della funzione d’onda. 41 ˆ Operatore p nella rappresentazione dei p 3 d p Dato il pacchetto ψ ( x , t ) = ∫ g ( p , t) e 3 ( 2π ) ˆ ˆ consideriamo pψ ( x , t ) , con p = −iℏ∇. d p −iℏ∇ψ ( x , t ) = −iℏ ∫ g ( p, t )∇ e 3 ( 2π ) i ( p . x − E ( p )t ) 3 3 ⇒ d p pg ( p, t ) e =∫ 3 ( 2π ) i ( p . x − E ( p )t ) ℏ i( p. x − E ( p ) t ) ℏ ℏ g ( p, t ) trasformata di ψ ( x , t ) contiene la stessa informazione g ( p, t ) p trasformata di − iℏ∇ψ ( x , t ) . ψ ( x , 0 ) ↔ g ( p) e' una trasformazione canonica. ˆ Nella rappresentazione degli impulsi p = p 42 = operatore che moltiplica per p Impulso medio di un pacchetto d’onde ψ ( x, t ) = ∫ 3 d p ( 2π ) g ( p , t) e 3 i ( p . x − E ( p )t ) ℏ Quale sara’ la media di p ? Ragioniamo per analogia * media di x sul pacchetto : x = ∫ dxψ ( x ) xψ ( x ) d3 p d3 p * 2 p =∫ g p pg p g p ( ) ( ) = | ( )| p 3 3 ∫ ( 2π ) ( 2π ) Ma come si scrive direttamente in termini di ψ ( x ) ? Per un trattamento rigoroso e’ utile un teorema. 43 Teorema di Plancherel ∫ ∞ −∞ dtα (t ) β ( t ) = ∫ * ∞ −∞ dω α (ω ) β * (ω ) 2π La dimostrazione e’ facile se si usa la delta. ∞ ∞ dω dω ∞ * iω x * − iωt ( ) = ( ) ( ) dx x e dt t e α ω β ω α β ( ) ∫−∞ 2π ∫−∞ 2π ∫−∞ ∫−∞ ∞ ∞ ∞ ∞ ∞ d ω −iω ( x −t ) * = ∫ dxα ( x) ∫ dt β (t ) ∫ e = ∫ dxα ( x) ∫ dt β * (t )δ ( x − t ) −∞ −∞ −∞ 2π −∞ −∞ ∞ =∫ ∞ −∞ dt β (t ) ∫ * ∞ −∞ dxα ( x)δ ( x − t ) = ∫ ∞ −∞ dtα (t ) β * ( t ) 44 La definizione di prodotto scalare fra vettori complessi α e β e' β α = ∑ β *iα i i Il Teorema di Plancherel dice che: ∫ ∞ −∞ NB ∫ ∞ −∞ dtα (t ) β ( t ) = ∫ * ∞ −∞ dω α (ω ) β * (ω ) 2π dtα (t ) β * ( t ) somiglia a un prodotto scalare * β ∑ iαi i dove al posto di i c'e' un indice continuo t. Il teorema implica che β α e'un prodotto scalare fra due vettori α e β che non cambia passando dalle componenti t alle componenti ω. Possiamo calcolarlo nella rappresentazione x o p e viene uguale. 45 p dalla rappresentazione p ˆ alla rappresentazione x . d3 p d3 p * 2 p =∫ g ( p ) pg ( p ) = | g ( p )| p 3 3 ∫ ( 2π ) ( 2π ) d3 p * per scrivere ∫ g ( p) pg ( p ) direttamente in termini di ψ ( x ) , 3 ( 2π ) 3 i ( p . x − E ( p )t ) d p ℏ Data la funzione d'onda ψ ( x , t ) = ∫ g ( p , t) e , 3 ( 2π ) ∞ ∞ dω * usiamo Plancharel : ∫ α (ω ) β (ω ) = ∫ dtα (t ) β * ( t ) −∞ 2π −∞ dω d3 p con → , α (ω ) → pg ( p ) β (ω ) → g ( p ) 3 2π (2π ) Primo membro: ∫ ∞ −∞ dω d3 p * α (ω ) β (ω ) = ∫ g ( p) p g ( p) 3 2π ( 2π ) 46 usiamo Plancharel : ∫ ∞ −∞ ∞ dω α (ω ) β * (ω ) = ∫ dtα (t ) β * ( t ) −∞ 2π dω d3 p con → , 3 2π (2π ) Primo membro: ∫ ∞ −∞ ∫ dt → d 3 x ∞ −∞ 3 dω d p α (ω ) β * (ω ) = ∫ g ( p ) p g ( p) 3 2π ( 2π ) * dtα (t ) β * ( t ) = ∫ d 3 xψ ( x , t ) F [ pg ( p )], dove 3 d p ∫ ( 2π )3 p g ( p)e secondo membro:∫ i ( p . x − E ( p )t ) ∞ −∞ ℏ = −iℏ∇ψ ( x , t ) = F [ pg ( p)] * dtα (t ) β ( t ) = −iℏ ∫ d xψ ( x , t ) ∇ψ ( x , t ) * 3 * * 3 ⇒ p = −iℏ ∫ dxψ ( x, t ) ∇ψ ( x, t ) = ∫ d p g ( p ) pg ( p ). Ritroviamo che p = −iℏ∇ nella rappresentazione x. 48 Analogamente possiamo scrivere x̂ nella rappresentazione dei p. * x = ∫ dxψ ( x ) xψ ( x ) A partire da sostituendovi 3 ψ ( x, t ) = ∫ 3 d p' x = ∫ dx ( ∫ g ( p ', t ) e 3 ( 2π ) i ( p '. x − E ( p ')t ) ℏ d p ( 2π ) g ( p , t) e 3 i ( p . x − E ( p )t ) ℏ 3 d p g ( p, t ) e ) x∫ 3 ( 2π ) i ( p . x − E ( p )t ) * ℏ . Scambiando le integrazioni, 3 3 d p' d p − * x =∫ g ( p ', t ) ∫ g ( p, t ) ∫ dxe 3 3 ( 2π ) ( 2π ) 3 3 d p * =∫ g ( p ', t ) ∫ g ( p, t )e 3 3 ( 2π ) ( 2π ) d p' i ( p '. x − E ( p ')t ) i ( E ( p ' ) − E ( p ) )t ℏ ℏ ∫ dxe xe ip '. x − ℏ i ( p . x − E ( p )t ) ℏ (−iℏ∇ p )e = ip . x − ℏ 49 3 3 d p' d p * x == ∫ g ( p ', t ) ∫ g ( p, t )e 3 3 ( 2π ) ( 2π ) i ( E ( p ' ) − E ( p ) )t ℏ ∫ dxe ip '. x − ℏ (−iℏ∇ p )e ip . x − ℏ Ora portiamo (−iℏ∇ p ) fuori e introduciamo la delta di Dirac: 3 3 d p' d p * x =∫ g ( p ', t ) ∫ g ( p , t )e 3 3 ( 2π ) ( 2π ) =∫ 3 3 d p * g ( p ', t ) g ( p , t )e 3 3 ∫ ( 2π ) ( 2π ) d p' i ( E ( p ') − E ( p ) )t ℏ i ( E ( p ' ) − E ( p ) )t ℏ (−iℏ∇ ) ∫ dxe p 3 (−iℏ∇ p ) ( 2π ) δ ( p − p ') . Ricordando la derivata della delta, d3 p * ) g ( p, t ) x =∫ g ( p , t ) ( − )( − i ℏ ∇ p 3 ( 2π ) ˆ ⇒ x = iℏ∇ p i ( p − p '). x ℏ Rappresentazione x: ˆ ˆ x=x ˆ p = −iℏ∇ x Rappresentazione p: ˆ p=p ˆ x = iℏ∇ p 51 Medie Quantistiche Ogni osservabile ha un operatore corrrispondente. Se conosciamo la funzione d’onda possiamo calcolare un valore medio come se si trattasse di un problema statistico. Aˆ = ∫ d xψ ( x ) Aˆ ψ ( x ) 3 Energia cinetica Momento angolare * 2 pˆ ˆ T= 2m ˆ ˆ ˆ L=r∧ p Ma attenzione all’ordine dei fattori ! classicamente e’ vero anche L = − p ∧ r , ma qui NO ! 52 Commutatori d dx infatti: pˆ = −iℏ xˆ e pˆ non commutano, cioe' non si possono scambiare: f ( x ) funzione di prova, derivabile d d ˆ ( x ) = − iℏ ˆ ˆ ( x ) = − i ℏx pf f ( x) xpf f ( x) dx dx d d ( xf ( x)) = − xiℏ f ( x) − iℏf ( x) dx dx ˆ ˆ − xp ˆˆ = [ pˆ , xˆ ]− [ pˆ , xˆ ]− f ( x) = −iℏf ( x) ⇒ px [ pˆ , xˆ ]− = −iℏ ˆ ˆ ( x) = −iℏ invece, pxf d dx , x = 1 − [ pˆ , xˆ ]− = −iℏ dicesi commutatore fondamentale Proprieta’ generali dei commutatori [ A, B ]_ = AB − BA = − [ B, A]_ [ A, A]_ = 0 [ A, B + C ]_ = A( B + C ) − ( B + C ) A = [ A, B ]_ + [ A, C ]_ [ A + B, C ]_ = [ A, C ]_ + [ B, C ]_ espedienti di calcolo [ AB, C ]_ = ABC − CAB per definizione, ma aggiungendo e togliendo ACB [ AB, C ] = ABC − ACB + ACB − CAB = A[ B, C ]_ + [ A, C ]_ B. Analogamente, [ A, BC ]_ = ABC − BCA = ABC − BAC + BAC − BCA = B [ A, C ]_ + [ A, B ]_ C Parentesi di Poisson classiche: lo stesso con […,…]{…,…} [ AB, C ] = A[ B, C ] + [ A, C ]B Esempio:con A = x, B = x, C = p ⇒ [ x 2 , p ] = x[ x, p ] + [ x, p ]x = 2iℏx e iterando il procedimento ⇒ [ x n , p ] = iℏnx n −1 ci si arriva anche direttamente : x n pφ ( x ) − px nφ ( x ) = iℏnx n −1φ ( x ) 54 54 Spazio vettoriale di funzioni Le funzioni d’onda sono vettori di uno spazio vettoriale, come le funzioni L2 nella teoria delle trasformate di Fourier. 3 d p ψ ( x, t ) = ∫ g ( p) e 3 ( 2π ) g ( p ) = ampiezza dell'onda e =∑ i ( p . x − E ( p )t ) pacchetto d’onde ℏ i ( p . x − E ( p )t ) ℏ nel pacchetto ψ ( x , t ) pacchetto ψ ( x , t ) = ⌢ autofunzione di p autofunzione di p == ∑ autofunzione di ⌢ p g ( p), ⌢ p pacchetto ψ ( x , t ) = dove p iq . x − ℏ ⌢ p pacchetto ψ ( x , t ) ampiezza che una misura di impulso sul pacchetto dia q. g (q ) = ∫ d 3 x e ψ ( x , t = 0 ) = autofunzione di 55 Notazione di Dirac dove Bra = η , * 3 η λ = ∫ d xη ( x ) λ ( x ) Bra-Ket Ket = λ prodotto scalare Significato fisico dell’ortogonalita’ η ( x) λ ( x) = ∫ * d xη ( x ) λ ( x ) = 0 ⇔ stati ortogonali: 3 se il sistema e' in λ nessuna misura lo trovera' in η Set ortonormale Normalizzazione: ∫ ∞ −∞ 2 dx ψ ( x , t ) = 1 significa ψ ψ = 1. Un insieme {ψ i } di vettori ortogonali e normalizzati ψ i ψ j = δ ij si chiama set ortonormale. Valori medi o valori di aspettazione: per esempio prendiamo l’operatore x ψ ( x) x =∫ ∞ −∞ dx x | ψ ( x ) |2 = ψ x ψ x2 = ∫ ∞ −∞ xn = ψ xn ψ = ∫ ∞ −∞ dx x n | ψ ( x ) |2 dx x 2 | ψ ( x ) |2 purche' converga. ∞ In tal modo data una funzione f(x)= ∑ f n x n si puo' definire n =0 f ( x) = ∫ ∞ −∞ dx f ( x) |ψ ( x ) |2 57 ψ ( x) Non e’ detto che sia il valore piu’ probabile, e’ solo la media dei valori: se testa=1 e croce=0 in media si ha ½ che pero’ non esce mai! Parlare di valori di aspettazione e’ improprio. La media di una costante C viene f ( x) = ∫ ∞ −∞ dx C | ψ ( x ) | =C ∫ 2 ∞ −∞ dx | ψ ( x ) |2 =C ⇒ x− x =0 Ma non solo la media e’ interessante; e’ importante anche sapere quanto i dati sono sparpagliati. 58 x− x =0 ψ ( x) σ = media di ( x − x 2 σ ) 2 = (x − x ) 2 . si chiama deviazione standard, come in statistica. Ovvero scarto quadratico dalla media 2 σ = (x − x ) 2 2 =∫ ∞ −∞ dx ψ ( x ) = x −2 x x + x 2 2 (x 2 − 2x x + x σ 2 = x2 − x E’ una stima della larghezza della distribuzione statistica 2 ) 2 59