ASSOCIAZIONE FAMIGLIA DI NAZARETH La testimonianza della Parola nel periodo di AVVENTO MEZZORE DI PREGHIERA COMUNITARIA “..SCUOTIAMOCI...DIO VIENE!...” TE AL CENTRO DEL MIO CUORE Ho bisogno d'incontrarti nel mio cuore, di trovare Te di stare insieme a Te, unico riferimento del mio andare unica ragione Tu unico sostegno Tu al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace ma c'è un punto fermo é quella stella là; la stella polare é fissa ed é la sola la stella polare Tu la stella sicura Tu al centro del mio cuore ci sei solo Tu. RIT. Tutto ruota intorno a Te in funzione di Te e poi non importa il come il dove e il se. Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore il significato allora sarai Tu quello che farò sarà soltanto amore unico sostegno Tu la stella polare Tu al centro del mio cuore ci sei solo Tu.RIT. Vangelo di Luca 21,25-28.34-36 “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste case, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso e improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo.” E’ proprio vero: come cristiani siamo realmente fortunati. Ogni anno ci è data la possibilità di ricominciare da capo, oppure di continuare, con sempre maggiore consapevolezza e rinnovato entusiasmo, il nostro cammino di fede. E’ questo il significato profondo della generosità con cui la Chiesa, all’inizio di ogni tempo di ’Avvento, propone a noi suoi figli di lasciarci illuminare dalle pagine di un nuovo Vangelo. Luca nei primi versetti usa toni forti non per spaventarci, ma per cercare di scuotere il nostro desiderio di Dio che forse è anestetizzato perfino dall’abitudine di iniziare,anche quest’anno un nuovo Tempo di Avvento. Cosa fare , allora, in queste settimane di preparazione al Natale?Luca ci invita a diventare testimoni della speranza, ad avere il coraggio di alzarci, a non restare seduti a subire le situazioni esterne, a rifiutare il fatalismo e la rassegnazione.”Levate il capo” potrebbe voler dire “smettila di stare con lo sguardo abbassato sulle tue inadeguatezze o sui limiti degli altri: alza il tuo capo e fai tue le parole di san Paolo: tutto posso in colui che mi dà la forza (Fil 4,13). Rinvigoriamo la nostra fede in un Dio che viene e la fiducia che riponiamo nel Figlio dell’uomo. Viviamo in pienezza il tempo di Avvento che anche quest’anno ci è donato di iniziare insieme a tutta la comunità cristiana. “Vegliate e pregate”. Riscopriamo in questi giorni in preparazione al Natale l’importanza di ritagliare nella nostra giornata dei momenti di preghiera. Luca è chiaro: non può esserci un autentico cammino di fede se non ci si ferma davanti a Dio. Solo così il nostro cuore avrà modo di alleggerirsi da tutto ciò che lo appesantisce e sarà in grado di stupirsi di fronte a un Dio che viene. Uniti dal desiderio di preparaci insieme alla venuta di Gesù, vi faccio una proposta pratica per queste settimane di Avvento: quando ci alziamo la mattina, proviamo a dire dal profondo del nostro cuore: “ Vieni, Signore Gesù” e ripetiamolo lungo la giornata tutte le volte che ci tornerà in mente. L’augurio più bello che possiamo farci per questo Natale è di poter, incontrare Maria e Gesù, oltre che nel silenzio della notte santa, anche nel silenzio del nostro vivere quotidiano. La sorpresa sarà grande quando ci accorgeremo che non eravamo noi ad attendere il Messia in questo Tempo di Avvento. Erano piuttosto Gesù e sua Madre ad aspettare che li accogliessimo proprio in quella situazione della nostra vita dove, forse, ci sembrava che Dio si fosse dimenticato di noi. (Gregorio Vivaldelli- biblista) Canto : AVE MARIA(Fabrizio De André) E te ne vai, Maria, fra l'altra gente che si raccoglie intorno al tuo passare, siepe di sguardi che non fanno male nella stagione di essere madre. Sai che fra un'ora forse piangerai poi la tua mano nasconderà un sorriso: gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso. Ave Maria, adesso che sei donna, ave alle donne come te, Maria, femmine un giorno per un nuovo amore povero o ricco, umile o Messia. Femmine un giorno e poi madri per sempre nella stagione che stagioni non sente. Ma in famiglia…dov’è Dio?? Se uno entra in una chiesa, sa che Dio è nel tabernacolo…Ma in casa dov’è??Credo che una delle avventure più belle della famiglia sia quella dell’individuare nella propria casa la presenza di Dio, di cercarla…Dio è una presenza poco ingombrante: è il Dio nascosto. Vuole entrare in comunione con noi e rendere la vita famigliare luminosa. Individuare la presenza d Dio e vivere con Lui…è l’avventura della famiglia cristiana..è vicino…significa sperimentare che Egli è in casa con noi…misteriosamente ma realmente. Lui desidera manifestarsi per condividere la nostra vita. E’ un po’ difficile capire, sentire, fidarsi, fare accoglienza, ma questa luce diverrà “voce”. …Il Natale è per l’uomo..i valori della quotidianità, del tessuto della vita, l’amicizia, l’amore, la fraternità, sono ormai legati a questo giorno, al punto che anche là, dove vi è contrapposizione tra credenti e non credenti, la festa rimane tale per tutti: magari invece di “buon Natale” si augura un più generico “buone feste”..ma il clima dell’incontro, della gioia, dell’intimità è da tutti condiviso.. il Natale è un’autentica occasione per riaccendere una speranza che riguarda l’ umanità intera. Noi tutti sappiamo “cosa “è il “Natale.. Gesù..il Messia....sole di giustizia..Luce vera che risplende ..mistero della povertà, dell’umiltà, vera speranza. Francesco d’Assisi seppe interpretare bene questo aspetto, creando il Presepe di Greccio: riproposizione di quell’evento umile , che se ci pensiamo bene è tra i più umani e quotidiani: una donna che partorisce un figlio. Si..una nascita , un essere umano che viene al mondo è di per sé qualcosa che stupisce: è un evento di speranza che la vita fiorisce e si moltiplica…… Eppure ciascuno di noi ha un’immagine personalissima, legata ai ricordi d’infanzia e ai tanti Natali vissuti, a volti e parole di persone amate, a consuetudini che ha voluto conservare o ricreare e ciascuno cerca di viverlo ogni anno secondo quell’immagine. Un tempo, nell’immediato dopoguerra, periodo da me trascorso nel Monferrato, il Natale era davvero la festa più importante dell’anno e non certo per i regali, allora tali per modo di dire e ben scarsi…..eppure si attendeva il Natale con ansia….noi bambini andavamo per i boschi a raccogliere muschio, cercavamo carta da pacco che spruzzavamo con colori e poi l’accartocciavamo perché assumesse la forma di rocce, grotte..Su un tavolo di cucina si disponevano le statuine del presepe. Noi bambini mettevamo tanta cura in quell’allestimento..mi ricordo che mi mettevo accanto al Presepe con il Vangelo in mano e che in base a quello che leggevo, disponevo le statuine e i personaggi. Ero sorpreso di non trovare nel Vangelo l’asino e il bue, che pur mi erano così familiari. Il parroco mi aveva rassicurato dicendomi che il profeta Isaia aveva scritto che “il bue riconosce il suo Signore e l’asino riconosce la greppia del suo padrone”..così come i sapienti magi e i semplici pastori avevano saputo riconoscere la venuta di Dio nel mondo. La vigilia di Natale si pregava tutti attorno a presepe: noi bambini contemplavamo quelle lucine che nella povertà del dopoguerra erano capaci di stupirci con i loro colori e il loro lampeggiare,ma nello stesso tempo eravamo attratti dal MISTERO DI UN INFANTE DEPOSTO SULLA PAGLIA, INCAPACE DI PARLARE…..EPPURE PROPRIO QUEL BAMBINO ERA IL DIO PER NOI E TRA DI NOI, IL DIO CHE PER AMORE NOSTRO VUOLE FARSI UNO DI NOI.(Tratto da “il pane di ieri”..di Enzo Bianchi) PREGHIERA Verbo incarnato, che nuovamente condividi con noi il tuo natale insegnaci a condividere con gli altri i nostri progetti di pace e solidarietà. Tu che nella grotta di Betlemme hai proposto agli uomini di ogni tempo un itinerario d’amore e riconciliazione illumina l’umanità di oggi a ritrovare la strada che porta ad incontrare l’altro nel dialogo, nell’amore e nel rispetto profondo....ti preghiamo Tu che tutto sai e puoi conosci le attese di ciascuno di noi anche per questo annuale anniversario della tua venuta tra noi fa nascere nel cuore di tutti gli uomini della terra un solo raggio della Tua infinita carità e della Tua bontà illimitata....ti preghiamo Dalla capanna di Betlemme anche quest’anno si irradi in tutto il mondo la luce del Tuo Natale, che è sempre motivo di speranza e pace per l’intera umanità …. ti preghiamo (Padre Antonio Rungi) “Cari amici, siamo entrati nel periodo di Avvento, quattro settimane che precedono il secondo “fuoco” dell'anno liturgico. E proprio ispirandosi ai 40 giorni che precedono la Pasqua, in torno al VI secolo venne introdotto l'Avvento. Nato in Gallia, con un forte accento penitenziale, tanto da chiamarsi “quaresima di S.Martino” perché iniziava l'11 novembre, il periodo di preparazione al Natale ha subito diverse modifiche fino ad arrivare intorno al XIII secolo a prendere la forma attuale. Mai però ha perso il suo tono di gioiosa seppur sommessa attesa, tempo particolarmente prezioso per l'uomo affascinato dal mito dell'istantaneità..” (Avvenire 27 nov 2011)...questa sera più volte ci siamo imbattuti nel concetto di attesa e nella ricerca del silenzio come elemento di sosta, di riflessione...ma veramente Maria e Giuseppe circondati da quell'indifferenza del “non c'è posto per voi”, avranno amato tanto quel silenzio del luogo dove è nato il Salvatore? O non si saranno trovati disorientati, fiduciosi ma impauriti, stremati ma accompagnati da quel “Eccomi..sono la serva del Signore avvenga di me quello che hai detto”...quante volte anche noi ci troviamo a fare i conti con l'indifferenza , le porte chiuse, i silenzi ipocriti di chi sceglie che è meglio lasciar morire un'idea che provare minimamente a condividerla? Quanti nostri amici si ritroveranno in questi giorni a veder nascere il silenzio dai segni ancora evidenti del fango e della distruzione? Quante volte vogliamo veramente affidarci a quel “Vieni Signore Gesù” che abbiamo citato prima?..Il Signore ci invita a non avere paura, a cercarlo sempre, a fare sì che quel “Vieni” non sia una formula ripetuta a pappagallo, ma sia lo “spalancare le porte a Cristo che viene”, che non è una frase detta bene e sentita mille volte, ma è vita, azione, dono di sé, coraggio, esposizione, risposta alle richieste di aiuto, condivisione delle gioie, anche silenzio, certamente, ma costruttivo. Noi siamo quelli che vogliamo piantare alberi di vita, quanto meno ci proviamo con tutti i nostri difetti e purtroppo con tutti i nostri egoismi; egoismi che ci portano a volte a far finta di piantare alberi per tutti, ma in verità a volte cerchiamo un posto sicuro dove far mettere solo le persone che ci sono care e gli altri si arrangino..in mezzo a questi altri messi fuori dalla porta ci sono anche Giuseppe e Maria, ci sono i pastori che, per primi vanno a rendere lode al Signore che è nato, ci sono quelli che mettono disordine nel mio povero beato ordine costituito (e guai a chi me lo tocca!) con cui arriverò fino alla fine dei miei giorni...fuori dai piedi disturbatori, fuori dai piedi bimbo che stai per nascere, fuori dai piedi!...invece sarà Avvento vero se quegli alberi di vita verranno piantati nella consapevolezza che l'ombra e la gioia che un giorno forniranno non sarà per noi, ma per tutti quelli che verranno dopo di noi, che non avranno neanche idea di chi siamo, ma sapranno che un giorno tanti Natali fa qualcuno aveva pensato a loro....nel silenzio vero che costruisce, fa nascere e fa crescere l'AMORE. Ricevo e, autorizzato, riporto...“Nel momento in cui la barella è scomparsa alla mia vista inghiottita da quella grande porta verde, mi sono seduta un momento fuori dalla sala operatoria e mi stavano scendendo dei lacrimoni tanto grossi che una bambina moretta con dei grossi occhi neri mi si avvicina e mi dice "Sai la mia maestra Cri mi ha regalato un fazzoletto magico per mandare via le lacrime ... se lo vuoi eccolo... io ho pianto tanto perché mi hanno tolto tanto sangue!". Sono rimasta senza parole e mi presenta un fazzolettino di carta con tanti orsetti che ridono.... ed ancora dall'alto della sua saggezza spiazzante, la piccola ha continuato..."Sai che la mia bambola piangeva.. ed ora sa che sto meglio .. e non piange più".Mi sono trattenuta ancora un pò con quella bambina che era ricoverata per una strana malattia tropicale... era stata adottata e proveniva dall'India da una delle Comunità di Madre Teresa, che lei chiamava Sister.. e continuava a dirmi che “la sua Sister pregava per Lei”...E' stata un'emozione, una bambina così piccola avrà avuto sei anni, capace di farmi tornare il sorriso e raccontarmi senza problemi tutta la sua storia...che grande lezione!....Di lì a poco è stata chiamata da un dottore e Rejna (così era il suo nome) è entrata in un laboratorio... con la mamma e due infermieri....” ...ricevo e penso che Avvento sarà anche avere sempre in tasca due fazzolettini magici con tanti orsetti, uno per i nostri pensieri, e uno, più importante, per far tornare il sorriso quando incroceremo la tristezza di qualche compagno di cammino...Buon Avvento a tutti! MAGNIFICAT Magnifica l'anima mia la grandezza del Signore ed esulta ed esulta in Lui mio Salvatore. Ha posato lo sguardo – o sulla mia umiltà - à e sarò bea - a - ta Grandi sono le cose che egli ha fatto per me senza fine senza fine senza fine é la sua potenza. la sua misericordia – a non abbandonerà - à quelli che lo a - ma - no. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio come ora e come sempre. Così si – a – a. Così si – a – a. Così si – a. – a. Grazie a Marco e a Margherita per aver “pensato” parte di questa preghiera