Moltiplicatore Keynesiano

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8-03-2011
Sintesi Modello del moltiplicatore
F. Spigarelli
Spostamenti della DA
La Da si sposta, tra l’altro, a causa di:
  maggiore/minore incertezza che determina variazione
nei consumi delle famiglie e mutamento delle aspettative
degli imprenditori
  mutamenti della congiuntura estera (situazione
economica internazionale), con un calo/aumento delle
esportazioni
  variazione delle imposte o introduzione di altri interventi
di politica fiscale
  variazione del costo dei prestiti di denaro (tassi di
interesse), per manovre di politica monetaria
F. Spigarelli
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8-03-2011
Il modello keynesiano
Nella teoria keyensiana, è la DA a dover essere osservata e
posta sotto controllo per cercare di influenzare l’equilibrio
del sistema economico.
Il livello della produzione e il Pil sono influenzati dal livello
della DA.
Questo pensiero è in contrapposizione a quanto affermato
dagli autori classici, secondo cui il livello del PIL dipende
dall’offerta, ossia dall’insieme dei mezzi di produzione a
disposizione della nazione.
Per la legge di Say, detta anche legge degli sbocchi,
l'offerta è sempre in grado di creare la propria domanda.
Nello schema di Keynes, la dotazione di fattori produttivi è
importante solo perché misura il PIL potenziale, massimo
producibile.
F. Spigarelli
Il moltiplicatore keynesiano
Keynes sostiene che per influenzare il sistema economico
occorre agire sulla DA. Ogni intervento sulle componenti
della domanda ha un impatto sull’equilibrio.
a) Economia chiusa, ove DA = C + I. Ipotesi:
  gli investimenti sono dati (I), ossia esogeni e collegati
alle aspettative degli imprenditori;
  i prezzi ed i salari sono fissi;
  esistono risorse inutilizzate (si è lontani dal PIL
potenziale);
  se si verificano variazioni della Domanda, le imprese
rispondono con variazioni delle quantità offerte e
dell'occupazione.
F. Spigarelli
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Il moltiplicatore keynesiano
Y=C+I
Y = Ca + cY + I
Y - cY = Ca + I
Y (1-c) = Ca + I
Y=
1
(1-c)
* (Ca+I)
ΔY=
Moltiplicatore
Keynesiano
1
* (ΔCa+ ΔI)
(1-c)
Esempio:
c = 0.8; ΔI = 100
ΔY = 100 + 100 * 0.8 + (100 * 0.8) * 0.8 + (100 * 0.8 * 0.8) *
0.8 ….
Sinteticamente si può scrivere che: ΔY = 1 / (1-0.8) * 100 =
500
F. Spigarelli
Il moltiplicatore keynesiano
Il livello del moltiplicatore non è altro che il rapporto:
Δ Y
Δ I
Dipende dalla pendenza della
funzione al consumo,
cioè dalla PMC
L’aumento o la diminuzione della produzione è più che
proporzionale, rispetto alla variazione iniziale della spesa
autonoma
Il valore del moltiplicatore è:
Nell’esempio precedente:
F. Spigarelli
1
1 - PMC
1
1 – 0,8
=5
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Il moltiplicatore keynesiano
Il significato economico del moltiplicatore è evidente:
qualsiasi incremento nella componente autonoma dei
Consumi o negli investimenti I genera un incremento nel
reddito nazionale cinque volte superiore all'iniziale
incremento.
La domanda aggregata addizionale, infatti, provoca
effetti a cascata nei redditi di più individui.
Secondo l’impostazione keynesiana l’eventuale presenza
di disoccupazione dipende da insufficienza della
domanda.
F. Spigarelli
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici
DA, C, I
… nel grafico della DA
DA’ = DA + Δ I
DA = Ca + 0,75 Y + I
Δ I
ΔY
Y1
Y2
Reddito, Y
Δ Y = 1/1-0,75 * Δ I
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L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici
… nel grafico della funzione del Risparmio
ΔI
I2
I1
Y1
Y2
ΔY
Δ Y = 1/0,25 * Δ I
F. Spigarelli
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici
Figura 23.4
F. Spigarelli
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L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici
… nel grafico dell’equilibrio del sistema economico
Livello
Prezzi
OA
ΔI
P
DA2 = DA + Δ I
DA1
Y1
Y2
ΔY
PIL
Δ Y = 1/0,25 * Δ I
F. Spigarelli
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici
Figura 23.5
F. Spigarelli
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Il moltiplicatore keynesiano
b) Economia chiusa, con intervento dello Stato ove
 
 
 
 
 
DA = C + I + G. Ipotesi:
gli investimenti sono dati (I), ossia esogeni e collegati
alle aspettative degli imprenditori;
i prezzi ed i salari sono fissi;
esistono risorse inutilizzate (si è lontani dal PIL
potenziale);
se si verificano variazioni della Domanda, le imprese
rispondono con variazioni delle quantità offerte e
dell'occupazione;
lo stato interviene con spesa propria nell’economia.
F. Spigarelli
Il moltiplicatore keynesiano
b1) Economia chiusa, con intervento dello Stato ove
DA = C + I + G
Senza imposizione fiscale
C = Ca + cY
Y=C+I+G
Y = Ca + cY + I + G
Y - cY = Ca + I + G
Y= 1
* (I + G +Ca)
(1-c)
ΔY=
1
* (ΔCa+ ΔI + ΔG)
(1-c)
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Il moltiplicatore keynesiano
b2) Economia chiusa, con intervento dello Stato ove
DA = C + I + G
Se lo stato interviene con l’imposizione…
Ipotesi: imposta fissa T
C = Ca + c (Y-T)
C = Ca + cY – cT
Y=C+I+G
Y = Ca + cY – cT + I + G
Y - cY = Ca – cT + I + G
Y= 1
* (I + G - cT +Ca)
(1-c)
F. Spigarelli
Il moltiplicatore keynesiano
Δ Y = 1/(1-c) (Δ I + Δ G - c Δ T+ Δ Ca)
Se Δ I, allora Δ Y= 1/(1-c) * Δ I
Se Δ G, allora Δ Y= 1/(1-c) * (ΔG )
Se Δ T, allora Δ Y= 1/(1-c) * (-cΔT)
Teorema del Bilancio in Pareggio
Cosa succede se lo stato autofinanzia una manovra espansiva?
Es. tasse = + 100; spesa pubblica = + 100; c=0,8
Δ Y = 1/(1-c) * (+Δ G - c Δ T)
Δ Y = 1/(1-0,8)*(+ 100 – 0,8*100) = 5* (20) = 100
Se si utilizzano manovre fiscali per finanziare interventi
nell'economia, si produce un impatto positivo sul reddito (Y),
senza alcuna influenza sul bilancio pubblico (G=T).
Se Δ G = Δ T, si ha che Δ Y = Δ G.
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Il moltiplicatore keynesiano
Ipotesi: imposta proporzionale al reddito T=tY
C = Ca + c (Y-t*Y)
Y=C+I+G
Y = Ca + c(Y – t*Y) + I + G
Y - cY + c*t*Y = Ca + I + G
Y=
1
* (+Ca +I + G)
1-c(1-t) Moltiplicatore Keynesiano
Un aumento di G fa aumentare il reddito, ma in misura
inferiore al caso precedente, poiché il processo di
moltiplicazione viene frenato dal prelievo fiscale.
F. Spigarelli
Il moltiplicatore keynesiano
Esempio:
c=0,8 (ossia 80% di Y)
1
t=0,3 (ossia 30% di Y)
= 1 / [1-0,8*(1-0,3)] = 1/[1-0,8*0,7] = 2,27
1-c(1-t)
Se ΔI = 100
ΔY = 2,27 * 100 = 227
L’incremento di Y generato dai maggiori investimenti è pari
a 227, rispetto a 500 del caso precedente, in cui le imposte
erano assenti.
Più alta è l’imposizione, più debole è l’effetto moltiplicativo.
F. Spigarelli
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Il moltiplicatore keynesiano
L’analisi del moltiplicatore è la premessa teorica per quello
che nel tempo è divenuto noto come il sistema delle
politiche economiche keynesiane di gestione della
domanda, in particolare quelle basate sullo strumento
fiscale dell’espansione della spesa pubblica G.
Obiettivo è quello di stabilizzare il reddito (verso un livello
di piena occupazione).
Questa funzione stabilizzatrice assegnata alla politica
fiscale, anche a costo di possibili deficit nel bilancio
pubblico, è oggi spesso definita come una gestione della
finanza pubblica ispirata al principio del functional finance.
Ciò in contrapposizione ad una gestione ispirata al sound
finance, ossia ad una gestione principalmente dedicata
all’equilibrio dei conti pubblici tra spesa e gettito fiscale.
F. Spigarelli
Il moltiplicatore keynesiano
I limiti del modello Keynesiano:
  si suppone che gli investimenti siano fissi ed esogeni;
  si ignora l’impatto di moneta, credito e tassi di
interesse;
  prezzi e salari sono considerati fissi;
  l’offerta aggregata viene esclusa dall’analisi e non si
analizza come l’aumento del prodotto impatti anche sui
prezzi. Man mano che l’economia raggiunge il livello di
piena occupazione (PIL potenziale), una DA maggiore si
traduce in un aumento dei prezzi anziché in prodotto reale
e occupazione maggiori.
F. Spigarelli
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