La comunità protestante grigionese a Venezia e in Veneto tra

La comunità protestante grigionese a Venezia e in Veneto tra Cinquecento e
Settecento.
“La Repubblica delle Tre Leghe (odierno cantone dei Grigioni) fu costituita nel 1471 a Vazerol tra
le tre confederazioni: Lega Caddea, Lega Grigia e Lega delle Dieci Giurisdizioni. In quest’accordo
di tipo federalistico le tre entità territoriali elvetiche, pur rimanendo autonome e distinte,
stipularono un patto per difendersi meglio dal potente confinante austriaco, che con ogni mezzo
tentava di soggiogare queste regioni al fine di ottenere il controllo sui passi alpini nella regione.
Quest’accordo conteneva le seguenti clausole: tutte le strade dovevano essere aperte a chiunque; la
decisione presa da due Leghe era vincolante anche per la terza; le discordie tra due Leghe
trovavano nella terza un arbitro; non si poteva negare giustizia né a un cittadino, né a un Comune
o a una Lega; le conquiste territoriali appartenevano a tutte tre le Leghe; le spese di guerra erano
a carico di tutti, anche del clero; le decisioni dovevano venir prese in una Dieta annuale; il patto
doveva valere finché duravano le valli e le montagne.
Con accordi parziali con la Confederazione elvetica, stipulati nel 1497 dalla Lega Grigia e nel
1498 dalla Lega Caddea, lo stato delle Tre Leghe fu considerato Cantone associato alla
Confederazione svizzera. Dal 1512 al 1797 la Valtellina con i Contadi di Bormio e Chiavenna
appartenne, pur con differenti livelli di sudditanza, alla Repubblica delle Tre Leghe.”
“I rapporti delle Tre Leghe con la Serenissima si fecero, sempre più intensi col passare del tempo e
la Valtellina e la Valchiavenna furono il passaggio naturale attraverso il quale gli stessi si
svilupparono: in particolare erano condotti annualmente dalle alpi dei Grigioni verso Venezia non
solo molte decine di migliaia di capi di bestiame, ma vi si dirigevano anche molte altre merci e
schiere di emigranti, stagionali e permanenti.
I passaggi di grigioni, soprattutto di mercanti diretti al Sud, ma anche di lavoratori stagionali e,
pur se in misura minore, di studenti diretti all’università di Padova, attraverso le valli dell’Adda e
della Mera si fecero in quel periodo continui: Chiavenna e Tirano divennero vere e proprie teste di
ponte per gli scambi con la pianura padana.
Dopo alcune discese verso la fine del Quattrocento che mostrarono come la cosa non fosse
impossibile, la situazione politica internazionale si fece favorevole e i Grigioni furono in grado,
sfruttando anche la loro consolidata tradizione di guerrieri e la debolezza e la profonda crisi dello
stato di Milano, di annettere in modo abbastanza pacifico la Valtellina e Valchiavenna nella loro
Repubblica di recente formazione che stava cercando di darsi delle strutture definitive,
emancipandosi gradatamente dal potere del Vescovo di Coira.”
“Nel 1512/13 le Tre Leghe e le valli a sud delle Alpi (Valtellina e Valchiavenna) entrarono così a
far parte di una medesima realtà istituzionale, con un consolidamento duraturo dei rapporti,
soprattutto economici e con reciproci benefici.
I Grigioni ebbero per prima cosa del tutto libera la via degli scambi, tradizionalmente già fiorenti,
con la Repubblica Veneta; nessuna realtà istituzionale estranea s’interponeva ormai tra i loro
Paesi: gli emigranti, non solo Engadinesi e Bregagliotti, ma anche quelli provenienti dal centro dei
Grigioni e quelli della Valtellina, furono così in grado di raggiungere la pianura padana
praticamente senza superare alcun confine, dati i buoni rapporti tradizionali ed i privilegi nei
trasferimenti dei quali godevano, i commercianti, le greggi e gli armenti di scendere liberamente
attraverso le terre assoggettate, fino a Venezia.
Si aprì anche un corridoio di stati amici che dalla Francia e dalla valle del Rodano si estendeva
fino alla pianura padana orientale, stabilendo un solido asse politico tra gli stessi.
Furono addirittura organizzati dei servizi postali e di corrieri, bisettimanali e durati diversi secoli,
da Ginevra e Zurigo fino a Venezia, attraverso i Grigioni, la Valtellina e Valchiavenna e le valli
Camonica o bergamasche.
Dal 1603 un trattato di alleanza, politica e commerciale, tra la Serenissima ed i Grigioni consolidò
in modo definitivo la cosa per quasi due secoli, anche sotto il profilo istituzionale: si trattava di un
patto privilegiato tra due Repubbliche.
Le Tre Leghe furono, inoltre, quasi sempre alleate con gli Svizzeri ed ebbero, nel lungo periodo,
rapporti politici complessivamente accettabili con gli Austriaci e gli stati del meridione della
Germania; ciò nonostante la crisi della prima metà del Seicento, i ricordi della “guerra sveva”
della fine del Quattrocento e qualche attrito locale.
Senza dubbio migliori furono i rapporti economici: le Tre Leghe si servivano in modo ampio del
sale del Tirolo e del Salisburghese ed ebbero sempre rapporti commerciali molto importanti con le
vallate del Reno e dell’Inn/Danubio, tradizionali vie di comunicazione con le pianure del Nord e
dell’Est; il vino valtellinese servì a cementare in modo definitivo tale unione.
Con le valli sud alpine ormai soggette gli scambi divennero, oltre che naturalmente più agevoli per
l’assoluta mancanza di confini, sensibilmente più importanti; si costituì così, per oltre due secoli
una realtà centro-alpina culturalmente omogenea ed economicamente integrata, anche se segnata
da ricorrenti problemi sul piano politico e istituzionale .
La Riforma nei Grigioni
Nello Stato delle Tre Leghe la Riforma protestante si diffuse dalla prima metà degli anni 1520. La
Dieta di Ilanz del 1526 sancì, per l’intero territorio delle Tre Leghe, la tolleranza per la chiesa
cattolica e la predicazione evangelica. La politica di libertà religiosa, almeno per quanto
riguardava la professione delle due confessioni principali, seguita dalle Tre Leghe, aveva causato
sia l’afflusso dall’esterno di seguaci delle nuove dottrine protestanti, sia la formazione di nuclei
locali di fedeli, in particolare nei centri maggiori e di passaggio, più aperti alle nuove idee e meno
conservatori sul piano culturale.
La Riforma attecchì a Coira, poi si diffuse nel resto dello Stato. L’Engadina Alta e la Bregaglia
aderirono alla Riforma a metà del ‘500. Nel decennio precedente la predicazione evangelica aveva
raggiunto Chiavenna, la Valtellina e Poschiavo. Le Tre Leghe non furono mai uno Stato
protestante, bensì un territorio di confessione mista a maggioranza riformata.
Si ebbero una serie di contrasti, continuamente crescenti, soprattutto nelle zone dove era più forte
1
la presenza dei Riformati: la Valchiavenna e il Tiranese.”
L’emigrazione verso Venezia
Dalle loro valli i grigionesi fin dal Medioevo calavano stagionalmente per offrire la loro
manodopera, di preferenza nelle città del nord Italia. Intorno al 1570, grazie ad un trattato che
pattuiva privilegi speciali e reciproci tra la Repubblica di Venezia e i Grigioni - allora Libero Stato
delle Tre Leghe - il flusso migratorio venne convogliato soprattutto verso la città lagunare dove gli
emigranti elvetici godevano del privilegio di poter praticare il commercio ed esercitare una
professione anche se protestanti.
La popolazione di Venezia, che raggiungeva appena le 100.000 anime, comprendeva dal tardo
Quattrocento al Settecento diverse migliaia di persone residenti (tra le 3000 e le 5000) che
scendevano dalle Tre Leghe e dai territori alle stesse soggetti2.
A metà Settecento erano gestite a Venezia da grigionesi (in prevalenza di confessione evangelica)
le seguenti botteghe:
1
MARINO BERENGO, La via dei Grigioni e la politica riformatrice austriaca, Manzoni, 1958, Milano; DIEGO
ZOIA, I rapporti economici fra Valtellina-Valchiavenna e Grigioni, Comune di Sondrio, 2004, Sondrio.
2
Sui rapporti tra i Grigioni e Venezia attraverso la Valtellina e la Valchiavenna: M. BUNDI, I primi rapporti tra i Grigioni e Venezia
nel secolo XV e XVI, ed. italiana a cura del Centro di Studi Storici Valchiavennaschi, Chiavenna, 1996.
Arte
Arte Acquavita [distillatori e
venditori grappa]
Arte Scaleteri [pasticceri]
Arte de Calegheri [calzolai]
Numero botteghe
n. 51
Arte de Gua Cortelini [arrotini]
Arte de Fenestreri [fabbricatori
e venditori telai finestre]
Arte de Pestrineri [che
lavoravano e vendevano il latte
e i suoi prodotti derivati:
formaggi magri, burro, panna e
ricotta]
Somma in tutte
n. 13
n. 3
n. 35
n. 86
Compreso in esse Griggioni
Cattolici n. 14
n. 6
n. 194
In queste botteghe lavoravano oltre cinquecento grigionesi (tra titolari della bottega e lavoranti) di
fede evangelica. I cognomi degli appartenenti a questa comunità rivelano, in gran parte, l’origine
ladina e italiana: Bonomo, Tognon, Picoli, Traversi, Stopan, Bonifacio, Gaudenzio, Cristofoli,
Martini, Vasalli, Zambon, Barti, Bosio, Gondina, Prevosto, Traversi, Permise, Zorzi, Belli, Dant.3
Le organizzazioni di categoria delle arti veneziane avevano sede presso le chiese, e avevano nelle
stesse chiese un altare da loro officiato inoltre partecipavano alle processioni e al culto religioso
pubblico. Nelle attività professionali dove era preponderante la presenza grigionese il numero
eccessivo di protestanti mise in crisi le attività religiose e assistenziali delle scuole. La presenza di
protestanti incrinò il legame tra Arte e attività religiosa cattolica della stessa.
Il senato veneto per contenere l’espansione numerica delle botteghe gestite da immigrati protestanti
a Venezia e nel Veneto emanò diversi provvedimenti legislativi (nel 1703 e 1733) con cui fissò il
numero massimo delle botteghe gestite da protestanti (un terzo) rispetto a quelle gestite dai sudditi
cattolici (due terzi); altre delimitazioni furono emanate, dal Senato Veneto, sulle attività pubbliche
dei protestanti elvetici soprattutto per quanto riguardava la gestione delle “scuole” e la presenza di
protestanti nei quadri direttivi delle Arti (si limitò la presenza di Capi Mastri elvetici in determinate
Arti).4
3
A.S.V., Esecutori contro la bestemmia (1523-1797), Busta 76, Fasc. 23 (Atti varii circa alcune arti esercitate dai Grigioni e
Protestanti in Venezia).
4
A Pordenone l’1 novembre 1701 morì nella contrada del Campanile (l’attuale parrocchia di San Marco) “Zuane Messer Manella
heretico Grigione”. Poichè eretico-protestante “fu sepolto fuori del Cimiterio di questa Chiesa d’ordine dei S.ri di questo Governo,
appresso la casa ultima dei R.V. Vicarii”.4 Manella proveniva dal Libero Stato delle Tre Leghe, l’attuale Cantone dei Grigioni e
faceva parte, probabilmente, di quel gruppo di commercianti di tessuti a cui nel Seicento (1609) la Repubblica Veneta “aveva
accordato il diritto di praticare un culto domestico nelle propria lingua.”
L’espulsione dei Grigioni dal Veneto e Venezia nel 1766.
L'alleanza con i Grigioni, durata dal 1706 al 1764, che garantiva alla Repubblica il libero transito
delle truppe arruolate in Svizzera, non ebbe che un valore economico e perdette anche questo,
quando i Grigioni stipularono un trattato con i cattolici austriaci a favore di Milano e a detrimento
di Venezia. La Repubblica replicò nell'agosto 1766 con l'espulsione di tutti i commercianti e
artigiani grigionesi stabiliti sul suo territorio (circa settemila in gran parte di religione protestante).
Non fu una decisione assennata. Con la fine del trattato di alleanza e l'espulsione dei grigionesi da
Venezia nel 1766, si liberarono capitali e capacità imprenditoriali che confluirono nella grande
stagione dei caffettieri e pasticcieri. La diaspora si orientò in tutta Europa (dalla Spagna alla Russia
dalla Sicilia all’impero austroungarico, ma anche in Inghilterra, Francia, Olanda e Belgio a nord
fino a Pietroburgo), una parte del flusso migratorio si indirizzò verso gli altri stati della penisola
italiana, verso l’Austria e Trieste.
Conclusioni
Dal Cinquecento al Settecento e oltre, diverse migliaia di protestanti grigionesi-valtellinesi (5.0006.000 con cognome ladino e italiano) sono vissute e hanno lavorato in Veneto e in Friuli. Anche a
Pordenone esisteva all’inizio del Settecento un piccolo gruppo di grigionesi testimoniato dalla
presenza di “Messer Zuane Mannella eretico grigionese”. Quando i Grigioni stipularono un trattato
con i cattolici austriaci a favore di Milano e a detrimento di Venezia la Repubblica reagì nell'agosto
1766 con l'espulsione di tutti i commercianti e artigiani grigionesi stabiliti sul suo territorio.
Nonostante questa diaspora ritroviamo ancora negli anni Settanta dell’Ottocento a Venezia diversi
protestanti provenienti dal Cantone dei Grigioni . Nelle prime pagine del registro dei membri della
chiesa valdese veneziana (fondata nel dicembre 1867) vi sono le seguenti famiglie originarie dei
Grigioni: Bondi, Candrian, Thoêni (rientrata a Venezia da Palermo), Jöhl, Riccard.5
A partire dalla Riforma fino ai giorni nostri (eccetto il breve intervallo a fine Settecento) la presenza
della comunità protestante grigionese a Venezia, non si è mai interrotta.
Come in Piemonte, grazie alla presenza dei valdesi, anche in Veneto la fiaccola evangelica non si è
mai spenta. Una minoranza che contava diverse migliaia di evangelici, grazie alla tolleranza della
Serenissima, ha continuato a risiedere e a lavorare dalla Riforma ai giorni nostri senza interruzione
di continuità.
5
Tra gli “svizzeri” che crearono l’industria tessile a Pordenone diversi provenivano dal Cantone svizzero dei Grigioni
(Francesco Cavigelli, Nicolò Clarmont, Edgardo Lang).