Nutrizione applicata allo sport

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Nutrizione applicata allo sport
a cura del dott. Fabrizio Spataro e del dott. Antonio Sartini
Diete vegetariane e sport,
alleati o nemici ?
L
e statistiche confermano che, in Italia, i vegetariani sono
in costante aumento. Le ragioni principali di questa scelta
sono principalmente tre: rispetto nei confronti degli animali
(31 %), beneficio per la salute (24%) e tutela dell’ambiente (9%).
Evidenze scientifiche associano le diete vegetariane ad una serie
di vantaggi per la salute rispetto ai regimi alimentari onnivori o
carnivori: minor rischio di malattie cardiocircolatorie e di diabete
di tipo 2, minore incidenza di cancro. Diversi aspetti nutrizionali
possono spiegare alcuni dei presunti vantaggi per la salute di chi
segue una dieta vegetariana varia ed
equilibrata, anche se qui non verranno presi in esame. Per dovere di cronaca, una parte degli addetti ai lavori si
mostra critica e scettica nei confronti
dei regimi vegetariani, specie in ambito sportivo. Un tempo la definizione
di “vegetariano” era esaustiva, oggi
è doverosa una distinzione. Esistono
almeno quattro tipologie di vegetarismo: le diete vegetariane permissive e
quelle restrittive, quelle ancor più restrittive e la macrobiotica.
Il regime meno restrittivo è quello
latto-ovo-vegetariano, che include
latte, uova e prodotti da loro derivati,
mentre evitano carne e pesce.
Un regime restrittivo è quello vegano
o vegetaliano, che evita totalmente
prodotti animali così come ogni derivato, e si basa quindi su alimenti (diretti, derivati o trasformati) di
origine vegetale, con l’esclusione di qualsiasi prodotto (alimentare e
no) che comporti il sacrificio di un animale.
Le diete ancor più restrittive comprendono: i granivori, che mangiano solo cereali, i fruttariani, che si cibano solo di frutta (fresca,
secca e disidratata) e i crudisti, la cui alimentazione si limita solo a
frutta e vegetali. La dieta macrobiotica, infine, è più che altro uno
stile o filosofia di vita, si basa infatti sull’equilibrio e l’alternanza
di due energie opposte e complementari, il cibo yin (acido, dolce,
crudo, femminile) e quello yang (salato, amaro, cotto, maschile).
Questo stile alimentare enfatizza l’importanza dei cibi naturali,
manipolati e cucinati solo per lo stretto necessario tuttavia, anche
se sporadicamente prevede l’uso della carne e del pesce. Ad ogni
modo, la lista di tendenze è in costante aumento, probabilmente il
gruppo più numeroso riguarda i “reducetariani”, che senza diventare vegani o vegetariani, riducono il consumo di carne e prodotti derivati aumentando la qualità dei cibi acquistati, poi ci sono i
“locavori”, che mangiano solo a chilometro zero, per finire con i
“brethariani” che, estremizzando il concetto, ritengono di potersi
cibare solo dell’aria e dell’energia del sole. Fatta questa distinzione,
quanto uno dei regimi sopra menzionati è sostenibile con l’attività
sportiva? Secondo l’American Dietetic Association, una dieta vegetariana (sia vegana che latto-ovo-vegetariana) è valida anche per
gli atleti a patto che sia adeguatamente bilanciata. I professionisti
che si occupano della Nutrizione applicata allo Sport possono giocare un ruolo primario nell’educazione alimentare necessaria a bilanciare
i pasti e ridurre il rischio di carenze
in micro e macro nutrienti ( che potrebbe provenire da una dieta priva di
prodotti animali e dei loro derivati).
Gli atleti che seguono regimi alimentari vegetariani potrebbero essere a
maggior rischio di sviluppare carenze
rispetto agli atleti onnivori principalmente per: l’aumento delle richieste
dei nutrienti (sport specifico), il possibile aumento nelle perdite durante
attività fisica, il ridotto assorbimento
e la digeribilità dei prodotti vegetali
rispetto ai prodotti animali, le combinazioni alimentari non pianificate.
Il rischio di carenze nutrizionali nelle
diete vegetariane non adeguatamente
bilanciate riguarda principalmente micronutrienti come ferro, zinco, calcio, le vitamine liposolubili, come la D, e quelle idrosolubili
come la B12, o gli amminoacidi essenziali. Il ruolo del nutrizionista
dello sport diventa quindi fondamentale per sostenere l’elaborazione di una dieta per un atleta o uno sportivo che sceglie di essere
vegetariano o vegano.
Esistono diversi atleti che hanno raggiunto prestazioni di elite e che
sono ai vertici del loro sport pur essendo vegani o vegetariani, a dispetto di quanti si dimostrano scettici verso tale scelta. Gran parte
di questi atleti hanno un denominatore comune, si avvalgono di un
nutrizionista dello sport, perché hanno compreso l’importanza di
valutare attentamente tutte le variabili che condizionano il rapporto tra la loro attività sportiva e un regime alimentare vegetariano,
qualunque esso sia.
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