lirica corale - Scuola e cultura oggi

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Detta anche MELICA (<  = canto): era la poesia accompagnata dalla lira
Ne esistevano 2 tipi, diversi per contenuto e destinazione:
1. LIRICA MONODICA
Cantata da una sola persona in piazza, nei banchetti o nei tiasi. Esprime i sentimenti del poeta.
Esponenti: Saffo, Alceo, Anacreonte
2. LIRICA CORALE
Cantata da un coro nelle celebrazioni e cerimonie pubbliche; esprime i sentimenti della massa, perciò
fu sviluppata a Sparta e quando fu ripresa dai poeti di Atene mantenne sempre una patina dorica, a
ricordo della sua origine
Erano vari tipi, secondo l’occasione per cui erano composti:
o IPORCHEMA: per un ballo
o DITIRAMBO: inno in onore di Dioniso
o PEANA: inno in onore di Apollo
o PROSODIO: per una processione
o PARTENIO: per una processione di ragazze recanti offerte alla divinità
o TRENO: canto funebre
o SCOLIO: per un banchetto
o EPINICIO: per una vittoria ai giochi Istmici, Nemei, Olimpici, Pitici…
Esponenti: Stesicoro, Simonie, Bacchilide, Pindaro, Alcmane, Ibico
LIRICA MONODICA
SAFFO
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Di Lesbo
Visse a fine VII secolo
Di famiglia aristocratica, contemporanea di Alceo
La tradizione romanzesca creò un legame affettuoso tra Alceo e Saffo, ricavato dal fr. 384 di Alceo (ove Saffo
viene definita 1) e da Aristotele, ove si trova Alceo pretendente e Saffo riottosa (Rhet.
1367); anche le rappresentazioni vascolari li presentano insieme!
Il marmo di Paro registra un suo esilio sotto l’arcontato di Crizia ad Atene (tra 604 e 598)
Non si sa se nacque precisamente a Mitilene o ad Ereso
Si creò addirittura un’altra Saffo (!!) per poter separare la poetessa insigne dalla scandalosa omosessuale!!!
Tuttavia il  era certamente formato da ragazze di elevato livello culturale, se esse erano le destinatarie
dei suoi componimenti (solo gli epitalami erano per un pubblico più vasto)
In epoca alessandrina il corpus fu detto di 9 libri in bade al metro: il I libro era in strofe saffica ed il suo primo
componimento era forse l’inno ad Afrodite a noi pervenuto, perché inizia con un’invocazione e perché è
rivolta proprio a quella divinità che il tiaso di Saffo adorava come sua dignità protettrice
Ci restano in tutto circa 500 suoi versi
Temi trattati: l’amicizia, l’amore, il tempo che passa, la bellezza, la giovinezza, la figlia della poetessa, la vita
tutta della poetessa, la politica…
Famosa la cosiddetta “ode della gelosia”, che sarà tradotta in latino (e rielaborata) da Catullo
A meno che non si debba leggere 
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ALCEO
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Di Lesbo, come Saffo. Certamente di Mitilene
Nato circa il 630, fu esiliato per la lotta tra coalizioni di famiglie nobili in lotta per l’egemonia sulla comunità
e per l’affiorare di figure tiranniche (il tiranno era il capo della famiglia che vinceva, per cui i perdenti
andavano in esilio)
Alceo parla di “tiranno” impropriamente e polemicamente: per lui anche Pittaco lo era, anche se in realtà egli
era un conciliatore!!!
Egli lo vede in negativo per una posizione personale
Nomina i tiranni Melancro e Morsilo (i Cleonattidi)
Forse Alceo partecipò ad una congiura contro Mirsilo ma fu scoperto e quindi esiliato a Pirra (I esilio);
maledice dunque Pittaco, che aveva tradito i congiurati
Alla morte di Mirsilo Alceo gioisce perché può tornare a Mitilene 2. Ma ci sono lotte interne, per cui Pittaco fu
nominato 
Allora Alceo inveisce contro la “città senza fiele” che aveva già dimenticato che Pittaco stava con Mirsilo!!!
Allora andò in II esilio: qui ebbe modo di prestare servizio mercenario per i regni orientali (dice:”I Lidi ci
diedero 2000 statèri per attaccare”)
Scrisse ben 10 libri: canti di lotta civile, canti d’amore, canti conviviali
Ci restano solo i carmi politici op morali, ove Alceo incitava, spronava, rincuorava i compagni, esprimeva le
sue ansie, l’odio, la gioia, i dolori…
Molto ricorrente il motivo del vino
Motivi topici del simposio
ANACREONTE
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Di Teo
Nato circa il 70
Visse sotto Policrate di Samo ed Ipparco di Atene, preso il quale si recò dopo la morte del precedente
Poi alla morte di lui si ritirò in Tessaglia
In epoca alessandrina Aristarco curò la raccolta dell’opera in 5 libri, secondo il metro
Tratta tema erotico e conviviale: amore omosessuale per Cleobùlo e Smerdi, ma anche amore per le donne
Satira contro Artemòne (l’unica invettiva violenta)
Unisce il cantore del vino (Alceo) e dell’amore (Saffo)
Sempre tra serio e faceto
Non sono sue le 62 poesie dette ANACREONTICHE di argomento frivolo amoroso (il tema più imitato, a
scapito degli altri temi della sua poesia)
è il famoso  che sarà imitato da Orazio nel suo nunc est bibendum
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LIRICA CORALE
ALCMANE
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Della II metà del VII secolo
È il più antico compositore in melica corale, anche se ancora in composizione monostica: scrisse
componimenti corali destinati ai cori femminili (partenii) che avevano sia valore educativo che comunitario,
di iniziazione
Era spartano? La Suda registra un’origine lidia
Lo diceva anche Aristotele perché sapeva che era schiavo (e uno schiavo non poteva essere spartano di
nascita!!!)
Inoltre c’era il pregiudizio che Sparta fosse culturalmente “sterile” > le fu “tolto” Alcmane!!!
STESICORO
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Fine VII- inizi VI secolo (circa 632- circa 556)
Nacque a Maturo, ma visse ad Imera in Sicilia
Il nome è un epiteto, oppure un’indicazione dell’attività professionale di istruttore di cori
Secondo la Suda il nome vero era TISIA
Certi lo dissero figlio di Esiodo, certi un locrese giunto ad Atene nel 485 a.C., certi lo dissero morto quando
nasceva Semonide: ma era un’invenzione della Traditio lampadis
Di Imera fu un altro STESICORO, un ditirambografo del VI secolo
Certo fu l’inventore della lirica corale o tale era ritenuto, visto il soprannome
Fu lui a creare: STROFE, ANTISTROFE, EPODO, la cosiddetta “triade stesicorea”
Dai frammenti capiamo che il contenuto non era solo soggettivo, ma con mito ed epica
Opere: NOSTOI, ORESTEA, CACCIA AL CINGHIALE CALEDONIO, GERIONEIDE3, ILIUPERSIS,
ELENA, PALINODIA PER ELENA4, CALICA, RADINA, DAFNI
Dalla composizione della “Palinodia per Elena” possiamo arguire che Stesicoro fu indotto a tener conto della
reazione del pubblico e a ritrattare la sua versione della storia di Elena
Dunque la composizione era già merce5 > il lirico corale ha lucida visione del mercato e del guadagno
(diversamente della lirica monodica!!!)6 > il prezzo è il corrispettivo del prodotto fornito al committente
Aristotele ricorda Simonie noto per la sua avidità
In quest’età la lirica corale è la forma d’arte di maggior consumo, legata alla committenza dei tiranni
L’ingaggio costituiva una forma di dipendenza: il pubblico vuole sentire esaltare il signore con parole fumose,
esagerate, cariche di riferimenti mitologici iperbolici
IBICO
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Della metà del VI secolo
Diversamente da Stesicoro diventa poeta d’amore e di passione
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Era di circa 1500 righe: possibile che un coro danzasse tanto a lungo???
Secondo la leggenda fu composta da Stesicoro perché era stato accecato da Elena e dai Dioscuri per aver prima scritto
contro di lei
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come dice Pindaro nella II Pitica a Ierone: “Ti invio questo canto come una merce fenicia”
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cfr. Pindaro nella II Istmica: “anticamente la Musa non era  né … ora invece denaro è l’uomo!!!”
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SIMONIDE
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Di Ceo
Fine VI – V secolo
Nacque nel 556; morì circa il 468
Poesia dei valori relativi: si mettono in dubbio alcuni valori prima assoluti (es. è difficile essere buoni) > si
anticipa la sofistica
Visse alle corti dei tiranni (i signori di Ceo, poi Ipparco di Atene, poi Ierone di Siracusa) > si faceva pagare per
le sue opere
Tali spostamenti sono sintomatici della su indifferenza verso la qualità del committente
Alla morte di Ipparco (514) passò al servizio degli Scopadi, nobili tessali di Cannone; ma crollò la loro dimora,
e sopravvisse solo lui7
Nel 490 tornò quindi ad Atene, allora mutata politicamente, ma si adattò, facendosi poeta panellenico (!!!)
inneggiando ai caduti delle Termopili. Si legò molto a Temistocle e lottò con Timocreonte
Quando Temistocle cadde in disgrazia, Simonide lasciò Atene e andò in Sicilia, ove c’era ancora la tirannide:
fu presso Ierone, ove fu “poeta ufficiale” di corte (!!!)
Ateneo dice a proposito della sua avidità che quando Ierone gli dava il necessario per la vita quotidiana egli se
lo rivendeva per guadagnarci, trattenendo pochissimo per sé
Scrisse: SCOLII, EPINICI ( di cui è inventore), EPIGRAMMI
Prelude a molti concetti sofistici:
1. esaltazione dell’uomo
2. relatività della realtà (la virtù è inaccessibile)
3. agnosticismo religioso
Molto ottimista nel sentimento patriottico (es. Epigramma per i caduti alle Termopili)
BACCHILIDE
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Nipote di Simonide
Visse nei primi decenni del V secolo
Era di Ceo
Anche lui fu relativista e pessimista
Parte dal mito, ma vi cerca l’uomo con i suoi problemi e dolori, non l’eroe
Grazie ad un papiro egiziano (trovato nel 1896) abbiamo 14 EPINICI e 6 DITIRAMBI
Nei suoi epinici si distinguono 3 momenti:
attualità
> mito
> gnome
Sempre teso alla  agli uomini
Rivalità con Pindaro
Scrisse l’unico ditirambo dialogato che noi possediamo (TESEO), il tramite necessario per il passaggio dal
ditirambo alla tragedia
Il ditirambo inizialmente era un canto per Dioniso, inventato da Arione. Poi si fuse con il peana per Apollo.
Ora sostituisce alla celebrazione di un dio quella di un eroe (> simile all’epinicio)
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in questa occasione ci fu il famoso episodio della memoria straordinaria di Simonide (raccontato da Cicerone): solo
grazie a lui fu possibile il riconoscimento dei corpi sotto le macerie
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PINDARO
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Del V secolo
Nacque a Cinocefale nel 518 da aristocratica famiglia, gli Egeadi, e morì nel 438
Poesia dei valori assoluti: riprende i valori tradizionali superati da Bacchilide e Simonide
Vagò presso vari signori: fu presso i nobili tessali
Scrisse ben 17 libri: a noi sono giunti solo gli ultimi 4 libri (di epinici) con 44 odi:
14 Olimpiche
12 Pitiche
11 Nemee
7 Istmiche
secondo la sede delle gare celebrate
Nel 498 la I opera (X Pitica) per la potente casa degli Alevadi
Ad Atene andò presso le famiglie aristocratiche, soprattutto Megacle il giovane e Melesia, avversario di Pericle
Canta sia le gesta ginniche dei rampolli di famiglie “medizzanti” sia il valore degli Egineti a Salamina e la
battaglia dell’Artemisio > indifferente alla morale e alla coerenza politica!!!
Con Ierone ebbe un rapporto tormentato, perché egli aveva già altri poeti “ufficiali” (soprattutto Simonide e
Bacchilide): quando nel 468 Bacchilide viene invitato da Ierone a celebrare la sua vittoria ad Olimpia sul
carro, Pindaro è amareggiato, ma gli invia ugualmente la II Pitica
Va da altri committenti: Alessandro di Macedonia, Arcesilao di Cirene…
Quando i rapporti tra Tebe e Atene peggiorarono egli mostrò ostilità verso Atene (Istmica VIII e Pitica VIII)
È poeta “arcaico” perché parla di nobiltà sangue e di virtù innata, di  come bravura fisica; la religione
arcaica viene da lui accettata passivamente;  = nobili
Motto: “Musa, se ti pagano, la tua voce deve risuonare ora in un modo ora in un altro” (Pitica XI)
Negli Epinici ci sono i 3 momenti bacchilidei, ma non si susseguono regolarmente: ci sono i cosiddetti “voli
pindarici”
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