Claudio Papuzza ([email protected]) Omaggio alla Teoria della Relatività che ha compiuto 100 anni: idee, modelli, teorie – Cosa tratta la Relatività Le “Teoria della Relatività” tratta dello spazio, del tempo e delle grandezze correlate (velocità, accelerazione, massa, energia…) e come osservatori diversi (fermi, in moto, in accelerazione,…) descrivono gli stessi fenomeni. È importante perché in fisica l’oggettività di un fenomeno sta nella sua misura, e le misure di spazio e tempo sono definite in modo operativo cioè lo spazio e il tempo sono la loro misura. – Perché la Relatività è così difficile da capire? Non è solo questione di matematica e di formule complesse! La difficoltà è legata all’uso di concetti non intuitivi. Il nostro intuito, e i concetti “a priori” sono ben adattati alla nostra esperienza di specie umana del mondo. Se si va fuori dalla nostra portata, nel molto piccolo o nel molto grande non è detto (e in genere non capita) che l’intuito sia una buona guida; si ha bisogno di una nuova logica. La Fisica “classica” si è sviluppata sulla formalizzazione (traduzione in formule) di concetti intuitivi (come velocità, forza, pressione, energia…). La “Meccanica Quantistica” descrive il comportamento del mondo per distanze atomiche (milionesimi di mm) e subatomiche. La “Relatività” descrive il comportamento di oggetti con velocità vicine a quella della luce o con masse enormi (stelle e galassie) . La Relatività e la Meccanica Quantistica valgono, naturalmente, anche al nostro livello, ma la correzione dall’interpretazione “classica” è molto piccola e generalmente (ma oggi non sempre) completamente trascurabile. – Cosa dice la Fisica Classica per quanto riguarda lo spazio ed il tempo? - Nel XVII secolo, Galileo e Newton svilupparono la meccanica classica, che descrive il moto dei corpi soggetti a delle Forze. La teoria è tutt’oggi alla base dello studio del moto dei corpi e delle loro traiettorie. - Il tempo scorre ineluttabile, per tutti e in tutti i posti alla stessa velocità. Orologi perfetti, preventivamente sincronizzati, segnano sempre, ovunque, in tutte le circostanze la stessa ora. - Lo spazio in cui viviamo è come un palcoscenico su cui avvengono “le cose” ma lui non ne è modificato. Lo spazio è tridimensionale (un oggetto è: lungo, largo, alto) ed è Euclideo, cioè vale la geometria Euclidea studiata a scuola (teorema di Pitagora, teorema delle parallele, π = 3.141592… ). La geometria è quindi una teoria dello spazio. - È valido il principio di Relatività Galileiana: nessuno chiuso in un abitacolo può capire (anche con esperimenti locali) se è fermo o si muove di moto uniforme (rettilineo e a velocità costante) - Somma delle velocità. Se una persona corre (ad esempio a 5 m/sec) su un treno che si muove (es. a 20 m/sec) un osservatore a terra lo vedrà allontanarsi con velocità somma delle due (nell’esempio. 25 m/sec) come mostrato in fig. 1. - Il moto è completamente descritto dalla seconda legge della dinamica: F = m a che dice che ci vuole tanta più forza (F) per mettere in moto ed accelerare (a) un oggetto tanto più è massivo (m) (cioè di grande massa [kg]) v 1 secondo 5 20 25 Fig. 1 Somma delle velocità. Un uomo corre alla velocità di 5 m/s su un vagone che va a 20 m/s. In un secondo l’uomo si allontana da uno fermo di 25 m – La luce L’ottica è la parte della fisica che si occupa della luce e dei suoi fenomeni. Già Galileo verso il 1620 aveva capito che la luce si muoveva ad una velocità finita, ed aveva cercato di misurarla con lanterne, schermi e un assistente. Ma i riflessi umani sono troppo lenti ed aveva concluso … “ è troppo veloce!”. Nel 1675 l’astronomo Romer da osservazioni astronomiche stimò per la prima volta la velocità della luce (c), successivamente, nel 1849, Fizeau la misurò con specchi rotanti c = 300 000 km/s. Oggi con misure elettroniche il valore sperimentale accettato è c = 299 792 457 m/s Nel 1856 James Clerk Maxwell, unificò tutte le leggi sull’elettricità ed il magnetismo in 4 equazioni (molto eleganti ma un po’ difficili) da cui si deduce che la luce è un’onda elettromagnetica che si propaga anche nel vuoto alla velocità di circa 300 000 km/s . 1 – Problemi della fisica classica Fin dall’ inizio si notò però che le equazioni di Maxwell non erano completamente compatibili con la relatività Galileiana; per velocità piccole in confronto a quella della luce le discrepanze ci sono ma sono infinitesime, ma per velocità paragonabili a c le discrepanze diventano molto grosse. Teoricamente però anche le piccole discrepanze sono indice di qualcosa che non va! I punti sono essenzialmente due: il campo magnetico dipende dalla velocità dell’osservatore (dato che è un po’ complicato e porta allo stesso risultato del secondo punto non verrà analizzato), e che la velocità della luce c è costante indipendente dalla velocità dell’osservatore, cioè uno che corre dietro ad un segnale luminoso alla velocità di 299792450 m/s (5 m/s meno della luce) vedrà il segnale allontanarsi alla velocità di 299792457 m/s. La costanza di c è stata dimostrata sperimentalmente nel 1887 da Michelson e Morley tentando inutilmente di misurare differenze nella velocità della luce combinata con la velocità della Terra. Un possibile esperimento di combinazione velocità luce- velocità Terra è riportata in Fig. 2. (Quello di Michelson-Morley era più c + v (alba) c Fig. 2 Esperimento ideale: La luce emessa dal sole viaggia verso la Terra a c = 300000 km/s, l’equatore della Terra sperimentalmente viaggia a velocità v = 462 m/s. All’alba si dovrebbe misurare c + v = c – v = c !?!? per la luce la velocità c + v mentre al tramonto c-v, ma sperimentalmente la misura darebbe in entrambi i casi c. c – v (tramonto) complesso ma più sensibile) Una soluzione empirica fu trovata da Lorentz nel 1895; lui suppose che i corpi che viaggiano si contraggono di un fattore 1-(v/c)2 ; i conti tornano, le equazioni elettromagnetiche diventano compatibili con la relatività Galileiana, ma non c’era la minima idea del perché. La soluzione fu trovata da Albert Einstein nel 1905 che sviluppò la teoria della “relatività ristretta” che parla di spazio e tempo nei sistemi a velocità costante (inerziali). Einstein sviluppò successivamente (1915). il principio di relatività per osservatori in presenza di accelerazioni e/o di gravità: la “relatività generale”. – La teoria della relatività ristretta Einstein risolse il problema supponendo che le distanze e i tempi misurati da due osservatori che si muovono a velocità uno rispetto all’altro siano diversi. Il tempo scorre a velocità diversa in funzione della velocità! il metro (distanze) si accorcia o si allunga in funzione della velocità in modo che sia la velocità della luce c = (spazio percorso dalla luce)/(tempo impiegato a percorrerlo) ad essere sempre uguale a 300000 km/sec. Queste relazioni hanno poi effetto anche sulle grandezze correlate allo spazio e al tempo come la massa, la quantità di moto, l’energia, … (Nel suo lavoro Einstein scrisse le equazioni generali di trasformazione per un sistema a 4 dimensioni: x, y, z, c t, e impone che le costanti di trasformazioni, detta metrica, lascino invariata la velocità della luce, e come queste si trasportino nelle altre grandezze correlate, massa, quantità di moto, energia…). Il tempo. In Fig. 3 è riportato uno schema di un esperimento ideale da cui si può ricavare la relazione matematica tra contrazione di tempo e velocità, supponendo che i due osservatori misurino tempi diversi per lo stesso fenomeno. Olga viaggia su un razzo a velocità costante e vuole misurare la velocità della luce misurando il tempo che la luce impiega ad andare dal pavimento al soffitto del razzo. Quando passa davanti a Vito, fermo per terra, accende la luce e la vede salire verticalmente dal pavimento al tetto. Vito invece vedrà la luce percorrere il tratto diagonale, poiché mentre la luce sale il razzo si sposta a velocità costante, il tratto dal pavimento al soffitto sarà più lungo poiché la diagonale è più lungo di un lato. Per mantenere costante la velocità della luce Vito dovrà misurate un tempo più lungo di tO quello che misura Olga per lo stesso fenomeno: se tV è il tempo misurato da Vito e tO quello tV = (1- v2 /c2) di Olga, v la velocità dei razzo e c quella costante della luce risulta la relazione: D orologio orologio luce h tO Olga S luce Olga L A B v tVito v Vito h v Vito orologio Vito prima t dopo Fig. 3 Dilatazione del tempo 2 Per v = 0, razzo fermo, Vito ed Olga misurano lo stesso tempo (il tempo scorre in modo uguale per entrambi). Nei comuni casi delle nostre esperienze v è molto più piccolo di c (i nostri razzi viaggiano a circa 10 km/s per cui v2/c2 è circa 0,000000001) e quindi Olga e Vito se non hanno super orologi atomici non noteranno alcuna differenza. Ma corpi e particelle possono viaggiare al 85% - 99% - 99,99% della velocità della luce e il tempo di Olga scorrerà come 1/2 ; 1/10 ; 1/100 di quello di Vito. Se il razzo potesse viaggiare alla velocità della luce Vito vedrebbe l’orologio di Olga sempre fermo! Di seguito in corsivo e dentro grandi parentesi sono riportati i passaggi algebrici. Per Olga c tO = h ed anche c2 tO2= h2 , per Vito S2= h2+ v2 tV2 (per Pitagora) e c tV = S , quadrando si ha c2 tV2= h2+ v2 tV2 sostituendo h da una all’altra equazione c2 tV2 = c2 tO2 + v2 tV2 e riarrangiando si ha tV2(c2- v2) / c2= tO2 ed estraendo la redice quadrata si ottiene l’equazione finale. Per chi viaggia, il tempo scorre più lentamente (anche se lui non se ne accorge) di chi sta fermo; … alla velocità della luce il tempo non scorre… Lo Spazio. – Siccome per tutti gli osservatori il rapporto (spazio percorso dalla luce / tempo impiegato) deve essere uguale (= c) anche lo spazio si deve modificare come il tempo quindi LO = LV √(1- v2 /c2) cioè un oggetto che viaggia sembra accorciarsi ad un osservatore fermo (come aveva empiricamente intuito Lorentz). La massa. Per fermare, un oggetto di una certa massa che viaggia è necessaria una forza. Se due osservatori (uno fermo e l’altro in moto) osservano lo scontro devono osservare 10 la stessa forza, ma vedranno la fermate in tempi diversi. Da cui si ricava che anche la massa è funzione della velocità: chi vede mV m0 muovere l’oggetto sperimenta una m0 Fig. 4 Andamento massa maggiore di chi è in quiete 5 mV = della massa di un 1- v2 /c2 con esso. Aumentando la velocità la oggetto in funzione massa aumenta per tendere ad della sua velocità infinito per velocità che tendono a 1 v quella della luce come mostrato in Fig. 4. 0 0,5 1 c E’ chiaro che non si può accelerare un oggetto fino a velocità maggiori di c, ci vorrebbe una forza infinita… la velocità della luce è un limite superiore, nessun oggetto può viaggiare a velocità maggiore. Dimostrazione: Sia Olga che Vito misureranno la stessa forza per fermare un oggetto di massa m che viaggia a velocità v nel tempo t. F0 = m0 v/ t0 = mV v / tV = FV usando la relazione tra tV e tO si ricava l’equazione della massa. Anche l’energia risente della costanza della velocità della luce e della dipendenza della massa dalla velocità in modo che risulta E = mV c2 Si ha quindi un’energia anche a velocità nulla, l’energia legata alla massa é E0 = m0 c2 ; ad una variazione di energia (riscaldamento, reazione, lavoro…) corrisponde un aumento (lavoro fornito) o diminuzione (lavoro ceduto) di massa. Per creare una particella di massa m è necessaria un’energia E = m c2. Una semplice dimostrazione è riportata in seguito. Si supponga come in figura un vagone fermo lungo 2L con pareti di massa M. Da una parete viene emessa un lampo di luce di energia E e quindi momento p =E/c Per la conservazione del momento anche il vagone deve muoversi a velocità v (in senso opposto) in modo che p = E/c = 2M v fino a che la luce raggiunge, nel tempo p =E/c t = 2 L/c l’altra parete e ferma il moto. Il vagone si sarà spostato di x = v t ma il suo baricentro non può essersi mosso, quindi M L l’energia deve trasportare una massa m tale che (M – m)(L + x)=(M + m)( L- x). x Risulta Mx = m L da cui m= M x/L = M v t/L = 2 M E L /2 c M c quindi E = m c2 – Verifiche sperimentali Praticamente tutte le previsioni della teoria della relatività ristretta sono state verificate accuratamente anche con esperimenti molto complessi; sono qui riportati quelli più importanti e di (relativa) facile comprensione. Contrazione del Tempo - Siccome c è molto grande alle nostre velocità quotidiane la differenza tra tV e tO sono molto piccole e l’uomo non se ne accorge. Ad esempio viaggiando su un aereo a 800 km/h per 10 ore ( ~ Torino - New York) il viaggiatore rimane più giovane di circa 10 miliardesimi di secondo (~ 10 ns) di un collega fermo. Se per noi è un tempo irrisorio per l’elettronica è un tempo misurabile (i computer ci fanno un centinaio di conti elementari nel 3 frattempo). Usando orologi atomici molto precisi e tarati, uno in volo su un jet e l’altro a terra, già negli anni ’60 si è misurato il ritardo del tempo il perfetto accordo con l’equazione di Einstein. Massa - Energia – L’energia prodotta dalle reazioni nucleari, come quelle dei reattori nucleari e delle bombe all’uranio, sono associate a variazione di massa in perfetto accordo con ∆E =∆m c2 La creazione di particelle materiali da energia cinetica durante il frenamento è un fenomeno verificato quotidianamente negli acceleratori di particelle. Ad esempio, siccome la massa dell’elettrone è circa 10-30 kg, negli acceleratori per creare la coppia elettrone – positrone (antielettrone) sono necessari circa 2 10-13 J (equivalente a 1 MeV un milione di Volt). – Riassunto Relatività Ristretta - La luce si comporta in un modo strano, viaggia alla stessa velocità c (300000 km/sec) per tutti gli osservatori, sia che siano fermi sia che le corrano incontro o che l’insegnino anche a velocità prossima alla sua. Il dato è sperimentale ed in accordo con la teoria elettrodinamica. - La costanza della velocità impone che tempo spazio e massa non siano più assoluti (cioè non uguali per tutti) ma dipendano dalla velocità relative dei vari osservatori. Le variazioni sono molto piccole fino a velocità prossima a c. - Il tempo scorre a velocità diversa per diversi osservatori: per chi viaggia il tempo scorre più lento. Anche se la dilatazione temporale è estremamente piccola è osservabile sperimentalmente. Naturalmente chi viaggia non se ne accorge, per lui il tempo scorre sempre normalmente. - Anche le dimensioni fisiche sembrano accorciarsi per gli oggetti che viaggiano molto veloci. - La contrazione di spazio e la dilatazione dei tempi possono essere interpretati come trasformazione di tempo in spazio e viceversa. La coordinata temporale (o meglio i c t) si comporta esattamente e a tutti gli effetti come una quarta dimensione. - La massa di un oggetto aumenta tanto più veloce va l’oggetto, l’aumento è inosservabile per piccole velocità ma tende all’infinito se la velocità tende a quella della luce. - La velocità c appare quindi un limite invalicabile, per accelerare un oggetto fino alla velocità della luce ci vorrebbe una forza infinita per un’infinità di tempo… - La variazione di massa con la velocità implica che anche le altre energie (non solo la cinetica) facciano aumentare la massa, e che la massa sia indice di energia: c’è un rapporto diretto tra massa ed energia: E = m c2 - E’ possibile creare materia trasformando energia in particelle. Una particella accelerata con un milione di Volt è in grado (frenando) di creare una coppia elettrone – positrone (avviene continuamente a causa dei raggi cosmici o negli acceleratori). E’ possibile estrarre dalla materia grandi quantità di energia, come nelle reazioni nucleari, come conseguenza della riduzione della massa. - Relatività Generale Albert Einstein dopo aver, nel 1905, indagato sulle conseguenze della costanza della velocità della luce nei sistemi a velocità uniforme (relatività ristretta) affrontò lo studio dei sistemi in cui è presente una accelerazione. C’è una strana similitudine tra le forze che subiamo quando freniamo o quando curviamo velocemente in auto e Fig. 5 Interpretazione la forza peso, quella che ci attrae verso il centro relativistica della gravità: delle Terra (sono proporzionali alla stessa costante). Una massa deforma il È questa similitudine che porta corpi di massa reticolo spazio - tempo diversa a cadere “insieme” (trascurando l’attrito intorno a lui costringendo dell’aria) come diceva Galileo in contrasto al un secondo corpo in moto pensiero di Aristotele che credeva che il più pesante a curvare verso di lui giungesse prima a terra. Einstein propose il principio di relatività generale: uno sperimentatore chiuso in un laboratorio (senza poter guardare fuori) non può, con nessun esperimento, distinguere se è in presenza di gravità (poggiato sulla terra) o in accelerazione costante (su un razzo accelerante). L’idea è che la gravità risulti da una curvatura dello spazio-tempo; chi segue le linee curve non sentirà nessuna forza, ma se tenta di andare “dritto” sentirà la forza di gravità. Il trattamento matematico è piuttosto complesso ma in Fig 5 è riportato uno schema indicativo, lo spazio ed il tempo sono deformati dalle masse dei corpi, gli altri corpi vicini sentiranno queste distorsioni. Su linee e i piani curvi la geometria non è eucludea (non vale il teorema di Pitagora, la somma degli angoli di un triangolo può non essere 180°…). Queste geometrie erano state già studiate da Riemann, Christoffel, Ricci … 4 Se su un piano euclideo il teorema di Pitagora dice s2= x2 + y2 su una superfice generica diventa s2 = gxx x2 + 2 gxy x y + gyy y2 dove i tre g rappresentano “la metrica” dello spazio e lo definiscono completamente. (nello spazio euclideo gxx =gyy = 1 e gxy = gyx = 0 ). Lo spazio-tempo è a 4 dimensioni e richiede 10 parametri g. Dai g possono essere ricavate altre grandezze molto utili per la definizione dello spazio e del moto su esso (simboli di Christoffel Γakj, tensore di Riemann e di Ricci…). Per curvature non molto intense e isotrope il simbolo Γ di Christoffel rappresenta la “curvatura dello spazio (La curvatura Γ è l’inverso del “raggio di curvatura” R cioè Γ = 1/R). Una superficie piana ha un raggio di curvatura infinito cioè ha la curvatura Γ = 0 . In presenza di gravità le rette si curvano e il tempo rallenta in modo proporzionale alla gravità (Fig. 6) Le deformazioni sono piccole ma in alcuni casi non trascurabili, ad esempio per i satelliti il tempo scorre più velocemente che a terra (una cinquantina di milionesimi di secondo al giorno) piccolo, ma sufficiente, se trascurato, ad indurre nei navigatori satellitari (GPS), un errore di 10 km al giorno! g raggio di luce M R x c y 1 2g = 2 R c Fig. 6 Un corpo con massa M genera un campo gravitazionale g che curva lo spazio. La luce segue la linea dello spazio. La curvatura Γ = (1/R) = 2 g /c2 Un semplice modo di valutare la curvatura dello spazio (raggio di luce) è rappresentato in figura, un raggio di luce entra da un oblò in un razzo che sta accelerando (a ) Un uomo all’esterno (nello spazio) vedrà il raggio andare dritto ed il razzo accelerare, l’uomo all’interno sperimenterà una gravità (schiacciato verso il basso) e vedrà il raggio curvare verso il basso lungo una parabola. In orizzontale si sposterà di x = c t e in verticale di y = ½ a t2 Sostituendo t si ha la parabola y = x2 a /2 c2 con raggio di curvatura R = c2 /a e curvatura Γ = a/c2. In realtà facendo i conti correttamente (curvatura anche del tempo) si ottiene Γ = 2 a/c2 Per la contrazione dei tempi si supponga un t0 razzo lungo L che partendo da fermo accelera ( a v=0 v=at non troppo grande). Un orologio nella punta del razzo emette un segnale ad intervalli regolari t0 (suo tempo). Un osservatore misura gli intervalli di tempo con cui riceve il segnale. Il primo segnale lo riceve dopo t1 il tempo che ci mette la luce a t2 = L /(c + v) t1 = L/c percorrere il razzo (t1 = L/c) Per il secondo segnale bisogna tener conto che il razzo viaggia a velocità v = a t0 [ t2= t0 + L/(c + a t0 )] L’intervallo misurato dall’uomo è tU = t2 – t1 = t0 + L/(c + a t0 ) – L/c che supponendo c>> a t0 diventa t0 (1 – a L /c2 ). Il termine a L = V (potenziale gravitazionale) per cui l’uomo osserverà una contrazione di tempo ∆t/t0 = - V/c2 con ∆t = tU – t0 La prima verifica sperimentale, quantitativa, della Relatività Generale fu ottenuta da Eddington nel 1919 che misurò, durante un eclissi di sole, lo spostamento apparente di una stella i cui raggi passavano vicino al bordo del Sole. Oggi con i sistemi di misura elettronici di alta precisione sono possibili innumerevoli verifiche anche di effetti complessi come (1976) il trascinamento dello spazio-tempo a causa di corpi in rotazione. Usando la relatività generale, intorno agli anni ‘20, fu possibile costruire un modello dell’Universo come un tutt’uno. Supponendo che l’energia cinetica sia uguale a quella gravitazionale e che la materia sia distribuita in modo uniforme 5 (densità di circa 10-30 g/cm3; circa un atomo al metro cubo) l’Universo risulta in espansione, il suo raggio aumenta proporzionalmente al tempo alla 2/3 ( R ∝ t2/3 ) come mostrato in Fig. 7. Il primo modello fu sviluppato da De Sitter e Einstein a cui però non piaceva l’idea di un Universo in espansione per cui aggiunse un parametro ( Λ costante cosmologica) per renderlo stazionario. Anche Fridman e Lamaitre svilupparono il modello R/R0 accettando la sua evoluzione; essendo quindi i Fig. 7 Evoluzione primi a parlare di un Universo in espansione. dell’Universo secondo il Altro fenomeno cosmologico è detto “effetto modello Friedman Lamaitre. Si espande lente gravitazionale”: se il campo gravitazionale proporzionalmente a t2/3 curva i raggi si comporta come una lente. In Fig. 8 è riportato lo schema dell’effetto lente t [G anni] gravitazionale che fa vedere in più copie (distorte) le galassie la cui luce passa in prossimità di altre grosse galassie. Forse il più noto effetto è la possibilità dell’esistenza dei “buchi neri” . Se la luce passa vicino ad un corpo molto denso il raggio sarà curvato, se questo raggio di curvatura è uguale al raggio stesso del corpo (raggio di Schwarzschild R = 2 M G/c2 con M massa e G costante di gravità, R è detto orizzonte degli eventi) la luce sarà catturata intorno al corpo e non potrà più allontanarsi, un osservatore esterno vedrà il tempo fermarsi all’orizzonte degli eventi. Anche se direttamente non si possono vedere i buchi neri sono individuabili dal caratteristico comportamento della materia intorno. Ce ne sono parecchi, uno grosso è al centro della nostra galassia, (La Via Lattea verso la costellazione del Sagittario) largo 10 miliardi di km e distante da noi 50000 anni luce (quasi un miliardo di miliardi di km ) immagine grande massa reale Fig. 8 Effetto “lente gravitazionale”. Una grande massa frapposta da una galassia e noi curva la luce in modo che dalla Terra si vedono più immagini della stessa galassia Terra raggi luminosi immagine - Note finali Anche se la Relatività Generale ha ricevuto fino ad ora solo conferme molto probabilmente non è la teoria fisica conclusiva poiché non è compatibile con la meccanica quantistica, per cui ad oggi non è possibile descrivere cosa succede quando una stella collassa in un buco nero e il suo raggio diventa di dimensioni infinitesime ( zero virgola trentaquattro zeri 1 metri). La Relatività Ristretta è invece compatibile con la meccanica quantistica e fornisce lo strumento teorico principale per lo studio delle particelle elementari. Probabilmente le tre teorie sono tre aspetti particolari di una teoria ancora più grande. Sono in sviluppo diverse teorie che puntano ad andare oltre (dette anche “teorie del Tutto), matematicamente coerenti, ma ancora senza prove sperimentali: come la teoria delle stringhe (le particelle sono vibrazioni di anelli o membrane in spazi a più di 10 dimensioni), teoria della grande unificazione (ad altissima temperatura tutte le forze, compresa la gravità, sarebberouguali), teorie di loop (spazio, tempo, particelle sono matematicamente rimescolate e quantizzate)… Il futuro ci dirà se qualcuna di queste nuove teorie sia corretta o se dovremo aspettare nuove idee…. 6