LINGUAGGI, MEDIA E PROCESSI EDUCATIVI L’esperienza diretta La psicologia, rispecchiando una fisica sorpassata, spesso comincia a descrivere la natura dell’esperienza col concetto di “stimolo”. Ciò che avviene nel comportamento si pensa sia un riflesso dello stimolo che agisce sull’organismo. A livello più astratto di analisi, la forma dello stimolo effettivo è vista come il risultato di certi filtri fisici o come la trasformazione dell’input dato dalla natura del sistema nervoso e dei suoi trasduttori. Questo concetto è insufficiente e inadeguato a discriminare ciò che influenza gli organismi. I sistemi viventi hanno una loro integrità; i rapporti che essi hanno con l’ambiente sono a loro misura, poiché, in funzione delle esigenze di sopravvivenza e di realizzazione dell’individuo e delle specie, trascelgono dall’ambiente e ne costruiscono rappresentazioni. Ne consegue che il nostro concetto della realtà fisica è esso stesso acquisito attraverso una mediazione selettiva. La ricerca di una giustificazione psicologica del comportamento deve cominciare con le attività dell’organismo e determinare poi la natura della “realtà” sostenuta da quel tipo di attività. E’ un punto esplicito e cruciale nella concezione di Piaget sul comportamento adattivo in generale e sull’intelligenza in particolare: gli oggetti e gli eventi non sono registrati o riprodotti passivamente, ma piuttosto manipolati e percepiti in rapporto all’azione eseguita. Cosa comporta questo punto di vista nei confronti della natura dell’esperienza e delle conseguenze dell’esperienza stessa? Come abbiamo già detto, abbiamo un quadro della realtà che è condizionata o codificata a seconda delle manipolazioni a cui la sottoponiamo; la conoscenza è sempre mediata o specificata per mezzo di certe forme dell’attività umana. Ma possiamo notare che qualsiasi conoscenza acquisita attraverso tale attività ha due aspetti: l’informazione sulla realtà e l’informazione sull’attività esplicata per conseguire la conoscenza. Con un aforisma: mettendosi a sedere sulle sedie si impara qualcosa sulle “sedie” e sul “mettersi a sedere”. Questa distinzione si riflette nel linguaggio ordinario nei termini conoscenza e abilità o capacità. Ci sono, pertanto, due tipi di invarianti che vengono specificate attraverso l’esperienza. L’insieme degli aspetti che sono più o meno invarianti nelle diverse attività può essere considerato come gli aspetti strutturali o invarianti degli oggetti e degli eventi che costituiscono la nostra conoscenza di quegli oggetti e eventi. Similmente, l’insieme delle operazioni o atti costituenti che sono invarianti quando sono eseguiti su oggetti e eventi diversi può essere considerato come la base strutturale delle attività stesse, quelle che noi chiamiamo abilità e capacità. La nostra ipotesi è che la conoscenza riflette le invarianti nell’ambiente naturale e sociale mentre le abilità o capacità riflettono la struttura del medium o campo esecutivo in cui vengono realizzate varie attività (vedi 1 fig. 1). Ovviamente, bisogna attribuire una notevole significatività ad ambedue gli aspetti dell’esperienza. Consideriamo più dettagliatamente come ambedue gli aspetti si realizzino in pratica. L’esecuzione di qualsiasi atto può essere considerata una sequenza di momenti decisionali, ognuno dei quali comporta un insieme di alternative. Questi momenti decisionali sono definiti congiuntamente dall’intenzione che motiva l’atto dallo scopo o momento finale e dalla struttura del medium o ambiente in cui l’atto si verifica. Un’esecuzione perfetta richiede che l’operatore abbia a sua disposizione un’informazione che gli permetta di scegliere fra queste alternative. Il problemsolving comporta che vengano provati vari mezzi e che si giudichi quanto possano contribuire al raggiungimento del punto finale. L’operatore deve giudicare l’efficacia dei mezzi mentre tiene presenti i criteri finali di validità. E’ una regola universale: essa vale in amore, in guerra, nello scrivere un paragrafo, o nel risolvere un’equazione, o, anche, per il bambino, nel cercare di tenere in mano gli oggetti, imparando ad afferrare. Da questo punto di vista, la padronanza dipende dall’acquisizione dell’informazione necessaria per scegliere fra modi alternativi di azione che potrebbero portare tutti a un fine perseguito. Il modo più ovvio di acquisire tale informazione consiste nei tentativi di azione eseguiti per raggiungere vari scopi di un’ampia gamma di campi esecutivi. Il modo più ovvio per imparare a conoscere un paese è di percorrere le sue strade, leggere i suoi poeti, mangiare i suoi cibi, lavorare nei suoi campi, e così via. Facendo così, si imparerà sia qualcosa sul paese (che il paese è povero o collinoso, ecc.) e sia come comportarsi nelle attività richieste per essere di quel paese (come accomodare una rete o raccontare una storia). Questo è sicuramente ciò che si intende per apprendimento dall’esperienza diretta e contingente. 2 ATTIVITA’ O ESPERIENZE albero disegnare palla oggetti eventi Conoscenza lanciare Rappresentazione Linguistica Locomozione Abilità Fig. 1. – Conoscenze e abilità in rapporto ad attività fisiche. L’esperienza mediata Ma ci sono altri modi per acquisire le informazioni. Vedendo un uomo in difficoltà nel trasportare un carico, si può stimarne il peso. Cioè, si può fare un’esperienza sostitutiva o mediata. Gli studi psicologici hanno mostrato ripetutamente che l’apprendimento può verificarsi quando non siano soddisfatte né l’una né l’altra delle condizioni primarie per l’apprendimento attraverso l’esperienza contingente, cioè intraprendendo un’attività in modo autonomo o conoscendone i risultati direttamente. Bandura ha riassunto una vasta gamma di dati che mostrano come si possa modificare il comportamento ed acquisire nuovi modelli di comportamento esponendo il discente a stimoli formativi anche in situazioni di laboratorio piuttosto artificiose. Un esperimento dimostrativo è stato condotto molto tempo fa da Herbert e Harsh. A due gruppi di gatti era stato insegnato a tirare dei fili e ad aprire porte osservando altri gatti. Un gruppo di gatti vedeva soltanto le esecuzioni finali senza errori dei gatti modello, mentre l’altro gruppo vedeva anche le prime esecuzioni piene di errori oltre alle esecuzioni corrette. Tutti e due i gruppi dei gatti che avevano imparato a risolvere i problemi più velocemente dei gatti del gruppo di controllo, che avevano imparato solamente dalle loro esperienze contingenti. Ma i gatti che vedevano anche le esecuzioni piene di errori imparavano più prontamente di quelli che vedevano solamente le esecuzioni prive di errori. 3 Un’altra alternativa rispetto all’apprendimento diretto è l’informazione codificata simbolicamente, cioè, l’informazione che è trasmessa attraverso media quali la parola parlata o stampata, il film, il diagramma, e così via. L’apprendimento attraverso questi sistemi simbolici è quello che più comunemente sostituisce l’esperienza diretta nella istruzione formale. Vygotsky e Bruner hanno messo in evidenza in quale misura il linguaggio offra i mezzi migliori per l’insegnamento e l’apprendimento fuori dal contesto, al di fuori cioè di una situazione in cui l’azione è in atto e le conseguenze contingenti sono più dirette. Il linguaggio, come vedremo, offre l’opportunità di acquisire un tipo di conoscenza che, se è meno utile per una particolare linea di azione, ha il vantaggio di ordinare la conoscenza stessa in una forma compatibile con le regole del pensiero astratto. Abbiamo, pertanto, tre modelli di esperienza che si adattano approssimativamente a tre forme di rappresentazioni, discusse altrove, come attiva, iconica, e simbolica: la prima si collega all’azione diretta, la seconda ai modelli, e la terza ai sistemi simbolici. Per i nostri scopi è più importante il fatto che questi tre modelli di esperienza si conformino allo sviluppo evolutivo. Mentre tutti gli animali imparano dall’esperienza contingente, i primati si distinguono per la loro capacità di apprendere dall’osservazione. I piccoli osservano molto gli adulti e assimilano quanto hanno imparato in modelli di gioco. E’ invece caratteristico dell’uomo basarsi sull’esperienza codificata simbolicamente – tanto che lo sviluppo del linguaggio è considerato la caratteristica distintiva della specie umana e lo sviluppo dell’alfabetizzazione secondo vari codici simbolici è la preoccupazione essenziale dell’istruzione scolastica formale. Ne consegue che queste tre forme di esperienza differiscono a seconda delle proprietà che si attribuiscono all’organismo: cioè differiscono in primo luogo a seconda delle abilità che esse presumono e realmente sviluppano nel discente. L’acquisizione della conoscenza Fino a questo punto con la nostra discussione abbiamo cercato di dimostrare che si può imparare da tre forme di esperienza molto diverse fra loro e che queste forme di esperienza, sia mediate che dirette, qualificano quanto è stato appreso. Questa parte del nostro studio servirà ad esaminare quanto vi è di comune in forme diverse di esperienza; la parte successiva riguarderà invece quanto le differenzia. Giungeremo quindi a concludere che forme diverse di esperienza convergono nei confronti della conoscenza che esse specificano, ma divergono rispetto alle abilità che esse sviluppano. Esamineremo qui l’asserzione per cui si possono avere forme diverse di esperienza con oggetti ed eventi pur rimanendo nell’ambito di una struttura basilare comune: una concezione 4 coerente e generale della realtà. L’informazione su un evento particolare, non tenendo conto dell’attività o del mezzo con cui si è acquisita, ha la proprietà comune di permettere la differenziazione di quell’evento dalle alternative con cui potrebbe essere confuso. Consideriamo l’esperienza di vedere realmente una zebra con quella di ascoltarne una descrizione che dive: “Una zebra è un animale con il mantello a strisce, simile al cavallo”. Le stesse caratteristiche colte nell’atto della percezione sono precisate nella descrizione; quindi, esse sono equivalenti dal punto di vista dell’informazione e possono conformarsi tutte e due al concetto che accomuna zebre, cavalli, animali, e così via. Con questo non si vuol negare che ciascuna delle due forme di esperienza non abbia proprie caratteristiche, ma solamente mettere in evidenza che ambedue condividono anche una struttura comune. Tutta la gamma di forme dissimili di esperienza, ivi incluse varie forme di istruzione, possono essere considerate come “strutture superficiali” diverse, correlate secondo modi propri, con una struttura comune della conoscenza. In realtà, è proprio il fatto che l’informazione rilevante per l’azione possa essere acquisita attraverso mezzi diversi dall’azione diretta stessa che rende possibile l’istruzione. Perciò, si può imparare a navigare – forse solo in misura limitata – guardando film e leggendo libri. Ci sono importanti prove fornite da esperimenti controllati in laboratorio per mostrare che un apprendimento comune scaturisce da diversi tipi di esperienza. Un bambino può imparare a costruire una diagonale o attraverso l’attività accompagnata da un rinforzo, o attraverso una dimostrazione adeguata, o attraverso un’istruzione verbale. Altri hanno dimostrato che i bambini possono imparare a fare esercizi di conservazione piagetiani difficili da insegnare attraverso tecniche di addestramento completamente diverse fra loro. Ed è ben noto che per insegnare a leggere esistono moltissimi modi. Il problema è di precisare, per quanto è possibile, la struttura dell’informazione presente in queste varie forme di istruzione o strutture superficiali, e di vedere come ciascuna di esse sia correlata a quella struttura comune descritta in precedenza. Una volta che queste forme di istruzione siano state precisate, può essere possibile indicare come ciascuna di esse sia correlata con le varie tecnologie implicate nella loro produzione e distribuzione. Questi rapporti sono sistemati, in una forma preliminare, nella fig. 2. Questa figura indica che ci sono tra forme basilari di istruzione: attraverso un’esperienza contingente organizzata, attraverso l’osservazione, attraverso i sistemi simbolici; e tutte hanno l’effetto di offrire un’informazione rilevante per l’acquisizione sia di conoscenze che di attività. 5