Titolo rubrica: Parliamone
Quando il Made in Italy è anche scienza e tecnologia,
costruito a Napoli un supertelescopio avveniristico
Quando si dice che la scienza e la tecnologia italiana sono all’avanguardia spesso non si
viene creduti. La realtà, invece, è proprio questa. L’Italia ha le teste pensanti e gli
strumenti per sbalordire il mondo. L’ultimo fatto che conferma questa tesi arriva da Napoli,
dove è stato costruito il più grande telescopio ottico destinato all’esplorazione del cosmo
per mezzo di immagini a grande campo.
Un’impresa notevolissima, durata otto anni e portata a termine da un piccolo istituto
napoletano (l’Osservatorio astronomico di Capodimonte, diventato centro di ricerca
dell’Istituto nazionale di astrofisica) e da una squadra composta solo da una trentina di
esperti. Tra loro ingegneri e fisici per la maggior parte campani, guidata da un genialoide
come il professor Dario Mancini, progettista del gioiello.
Il Vst (Vlt survey telescope, così si chiama) è il massimo finora realizzato dei telescopi a
grande campo. E’ capace in un colpo solo di raccogliere un quarto di miliardo di pixel, vale
a dire di osservare una porzione di cielo grande come quattro lune piene.
Sostanzialmente, il Vst è uno strumento in grado di catturare splendide immagini
panoramiche di zone del cielo profondo. E lo fa dieci volte meglio di qualunque altro
telescopio esistente attualmente, grazie anche a un bel numero di programmi di ricerche
pensati e preparati dai ricercatori italiani.
Ha uno specchio del diametro di poco meno di tre metri e verrà collocato in Cile, al Cerro
Paranal, nel più grande osservatorio astronomico del mondo, accanto a quattro giganti
europei da otto metri di diametro ognuno, che compongono il Very large telescope, e
servirà al loro funzionamento.
Il piccolo Vst, infatti, dispone di una grandissima qualità, un campo di vista da 10 a 40
volte più grande di quello dei giganteschi colleghi ai quali si affiancherà. In sostanza, vede
un’area di cielo molto più ampia ed è quindi in grado di scandagliare in profondità le zone
interessanti sulle quali poi punteranno l’attenzione i telescopi più grandi.
La luce collezionata dallo specchio principale di Vst va a finire su una camera fotografica
con 256 milioni di pixel, la maggiore mai costruita fino ad oggi nel mondo.
Creerà una situazione ottimale per andare a caccia di Supernovae, le immense esplosioni
con cui termina l’evoluzione di parecchie stelle e che sono fondamentali per capire quanto
si sta espandendo oggi l’universo.
Il Vst è stato finanziato dall’Osservatorio di Capodimonte con fondi straordinari: l’importo
della realizzazione è stato di 8 milioni di euro.
La creatura napoletana sarà gestita a cura e a spese dell’Eso (Europhean southern
observatory) che, in cambio della fornitura del telescopio, riconoscerà all’Osservatorio di
Capodimonte l’utilizzo gratuito di una frazione (circa il 20%) del tempo di osservazione.
Il telescopio entrerà in funzione probabilmente nella primavera del 2006.
Si tratta, dunque, di un’impresa tecnologica senza precedenti, nonché di una straordinaria
occasione di formazione per molti giovani ingegneri del sud e un modo per trasferire know
how all’industria. Come dire, il Made in Italy si difende egregiamente anche nella scienza.
Daniele Scuccato