Lezioni di Primo soccorso.

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CROCE ROSSA ITALIANA
INFERMIERE VOLONTARIE MONITORI
CORSO DI FORMAZIONE PER GLI
INCARICATI AL PRIMO SOCCORSO
A cura di:
In collaborazione con:
Aspetti medico-legali
del soccorritore
PRIMO SOCCORSO
È l'aiuto dato al soggetto, infortunato o
malato, da personale non qualificato in attesa
dell'intervento specializzato.
PRONTO SOCCORSO
È l'intervento prestato dal personale sanitario
specializzato.
LA FIGURA GIURIDICA
DEL SOCCORRITORE
Non esiste alcuna normativa di legge che indica
se il soccorritore sia o meno un incaricato di
pubblico servizio.
In questa vacatio legis, comunque, non
sembrerebbe essere una forzatura considerarlo
tale.
Per pubblico servizio si intende qualsiasi attività che,
senza rappresentare una funzione pubblica,
persegue comunque interessi della collettività.
IL SOCCORRITORE
ED IL CODICE PENALE
art. 593 del c.p. V V omissione di soccorso
Ogni cittadino è obbligato ad intervenire in
presenza di “… un corpo umano che sia o
sembri inanimato ovvero una persona ferita o
altrimenti in pericolo …”.
Tale obbligo consiste nel prestare l’assistenza
occorrente o, se il cittadino non è esperto,
quantomeno nel darne immediato avviso alle
autorità predisposte.
IL SOCCORRITORE
ED IL CODICE PENALE
Se il soccorso viene prestato direttamente,
il soccorritore lo fa a suo rischio e
pericolo.
In altre parole deve cercare di proteggere
la sua incolumità e deve anche
assumersi la responsabilità del proprio
intervento.
IL SOCCORRITORE
ED IL CODICE PENALE
Se per disgrazia il soccorso prestato
determinasse un peggioramento della
situazione o un decesso, il soccorritore
incorrerebbe nei reati di lesioni personali
colpose (art. 590 del c.p.) o peggio ancora di
omicidio colposo (art. 589 del c.p.).
Il termine "colposo" indica una non volontarietà della
conseguenza negativa della propria azione, di cui
tuttavia si è responsabile per negligenza, imprudenza
od imperizia (art. 55 del c.p.).
IL SOCCORRITORE TRA
INCUDINE E MARTELLO?
A
questo punto il soccorritore
sembrerebbe incastrato fra il dovere
di prestare soccorso ed il rischio di
commettere un eccesso colposo.
IL SOCCORRITORE TRA
INCUDINE E MARTELLO?
In realtà così non è in quanto il
soccorritore:
zha il compito di fare da tramite con
il lavoro di altro personale
qualificato;
znon deve fare mai qualcosa che
vada oltre le proprie capacità e
competenze.
IL SOCCORRITORE TRA
INCUDINE E MARTELLO?
art. 54del c.p. V V stato di necessità
“… non è punibile chi abbia commesso il fatto per
esservi stato costretto dalla necessità di salvare sè
od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla
persona, pericolo non da lui volontariamente
causato nè altrimenti evitabile, sempre che il fatto
sia proporzionale al pericolo”.
IL SOCCORRITORE TRA
INCUDINE E MARTELLO?
In altre parole, se l'infortunato è in grave pericolo e non è
possibile agire altrimenti, anche un soccorso maldestro o
un tentativo di soccorso è preferibile al lasciare l'infortunato
a se stesso.
Naturalmente il criterio di stato necessità è assolutamente
soggettivo e viene valutato caso per caso.
Inoltre, l'intervento deve essere PROPORZIONALE al
pericolo: se in caso di soffocamento, per esempio, il
soccorritore lede le vie aeree dell'infortunato nel tentativo di
farlo respirare, difficilmente sarà punibile.
IL SOCCORRITORE TRA
INCUDINE E MARTELLO?
LO STATO DI NECESSITÀ DUNQUE VALE COME
SOSTEGNO ALL’OPERA DEL SOCCORRITORE
IL QUALE PERÒ NON DEVE MAI ECCEDERE
NELLA SUA AZIONE DI SOCCORSO.
COMPITI DEL SOCCORRITORE
Per prima cosa deve tener conto
delle proprie possibilità e delle
proprie conoscenze in materia e
questo per evitare di trasformare
l’intervento d'aiuto in un intervento
che possa peggiorare la situazione
per la persona da soccorrere e per
sé stessi.
COMPITI DEL SOCCORRITORE
Il soccorritore non ha un elenco di compiti
predefiniti da effettuare.
Esso però deve perseguire alcuni obiettivi::
z Accertarsi dell'entità dell’incidente ed effettuare la
chiamata di soccorso
z Controllare l’incidente per evitarne o contenerne i
danni all'ambiente;
z Assistere la persona colta da malore od infortunata;
z Realizzare, se necessario, un primo soccorso in
attesa dell'arrivo di personale qualificato.
COMPITI DEL SOCCORRITORE
regole generali
Cosa non fare
•
•
•
•
•
lasciare l’infortunato prima dell’arrivo del personale sanitario
prestare interventi superiori alle proprie capacità
effettuare manovre inventate od improvvisate
somministrare liquidi, specialmente alcool
spostare l’infortunato con probabili lesioni alla colonna
vertebrale se non in caso di assoluta necessità
• ricomporre fratture e/o lussazioni
• togliere un oggetto estraneo in qualsiasi parte del corpo
COMPITI DEL SOCCORRITORE
regole generali
Cosa fare
• allontanare i curiosi
• esaminare il luogo dell’evento per evidenziare ulteriori
situazioni di pericolo ed individuare l’eventuale causa
dell’infortunio o malore
• esaminare l’infortunato per rilevare i parametri vitali e la
presenza di sintomi e/o segni
• prestare i primi soccorsi in relazione alla gravità
dell’evento ed in proporzione alle proprie capacità
Organizzazione e gestione
dell’emergenza sanitaria
Fonti disponibili per le informazioni
9 il pz se cosciente
9 i presenti che hanno assistito all’evento
9 il luogo dell'intervento
9 la dinamica dell'incidente
9 le caratteristiche delle lesioni riportate
18
TRIAGE
TRIAGE
È una procedura per valutare e classificare le
diverse situazioni sanitarie al fine di assegnare
loro una priorità di intervento.
Questo si realizza distinguendo le diverse
situazioni sanitarie in:
• urgenti e non urgenti
• gravi e non gravi
al fine di dare alle richieste di soccorso una
risposta appropriata.
EMERGENZA/URGENZA
≠ GRAVITÀ
L’entità di un danno non sempre è proporzionale al pericolo di
morte del soggetto colpito ed alla necessità di prestargli
soccorso
 Emergenza /Urgenza:
 Situazione Grave:
1. le funzioni vitali del soggetto 1. il danno sulla salute del pz è
sono compromesse
serio ma stabile: non vi è
imminente pericolo di vita
2. la sua sopravvivenza è in
pericolo ⇒ c’è necessità di 2. la sua sopravvivenza è poco
influenzata dalla rapidità del
praticare un rapido soccorso
soccorso,
ma
dipende
piuttosto
dalla
sua
appropriatezza
Emergenza/urgenza e gravità:
Emergenza/urgenza e gravità non sempre vanno assieme:
occorre sempre distinguere le situazioni per agire in modo appropriato!
Tipo d’infortunio
Valutazione del caso
Tipo di risposta
• frattura
della É una situazione L’infortunato può esser
sul
luogo
colonna
grave
ma
non lasciato
dell’incidente in attesa di un
vertebrale
urgente
trasporto qualificato
• ingestione di un È
una
corpo estraneo
Emergeza/Urgenza
sanitaria che deve
essere
trattata
tempestivamente
L’intervento non è differibile nel
tempo: la vita è in pericolo;
occorre praticare subito le
manovre necessarie
Non appena l’ostruzione viene
rimossa l’infortunato torna alla
normalità
CLASSIFICAZIONE
IN CODICI
Per semplicità i pazienti vengono
classificati in codici a cui corrisponde un
colore e quindi una priorità di trattamento.
CODICE ROSSO
Tipo di S.S.
Emergenza
(situazione
critica
per
la
sopravvivenza)
Valutazione
Risposta
Sono compromessi
i • valutazione del pz
parametri vitali ⇒ c’è • allertamento del 118
pericolo di vita ⇒ è • interventi di Primo
necessario un trattamento
Soccorso
immediato
• ricovero immediato
CODICE GIALLO
Tipo di S.S.
Urgenza
(situazione
instabile, che può
evolvere verso la
criticità)
Valutazione
La sopravvivenza non è
ancora compromessa, ma
occorre “monitorare”
i
parametri vitali (coscienza,
respiro,
circolo),
che
potrebbero
velocemente
alterarsi
Risposta
•
•
•
•
valutazione del pz
allertamento del 118
assistenza continua
ricovero rapido
CODICE VERDE
Tipo diS.S.
Valutazione
Risposta
Non c’è pericolo di vita • Valutazione del pz
immediato o a breve • evitare l’allertamento
termine ⇒ la diagnosi del 118
ed
il
trattamento • accesso in ospedale o al
(situazione stabile, a possono
esser medico curante con
mezzi privati
rischio
potenziale ragionevolmente
⇒ eventuale ricovero
d’instabilità)
differiti
Urgenza
Potenziale
⇒ invio a domicilio
CODICE BIANCO
Tipo di S.S.
Valutazione
Risposta
Non c’è alcun rischio • valutazione del pz
per il soggetto; si tratta • evitare l’ allertamento
del 118
(situazione
stabile di comuni patologie che
per
i
parametri possono esser gestite dal • assistere la persona ed
inviarla al proprio
medico
curante
vitali)
Non Urgenza
medico curante
mezzi propri
con
Critical Unstable Potentially unstable Stable (CUPS)
CODICE ROSSO
EMERGENZA
Arresto cardiaco
Arresto respiratorio
CODICE GIALLO
URGENZA
Depressione respiratoria
Depressione del snc
Ustioni > 18%
Segni di chock
Stato mentale alterato
Convulsioni
Traumi maggiori
CODICE VERDE
URGENZA POTENZIALE
Lesioni maggiori isolate
Difficoltà respiratoria
Ustioni moderate
CODICE BIANCO
NON URGENZA
Lesioni minori
Malattie non critiche
Ustioni minori
Lesioni delle estremità non complicate
Autoprotezione
dei Soccorritori
I rischi nel soccorso
Nelle
situazioni
di
emergenza bisogna fare
attenzione: a volte il
soccorritore può andare
incontro a dei rischi
La prima regola da tenere costantemente tenere
presente è di cercare di intervenire SENZA
METTERE A RISCHIO LA PROPRIA INCOLUMITA'
I rischi nel soccorso
Í AMBIENTE IN CUI SI SVOLGE IL SOCCORSO
Í CONDIZIONE / COMPORTAMENTO DELLA
VITTIMA
Í SANGUE
VITTIMA
E
FLUIDI
BIOLOGICI
DELLA
A
Ambiente
z traffico veicolare
intenso/incontrollato
z presenza di fumo/fuoco
z sviluppo di gas tossici
z pericolo di esplosione
z pericolo di crollo
z altro
Garantire sempre la
sicurezza della scena!
1. Rimuovendo
i
pericoli ambientali
2. Spostando, solo nei
casi di necessità, la
vittima in un luogo
sicuro
A
Esempio: Folgorazione
Il soccorritore deve fare attenzione a non
prendere a sua volta la scossa, qualora
l'infortunato sia ancora in contatto con
la fonte elettrica.
Prima di intervenire bisogna staccare la
corrente o, se non è possibile,
allontanare il folgorato con un bastone
di legno, perfettamente asciutto, dopo
essersi isolati attraverso uno strato di
legno o di gomma (cattivi conduttori).
A
Esempio: Incidente Stradale
In questo caso è bene prestare attenzione a non
essere
travolti
dalle
automobili
che
sopraggiungono, disponendo un triangolo di
avvertimento, inviando qualcuno a fare le
opportune segnalazioni.
Allo stesso modo, bisogna evitare di lasciare la
propria auto in mezzo alla strada, col pericolo di
procurare ulteriori incidenti, e accostarla sul
ciglio della strada.
A
Esempio: Annegamento
Gettarsi in acqua per cercare di trarre in
salvo l'infortunato, può essere molto
pericoloso, se non si conoscono le
tecniche di salvataggio e se non si è degli
ottimi nuotatori.
Il rischio è che chi sta per affogare trascini
con sé il soccorritore.
In questi casi bisogna sempre cercare di
gettare un salvagente, oppure raggiungere
chi affoga con una barca, un materassino o
qualcosa di galleggiante.
BCondizione / comportamento della
vittima
z psicosi in fase acuta
z agitazione psicomotoria
z Convulsioni
z movimenti incongrui ⇐
trasporto di un paziente
spostamento
z inalazione di sostanze tossiche
o
B
Esempio:
Respirazione Artificiale
Alcune tecniche di rianimazione, come
per esempio la respirazione bocca a
bocca, possono risultare pericolose per il
soccorritore: in questo modo si possono
trasmettere molte malattie, soprattutto se
l'infortunato ha delle perdite di sangue
oppure ha inalato delle sostanze tossiche.
B
Uso della
Pocket mask
• Di facile impiego
• Si applica facilmente sulla
bocca del soggetto in arresto
respiratorio
• Offre una valida barriera
contro il rischio di contagio
C
SANGUE E FLUIDI BIOLOGICI
DELLA VITTIMA
¾ muco, saliva, sangue ed altri fluidi biologici
della vittima: se infetti possono essere fonte
di contagio per il soccorritore
¾ in ogni contatto con la vittima (specie se
sanguinante) si devono adottare le
precauzioni universali con l’impiego di
mezzi di barriera
C
Guanti monouso
z Devono essere indossati per
proteggere entrambe le mani
z Vanno infilati prima di iniziare
le attività di soccorso e tenuti
fino a che si è in contatto con
materiale
potenzialmente
contagioso
z Dopo il loro utilizzo vanno
sfilati afferrandoli dal lembo
Si trovano di norma
libero all’altezza del polso
nelle cassette del
z Quando si assistono soggetti
pronto soccorso
diversi, passando da un ferito
all’altro si devono cambiare i
guanti per evitare il contagio tra
gli stessi feriti
Argomenti trattati
in questo modulo:
• Anatomia
e
fisiologia
dell’apparato
cardiovascolare e respiratorio
• Rianimazione CardioPolmonare di base
Apparato Cardiovascolare
L'apparato cardiocircolatorio è
come un sistema idraulico
formato dal cuore, che
funziona come una pompa, e
da un complesso sistema di
vasi
sanguigni,
che
distribuiscono il sangue per
tutto il corpo.
Cuore
Polmoni
Aorta
Cuore
Il cuore è un organo muscolare cavo, grande quanto un pugno ed a
forma di una pera con la punta rivolta verso il basso.
Esso è situato al centro del torace fra i due polmoni, appoggiato sul
muscolo diaframma che a mò di cupola separa la cavità toracica da
quella addominale.
Cavità cardiache
Il cuore è costituito da quattro
cavità, due superiori (gli atri) e
due inferiori (i ventricoli).
{ Gli atri non comunicano tra di loro; allo stesso modo i due
ventricoli non comunicano tra di loro.
{Viceversa, l’atrio destro comunica con il ventricolo destro e
l’atrio sinistro comunica con il ventricolo sinistro.
Si riconoscono, allora, due sezioni cardiache: una parte
destra (cuore destro) ed una parte sinistra (cuore
sinistro).
Vasi sanguigni
Il sangue circola nel nostro organismo
attraverso i vasi sanguigni che si distinguono in
arterie, capillari e vene.
Vasi sanguigni
Le arterie: portano il sangue dal cuore alla periferia.
Vasi sanguigni
I capillari hanno una parete sottile e porosa che ne
consente gli scambi metabolici con i tessuti a cui sono
estesamente e fittamente distribuiti.
Vasi sanguigni
Le vene raccolgono il sangue dalla periferia e lo
convogliano al cuore.
Grande e Piccola Circolazione
La circolazione del sangue nel nostro organismo
segue due diversi circuiti: la grande e la piccola
circolazione.
Grande Circolazione
(Circolazione Sistemica)
La grande circolazione si distribuisce a tutto il corpo ed ha
la funzione di ossigenare e nutrire i vari organi e tessuti.
Inizia con il ventricolo sinistro che riceve il sangue ricco di ossigeno proveniente dal
sovrastante atrio e lo eietta nell’aorta.
L’aorta, man mano che si allontana dal cuore, si ramifica in arterie di calibro sempre più
piccolo che si distribuiscono a tutto il corpo alla cui periferia si sfilacciano nella rete dei
capillari attraverso cui avvengono gli scambi nutritivi con le cellule dei vari tessuti: il
sangue cede O2 e sostanze nutritive e recupera CO2 e scorie metaboliche.
I capillari, a loro volta, confluiscono in vene di calibro sempre maggiore fino a costituire
le due vene cave che vanno a sfociare nell'atrio destro del cuore al quaale riconducono il
sangue proveniente dalla periferia del corpo ricco di CO2 e prodotti di rifiuto.
Piccola Circolazione
(Circolazione Polmonare)
La piccola circolazione ha la funzione di ossigenare e
depurare il sangue proveniente dalla periferia del corpo.
Inizia con il ventricolo destro che riceve il sangue venoso proveniente dal soprastante
atrio e lo espelle nell’arteria polmonare.
L’arteria polmonare presto si suddivide in due tronchi (destro e sinistro) che vanno nei
due polmoni dove si ramificano in rami di calibro sempre minore fino a sfociare nella
rete dei capillari polmonari attraverso i quali avviene l’ossigenazione del sangue.
I capillari polmonari, a loro volta, confluiscono in vasi venosi sempre più grandi finché si
originano le quattro vene polmonari che vanno ad aprirsi nell'atrio sinistro del cuore.
Grande e Piccola Circolazione
ATRIO
DESTRO
VENTR.
DESTRO
POLMONI
TESSUTI
VENTR.
SINISTRO
ATRIO
SINISTRO
Ricapitolando: la grande e la piccola circolazione, come in un circuito
idraulico, sono tra loro collegate in “serie” e fra di esse risulta
interposto il cuore che quindi svolge una funzione centrale e
fondamentale nell’ambito dell’apparato cardiovascolare.
Frequenza cardiaca e polso arterioso
Il numero delle contrazioni del cuore in un minuto
costituisce la frequenza cardiaca: in un soggetto
adulto sano la frequenza cardiaca varia dai 60 agli
80 battiti al minuto.
La frequenza cardiaca può essere apprezzata con la
rilevazione del polso arterioso: si tratta di una
manovra che serve a percepire le pulsazioni di
un'arteria espressione dell'attività cardiaca; i polsi
più importanti per la rilevazione sono il polso
radiale e quello carotideo.
Una volta percepito il polso, si contano le
pulsazioni per 15 secondi e si moltiplica per 4: il
risultato ottenuto ci dà la frequenza cardiaca.
Apparato Respiratorio
L'apparato respiratorio è costituito da una serie di
organi cavi che formano un canale di collegamento
tra l'esterno, costituito dall'aria atmosferica, e
l'interno del corpo, rappresentato dai polmoni.
Apparato Respiratorio
L’aria penetra attraverso il naso e la
bocca e percorre prima la laringe e
poi la trachea che si divide in due
bronchi principali (destro e sinistro)
che penetrano nei polmoni.
All’interno dei polmoni ciascun bronco si suddivide in
bronchi di diametro via via sempre più piccolo, ramificandosi
nell’albero respiratorio che distalmente termina con delle
sacche terminali a grappolo chiamate “alveoli polmonari”.
Apparato Respiratorio
La funzione principale dell’apparato respiratorio è la
respirazione che consente l’ossigenazione del sangue
e la sua depurazione dall'anidride carbonica.
Tale funzione viene realizzata grazie alla ventilazione
ed alla diffusione alveolare.
Ventilazione
La ventilazione è rappresentata dalla
successione degli atti respiratori che
comprendono:
zl’inspirazione: attraverso cui l'aria
atmosferica viene introdotta nei polmoni
zl’espirazione: attraverso cui l’aria viene
espulsa dai polmoni
In un soggetto adulto sano si osservano
circa 16 atti respiratori al minuto.
Inspirazione
Nel corso dell’ispirazione i
cosiddetti muscoli respiratori si
contraggono e con la loro azione
dilatano la gabbia toracica che,
per il tramite delle pleure,
aderisce ai polmoni che a loro
volta di distendono.
Questo meccanismo fa sì che i
polmoni si comportino proprio
come un mantice: espandendosi
richiamano nel proprio interno
l’aria proveniente dall’esterno.
Espirazione
Durante
l'espirazione,
invece, il diaframma ed i
muscoli
intercostali
si
rilassano per cui la gabbia
toracica ed i polmoni si
retraggono passivamente.
In questo modo l’aria
contenuta nei polmoni
viene
espulsa
verso
l’esterno.
Diffusione Alveolare
Il processo di diffusione è
rappresentato dallo scambio dei
gas
(ossigeno
e
anidride
carbonica) che avviene a livello
degli alveoli polmonari.
Diffusione Alveolare
Gli scambi gassosi avvengono attraverso
la parete degli alveoli la quale è
estremamente sottile e porosa ed è
percorsa nel proprio spessore dai
capillari polmonari.
In particolare, succede che a livello della
parete alveolare:
z l’ aria inspirata presente negli alveoli
cede ossigeno al sangue che scorre
nei capillari polmonari
z Il sangue, da parte sua, libera
anidride carbonica nell’aria contenuta
negli alveoli che viene poi espirata
all’esterno dell’organismo
“Il viaggio dell’ossigeno”
Ogni cellula umana ha bisogno di ossigeno per vivere.
In condizioni di carenza assoluta di ossigeno (anossia)
la cellula va incontro:
1. In un primo tempo a danni funzionali e strutturali
potenzialmente reversibili qualora venga ripristinata
la fornitura di O2
2. Oltre un certo tempo di anossia i danni riportati dalla
cellula diventano irrecuperabili anche con il
ripristino dell’ossigenazione
“Il viaggio dell’ossigeno”
Nel nostro organismo esistono diversi tipi di cellule che
rispondono in modo diverso all’anossia:
z La cellula della cute o quella di un muscolo della
gamba resistono all’anossia anche per diverse ore
z La cellula cerebrale (neurone) in condizioni normali
resiste all’anossia solo alcuni minuti
“Il viaggio dell’ossigeno”
I neuroni sono al tempo stesso:
z Le cellule più nobili
In quanto sovraintendono alle funzioni superiori:
{ Stato di coscienza: personalità – pensiero – ragione –
intelligenza – memoria – volontà – emozioni
{ Motilità
{ Sensibilità
In caso di morte cerebrale l’individuo si
riduce allo stato vegetativo
z Le cellule più delicate
Poiché hanno bisogno di una continua ossigenazione per via
ematica, e questo essenzialmente perché nel cervello non
esistono depositi locali di O2
“Il viaggio dell’ossigeno”
ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO
ANOSSIA CEREBRALE
LESIONI CEREBRALI
MORTE
“Il viaggio dell’ossigeno”
MORTE CLINICA: tempo 0 ⇒ Inizia
nel momento in cui si arresta l’attività
cardio-circolatoria e quindi cessa
l’ossigenazione ematica.
LESIONI CEREBRALI: 4-6 m ⇒
Sono
dovute
alla
mancata
ossigenazione delle cellule nervose.
MORTE BIOLOGICA: 10 m ⇒
Ha luogo quando le cellule nervose
cominciano a morire a causa della
protratta mancanza di ossigeno.
“Il viaggio dell’ossigeno”
Il Primo Soccorritore ha come prima priorità quella
di garantire che l’ossigeno raggiunga i neuroni della
vittima prima che possano insorgere danni cerebrali
irreversibili.
Il Primo Soccorritore, quindi, diventa il Custode del
viaggio dell’ossigeno dall’aria ambientale alle
cellule cerebrali, viaggio che concettualmente si
svolge in tre tappe:
“Il viaggio dell’ossigeno”
1. Prima tappa = dall’aria esterna ai polmoni
Si compie nelle vie aeree = airways = A
2. Seconda tappa = dai polmoni al sangue
Si compie per mezzo della respirazione = breathing =
B
3. Terza tappa = dal sangue ai neuroni
Si compie per mezzo del cuore che con la sua azione
di pompa assicura la circolazione = circulation = C
“Il viaggio dell’ossigeno”
Custodire il viaggio dell’ossigeno dall’aria
ambientale alle cellule cerebrali, allora, significa
in sostanza:
1. Valutare in sequenza che in ciascuna delle tre
tappe (A Î B Î C) l’O2 non incontri ostacoli
2. Agire rimuovendo l’eventuale ostacolo incontrato
e passare alla valutazione della tappa
successiva
BLS
Basic Life Support
Si intende un insieme di interventi e di manovre
finalizzate a sostenere (e, se possibile, ripristinare) le
funzioni vitali:
• Stato di coscienza
• Respirazione
• Circolazione
funzioni indispensabili per la vita
Protocolli d’intervento
zL’emergenza sanitaria deve essere
affrontata con qualità e tempestività.
zI protocolli aiutano ad eseguire le manovre
idonee, nella giusta sequenza e nel più
breve tempo.
zLe procedure da seguire sono in continuo
aggiornamento, alla ricerca sempre di nuovi
metodi più efficaci per salvare vite umane.
Protocollo A-B/C
z Il protocollo che verrà presentato è quello
proposto dal Gruppo di Lavoro sul BLS (Basic
Life Support) dell’ERC (European Resuscitation
Council) del 2005.
z Queste linee guida ERC aggiornano le
precedenti edite nel 2001: esse derivano dalle
evidenze scientifiche accumulatesi negli ultimi
anni e sono state approvate dall’ILCOR
(International
Liaison
Committee
on
Resuscitation = comitato internazionale che
riunisce le principali società di rianimazione
cardio-respiratoria).
Protocollo A-B/C
Lo schema-protocollo A-B/C indica 3 gruppi di
interventi salva-vita che vengono contraddistinti
con le prime tre lettere dell’alfabeto (A, B, C) che
peraltro corrispondono alle iniziali delle parole
inglesi: z Airway (vie aeree)
z Breathing (respiro)
z Circulation (circolazione)
Tali gruppi di intervento salvavita devono
essere messi in atto in questa rigida
sequenza temporale.
Protocollo A-B/C
Lo schema-protocollo A-B/C indica 3 gruppi di
interventi salva-vita che vengono contraddistinti
con le prime tre lettere dell’alfabeto (A, B, C) che
peraltro corrispondono alle iniziali delle parole
inglesi: z Airway (vie aeree)
z Breathing (respiro)
z Circulation (circolazione)
Ognuno di essi prevede una valutazione
preliminare a cui fa seguito una precisa
azione.
Protocollo A-B/C
sequenza dei gruppi di intervento
A=
VALUTAZIONE
AZIONE
ASSENZA
STATO DI
COSCIENZA
APERTURA
DELLE VIE
AEREE
Protocollo A-B/C
sequenza dei gruppi di intervento
B=
VALUTAZIONE
AZIONE
ASSENZA
RESPIRO
RESP.NE
ARTIF.LE
Protocollo A-B/C
sequenza dei gruppi di intervento
C=
VALUTAZIONE
AZIONE
ASSENZA
POLSO
ARTERIOSO
MCE
Protocollo A-B/C
sequenza dei gruppi di intervento
Perché il protocollo A-B/C inizia con la
valutazione dello stato di coscienza?
La presenza dello stato di coscienza indica che:
• le vie aeree sono pervie Î non c’è blocco in A
• è presente il respiro Î non c’è blocco in B
• è presente il polso arterioso Î non c’è blocco in C
Protocollo A-B/C
sequenza dei gruppi di intervento
Perché il protocollo A-B/C inizia con la
valutazione dello stato di coscienza?
L’assenza dello stato di coscienza indica la
possibilità che vi sia un blocco in A e/o B e/o C:
in questo caso bisogna ricercare l’eventuale
blocco ed eventualmente rimuoverlo.
Protocollo A-B/C
sequenza dei gruppi di intervento
Perché i gruppi di intervento B/C
vanno fatti contemporaneamente?
La simultaneità dell’esecuzione di questi due
gruppi di intervento riduce i tempi di inizio della
rianimazione cardio-polmonare e quindi della
ripresa del viaggio dell’ossigeno verso il cervello
Î limitare i danni cerebrali
A
VALUTAZIONE
STATO DI COSCIENZA
Nel sospetto di un trauma cranico
e/o cervicale
e/o all’altezza
VaManovra
tutto
bene?
del delle
spalle, limitati semplicemente a
“chiama
euna
scuoti”
toccarlo
spalla
Riesci
asumuoverti?
Piegati leggermente
sulla vittima,
premendo
su di
Puoi
aprire
essa
o dandogli
un
pizzocotto
afferralo
per gli
le occhi?
spalle e
sulscuotendolo
braccio.
leggermente
Nel
dubbio,ad
comportati
parlagli
alta vocecome se
il trauma lo avesse subito.
1
A
VALUTAZIONE
STATO DI COSCIENZA
Presenza di:
z Risposta verbale
z Risposta motoria
z Apertura occhi
1a
PAZIENTE
COSCIENTE
1. Non spostarlo dalla posizione in cui si trova (tranne nei casi
in cui vi è imminente pericolo ambientale di vita)
2. Prosegui nella valutazione per individuare il problema
3. Sorveglia la vittima e verificane periodicamente lo stato di
coscienza: la vittima può perdere coscienza in qualunque
momento!!!
A
VALUTAZIONE
STATO DI COSCIENZA
Assenza di:
z Risposta verbale
z Risposta motoria
z Apertura occhi
1b
PAZIENTE
INCOSCIENTE
1.Attiva i soccorsi qualificati
2.Posiziona la vittima e scopri il torace
3.Assicura l’apertura delle vie aeree
4.Ispeziona il cavo orale
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
attivazione dei soccorsi
• chiedi a uno dei compagni
di lavoro di chiamare i
soccorsi
• se sei solo, chiamalo
direttamente con il mezzo
di
comunicazione
disponibile
1b1
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
posizionamento vittima
1b2
• Poni la vittima su un piano rigido (quale il
pavimento) in posizione supina
• Allinea tra loro il capo, il collo, il tronco e gli arti
• Libera il collo e scopri il torace
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
apertura vie aeree
1b3
IPERESTENSIONE DELLA TESTA
Si esegue ponendo due dita sotto il mento ed il palmo
dell’altra mano sulla fronte.
A
questo
punto
si
abbassa
la
testa
e
contemporaneamente si solleva il mento.
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
apertura vie aeree
IPERESTENSIONE DELLA TESTA
In questo modo si evita che la base
della lingua rilassandosi possa andare
ad ostruire le vie aeree.
1b3
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
apertura vie aeree
soccorritore si pone dietro al
Nelpaziente:
sospetto di un trauma del
1. con le dita lunghe ci si pone a livello
rachide
cervicale si lascia la
degli angoli della mandibola
testa
posizione
neutrasietiene
si
2.
con in
i polsi
e gli avambracci
effettua
manovra di apertura
ferma lalatesta
3.
si spingedella
dunque
la mandibola in
manuale
bocca
avanti, utilizzando anche i due
pollici, posti a destra ed a sinistra
del mento
4. aperta la bocca, si afferra la lingua
con una garza od una pinza e la si
tira in avanti
1b3
Il
APERTURA
DELLA BOCCA
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
ispezione cavo orale
Aperta la bocca della
vittima:
1.Esplora visivamente il
cavo orale
2.Se presente un corpo
estraneo
prova
a
rimuoverlo
1b4
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
corpo estraneo solido
1b4
In presenza di un corpo estraneo solido prova a
rimuoverlo utilizzando:
z il dito indice ad uncino
z le dita indice e medio articolate a pinza
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
corpo estraneo solido
1b4
Mai inserire “alla cieca” le dita nel cavo orale: è
indispensabile vedere l’oggetto estraneo prima di
tentarne l’estrazione con le dita Î diversamente, si
rischia di spingere l’oggetto ancora più in profondità
nella gola
ATTENZIONE!!!
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
materiale liquido
1b4
In presenza nella cavità orale di materiale
liquido (sangue – vomito – succo gastrico –
altro) ruota lateralmente il capo della vittima Î
drenaggio laterale per caduta
ATTENZIONE!!!
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
materiale liquido
1b4
Nel pz traumatizzato o sospetto tale va
assolutamente
evitata
qualsiasi
mobilizzazione attiva e passiva del collo.
ATTENZIONE!!!
A
PAZIENTE INCOSCIENTE
materiale liquido
In questo caso si procede con:
z la rotazione in blocco di tutto il corpo
z l’aspirazione dei liquidi
1b4
B/C
VALUTAZIONE
DEL RESPIRO
1
Contando a voce alta da 1 a 10, esegui il GAS:
z Guardo:
le
escursioni del torace
eventuali
z Ascolto: il rumore dell’aria
che eventualmente fuoriesce
dalla bocca e dal naso
z Sento:
sulla guancia gli
sbuffi d’aria che eventualmente
fuoriescono dalla bocca e dal
naso
B/C
VALUTAZIONE
DELLA CIRCOLAZIONE
Contemporaneamente al
carotideo:
GAS
1
rileva il polso
Partendo dalla parte centrale del mento,
medio ed indice scendono lungo la zona
centrale del collo fino a palpare il pomo
d'Adamo (più prominente nell’uomo).
Da questo punto ci si sposta di circa 2
cm verso il proprio lato e con i
polpastrelli delle dita si esercita una
leggera pressione per non comprimere
eccessivamente la carotide.
B/C
RESPIRO PRESENTE
POLSO PRESENTE
2a
zponi la vittima in
posizione laterale
di sicurezza
zcontrolla che la
vittima continui a
respirare
Posizione laterale di sicurezza
1. piegare ad angolo
retto il braccio più
vicino
al
soccorritore
2. afferrare
l’altro
braccio e spostarlo
verso la spalla
controlaterale
ancorando la mano
sulla
testa
dell’omero
Posizione laterale di sicurezza
4. sistemare il piede posto in alto
nel cavo popliteo della gamba
opposta
e
sistemare
in
iperestensione
e
rotazione
laterale la testa della vittima,
poggiandovi sotto la mano del
braccio ruotato.
3. afferrare la spalla del paziente
opposta al soccorritore e il
cavo popliteo dello stesso lato
e provocare la rotazione di
tutto il corpo della vittima
verso di sé.
B/C
RESPIRO ASSENTE
POLSO PRESENTE
2b
Inizia le ventilazioni artificiali
ad una frequenza di 10
insufflazioni al minuto (circa 1 ogni 6
secondi).
Le insufflazioni devono essere lente e
progressive, della durata di 1
secondo.
Durante ogni insufflazione
l’espansione del torace.
osserva
B/C
TECNICA BOCCA-BOCCA
2b
z chiudi le narici della vittima con
due dita o con apposita pinza
z con paziente a capo iperesteso,
fai aderire le tue labbra alle
labbra della vittima
z insuffla
con
decisione
ma
lentamente aria per circa 1
secondo attraverso la bocca della
vittima
z osserva, durante la manovra,
l’escursione del torace
B/C
TECNICA
BOCCA-MASCHERA
2b
Con il soccorritore posizionato alla testa della
vittima (in caso di due soccorritori) oppure al
lato della stessa (in caso di soccorritore unico),
si appoggia la apposita maschera sul volto
della vittima facendo attenzione che sia della
misura adeguata a coprire bocca e naso e che
l’apice della maschera sia posto in
corrispondenza della radice del naso.
Con le dita indice e pollice a “C” di una mano si
mantiene la maschera aderente al volto mentre
con le altre dita si mantiene sollevata la
mandibola per l’ìperstensione del capo.
A questo punto si insuffla l’aria con la propria
bocca attraverso l’apposito raccordo.
B/C
PALLONE AMBU
2b
E' uno strumento che serve per effettuare
la respirazione artificiale. Funziona come
un piccolo mantice: è composto da un
pallone autoespandibile che si schiaccia
manualmente e si rigonfia passivamente
in maniera automatica.
L’utilizzo di tale presidio è consigliato in quanto:
¾ è la tecnica più efficace ed anche la più sicura poiché evita il contatto diretto
soccorritore-vittima.
¾ l'aria insufflata viene presa direttamente dall'ambiente esterno, non proviene
dai polmoni del soccorritore, per cui contiene delle percentuali di ossigeno
superiori
¾ evita l’esaurimento fisico del soccorritore
B/C
RESPIRO E POLSO
ASSENTI
Inizia
la
RCP
alternando
compressioni
toraciche
a
insufflazioni di aria.
3a
30
2
B/C
Massaggio Cardiaco
Esterno
3b
Il MCE si esegue
praticando
le
compressioni
toraciche
Attraverso il massaggio cardiaco il cuore pompa il sangue
soltanto al 20% - 40% del normale, ma questo è sufficiente
per tenere in vita l'infortunato sino al suo arrivo in un pronto
soccorso dove, attraverso un defibrillatore, si tenterà di
ripristinare l'attività cardiaca attraverso scariche elettriche.
B/C
DOVE COMPRIMERE
3b
1. Assumere la corretta posizione inginocchiandosi al fianco della vittima
con le ginocchia all’altezza del torace
1. Posizionare il palmo di una mano al centro del torace sul terzo medio
dello sterno.
2. Sovrapporre a questa l’altra mano e intrecciando le dita di questa con
quelle della prima, evitando che la compressione possa avvenire sulle
coste, sulla parte inferiore dello sterno, sulla parte superiore dell’addome
B/C
COME COMPRIMERE
3b
1. Sovrapporre i palmi delle due mani sul
punto di compressione.
2. Tenere le braccia estese senza piegare i
gomiti.
3. Comprimere il torace della vittima
appoggiandosi sopra, sfruttando il peso del
proprio
corpo
e
facendo
fulcro
sull’articolazione dell’anca.
z La forza della compressione deve essere tale da provocare una depressione
sternale di almeno 4-5 cm.
z La compressione deve essere immediata e subito dopo deve essere
annullata per consentire al cuore di riempirsi nuovamente.
z Durante il rilasciamento le mani non devono staccarsi dal torace ma devono
accompagnarlo durante la sua espansione.
z Compressione e rilasciamento devono avere stessa durata ed ampiezza
(rapporto 1:1).
B/C
QUANTO COMPRIMERE
3b
Le compressioni toraciche vanno
eseguite con una frequenza di crica
100 al minuto e secondo un rapporto
compressioni/ventilazioni di 30:2
⇓
Alternare 30 compressioni a 2
ventilazioni
Sia in presenza di 1 che di 2
soccorritori
B/C
RIANIMAZIONE
CON 1 SOCCORRITORE
3b
Rapporto C/V = 30:2
¾si
inizia
con
30
compressioni sternali e si
prosegue
con
due
ventilazioni:
quindi
ricomincia il ciclo
¾ogni 4 cicli completi (circa
2 minuti) si verifica la
ripresa
del
polso
arterioso
B/C
RIANIMAZIONE
CON 2 SOCCORRITORI
3b
Rapporto C/V = 30:2
¾ il primo soccorritore esegue 30
compressioni sternali e si
arresta dopodiché il secondo
soccorritore
esegue
2
insufflazioni di aria
¾ dopo ogni 4 cicli completi
(circa 2 minuti) si verifica la
ripresa del polso arterioso
¾ in genere dopo ogni 4 cicli i
due soccorritori invertono i
ruoli
Controllo della ripresa di attività
cardiaca e respiratoria autonoma
Dopo due minuti (circa 4 cicli) ricontrollare i parametri vitali
seguendo lo schema inverso rispetto all’A-B-C:
C
B
A
Polso assente ⇒
continuare
le
manovre di RCP
Polso presente e
respiro assente ⇒
continuare
la
ventilazione
Polso
presente,
respiro presente e
pz incosciente ⇒
posiz. lat. sicur.
Quando iniziare la RCP
z Le manovre del BLS prevedono un supporto di base delle
funzioni vitali ed hanno lo scopo principale di arrestare il
progredire della morte clinica in morte biologica.
z Per tale ragione il soccorritore deve sempre iniziare le manovre
rianimatorie senza tener conto dell’età apparente della vittima,
dell’aspetto cadaverico e della midriasi.
Quando NON procedere con la RCP
• Presenza di macchie ipostatiche nelle zone declivi del corpo,
decomposizione tissutale, ferite palesemente mortali.
• Vittima priva di attività CR da oltre 20 minuti.
Quando interrompere la RCP
z Quando è stata ripristinata una attività respiratoria e cardiaca
autonoma con la comparsa di segni di circolo.
z Quando arrivano i soccorsi qualificati.
z Circa il problema della sospensione delle manovre di RCP
quando queste non danno risultato, la legislazione italiana
riconosce solo nel medico l’unica figura in grado di stabilire
l’avvenuto decesso della vittima: ne deriva che i soccorritori
dovranno proseguire la rianimazione fino all’arrivo di un medico
o fino all’esaurimento delle proprie forze.
Argomenti trattati
in questo modulo:
•
•
•
•
Ostruzione delle vie aeree
Emorragie
Shock
Disturbi della coscienza: Lipotimia, Sincope
e Coma
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE
Un corpo estraneo, penetrato accidentalmente in
bocca, può spingersi variamente in profondità ed
ostruire le vie aeree portando all’asfissia.
E’ il caso, per esempio, dell’inalazione da parte dei
bambini di piccoli corpi estranei (quali monete,
bottoni, bilie, ecc,) oppure di ostruzione determinata
negli adulti dal cibo o da frammenti di protesi
dentaria.
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE
La presenza di un corpo estraneo
(di forma e dimensioni varie)
nelle vie aeree determina una
ostruzione parziale o completa
delle stesse con compromissione
della respirazione fino al suo
completo arresto.
L'infortunato improvvisamente: respira con difficoltà ed in
maniera rumorosa - è incapace di parlare – tossisce - avverte
dolore retro-sternale - ha un senso di soffocamento
OSTRUZIONE PARZIALE
⇓
IN SOGGETTO
COSCIENTE
OSTRUZIONE COMPLETA
⇓
⇓
IN SOGGETTO
IN SOGGETTO
COSCIENTE NON COSCIENTE
OSTRUZIONE PARZIALE
IN SOGGETTO COSCIENTE
Il soggetto:
• è in grado di respirare, talora con difficoltà
• tossisce tentando di espellere il corpo
estraneo
In questo caso, chiamare i soccorsi ed
incoraggiare la vittima a tossire
OSTRUZIONE COMPLETA
IN SOGGETTO COSCIENTE
Il soggetto:
• non è in grado di respirare oppure
respira in maniera inefficace e
rumorosa
• non è in grado di parlare
• non è in grado di tossire
• perde rapidamente conoscenza
OSTRUZIONE COMPLETA
IN SOGGETTO COSCIENTE
In questo caso:
1. Chiamare i soccorsi
2. Rimuovere dalla bocca eventuali corpi estranei
visibili
ATTENZIONE!!!
non sempre l'oggetto è estraibile manualmente, inoltre si
corre il rischio di spingerlo ancora più all'interno
OSTRUZIONE COMPLETA
IN SOGGETTO COSCIENTE
3. Aiutare la vittima a
piegarsi
in
avanti
colpendo tra le scapole
con il palmo della mano
ripetutamente fino a 5
colpi
OSTRUZIONE COMPLETA
IN SOGGETTO COSCIENTE
4.
eseguire per 5 volte
manovra di Heimlich
la
Il soccorritore:
™ si pone alle spalle della vittima
™ lo cinge ponendo un pugno chiuso tra
l’ombelico e lo sterno
™ afferra il pugno con l’altra mano e con
questa presa esegue delle brusche spinte
verso l’interno e verso l’alto della
vittima
Questa manovra favorisce la risalita del
corpo estraneo verso l’alto, fino alla sua
eventuale espulsione.
MANOVRA DI HEIMLICH:
CONTROINDICAZIONI
• NEONATI: in questo caso, alternare
le compressioni toraciche a colpi sulla
schiena
• DONNE IN GRAVIDANZA: in questi
casi,
eseguire
le
compressioni
toraciche come in un massaggio
cardiaco esterno
OSTRUZIONE COMPLETA
IN SOGGETTO INCOSCIENTE
1. chiamare i soccorsi
2. comportarsi come nelle fasi A-B/C della RCP
3. se non si ottengono almeno due ventilazioni
efficaci in 5 tentativi
• iniziare le compressioni toraciche
• dopo 30 compressioni, controllare nel cavo orale
l’eventuale espulsione del corpo estraneo (e se c’è,
rimuoverlo)
• ritentare due ventilazioni efficaci
EMORRAGIE
dal greco “emo” = sangue e “reo” = scorrere
⇓
perdita di sangue dai vasi sanguigni
CLASSIFICAZIONE
AFFLUENZA
PROVENIENZA
Emorragie esterne
Emorragie arteriose
Emorragie interne
Emorragie venose
Emorragie
esteriorizzate
Emorragie capillari
EMORRAGIE INTERNE
Sono versamenti di
all’interno del corpo:
z in cavità naturali ⇒
sangue
confinati
emotorace
emopericardio
emoperitoneo
z nello spessore di un tessuto ⇒ ematoma
EMORRAGIE ESTERNE
Sono emorragie che portano alla
perdita
di
sangue
all’esterno
dell’organismo.
EMORRAGIE ESTERIORIZZATE
Sono emorragie che avvengono all’interno di
cavità collegate con l’esterno:
z tubo digerente ⇒ ematemesi
z vie respiratorie ⇒ emottisi
z vie urinarie ⇒ ematuria
z naso ⇒ epistassi
z orecchio ⇒ otorragia
EMORRAGIE ARTERIOSE
z Il sangue zampilla
{fuoriesce a fiotti intermittenti in maniera sincrona con i
battiti del cuore
{sprizza lontano della lesione
z I bordi della ferita sono puliti
z Sono le più gravi in quanto non si arrestano
spontaneamente (l’emostasi naturale non ha il
tempo di organizzarsi) ⇒ il sanguinamento è
più o meno imponente e rapido
EMORRAGIE VENOSE
zIl sangue scorre: sgorga lentamente con
flusso costante
zI bordi della ferita sono sporchi da sangue
che ristagna sulla ferita stessa
zIn genere non sono gravi in quanto
l’organismo mette in atto dei meccanismi
emostatici fisiologici; acquistano maggiore
gravità solo se la lesione interessa una
grossa vena
EMORRAGIE CAPILLARI
• Il sangue fuoriesce in piccole quantità,
lentamente
• Non sono mai gravi: i fisiologici meccanismi
emostatici solitamente hanno tutto il tempo di
formare il coagulo ed arrestare il sanguinamento
EMORRAGIE ESTERNE
Come intervenire
1
2
Pressione diretta
sul punto di
lesione
applicazione
del laccio
emostatico
Sollevamento
(di un arto)
4
3
Compressione
dell’arteria a
monte
1
Pressione diretta
= Tamponamento meccanico
z sdraiare il ferito
z infilare i guanti sterili
monouso
z applicare sulla parte un
pacchetto di garza sterile
z Comprimere nergicamente
sul punto di sanguinamento
per favorire l’emostasi
z fasciare la ferita con un
bendaggio compressivo
2
Sollevamento di un arto
Viene eseguito quando:
•il tamponamento meccanico non è
stato sufficientemente efficace
•l’emorragia interessa un arto
In questo modo la fuoriuscita di
sangue viene ostacolata grazie alla
forza di gravità
Tale manovra è controindicata
in caso di sospetto di frattura o lussazione
3
Compressione a distanza
Qualora il tamponamento meccanico combinato al
sollevamento dell’arto interessato non dovessero
arrestare lo stillicidio ematico
Si passa alla
compressione a distanza
che consiste nel comprimere i vasi arteriosi in alcuni
punti dove il loro passaggio è facilmente
raggiungibile.
3
Compressione a distanza
I punti di compressione sono
collocati tra il cuore e la ferita.
Sono delle particolari zone del
braccio e della gamba in cui un
vaso arterioso di grandi dimensioni
(arteria principale):
{ ha un decorso superficiale, subito al di
sotto della cute
{ poggia su un piano osseo
La loro compressione manuale
provoca una vasocostrizione che
rallenta o blocca la circolazione del
sangue.
La compressione è ancora più
efficacie se si utilizza un oggetto
rigido, per esempio una moneta.
3
Compressione a distanza
a. femorale sup. ⇒ ferite all’inguine ed alla coscia
a. carotidea ⇒ ferite al collo
a. femorale inf. ⇒ ferite alla coscia
a. succlavia ⇒ ferite alla spalla
a. poplitea ⇒ ferite alla gamba o al polpaccio
a. ascellare ⇒ ferite al braccio superiore
a. omerale sup. ⇒ ferite al braccio inferiore
a. omerale inf. ⇒ ferite all'avambraccio od alla mano
4
Laccio emostatico
E' da utilizzare con molta prudenza e solo in casi
selezionati ⇒ questo sistema infatti esclude
completamente la circolazione sanguigna con il rischio
di procurare una necrosi ischemica dei tessuti e/o la
lesione dei tronchi nervosi.
La sua indicazione è rara ⇒ va posizionato
limitatamente agli arti superiori ed inferiori e
solo nei casi di effettiva necessità:
{ Emorragia arteriosa di un grosso vaso, quando
tutte le altre manovre si siano dimostrate inefficaci
{ Amputazione di una parte anatomica
{ Frattura esposta: quando la compressione manuale
sulla ferita potrebbe complicare lo scenario
4
z
z
z
Il laccio emostatico ideale
larghezza di almeno 5 - 7 cm
materiale morbido
struttura piatta, tale da non danneggiare i
tessuti sottostanti
4
laccio emostatico di fortuna
In caso di necessità, un laccio
emostatico di fortuna può diventare
qualsiasi nastro largo e piatto (come
strisce di stoffa, cravatta, sciarpa,
cinta, calza, etc) legato molto stretto
od attorcigliato intorno ad un legno o
una penna a mo' di torchio.
Non vanno mai utilizzati elementi che possono
danneggiare i tessuti quali: fil di ferro - spago o cordoni
- calze di nylon e collant - elastici.
4
Procedura d’impiego del laccio
Porre il laccio solo alla radice del
braccio e della coscia.
Non si deve mai applicare su
avambraccio e gamba, dove i vasi
decorrono in profondità.
Scrivere l’ora di applicazione del laccio su un’area di pelle del pz
immediatamente e completamente visibile (di solito la fronte) ⇒ affinché
i soccorritori del 118 possano regolarsi.
Non rimuovere mai il laccio ma attendere l’arrivo del personale
d’emergenza.
Il laccio emostatico non va mai tenuto a lungo, dopo 20-30 minuti comincia
ad essere rischioso e più passa il tempo più il rischio di complicazioni
aumenta.
EMORRAGIE INTERNE
z Sono emorragie che avvengono all’interno di
cavità chiuse (addome, torace, etc.)
z Sono difficilmente individuabili
z Vanno sospettate in caso di traumi cranici,
addominali, toracici, ecc.
z Il paziente con una emorragia interna, dopo il
trauma, potrebbe essere del tutto asintomatico,
oppure cominciare a manifestare i primi sfumati
segni clinici dello shock.
Nell’attesa dei soccorsi
{ Distendere l’infortunato in posizione antishock
{ Coprirlo con la coperta isotermica
{ Impedirgli di bere, anche se ha sete
z le bevande in genere sono pericolose per il
rischio di complicazioni in caso di lesioni di
organi interni
z l’alcool in particolare abbassa la pressione
del sangue e riduce ancor più l’irrorazione
del cervello
EMORRAGIE ESTERIORIZZATE
Emorragie a partenza da cavità (tubo
digerente, vie respiratorie, vie urinarie,
orecchio, naso) che si collegano con
l’esterno.
Epistassi
L’epistassi è la fuoriuscita di sangue
dal naso
Per tamponarla il paziente viene
invitato
{ a sedersi con la testa piegata in
avanti
{ a stringere le narici tra pollice ed
indice
Otorragia
E’ la fuoriuscita di sangue dall’orecchio:
zquesta emorragia non deve essere
tamponata
zil paziente deve essere posto in una
posizione che consenta un più facile
deflusso del sangue ⇒ pz steso con il
capo inclinato lateralmente
SHOCK
Lo shock è una grave sindrome
dovuta
ad
una
diminuzione,
comunque prodotta, dell’afflusso di
sangue ai diversi tessuti ed organi.
Segni di shock
• cute fredda e pallida: specie alle estremità (volto,
labbra, naso, orecchie, mani, piedi)
•
•
•
•
respiro frequente e corto
polso rapido e superficiale
abbassamento della pressione arteriosa
alterazione della coscienza, fino al coma
Trattamento dello shock
•
•
•
•
Valutare le funzioni vitali: coscienza, respiro e polso arterioso
Attivare il 118
Se necessario praticare la RCP di base
Controllare eventuali cause: per es. tamponando eventuali
emorragie esterne
• Favorire la circolazione sanguigna verso i tessuti ed organi
vitali (cervello, cuore e polmoni) ⇒ ponendo l’infortunato in
Posizione antishock
• Evitare la dispersione del calore corporeo ⇒ mantenendo
l’infortunato coperto
Posizione antishock
DISTURBI
DELLA COSCIENZA
I disturbi della coscienza sono:
{ lipotimia e sincope
{ coma
153
LIPOTIMIA e SINCOPE
Rappresentano il livello meno grave della perdita
della coscienza.
Consistono nella momentanea interruzione della
coscienza in seguito ad una cattiva irrorazione (e
quindi ossigenazione) cerebrale.
CAUSE
Le cause di tali disturbi possono essere molteplici:
¾ stress: stanchezza e fatica
¾ traumi emotivi
¾ improvvisi e repentini cambiamenti di postura
¾ soggiorno in ambienti eccessivamente affollati o surriscaldati con
conseguente cattiva ossigenazione dell'ambiente
¾ calore eccessivo come in caso di insolazione
¾ emorragie ed ustioni
¾ abbassamento della pressione arteriosa
¾ ipoglicemia (basso tasso di zuccheri nel sangue)
¾ altre malattie concomitanti quali disturbi del ritmo cardiaco e del
circolo cerebrale, anemia, etc
SINTOMI
Il soggetto presenta:
¾ Cute pallida, fredda e sudata: specie al volto ed alle estremità
¾ Malessere generale con fiacchezza e sensazione di mancamento imminente
¾ Obnubilamento del sensorio con annebbiamento della vista e ronzii uditivi
¾ Nausea e vertigini
Il respiro è conservato, il polso è debole e lento
Lo stato di coscienza:
¾ nella lipotimia è conservato
¾ nella sincope è assente con impossibilità a mantenere la stazione eretta: tale
condizione è comunque temporanea e reversibile sotto stimoli verbali e tattilodolorosi
TRATTAMENTO
• Porre l'infortunato in posizione antishock, con le gambe innalzate
• Liberare gli indumenti che costringono: slacciare cinture, cravatte
o camicie per agevolare la circolazione
• Allontanare la folla e fare respirare bene l'infortunato, aerando
l'ambiente
• Sorvegliare sempre le funzioni vitali: battito cardiaco e respiro
• Di solito dopo pochi istanti l'infortunato si riprende: in questo
caso è bene lasciarlo sdraiato per un po', impedirgli di alzarsi
bruscamente (vi è il rischio di un nuovo svenimento) ma solo
lentamente ponendolo prima seduto e dopo qualche minuto in
piedi
• In caso di persistenza del malessere: chiamare i soccorsi
COSA NON FARE
NON DARE MAI da bere alcolici!
Questa erronea consuetudine, purtroppo ancora oggi diffusa, è
altamente controproducente: l'alcol è un vasodilatatore, di
conseguenza la sua assunzione induce un abbassamento della
pressione e un peggioramento della situazione.
COMA
Consiste in uno stato d’incoscienza da cui il soggetto
non esce anche se sottoposto a stimoli dolorosi
IL disturbo dipende da una sofferenza cerebrale
transitoria o permanente.
COSA FARE
z
z
z
z
attivare immediatamente il 118
liberare le vie aeree iperestendendo il collo
se respira, mettere il soggetto in posizione laterale
di sicurezza
controllore periodicamente le funzioni vitali fino
all’arrivo dell’ambulanza
160
Argomenti trattati
in questo modulo:
TRAUMATOLGIA:
• Fratture, distorsioni e lussazioni
• Trauma cranico
• Traumi della colonna vertebrale
• Spostamenti di emergenza
SCHELETRO
Il corpo umano è sostenuto e protetto
dallo scheletro che gli conferisce
forma e struttura.
Lo scheletro è costituito da 206 ossa
collegate fra loro per mezzo delle
articolazioni e dai muscoli che si
inseriscono sulle ossa stesse.
SCHELETRO
Una forza applicata allo scheletro, se è
particolarmente intensa, induce sulle sue
componenti ossee e/o articolari lesioni
chiamate traumi che a seconda della
componente interessata sono distinte in:
• fratture
• distorsioni
• lussazioni
FRATTURA
Definizione: rottura di un osso che determina
una interruzione parziale o totale della sua
continuità.
Classificazione per tipo di lesione
Denominazione
tipo di lesione
Fr. incompleta
parziale interruzione della continuità ossea
Fr. completa
interruzione dell’osso a tutto spessore in cui i monconi:
¾ restano in sede fra loro incastrati ⇒ Fr composta
¾ si spostano dalla loro sede ⇒ Fr scomposta
chiusa
in cui la pelle sopra la lesione non è lesa e quindi non
consente all’osso una comunicazione con l’esterno
esposta
in cui i frammenti ossei, per una lesione del rivestimento
cutaneo, sono in comunicazione con l’esterno
Fr.
Fr. comminuta
frantumazione dell’osso in più frammenti
Alcuni tipi di fratture
Segni
Nella regione
traumatizzata
compaiono
• dolore vivo, incrementato da ogni
tentativo di movimento
• gonfiore
• deformazione rispetto alla parte
omologa controlaterale
• incapacità
funzionale
e
dei
movimenti
• scroscii, mobilità anomala
Primo soccorso delle fratture
1. Valutazione Primaria:
⇒ scena dell’infortunio e dinamica del trauma
⇒ condizioni generali del traumatizzato
2. Valutazione Secondaria ⇒ non sempre è semplice
riconoscere una frattura senza una radiografia ⇒ in
presenza di un trauma violento è sempre consigliabile
intervenire con prudenza e considerare l'infortunato un
potenziale fratturato
3. Allertare il 118 ed attendere il soccorso
qualificato:
se
non
c’è
urgenza
evitare
l’immobilizzazione ed il trasporto dell’infortunato
4. Coprire la ferita di una frattura esposta con teli
sterili per proteggerla dalle infezioni
Primo soccorso delle fratture
NON tentare mai di ridurre una frattura per il rischio di:
¾ lesioni vascolari e neurologiche
¾ esposizione della ferita
Nel caso in cui non fosse possibile attendere l’arrivo del
soccorso
qualificato
bisogna
effettuare
delle
immobilizzazioni
Steccaggio di un arto
z immobilizzare
il
tratto
traumatizzato nella posizione in
cui si trova
z applicare
due
stecche
contrapposte bloccandole con
legature poste:
{ mai sull’area traumatizzata
{ sempre sopra e sotto ad essa
z dare una buona stabilità allo
steccaggio: mettendo spessori
o imbottiture d’ovatta nello
spazio morto fra stecche e pelle
Immobilizzazione senza stecche
Per una immobilizzazione provvisoria è possibile ricorrere
ai seguenti espedienti:
{ Immobilizzare una gamba steccandola con l’altra
sana
{ Immobilizzare un braccio:
z addossandolo al torace con una fasciatura adesiva
z contenendolo nel triangolo di tela ancorato sulla
spalla opposta e pendente sul torace
DISTORSIONE
Definizione:
lesione
di
un’articolazione in cui un capo
articolare, per un movimento
abnorme e forzato, fuoriesce
temporaneamente dalla propria
sede.
La distorsione più comune è quella della caviglia.
DISTORSIONE
Sintomi
La parte traumatizzata presenta: dolore - gonfiore localizzato limitazione funzionale.
Il movimento dell'articolazione, anche se doloroso, è tuttavia
possibile.
Intervento
E' consigliabile applicare fasciatura stretta e fare impacchi freddi.
Nei casi lievi è sufficiente tenere l'arto a riposo per qualche giorno.
E'
però
sempre
consigliabile
sottoporre
l'infortunato
all’osservazione di un medico per escludere complicazioni capsuloligamentose o fratture ossee.
LUSSAZIONE
Definizione:
lesione
di
un’articolazione in cui un capo
articolare, per un movimento
forzato, esce dalla sede naturale
senza
poterci
rientrare,
compromettendo
non
solo
capsula e legamenti ma a volte
anche vasi e nervi.
La lussazione più comune è quella della spalla.
LUSSAZIONE
Sintomi
La parte traumatizzata presenta: dolore acutissimo – gonfiore visibile deformità dell'articolazione - impotenza funzionale e
blocco articolare
L’articolazione è bloccata: nessun movimento è possibile.
Intervento
Bisogna evitare di rimettere a posto l'articolazione.
E' invece importante chiamare i soccorsi che trasporteranno
l'infortunato all'ospedale dopo aver adeguatamente immobilizzato
l'arto interessato per alleviare il dolore ed evitare ulteriori traumi.
TRAUMA CRANICO
Per trauma cranico s’indica un qualsiasi evento che
produce danni funzionali o anatomici alle varie
componenti del cranio
Strutture bersaglio
nel trauma cranico
Un agente traumatico può indurre danno
a livello di:
• cuoio capelluto ed altri tessuti molli di
rivestimento
• cranio
• meningi e/o encefalo
Danni da trauma cranico…
Sulle strutture esterne del capo un
agente lesivo può provocare
• contusioni, tumefazioni, ferite
contuse del cuoio capelluto
sanguinamento ± copioso
• fratture della scatola cranica
¾della volta
¾della base
lacerocon
…Danni da trauma cranico
All’interno del cranio un agente traumatico
può produrre:
• emorragie intra-craniche
• lesioni encefaliche
Gravità del trauma cranico
• precipitazioni da altezze > 4 metri
• investimento
motociclista
Sono indicatori
di trauma
grave
di
pedone,
ciclista
• in caso di incidente stradale:
• l’alta velocità del veicolo
• la morte dell’altro passeggero
• gravi deformazioni dell’abitacolo
• il ribaltamento del veicolo
• un’estricazione prolungata del ferito
o
Primo soccorso
Si articola in due interventi
chiamare il
118
valutazione
⇓
trattamento
Valutazione
L’A-B/C-D-E del traumatizzato
Valutazione
Azione
A. Stato di coscienza
Apertura delle vie
aeree
e protezione
del collo
B. attività respiratoria
C. Attività circolatoria
Sostegno del respiro
Sostegno dell’attività
cardiaca e contrasto
delle emorragie
L’A-B/C-D-E del traumatizzato
Valutazione
D. Disfunzionalità
cerebrale
Allert
Attento
cosciente
Verbal
Azione
Impiego dello schema
AVPU
Pain
Unresponsive
e Confuso
ma Incosciente,
Incosciente,
non
reattivo
agli reattivo
solo reattivo ad alcun
stimoli vocali
agli
stimoli stimolo
dolorosi
L’A-B/C-D-E del traumatizzato
Valutazione
Azione
E. Esposizione
dell’area colpita per
ricercare
danni
specifici
• scoprire
la
regione
traumatizzata ⇒ più efficace
individuazione del danno
• proteggere
dallo
shock
termico
il
traumatizzato
coprendolo
in
maniera
adeguata
Trattamento
Quando un agente lesivo provoca un trauma cranico bisogna sempre
attivare il 118 per trasferire il ferito presso un PS pubblico
zun trauma
chiuso
zun trauma
aperto
¾ contusione
del
cuoio
capelluto
⇒ Controllo sanitario
¾ lacerazione
del
cuoio
e
osservazione
capelluto senza lesioni del
clinica
cranio
zsegni di lesioni ¾ cefalea, vomito, amnesia,
perdita di coscienza, anche
encefaliche
se passeggera
zun trauma
penetrante
⇒ ospedalizzazione
per accertamenti e
con
cure
¾ frattura del cranio
rischio di comunicazione
con encefalo e/o meningi
(lesione esposta del cranio)
Trattamento
In attesa dell’intervento sanitario trattare:
• il trauma chiuso (il classico bernoccolo) ponendo del
ghiaccio sulla ferita
• il trauma aperto o penetrante arrestando l’emorragia
{ con medicazione sterile e ghiaccio
sulla ferita
{ senza tamponare la ferita
per il rischio
d’infossamento
{ senza estrarre eventuali corpi
d’una frattura cranica
estranei
• l’otorragia e la rinorrea senza tamponare la ferita ma
favorendone il drenaggio per forza di gravità
Trattamento
Rivalutare periodicamente i parametri vitali e se il
soggetto:
• è cosciente, conversare con lui per rilevare al
primo insorgere segni di alterazione della
coscienza (confusione, disorientamento, etc)
• È incosciente
¾comunicarlo al 118
¾avviare la RCP in soggetto con trauma
ANATOMIA DELLA
COLONNA VERTEBRALE
La colonna vertebrale è un asse osseo che
si estende dalla base del cranio fino alla
base del tronco, svolgendo una importante
funzione sia di sostegno del corpo che di
protezione del midollo spinale.
ANATOMIA DELLA
COLONNA VERTEBRALE
La colonna vertebrale è costituita da 33-34 vertebre
impilate le une sulle altre e fra loro articolate.
Ciascuna vertebra presenta:
•anteriormente un corpo, di forma pressoché cilindrica
•posteriormente il cosiddetto arco vertebrale che
delimita il foro vertebrale
Le vertebre sono sovrapposte fra di loro non loro in
contatto diretto ma attraverso l’interposizione, in
corrispondenza del corpo vertebrale, di un cuscinetto
fibro-cartilagineo chiamato disco intervertebrale.
Quest’ultimo ha il compito di assorbire eventuali
sollecitazioni e di accrescere la mobilità della stessa
colonna.
ANATOMIA DELLA
COLONNA VERTEBRALE
La colonna vertebrale è suddivisa in 5 distinti
tratti:
1. cervicale, costituito da 7 vertebre che
costituiscono l’impalcatura del collo e
sostengono il capo
2. dorsale, costituito da 12 vertebre che si
articolano con le coste e delimitano
posteriormente la gabbia toracica
3. lombare, costituito da 5 vertebre che formano
la base della schiena
4. sacrale, costituito dalla fusione di 5 vertebre
(osso sacro) in origine separate fra loro
5. coccigeo, anch’esso formato dalla fusione di
4-5 rudimentali vertebre.
ANATOMIA DELLA
COLONNA VERTEBRALE
Nella
colonna
vertebrale
dalla
sovrapposizione dei fori vertebrali si
forma il canale midollare.
Il canale midollare è un astuccio al
tempo stesso solido e flessibile che
contiene e protegge il midollo spinale.
ANATOMIA DELLA
COLONNA VERTEBRALE
Il midollo spinale si estende dal foro occipitale fino alla 2^
vertebra lombare ed è diviso in segmenti (cervicale,
toracico, lombare e sacrale) in relazione al punto di
emergenza dalla colonna dei rispettivi nervi spinali.
Il midollo spinale svolge una funzione di raccordo fra
l’encefalo e gli altri organi:
•come un cavo di trasmissione, trasporta i messaggi
elaborati dal cervello e destinati alle strutture muscolari e
viscerali del nostro corpo (motilità e funzioni vegetative)
•in senso inverso, raccoglie dalla periferia del corpo le
informazioni di stato e d’attività e le convoglia al cervello
(sensibilità).
Ne deriva che l’interessamento del midollo produce deficit
della sensibilità o dei movimenti, che possono evolvere in
paralisi (sensitive e/o motorie).
CAUSE DEI TRAUMI
DELLA COLONNA VERTEBRALE
¾ incidenti stradali:
o tamponamenti
o ribaltamenti
o rotolamenti d’automezzo
¾ cadute accidentali da:
o scale
o ponteggi
o impalcature
o sella
o sci
o tuffi
¾ infortuni sul lavoro
¾ ferite da arma da fuoco
¾ etc.
Strutture bersaglio
degli agenti traumatici
Colonna
vertebrale
Midollo spinale
Possibili Lesioni
• Fratture
• Lussazioni
• Distorsioni
• Lesioni
dei
dischi
intervertebrali
• Lesioni midollari con deficit
della sensibilità e/o dei
movimenti
In caso di trauma della colonna vertebrale si deve
sospettare sempre una lesione midollare
⇓
bisogna comportarsi con estrema prudenza nel
praticare le manovre di primo soccorso
⇓
qualsiasi evento patologico che interrompa la
continuità del midollo spinale determina
l’impossibilità, da parte dei centri dell’encefalo, di
comandare e regolare tutto ciò che sta al livello e al
di sotto della lesione
Infatti in seguito a manovre improprie si possono provocare e/o
aggravare delle lesioni del midollo che possono dar luogo a:
⇒ "paralisi" motoria e vegetativa
⇒ perdita della sensibilità superfiale e profonda
A seconda del livello in cui si verifica la lesione midollare, i disturbi
sopra elencati possono riguardare:
⇒ i soli arti inferiori ⇒ paraplegia
⇒ tutti e quattro gli arti ⇒ tetraplegia
Più la lesione midollare è alta, maggiori ed estesi sono i danni
provocati fino a diventare incompatibili con la vita
⇓
una lesione che interessa il tratto iniziale del midollo spinale, in
cui sono contenuti i centri nervosi che controllano il respiro ed il
battito cardiaco, porta alla morte del traumatizzato
I punti critici
della colonna vertebrale
La colonna vertebrale è più vulnerabile:
¾ nei tratti C1 e C2 ⇒ costituiscono il
segmento più mobile della colonna
¾ nei punti di transizione fra tratti dotati di
particolare mobilità e tratti più vincolati:
o cerniera cervico-dorsale (C7-D1)
o cerniera dorso-lombare (D12-L1)
o cerniera lombo-sacrale (L5-S1)
Primo soccorso
Si articola in due interventi:
chiamare il
118
valutazione pz
⇓
trattamento
L’A-B/C-D-E del traumatizzato
Denominazione
A
B
C
(Airway)
(Breathing)
D
(Circulation) ( Disability )
E
(Esposure)
Valutazione
Stato di
coscienza
Attività
respiratoria
Attività
circolatoria
Deficit
neurologici
Danno
specifico
AVPU e
ricerca di
deficit delle
estremità
Non
esposizione
dell’area
colpita ma
protezione
termica
Azione
Apertura delle
vie aeree e
protezione del
collo
Sostegno del
respiro
Sostegno
dell’attività
cardiaca e
contrasto
delle
emorragie
PROTEZIONE DEL COLLO
PRESIDI
9collare cervicale
9estrinsecatore a corsetto
9barella a cucchiaio
9tavola spinale
9materasso a depressione
POSIZIONE NEUTRA
DEL COLLO
Per la massima protezione del
midollo spinale è necessario
che:
• Lo sguardo sia rivolto in
avanti, perpendicolare alla
colonna
• La testa sia sollevata di 2-3
cm dal tronco
La ricerca dei segni
di danno spinale
z Arti superiori ⇒ verificare se il paziente:
{ sente un pizzicotto su un dito di entrambe le mani
{ muove a comando entrambe le mani
{ stringe in successione con le sue mani una mano del
soccorritore
z Arti inferiori ⇒ verificare se il paziente:
{ sente un pizzicotto su un dito di entrambi i piedi
{ muove a comando entrambi i piedi
{ spinge in successione i piedi sulla mano del soccorritore che si
oppone
La ricerca dei segni
di danno spinale
9
9
¾
¾
¾
¾
Arti
superiori:
sente,
stringe, muove
Arti inferiori: sente,
spinge, muove
Arti superiori:
sente,
stringe, muove
Arti inferiori: non sente,
non spinge, non muove
Arti superiori: non sente,
non stringe, non muove
Arti inferiori: non sente,
non spinge, non muove
⇒
probabile assenza
di danno midollare
⇒
danno
midollare
inferiore
⇒
danno
midollare
cervicale
COSE DA NON FARE
¾
flettere, estendere, ruotare la colonna vertebrale del
pz (magari per farlo bere, vomitare, rialzare)
¾
Spostare il pz dalla scena dell’infortunio
(trascinandolo per le ascelle o le gambe,
sollevandolo in braccio o in spalla)
se il pz è cosciente, invitarlo a rimanere fermo in
attesa dei soccorsi qualificati
SPOSTAMENTI DI EMERGENZA
Il primo soccorritore non dovrebbe mai spostare l’infermo dalla
scena dell’evento patologico
Infatti, soprattutto in caso di sospetto trauma alla colonna
vertebrale, un’azione di questo tipo:
9 può comportare gravi danni al soggetto soccorso
9 richiede a chi l’esegue una specifica preparazione e
l’utilizzo di appositi supporti sanitari
Tuttavia in alcuni casi può essere indispensabile compiere uno
spostamento d’emergenza è allora è opportuno che il primo
soccorritore conosca alcune tecniche di spostamento
SPOSTAMENTI DI EMERGENZA
Un paziente va spostato solo quando:
1. il luogo dell'incidente è pericoloso e pone il paziente e/o i
soccorritori in pericolo di vita:
⇒
⇒
⇒
⇒
traffico incontrollato
pericolo imminente di incendio od esplosione
fuga di sostanze tossiche
pericolo di crollo
2. l’intervento da eseguire sulla vittima ne richiede un
diverso posizionamento: es. pz in arresto cardio-respiratorio
rinvenuto in posizione prona
Spostamento e Trasporto
Criteri generali
z
z
valutare preventivamente
{ il peso del soggetto
{ il percorso da compiere
{ il quantitativo necessario di soccorritori
{ i dispositivi di trasporto presenti e necessari
utilizzare sempre tecniche di sollevamento corrette per:
{ la salvaguardia della colonna vertebrale della vittima
{ la tutela dei soccorritori dai danni derivati dal sollevamento e trasporto
dell’inferme (lombalgia da sforzo, cadute, distorsioni, etc); il
soccorritore deve:
z scaricare il peso sulle proprie gambe
z ad ogni passo posizionare saldamente tutta la pianta del piede sul
pavimento
z mantenere il corpo della vittima il più vicino possibile al proprio corpo
z cercare, quando è possibile, la collaborazione del pz
Fattori condizionanti
il trasporto dell’inferme
z Numero dei soccorritori
z Dispositivi di trasporto
a
Soccorritori in campo
ad 1 soccorritore
Movimentazione
con 2 o più soccorritori
Movimentazione ad 1 soccorritore
z trascinamento inclinato
z caricamento sul dorso
Trascinamento inclinato
Indicazioni
Spostamento
rapido per tratti
brevi, purché non
siano accidentati
Controindicazioni Traumi spinali e
delle estremità
Trascinamento inclinato: tecnica
1. Accovacciati dietro il paziente
2. Passa le tue braccia sotto le sue
ascelle
3. Incrocia le braccia sul petto
4. Afferrargli i polsi: ciascuna mano
del soccorritore afferra la stessa
mano della vittima
5. Solleva il paziente alzandoti in
piedi
6. Trascinalo tirando il suo corpo
sempre lungo il suo asse verticale
1. non spostarlo in senso laterale
2. evita di piegare o torcere il
tronco
Caricamento sul dorso
Indicazioni
Controindicazioni
Spostamenti
lunghi
quando le lesioni della
vittima con consentono
il
trascinamento
inclinato
Fratture degli arti
superiori
Caricamento sul dorso: tecnica
Sollevato il paziente e dopo esserti
girato di schiena:
• Passa le sue braccia sulle tue
spalle, portandole sul tuo petto
• Tenendo estese le braccia del
paziente, posiziona le tue spalle
sotto le sue ascelle
• Issa sulle spalle il paziente
posizionandone
il tronco sul
dorso e reggendone i polsi con le
proprie mani
• A questo punto inizia a camminare
con un movimento di parziale
trascinamento
Movimentazione a 2 o più soccorritori
z trasporto a 2 soccorritori
trasporto a seggiolino
z trasporto a 3 soccorritori
=
Trasporto a seggiolino
Indicazioni
per spostare un paziente
cosciente con problemi,
che non gli consentono
lo
spostamento
spontaneo
Controindicazioni
paziente incosciente, in
shock,
con
fratture
pelviche, spinali o degli
arti
Trasporto a seggiolino: tecnica
1. I 2 soccorritori s’afferrano
reciprocamente i polsi, formando
una specie di panca su cui far
sedere il paziente
2. Quest’ultimo viene poi invitato a:
• adagiarsi sul supporto formato
dai polsi incrociati
• afferrare le spalle dei due
soccorritori mentre lo spostano
Trasporto a 3 soccorritori
Indicazioni
Controindicazioni
Spostamento rapido in caso
di trauma su lunghi
percorsi
Eseguita correttamente, la
manovra
non
è
particolarmente rischiosa
Trasporto a 3: tecnica
I soccorritori s’inginocchiano disponendosi, per non ostacolarsi, in
alternanza sui lati dell’infermo
– il soccorritore accanto alla testa del paziente posiziona un braccio tra il collo e
le spalle a sostegno della testa e l’altro braccio sotto la parte superiore della
schiena
– il soccorritore successivo posiziona un braccio sotto la vita, l’altro sotto le
anche
– il soccorritore accanto alle gambe posiziona un braccio sotto le ginocchia,
l’altro sotto le caviglie
b
Dispositivi di trasporto
Un
infortunato
andrebbe
sempre
spostato su un mezzo di trasporto
convenzionale…
...se non c’è alcun dispositivo in dotazione,
può essere trasportato mediante un
mezzo di fortuna
Ausili alla movimentazione
convenzionali
di fortuna
• sedia a rotelle • sedia da cucina
• barella
• telo (coperte,
lenzuoli)
• standard
• a cucchiaio
• asse spinale
Indicazione dei principali mezzi
di trasporto convenzionali
per trasportare pazienti non traumatici in
sedia a rotelle spazi angusti, ascensori, rampe di scale
barella
standard
barella a
cucchiaio
per il trasporto rapido ed in sicurezza nella
gran parte delle situazioni
asse
spinale
di scelta nel trasporto del traumatizzato della
colonna vertebrale, con il supporto della
barella a cucchiaio nella fase di sollevamento
per il sollevamento ed il trasporto del
traumatizzato
Uso di mezzi di trasporto di fortuna
I mezzi di trasporto con cui il primo
soccorritore deve acquistare una qualche
dimestichezza sono:
– la sedia da cucina
– il trasporto con telo (coperte; lenzuoli)
Trasporto con sedia da cucina
Indicazioni
Controindicazioni
Trasporto a 2 soccorritori di
soggetti coscienti e magri anche
attraverso
corridoi,
scale,
ascensori
Pazienti non collaboranti o con
funzioni vitali compromesse, in
shock, con fratture
Trascinamento con una coperta
Indicazioni
Controindicazioni
Spostamento rapido su
superfici lisce, in caso di
traumi degli arti superiori
ed inferiori
traumi spinali
Argomenti trattati
in questo modulo:
•
•
•
•
Ustioni
Lesioni da elettricità
Contusioni
Ferite
Ustioni
Consistono in una lesione della cute e dei
tessuti sottostanti provocate dal calore.
Possono essere causate da 4 diversi tipi di
agenti che sono attivati da differenti fonti.
Cause delle ustioni
Agente
Termico
Chimico
Elettrico
Radioattivo
Fonti
o Gassose: fiamma libera, vapore, gas
o Liquide: acqua bollente, olii, etc.
o Solide: oggetti solidi arroventati quali (utensili, macchinari,
manufatti
o Fonti di luce intensa (compresa la luce solare)
o Acidi: a. solforico, cloridrico, acetico, fosforico, etc
o Basi: fenolo
o Altre sostanze caustiche: solventi, magnesio, etc
o Corrente alternata e continua
o Fulmini
o Apparecchiature radiogene
o Sole
Valutazione delle ustioni
I parametri di valutazione delle
ustioni sono:
• la profondità
• l’estensione
• altri fattori di criticità
1 Valutazione della profondità
Tessuti ustionati
Segni e/o sintomi
Grado
Dolore
Eritema
Vescica
Escara
Esito
Cicatriziale
Epidermide
Derma
Ipoderma
e tessuti sottostanti
1°
Si
No
No
Si
Si
No
No
No
2°
Si
Si
No
Si
Si
Si
No
Si/No
3°
Si
Si
Si
Si/No
No
No
Si
Si
2
Valutazione dell’estensione
(“regola del nove”)
Questo metodo di calcolo consiste nel suddividere la
superficie corporea dell’adulto in aree corrispondenti a
circa il 9 % od suoi multipli della superficie totale:
{ la somma di queste aree copre il 99% del corpo
{ il rimanente 1% è rappresentato dalla regione genitale
la regola del nove
⇓
consente di stabilire, sia pure in maniera approssimativa,
la percentuale della superficie corporea coinvolta
La “regola del nove”
AREE DEL CORPO
Capo e collo
Superficie anteriore del tronco
Superficie posteriore del tronco
Arto superiore destro
Arto superiore sinistro
Arto inferiore destro
Arto inferiore sinistro
Area genitale
TOTALE
%
9%
18 %
18 %
9%
9%
18 %
18 %
1%
100 %
3 Valutazione di altri fattori critici
Altri fattori critici che condizionano l’evoluzione
di un’ustione sono:
• Localizzazione: le ustioni del volto possono
coinvolgere le vie aeree e gli occhi; nelle ustioni
delle mani e dei piedi gli esiti cicatrizili retraenti
possono ridurre i movimenti delle dita
• Età del paziente: al di sopra dei 60 anni la
resistenza alle ustioni è più bassa e l’evoluzione
verso la guarigione è meno favorevole
• Preesistenza d’eventuali malattie: per es. le
malattie respiratorie espongono ad un maggior
rischio in presenza di fumi o di esalazioni
tossiche
Gravità delle ustioni
In base a grado, estensione ed altri criteri di
criticità, le ustioni di distinguono in:
• lievi
• moderate
• gravi
non pongono particolari problemi,
possono essere trattate senza ricovero
ospedaliero
dopo la medicazione, senza urgenza,
vanno esaminate da personale sanitario
dopo il primo soccorso vanno trattate in
centri specialistici
Ustione Lieve
Valutazione della gravità
1° grado
2° grado
Grado
3° grado
< 50%
< 15%, se adulti
< 2% (escluso le aree
critiche)
Estensione
Ustione Moderata
Valutazione della gravità
In assenza di malattie preesistenti e
senza l’interessamento di aree critiche
1° grado
Grado
2° grado
tra il 50 ed il 75%
15-25%
3° grado
<10%
Estensione
Ustione Grave
1° grado
Grado
2° grado
>75% (per il rischio di
malattia dell’ustionato)
>25%, se adulti
3° grado
>10%
Estensione
Senza bisogno di valutare grado ed estensione sono gravi:
• le ustioni di 2° grado in aree critiche
• qualsiasi ustione complicata da malattie preesistenti, traumi,
inalazione di fumi o gas tossici
• le ustioni da agenti chimici
• le ustioni da elettricità
Ustioni: Primo Soccorso
Obiettivi del primo soccorso:
{ minimizzare la perdita di liquidi
(prevenzione dello shock)
{ prevenire
la
contaminazione
batterica della cute (causa poi di
setticemia)
Ustioni: cosa non fare
z non rimuovere gli abiti del pz né eventuali corpi estranei
se appiccicati alla superficie ustionata ⇒ si rischia di
staccare lembi cutanei aggravando la situazione ed
esponendo maggiormente le ferite al rischio infettivo
z non bucare le vesciche presenti ⇒ a contatto con l'aria la
parte lesa rischia di infettarsi
z non utilizzare polveri o pomate ⇒ nel primo soccorso non
servono, in più aumentano il rischio d’infezione
z non utilizzare acqua troppo fredda né ghiaccio nelle
ustioni estese ⇒ raffreddando rapidamente la vittima con
rischio di facilitare l’avvio dello shock, legato alla repentina
vasocostrizione sanguigna nel momento in cui il corpo viene
esposto al freddo
Ustioni: cosa fare
z Verificare la sicurezza della scena ⇒ provvedere ad
estinguere od allontanare al più presto dalla fonte lesiva sia
l’ustionato che il soccorritore
z chiamare i soccorsi ⇒ attivando il 118
z soffocare eventuali focolai ancora accesi sul corpo
dell’infortunato ⇒ mediante una coperta
z solo in caso di ustione da agenti caustici ⇒ rimuovere gli
abiti del pz e lavare con acqua la parte interessata per evitare
il protrarsi del contatto dell’agente stesso con la cute
z medicare le ferite ⇒ ricoprire le zone ustionate con garze o
teli puliti e sterili
z in caso di causticazioni corneo-congiuntivali ⇒
sciacquare immediatamente e per almeno 10-15 min gli occhi
con acqua a bassa pressione
z monitorare le funzioni vitali
LESIONI
da ELETTRICITA’
Rischio ubiquitario
z Rischio professionale: riguarda i soggetti
esposti per ragioni lavorative (addetti alla
produzione, trasformazione e distribuzione
dell’energia elettrica, quelli preposti alla
manutenzione di apparecchiature elettriche,
etc.)
z Rischio domestico: interessa i semplici
cittadini esposti ai rischi generici dell’ambiente
domestico
z Rischio meteorologico: coinvolge coloro che
sono esposti per fattori meteorologici (come per
es. i boscaioli)
Effetti dell’elettrcità
zEFFETTO TERMICO ⇒ la corrente
elettrica riscalda il corpo che attraversa
zEFFETTO CHIMICO ⇒ la corrente elettrica
provoca la dissociazione chimica delle
soluzioni elettrolitiche
zEFFETTO MAGNETICO ⇒ la corrente
elettrica crea un campo magnetico intorno
al corpo che attraversa
Fattori che influiscono
sugli effetti dell’elettricità
z TIPO DI CORRENTE
¾ la corrente alternata (utilizzata nelle nostre abitazioni) è più pericolosa di quella continua
(es. fulmine) in quanto può causare contrazioni spastiche dei vari muscoli compresi quelli
respiratori (⇒ arresto respiratorio) e fibrillazione ventricolare (⇒ arresto cardiaco)
z INTENSITA’ DI CORRENTE
¾ corrente con meno di 25 mA non provoca nessun effetto sul ritmo cardiaco, mentre
causa delle contrazioni muscolari localizzate al punto di contatto
¾ corrente con intensità tra 25 e 80 mA può provocare disturbi del ritmo cardiaco
¾ correnti tra 80 mA e 3 A possono causare fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco
¾ correnti superiori a 3A causano gravi disturbi del ritmo cardiaco ed arresto
cardiorespiratorio
•
TENSIONE
¾ correnti ad alta tensione (oltre 1000 Volts) cedono una grande quantità di energia
termica (effetto Joule) provocando gravi ustioni o, addirittura, la carbonizzazione della
vittima
¾ correnti a bassissima tensione solo raramente provocano la morte
Fattori che influiscono
sugli effetti dell’elettricità
z MODALITA’ E DURATA DEL CONTATTO
¾ se si tocca un conduttore con il palmo della mano, la contrazione dei muscoli della
mano può portare ad afferrare il conduttore stesso rimanendo “attaccati” alla fonte ⇒
la corrente attraversa il corpo per più tempo
¾ viceversa, toccando il conduttore con il dorso della mano, l’evento prima descritto
non si verifica ⇒ la scarica elettrica attraversa l’organismo in un tempo molto ridotto
con minore probabilità di percorrere una via in grado di condurla agli organi vitali
z RESISTENZA DELLA BARRIERA CUTANEA
¾ la resistenza della pelle asciutta è molto elevata
¾ se la pelle è umida (per es. sudata) o bagnata, la resistenza diminuisce
notevolmente
z PERCORSO SEGUITO NELL’ORGANISMO
¾ una volta avvenuto il contatto con il corpo umano, la corrente percorre il corpo stesso
seguendo le vie che offrono meno resistenza in relazione alla composizione e
struttura dei vari tessuti ⇒ il sangue è un ottimo conduttore, seguito dal tessuto
muscolare e dagli organi parenchimali (fegato, milza, reni, etc.); invece, il tessuto
adiposo ed il tessuto osseo offrono una notevole resistenza al passaggio della
corrente
¾ ne deriva che a seconda della via seguita, la corrente può o meno interessare gli
organi vitali provocando una variegata gamma di effetti fino alla morte immediata
Passaggio della corrente
da un braccio all’altro
Il passaggio della corrente da un braccio all’altro è
uno dei percorsi più pericolosi: ⇒ la corrente, nel
compiere questo percorso, attraversa il cuore
Lesioni da corrente
Ustioni
Nei punti di
entrata e di
uscita della
corrente
Fibrillazione
ventricolare
Arresto
cardiaco
Tetania
mm. resp.
Inibizione
centri nervosi
Arresto
respiratorio
Arresto
cardiorespiratorio
MORTE
Lesioni da corrente: Interventi di P.S.
z Togliere la corrente; se non è possibile, staccare la vittima
dall’elemento in tensione isolandosi adeguatamente e senza
toccare direttamente la vittima: usare aste isolanti di legno o di
plastica, manici di scopa, sedie di legno, etc.
z Per tensioni superiori a 1.000 Volts non bisogna avvicinarsi
all’elemento in tensione prima di avere interrotto la corrente: in
genere tale operazione viene svolta dai servizi d’urgenza
dell’ENEL; avvicinandosi all’elemento in tensione si rischia
infatti di venire investiti dall’arco voltaico (un’area ad alta
energia prodotta dalla corrente elettrica fonte di elevatissima
temperatura).
z Valutare le funzioni vitali e, se necessario, sostenerle secondo
lo schema-protocollo A-B/C
z Allertare il 118
z Coprire le ferite da ustione con garze sterili e fasciarle
CONTUSIONI
Sono delle lesioni prodotte dall’urto
contro un corpo contundente, senza
lacerazione della cute.
Segni di contusione
Dopo il trauma sulla pelle si ha una rottura di capillari che
versano il sangue nei tessuti superficiali:
¾ nei casi più lievi compare un'ecchimosi: una macchia
inizialmente rossa, poi violacea che con il tempo assume
una colorazione giallognola, prima di scomparire.
¾ se lo stravaso di sangue è più abbondante si ha invece un
ematoma, più esteso, gonfio e scuro, che può
accompagnarsi a sintomatologia dolorosa e limitazione
funzionale.
Trattamento delle contusioni
È consigliabile applicare subito dopo il trauma
degli impacchi di ghiaccio per indurre una
vasocostrizione.
Si possono inoltre applicare delle apposite pomate
che favoriscono il riassorbimento dello stravaso
ematico
FERITE
1.Ferite cutanee e mucose
2.Ferite gravi del torace e dell’addome
3.Amputazioni
FERITE
CUTANEE E MUCOSE
Sono lesioni traumatiche caratterizzate dalla
perdita dell’integrità di cute o mucose ed
eventualmente dei tessuti sottostanti.
Tipi di ferite
In base alla gravità
si parla di
Ferite
superficiali
Ferite
profonde
quando il danno
si limita a cute e
mucose
investe i tessuti
sottostanti
Tipi di ferite (segue) …
In base alla forma
si parla di
•
abrasione
•
escoriazione
ferita da
punta
• f. da taglio
•
f. lacerocontusa
• f. d’arma da
fuoco
•
quando l’agente traumatico produce su cute/mucosa
asportazione superficiale dei primi strati in un tratto
lineare di tessuto
perdita più consistente di sostanza irregolarmente
distribuita nel tessuto
lesione profonda, rotondeggiante a ricalco la forma
della punta
lesione a margini netti più o meno profonda
lesione a margini irregolari con aree circostanti di
ecchimosi
due fori: uno d’entrata a bordi ripiegati all'interno,
l’altro d’uscita più grande e coi bordi sporgenti in fuori
Ferita superficiale: trattamento
Il trattamento di una ferita
superficiale si basa sulle seguenti
fasi:
• esposizione
• pulizia
• disinfezione
• medicazione
indossando sempre guanti
monouso sterili!
Esposizione e pulizia
• Esposizione: scoprire subito la ferita
• Pulizia: lavarla con acqua corrente
⇒ usare il sapone per rimuovere impurità
presenti
⇒ corpi estranei di grandi dimensioni non
devono essere asportati per il pericolo di
emorragie
⇒ rimuovere con una pinzetta eventuali
frammenti incuneati nei tessuti
Disinfezione
•
Disinfezione: disinfettare soltanto
con soluzione antisettica ⇒ non
usare (per gli inconvenienti che
determinano) ovatta, alcol, polvere
antibiotica
Medicazione
z Coprire la ferita con garze sterili o altro
materiale
sterile
per
prevenire
un’infezione
z Fasciare con bende - non è necessario
che siano sterili - per tenere a posto la
medicazione.
Ferita profonda: trattamento
• Avvisare
• Sdraiare
il 118
a terra l’infortunato in posizione
antishock
• Esporre la ferita scoprendola
• Tamponare l’emorragia
• Pulire, disinfettare, medicare la ferita
Ferite gravi del torace
Un trauma a livello toracico produce lesioni di 2 tipi:
Ferite chiuse
Ferite
aperte
Dovute di solito a traumi contusivi,
che provocano lacerazioni o rotture di
organi o vasi contenuti in cavità
Dovute ad oggetti penetranti nel
torace o perforanti da parte a parte il
torace stesso
Ferite gravi del torace
valutazione
Il soccorritore, per valutare la gravità di un
trauma del torace, ispeziona il torace e valuta
il respiro:
⇒ Osservando forma e movimento del torace
⇒ Palpando il torace, ascoltando fremiti e fruscii
⇒ Contando la frequenza respiratoria
Per comodità mnemonica si ricorda la sigla
OPaC
Ferite gravi del torace
valutazione
Con la manovra OPaC si ricercano i segni
d’allarme:
• aumento della frequenza respiratoria
• asimmetrie toraciche
• riduzione delle escursioni
• movimenti paradossi della parete
¾rientramento di una parte del costato in ispirazione
(“volet costale”)
• perforazione toracica con fuoriuscita di schiuma, liquido
rossastro, accompagnato da un gorgoglio (“ferita
soffiante”)
Ferite gravi del torace
trattamento
Se con l’OPaC si rilevano segni d’allarme
da
trauma grave ⇒ Avvisare prioritariamente il
118, e poi
• coprire l’eventuale foro nella parete di una “ferita
soffiante” con una compressa sterile e fissarla con un
cerotto
• sostenere con la propria mano il lato traumatizzato
• aiutare il ferito a trovare una posizione confortevole ⇒ la
posizione semiseduta di solito è la migliore
• portare il braccio del lato colpito sulla parete toracica
fasciandolo con un triangolo
Ferite gravi dell’addome
Un trauma a livello addominale produce lesioni di 2 tipi:
Ferite chiuse
Ferite
aperte
Dovute di solito a traumi contusivi,
che provocano lacerazioni o rotture di
organi o vasi contenuti in cavità
Dovute ad oggetti penetranti in parete
o perforanti da parte a parte
l’addome, che provocano lesioni più
gravi dei traumi contusivi
Ferite gravi dell’addome
valutazione
I segni principali sono:
9 il dolore addominale, accompagnato da
o nausea, vomito, tosse con emissione di sangue
o segni iniziali di shock emorragico
9 segni di lesione specifici dell’agente traumatico
o ecchimosi e lividi da contusione
o lacerazioni, ferite penetranti, fori d’entrata e
d’uscita
Ferite addominali chiuse
trattamento
• Ridurre il dolore, rilassando la parete addominale ⇒
sdraiare il traumatizzato e piegargli le gambe sulle
cosce a ginocchia flesse
•
Non dargli da bere, anche se ha sete
•
Garantirgli l’apertura delle vie aeree in caso di vomito
•
Allertare il 118 per rapido trasferimento del
traumatizzato in ospedale e trattare, se insorge, lo shock
Ferite addominali aperte
trattamento
9Allertare il 118 per trasporto rapido del pz in ospedale
9Nel frattempo:
o sdraiare il traumatizzato, piegargli le gambe sulle cosce;
non dargli da bere; garantire le vie aeree se vomita
o coprire la breccia della parete con medicazione
occlusiva
o tenere caldo l’addome coprendolo
Amputazione
Consiste nel distacco di parti del corpo in seguito ad un
evento traumatico.
Può essere distinta in base a:
⇒ Tipo di distacco:
⇒ Amputazione totale
⇒ Amputazione parziale
⇒Sede del danno:
⇒ Amputazione degli arti
⇒ Amputazione delle dita
Amputazione
trattamento
In caso di distacco totale o parziale di un arto o di un
dito il primo soccorritore deve in sequenza:
•
chiamare il 118
•
arrestare l’emorragia con laccio emostatico
•
recuperare la parte amputata dopo aver trattato
l’infortunato
Recupero
del segmento amputato
Per l'eventuale reimpianto:
¾ riprendere la parte amputata
¾ dopo una prima pulizia medicarla con garze
sterili
¾ trasportarla in ospedale in un contenitore
refrigerato
⇒ imbustando il pezzo in un involucro di plastica o in
una benda
⇒ evitando il suo contatto diretto con il ghiaccio
Amputazione
Esiti di amputazione
subtotale a livello della
falange prossimale del
secondo
dito
mano
sinistra
Argomenti trattati
in questo modulo:
•
•
•
•
•
•
•
Il dolore toracico
Il malessere del diabetico
Le convulsioni
I disturbi respiratori
Colpo di sole e colpo di calore
Congelamento ed assideramento
Avvelenamenti e Morso di vipera
DOLORE CARDIACO
Si manifesta come un dolore
toracico molto intenso localizzato
sullo sterno, spesso irradiato sulla
parte sinistra: spalla, braccio e
mano.
Talora il dolore si irradia alla spalla ed al braccio di
destra oppure al dorso od ancora al collo ed alla
mascella.
Altre volte il dolore si localizza alla “bocca dello
stomaco” è può essere scambiato per una forte
indigestione.
273
DOLORE CARDIACO
Sintomatologia di accompagnamento
Oltre al dolore toracico il pz presenta:
™Pallore cutaneo
™Senso di angoscia
™Difficoltà nella respirazione
™Sudorazione fredda
™Alterazioni del battito cardiaco e del polso
274
DOLORE CARDIACO
durata ed intensità dei sintomi
¾
Nell’ANGINA PECTORIS i sintomi sono di
minore
intensità,
hanno
una
durata
solitamente inferiore a 15 minuti e si attenuano
fino a scomparire del tutto se la persona si
mette a riposo
¾
Nell’INFARTO CARDIACO la sintomatologia è
più intensa ed ha una durata solitamente
superiore a 15 minuti
ATTENZIONE: i sintomi dell'angina sono molto simili a
quelli dell'infarto cardiaco: in mancanza di una
diagnosi precisa è necessario chiamare i soccorsi
immediatamente
275
DOLORE CARDIACO
CAUSE
Alla base vi è una riduzione dell’apporto ematico
al cuore ⇒ ischemia miocardica:
¾Nell’angina pectoris si ha un restringimento
temporaneo e reversibile dei vasi coronarici
¾Nell’infarto cardiaco si ha una ostruzione
delle arterie coronarie che porta alla necrosi
del tessuto miocardico non più irrorato
276
DOLORE CARDIACO
INTERVENTO
Chiamare immediatamente i soccorsi
…e nel frattempo:
1. cercare di tranquillizzare l'infortunato
2. evitargli ogni minimo sforzo che richiede un ulteriore
sovraccarico di lavoro al cuore
3. mantenere il cardiopatico in posizione semiseduta, per
agevolarne la respirazione
4. allentare gli abiti attorno al collo ed al torace
5. controllare attentamente e costantemente le funzioni vitali
Spesso le persone cardiopatiche sanno riconoscere l’attacco
ischemico e portano con sé il farmaco adatto (compresse
da rompere sotto i denti o da far sciogliere sotto la lingua):
in questi casi aiutarli ad assumere il farmaco
277
Fattori di rischio ischemico
FATTORI MODIFICABILI
FATTORI IMMODIFICABILI
STRESS
ETA’
IPERTENSIONE ARTERIOSA
SESSO
DIABETE
FATTORI EREDITO-COSTITUZIONALI
DISLIPIDEMIE
OBESITA’
FUMO
SEDENTARIETA’
278
MALESSERE NEL DIABETICO
Va sempre sospettato un malessere in
diabetico quando si manifestano:
• disturbi della coscienza (agitazione,
sonnolenza)
• perdita di coscienza ⇒ coma
279
Che cosa è il diabete?
o A causa di un’alterazione del metabolismo,
gli zuccheri si accumulano nel sangue
(iperglicemia)
senza
esser
utilizzati
dall’organismo
o Valori molto elevati della glicemia in circolo
possono provocare disturbi della coscienza,
fino al coma
280
Malessere nel diabetico: che fare?
Per sapere se il paziente soccorso sia
effettivamente diabetico occorre
{ interrogare parenti o conoscenti
{ cercare documenti o medagliette su cui
sia segnalata tale condizione
281
La regola del “glucosio per tutti”
In un soggetto diabetico accertato in coma, nel
dubbio (ipoglicemia? iperglicemia?) applicare
la regola del
glucosio per tutti
• nel coma iperglicemico lo zucchero non peggiora di
molto la situazione
• nel coma ipoglicemico il soggetto ne ha un immediato
beneficio
282
Emergenza diabetica
Soggetto cosciente
¾somministrare zucchero (acqua e zucchero, succo d’arancia,
ecc.)
¾chiamare i soccorsi (118)
Soggetto non cosciente
¾chiamare i soccorsi (118)
¾somministrare un pizzico di zucchero sotto la lingua
¾valutare respiro e polso e, se presenti, porre il paziente in
posizione laterale di sicurezza
CONVULSIONI
Consistono in contrazioni muscolari improvvise ed
involontarie, provocate da un’alterazione dell’attività
cerebrale
Possono:
9 interessare singoli gruppi di muscoli
9 interessare tutto il corpo
9 essere accompagnate da perdita di urine e feci
Si accompagneranno a perdita di coscienza improvvisa
284
CONVULSIONI
Un attacco convulsivo presenta 3 fasi:
• Fase tonica: irrigidimento del corpo per circa 30
sec. (a volte con morsicatura della lingua) e
perdita di coscienza
• Fase clonica: movimenti involontari violenti,
schiuma alla bocca, cianosi di viso e labbra
• Fase post critica: incoscienza, respiro rumoroso,
cefalea al risveglio
285
CONVULSIONI
cosa fare
• Nelle prime fasi tonica e clonica
⇒ adagiare il paziente sul pavimento
⇒ evitare che involontariamente si ferisca
• Nella fase post-critica ⇒ controllare che non vi siano
corpi estranei o ostruzioni delle prime vie respiratorie
Per prudenza allertare il 118 dell’esordio della crisi ed
attendere disposizioni
286
DISTURBI RESPIRATORI
I principali sono:
o la dispnea
o la cianosi
287
Dispnea
La dispnea è conseguenza di condizioni che
9 ostacolano l’afflusso d’aria ai polmoni
9 riducono gli scambi ossigeno - anidride carbonica
Il soggetto dispnoico appare
9 agitato
9 con respiro frequente e rumoroso
288
Cianosi
9 Compare nelle forme più gravi di dispnea
9 Consiste nella colorazione bluastra di cute e
mucose
9 Si manifesta in prevalenza nelle parti più
periferiche del corpo: labbra inizialmente e poi
mani, piedi, orecchie, naso
289
Che fare nella dispnea
z liberare il soggetto da ostacoli al respiro
z favorire la sua ricerca di una posizione
che meno ostacola il respiro
z invitarlo a respirare lentamente
z trasferirlo in zona arieggiata o, in caso di
impossibilità,
cercare
di
arieggiare
l’ambiente
290
COLPO DI SOLE
COLPO DI CALORE
COLPO DI SOLE
È causato da esposizione diretta
dell’organismo al sole, con conseguente
vasodilatazione dei vasi cerebrali
⇒ Sintomi iniziali: mal di testa violento,
fotofobia, nausea, vomito, crampi,
possibile svenimento
⇒ Altri
sintomi:
rigidità
nucale,
allucinazioni e coma
COLPO DI SOLE
9Condurre la vittima in ambiente fresco, ventilato e poco
illuminato o, almeno, al riparo dal sole
9sdraiarla e raffreddare la fronte con impacchi freddi
(borsa del ghiaccio)
9se è cosciente, dargli da bere acqua ma non alcolici
9se perde coscienza
9chiamare il 118
9controllare le funzioni vitali e, se è necessario,
sostenere respirazione e circolazione
COLPO DI CALORE
Per la permanenza in ambienti eccessivamente caldi si
produce un’eccessiva sudorazione che può dare un
collasso ipotensivo che si manifesta con:
• malessere generale
• pelle fredda, pallida ed umida
• ipotensione arteriosa
• nausea e vomito
• svenimento
COLPO DI CALORE
Condurre la vittima in un ambiente fresco,
ventilato o, comunque, al riparo dal caldo
• sdraiarlo e coprirlo con coperte e/o abiti asciutti
• non applicare il ghiaccio
• se è cosciente, dargli da bere acqua ma non alcolici
• se perde coscienza
¾ chiamare il 118
¾ controllare le funzioni vitali
¾ valutare se è necessario sostenere respirazione e circolazione
CONGELAMENTO
ASSIDERAMENTO
CONGELAMENTO
È una lesione simile a quella delle ustioni,
generalmente localizzata alle estremità del
corpo, causata da esposizione diretta
dell’organismo al freddo (atmosferico o
artificiale).
Segni di congelamento
Precoci
Avanzati
™ dolore iniziale della ™ inizialmente
vescicole
parte colpita
con perdita locale della
sensibilità dolorosa
™ cute localmente pallida
e fredda che col tempo ™ poi vere e proprie aree
necrotiche
diventa arrossata
Trattamento del congelamento
• Chiamare i soccorsi
• Invitare il paziente a muovere l’arto colpito
• Metterlo in posizione sdraiata
• Rimuovere abiti e calzature troppo strette
• Coprire la parte con coperte e/o abiti asciutti (senza stringere)
• Tenere la vittima in un ambiente caldo
• NON applicare sulla parte fonti di calore
• NON somministrare alcolici
• NON rompere le bolle
• NON frizionare la parte con la neve
ASSIDERAMENTO
È quella condizione in cui l’esposizione
dell’organismo a basse temperature
determina un crollo della temperatura
corporea sotto i 35 °C.
Segni d’assideramento
•iniziali
¾presenza di brividi
•avanzati ¾ rigidità muscolare
¾ mancanza di coordinazione dei movimenti
¾ alterazione della respirazione
¾ disturbi della coscienza, seguiti da perdita di
coscienza
¾ cianosi
¾ arresto polmonare
¾ arresto cardiaco
Valutazione della gravità
z Ipotermia lieve: brividi, intorpidimento o
sonnolenza
z Ipotermia grave: rallentamento della
respirazione e del battito cardiaco, con
deficit visivo, incoordinazione motoria,
sonnolenza
z Ipotermia molto grave: perdita di
coscienza, possibile arresto cardiaco e
respiratorio
Trattamento dell’ipotermia lieve
• Chiamare i soccorsi
• Condurre la vittima in un ambiente caldo e asciutto
e, comunque, al riparo dal freddo
• Metterla in posizione sdraiata
• Togliere gli abiti bagnati
• Coprirla con coperte e/o abiti asciutti
• Non riscaldare troppo velocemente il paziente;
iniziare riscaldando le parti “centrali” del corpo
• Non dare da bere alcolici
Trattamento dell’ipotermia grave
• Chiamare i soccorsi
• Trattare i pazienti con la massima cautela
• Condurre la vittima in un ambiente caldo e
asciutto, comunque, al riparo dal freddo
• Metterlo in posizione sdraiata e avvolgergli
intorno delle coperte e/o abiti asciutti
• Non tentare di riscaldare il paziente
• Non dare da bere alcolici
Trattamento dell’ipotermia molto grave
• Chiamare i soccorsi
• Trattare i pazienti con la massima cautela
• Condurre la vittima in un ambiente caldo e
asciutto e, comunque, al riparo dal freddo
• Metterlo in posizione sdraiata non tentare di
riscaldare il paziente
• Non dare da bere alcolici
• In caso di arresto cardiaco e respiratorio, avviare
le manovre di RCP
Avvelenamenti
Modalità di penetrazione dei tossici
Le sostanze tossiche possono
penetrare nell’organismo
attraverso varie vie:
• per ingestione
• per inalazione
• per contato con la cute e le mucose
Segni d’intossicazione
Variano notevolmente in base:
• al tipo di sostanza
• alla via di penetrazione del tossico
nell’organismo
Generalmente i quadri clinici peggiorano in un
tempo molto breve dall’avvelenamento
Segni più comuni di intossicazione
Segni iniziali
• mancanza di forza e malessere
• mal di testa
• nausea e vomito
• crampi addominali
Altri segni
• capogiro e vertigine
• sonnolenza
• confusione mentale
• convulsioni
Trattamento dell’avvelenamento
In caso d’intossicazione
• consultare
sempre
le
SCHEDE
TECNICHE E DI SICUREZZA dei
prodotti utilizzati
Il primo soccorso varia
• da sostanza a sostanza
• a seconda della via di penetrazione
Trattamento - principi generali
• Controllare le funzioni vitali e, se sono
alterate, sostenerle
• individuare l’agente intossicante
• mettersi in contatto con un centro
antiveleni
• avviare l’eventuale rimozione delle
sostanze tossiche
Autoprotezione del soccorritore
La scena di un’intossicazione occupazionale
può porre a repentaglio la sicurezza del
soccorritore
che
deve
dunque
opportunamente proteggersi con gli appositi
dispositivi di protezione individuale.
Per procedere ad un’eventuale RCP, pulire la cute
contaminata ed utilizzare una pocket mask.
Incidente da ingestione: trattamento
• Controllare le funzioni vitali e, se necessario, sostenerle
• raccogliere informazioni sul prodotto ingerito
¾acquisire la scheda tecnica o l’etichetta
• chiamare immediatamente il Centro Antiveleni
¾riferire sul primo trattamento
• porre l’infortunato in posizione favorente l’emissione
del tossico con il vomito
Incidente da inalazione: trattamento
• Allontanare il paziente dal pericolo
¾portandolo in luogo aerato
• chiamare immediatamente il Centro Antiveleni
• garantire la pervietà delle vie aeree
¾se privo di coscienza, porre l’infortunato in
posizione laterale di sicurezza
• rimuovere gli abiti contaminati
Incidente da contatto: trattamento
• Allontanare il paziente dal pericolo
¾portandolo in luogo aerato
• chiamare immediatamente il Centro Antiveleni
• rimuovere gli abiti contaminati
• lavare abbondantemente con acqua la zona di cute
contaminata
Procedure speciali da seguire in
caso di incidente con formaldeide
o Contatto con cute
o Sciacquare la cute
o Allertare il Medico
o Isolare indumenti
o Contatto con occhi
o Sciacquare abbondantemente gli occhi
o Allertare il Medico
o Inalazione
o Aria fresca
o Ossigeno terapia
o Allertare il Medico
o Ingestione
o
o
o
o
Sciacquare la bocca
Non bere acqua e Non far vomitare
Aria fresca
Allertare il Medico
Morso di vipera
Morso di vipera
Il morso di vipera è raramente un evento mortale
in quanto:
™ il veleno della vipera ha una azione piuttosto
lenta
™ molto
spesso
viene
inoculato
solo
superficialmente
Trattamento
Cosa NON fare
™
™
™
™
™
praticare incisioni
succhiare il sangue
muovere il paziente
dare da bere
somministrare il
siero antivipera
Trattamento
• chiamare il 118
• tranquillizzare e tenere ferma la vittima,
cercando di evitare ogni movimento,
specialmente della zona interessata
• attendere i soccorsi con vittima in posizione
sdraiata
• fasciare con un bendaggio debolmente
compressivo la zona interessata
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