CROCE ROSSA ITALIANA INFERMIERE VOLONTARIE MONITORI CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INCARICATI AL PRIMO SOCCORSO A cura di: In collaborazione con: Aspetti medico-legali del soccorritore PRIMO SOCCORSO È l'aiuto dato al soggetto, infortunato o malato, da personale non qualificato in attesa dell'intervento specializzato. PRONTO SOCCORSO È l'intervento prestato dal personale sanitario specializzato. LA FIGURA GIURIDICA DEL SOCCORRITORE Non esiste alcuna normativa di legge che indica se il soccorritore sia o meno un incaricato di pubblico servizio. In questa vacatio legis, comunque, non sembrerebbe essere una forzatura considerarlo tale. Per pubblico servizio si intende qualsiasi attività che, senza rappresentare una funzione pubblica, persegue comunque interessi della collettività. IL SOCCORRITORE ED IL CODICE PENALE art. 593 del c.p. V V omissione di soccorso Ogni cittadino è obbligato ad intervenire in presenza di “… un corpo umano che sia o sembri inanimato ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo …”. Tale obbligo consiste nel prestare l’assistenza occorrente o, se il cittadino non è esperto, quantomeno nel darne immediato avviso alle autorità predisposte. IL SOCCORRITORE ED IL CODICE PENALE Se il soccorso viene prestato direttamente, il soccorritore lo fa a suo rischio e pericolo. In altre parole deve cercare di proteggere la sua incolumità e deve anche assumersi la responsabilità del proprio intervento. IL SOCCORRITORE ED IL CODICE PENALE Se per disgrazia il soccorso prestato determinasse un peggioramento della situazione o un decesso, il soccorritore incorrerebbe nei reati di lesioni personali colpose (art. 590 del c.p.) o peggio ancora di omicidio colposo (art. 589 del c.p.). Il termine "colposo" indica una non volontarietà della conseguenza negativa della propria azione, di cui tuttavia si è responsabile per negligenza, imprudenza od imperizia (art. 55 del c.p.). IL SOCCORRITORE TRA INCUDINE E MARTELLO? A questo punto il soccorritore sembrerebbe incastrato fra il dovere di prestare soccorso ed il rischio di commettere un eccesso colposo. IL SOCCORRITORE TRA INCUDINE E MARTELLO? In realtà così non è in quanto il soccorritore: zha il compito di fare da tramite con il lavoro di altro personale qualificato; znon deve fare mai qualcosa che vada oltre le proprie capacità e competenze. IL SOCCORRITORE TRA INCUDINE E MARTELLO? art. 54del c.p. V V stato di necessità “… non è punibile chi abbia commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sè od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo non da lui volontariamente causato nè altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionale al pericolo”. IL SOCCORRITORE TRA INCUDINE E MARTELLO? In altre parole, se l'infortunato è in grave pericolo e non è possibile agire altrimenti, anche un soccorso maldestro o un tentativo di soccorso è preferibile al lasciare l'infortunato a se stesso. Naturalmente il criterio di stato necessità è assolutamente soggettivo e viene valutato caso per caso. Inoltre, l'intervento deve essere PROPORZIONALE al pericolo: se in caso di soffocamento, per esempio, il soccorritore lede le vie aeree dell'infortunato nel tentativo di farlo respirare, difficilmente sarà punibile. IL SOCCORRITORE TRA INCUDINE E MARTELLO? LO STATO DI NECESSITÀ DUNQUE VALE COME SOSTEGNO ALL’OPERA DEL SOCCORRITORE IL QUALE PERÒ NON DEVE MAI ECCEDERE NELLA SUA AZIONE DI SOCCORSO. COMPITI DEL SOCCORRITORE Per prima cosa deve tener conto delle proprie possibilità e delle proprie conoscenze in materia e questo per evitare di trasformare l’intervento d'aiuto in un intervento che possa peggiorare la situazione per la persona da soccorrere e per sé stessi. COMPITI DEL SOCCORRITORE Il soccorritore non ha un elenco di compiti predefiniti da effettuare. Esso però deve perseguire alcuni obiettivi:: z Accertarsi dell'entità dell’incidente ed effettuare la chiamata di soccorso z Controllare l’incidente per evitarne o contenerne i danni all'ambiente; z Assistere la persona colta da malore od infortunata; z Realizzare, se necessario, un primo soccorso in attesa dell'arrivo di personale qualificato. COMPITI DEL SOCCORRITORE regole generali Cosa non fare • • • • • lasciare l’infortunato prima dell’arrivo del personale sanitario prestare interventi superiori alle proprie capacità effettuare manovre inventate od improvvisate somministrare liquidi, specialmente alcool spostare l’infortunato con probabili lesioni alla colonna vertebrale se non in caso di assoluta necessità • ricomporre fratture e/o lussazioni • togliere un oggetto estraneo in qualsiasi parte del corpo COMPITI DEL SOCCORRITORE regole generali Cosa fare • allontanare i curiosi • esaminare il luogo dell’evento per evidenziare ulteriori situazioni di pericolo ed individuare l’eventuale causa dell’infortunio o malore • esaminare l’infortunato per rilevare i parametri vitali e la presenza di sintomi e/o segni • prestare i primi soccorsi in relazione alla gravità dell’evento ed in proporzione alle proprie capacità Organizzazione e gestione dell’emergenza sanitaria Fonti disponibili per le informazioni 9 il pz se cosciente 9 i presenti che hanno assistito all’evento 9 il luogo dell'intervento 9 la dinamica dell'incidente 9 le caratteristiche delle lesioni riportate 18 TRIAGE TRIAGE È una procedura per valutare e classificare le diverse situazioni sanitarie al fine di assegnare loro una priorità di intervento. Questo si realizza distinguendo le diverse situazioni sanitarie in: • urgenti e non urgenti • gravi e non gravi al fine di dare alle richieste di soccorso una risposta appropriata. EMERGENZA/URGENZA ≠ GRAVITÀ L’entità di un danno non sempre è proporzionale al pericolo di morte del soggetto colpito ed alla necessità di prestargli soccorso  Emergenza /Urgenza:  Situazione Grave: 1. le funzioni vitali del soggetto 1. il danno sulla salute del pz è sono compromesse serio ma stabile: non vi è imminente pericolo di vita 2. la sua sopravvivenza è in pericolo ⇒ c’è necessità di 2. la sua sopravvivenza è poco influenzata dalla rapidità del praticare un rapido soccorso soccorso, ma dipende piuttosto dalla sua appropriatezza Emergenza/urgenza e gravità: Emergenza/urgenza e gravità non sempre vanno assieme: occorre sempre distinguere le situazioni per agire in modo appropriato! Tipo d’infortunio Valutazione del caso Tipo di risposta • frattura della É una situazione L’infortunato può esser sul luogo colonna grave ma non lasciato dell’incidente in attesa di un vertebrale urgente trasporto qualificato • ingestione di un È una corpo estraneo Emergeza/Urgenza sanitaria che deve essere trattata tempestivamente L’intervento non è differibile nel tempo: la vita è in pericolo; occorre praticare subito le manovre necessarie Non appena l’ostruzione viene rimossa l’infortunato torna alla normalità CLASSIFICAZIONE IN CODICI Per semplicità i pazienti vengono classificati in codici a cui corrisponde un colore e quindi una priorità di trattamento. CODICE ROSSO Tipo di S.S. Emergenza (situazione critica per la sopravvivenza) Valutazione Risposta Sono compromessi i • valutazione del pz parametri vitali ⇒ c’è • allertamento del 118 pericolo di vita ⇒ è • interventi di Primo necessario un trattamento Soccorso immediato • ricovero immediato CODICE GIALLO Tipo di S.S. Urgenza (situazione instabile, che può evolvere verso la criticità) Valutazione La sopravvivenza non è ancora compromessa, ma occorre “monitorare” i parametri vitali (coscienza, respiro, circolo), che potrebbero velocemente alterarsi Risposta • • • • valutazione del pz allertamento del 118 assistenza continua ricovero rapido CODICE VERDE Tipo diS.S. Valutazione Risposta Non c’è pericolo di vita • Valutazione del pz immediato o a breve • evitare l’allertamento termine ⇒ la diagnosi del 118 ed il trattamento • accesso in ospedale o al (situazione stabile, a possono esser medico curante con mezzi privati rischio potenziale ragionevolmente ⇒ eventuale ricovero d’instabilità) differiti Urgenza Potenziale ⇒ invio a domicilio CODICE BIANCO Tipo di S.S. Valutazione Risposta Non c’è alcun rischio • valutazione del pz per il soggetto; si tratta • evitare l’ allertamento del 118 (situazione stabile di comuni patologie che per i parametri possono esser gestite dal • assistere la persona ed inviarla al proprio medico curante vitali) Non Urgenza medico curante mezzi propri con Critical Unstable Potentially unstable Stable (CUPS) CODICE ROSSO EMERGENZA Arresto cardiaco Arresto respiratorio CODICE GIALLO URGENZA Depressione respiratoria Depressione del snc Ustioni > 18% Segni di chock Stato mentale alterato Convulsioni Traumi maggiori CODICE VERDE URGENZA POTENZIALE Lesioni maggiori isolate Difficoltà respiratoria Ustioni moderate CODICE BIANCO NON URGENZA Lesioni minori Malattie non critiche Ustioni minori Lesioni delle estremità non complicate Autoprotezione dei Soccorritori I rischi nel soccorso Nelle situazioni di emergenza bisogna fare attenzione: a volte il soccorritore può andare incontro a dei rischi La prima regola da tenere costantemente tenere presente è di cercare di intervenire SENZA METTERE A RISCHIO LA PROPRIA INCOLUMITA' I rischi nel soccorso Í AMBIENTE IN CUI SI SVOLGE IL SOCCORSO Í CONDIZIONE / COMPORTAMENTO DELLA VITTIMA Í SANGUE VITTIMA E FLUIDI BIOLOGICI DELLA A Ambiente z traffico veicolare intenso/incontrollato z presenza di fumo/fuoco z sviluppo di gas tossici z pericolo di esplosione z pericolo di crollo z altro Garantire sempre la sicurezza della scena! 1. Rimuovendo i pericoli ambientali 2. Spostando, solo nei casi di necessità, la vittima in un luogo sicuro A Esempio: Folgorazione Il soccorritore deve fare attenzione a non prendere a sua volta la scossa, qualora l'infortunato sia ancora in contatto con la fonte elettrica. Prima di intervenire bisogna staccare la corrente o, se non è possibile, allontanare il folgorato con un bastone di legno, perfettamente asciutto, dopo essersi isolati attraverso uno strato di legno o di gomma (cattivi conduttori). A Esempio: Incidente Stradale In questo caso è bene prestare attenzione a non essere travolti dalle automobili che sopraggiungono, disponendo un triangolo di avvertimento, inviando qualcuno a fare le opportune segnalazioni. Allo stesso modo, bisogna evitare di lasciare la propria auto in mezzo alla strada, col pericolo di procurare ulteriori incidenti, e accostarla sul ciglio della strada. A Esempio: Annegamento Gettarsi in acqua per cercare di trarre in salvo l'infortunato, può essere molto pericoloso, se non si conoscono le tecniche di salvataggio e se non si è degli ottimi nuotatori. Il rischio è che chi sta per affogare trascini con sé il soccorritore. In questi casi bisogna sempre cercare di gettare un salvagente, oppure raggiungere chi affoga con una barca, un materassino o qualcosa di galleggiante. BCondizione / comportamento della vittima z psicosi in fase acuta z agitazione psicomotoria z Convulsioni z movimenti incongrui ⇐ trasporto di un paziente spostamento z inalazione di sostanze tossiche o B Esempio: Respirazione Artificiale Alcune tecniche di rianimazione, come per esempio la respirazione bocca a bocca, possono risultare pericolose per il soccorritore: in questo modo si possono trasmettere molte malattie, soprattutto se l'infortunato ha delle perdite di sangue oppure ha inalato delle sostanze tossiche. B Uso della Pocket mask • Di facile impiego • Si applica facilmente sulla bocca del soggetto in arresto respiratorio • Offre una valida barriera contro il rischio di contagio C SANGUE E FLUIDI BIOLOGICI DELLA VITTIMA ¾ muco, saliva, sangue ed altri fluidi biologici della vittima: se infetti possono essere fonte di contagio per il soccorritore ¾ in ogni contatto con la vittima (specie se sanguinante) si devono adottare le precauzioni universali con l’impiego di mezzi di barriera C Guanti monouso z Devono essere indossati per proteggere entrambe le mani z Vanno infilati prima di iniziare le attività di soccorso e tenuti fino a che si è in contatto con materiale potenzialmente contagioso z Dopo il loro utilizzo vanno sfilati afferrandoli dal lembo Si trovano di norma libero all’altezza del polso nelle cassette del z Quando si assistono soggetti pronto soccorso diversi, passando da un ferito all’altro si devono cambiare i guanti per evitare il contagio tra gli stessi feriti Argomenti trattati in questo modulo: • Anatomia e fisiologia dell’apparato cardiovascolare e respiratorio • Rianimazione CardioPolmonare di base Apparato Cardiovascolare L'apparato cardiocircolatorio è come un sistema idraulico formato dal cuore, che funziona come una pompa, e da un complesso sistema di vasi sanguigni, che distribuiscono il sangue per tutto il corpo. Cuore Polmoni Aorta Cuore Il cuore è un organo muscolare cavo, grande quanto un pugno ed a forma di una pera con la punta rivolta verso il basso. Esso è situato al centro del torace fra i due polmoni, appoggiato sul muscolo diaframma che a mò di cupola separa la cavità toracica da quella addominale. Cavità cardiache Il cuore è costituito da quattro cavità, due superiori (gli atri) e due inferiori (i ventricoli). { Gli atri non comunicano tra di loro; allo stesso modo i due ventricoli non comunicano tra di loro. {Viceversa, l’atrio destro comunica con il ventricolo destro e l’atrio sinistro comunica con il ventricolo sinistro. Si riconoscono, allora, due sezioni cardiache: una parte destra (cuore destro) ed una parte sinistra (cuore sinistro). Vasi sanguigni Il sangue circola nel nostro organismo attraverso i vasi sanguigni che si distinguono in arterie, capillari e vene. Vasi sanguigni Le arterie: portano il sangue dal cuore alla periferia. Vasi sanguigni I capillari hanno una parete sottile e porosa che ne consente gli scambi metabolici con i tessuti a cui sono estesamente e fittamente distribuiti. Vasi sanguigni Le vene raccolgono il sangue dalla periferia e lo convogliano al cuore. Grande e Piccola Circolazione La circolazione del sangue nel nostro organismo segue due diversi circuiti: la grande e la piccola circolazione. Grande Circolazione (Circolazione Sistemica) La grande circolazione si distribuisce a tutto il corpo ed ha la funzione di ossigenare e nutrire i vari organi e tessuti. Inizia con il ventricolo sinistro che riceve il sangue ricco di ossigeno proveniente dal sovrastante atrio e lo eietta nell’aorta. L’aorta, man mano che si allontana dal cuore, si ramifica in arterie di calibro sempre più piccolo che si distribuiscono a tutto il corpo alla cui periferia si sfilacciano nella rete dei capillari attraverso cui avvengono gli scambi nutritivi con le cellule dei vari tessuti: il sangue cede O2 e sostanze nutritive e recupera CO2 e scorie metaboliche. I capillari, a loro volta, confluiscono in vene di calibro sempre maggiore fino a costituire le due vene cave che vanno a sfociare nell'atrio destro del cuore al quaale riconducono il sangue proveniente dalla periferia del corpo ricco di CO2 e prodotti di rifiuto. Piccola Circolazione (Circolazione Polmonare) La piccola circolazione ha la funzione di ossigenare e depurare il sangue proveniente dalla periferia del corpo. Inizia con il ventricolo destro che riceve il sangue venoso proveniente dal soprastante atrio e lo espelle nell’arteria polmonare. L’arteria polmonare presto si suddivide in due tronchi (destro e sinistro) che vanno nei due polmoni dove si ramificano in rami di calibro sempre minore fino a sfociare nella rete dei capillari polmonari attraverso i quali avviene l’ossigenazione del sangue. I capillari polmonari, a loro volta, confluiscono in vasi venosi sempre più grandi finché si originano le quattro vene polmonari che vanno ad aprirsi nell'atrio sinistro del cuore. Grande e Piccola Circolazione ATRIO DESTRO VENTR. DESTRO POLMONI TESSUTI VENTR. SINISTRO ATRIO SINISTRO Ricapitolando: la grande e la piccola circolazione, come in un circuito idraulico, sono tra loro collegate in “serie” e fra di esse risulta interposto il cuore che quindi svolge una funzione centrale e fondamentale nell’ambito dell’apparato cardiovascolare. Frequenza cardiaca e polso arterioso Il numero delle contrazioni del cuore in un minuto costituisce la frequenza cardiaca: in un soggetto adulto sano la frequenza cardiaca varia dai 60 agli 80 battiti al minuto. La frequenza cardiaca può essere apprezzata con la rilevazione del polso arterioso: si tratta di una manovra che serve a percepire le pulsazioni di un'arteria espressione dell'attività cardiaca; i polsi più importanti per la rilevazione sono il polso radiale e quello carotideo. Una volta percepito il polso, si contano le pulsazioni per 15 secondi e si moltiplica per 4: il risultato ottenuto ci dà la frequenza cardiaca. Apparato Respiratorio L'apparato respiratorio è costituito da una serie di organi cavi che formano un canale di collegamento tra l'esterno, costituito dall'aria atmosferica, e l'interno del corpo, rappresentato dai polmoni. Apparato Respiratorio L’aria penetra attraverso il naso e la bocca e percorre prima la laringe e poi la trachea che si divide in due bronchi principali (destro e sinistro) che penetrano nei polmoni. All’interno dei polmoni ciascun bronco si suddivide in bronchi di diametro via via sempre più piccolo, ramificandosi nell’albero respiratorio che distalmente termina con delle sacche terminali a grappolo chiamate “alveoli polmonari”. Apparato Respiratorio La funzione principale dell’apparato respiratorio è la respirazione che consente l’ossigenazione del sangue e la sua depurazione dall'anidride carbonica. Tale funzione viene realizzata grazie alla ventilazione ed alla diffusione alveolare. Ventilazione La ventilazione è rappresentata dalla successione degli atti respiratori che comprendono: zl’inspirazione: attraverso cui l'aria atmosferica viene introdotta nei polmoni zl’espirazione: attraverso cui l’aria viene espulsa dai polmoni In un soggetto adulto sano si osservano circa 16 atti respiratori al minuto. Inspirazione Nel corso dell’ispirazione i cosiddetti muscoli respiratori si contraggono e con la loro azione dilatano la gabbia toracica che, per il tramite delle pleure, aderisce ai polmoni che a loro volta di distendono. Questo meccanismo fa sì che i polmoni si comportino proprio come un mantice: espandendosi richiamano nel proprio interno l’aria proveniente dall’esterno. Espirazione Durante l'espirazione, invece, il diaframma ed i muscoli intercostali si rilassano per cui la gabbia toracica ed i polmoni si retraggono passivamente. In questo modo l’aria contenuta nei polmoni viene espulsa verso l’esterno. Diffusione Alveolare Il processo di diffusione è rappresentato dallo scambio dei gas (ossigeno e anidride carbonica) che avviene a livello degli alveoli polmonari. Diffusione Alveolare Gli scambi gassosi avvengono attraverso la parete degli alveoli la quale è estremamente sottile e porosa ed è percorsa nel proprio spessore dai capillari polmonari. In particolare, succede che a livello della parete alveolare: z l’ aria inspirata presente negli alveoli cede ossigeno al sangue che scorre nei capillari polmonari z Il sangue, da parte sua, libera anidride carbonica nell’aria contenuta negli alveoli che viene poi espirata all’esterno dell’organismo “Il viaggio dell’ossigeno” Ogni cellula umana ha bisogno di ossigeno per vivere. In condizioni di carenza assoluta di ossigeno (anossia) la cellula va incontro: 1. In un primo tempo a danni funzionali e strutturali potenzialmente reversibili qualora venga ripristinata la fornitura di O2 2. Oltre un certo tempo di anossia i danni riportati dalla cellula diventano irrecuperabili anche con il ripristino dell’ossigenazione “Il viaggio dell’ossigeno” Nel nostro organismo esistono diversi tipi di cellule che rispondono in modo diverso all’anossia: z La cellula della cute o quella di un muscolo della gamba resistono all’anossia anche per diverse ore z La cellula cerebrale (neurone) in condizioni normali resiste all’anossia solo alcuni minuti “Il viaggio dell’ossigeno” I neuroni sono al tempo stesso: z Le cellule più nobili In quanto sovraintendono alle funzioni superiori: { Stato di coscienza: personalità – pensiero – ragione – intelligenza – memoria – volontà – emozioni { Motilità { Sensibilità In caso di morte cerebrale l’individuo si riduce allo stato vegetativo z Le cellule più delicate Poiché hanno bisogno di una continua ossigenazione per via ematica, e questo essenzialmente perché nel cervello non esistono depositi locali di O2 “Il viaggio dell’ossigeno” ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO ANOSSIA CEREBRALE LESIONI CEREBRALI MORTE “Il viaggio dell’ossigeno” MORTE CLINICA: tempo 0 ⇒ Inizia nel momento in cui si arresta l’attività cardio-circolatoria e quindi cessa l’ossigenazione ematica. LESIONI CEREBRALI: 4-6 m ⇒ Sono dovute alla mancata ossigenazione delle cellule nervose. MORTE BIOLOGICA: 10 m ⇒ Ha luogo quando le cellule nervose cominciano a morire a causa della protratta mancanza di ossigeno. “Il viaggio dell’ossigeno” Il Primo Soccorritore ha come prima priorità quella di garantire che l’ossigeno raggiunga i neuroni della vittima prima che possano insorgere danni cerebrali irreversibili. Il Primo Soccorritore, quindi, diventa il Custode del viaggio dell’ossigeno dall’aria ambientale alle cellule cerebrali, viaggio che concettualmente si svolge in tre tappe: “Il viaggio dell’ossigeno” 1. Prima tappa = dall’aria esterna ai polmoni Si compie nelle vie aeree = airways = A 2. Seconda tappa = dai polmoni al sangue Si compie per mezzo della respirazione = breathing = B 3. Terza tappa = dal sangue ai neuroni Si compie per mezzo del cuore che con la sua azione di pompa assicura la circolazione = circulation = C “Il viaggio dell’ossigeno” Custodire il viaggio dell’ossigeno dall’aria ambientale alle cellule cerebrali, allora, significa in sostanza: 1. Valutare in sequenza che in ciascuna delle tre tappe (A Î B Î C) l’O2 non incontri ostacoli 2. Agire rimuovendo l’eventuale ostacolo incontrato e passare alla valutazione della tappa successiva BLS Basic Life Support Si intende un insieme di interventi e di manovre finalizzate a sostenere (e, se possibile, ripristinare) le funzioni vitali: • Stato di coscienza • Respirazione • Circolazione funzioni indispensabili per la vita Protocolli d’intervento zL’emergenza sanitaria deve essere affrontata con qualità e tempestività. zI protocolli aiutano ad eseguire le manovre idonee, nella giusta sequenza e nel più breve tempo. zLe procedure da seguire sono in continuo aggiornamento, alla ricerca sempre di nuovi metodi più efficaci per salvare vite umane. Protocollo A-B/C z Il protocollo che verrà presentato è quello proposto dal Gruppo di Lavoro sul BLS (Basic Life Support) dell’ERC (European Resuscitation Council) del 2005. z Queste linee guida ERC aggiornano le precedenti edite nel 2001: esse derivano dalle evidenze scientifiche accumulatesi negli ultimi anni e sono state approvate dall’ILCOR (International Liaison Committee on Resuscitation = comitato internazionale che riunisce le principali società di rianimazione cardio-respiratoria). Protocollo A-B/C Lo schema-protocollo A-B/C indica 3 gruppi di interventi salva-vita che vengono contraddistinti con le prime tre lettere dell’alfabeto (A, B, C) che peraltro corrispondono alle iniziali delle parole inglesi: z Airway (vie aeree) z Breathing (respiro) z Circulation (circolazione) Tali gruppi di intervento salvavita devono essere messi in atto in questa rigida sequenza temporale. Protocollo A-B/C Lo schema-protocollo A-B/C indica 3 gruppi di interventi salva-vita che vengono contraddistinti con le prime tre lettere dell’alfabeto (A, B, C) che peraltro corrispondono alle iniziali delle parole inglesi: z Airway (vie aeree) z Breathing (respiro) z Circulation (circolazione) Ognuno di essi prevede una valutazione preliminare a cui fa seguito una precisa azione. Protocollo A-B/C sequenza dei gruppi di intervento A= VALUTAZIONE AZIONE ASSENZA STATO DI COSCIENZA APERTURA DELLE VIE AEREE Protocollo A-B/C sequenza dei gruppi di intervento B= VALUTAZIONE AZIONE ASSENZA RESPIRO RESP.NE ARTIF.LE Protocollo A-B/C sequenza dei gruppi di intervento C= VALUTAZIONE AZIONE ASSENZA POLSO ARTERIOSO MCE Protocollo A-B/C sequenza dei gruppi di intervento Perché il protocollo A-B/C inizia con la valutazione dello stato di coscienza? La presenza dello stato di coscienza indica che: • le vie aeree sono pervie Î non c’è blocco in A • è presente il respiro Î non c’è blocco in B • è presente il polso arterioso Î non c’è blocco in C Protocollo A-B/C sequenza dei gruppi di intervento Perché il protocollo A-B/C inizia con la valutazione dello stato di coscienza? L’assenza dello stato di coscienza indica la possibilità che vi sia un blocco in A e/o B e/o C: in questo caso bisogna ricercare l’eventuale blocco ed eventualmente rimuoverlo. Protocollo A-B/C sequenza dei gruppi di intervento Perché i gruppi di intervento B/C vanno fatti contemporaneamente? La simultaneità dell’esecuzione di questi due gruppi di intervento riduce i tempi di inizio della rianimazione cardio-polmonare e quindi della ripresa del viaggio dell’ossigeno verso il cervello Î limitare i danni cerebrali A VALUTAZIONE STATO DI COSCIENZA Nel sospetto di un trauma cranico e/o cervicale e/o all’altezza VaManovra tutto bene? del delle spalle, limitati semplicemente a “chiama euna scuoti” toccarlo spalla Riesci asumuoverti? Piegati leggermente sulla vittima, premendo su di Puoi aprire essa o dandogli un pizzocotto afferralo per gli le occhi? spalle e sulscuotendolo braccio. leggermente Nel dubbio,ad comportati parlagli alta vocecome se il trauma lo avesse subito. 1 A VALUTAZIONE STATO DI COSCIENZA Presenza di: z Risposta verbale z Risposta motoria z Apertura occhi 1a PAZIENTE COSCIENTE 1. Non spostarlo dalla posizione in cui si trova (tranne nei casi in cui vi è imminente pericolo ambientale di vita) 2. Prosegui nella valutazione per individuare il problema 3. Sorveglia la vittima e verificane periodicamente lo stato di coscienza: la vittima può perdere coscienza in qualunque momento!!! A VALUTAZIONE STATO DI COSCIENZA Assenza di: z Risposta verbale z Risposta motoria z Apertura occhi 1b PAZIENTE INCOSCIENTE 1.Attiva i soccorsi qualificati 2.Posiziona la vittima e scopri il torace 3.Assicura l’apertura delle vie aeree 4.Ispeziona il cavo orale A PAZIENTE INCOSCIENTE attivazione dei soccorsi • chiedi a uno dei compagni di lavoro di chiamare i soccorsi • se sei solo, chiamalo direttamente con il mezzo di comunicazione disponibile 1b1 A PAZIENTE INCOSCIENTE posizionamento vittima 1b2 • Poni la vittima su un piano rigido (quale il pavimento) in posizione supina • Allinea tra loro il capo, il collo, il tronco e gli arti • Libera il collo e scopri il torace A PAZIENTE INCOSCIENTE apertura vie aeree 1b3 IPERESTENSIONE DELLA TESTA Si esegue ponendo due dita sotto il mento ed il palmo dell’altra mano sulla fronte. A questo punto si abbassa la testa e contemporaneamente si solleva il mento. A PAZIENTE INCOSCIENTE apertura vie aeree IPERESTENSIONE DELLA TESTA In questo modo si evita che la base della lingua rilassandosi possa andare ad ostruire le vie aeree. 1b3 A PAZIENTE INCOSCIENTE apertura vie aeree soccorritore si pone dietro al Nelpaziente: sospetto di un trauma del 1. con le dita lunghe ci si pone a livello rachide cervicale si lascia la degli angoli della mandibola testa posizione neutrasietiene si 2. con in i polsi e gli avambracci effettua manovra di apertura ferma lalatesta 3. si spingedella dunque la mandibola in manuale bocca avanti, utilizzando anche i due pollici, posti a destra ed a sinistra del mento 4. aperta la bocca, si afferra la lingua con una garza od una pinza e la si tira in avanti 1b3 Il APERTURA DELLA BOCCA A PAZIENTE INCOSCIENTE ispezione cavo orale Aperta la bocca della vittima: 1.Esplora visivamente il cavo orale 2.Se presente un corpo estraneo prova a rimuoverlo 1b4 A PAZIENTE INCOSCIENTE corpo estraneo solido 1b4 In presenza di un corpo estraneo solido prova a rimuoverlo utilizzando: z il dito indice ad uncino z le dita indice e medio articolate a pinza A PAZIENTE INCOSCIENTE corpo estraneo solido 1b4 Mai inserire “alla cieca” le dita nel cavo orale: è indispensabile vedere l’oggetto estraneo prima di tentarne l’estrazione con le dita Î diversamente, si rischia di spingere l’oggetto ancora più in profondità nella gola ATTENZIONE!!! A PAZIENTE INCOSCIENTE materiale liquido 1b4 In presenza nella cavità orale di materiale liquido (sangue – vomito – succo gastrico – altro) ruota lateralmente il capo della vittima Î drenaggio laterale per caduta ATTENZIONE!!! A PAZIENTE INCOSCIENTE materiale liquido 1b4 Nel pz traumatizzato o sospetto tale va assolutamente evitata qualsiasi mobilizzazione attiva e passiva del collo. ATTENZIONE!!! A PAZIENTE INCOSCIENTE materiale liquido In questo caso si procede con: z la rotazione in blocco di tutto il corpo z l’aspirazione dei liquidi 1b4 B/C VALUTAZIONE DEL RESPIRO 1 Contando a voce alta da 1 a 10, esegui il GAS: z Guardo: le escursioni del torace eventuali z Ascolto: il rumore dell’aria che eventualmente fuoriesce dalla bocca e dal naso z Sento: sulla guancia gli sbuffi d’aria che eventualmente fuoriescono dalla bocca e dal naso B/C VALUTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE Contemporaneamente al carotideo: GAS 1 rileva il polso Partendo dalla parte centrale del mento, medio ed indice scendono lungo la zona centrale del collo fino a palpare il pomo d'Adamo (più prominente nell’uomo). Da questo punto ci si sposta di circa 2 cm verso il proprio lato e con i polpastrelli delle dita si esercita una leggera pressione per non comprimere eccessivamente la carotide. B/C RESPIRO PRESENTE POLSO PRESENTE 2a zponi la vittima in posizione laterale di sicurezza zcontrolla che la vittima continui a respirare Posizione laterale di sicurezza 1. piegare ad angolo retto il braccio più vicino al soccorritore 2. afferrare l’altro braccio e spostarlo verso la spalla controlaterale ancorando la mano sulla testa dell’omero Posizione laterale di sicurezza 4. sistemare il piede posto in alto nel cavo popliteo della gamba opposta e sistemare in iperestensione e rotazione laterale la testa della vittima, poggiandovi sotto la mano del braccio ruotato. 3. afferrare la spalla del paziente opposta al soccorritore e il cavo popliteo dello stesso lato e provocare la rotazione di tutto il corpo della vittima verso di sé. B/C RESPIRO ASSENTE POLSO PRESENTE 2b Inizia le ventilazioni artificiali ad una frequenza di 10 insufflazioni al minuto (circa 1 ogni 6 secondi). Le insufflazioni devono essere lente e progressive, della durata di 1 secondo. Durante ogni insufflazione l’espansione del torace. osserva B/C TECNICA BOCCA-BOCCA 2b z chiudi le narici della vittima con due dita o con apposita pinza z con paziente a capo iperesteso, fai aderire le tue labbra alle labbra della vittima z insuffla con decisione ma lentamente aria per circa 1 secondo attraverso la bocca della vittima z osserva, durante la manovra, l’escursione del torace B/C TECNICA BOCCA-MASCHERA 2b Con il soccorritore posizionato alla testa della vittima (in caso di due soccorritori) oppure al lato della stessa (in caso di soccorritore unico), si appoggia la apposita maschera sul volto della vittima facendo attenzione che sia della misura adeguata a coprire bocca e naso e che l’apice della maschera sia posto in corrispondenza della radice del naso. Con le dita indice e pollice a “C” di una mano si mantiene la maschera aderente al volto mentre con le altre dita si mantiene sollevata la mandibola per l’ìperstensione del capo. A questo punto si insuffla l’aria con la propria bocca attraverso l’apposito raccordo. B/C PALLONE AMBU 2b E' uno strumento che serve per effettuare la respirazione artificiale. Funziona come un piccolo mantice: è composto da un pallone autoespandibile che si schiaccia manualmente e si rigonfia passivamente in maniera automatica. L’utilizzo di tale presidio è consigliato in quanto: ¾ è la tecnica più efficace ed anche la più sicura poiché evita il contatto diretto soccorritore-vittima. ¾ l'aria insufflata viene presa direttamente dall'ambiente esterno, non proviene dai polmoni del soccorritore, per cui contiene delle percentuali di ossigeno superiori ¾ evita l’esaurimento fisico del soccorritore B/C RESPIRO E POLSO ASSENTI Inizia la RCP alternando compressioni toraciche a insufflazioni di aria. 3a 30 2 B/C Massaggio Cardiaco Esterno 3b Il MCE si esegue praticando le compressioni toraciche Attraverso il massaggio cardiaco il cuore pompa il sangue soltanto al 20% - 40% del normale, ma questo è sufficiente per tenere in vita l'infortunato sino al suo arrivo in un pronto soccorso dove, attraverso un defibrillatore, si tenterà di ripristinare l'attività cardiaca attraverso scariche elettriche. B/C DOVE COMPRIMERE 3b 1. Assumere la corretta posizione inginocchiandosi al fianco della vittima con le ginocchia all’altezza del torace 1. Posizionare il palmo di una mano al centro del torace sul terzo medio dello sterno. 2. Sovrapporre a questa l’altra mano e intrecciando le dita di questa con quelle della prima, evitando che la compressione possa avvenire sulle coste, sulla parte inferiore dello sterno, sulla parte superiore dell’addome B/C COME COMPRIMERE 3b 1. Sovrapporre i palmi delle due mani sul punto di compressione. 2. Tenere le braccia estese senza piegare i gomiti. 3. Comprimere il torace della vittima appoggiandosi sopra, sfruttando il peso del proprio corpo e facendo fulcro sull’articolazione dell’anca. z La forza della compressione deve essere tale da provocare una depressione sternale di almeno 4-5 cm. z La compressione deve essere immediata e subito dopo deve essere annullata per consentire al cuore di riempirsi nuovamente. z Durante il rilasciamento le mani non devono staccarsi dal torace ma devono accompagnarlo durante la sua espansione. z Compressione e rilasciamento devono avere stessa durata ed ampiezza (rapporto 1:1). B/C QUANTO COMPRIMERE 3b Le compressioni toraciche vanno eseguite con una frequenza di crica 100 al minuto e secondo un rapporto compressioni/ventilazioni di 30:2 ⇓ Alternare 30 compressioni a 2 ventilazioni Sia in presenza di 1 che di 2 soccorritori B/C RIANIMAZIONE CON 1 SOCCORRITORE 3b Rapporto C/V = 30:2 ¾si inizia con 30 compressioni sternali e si prosegue con due ventilazioni: quindi ricomincia il ciclo ¾ogni 4 cicli completi (circa 2 minuti) si verifica la ripresa del polso arterioso B/C RIANIMAZIONE CON 2 SOCCORRITORI 3b Rapporto C/V = 30:2 ¾ il primo soccorritore esegue 30 compressioni sternali e si arresta dopodiché il secondo soccorritore esegue 2 insufflazioni di aria ¾ dopo ogni 4 cicli completi (circa 2 minuti) si verifica la ripresa del polso arterioso ¾ in genere dopo ogni 4 cicli i due soccorritori invertono i ruoli Controllo della ripresa di attività cardiaca e respiratoria autonoma Dopo due minuti (circa 4 cicli) ricontrollare i parametri vitali seguendo lo schema inverso rispetto all’A-B-C: C B A Polso assente ⇒ continuare le manovre di RCP Polso presente e respiro assente ⇒ continuare la ventilazione Polso presente, respiro presente e pz incosciente ⇒ posiz. lat. sicur. Quando iniziare la RCP z Le manovre del BLS prevedono un supporto di base delle funzioni vitali ed hanno lo scopo principale di arrestare il progredire della morte clinica in morte biologica. z Per tale ragione il soccorritore deve sempre iniziare le manovre rianimatorie senza tener conto dell’età apparente della vittima, dell’aspetto cadaverico e della midriasi. Quando NON procedere con la RCP • Presenza di macchie ipostatiche nelle zone declivi del corpo, decomposizione tissutale, ferite palesemente mortali. • Vittima priva di attività CR da oltre 20 minuti. Quando interrompere la RCP z Quando è stata ripristinata una attività respiratoria e cardiaca autonoma con la comparsa di segni di circolo. z Quando arrivano i soccorsi qualificati. z Circa il problema della sospensione delle manovre di RCP quando queste non danno risultato, la legislazione italiana riconosce solo nel medico l’unica figura in grado di stabilire l’avvenuto decesso della vittima: ne deriva che i soccorritori dovranno proseguire la rianimazione fino all’arrivo di un medico o fino all’esaurimento delle proprie forze. Argomenti trattati in questo modulo: • • • • Ostruzione delle vie aeree Emorragie Shock Disturbi della coscienza: Lipotimia, Sincope e Coma OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE Un corpo estraneo, penetrato accidentalmente in bocca, può spingersi variamente in profondità ed ostruire le vie aeree portando all’asfissia. E’ il caso, per esempio, dell’inalazione da parte dei bambini di piccoli corpi estranei (quali monete, bottoni, bilie, ecc,) oppure di ostruzione determinata negli adulti dal cibo o da frammenti di protesi dentaria. OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE La presenza di un corpo estraneo (di forma e dimensioni varie) nelle vie aeree determina una ostruzione parziale o completa delle stesse con compromissione della respirazione fino al suo completo arresto. L'infortunato improvvisamente: respira con difficoltà ed in maniera rumorosa - è incapace di parlare – tossisce - avverte dolore retro-sternale - ha un senso di soffocamento OSTRUZIONE PARZIALE ⇓ IN SOGGETTO COSCIENTE OSTRUZIONE COMPLETA ⇓ ⇓ IN SOGGETTO IN SOGGETTO COSCIENTE NON COSCIENTE OSTRUZIONE PARZIALE IN SOGGETTO COSCIENTE Il soggetto: • è in grado di respirare, talora con difficoltà • tossisce tentando di espellere il corpo estraneo In questo caso, chiamare i soccorsi ed incoraggiare la vittima a tossire OSTRUZIONE COMPLETA IN SOGGETTO COSCIENTE Il soggetto: • non è in grado di respirare oppure respira in maniera inefficace e rumorosa • non è in grado di parlare • non è in grado di tossire • perde rapidamente conoscenza OSTRUZIONE COMPLETA IN SOGGETTO COSCIENTE In questo caso: 1. Chiamare i soccorsi 2. Rimuovere dalla bocca eventuali corpi estranei visibili ATTENZIONE!!! non sempre l'oggetto è estraibile manualmente, inoltre si corre il rischio di spingerlo ancora più all'interno OSTRUZIONE COMPLETA IN SOGGETTO COSCIENTE 3. Aiutare la vittima a piegarsi in avanti colpendo tra le scapole con il palmo della mano ripetutamente fino a 5 colpi OSTRUZIONE COMPLETA IN SOGGETTO COSCIENTE 4. eseguire per 5 volte manovra di Heimlich la Il soccorritore: si pone alle spalle della vittima lo cinge ponendo un pugno chiuso tra l’ombelico e lo sterno afferra il pugno con l’altra mano e con questa presa esegue delle brusche spinte verso l’interno e verso l’alto della vittima Questa manovra favorisce la risalita del corpo estraneo verso l’alto, fino alla sua eventuale espulsione. MANOVRA DI HEIMLICH: CONTROINDICAZIONI • NEONATI: in questo caso, alternare le compressioni toraciche a colpi sulla schiena • DONNE IN GRAVIDANZA: in questi casi, eseguire le compressioni toraciche come in un massaggio cardiaco esterno OSTRUZIONE COMPLETA IN SOGGETTO INCOSCIENTE 1. chiamare i soccorsi 2. comportarsi come nelle fasi A-B/C della RCP 3. se non si ottengono almeno due ventilazioni efficaci in 5 tentativi • iniziare le compressioni toraciche • dopo 30 compressioni, controllare nel cavo orale l’eventuale espulsione del corpo estraneo (e se c’è, rimuoverlo) • ritentare due ventilazioni efficaci EMORRAGIE dal greco “emo” = sangue e “reo” = scorrere ⇓ perdita di sangue dai vasi sanguigni CLASSIFICAZIONE AFFLUENZA PROVENIENZA Emorragie esterne Emorragie arteriose Emorragie interne Emorragie venose Emorragie esteriorizzate Emorragie capillari EMORRAGIE INTERNE Sono versamenti di all’interno del corpo: z in cavità naturali ⇒ sangue confinati emotorace emopericardio emoperitoneo z nello spessore di un tessuto ⇒ ematoma EMORRAGIE ESTERNE Sono emorragie che portano alla perdita di sangue all’esterno dell’organismo. EMORRAGIE ESTERIORIZZATE Sono emorragie che avvengono all’interno di cavità collegate con l’esterno: z tubo digerente ⇒ ematemesi z vie respiratorie ⇒ emottisi z vie urinarie ⇒ ematuria z naso ⇒ epistassi z orecchio ⇒ otorragia EMORRAGIE ARTERIOSE z Il sangue zampilla {fuoriesce a fiotti intermittenti in maniera sincrona con i battiti del cuore {sprizza lontano della lesione z I bordi della ferita sono puliti z Sono le più gravi in quanto non si arrestano spontaneamente (l’emostasi naturale non ha il tempo di organizzarsi) ⇒ il sanguinamento è più o meno imponente e rapido EMORRAGIE VENOSE zIl sangue scorre: sgorga lentamente con flusso costante zI bordi della ferita sono sporchi da sangue che ristagna sulla ferita stessa zIn genere non sono gravi in quanto l’organismo mette in atto dei meccanismi emostatici fisiologici; acquistano maggiore gravità solo se la lesione interessa una grossa vena EMORRAGIE CAPILLARI • Il sangue fuoriesce in piccole quantità, lentamente • Non sono mai gravi: i fisiologici meccanismi emostatici solitamente hanno tutto il tempo di formare il coagulo ed arrestare il sanguinamento EMORRAGIE ESTERNE Come intervenire 1 2 Pressione diretta sul punto di lesione applicazione del laccio emostatico Sollevamento (di un arto) 4 3 Compressione dell’arteria a monte 1 Pressione diretta = Tamponamento meccanico z sdraiare il ferito z infilare i guanti sterili monouso z applicare sulla parte un pacchetto di garza sterile z Comprimere nergicamente sul punto di sanguinamento per favorire l’emostasi z fasciare la ferita con un bendaggio compressivo 2 Sollevamento di un arto Viene eseguito quando: •il tamponamento meccanico non è stato sufficientemente efficace •l’emorragia interessa un arto In questo modo la fuoriuscita di sangue viene ostacolata grazie alla forza di gravità Tale manovra è controindicata in caso di sospetto di frattura o lussazione 3 Compressione a distanza Qualora il tamponamento meccanico combinato al sollevamento dell’arto interessato non dovessero arrestare lo stillicidio ematico Si passa alla compressione a distanza che consiste nel comprimere i vasi arteriosi in alcuni punti dove il loro passaggio è facilmente raggiungibile. 3 Compressione a distanza I punti di compressione sono collocati tra il cuore e la ferita. Sono delle particolari zone del braccio e della gamba in cui un vaso arterioso di grandi dimensioni (arteria principale): { ha un decorso superficiale, subito al di sotto della cute { poggia su un piano osseo La loro compressione manuale provoca una vasocostrizione che rallenta o blocca la circolazione del sangue. La compressione è ancora più efficacie se si utilizza un oggetto rigido, per esempio una moneta. 3 Compressione a distanza a. femorale sup. ⇒ ferite all’inguine ed alla coscia a. carotidea ⇒ ferite al collo a. femorale inf. ⇒ ferite alla coscia a. succlavia ⇒ ferite alla spalla a. poplitea ⇒ ferite alla gamba o al polpaccio a. ascellare ⇒ ferite al braccio superiore a. omerale sup. ⇒ ferite al braccio inferiore a. omerale inf. ⇒ ferite all'avambraccio od alla mano 4 Laccio emostatico E' da utilizzare con molta prudenza e solo in casi selezionati ⇒ questo sistema infatti esclude completamente la circolazione sanguigna con il rischio di procurare una necrosi ischemica dei tessuti e/o la lesione dei tronchi nervosi. La sua indicazione è rara ⇒ va posizionato limitatamente agli arti superiori ed inferiori e solo nei casi di effettiva necessità: { Emorragia arteriosa di un grosso vaso, quando tutte le altre manovre si siano dimostrate inefficaci { Amputazione di una parte anatomica { Frattura esposta: quando la compressione manuale sulla ferita potrebbe complicare lo scenario 4 z z z Il laccio emostatico ideale larghezza di almeno 5 - 7 cm materiale morbido struttura piatta, tale da non danneggiare i tessuti sottostanti 4 laccio emostatico di fortuna In caso di necessità, un laccio emostatico di fortuna può diventare qualsiasi nastro largo e piatto (come strisce di stoffa, cravatta, sciarpa, cinta, calza, etc) legato molto stretto od attorcigliato intorno ad un legno o una penna a mo' di torchio. Non vanno mai utilizzati elementi che possono danneggiare i tessuti quali: fil di ferro - spago o cordoni - calze di nylon e collant - elastici. 4 Procedura d’impiego del laccio Porre il laccio solo alla radice del braccio e della coscia. Non si deve mai applicare su avambraccio e gamba, dove i vasi decorrono in profondità. Scrivere l’ora di applicazione del laccio su un’area di pelle del pz immediatamente e completamente visibile (di solito la fronte) ⇒ affinché i soccorritori del 118 possano regolarsi. Non rimuovere mai il laccio ma attendere l’arrivo del personale d’emergenza. Il laccio emostatico non va mai tenuto a lungo, dopo 20-30 minuti comincia ad essere rischioso e più passa il tempo più il rischio di complicazioni aumenta. EMORRAGIE INTERNE z Sono emorragie che avvengono all’interno di cavità chiuse (addome, torace, etc.) z Sono difficilmente individuabili z Vanno sospettate in caso di traumi cranici, addominali, toracici, ecc. z Il paziente con una emorragia interna, dopo il trauma, potrebbe essere del tutto asintomatico, oppure cominciare a manifestare i primi sfumati segni clinici dello shock. Nell’attesa dei soccorsi { Distendere l’infortunato in posizione antishock { Coprirlo con la coperta isotermica { Impedirgli di bere, anche se ha sete z le bevande in genere sono pericolose per il rischio di complicazioni in caso di lesioni di organi interni z l’alcool in particolare abbassa la pressione del sangue e riduce ancor più l’irrorazione del cervello EMORRAGIE ESTERIORIZZATE Emorragie a partenza da cavità (tubo digerente, vie respiratorie, vie urinarie, orecchio, naso) che si collegano con l’esterno. Epistassi L’epistassi è la fuoriuscita di sangue dal naso Per tamponarla il paziente viene invitato { a sedersi con la testa piegata in avanti { a stringere le narici tra pollice ed indice Otorragia E’ la fuoriuscita di sangue dall’orecchio: zquesta emorragia non deve essere tamponata zil paziente deve essere posto in una posizione che consenta un più facile deflusso del sangue ⇒ pz steso con il capo inclinato lateralmente SHOCK Lo shock è una grave sindrome dovuta ad una diminuzione, comunque prodotta, dell’afflusso di sangue ai diversi tessuti ed organi. Segni di shock • cute fredda e pallida: specie alle estremità (volto, labbra, naso, orecchie, mani, piedi) • • • • respiro frequente e corto polso rapido e superficiale abbassamento della pressione arteriosa alterazione della coscienza, fino al coma Trattamento dello shock • • • • Valutare le funzioni vitali: coscienza, respiro e polso arterioso Attivare il 118 Se necessario praticare la RCP di base Controllare eventuali cause: per es. tamponando eventuali emorragie esterne • Favorire la circolazione sanguigna verso i tessuti ed organi vitali (cervello, cuore e polmoni) ⇒ ponendo l’infortunato in Posizione antishock • Evitare la dispersione del calore corporeo ⇒ mantenendo l’infortunato coperto Posizione antishock DISTURBI DELLA COSCIENZA I disturbi della coscienza sono: { lipotimia e sincope { coma 153 LIPOTIMIA e SINCOPE Rappresentano il livello meno grave della perdita della coscienza. Consistono nella momentanea interruzione della coscienza in seguito ad una cattiva irrorazione (e quindi ossigenazione) cerebrale. CAUSE Le cause di tali disturbi possono essere molteplici: ¾ stress: stanchezza e fatica ¾ traumi emotivi ¾ improvvisi e repentini cambiamenti di postura ¾ soggiorno in ambienti eccessivamente affollati o surriscaldati con conseguente cattiva ossigenazione dell'ambiente ¾ calore eccessivo come in caso di insolazione ¾ emorragie ed ustioni ¾ abbassamento della pressione arteriosa ¾ ipoglicemia (basso tasso di zuccheri nel sangue) ¾ altre malattie concomitanti quali disturbi del ritmo cardiaco e del circolo cerebrale, anemia, etc SINTOMI Il soggetto presenta: ¾ Cute pallida, fredda e sudata: specie al volto ed alle estremità ¾ Malessere generale con fiacchezza e sensazione di mancamento imminente ¾ Obnubilamento del sensorio con annebbiamento della vista e ronzii uditivi ¾ Nausea e vertigini Il respiro è conservato, il polso è debole e lento Lo stato di coscienza: ¾ nella lipotimia è conservato ¾ nella sincope è assente con impossibilità a mantenere la stazione eretta: tale condizione è comunque temporanea e reversibile sotto stimoli verbali e tattilodolorosi TRATTAMENTO • Porre l'infortunato in posizione antishock, con le gambe innalzate • Liberare gli indumenti che costringono: slacciare cinture, cravatte o camicie per agevolare la circolazione • Allontanare la folla e fare respirare bene l'infortunato, aerando l'ambiente • Sorvegliare sempre le funzioni vitali: battito cardiaco e respiro • Di solito dopo pochi istanti l'infortunato si riprende: in questo caso è bene lasciarlo sdraiato per un po', impedirgli di alzarsi bruscamente (vi è il rischio di un nuovo svenimento) ma solo lentamente ponendolo prima seduto e dopo qualche minuto in piedi • In caso di persistenza del malessere: chiamare i soccorsi COSA NON FARE NON DARE MAI da bere alcolici! Questa erronea consuetudine, purtroppo ancora oggi diffusa, è altamente controproducente: l'alcol è un vasodilatatore, di conseguenza la sua assunzione induce un abbassamento della pressione e un peggioramento della situazione. COMA Consiste in uno stato d’incoscienza da cui il soggetto non esce anche se sottoposto a stimoli dolorosi IL disturbo dipende da una sofferenza cerebrale transitoria o permanente. COSA FARE z z z z attivare immediatamente il 118 liberare le vie aeree iperestendendo il collo se respira, mettere il soggetto in posizione laterale di sicurezza controllore periodicamente le funzioni vitali fino all’arrivo dell’ambulanza 160 Argomenti trattati in questo modulo: TRAUMATOLGIA: • Fratture, distorsioni e lussazioni • Trauma cranico • Traumi della colonna vertebrale • Spostamenti di emergenza SCHELETRO Il corpo umano è sostenuto e protetto dallo scheletro che gli conferisce forma e struttura. Lo scheletro è costituito da 206 ossa collegate fra loro per mezzo delle articolazioni e dai muscoli che si inseriscono sulle ossa stesse. SCHELETRO Una forza applicata allo scheletro, se è particolarmente intensa, induce sulle sue componenti ossee e/o articolari lesioni chiamate traumi che a seconda della componente interessata sono distinte in: • fratture • distorsioni • lussazioni FRATTURA Definizione: rottura di un osso che determina una interruzione parziale o totale della sua continuità. Classificazione per tipo di lesione Denominazione tipo di lesione Fr. incompleta parziale interruzione della continuità ossea Fr. completa interruzione dell’osso a tutto spessore in cui i monconi: ¾ restano in sede fra loro incastrati ⇒ Fr composta ¾ si spostano dalla loro sede ⇒ Fr scomposta chiusa in cui la pelle sopra la lesione non è lesa e quindi non consente all’osso una comunicazione con l’esterno esposta in cui i frammenti ossei, per una lesione del rivestimento cutaneo, sono in comunicazione con l’esterno Fr. Fr. comminuta frantumazione dell’osso in più frammenti Alcuni tipi di fratture Segni Nella regione traumatizzata compaiono • dolore vivo, incrementato da ogni tentativo di movimento • gonfiore • deformazione rispetto alla parte omologa controlaterale • incapacità funzionale e dei movimenti • scroscii, mobilità anomala Primo soccorso delle fratture 1. Valutazione Primaria: ⇒ scena dell’infortunio e dinamica del trauma ⇒ condizioni generali del traumatizzato 2. Valutazione Secondaria ⇒ non sempre è semplice riconoscere una frattura senza una radiografia ⇒ in presenza di un trauma violento è sempre consigliabile intervenire con prudenza e considerare l'infortunato un potenziale fratturato 3. Allertare il 118 ed attendere il soccorso qualificato: se non c’è urgenza evitare l’immobilizzazione ed il trasporto dell’infortunato 4. Coprire la ferita di una frattura esposta con teli sterili per proteggerla dalle infezioni Primo soccorso delle fratture NON tentare mai di ridurre una frattura per il rischio di: ¾ lesioni vascolari e neurologiche ¾ esposizione della ferita Nel caso in cui non fosse possibile attendere l’arrivo del soccorso qualificato bisogna effettuare delle immobilizzazioni Steccaggio di un arto z immobilizzare il tratto traumatizzato nella posizione in cui si trova z applicare due stecche contrapposte bloccandole con legature poste: { mai sull’area traumatizzata { sempre sopra e sotto ad essa z dare una buona stabilità allo steccaggio: mettendo spessori o imbottiture d’ovatta nello spazio morto fra stecche e pelle Immobilizzazione senza stecche Per una immobilizzazione provvisoria è possibile ricorrere ai seguenti espedienti: { Immobilizzare una gamba steccandola con l’altra sana { Immobilizzare un braccio: z addossandolo al torace con una fasciatura adesiva z contenendolo nel triangolo di tela ancorato sulla spalla opposta e pendente sul torace DISTORSIONE Definizione: lesione di un’articolazione in cui un capo articolare, per un movimento abnorme e forzato, fuoriesce temporaneamente dalla propria sede. La distorsione più comune è quella della caviglia. DISTORSIONE Sintomi La parte traumatizzata presenta: dolore - gonfiore localizzato limitazione funzionale. Il movimento dell'articolazione, anche se doloroso, è tuttavia possibile. Intervento E' consigliabile applicare fasciatura stretta e fare impacchi freddi. Nei casi lievi è sufficiente tenere l'arto a riposo per qualche giorno. E' però sempre consigliabile sottoporre l'infortunato all’osservazione di un medico per escludere complicazioni capsuloligamentose o fratture ossee. LUSSAZIONE Definizione: lesione di un’articolazione in cui un capo articolare, per un movimento forzato, esce dalla sede naturale senza poterci rientrare, compromettendo non solo capsula e legamenti ma a volte anche vasi e nervi. La lussazione più comune è quella della spalla. LUSSAZIONE Sintomi La parte traumatizzata presenta: dolore acutissimo – gonfiore visibile deformità dell'articolazione - impotenza funzionale e blocco articolare L’articolazione è bloccata: nessun movimento è possibile. Intervento Bisogna evitare di rimettere a posto l'articolazione. E' invece importante chiamare i soccorsi che trasporteranno l'infortunato all'ospedale dopo aver adeguatamente immobilizzato l'arto interessato per alleviare il dolore ed evitare ulteriori traumi. TRAUMA CRANICO Per trauma cranico s’indica un qualsiasi evento che produce danni funzionali o anatomici alle varie componenti del cranio Strutture bersaglio nel trauma cranico Un agente traumatico può indurre danno a livello di: • cuoio capelluto ed altri tessuti molli di rivestimento • cranio • meningi e/o encefalo Danni da trauma cranico… Sulle strutture esterne del capo un agente lesivo può provocare • contusioni, tumefazioni, ferite contuse del cuoio capelluto sanguinamento ± copioso • fratture della scatola cranica ¾della volta ¾della base lacerocon …Danni da trauma cranico All’interno del cranio un agente traumatico può produrre: • emorragie intra-craniche • lesioni encefaliche Gravità del trauma cranico • precipitazioni da altezze > 4 metri • investimento motociclista Sono indicatori di trauma grave di pedone, ciclista • in caso di incidente stradale: • l’alta velocità del veicolo • la morte dell’altro passeggero • gravi deformazioni dell’abitacolo • il ribaltamento del veicolo • un’estricazione prolungata del ferito o Primo soccorso Si articola in due interventi chiamare il 118 valutazione ⇓ trattamento Valutazione L’A-B/C-D-E del traumatizzato Valutazione Azione A. Stato di coscienza Apertura delle vie aeree e protezione del collo B. attività respiratoria C. Attività circolatoria Sostegno del respiro Sostegno dell’attività cardiaca e contrasto delle emorragie L’A-B/C-D-E del traumatizzato Valutazione D. Disfunzionalità cerebrale Allert Attento cosciente Verbal Azione Impiego dello schema AVPU Pain Unresponsive e Confuso ma Incosciente, Incosciente, non reattivo agli reattivo solo reattivo ad alcun stimoli vocali agli stimoli stimolo dolorosi L’A-B/C-D-E del traumatizzato Valutazione Azione E. Esposizione dell’area colpita per ricercare danni specifici • scoprire la regione traumatizzata ⇒ più efficace individuazione del danno • proteggere dallo shock termico il traumatizzato coprendolo in maniera adeguata Trattamento Quando un agente lesivo provoca un trauma cranico bisogna sempre attivare il 118 per trasferire il ferito presso un PS pubblico zun trauma chiuso zun trauma aperto ¾ contusione del cuoio capelluto ⇒ Controllo sanitario ¾ lacerazione del cuoio e osservazione capelluto senza lesioni del clinica cranio zsegni di lesioni ¾ cefalea, vomito, amnesia, perdita di coscienza, anche encefaliche se passeggera zun trauma penetrante ⇒ ospedalizzazione per accertamenti e con cure ¾ frattura del cranio rischio di comunicazione con encefalo e/o meningi (lesione esposta del cranio) Trattamento In attesa dell’intervento sanitario trattare: • il trauma chiuso (il classico bernoccolo) ponendo del ghiaccio sulla ferita • il trauma aperto o penetrante arrestando l’emorragia { con medicazione sterile e ghiaccio sulla ferita { senza tamponare la ferita per il rischio d’infossamento { senza estrarre eventuali corpi d’una frattura cranica estranei • l’otorragia e la rinorrea senza tamponare la ferita ma favorendone il drenaggio per forza di gravità Trattamento Rivalutare periodicamente i parametri vitali e se il soggetto: • è cosciente, conversare con lui per rilevare al primo insorgere segni di alterazione della coscienza (confusione, disorientamento, etc) • È incosciente ¾comunicarlo al 118 ¾avviare la RCP in soggetto con trauma ANATOMIA DELLA COLONNA VERTEBRALE La colonna vertebrale è un asse osseo che si estende dalla base del cranio fino alla base del tronco, svolgendo una importante funzione sia di sostegno del corpo che di protezione del midollo spinale. ANATOMIA DELLA COLONNA VERTEBRALE La colonna vertebrale è costituita da 33-34 vertebre impilate le une sulle altre e fra loro articolate. Ciascuna vertebra presenta: •anteriormente un corpo, di forma pressoché cilindrica •posteriormente il cosiddetto arco vertebrale che delimita il foro vertebrale Le vertebre sono sovrapposte fra di loro non loro in contatto diretto ma attraverso l’interposizione, in corrispondenza del corpo vertebrale, di un cuscinetto fibro-cartilagineo chiamato disco intervertebrale. Quest’ultimo ha il compito di assorbire eventuali sollecitazioni e di accrescere la mobilità della stessa colonna. ANATOMIA DELLA COLONNA VERTEBRALE La colonna vertebrale è suddivisa in 5 distinti tratti: 1. cervicale, costituito da 7 vertebre che costituiscono l’impalcatura del collo e sostengono il capo 2. dorsale, costituito da 12 vertebre che si articolano con le coste e delimitano posteriormente la gabbia toracica 3. lombare, costituito da 5 vertebre che formano la base della schiena 4. sacrale, costituito dalla fusione di 5 vertebre (osso sacro) in origine separate fra loro 5. coccigeo, anch’esso formato dalla fusione di 4-5 rudimentali vertebre. ANATOMIA DELLA COLONNA VERTEBRALE Nella colonna vertebrale dalla sovrapposizione dei fori vertebrali si forma il canale midollare. Il canale midollare è un astuccio al tempo stesso solido e flessibile che contiene e protegge il midollo spinale. ANATOMIA DELLA COLONNA VERTEBRALE Il midollo spinale si estende dal foro occipitale fino alla 2^ vertebra lombare ed è diviso in segmenti (cervicale, toracico, lombare e sacrale) in relazione al punto di emergenza dalla colonna dei rispettivi nervi spinali. Il midollo spinale svolge una funzione di raccordo fra l’encefalo e gli altri organi: •come un cavo di trasmissione, trasporta i messaggi elaborati dal cervello e destinati alle strutture muscolari e viscerali del nostro corpo (motilità e funzioni vegetative) •in senso inverso, raccoglie dalla periferia del corpo le informazioni di stato e d’attività e le convoglia al cervello (sensibilità). Ne deriva che l’interessamento del midollo produce deficit della sensibilità o dei movimenti, che possono evolvere in paralisi (sensitive e/o motorie). CAUSE DEI TRAUMI DELLA COLONNA VERTEBRALE ¾ incidenti stradali: o tamponamenti o ribaltamenti o rotolamenti d’automezzo ¾ cadute accidentali da: o scale o ponteggi o impalcature o sella o sci o tuffi ¾ infortuni sul lavoro ¾ ferite da arma da fuoco ¾ etc. Strutture bersaglio degli agenti traumatici Colonna vertebrale Midollo spinale Possibili Lesioni • Fratture • Lussazioni • Distorsioni • Lesioni dei dischi intervertebrali • Lesioni midollari con deficit della sensibilità e/o dei movimenti In caso di trauma della colonna vertebrale si deve sospettare sempre una lesione midollare ⇓ bisogna comportarsi con estrema prudenza nel praticare le manovre di primo soccorso ⇓ qualsiasi evento patologico che interrompa la continuità del midollo spinale determina l’impossibilità, da parte dei centri dell’encefalo, di comandare e regolare tutto ciò che sta al livello e al di sotto della lesione Infatti in seguito a manovre improprie si possono provocare e/o aggravare delle lesioni del midollo che possono dar luogo a: ⇒ "paralisi" motoria e vegetativa ⇒ perdita della sensibilità superfiale e profonda A seconda del livello in cui si verifica la lesione midollare, i disturbi sopra elencati possono riguardare: ⇒ i soli arti inferiori ⇒ paraplegia ⇒ tutti e quattro gli arti ⇒ tetraplegia Più la lesione midollare è alta, maggiori ed estesi sono i danni provocati fino a diventare incompatibili con la vita ⇓ una lesione che interessa il tratto iniziale del midollo spinale, in cui sono contenuti i centri nervosi che controllano il respiro ed il battito cardiaco, porta alla morte del traumatizzato I punti critici della colonna vertebrale La colonna vertebrale è più vulnerabile: ¾ nei tratti C1 e C2 ⇒ costituiscono il segmento più mobile della colonna ¾ nei punti di transizione fra tratti dotati di particolare mobilità e tratti più vincolati: o cerniera cervico-dorsale (C7-D1) o cerniera dorso-lombare (D12-L1) o cerniera lombo-sacrale (L5-S1) Primo soccorso Si articola in due interventi: chiamare il 118 valutazione pz ⇓ trattamento L’A-B/C-D-E del traumatizzato Denominazione A B C (Airway) (Breathing) D (Circulation) ( Disability ) E (Esposure) Valutazione Stato di coscienza Attività respiratoria Attività circolatoria Deficit neurologici Danno specifico AVPU e ricerca di deficit delle estremità Non esposizione dell’area colpita ma protezione termica Azione Apertura delle vie aeree e protezione del collo Sostegno del respiro Sostegno dell’attività cardiaca e contrasto delle emorragie PROTEZIONE DEL COLLO PRESIDI 9collare cervicale 9estrinsecatore a corsetto 9barella a cucchiaio 9tavola spinale 9materasso a depressione POSIZIONE NEUTRA DEL COLLO Per la massima protezione del midollo spinale è necessario che: • Lo sguardo sia rivolto in avanti, perpendicolare alla colonna • La testa sia sollevata di 2-3 cm dal tronco La ricerca dei segni di danno spinale z Arti superiori ⇒ verificare se il paziente: { sente un pizzicotto su un dito di entrambe le mani { muove a comando entrambe le mani { stringe in successione con le sue mani una mano del soccorritore z Arti inferiori ⇒ verificare se il paziente: { sente un pizzicotto su un dito di entrambi i piedi { muove a comando entrambi i piedi { spinge in successione i piedi sulla mano del soccorritore che si oppone La ricerca dei segni di danno spinale 9 9 ¾ ¾ ¾ ¾ Arti superiori: sente, stringe, muove Arti inferiori: sente, spinge, muove Arti superiori: sente, stringe, muove Arti inferiori: non sente, non spinge, non muove Arti superiori: non sente, non stringe, non muove Arti inferiori: non sente, non spinge, non muove ⇒ probabile assenza di danno midollare ⇒ danno midollare inferiore ⇒ danno midollare cervicale COSE DA NON FARE ¾ flettere, estendere, ruotare la colonna vertebrale del pz (magari per farlo bere, vomitare, rialzare) ¾ Spostare il pz dalla scena dell’infortunio (trascinandolo per le ascelle o le gambe, sollevandolo in braccio o in spalla) se il pz è cosciente, invitarlo a rimanere fermo in attesa dei soccorsi qualificati SPOSTAMENTI DI EMERGENZA Il primo soccorritore non dovrebbe mai spostare l’infermo dalla scena dell’evento patologico Infatti, soprattutto in caso di sospetto trauma alla colonna vertebrale, un’azione di questo tipo: 9 può comportare gravi danni al soggetto soccorso 9 richiede a chi l’esegue una specifica preparazione e l’utilizzo di appositi supporti sanitari Tuttavia in alcuni casi può essere indispensabile compiere uno spostamento d’emergenza è allora è opportuno che il primo soccorritore conosca alcune tecniche di spostamento SPOSTAMENTI DI EMERGENZA Un paziente va spostato solo quando: 1. il luogo dell'incidente è pericoloso e pone il paziente e/o i soccorritori in pericolo di vita: ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ traffico incontrollato pericolo imminente di incendio od esplosione fuga di sostanze tossiche pericolo di crollo 2. l’intervento da eseguire sulla vittima ne richiede un diverso posizionamento: es. pz in arresto cardio-respiratorio rinvenuto in posizione prona Spostamento e Trasporto Criteri generali z z valutare preventivamente { il peso del soggetto { il percorso da compiere { il quantitativo necessario di soccorritori { i dispositivi di trasporto presenti e necessari utilizzare sempre tecniche di sollevamento corrette per: { la salvaguardia della colonna vertebrale della vittima { la tutela dei soccorritori dai danni derivati dal sollevamento e trasporto dell’inferme (lombalgia da sforzo, cadute, distorsioni, etc); il soccorritore deve: z scaricare il peso sulle proprie gambe z ad ogni passo posizionare saldamente tutta la pianta del piede sul pavimento z mantenere il corpo della vittima il più vicino possibile al proprio corpo z cercare, quando è possibile, la collaborazione del pz Fattori condizionanti il trasporto dell’inferme z Numero dei soccorritori z Dispositivi di trasporto a Soccorritori in campo ad 1 soccorritore Movimentazione con 2 o più soccorritori Movimentazione ad 1 soccorritore z trascinamento inclinato z caricamento sul dorso Trascinamento inclinato Indicazioni Spostamento rapido per tratti brevi, purché non siano accidentati Controindicazioni Traumi spinali e delle estremità Trascinamento inclinato: tecnica 1. Accovacciati dietro il paziente 2. Passa le tue braccia sotto le sue ascelle 3. Incrocia le braccia sul petto 4. Afferrargli i polsi: ciascuna mano del soccorritore afferra la stessa mano della vittima 5. Solleva il paziente alzandoti in piedi 6. Trascinalo tirando il suo corpo sempre lungo il suo asse verticale 1. non spostarlo in senso laterale 2. evita di piegare o torcere il tronco Caricamento sul dorso Indicazioni Controindicazioni Spostamenti lunghi quando le lesioni della vittima con consentono il trascinamento inclinato Fratture degli arti superiori Caricamento sul dorso: tecnica Sollevato il paziente e dopo esserti girato di schiena: • Passa le sue braccia sulle tue spalle, portandole sul tuo petto • Tenendo estese le braccia del paziente, posiziona le tue spalle sotto le sue ascelle • Issa sulle spalle il paziente posizionandone il tronco sul dorso e reggendone i polsi con le proprie mani • A questo punto inizia a camminare con un movimento di parziale trascinamento Movimentazione a 2 o più soccorritori z trasporto a 2 soccorritori trasporto a seggiolino z trasporto a 3 soccorritori = Trasporto a seggiolino Indicazioni per spostare un paziente cosciente con problemi, che non gli consentono lo spostamento spontaneo Controindicazioni paziente incosciente, in shock, con fratture pelviche, spinali o degli arti Trasporto a seggiolino: tecnica 1. I 2 soccorritori s’afferrano reciprocamente i polsi, formando una specie di panca su cui far sedere il paziente 2. Quest’ultimo viene poi invitato a: • adagiarsi sul supporto formato dai polsi incrociati • afferrare le spalle dei due soccorritori mentre lo spostano Trasporto a 3 soccorritori Indicazioni Controindicazioni Spostamento rapido in caso di trauma su lunghi percorsi Eseguita correttamente, la manovra non è particolarmente rischiosa Trasporto a 3: tecnica I soccorritori s’inginocchiano disponendosi, per non ostacolarsi, in alternanza sui lati dell’infermo – il soccorritore accanto alla testa del paziente posiziona un braccio tra il collo e le spalle a sostegno della testa e l’altro braccio sotto la parte superiore della schiena – il soccorritore successivo posiziona un braccio sotto la vita, l’altro sotto le anche – il soccorritore accanto alle gambe posiziona un braccio sotto le ginocchia, l’altro sotto le caviglie b Dispositivi di trasporto Un infortunato andrebbe sempre spostato su un mezzo di trasporto convenzionale… ...se non c’è alcun dispositivo in dotazione, può essere trasportato mediante un mezzo di fortuna Ausili alla movimentazione convenzionali di fortuna • sedia a rotelle • sedia da cucina • barella • telo (coperte, lenzuoli) • standard • a cucchiaio • asse spinale Indicazione dei principali mezzi di trasporto convenzionali per trasportare pazienti non traumatici in sedia a rotelle spazi angusti, ascensori, rampe di scale barella standard barella a cucchiaio per il trasporto rapido ed in sicurezza nella gran parte delle situazioni asse spinale di scelta nel trasporto del traumatizzato della colonna vertebrale, con il supporto della barella a cucchiaio nella fase di sollevamento per il sollevamento ed il trasporto del traumatizzato Uso di mezzi di trasporto di fortuna I mezzi di trasporto con cui il primo soccorritore deve acquistare una qualche dimestichezza sono: – la sedia da cucina – il trasporto con telo (coperte; lenzuoli) Trasporto con sedia da cucina Indicazioni Controindicazioni Trasporto a 2 soccorritori di soggetti coscienti e magri anche attraverso corridoi, scale, ascensori Pazienti non collaboranti o con funzioni vitali compromesse, in shock, con fratture Trascinamento con una coperta Indicazioni Controindicazioni Spostamento rapido su superfici lisce, in caso di traumi degli arti superiori ed inferiori traumi spinali Argomenti trattati in questo modulo: • • • • Ustioni Lesioni da elettricità Contusioni Ferite Ustioni Consistono in una lesione della cute e dei tessuti sottostanti provocate dal calore. Possono essere causate da 4 diversi tipi di agenti che sono attivati da differenti fonti. Cause delle ustioni Agente Termico Chimico Elettrico Radioattivo Fonti o Gassose: fiamma libera, vapore, gas o Liquide: acqua bollente, olii, etc. o Solide: oggetti solidi arroventati quali (utensili, macchinari, manufatti o Fonti di luce intensa (compresa la luce solare) o Acidi: a. solforico, cloridrico, acetico, fosforico, etc o Basi: fenolo o Altre sostanze caustiche: solventi, magnesio, etc o Corrente alternata e continua o Fulmini o Apparecchiature radiogene o Sole Valutazione delle ustioni I parametri di valutazione delle ustioni sono: • la profondità • l’estensione • altri fattori di criticità 1 Valutazione della profondità Tessuti ustionati Segni e/o sintomi Grado Dolore Eritema Vescica Escara Esito Cicatriziale Epidermide Derma Ipoderma e tessuti sottostanti 1° Si No No Si Si No No No 2° Si Si No Si Si Si No Si/No 3° Si Si Si Si/No No No Si Si 2 Valutazione dell’estensione (“regola del nove”) Questo metodo di calcolo consiste nel suddividere la superficie corporea dell’adulto in aree corrispondenti a circa il 9 % od suoi multipli della superficie totale: { la somma di queste aree copre il 99% del corpo { il rimanente 1% è rappresentato dalla regione genitale la regola del nove ⇓ consente di stabilire, sia pure in maniera approssimativa, la percentuale della superficie corporea coinvolta La “regola del nove” AREE DEL CORPO Capo e collo Superficie anteriore del tronco Superficie posteriore del tronco Arto superiore destro Arto superiore sinistro Arto inferiore destro Arto inferiore sinistro Area genitale TOTALE % 9% 18 % 18 % 9% 9% 18 % 18 % 1% 100 % 3 Valutazione di altri fattori critici Altri fattori critici che condizionano l’evoluzione di un’ustione sono: • Localizzazione: le ustioni del volto possono coinvolgere le vie aeree e gli occhi; nelle ustioni delle mani e dei piedi gli esiti cicatrizili retraenti possono ridurre i movimenti delle dita • Età del paziente: al di sopra dei 60 anni la resistenza alle ustioni è più bassa e l’evoluzione verso la guarigione è meno favorevole • Preesistenza d’eventuali malattie: per es. le malattie respiratorie espongono ad un maggior rischio in presenza di fumi o di esalazioni tossiche Gravità delle ustioni In base a grado, estensione ed altri criteri di criticità, le ustioni di distinguono in: • lievi • moderate • gravi non pongono particolari problemi, possono essere trattate senza ricovero ospedaliero dopo la medicazione, senza urgenza, vanno esaminate da personale sanitario dopo il primo soccorso vanno trattate in centri specialistici Ustione Lieve Valutazione della gravità 1° grado 2° grado Grado 3° grado < 50% < 15%, se adulti < 2% (escluso le aree critiche) Estensione Ustione Moderata Valutazione della gravità In assenza di malattie preesistenti e senza l’interessamento di aree critiche 1° grado Grado 2° grado tra il 50 ed il 75% 15-25% 3° grado <10% Estensione Ustione Grave 1° grado Grado 2° grado >75% (per il rischio di malattia dell’ustionato) >25%, se adulti 3° grado >10% Estensione Senza bisogno di valutare grado ed estensione sono gravi: • le ustioni di 2° grado in aree critiche • qualsiasi ustione complicata da malattie preesistenti, traumi, inalazione di fumi o gas tossici • le ustioni da agenti chimici • le ustioni da elettricità Ustioni: Primo Soccorso Obiettivi del primo soccorso: { minimizzare la perdita di liquidi (prevenzione dello shock) { prevenire la contaminazione batterica della cute (causa poi di setticemia) Ustioni: cosa non fare z non rimuovere gli abiti del pz né eventuali corpi estranei se appiccicati alla superficie ustionata ⇒ si rischia di staccare lembi cutanei aggravando la situazione ed esponendo maggiormente le ferite al rischio infettivo z non bucare le vesciche presenti ⇒ a contatto con l'aria la parte lesa rischia di infettarsi z non utilizzare polveri o pomate ⇒ nel primo soccorso non servono, in più aumentano il rischio d’infezione z non utilizzare acqua troppo fredda né ghiaccio nelle ustioni estese ⇒ raffreddando rapidamente la vittima con rischio di facilitare l’avvio dello shock, legato alla repentina vasocostrizione sanguigna nel momento in cui il corpo viene esposto al freddo Ustioni: cosa fare z Verificare la sicurezza della scena ⇒ provvedere ad estinguere od allontanare al più presto dalla fonte lesiva sia l’ustionato che il soccorritore z chiamare i soccorsi ⇒ attivando il 118 z soffocare eventuali focolai ancora accesi sul corpo dell’infortunato ⇒ mediante una coperta z solo in caso di ustione da agenti caustici ⇒ rimuovere gli abiti del pz e lavare con acqua la parte interessata per evitare il protrarsi del contatto dell’agente stesso con la cute z medicare le ferite ⇒ ricoprire le zone ustionate con garze o teli puliti e sterili z in caso di causticazioni corneo-congiuntivali ⇒ sciacquare immediatamente e per almeno 10-15 min gli occhi con acqua a bassa pressione z monitorare le funzioni vitali LESIONI da ELETTRICITA’ Rischio ubiquitario z Rischio professionale: riguarda i soggetti esposti per ragioni lavorative (addetti alla produzione, trasformazione e distribuzione dell’energia elettrica, quelli preposti alla manutenzione di apparecchiature elettriche, etc.) z Rischio domestico: interessa i semplici cittadini esposti ai rischi generici dell’ambiente domestico z Rischio meteorologico: coinvolge coloro che sono esposti per fattori meteorologici (come per es. i boscaioli) Effetti dell’elettrcità zEFFETTO TERMICO ⇒ la corrente elettrica riscalda il corpo che attraversa zEFFETTO CHIMICO ⇒ la corrente elettrica provoca la dissociazione chimica delle soluzioni elettrolitiche zEFFETTO MAGNETICO ⇒ la corrente elettrica crea un campo magnetico intorno al corpo che attraversa Fattori che influiscono sugli effetti dell’elettricità z TIPO DI CORRENTE ¾ la corrente alternata (utilizzata nelle nostre abitazioni) è più pericolosa di quella continua (es. fulmine) in quanto può causare contrazioni spastiche dei vari muscoli compresi quelli respiratori (⇒ arresto respiratorio) e fibrillazione ventricolare (⇒ arresto cardiaco) z INTENSITA’ DI CORRENTE ¾ corrente con meno di 25 mA non provoca nessun effetto sul ritmo cardiaco, mentre causa delle contrazioni muscolari localizzate al punto di contatto ¾ corrente con intensità tra 25 e 80 mA può provocare disturbi del ritmo cardiaco ¾ correnti tra 80 mA e 3 A possono causare fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco ¾ correnti superiori a 3A causano gravi disturbi del ritmo cardiaco ed arresto cardiorespiratorio • TENSIONE ¾ correnti ad alta tensione (oltre 1000 Volts) cedono una grande quantità di energia termica (effetto Joule) provocando gravi ustioni o, addirittura, la carbonizzazione della vittima ¾ correnti a bassissima tensione solo raramente provocano la morte Fattori che influiscono sugli effetti dell’elettricità z MODALITA’ E DURATA DEL CONTATTO ¾ se si tocca un conduttore con il palmo della mano, la contrazione dei muscoli della mano può portare ad afferrare il conduttore stesso rimanendo “attaccati” alla fonte ⇒ la corrente attraversa il corpo per più tempo ¾ viceversa, toccando il conduttore con il dorso della mano, l’evento prima descritto non si verifica ⇒ la scarica elettrica attraversa l’organismo in un tempo molto ridotto con minore probabilità di percorrere una via in grado di condurla agli organi vitali z RESISTENZA DELLA BARRIERA CUTANEA ¾ la resistenza della pelle asciutta è molto elevata ¾ se la pelle è umida (per es. sudata) o bagnata, la resistenza diminuisce notevolmente z PERCORSO SEGUITO NELL’ORGANISMO ¾ una volta avvenuto il contatto con il corpo umano, la corrente percorre il corpo stesso seguendo le vie che offrono meno resistenza in relazione alla composizione e struttura dei vari tessuti ⇒ il sangue è un ottimo conduttore, seguito dal tessuto muscolare e dagli organi parenchimali (fegato, milza, reni, etc.); invece, il tessuto adiposo ed il tessuto osseo offrono una notevole resistenza al passaggio della corrente ¾ ne deriva che a seconda della via seguita, la corrente può o meno interessare gli organi vitali provocando una variegata gamma di effetti fino alla morte immediata Passaggio della corrente da un braccio all’altro Il passaggio della corrente da un braccio all’altro è uno dei percorsi più pericolosi: ⇒ la corrente, nel compiere questo percorso, attraversa il cuore Lesioni da corrente Ustioni Nei punti di entrata e di uscita della corrente Fibrillazione ventricolare Arresto cardiaco Tetania mm. resp. Inibizione centri nervosi Arresto respiratorio Arresto cardiorespiratorio MORTE Lesioni da corrente: Interventi di P.S. z Togliere la corrente; se non è possibile, staccare la vittima dall’elemento in tensione isolandosi adeguatamente e senza toccare direttamente la vittima: usare aste isolanti di legno o di plastica, manici di scopa, sedie di legno, etc. z Per tensioni superiori a 1.000 Volts non bisogna avvicinarsi all’elemento in tensione prima di avere interrotto la corrente: in genere tale operazione viene svolta dai servizi d’urgenza dell’ENEL; avvicinandosi all’elemento in tensione si rischia infatti di venire investiti dall’arco voltaico (un’area ad alta energia prodotta dalla corrente elettrica fonte di elevatissima temperatura). z Valutare le funzioni vitali e, se necessario, sostenerle secondo lo schema-protocollo A-B/C z Allertare il 118 z Coprire le ferite da ustione con garze sterili e fasciarle CONTUSIONI Sono delle lesioni prodotte dall’urto contro un corpo contundente, senza lacerazione della cute. Segni di contusione Dopo il trauma sulla pelle si ha una rottura di capillari che versano il sangue nei tessuti superficiali: ¾ nei casi più lievi compare un'ecchimosi: una macchia inizialmente rossa, poi violacea che con il tempo assume una colorazione giallognola, prima di scomparire. ¾ se lo stravaso di sangue è più abbondante si ha invece un ematoma, più esteso, gonfio e scuro, che può accompagnarsi a sintomatologia dolorosa e limitazione funzionale. Trattamento delle contusioni È consigliabile applicare subito dopo il trauma degli impacchi di ghiaccio per indurre una vasocostrizione. Si possono inoltre applicare delle apposite pomate che favoriscono il riassorbimento dello stravaso ematico FERITE 1.Ferite cutanee e mucose 2.Ferite gravi del torace e dell’addome 3.Amputazioni FERITE CUTANEE E MUCOSE Sono lesioni traumatiche caratterizzate dalla perdita dell’integrità di cute o mucose ed eventualmente dei tessuti sottostanti. Tipi di ferite In base alla gravità si parla di Ferite superficiali Ferite profonde quando il danno si limita a cute e mucose investe i tessuti sottostanti Tipi di ferite (segue) … In base alla forma si parla di • abrasione • escoriazione ferita da punta • f. da taglio • f. lacerocontusa • f. d’arma da fuoco • quando l’agente traumatico produce su cute/mucosa asportazione superficiale dei primi strati in un tratto lineare di tessuto perdita più consistente di sostanza irregolarmente distribuita nel tessuto lesione profonda, rotondeggiante a ricalco la forma della punta lesione a margini netti più o meno profonda lesione a margini irregolari con aree circostanti di ecchimosi due fori: uno d’entrata a bordi ripiegati all'interno, l’altro d’uscita più grande e coi bordi sporgenti in fuori Ferita superficiale: trattamento Il trattamento di una ferita superficiale si basa sulle seguenti fasi: • esposizione • pulizia • disinfezione • medicazione indossando sempre guanti monouso sterili! Esposizione e pulizia • Esposizione: scoprire subito la ferita • Pulizia: lavarla con acqua corrente ⇒ usare il sapone per rimuovere impurità presenti ⇒ corpi estranei di grandi dimensioni non devono essere asportati per il pericolo di emorragie ⇒ rimuovere con una pinzetta eventuali frammenti incuneati nei tessuti Disinfezione • Disinfezione: disinfettare soltanto con soluzione antisettica ⇒ non usare (per gli inconvenienti che determinano) ovatta, alcol, polvere antibiotica Medicazione z Coprire la ferita con garze sterili o altro materiale sterile per prevenire un’infezione z Fasciare con bende - non è necessario che siano sterili - per tenere a posto la medicazione. Ferita profonda: trattamento • Avvisare • Sdraiare il 118 a terra l’infortunato in posizione antishock • Esporre la ferita scoprendola • Tamponare l’emorragia • Pulire, disinfettare, medicare la ferita Ferite gravi del torace Un trauma a livello toracico produce lesioni di 2 tipi: Ferite chiuse Ferite aperte Dovute di solito a traumi contusivi, che provocano lacerazioni o rotture di organi o vasi contenuti in cavità Dovute ad oggetti penetranti nel torace o perforanti da parte a parte il torace stesso Ferite gravi del torace valutazione Il soccorritore, per valutare la gravità di un trauma del torace, ispeziona il torace e valuta il respiro: ⇒ Osservando forma e movimento del torace ⇒ Palpando il torace, ascoltando fremiti e fruscii ⇒ Contando la frequenza respiratoria Per comodità mnemonica si ricorda la sigla OPaC Ferite gravi del torace valutazione Con la manovra OPaC si ricercano i segni d’allarme: • aumento della frequenza respiratoria • asimmetrie toraciche • riduzione delle escursioni • movimenti paradossi della parete ¾rientramento di una parte del costato in ispirazione (“volet costale”) • perforazione toracica con fuoriuscita di schiuma, liquido rossastro, accompagnato da un gorgoglio (“ferita soffiante”) Ferite gravi del torace trattamento Se con l’OPaC si rilevano segni d’allarme da trauma grave ⇒ Avvisare prioritariamente il 118, e poi • coprire l’eventuale foro nella parete di una “ferita soffiante” con una compressa sterile e fissarla con un cerotto • sostenere con la propria mano il lato traumatizzato • aiutare il ferito a trovare una posizione confortevole ⇒ la posizione semiseduta di solito è la migliore • portare il braccio del lato colpito sulla parete toracica fasciandolo con un triangolo Ferite gravi dell’addome Un trauma a livello addominale produce lesioni di 2 tipi: Ferite chiuse Ferite aperte Dovute di solito a traumi contusivi, che provocano lacerazioni o rotture di organi o vasi contenuti in cavità Dovute ad oggetti penetranti in parete o perforanti da parte a parte l’addome, che provocano lesioni più gravi dei traumi contusivi Ferite gravi dell’addome valutazione I segni principali sono: 9 il dolore addominale, accompagnato da o nausea, vomito, tosse con emissione di sangue o segni iniziali di shock emorragico 9 segni di lesione specifici dell’agente traumatico o ecchimosi e lividi da contusione o lacerazioni, ferite penetranti, fori d’entrata e d’uscita Ferite addominali chiuse trattamento • Ridurre il dolore, rilassando la parete addominale ⇒ sdraiare il traumatizzato e piegargli le gambe sulle cosce a ginocchia flesse • Non dargli da bere, anche se ha sete • Garantirgli l’apertura delle vie aeree in caso di vomito • Allertare il 118 per rapido trasferimento del traumatizzato in ospedale e trattare, se insorge, lo shock Ferite addominali aperte trattamento 9Allertare il 118 per trasporto rapido del pz in ospedale 9Nel frattempo: o sdraiare il traumatizzato, piegargli le gambe sulle cosce; non dargli da bere; garantire le vie aeree se vomita o coprire la breccia della parete con medicazione occlusiva o tenere caldo l’addome coprendolo Amputazione Consiste nel distacco di parti del corpo in seguito ad un evento traumatico. Può essere distinta in base a: ⇒ Tipo di distacco: ⇒ Amputazione totale ⇒ Amputazione parziale ⇒Sede del danno: ⇒ Amputazione degli arti ⇒ Amputazione delle dita Amputazione trattamento In caso di distacco totale o parziale di un arto o di un dito il primo soccorritore deve in sequenza: • chiamare il 118 • arrestare l’emorragia con laccio emostatico • recuperare la parte amputata dopo aver trattato l’infortunato Recupero del segmento amputato Per l'eventuale reimpianto: ¾ riprendere la parte amputata ¾ dopo una prima pulizia medicarla con garze sterili ¾ trasportarla in ospedale in un contenitore refrigerato ⇒ imbustando il pezzo in un involucro di plastica o in una benda ⇒ evitando il suo contatto diretto con il ghiaccio Amputazione Esiti di amputazione subtotale a livello della falange prossimale del secondo dito mano sinistra Argomenti trattati in questo modulo: • • • • • • • Il dolore toracico Il malessere del diabetico Le convulsioni I disturbi respiratori Colpo di sole e colpo di calore Congelamento ed assideramento Avvelenamenti e Morso di vipera DOLORE CARDIACO Si manifesta come un dolore toracico molto intenso localizzato sullo sterno, spesso irradiato sulla parte sinistra: spalla, braccio e mano. Talora il dolore si irradia alla spalla ed al braccio di destra oppure al dorso od ancora al collo ed alla mascella. Altre volte il dolore si localizza alla “bocca dello stomaco” è può essere scambiato per una forte indigestione. 273 DOLORE CARDIACO Sintomatologia di accompagnamento Oltre al dolore toracico il pz presenta: Pallore cutaneo Senso di angoscia Difficoltà nella respirazione Sudorazione fredda Alterazioni del battito cardiaco e del polso 274 DOLORE CARDIACO durata ed intensità dei sintomi ¾ Nell’ANGINA PECTORIS i sintomi sono di minore intensità, hanno una durata solitamente inferiore a 15 minuti e si attenuano fino a scomparire del tutto se la persona si mette a riposo ¾ Nell’INFARTO CARDIACO la sintomatologia è più intensa ed ha una durata solitamente superiore a 15 minuti ATTENZIONE: i sintomi dell'angina sono molto simili a quelli dell'infarto cardiaco: in mancanza di una diagnosi precisa è necessario chiamare i soccorsi immediatamente 275 DOLORE CARDIACO CAUSE Alla base vi è una riduzione dell’apporto ematico al cuore ⇒ ischemia miocardica: ¾Nell’angina pectoris si ha un restringimento temporaneo e reversibile dei vasi coronarici ¾Nell’infarto cardiaco si ha una ostruzione delle arterie coronarie che porta alla necrosi del tessuto miocardico non più irrorato 276 DOLORE CARDIACO INTERVENTO Chiamare immediatamente i soccorsi …e nel frattempo: 1. cercare di tranquillizzare l'infortunato 2. evitargli ogni minimo sforzo che richiede un ulteriore sovraccarico di lavoro al cuore 3. mantenere il cardiopatico in posizione semiseduta, per agevolarne la respirazione 4. allentare gli abiti attorno al collo ed al torace 5. controllare attentamente e costantemente le funzioni vitali Spesso le persone cardiopatiche sanno riconoscere l’attacco ischemico e portano con sé il farmaco adatto (compresse da rompere sotto i denti o da far sciogliere sotto la lingua): in questi casi aiutarli ad assumere il farmaco 277 Fattori di rischio ischemico FATTORI MODIFICABILI FATTORI IMMODIFICABILI STRESS ETA’ IPERTENSIONE ARTERIOSA SESSO DIABETE FATTORI EREDITO-COSTITUZIONALI DISLIPIDEMIE OBESITA’ FUMO SEDENTARIETA’ 278 MALESSERE NEL DIABETICO Va sempre sospettato un malessere in diabetico quando si manifestano: • disturbi della coscienza (agitazione, sonnolenza) • perdita di coscienza ⇒ coma 279 Che cosa è il diabete? o A causa di un’alterazione del metabolismo, gli zuccheri si accumulano nel sangue (iperglicemia) senza esser utilizzati dall’organismo o Valori molto elevati della glicemia in circolo possono provocare disturbi della coscienza, fino al coma 280 Malessere nel diabetico: che fare? Per sapere se il paziente soccorso sia effettivamente diabetico occorre { interrogare parenti o conoscenti { cercare documenti o medagliette su cui sia segnalata tale condizione 281 La regola del “glucosio per tutti” In un soggetto diabetico accertato in coma, nel dubbio (ipoglicemia? iperglicemia?) applicare la regola del glucosio per tutti • nel coma iperglicemico lo zucchero non peggiora di molto la situazione • nel coma ipoglicemico il soggetto ne ha un immediato beneficio 282 Emergenza diabetica Soggetto cosciente ¾somministrare zucchero (acqua e zucchero, succo d’arancia, ecc.) ¾chiamare i soccorsi (118) Soggetto non cosciente ¾chiamare i soccorsi (118) ¾somministrare un pizzico di zucchero sotto la lingua ¾valutare respiro e polso e, se presenti, porre il paziente in posizione laterale di sicurezza CONVULSIONI Consistono in contrazioni muscolari improvvise ed involontarie, provocate da un’alterazione dell’attività cerebrale Possono: 9 interessare singoli gruppi di muscoli 9 interessare tutto il corpo 9 essere accompagnate da perdita di urine e feci Si accompagneranno a perdita di coscienza improvvisa 284 CONVULSIONI Un attacco convulsivo presenta 3 fasi: • Fase tonica: irrigidimento del corpo per circa 30 sec. (a volte con morsicatura della lingua) e perdita di coscienza • Fase clonica: movimenti involontari violenti, schiuma alla bocca, cianosi di viso e labbra • Fase post critica: incoscienza, respiro rumoroso, cefalea al risveglio 285 CONVULSIONI cosa fare • Nelle prime fasi tonica e clonica ⇒ adagiare il paziente sul pavimento ⇒ evitare che involontariamente si ferisca • Nella fase post-critica ⇒ controllare che non vi siano corpi estranei o ostruzioni delle prime vie respiratorie Per prudenza allertare il 118 dell’esordio della crisi ed attendere disposizioni 286 DISTURBI RESPIRATORI I principali sono: o la dispnea o la cianosi 287 Dispnea La dispnea è conseguenza di condizioni che 9 ostacolano l’afflusso d’aria ai polmoni 9 riducono gli scambi ossigeno - anidride carbonica Il soggetto dispnoico appare 9 agitato 9 con respiro frequente e rumoroso 288 Cianosi 9 Compare nelle forme più gravi di dispnea 9 Consiste nella colorazione bluastra di cute e mucose 9 Si manifesta in prevalenza nelle parti più periferiche del corpo: labbra inizialmente e poi mani, piedi, orecchie, naso 289 Che fare nella dispnea z liberare il soggetto da ostacoli al respiro z favorire la sua ricerca di una posizione che meno ostacola il respiro z invitarlo a respirare lentamente z trasferirlo in zona arieggiata o, in caso di impossibilità, cercare di arieggiare l’ambiente 290 COLPO DI SOLE COLPO DI CALORE COLPO DI SOLE È causato da esposizione diretta dell’organismo al sole, con conseguente vasodilatazione dei vasi cerebrali ⇒ Sintomi iniziali: mal di testa violento, fotofobia, nausea, vomito, crampi, possibile svenimento ⇒ Altri sintomi: rigidità nucale, allucinazioni e coma COLPO DI SOLE 9Condurre la vittima in ambiente fresco, ventilato e poco illuminato o, almeno, al riparo dal sole 9sdraiarla e raffreddare la fronte con impacchi freddi (borsa del ghiaccio) 9se è cosciente, dargli da bere acqua ma non alcolici 9se perde coscienza 9chiamare il 118 9controllare le funzioni vitali e, se è necessario, sostenere respirazione e circolazione COLPO DI CALORE Per la permanenza in ambienti eccessivamente caldi si produce un’eccessiva sudorazione che può dare un collasso ipotensivo che si manifesta con: • malessere generale • pelle fredda, pallida ed umida • ipotensione arteriosa • nausea e vomito • svenimento COLPO DI CALORE Condurre la vittima in un ambiente fresco, ventilato o, comunque, al riparo dal caldo • sdraiarlo e coprirlo con coperte e/o abiti asciutti • non applicare il ghiaccio • se è cosciente, dargli da bere acqua ma non alcolici • se perde coscienza ¾ chiamare il 118 ¾ controllare le funzioni vitali ¾ valutare se è necessario sostenere respirazione e circolazione CONGELAMENTO ASSIDERAMENTO CONGELAMENTO È una lesione simile a quella delle ustioni, generalmente localizzata alle estremità del corpo, causata da esposizione diretta dell’organismo al freddo (atmosferico o artificiale). Segni di congelamento Precoci Avanzati dolore iniziale della inizialmente vescicole parte colpita con perdita locale della sensibilità dolorosa cute localmente pallida e fredda che col tempo poi vere e proprie aree necrotiche diventa arrossata Trattamento del congelamento • Chiamare i soccorsi • Invitare il paziente a muovere l’arto colpito • Metterlo in posizione sdraiata • Rimuovere abiti e calzature troppo strette • Coprire la parte con coperte e/o abiti asciutti (senza stringere) • Tenere la vittima in un ambiente caldo • NON applicare sulla parte fonti di calore • NON somministrare alcolici • NON rompere le bolle • NON frizionare la parte con la neve ASSIDERAMENTO È quella condizione in cui l’esposizione dell’organismo a basse temperature determina un crollo della temperatura corporea sotto i 35 °C. Segni d’assideramento •iniziali ¾presenza di brividi •avanzati ¾ rigidità muscolare ¾ mancanza di coordinazione dei movimenti ¾ alterazione della respirazione ¾ disturbi della coscienza, seguiti da perdita di coscienza ¾ cianosi ¾ arresto polmonare ¾ arresto cardiaco Valutazione della gravità z Ipotermia lieve: brividi, intorpidimento o sonnolenza z Ipotermia grave: rallentamento della respirazione e del battito cardiaco, con deficit visivo, incoordinazione motoria, sonnolenza z Ipotermia molto grave: perdita di coscienza, possibile arresto cardiaco e respiratorio Trattamento dell’ipotermia lieve • Chiamare i soccorsi • Condurre la vittima in un ambiente caldo e asciutto e, comunque, al riparo dal freddo • Metterla in posizione sdraiata • Togliere gli abiti bagnati • Coprirla con coperte e/o abiti asciutti • Non riscaldare troppo velocemente il paziente; iniziare riscaldando le parti “centrali” del corpo • Non dare da bere alcolici Trattamento dell’ipotermia grave • Chiamare i soccorsi • Trattare i pazienti con la massima cautela • Condurre la vittima in un ambiente caldo e asciutto, comunque, al riparo dal freddo • Metterlo in posizione sdraiata e avvolgergli intorno delle coperte e/o abiti asciutti • Non tentare di riscaldare il paziente • Non dare da bere alcolici Trattamento dell’ipotermia molto grave • Chiamare i soccorsi • Trattare i pazienti con la massima cautela • Condurre la vittima in un ambiente caldo e asciutto e, comunque, al riparo dal freddo • Metterlo in posizione sdraiata non tentare di riscaldare il paziente • Non dare da bere alcolici • In caso di arresto cardiaco e respiratorio, avviare le manovre di RCP Avvelenamenti Modalità di penetrazione dei tossici Le sostanze tossiche possono penetrare nell’organismo attraverso varie vie: • per ingestione • per inalazione • per contato con la cute e le mucose Segni d’intossicazione Variano notevolmente in base: • al tipo di sostanza • alla via di penetrazione del tossico nell’organismo Generalmente i quadri clinici peggiorano in un tempo molto breve dall’avvelenamento Segni più comuni di intossicazione Segni iniziali • mancanza di forza e malessere • mal di testa • nausea e vomito • crampi addominali Altri segni • capogiro e vertigine • sonnolenza • confusione mentale • convulsioni Trattamento dell’avvelenamento In caso d’intossicazione • consultare sempre le SCHEDE TECNICHE E DI SICUREZZA dei prodotti utilizzati Il primo soccorso varia • da sostanza a sostanza • a seconda della via di penetrazione Trattamento - principi generali • Controllare le funzioni vitali e, se sono alterate, sostenerle • individuare l’agente intossicante • mettersi in contatto con un centro antiveleni • avviare l’eventuale rimozione delle sostanze tossiche Autoprotezione del soccorritore La scena di un’intossicazione occupazionale può porre a repentaglio la sicurezza del soccorritore che deve dunque opportunamente proteggersi con gli appositi dispositivi di protezione individuale. Per procedere ad un’eventuale RCP, pulire la cute contaminata ed utilizzare una pocket mask. Incidente da ingestione: trattamento • Controllare le funzioni vitali e, se necessario, sostenerle • raccogliere informazioni sul prodotto ingerito ¾acquisire la scheda tecnica o l’etichetta • chiamare immediatamente il Centro Antiveleni ¾riferire sul primo trattamento • porre l’infortunato in posizione favorente l’emissione del tossico con il vomito Incidente da inalazione: trattamento • Allontanare il paziente dal pericolo ¾portandolo in luogo aerato • chiamare immediatamente il Centro Antiveleni • garantire la pervietà delle vie aeree ¾se privo di coscienza, porre l’infortunato in posizione laterale di sicurezza • rimuovere gli abiti contaminati Incidente da contatto: trattamento • Allontanare il paziente dal pericolo ¾portandolo in luogo aerato • chiamare immediatamente il Centro Antiveleni • rimuovere gli abiti contaminati • lavare abbondantemente con acqua la zona di cute contaminata Procedure speciali da seguire in caso di incidente con formaldeide o Contatto con cute o Sciacquare la cute o Allertare il Medico o Isolare indumenti o Contatto con occhi o Sciacquare abbondantemente gli occhi o Allertare il Medico o Inalazione o Aria fresca o Ossigeno terapia o Allertare il Medico o Ingestione o o o o Sciacquare la bocca Non bere acqua e Non far vomitare Aria fresca Allertare il Medico Morso di vipera Morso di vipera Il morso di vipera è raramente un evento mortale in quanto: il veleno della vipera ha una azione piuttosto lenta molto spesso viene inoculato solo superficialmente Trattamento Cosa NON fare praticare incisioni succhiare il sangue muovere il paziente dare da bere somministrare il siero antivipera Trattamento • chiamare il 118 • tranquillizzare e tenere ferma la vittima, cercando di evitare ogni movimento, specialmente della zona interessata • attendere i soccorsi con vittima in posizione sdraiata • fasciare con un bendaggio debolmente compressivo la zona interessata