Specie protette dalla Direttiva Uccelli MORETTA GRIGIA Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli NOME SCIENTIFICO: Aythya marila Moretta grigia, di Maurizio Bonora Ordine: Anseriformes Famiglia: Anatidae La Moretta grigia è una piccola anatra tuffatrice, di lunghezza compresa tra i 42 e i 51 centimetri. È sua abitudine tuffarsi nelle profondità dei laghetti alla ricerca di piante acquatiche e molluschi, che costituiscono la dieta principale della specie nelle aree costiere. Nelle zone di acqua dolce si nutre di altri tipi di vegetazione, come semi, steli e radici di piante. Il maschio di Moretta grigia, come i maschi di altre specie di Anatidi, possiede un piumaggio più colorato e ben definito rispetto alla femmina. Il capo è nero brillante con sfumature verde bottiglia; fianchi e ventre sono bianchi, mentre la parte posteriore è biancastra, con piccole macchie nere vermicolate. Il piumaggio della femmina è invece bruno, con macchie ovali bianche attorno al becco, di colore azzurro ghiaccio per il maschio e leggermente più opaco per la femmina. Le zampe sono grigie e gli occhi gialli per entrambi i sessi. L’Aythya marila è una specie artica, distribuita in tutta la regione dell’Artide circumpolare, ossia nelle terre più estreme di Russia, Alaska, Canada, Groenlandia, Islanda e Penisola scandinava. Compie grandi trasvolate attraverso le foreste boreali del Canada prima di raggiungere i territori di svernamento posti lungo la costa atlantica o nella regione dei Grandi Laghi; oppure migra attraverso il mare aperto dall’Alaska, sino alle terre della costa pacifica. La Moretta grigia può occasionalmente essere osservata durante l’inverno anche in America centrale e nei Caraibi. In Italia, dove è migratrice e svernante regolare, la sua abbondanza è molto variabile a seconda degli anni. I luoghi più importanti a livello nazionale sono le lagune di Grado e Marano e la baia di Ponzano, in Friuli-Venezia Giulia. Le coppie di Moretta grigia nidificano abitualmente nella tundra, nelle zone di foresta boreale che si estendono dall’Islanda fino all’area settentrionale di Russia, Siberia e Scandinavia, e nel nord-ovest della zona artica americana. Qui, prediligono soprattutto acque costiere poco profonde, baie riparate, estuari e lagune salmastre; ma possono nidificare anche in grandi laghi e in bacini artificiali interni. Si stima che circa tre quarti della popolazione nord-americana nidifichi in Alaska. Il nido è spesso costruito sopra le isole all’interno di grandi laghi. È collocato in una depressione poco profonda del terreno, oppure nella vegetazione folta, all’interno di crepe delle rocce, sotto cespugli boscosi o, in Islanda, ben nascosto sotto erbe sempreverdi alte meno di 50 centimetri. La femmina vi depone circa 9 uova. Nonostante non sia una specie particolarmente gregaria, capita di vederla nidificare tra colonie di gabbiani e sterne. In Nord America, le popolazioni di Moretta grigia e Moretta sono calcolate insieme, perché è molto difficile distinguerle durante i monitoraggi aerei, a causa del colore simile del piumaggio. La popolazione di Moretta grigia costituisce in Nord America circa l’11% della popolazione continentale totale; dagli anni ’80 in poi, tuttavia, questa ha cominciato a declinare lentamente. Uno studio relativo alla popolazione nidificante nel 2009 in questo territorio stima la popolazione di morette grigie in circa 4,2 milioni di individui. Prospettive La popolazione svernante di Moretta grigia in Italia è discretamente monitorata, ma la sua ecologia non è altrettanto conosciuta, anche a causa della presenza altalenante della specie. Questo rende difficile formulare indicazioni specifiche per la sua conservazione, nonostante l’evidente necessità di tutelare i siti di svernamento, in cui è essenziale prevenire 1/3 alterazioni ambientali o eccessivo disturbo. La popolazione italiana è inoltre risultata fluttuante negli anni, a causa di fattori di varia natura. Tra questi, figurano le condizioni climatiche riscontrate nei quartieri di svernamento più settentrionali, in Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Una particolare attenzione merita la salute dei corpi idrici, che in territorio italiano non sembra tuttavia preoccupante grazie alle misure di tutela delle zone umide vigenti nel nostro Paese come in tutta l’Europa comunitaria. Considerando lo stato non favorevole a livello continentale, risulta in ogni caso importante preservare da alterazioni e disturbo eccessivo i siti maggiormente frequentati dalla specie in Europa, prestando particolare attenzione all’inquinamento idrico e preservando gli habitat di nidificazione e svernamento. Per quanto riguarda l’Italia, appare anche essenziale mantenere inalterata la legislazione vigente che vieta la caccia alla specie. Vista la scarsità di dati disponibili, non è possibile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie. Stante le misure di protezione già vigenti, è ipotizzabile l’adozione, per la Moretta grigia, delle stesse misure di conservazione già proposte a beneficio del Moriglione, di cui è parte integrante l’avvio di indagini approfondite sull’ecologia e sulla dinamica delle principali popolazioni. Minacce La Moretta grigia è soggetta a un elevato numero di minacce. A livello generale, quella più importante è costituita dall’inquinamento da petrolio, che colpisce gli individui nel periodo della muta e in inverno. Dagli anni ’80 in poi, negli Stati Uniti sono stati ritrovati individui morti per contaminazione da inquinamento idrico e sono stati riscontrati nei cambiamenti nell’habitat riproduttivo e nella scarsità di riserve di cibo i principali fattori, oltre all’inquinamento, che ne hanno causato il declino. La specie può inoltre essere minacciata da livelli molto elevati di contaminanti organoclorurati, sostanze derivate da insetticidi e pesticidi che si accumulano negli ambienti marini e nei tessuti stessi degli organismi animali. Ne è un esempio il sito di Firth of Forth, insenatura marina formata nella costa orientale della Scozia dall’estuario del fiume Forth, che sfocia nel Mare del Nord. Qui, il trattamento di liquami e acqua di scarico ha prodotto un preoccupante decremento della specie. Proprio l’abitudine di riunirsi, durante il periodo invernale, attorno a sbocchi costieri in presenza di liquami e acque di scarico, espone la specie anche a questa tipologia di inquinamento. L’annegamento di numerosi individui è poi causato dalle attività antropiche, e in particolare dalla pesca. La specie è inoltre potenzialmente soggetta all’influenza aviaria. Diversamente dall’Italia, dove la specie non è cacciabile, la Moretta grigia risente degli effetti della persecuzione venatoria ancora permessa in diversi Paesi europei, tra cui la Danimarca, nonché in Nord America. Qui risente inoltre di altri disturbi causati dall’attività venatoria stessa, tra cui inquinamento acustico e disturbo durante la stagione riproduttiva. Stato di salute La specie è attualmente classificata come in pericolo nel territori dell’Unione europea, e ha uno stato di conservazione non favorevole anche nell’intero territorio continentale europeo. Complessivamente, il ventennio 1970-1990 è stato caratterizzato da un largo declino della popolazione nidificante e da una sostanziale stabilità di quella svernante nei territori dell’Europa “comunitaria”; mentre il decennio successivo ha visto un largo declino di entrambi i contingenti. La popolazione nidificante nei territori dell’Unione europea è stimata tra le 1.200 e le 2.200 coppie; la popolazione svernante in 100.000 individui. In Italia svernano in media tra i 200 e i 400 individui. L’1% della popolazione europea e una frazione non significativa della popolazione globale si ritrovano nei territori dell’Unione europea. Al momento, non è stato redatto un Piano d’Azione Nazionale o Internazionale sulla specie. La Moretta grigia è inserita negli Allegati II/2 e III/2 della Direttiva Uccelli, oltre a essere specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92). Nonostante nel nostro Paese sia una specie prevalentemente svernante, i dati evidenziano tuttavia come questo contingente non sia particolarmente significativo dal punto di vista numerico. A causa della sua scarsità, inoltre, la specie è poco studiata anche per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. 2/3 Nel corso dell’ultimo decennio, l’indice di ampiezza dell’areale è rimasto stabile nel nostro Paese, mentre l’indice di copertura dei siti è progressivamente aumentato, nonostante l’aumento sia dovuto soprattutto a siti occupati solo saltuariamente. Non risultano, tra il 1991 e il 2000, siti completamente scoperti, anche se il numero di individui contati non è particolarmente incoraggiante: il massimo annuale è di 289 individui nel 2000. La specie è estremamente concentrata sul territorio italiano, tanto da essere quella con la più alta concentrazione tra tutte le anatre svernanti presenti in Italia: il numero dei siti occupati almeno una volta nel decennio è basso, e molti di loro hanno ospitato, nel quadriennio 1996-2000, solo presenze irregolari di uno o due individui. Nello stesso periodo, ben il 90% della popolazione è risultato insediato in due siti vicini, e addirittura l’87% nella laguna di Grado e Marano (Friuli-Venezia Giulia), che costituisce perciò l’unico sito di importanza nazionale. Tra 1998 e 2003, infatti, si contano 452 individui svernanti tra Laguna di Grado-Marano e nella baia di Ponzano. Altri siti importanti per la presenza della specie sono i laghi di Como, Garlate e Olginate in Lombardia (11 individui svernanti); le Valli di Comacchio e Mezzano in Emilia-Romagna (11 individui); e il Lago Maggiore (10 individui). Tra i restanti siti occupati, prevalgono aree in cui si riuniscono grandi stormi di Moriglione e di Moretta, tra i quali può capitare qualche individuo di Moretta grigia. L’insediamento nella laguna di Venezia, storicamente importante, ha purtroppo visto la scomparsa della specie. Canto Il maschio di Moretta grigia è relativamente silenzioso, a eccezione dei momenti nei quali si mette in mostra, durante la stagione degli amori: eccolo allora lanciare note fischiate, “tubando” sommessamente. La femmina si esprime invece emettendo le note rauche e stridenti tipiche di questa ed altre specie di Anatidi… 3/3