- Presidente: Luigi Giulietti - Direttore Generale: Domenico Dal Mas - CDA - Comitato Organizzativo Giovani Soci BCC Ancona - Federazione Marchigiana BCC 2 www.giorgioziemacki.it 3 4 LO SCENARIO - ECONOMIA - MERCATO - AZIENDE - ECONOMIA - MERCATO - AZIENDE CALATI A PICCO 5 DIVENTA QUINDI IN QUESTI MOMENTI DIFFICILI, QUALI SONO 6 12 INDICATORI ECONOMICI 12 INDICATORI PATRIMONIALI 7 L’ANALISI SCALARE DEL CONTO ECONOMICO Ai fini di un’analisi un analisi scalare del conto economico, ciascuna voce o categoria di reddito inserita nel prospetto viene calcolata in rapporto o in percentuale sul totale delle vendite (o del valore della produzione). L’obiettivo e’ evidenziare come sono stati spesi i soldi. 8 VOCE IMPORTO % - RICAVI NETTI = VARIAZIONE SCORTE DI PRODOTTI FINITI 100 - VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI VARIABILI COMMERCIALI - COSTI VARIABILI INDUSTRIALI = VARIAZIONE SCORTE DI MP/SL - I° MARGINE DI CONTRIBUZIONE = COSTI FISSI DIRETTI DI PRODUZIONE - II° MARGINE DI CONTRIBUZIONE - COSTI FISSI INDUSTRIALI - COSTI FISSI COMMERCIALI - COSTI FISSI AMMINISTRATIVI = COSTI FISSI DI STRUTTURA - REDDITO OPERATIVO - GESTIONE ACCESSORIA - GESTIONE STRAORDINARIA - GESTIONE ATIPICA - GESTIONE FINANZIARIA = GESTIONE TRIBUTARIA FISSA - REDDITO ANTEIMPOSTE - GESTIONE TRIBUTARIA VARIABILE = COSTI E TASSE INDETRAIBILI REDDITO NETTO 9 EBITDA, EBIT, EBT (A VALORE E %) Ricavi ± Variazione Scorte Prodotti Finiti = Valore della Produzione - ……………….. Costi Variabili Commerciali Costi Variabili Industriali Variazione scorte Materie Prime = I° Margine di Contribuzione Costi Indiretti Costi del Personale = Margine Operativo Lordo (EBITDA) Ammortamenti Accantonamenti = Reddito Operativo (EBIT) Gestione Finanziaria Gestione Accessoria Gestione Straordinaria Gestione Atipica = Reddito Ante-Imposte (EBT) Gestione Tributaria = Reddito Netto 100% 10 EBITDA Esprime il reddito dell’impresa prima degli ammortamenti, svalutazioni, accantonamenti a fondo rischi e oneri, interessi e imposte d’esercizio. E’ utilizzato anche per calcolare (sommariamente) il valore di un’impresa EBIT Esprime il reddito dell’impresa prima delle gestioni extra-caratteristiche e quindi rappresenta la redditività pura del business EBT Esprime il reddito dell’impresa prima dell’applicazione del carico fiscale 11 I TRE MARGINI DI CONTRIBUZIONE RICAVI LORDI - RESI = RICAVI NETTI ± VAR. SCORTE PF = VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI VARIABILI COMMERCIALI = I° MDC COMMERCIALE - COSTI VARIABILI INDUSTRIALI = I° MDC INDUSTRIALE - COSTI DIRETTI DI TRASFORMAZIONE = II° MDC INDUSTRIALE 12 SIGNIFICATO I° MDC COMMERCIALE (%) BONTA’ DELLE VENDITE I° MDC INDUSTRIALE (%) BONTA’ DEGLI ACQUISTI II° MDC INDUSTRIALE (%) BONTA’ DELLA PRODUZIONE 13 SOTTO LA STESSA FORMA GRAFICA DOVREBBE ESSERE MESSO IL I° ED IL II° MDC INDUSTRIALE (LA DIFFERENZA TRA I DUE RISIEDE NEL COSTO DI TRASFORMAZIONE) CASO 1 I° MDC II° MDC CASO 3 I° MDC II° MDC CASO 2 I° MDC II° MDC CASO 4 I° MDC II° MDC 14 QUAL Ė L’EFFETTO DEL COSTO DEL VENDUTO SULLA REDDITIVITÀ ? Che cos’è il costo del venduto Il costo del venduto è rappresentato dai costi che sono direttamente attribuibili all’attività aziendale di produzione dei beni o di erogazione dei servizi. Costi di questo genere sono, ad esempio, quelli relativi alla manodopera interna ed esterna, alle materie prime e ai macchinari utilizzati nella produzione Costo del venduto Vendite = 19.200.000 22.000.000 = 0,8727 o 87,3% 15 Come utilizzare l’indice costo del venduto/vendite Questo indice può essere utilizzato in due modi: - In primo luogo, se nel corso del tempo l’indice si è assestato intorno a un valore medio, può servire come utile riferimento per giudicare l’attuale importo del costo del venduto - In secondo luogo, un indice ormai stabilizzato offre la possibilità di stimare il costo del venduto per un periodo futuro a seguito di una previsione e di vendita Come utilizzare l’indice costo del venduto/vendite per valutare i risultati Avendo a disposizione i dati attuali e un indice ormai consolidato storicamente, un’azienda può operare confronti e stabilire se le sue ultime performance sono da ritenere sopra o sotto la media 16 Si possono valutare le componenti del costo del venduto in funzione delle vendite? In molti casi è utile confrontare ed analizzare le singole componenti del costo del venduto con il fatturato. Per ciascuna categoria di costo la formula rimane invariata. Il costo del venduto è composto da: - Lavorazioni esterne - Manodopera diretta - Macchinari - Materie prime ESEMPIO 17 Dati della ABC SpA relativi al mese di Gennaio Componente CdV Vendite E S E M P I O = = Componente CdV Vendite = = Componente CdV Vendite = = Materie prime e lavorazioni esterne Vendite 7.900.000 22.000.000 Manodopera diretta Vendite 4.800.000 22.000.000 Macchinari Vendite 6.500.000 22.000.000 = = 0,3590 o 35,9% = = 0,2181 o 21,8% = = 0,2954 o 29,5% Ciascuna delle singole componenti di costo può essere utilmente usata per controllare la ragionevolezza delle previsioni di vendita e/o per stimare i costi futuri 18 IL REDDITO OPERATIVO = LA BONTÀ DEL BUSINESS II° MDC INDUSTRIALE - COSTI FISSI INDIRETTI = REDDITO OPERATIVO Il reddito operativo sotto forma di indice percentuale (ROS) Si può esprimere il reddito operativo sotto forma di indice rapportandolo alle vendite nette (fatturato meno i resi e la percentuale di svalutazione dei crediti) Reddito operativo Vendite % Come utilizzare l’indice reddito operativo/vendite Questo indice è utile al fine di: - Monitorare la gestione operativa fra un periodo e l’altro. Una diminuzione deve indurre a chiedersi se i costi (fissi o variabili) stiano crescendo più di quanto facciano le vendite - Misurare la capacità dell’azienda di generare profitti caratteristici 19 Che cos’è la leva ? L’effetto leva può essere spiegato mediante un esempio. Un’azienda prende a prestito fondi a un tasso di interesse del x%, investe poi gli stessi fondi in attività che rendono al tasso del y%. se y% risulta maggiore di x%, la differenza rappresenta un guadagno per l’azienda. Questo meccanismo e detto effetto leva. Il fine generale di una leva è quello di fare in modo che a variazioni dei costi corrispondano variazioni di entità maggiori dal lato dei ricavi 20 Che cos’è la leva operativa ? La leva operativa misura l’effetto della variazione delle vendite sul profitto operativo Grado di leva operativo = Vendite - Costi variabili Vendite - Costi totali Dato che il reddito operativo è uguale alle vendite meno la somma di costi variabili e costi fissi: Vendite - Costi variabili Reddito operativo Grado di leva operativo = ESEMPIO 21 Le vendite relative al I° trimestre della ABC SpA ammontano a € 150.000; nello stesso periodo l’azienda ha sostenuto costi variabili per € 117.000 e costi fissi per € 18.000 E S E M P I O Vendite - Costi variabili Vendite - Costi totali Grado di leva operativo = = = 150.000 - 117.000 150.000 - (117.000 + 18.000) 150.000 - 117.000 150.000 - 135.000 = 33.000 15.000 = = = 2,2 Una leva operativa di 2,2 significa che il reddito operativo (€ 15.000) varierà di 2,2 volte rispetto alla % di variazione delle vendite. Perciò, se le vendite aumentano del 15%, il reddito operativo aumenterà approssimativamente del 33%, ovvero € 4.950 (15% x 2,2 = 33%; 15.000 x 0,33). Nell’ipotesi di un calo delle vendite del 15% si avrà invece un calo del reddito operativo di € 4.950 22 Perché è importante in momenti difficili la leva operativa ? Il grado di leva operativa è quanto l’azienda ottiene dalle variazioni del volume di vendita. Alti volumi di vendita forniscono all’azienda reddito con il quale operare, mentre un calo delle vendite da luogo a situazioni nelle quali si assottiglia il reddito operativo, ponendo le premesse per una minaccia alla vita dell’azienda. Il grado di leva operativa consente di valutare il cosiddetto “rischio economico”, perché tale indice ci dice di quante volte varia il reddito operativo rispetto alla previsione delle vendite. 23 IL PUNTO DI PAREGGIO (B.E.P.) INDICA IL PUNTO IN CUI I RICAVI COPRONO SIA I COSTI FISSI, CHE I COSTI VARIABILI B.E.P. = BREAK EVEN POINT COSTI FISSI % M.D.C. - SI LAVORA SOLITAMENTE CON IL I° M.D.C. INDUSTRIALE - SI CONSIDERA, TRA I COSTI FISSI, ANCHE LA GESTIONE FINANZIARIA (PER SICUREZZA) E LA GESTIONE TRIBUTARIA FISSA 24 MARGINE DI SICUREZZA (M.D.S.) INDICA IN PERCENTUALE DI QUANTO POSSONO SCENDERE I RICAVI PRIMA DI INIZIARE A PERDERE M.D.S. = MARGINE DI SICUREZZA RICAVI - B.E.P. RICAVI % VALORE OTTIMALE > 10% 25 E’ IMPORTANTE METTERE SOTTO FORMA GRAFICA IL B.E.P. RISPETTO AL FATTURATO (IN CRESCITA) RICAVI COME DOVREBBE ANDARE B.E.P. RICAVI B.E.P. IL LIMITE A CUI POTREBBE ANDARE RICAVI B.E.P. COME NON DEVE ANDARE 26 OUT OF POCKET RECOVERY POINT COME IL B.E.P., ESCLUDENDO PERO’ DAI COSTI FISSI TUTTE LE USCITE NON DI CARATTERE FINANZIARIO (ES. GLI AMMORTAMENTI) O.O.P.R.P. = OUT OF POCKET RECOVERY POINT COSTI FISSI FINANZIARI % I° M.D.C. INDUSTRIALE 27 - EBITDA - EBIT - EBT - I° MDC COMMERCIALE - I° MDC INDUSTRIALE - II° MDC INDUSTRIALE - INCIDENZA COSTO DEL VENDUTO - ROS - GRADO DI LEVA OPERATIVO - BEP - MDS PERCENTUALE - O.O.P.R.P. 28 STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO IMPIEGHI Liquidità immediate ATTIVITÀ CORRENTI Liquidità differite Disponibilità non liquide FONTI MEZZI DI TERZI Passività correnti Margine di tesoreria Passività consolidate Margine di struttura Attivo fisso (netto) (o Immobilizzazioni nette) Capitale netto (o Patrimonio netto) MEZZI PROPRI 29 COPERTURA DEGLI IMMOBILIZZI (O ELASTICITÀ DEGLI INVESTIMENTI) G D G) D) ATTIVO FISSO NETTO CAPITALE NETTO =N - N > 1 FANTASCIENZA ! - N = 1 OTTIMALE PER LA TEORIA - N TRA 0.6 E 1 SODDISFACENTE - N TRA 0.5 E 0.6 LIMITE MASSIMO - N < 0.5 RISCHIO DI SQUILIBRI FINANZIARI (AFN FINANZIATO CON CAPITALE DI TERZI CON SCADENZE CONTRATTUALI) 30 IL ROI ROI (Return on Investment) = RO CI SINTETIZZA L’EFFICIENZA CON LA QUALE SI E’ SVOLTA LA GESTIONE ECONOMICA CARATTERISTICA 31 LE DETERMINANTI DEL ROI (Redditività Capitale Investito) ROI = Reddito Operativo x 100 Capitale impiegato REDDITIVITA’ DELLE VENDITE (ROS) Reddito Operativo Fatturato Netto x TASSO DI ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO Fatturato Netto Capitale Impiegato 32 ATTENZIONE, SE ROI % < OF % SABBIE MOBILI !!!!! (EFFETTO LEVA NEGATIVO) 33 IL ROE Che cos’è l’indice reddito netto/capitale netto (ROE) ? Si tratta di un indice espresso dal rapporto fra reddito netto (voce del del conto economico) e capitale netto (voce dello stato patrimoniale) Reddito netto = ROE Capitale netto Esempio La ABC Spa ha conseguito un reddito netto pari a € 9.490.000 nel corso del 2011 Reddito ante imposte Imposte (aliquota 50%) Reddito netto 18.980.000 9.490.000 9.490.000 Nello stesso anno il suo capitale netto ammontava a € 28.850.000 Capitale sociale Utili maturati e non distribuiti Altre riserve Capitale netto Reddito netto Capitale netto L’indice è pari al 32,9% = 9.490.000 28.850.000 1.850.000 13.005.000 13.995.000 28.850.000 = 0,329 o 32,9% 34 Il ROE è il primo indice d’interesse per i soci dell’Azienda. Deve essere confrontato con il rendimento di titoli a rischio zero DEVE ANCHE CONSIDERARE L’AUMENTO DI VALORE DELL’AZIENDA (NON “LEGGIBILE” NELLO STATO PATRIMONIALE) AD ESEMPIO, PER IL MARCHIO, LE REFERENZE, ECC Ė IMPORTANTE IN MOMENTI DIFFICILI, NEL CASO SI DECIDA DI FAR ENTRARE IN AZIENDA SOCI FINANZIATORI 35 IL CAPITALE CIRCOLANTE Che cos’è il capitale circolante o di funzionamento ? Il capitale circolante è uguale alla differenza fra le attività correnti e le passività correnti (entrambe voci dello stato patrimoniale) Capitale circolante = Attività correnti - Passività correnti Che cosa indica la misura del capitale circolante ? Più elevato è il capitale circolante di un’azienda, maggiori saranno la sua liquidità e la capacità di far fronte a breve alle passività correnti Come si calcola il capitale circolante medio ? Si ottiene sommando i valori del capitale circolante iniziali e finali (di un periodo) dell’azienda e dividendo il risultato ottenuto per due Capitale circolante medio = Capitale circolante + iniziale 2 Capitale circolante finale 36 VALUTAZIONE E ANALISI DEL CCN DI GESTIONE CCN DI GESTIONE = Scorte + Crediti Clienti + Liquidità - Debiti Fornitori 37 Componenti del CCN Valore Incidenza % Fatturato (1.700mila) (+) Scorte 215mila 12,6% (+) Crediti clienti 513mila 30,2% (-) Debiti fornitori (140)mila -8,2% 588mila 34,6% TOTALE CCN (di gestione) 38 IPOTESI 1 SE PER MANTENERE LE POSIZIONI SUL MERCATO FOSSE STATO DECISO DI: A) MIGLIORARE IL LIVELLO DI SERVIZIO (PUNTUALITA’ NELLE CONSEGNE), MEDIANTE UN AUMENTO DEL 25% DEI LIVELLI DI SCORTE B) AUMENTARE LE DILAZIONI AI CLIENTI, PORTANDOLE DA 90 A 120 GIORNI (+33%) Componenti del CCN Valore (mila) Incidenza % Fatturato (+) Scorte 215x(1+0,25) = 269 15,8% (+) Crediti clienti 513x(1+0,33) = 682 40,1% (-) Debiti fornitori (140) -8,2% 811 47,7% TOTALE CCN CON UN INCREMENTO DEL CCN, RISPETTO ALLA SITUAZIONE PRECEDENTE, DI 223mila (811 - 588) SI HA UN CONSEGUENTE MAGGIORE AGGRAVIO DEL PASSIVO BANCARIO 39 IPOTESI 2 SE PER CONTENERE IL FABBISOGNO DI CCN FOSSE STATO DECISO DI: A) USARE DIVERSE POLITICHE DI GESTIONE DELLE SCORTE, IN MODO DA DIMINUIRE IL LORO LIVELLO GLOBALE DI UN 50%, SENZA INCIDERE, O INCIDERE POCO, SUL LIVELLO DI SERVIZIO B) OTTENERE DAGLI ATTUALI (O EVENTUALI NUOVI) FORNITORI DILAZIONI DI PAGAMENTO DI 100 GIORNI (+50%) Componenti del CCN Valore (mila) Incidenza % Fatturato 215x(1-0,50) = 108 6,4% (+) Crediti clienti 513 30,2% (-) Debiti fornitori (140)x(1+0,50) = (210) -12,4% 411 24,2% (+) Scorte TOTALE CCN CON UN DECREMENTO DEL CCN RISPETTO ALLA SITUAZIONE ORIGINARIA, DI 177mila (588 - 411), SI SAREBBE CONSEGUITA UN’ANALOGA RIDUZIONE DEI DEBITI BANCARI 40 Azioni Operative Simulazioni sul CCN per rientrare Riduzione Fabbisogno Bancario Affidamenti 41 PRIMO INDICE: LIQUIDITA’ PRIMARIA A) E) LIQUIDITA’ IMMEDIATE B) LIQUIDITA’ DIFFERITE PASSIVITA’ CORRENTI A+B =N E - OTTIMALE 1 - LE BANCHE “ACCETTANO” 0,90 - LE BANCHE “DIGERISCONO” FINO A 0,80 - LE BANCHE CHIEDONO DI RIENTRARE SE < 0,80 - LE BANCHE “CHIUDONO I RUBINETTI” SE < 0,70 42 SECONDO INDICE: LIQUIDITA’ SECONDARIA A) E) LIQUIDITA’ IMMEDIATE B) PASSIVITA’ CORRENTI LIQUIDITA’ DIFFERITE A+B+C =N E C) DISPONIBILITA’ NON LIQUIDE - DEVE ESSERE RIGOROSAMENTE N > 1 - CON N = 1 DEVO AVERE TUTTO IL MAGAZZINO “VENDIBILE” - CON N < 1 GROSSI PROBLEMI 43 TERZO INDICE: GRADO DI SOLIDITA’ E) PASSIVITA’ CORRENTI F) PASSIVITA’ CONSOLIDATE G) CAPITALE PROPRIO E+F =N G - LA TEORIA DICE N = 1 - OTTIMALE N < 4 - ACCETTABILE N < 6 - LE BANCHE ACCETTANO N < 8 - LE BANCHE SI “FANNO SOTTO” N ≤ 9 - LE BANCHE CHIEDONO DI RIENTRARE N ≤ 10 - LE BANCHE “CHIUDONO” CON N > 10 44 IL CALCOLO DELLA CAPITALIZZAZIONE E) PASSIVITA’ CORRENTI 1. E + F = MEZZI DI TERZI F) PASSIVITA’ CONSOLIDATE G) CAPITALE PROPRIO 2. MEZZI DI TERZI 8 = CAPITALE “ATTESO” 3. CAPITALE - CAPITALE = AUMENTO DI CAPITALE “ATTESO” PROPRIO 45 COME TENERE COSTANTEMENTE SOTTO CONTROLLO LA SITUAZIONE DI LIQUIDITA’ ? ATTRAVERSO - IL FLUSSO DI CAPITALE CORRENTE NETTO GENERATO DALLA GESTIONE CORRENTE - IL FLUSSO DI CASSA NETTO GENERATO SEMPRE DALLA GESTIONE CORRENTE 46 PROSPETTO PER IL CALCOLO DEI FLUSSI DI CASSA NETTI 1. 2. 3. 4. 5. Utile Aziendale Reddito Operativo Oneri Finanziari Imposte Ammortamenti Accantonamenti 6. Flusso di capitale circolante netto generato dalla gestione corrente (1 - 2 - 3 + 4 + 5 = 6) Costi non finanziari 7. 8. 9. 10. 11. Crediti Magazzino Ratei e Risconti Attivi Fornitori Ratei e Risconti Passivi ∆ tra due stati patrimoniali successivi 12. Flusso di cassa netto generato dalla gestione corrente (6 - 7 - 8 - 9 + 10 + 11 = 12) Tolgono la liquidità Danno la liquidità 47 Per quanto concerne il FLUSSO DI CASSA NETTO generato dalla gestione corrente, è interessante rapportarlo al fatturato: Si ha infatti un’indicazione di quanta “CASSA SI PRODUCE” PER OGNI EURO DI FATTURATO. E’ necessario sottolineare che non è tanto il suo ammontare ciò che interessa, quanto COME ESSO SI SIA DETERMINATO (In altri termini, e’ interessante chiedersi quanto del capitale circolante generato dalla gestione corrente e’ stato impegnato in crediti, quanto in scorte, quanto in altre attività correnti a vario grado di liquidità, o viceversa disimpegnato, e quanto i fornitori dell’azienda abbiano aiutato l’impresa a finanziarie la gestione) 48 LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (P.F.N.) TOTALE CASSA E BANCHE ATTIVE A BREVE TOTALE DEBITI V/S BANCHE A BREVE TOTALE DEBITI V/S BANCHE E LEASING OLTRE 12 MESI = POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (P.F.N.) Nota: Non deve mai superare il 50% del fatturato Non deve mai superare 3 sull’EBITDA 49 QUALCHE RIFLESSIONE RELATIVA ALLA GESTIONE FINANZIARIA CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO dc = durata dei crediti dd = durata dei debiti ds = durata delle scorte fg = fatturato giornaliero 50 DOVE dc = Crediti Fatturato Giornaliero + Iva dd = Debiti Acquisti Giornalieri + Iva ds = fg = Valore Magazzini Fatturato Giornaliero Valorizzato a Costo Industriale Fatturato di Periodo No. Giorni del Periodo 51 FABBISOGNO FINANZIARIO (dc + ds - dd) ∗ fg 52 - COPERTURA DEGLI IMMOBILIZZI - ROI + TASSO DI ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO - ROS - ROE - CCN MEDIO - CCN DI GESTIONE - INDICE DI LIQUIDITÀ PRIMARIA - INDICE DI LIQUIDITÀ SECONDARIA - GRADO DI SOLIDITÀ - INCIDENZA FLUSSO DI CASSA NETTO - POSIZIONE FINANZIARIA NETTA - FABBISOGNO FINANZIARIO 53 CONCLUSIONI - 24 INDICATORI “VITALI VITALI”” CHE OGNI AZIENDA DOVREBBE TENERE COSTANTEMENTE SOTTO CONTROLLO - MEGLIO VALORI NON PRECISISSIMI MA TEMPESTIVI CHE PERFETTI QUANDO ORMAI Ė TROPPO TARDI - IMPORTANZA • DEL CONTO ECONOMICO PER MONITORARE LA REDDITIVITÀ • DELLO STATO PATRIMONIALE PER MONITORARE LA LIQUIDITÀ - IMPARARE A CONTROLLARE IL FUTURO (SIMULAZIONI, BUDGET, ECC.) OLTRE AL PASSATO - LA PERIODICITÀ DI LETTURA DIPENDE DALLA CRITICITÀ DELLA SITUAZIONE 54