Van Der Graaf Generator: “A Grounding in Numers” Van Der Graaf Generator: “A Grounding in Numers”. Esoteric Recordings (EVDGCD1001). Basterebbe la voce di Peter Hammill, con quella sensazione di essere continuamente soffocata dalla forza di gravità…“A Grounding in Numbers” è il tipico disco che non ti aspetteresti di ascoltare. Non è il cambiamento ma la reiterazione di una formula che offre miliardi di soluzioni diverse. Il sospetto che quella musica, così come prese forma negli anni Settanta, non potesse restare immutata, svanisce. Perché quella musica si è conservata in un’aura di perfezione: è un dato di fatto che ha vissuto ben poche incertezze. Qui non vi sono coni d’ombra, seppur siano bandite le suite (il brano di maggior durata è “All over the place” di poco sopra i 6 minuti) per dare forza alla gradevolezza dell’ascolto: arte contemporanea espressa nell’impareggiabile sintesi rielaborativa di Hammill. La voluta increspatura dei timbri vocali fusa nell’assalto dell’intonazione urlata; la metafisica scrittura poliritmica nella quale dissolvere il trastullo jazzistico; l’imperiosa voluta ascendente del “tutti” in un bellico zigzagare: l’astratto solido risorge. E l’impasto sonoro, cementato nel blocco armonico, porta i Van Der Graaf Generator – in trio, con Hugh Banton e Guy Evans – ad assolvere la missione di strumentisti assoldati dalla matematica. La scrittura prestata all’improvvisazione e il rock come concetto di convenienza, perché “Highly Strung” è, nelle prime battute, troppo semplice per essere credibile. E semplice, in fondo, non lo è affatto. Dissonanze di resistenza (“Splink” si scioglie e si rapprende meravigliosamente), la carica emotiva di “Medusa” (con l’iterazione del clavicembalo e il purpureo intreccio delle parti), le dissolvenze, lo speed del fraseggio vocale (“Mr. Sands”, con passaggi accordali all’organo che un poco ricordano i Genesis). La sperimentazione tenebrosa e quasi meccanica di “5533”. Eccola, intatta, la capacità – che ancora oggi colpisce – di far nascere il suono dal silenzio: nulla è prevedibile, seppur già provato. Un disco al quale ci si affeziona velocemente. Davide Ielmini