"giovanni segantini ei pittori della montagna" al museo

"GIOVANNI SEGANTINI E I PITTORI DELLA MONTAGNA" AL MUSEO ARCHEOLOGICO
REGIONALE DI AOSTA
AOSTA\ aise\ - È stata inaugurata venerdì scorso, 7 aprile, presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta la mostra
"Giovanni Segantini e i pittori della montagna".L'esposizione, a cura di Filippo Timo e Daniela Magnetti, propone un selezionato
percorso che ha come fulcro l'esperienza pittorica di Giovanni Segantini, tra i massimi esponenti del divisionismo italiano, che
ha eletto la montagna a proprio soggetto principe, interpretandola in modo personale e innovativo, sia in termini di stile sia di
poetica. La selezione di opere proposte in mostra individua e suggerisce uno dei molti possibili percorsi attraverso la pittura di
montagna a cavallo tra il XIX e il XX secolo, limitando la propria attenzione ai soli artisti italiani e concentrandosi
geograficamente sui lavori dell'arco alpino. Accanto alle opere di Giovanni Segantini, scelte attingendo ad uno specifico
momento dell'esperienza artistica del pittore, ovvero agli anni giovanili trascorsi in Brianza, compaiono più di cinquanta artisti, a
partire da Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Baldassarre Longoni, Carlo Fornara, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Lorenzo
Delleani, Cesare Maggi, Leonardo Roda, Italo Mus, sino a Fortunato Depero. Accanto alle opere di questi maestri trovano
posto i dipinti di almeno tre generazioni di altri artisti che, pur non avendo incontrato tutti la grande notorietà, hanno saputo
instaurare un dialogo con i capofila, divenendo anch'essi partecipi di una pagina importante della storia dell'arte
italiana.All'interno del grande orizzonte tematico della pittura di montagna, le opere sono state organizzate in sette sezioni, oltre
a quella dedicata a Segantini che vede esposto lo splendido olio su tela La raccolta dei bozzoli (1882-1883), così scandite: le
vedute estive, le scene di vita campestre e contadina, i paesaggi antropizzati, i ricordi alpini, i laghi, i tramonti e i notturni, le
vedute dei grandi paesaggi innevati. A queste si aggiunge una sezione dedicata a Italo Mus, il pittore valdostano più noto e
ammirato del XX secolo, di cui ricorre nel 2017 il cinquantesimo anniversario della scomparsa.La mostra, che resterà aperta
sino al 24 settembre 2017, è corredata da un catalogo, edito da Skira, riccamente illustrato, con testi di Annie-Paule Quinsac,
Filippo Timo, Daria Jorioz, Daniela Magnetti, Marco Albino Ferrari, Maurizio Scudiero, Luca Minella, Beatrice Buscaroli. (aise)