Lezione 31 – lunedì 22 febbraio Morfologia: i verbo deponenti Studiare sul manuale a p. 272 e seguenti del II volume Lezione 32 - giovedì 25 febbraio Sintassi: L’ablativo assoluto L’ablativo assoluto è una proposizione subordinata implicita che può assumere valore temporale e causale (molto frequenti), ipotetico e concessivo (più rari), costituita da un sostantivo in ablativo concordato con un participio. Il soggetto di tale proposizione è il sostantivo espresso all’ablativo; il verbo è espresso al participio (presente o passato; raramente, solo nella prosa postclassica, futuro). “Assoluto” vuol dire “sciolto”, cioè svincolato da legami sintattici con la sovraordinata. In particolare, il soggetto dell’ablativo assoluto non può mai coincidere con il soggetto della sovraordinata, né viene di solito ripreso da un pronome nella sovraordinata: Litteris perlectis, Domitius in consilio sermonem habuit. “Lette le lettere (cioè, con valore temporale, “dopo che le lettere, soggetto espresso in ablativo, furono lette, verbo al participio, indicante in questo caso, visto che è perfetto, una relazione di anteriorità e una diatesi passiva) Domizio tenne un discorso in consiglio”. I valori logici L’ablativo assoluto ha gli stessi valori logici del participio congiunto. Oltre a quello temporale, che abbiamo già visto, esso può assumere valore: • Causale: Scelerati, conscientia obstrepente, condormire non possunt. “I delinquenti, poiché la coscienza grida, non possono dormire”. • Concessivo: Contradicentibus inimicis, Catone acerrime repugnante, Caesar consulatum petiit. “Nonostante i nemici personali si opponessero, e Catone fosse strenuamente contrario, Cesare pose la sua candidatura per il consolato”. • Ipotetico: Virtutes iacent, voluptate dominante. "Le virtù vengono meno, se domina il piacere" Attenzione: • La differenza tra ablativo assoluto e participio congiunto consiste nel fatto che il participio congiunto, come dice il nome, è sempre concordato con un termine della sovraordinata, dal quale dipende; l’ablativo assoluto è, come dice il nome, “sciolto”, cioè assolutamente svincolato dalla sovraordinata. La traduzione La procedura si diversifica se il participio è al presente o al passato. Participio passato • In genere puoi tradurre a calco (come il participio passato congiunto): Cognita militum voluntate, Caesar Ariminum cum ea legione proficiscitur. “Conosciuto il volere dei soldati, Cesare parte con quella legione per Rimini”. Profecto consule, legatus exercitum in hiberna duxit. "Partito il console, il legato condusse l'esercito nell'accampamento invernale" • L’unica eccezione è costituita dai casi, peraltro piuttosto rari, in cui si trova un participio di verbo deponente transitivo: allora è necessario sciogliere il costrutto, e tradurre col gerundio o con una frase esplicita, per mantenere il valore attivo del verbo: Consulibus sortitis provincias, extemplo et pretores sortiti sunt. (Liv.) "Avendo i consoli sorteggiato (sortitus, da sortior è deponente e transitivo) le province, subito le sorteggiarono anche i pretori" Participio presente • Giacché in italiano, come sappiamo, il participio presente è poco vitale, dovrai o tradurre col gerundio presente attivo (facendo attenzione a posporre il soggetto, che sicuramente non è lo stesso della sovraordinata) oppure rendere esplicita la frase, dopo averne compreso il valore. In questo caso la subordinata indica sempre un rapporto di contemporaneità rispetto alla sovraordinata: Consul domum rediit, comitante Fabiorum agmine. “Il console tornò a casa, accompagnandolo la schiera dei Fabii”. Dal senso complessivo della frase comprendiamo che in questo caso il valore dell’ablativo assoluto è sicuramente temporale: possiamo allora rendere esplicita la proposizione: “Il console tornò a casa, mentre lo accompagnava la schiera dei Fabii”. Esercizio 1 (ablativi assoluti con participio passato di verbo non deponente, da rendere a calco). 1. Hostes re cognita Luteciam incendunt pontesque eius oppidi rescindunt. (da Caes.) 2. Consul abdicavit se consulatu rebusque suis Lavinium translatis civitati cessit. (Liv.) 3. Ego tamen, Philotimi litteris lectis, mutavi consilium de mulieribus. (Cic.) 4. Caesar, una aestate duobus maximis bellis confectis, in hiberna in Sequanos exercitum deduxit. (Caes.) 5. Tali cohortatione militum facta, classis in proelium deducitur. (Nep.) Esercizio 2 ( ablativi assoluti con participio passato di verbi deponenti, da rendere a calco solo se intransitivi). 1. M. Claudius Marcellus, coorta tempestate, fluctibus obrutus est. (Per. L.) 2. Orta luce sub sinistra Britanniam relictam Caesar conspexit. (Caes.) 3. Mortuo Numa, Tullus Hostilius rex creatus est. (Eutr.) 4. Circa Capuam, transgresso Volturnum Fabio, ambo consules res gerebant. (Liv.) 5. In Macedonia Philippus, mortuo Antigono, regnum suscepit et in Asia, interfecto Seleuco, rex Antiochus constitutus est. (Iust) 6. Filium Suillii Nerullinum adgressis accusatoribus per invidiam patris, intercessit Nero. (Tac.) 7. Subsecutis cohortibus, primus Vibius Acceus impetum fecit (Caes.) Esercizio 3 (ablativi assoluti con participio presente) 1. Brutus prior, concedente collega, fasces habuit. (Liv.) 2. His nuntiis litterisque commotus, Caesar duas legiones in Citeriore Gallia novas conscripsit et ineunte aestate in ulteriorem Galliam Quintum Pedium legatum misit. (Caes.) 3. Nudari litora pelago in se recedente eademque intra exiguum tempus aperiri solent. (Sen.) 4. Principatu commutante saepe nihil praeter domini nomen mutant pauperes. (Phaedr.) 5. Orator, multitudine non audiente, eloquens esse non potest. 6. Inter bonos viros ac deos amicitia est conciliante virtute. (Sen.) 7. Fortuna suffragante res maximas consecutus est. (Cic.) 8. Galli consilium ceperunt ex oppido profugere hortante Vercingetorige. (Caes.) 9. Contra importunissimos latrones arma cepi te hortante. (Cic.) 10. Iter mihi socii tutum, multis minitantibus, magno cum suo metu praestiterunt. (Cic.) Esercizio 4 1. Sic dixit, partibus factis, leo. (Phaedr.) 2. Haec ego omnia, vixdum etiam coetu vestro dimisso, comperi. (Cic.) 3. Natura repugnante, omnis labor inanis est. 4. Tum interrex contione advocata: “Hoc bonum, inquit, faustum felixque sit”. (Liv.) 5. Hoc facto, duobus legionibus in castris relictis, reliquas sex legiones pro castris in acie Caesar constituit. (Caes.) 6. Xerxes, Thermopilis expugnatis, protinus accessit astu idque nullis defendentibus, interfectis sacerdotibus, incendio delevit. (Nep.) 7. Iactis telis aprum eques interfecit. (Phaedr.) 8. Themistocles, Xerxe regnante, in Asiam transiit. (da Nep.) 9. Celeriter vineis ad oppidum actis, aggere iacto, turribusque constitutis, Galli, magnitudine operum permoti, legatos ad Caesarem de deditione mittunt. (Caes.) 10. Igitur Latini, cum quibus Tullo regnante foedus ictum erat, sustulerunt animos. (Liv.) 11. Caesar, acceptis litteris hora circiter undecima diei, statim nuntios in Bellovacos ad Marcum Crassum quaestorem mittit, cuius hiberna aberant ab eo milia passum XXV. (Caes.) 12. Cum proximis comitiis consularibus me consulem in campo et competitores tuos interficere voluisti, compressi conatus tuos nefarios amicorum praesidio et copiis, nullo tumultu publice concitato. (Cic.) 13. Caesar, obsidibus acceptis primis civitatis atque ipsius Galbae regis duobus filiis, in deditionem Suessiones accepit exercitumque in Bellovacos ducit. (Caes.) 14. Tum vero nostri, redintegratis viribus, acriter pugnare coeperunt. (da Caes.) 15. Hostes abiectis armis terga verterunt. (Caes.) Attenzione: • Quando nell'ablativo assoluto compare una negazione, il costrutto può avere valore esclusivo e corrispondere al costrutto italiano "senza + infinito", "senza che + congiuntivo" Nullo impediente Nulla interposita dubitatione = = senza che nessuno lo impedisse senza che avesse interposto alcuna esitazione, senza interporre alcuna esitazione, senza esitare. Tale valore è proprio anche di participi congiunti accompagnati da negazione: (Sapiens) et dura placide fert et secunda moderate, numquam illis cedens. (Sen.) “Il saggio sia sopporta gli eventi difficili con pacatezza, sia quelli fortunati con moderazione, senza mai cedere di fronte a quelli.” Alexander medici potionem non deterritus bibit. (Sen.) “Alessandro bevve la pozione del medico senza esserne atterrito.” • Ha lo stesso valore esclusivo l’aggettivo invitus, composto col prefisso negativizzante in- e la radice vi che indica volontà: Nihil patior invitus. (Sen.) “Non subisco niente senza volerlo.” Esercizio 5 Fai l’albero e traduci le seguenti frasi rendendo in modo chiaro il valore esclusivo dei participi congiunti e degli ablativi assoluti. 1. Palam iam cum hoste, nullo impediente, bellum iustum geremus. (Cic) 2. Antonius quidem noster et Q. Cassius, nulla vi expulsi, ad Caesarem cum Curione profecti erant. (Cic.) 3. Propter socios, nulla ipsi iniuria lacessiti, maiores nostri cum Antiocho bellum gesserunt. (da Cic.). 4. Relinquebatur una per Sequanos via, qua Sequanis invitis Helvetii ire non poterant. (Caes.) 5. Galba, nullo hoste prohibente, incolumem legiones in Natuates perduxit. (Caes.) La dipendenza dal participio Per il suo valore verbale, il participio può ovviamente reggere complementi e proposizioni. Di norma il participio e il sostantivo in ablativo vengono collocati agli estremi della frase, e tra essi, in iperbato, si trova tutto ciò che da esso dipende. Dimidia parte operis a Caesare effecta, naves Brundisium revertuntur. (Caes.) Riconosciamo l’ablativo assoluto: il sostantivo parte, concordato con l’attributo dimidia è collocato all’inizio della frase; il participio in ablativo (effecta, da efficio “faccio, compio”) si trova alla fine. Quello che sta in mezzo dipende sintatticamente dall’ablativo assoluto: il genitivo operis è complemento del nome parte; il complemento d’agente a Caesare completa il participio che, essendo passato di un verbo transitivo, è passivo. “Compiuta da Cesare la metà (lett. “la mezza parte”) dell’opera, le navi ritornano a Brindisi ”. Esercizio 6 Fai l’albero e traduci le seguenti frasi, che contengono ablativi assoluti con iperbato 1. Philippus defectione Athamaniae audita cum sex milibus armatorum profectus ingenti celeritate Gomphos pervenit. (Liv.) 2. Magna exercitus parte relicta cum duobus milibus militum Athenaeum, quod unum a praesidio suo retentum fuerat, Philippus pervenit. (Liv.) 3. Macedones aditu pluribus ex locis invento, Athamanes expulerunt dispersosque partim ceperunt partim interfecerunt. (Liv.) 4. Postero die, contione tribunorum advocata, temeritatem Caesar cupidatemque militum reprehendit. (Caes.) 5. Antiocho terra marique superato et prope extra orbem terrae ultra iuga Tauri exacto nulla victoriae spes est. (Liv.) 6. Consul acceptis a L. Scipione copiis et exercitu lustrato contionem apud milites habuit. (Liv.) 7. Deprehensis sine duce et sine equitatu hostibus Caesar exploratam victoriam dimisit ne parvum modo detrimentum in contentione propter iniquitatem loci accideret. (Caes.) 8. Germani mixti proeliantur, apta et congruente ad equestrem pugnam velocitate peditum. (Tac.) 9. Defectione Haeduorum cognita bellum augetur legationesque in omnes partes circummittuntur. (Caes.) 10. Adventu legatorum ab hostibus cognito, magnae ex finitimis civitatibus copiae convenerunt. (Caes.) L’ablativo assoluto senza participio o costituito soltanto da un participio In alcune locuzioni, per lo più formulari, l’ablativo assoluto è formato solo da un sintagma sostantivo + aggettivo o sostantivo in funzione predicativa. E' possibile pensare che questa mancanza di participio sia dovuta all’idea del participio presente di sum sottinteso che, come sappiamo, in latino non c’è. In questo caso il rapporto temporale è sempre di contemporaneità. Spesso è bene nominalizzare anche la traduzione italiana: Consule Planco “sotto il consolato di Planco (mentre era console Planco)”. Le locuzioni più frequenti, oltre a quella che unisce a consule o consulibus i nomi propri di chi rivestiva la carica (che era il modo normale di indicare gli anni presso i Romani, oltre a quello del numero di anni trascorsi dalla fondazione della città), sono del tipo: Imperatore Caesare Dis invitis Auctore senatu Teste Catone Teste deo Me absente Numa rege Hannibale vivo Fortuna secunda Natura duce “sotto il comando di Cesare” “contro il volere degli dei” “per consiglio del senato” “secondo la testimonianza di Catone” “davanti a dio” “in mia assenza” “durante il regno di Numa” “mentre Annibale era vivo” “col favore della sorte” “sotto la guida della natura, secondo natura” In qualche caso, piuttosto raro (proprio del linguaggio formulare), si può trovare un participio perfetto in ablativo che costituisce da solo, senza soggetto, un ablativo assoluto: augurato = dopo aver preso gli augùri, con i debiti augùri (augurato deriva da auguro = osservo i segni e i presagi, svolgo l'ufficio di àugure) litato = avendo sacrificato, fatti i debiti sacrifici (per ottenere fortuna ad un'impresa, da lito, litare) auspicato = dopo aver tratto gli auspici (auspicium = osservazione del volo degli uccelli per trarne presagi) debellato = finita la guerra (da debello = portare a termine la guerra) Esercizio 7 1. Hamilcar, puerulo me, in Hispaniam imperator proficiscens Karthagine Iovi Optimo Maximo hostias immolavit. (Nep.) 2. Hac tanta celebritate famae cum esset iam absentibus notus, Romam Archias venit Mario consule et Catulo. (Cic.) 3. Ad eos ludos auctore Attio Tullio vis magna Volscorum venit. (Liv.) 4. Romani, Hannibale vivo, nunquam se sine insidiis futuros esse existimabant. (Nep.) 5. Non exspectato auxilio et celeriter exercitu instructo, in Persas moverunt Athenienses Miltiade duce. 6. Adiutore Caesare, Haedui superaverunt Helvetios qui Messala et Pisone consulibus Galliam invaserant. 7. Ad Herculis templum, duce Timarchide, repente nocte intempesta servi armati concursum atque impetum faciunt. (Cic.) 8. Tenuerunt P. Popilio P. Rupilio consulibus illum locum servi, fugitivi, barbari, hostes. (Cic.) 9. Laetare, incolumis Roma, salvo principe. (Phaedr.) 10. In scaena postquam scurra solus stetit sine apparatu, nullis adiutoribus, silentium fecit ipsa expectatio. (Phaedr.) 11. Urbem auspicato inauguratoque conditam habemus. (Liv.) 12. Ibi tribuni militum nec auspicato nec litato instruunt aciem. (Liv.) 13. Marcellus debellato triumphavit. (da Liv.). Distinguere ablativo assoluto e participio congiunto o attributivo in ablativo Osserviamo le seguenti frasi: 1. Nemo remisso animo fuit. (Caes.) 2. Milites positis scalis muros ascendunt. (Caes.) In entrambe queste frasi è facile riconoscere un sintagma costituito da sostantivo + participio all’ablativo. Per capire se si tratta di un ablativo assoluto o di un normale complemento in ablativo + participio in funzione attributiva, dobbiamo ricostruire la struttura della frase, senza collocare per il momento l’ablativo: Frase 1: la principale è Nemo fuit: “nessuno fu” cioè “non ci fu nessuno”. Consideriamo ora l’ablativo: remissus è participio di remitto, che significa “rimandare, allentare, rilassare”. Se si trattasse di un ablativo assoluto, dovremmo tradurre la frase così: “rilassato l’animo, non ci fu nessuno”. Evidentemente la frase non ha senso, pertanto è sicuramente sbagliata. Insieme al verbo sum l’ablativo può solo costituire un complemento di qualità, e dipende direttamente dal verbo, di cui sostituisce la parte predicativa: “Nessuno fu di animo rilassato, nessuno ebbe animo rilassato”. Frase 2. La principale è Milites ascendunt muros : “I soldati salgono le mura” Consideriamo ora l’ablativo: positus è il participio di pono, che significa “pongo, metto, appoggio”. Se si trattasse di un ablativo strumentale, che indica tramite cosa i soldati salgono le mura, dovremmo tradurre la frase così: “I soldati salgono le mura con scale appoggiate”. Il senso non è assurdo, ma la formulazione è del tutto insoddisfacente. Riformuliamo ipotizzando che si tratti di un ablativo assoluto: “Appoggiate le scale (dopo aver appoggiato le scale), i soldati salgono le mura”. Ricorda che l’ablativo assoluto è un costrutto frequentissimo, soprattutto nelle sequenze narrative (e prediletto, per la sua concisione, da alcuni autori, come Cesare), e dunque, quando riconosciamo la struttura ablativo + participio, è ragionevole ipotizzare sempre in via preliminare che si tratti di un ablativo assoluto.