17 Eventi Scala Venerdì 7 Dicembre 2007 Corriere della Sera MUSICA CONTEMPORANEA Senso di oppressione A sinistra, un momento di «1984» andata in scena al Covent Garden nel 2005. Qui sopra, il compositore Lorin Maazel La novità I MIEI INCUBI DA GRANDE FRATELLO Lorin Maazel torna da direttore e da compositore Qui spiega come è nata la scommessa di realizzare un’opera tratta dall’inquietante «1984» di George Orwell DI LORIN MAAZEL D ieci anni fa, il sovrintendente del Teatro di Mona- foca, e crea un permanente anche se astratto procesco di Baviera, August Everding, mi chiese di com- so di disumanizzazione. porre un’opera. Il soggetto l’avremmo dovuto sceglieLa sfida di estrarre un libretto da questo complesso re insieme. Decidemmo di confrontarci con un tema materiale narrativo, di metterlo in scena e di compordella contemporaneità, preferibilmente un romanzo o re una musica tale da evocare le atmosfere e la dramun testo teatrale. Chiedendoci quale testo del XX seco- maticità delle situazioni descritte è sembrata enorme lo sarebbe stato con tutta probabilità giudicato come sin dall’inizio. Tale paura accomunava me ai due li«le roman à clé», rispondemmo entrambi: «1984» di brettisti, «Sandy» McClatchey e Tom Meehan e al regiGeorge Orwell. sta Robert Lepage. Abbiamo deciso di passare insieLa morte improvvisa del Everding, cui sarò sempre me una settimana in completo isolamento al fine di grato per aver creduto nelle mie doti e nella mia attivi- elaborare una struttura concettuale portante. Sandy è tà di compositore anche quando io stesso avevo dubbi docente di poesia all’Università di Yale, Tom Meehan in merito, rischiò di far abbandonare il progetto. Ma il Covent Garden mi diede la possibilità di realizzare è famoso come creatore di grandi successi di Broadway («The Producers»; «Hairspray»). Tanto per fare l’opera. Accettai con grande entusiasmo. La caratteristica del libro di Orwell che apprezzo di un esempio dei dialoghi intercorsi tra noi in quella più è la semplicità e l’immediatezza nella denuncia di settimana ricordo quando Tom diceva che l’eroina un mondo dove l’individuo è schiavo di un’idea e di doveva apparire non più tardi del dodicesimo minuto un potere assoluto, l’assenza assoluta di un morali- del primo atto mentre io ricordavo che nel romanzo smo di qualsiasi tipo e la tendenza a sottrarsi dal- di Orwell Julia si appalesa molto più tardi. Abbiamo l’emettere giudizi superficiali. Tutto è descritto con discusso a lungo su come realizzare in modo equiliestremo realismo e oggettività, quasi senza tormenti brato quel mutamento di prospettiva tra lettore di un e in un tono pacato, privo di ottimismo, pessimismo o testo e spettatore in un teatro. E in effetti la nostra verironia. Ogni singolo quadro inquieta, turba il lettore. sione di 1984 ha una scansione dei tempi e un equiliLe innumerevoli debolezze umane vengono alla luce brio squisitamente teatrali. Lo spettatore è stimolato e pervadono gli stessi amanti. Difetti e meschinità apparDovevo terminare la partitura, così mi sono tengono anche a loro; come gli altri sono capaci di torturarinchiuso per sette settimane in una casa re in omaggio a un ideale politico inculcato dall’esterno e a loro volta diverranno vittiin Sardegna: l’atmosfera claustrofobica me di torture e barbarie che annientano il pensiero individuale. Su tutto domina l’ommi ha aiutato a scrivere le scene di tortura bra costante di un destino ineluttabile che opprime, sof- LE ALTRE ‘ IL ROMANZO 1984 è il titolo di uno dei più celebri romanzi di George Orwell (nella foto, al museo delle cere di Madame Tussaud) , scritto nel 1948 (il titolo è ottenuto invertendo le ultime due cifre) e pubblicato l’anno seguente. In un futuro prossimo la Terra è suddivisa in tre potenze totalitarie in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia che sfruttano il conflitto perenne per mantenere il controllo totale. Il protagonista , Winston Smith, è un membro subalterno del partito, incaricato di aggiornare i libri, gli articoli di giornale in modo da rendere veritiere le previsioni fatte dal partito, contribuendo così ad alimentare la fama di infallibilità. È stato definito il romanzo dell’utopia negativa. senza sosta sino all’ultima nota suonata dalla campana al «Big Ben» di Londra. Personalmente mi sono trovato a dover creare tra inni nazionali, musiche destinate a riti politici o pseudo religiosi, canzoni popolari, un vero e proprio panorama musicale di un mondo fantastico immaginato e narrato nel 1948 e posto in un futuro 1984. Trentasei anni prima qualcuno aveva guardato a quel 1984 come a un’unità temporale dotata di caratteristiche che io avrei dovuto intuire senza fare riferimento alla mia conoscenza diretta di quanto effettivamente fu. Il nucleo dell’opera per me sta però nella storia d’amore. Per quest’ultima ho composto ben venti minuti di musica. Volevo infatti che lo spettatore entrasse in relazione con i due sfortunati amanti, con la loro passione e il loro coraggio che non basterà a evitargli il destino di essere scoperti dal dittatore e conseguentemente di essere torturati e uccisi. Per consegnare in tempo la partitura, mi sono isolato in una piccola casa in Sardegna con le persiane abbassate e i vetri chiusi per circa sette settimane. Dodici ore al giorno a comporre musica. Tale atmosfera claustrofobica era aggravata dal fatto che mi rimaneva da comporre la musica destinata alle due scene di tortura nelle quali l’eroe Winston soffre tra atroci dolori e agghiaccianti incubi. Non ho remore a raccontare che terminato il lavoro mi sono recato a Parigi dove ho camminato per tre giorni come un naufrago tra la gente con lo sguardo attonito di chi conserva all’interno di sè una vera e propria tempesta emotiva. Come molti compositori, non amo la mia musica fino in fondo. Ho un approccio critico verso me stesso e ciò mi porta a non trovarla adeguata del tutto a quanto desidererei esprimere. Inoltre, non essendo un estroverso, ho timore di lasciare all’ascoltatore una vera e propria finestra dalla quale si intravede il labirinto della mia anima. L’effetto che provo nell’ascoltare la mia musica è pari alla sensazione di colui al quale venga letto in televisione il proprio diario segreto. Credo che il tema di fondo del testo orwelliano come dell’opera sia veramente attuale. Spesso le organizzazioni statali minano il terreno della libertà personale. Tutto ciò non è sempre realizzato in maniera esplicita ma attraverso provvedimenti e azioni che indirettamente provocano tali pressioni. Orwell ha lanciato un monito con «1984» e, a conti fatti, su molto ha avuto ragione. L’opera debuttò a Londra nel maggio del 2005 e man mano che le recite si susseguivano vedevo sempre più giovani tra gli spettatori. Credo abbiano capito il significato di questo lavoro e ciò mi rassicura perchè in fondo toccherà a loro di salvare il mondo. BACCHETTE Daniel Harding sul podio per «Il prigioniero» e «Il castello del duca Barbablù» di Dallapiccola e Bartók, in scena a marzo. La regia è di Peter Stein Daniele Gatti E’ la bacchetta del «Wozzeck» di Alban Berg per sette spettacoli tra febbraio e marzo. Un allestimento ormai storico del Teatro alla Scala firmato da Jürgen Flimm Gustavo Dudamel Il giovane maestro venezuelano sarà sul podio per la consacrata «La Bohème» di Giacomo Puccini nella versione registica di Franco Zeffirelli. Undici le date, tutte in luglio Riccardo Chailly dirige il trittico di Giacomo Puccini: il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi. Nove gli appuntamenti tra marzo e aprile. La regia è firmata da Luca Ronconi che aveva già affrontato la Tosca