Il sovversivo "1984" di Tim Robbins
di Giulietta Mastroianni
04/Luglio/2016 - 19:22
Tim Robbins, lo sceneggiatore e regista di "Dead Man Walking", l'attore non
protagonista di "Mystic River" di Clint Eastwood nonché straordinario protagonista di
un film del calibro di "Le ali della libertà", ex compagno di Susan Sarandon,
quest'anno ha avuto un posto di rilievo al Festival dei Due Mondi con tre
appuntamenti: "Tim Robbins and Friends", un concerto come musicista e
compositore nato dalla passione che ha ereditato dal padre Gii verso il folk,
"Harlequino: on the freedom" e "1984" di George Orwell, prodotto dalla compagnia da
lui fondata e di cui è direttore artistico, "The actor's Gang". Domenica 3 Luglio è
andata in scena l'ultima replica di "1984" al chiostro di San Niccolò. Il taglio dato dal
regista pluripremiato è estremamente cinematografico, nella riduzione teatrale del
testo, nel tipo di recitazione sostenuta brillantemente da tutti gli attori, nella fluidità e
coerenza con la storia. Gli attori portati in stretta vicinanza al pubblico, diretti ai quattro
lati, in vorticosi combattimenti linguistici, rendono efficacemente la drammatica
manipolazione dell'uomo cosciente con gestualità e compartecipazione tirata
all'eccesso, con urla, pianti, strazi, come un'unica confraternita in movimento,
scambiandosi di ruolo tra vittime e carnefici, tra psicopolizia e prigioniero, tra accusati
e accusatori, tra pubblico e protagonisti. La ruota manipolativa di Oceania è
costantemente in atto, il Grande Fratello parlante e in ascolto ai lati del piano di
azione, dove vengono trasmessi i sottotitoli in italiano, il ritmo è accelerato, è breve
quanto quello della verità rivelata del libro di Goldstein, essa stessa creata per
manipolare e condurre la rivoluzione che non ci sarà. I diritti negati, dell'illusione,
dell'amore, del combattimento, affondati dal totalitarismo del mondo gestito dal
Grande Fratello basato sulla guerra che è pace, sulla libertà che è schiavitù,
sull'ignoranza che è forza, arrivano tra un interrogatorio e un altro a concentrarsi nella
stanza 101, dove l'uomo libero viene condotto a redimersi, a poter morire solo dopo
aver abbandonato le proprie idee.
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