LEZ 01_02_Le politiche Sociali e il Welfare State Definizioni e

Le politiche sociali e
il Welfare State.
Definizioni e Concetti
Corso di Politiche Sociali
Facoltà di Scienze della Formazione
Università Milano Bicocca
Anno Accademico 2012-13
Con il termine Politica Sociale o Policy (vs
Politics) si far riferimento ad una vasta
gamma di politiche pubbliche che cambiano a
seconda dei periodi storici e dei paesi.
•
Ma cosa sono le politiche pubbliche?
Le politiche pubbliche sono azioni politiche
attuate dai diversi sistemi politici (in
particolare dai governi) per rispondere a
problemi di rilevanza collettiva
Politics - sistema di relazioni competitive che
instaurano tra soggetti (gruppi o individui) che
ambiscono a conquistare il potere di assumere
delle decisioni in nome o per conto di una
comunità.
Policy - Thomas Dye: “qualsiasi cosa un governo
decida di fare o di non fare”
“quando parliamo di politiche pubbliche parliamo di azioni
dei governi. Sebbene le attività di attori non
governativi possano influenzare e certamente lo fanno,
le azioni degli organi di governo, le attività o le decisioni
di tali gruppi non costituiscono di per sé politiche
pubbliche” (Howlett-Ramesh, 2003)
02/03/12
William Jenkins “un’insieme di decisioni
interrelate, prese da un attore politico o da un
gruppo di attori, sulla selezione degli obiettivi
e dei mezzi atti al loro raggiungimento
all’interno di una situazione specifica in cui gli
attori hanno, in linea di principio, il potere di
prendere tali decisioni”
James Anderson: “un certo corso d’azione che
un attore o un gruppo di attori segue al fine di
gestire un problema o una questione di
specifico interesse”
02/03/12
Martini - Sisti “insieme di azioni decise da un
attore o da un gruppo di attori, al fine di
affrontare un problema collettivo”.
La politica pubblica può essere intrapresa in modo
del tutto autonomo anche da attori privati non
ufficialmente legittimati a governare o
decidere per altri: un organizzazione del terzo
settore che abbia a cuore un certo tema di
rilevanza sociale e intenda agire per cambiare le
cose. Rilevanza collettiva del problema sul
quale si interviene. Sinonimi: intervento,
programma.
02/03/12
I fattori che mutano gli assetti istituzionali, gli
ambiti di intervento, il rapporto tra Stato e altri
processi sociali di problem solving,
l’ampliamento o il restringimento delle
funzioni pubbliche, il catalogo di beni pubblici
socialmente richiesti influenzano le forme
delle politiche e ne restringono e
ampliano la capacità di incidenza.
02/03/12
Quali sono alcuni dei fattori che influenzano le
politiche pubbliche oggi?
Globalizzazione: erosione delle competenze e
l’autonomia centralizzata degli stati nazionali
Mercatizzazione: privatizzazione e mercificazione
di parti della funzione pubblica, mercati per beni
che un tempo erano pubblici
Europeizzazione: inserimento delle
amministrazioni nazionali in una rete
istituzionale multilivello e dentro programmi
compresi e integrati e vincolati a criteri
costituzionali
02/03/12
Complessificazione: ogni materia di policy diventa
più complessa più interdipendente, più esigente
e rischiosa.
Sussidiarietà: miscele di volta in volta variabili per
generare varietà istituzionali via reti plurali.
Pratiche sociali: il passaggio dalla produzione di
beni pubblici top-down e autoritativa a quella
cooperativa, socializzata e interattiva con
componenti deliberative e postburocratiche
Nuovi rischi e nuovi beni: la necessità di
tematizzare nuove criticità (ambiente,
conoscenza, privacy, disparità globali, rischio
tecnologico) e di produrre nuovi beni
02/03/12
Una società complessa e globalmente legata
richiede presupposti sempre più complessi e
quindi esige la fornitura di un catalogo di beni
pubblici sempre più articolati e sofisticati.
Per questo di parla di interventi complessi,
integrati, multiscopo, multilivello. Alcuni
movimenti, alcune pratiche sociali reattive o
costruttive, si propongono come modalità
alternative e dal basso di produzione di beni
pubblici.
02/03/12
Le politiche sono esperimenti socioistituzionali e occorre che vengano sorrette
da riflessività e pertinenza perché abbiano
successo, ovvero sappiano trattare in modo
razionale ed efficace i nostri dilemmi sociali,
trovando formule sempre più partecipate.
02/03/12
Le politiche pubbliche sono una forma elaborata
di planning e conservano la loro genealogia dai
primi interventi correttivi su crisi sociali ed
economiche degli anni venti e trenta su cui
hanno riflettuto Karl Mannheim, John Dewey,
Antonio Gramsci […]esse sono un mondo
articolato e specializzato per trattare social
problems, giocando su intrecci sperimentali di
anticipazione e flessibilità, predisposizione ex
ante di risorse e soluzione e di ricerca in itinere
di nuovi problemi e di nuove configurazioni
sociali e istituzionali capaci di diventare sia
risorsa sia soluzione. (Carlo Donolo)
02/03/12
„
A causa dell’elevata influenza di agenti
esterni il concetto di Politica Sociale non
può avere un unico significato perché è
soggetta a mutamenti storici, temporali e
culturali.
„
Inoltre non esiste una sola Policy o un
solo settore di Politica Sociale, per
questo si parla di Politiche Sociali
„
Le politiche sociali possono quindi
essere definite come un’insieme di
interventi pubblici con scopi ed effetti
sociali variabili che vanno da una più
equa distribuzione societaria di risorse e
opportunità,
alla
promozione
di
benessere e qualità della vita e che
hanno lo scopo di ridurre o limitare le
conseguenze sociali prodotte da altre
politiche.
„
Le politiche sociali rappresentano quella parte
politiche pubbliche
che, con l’obiettivo
risolvere problemi e raggiungere obiettivi
carattere sociale, hanno a che fare con
benessere dei cittadini.
di
di
di
il
Cosa intendiamo con “benessere”?
„ I problemi e gli obiettivi che caratterizzano le
politiche sociali riguardano il benessere dei
cittadini, ovvero le condizioni di vita degli
individui, le risorse e le opportunità a loro
disposizione nelle varie fasi della loro esistenza
(fasi del ciclo di vita).
“Capability approach" [Amartya Sen, Martha
Nussbaum] (vs. la prospettiva utilitarista)– pensare il
benessere degli individui in termini di capacità
ovvero abilità concrete, possibilità di tradurre in
pratica le proprie prerogative.
Una visione che cerca di determinare quali principi di
base, e conseguentemente quali adeguate misure,
possano dare luogo a una vita umana dignitosa.
La dignità risiede nella possibilità di raggiungere
l’appagamento, la realizzazione di sé e nella
fioritura di tutte le capacità e qualità più
squisitamente umane che variano da persona a
persona. L’attenzione passa da quello che una
persona è a quello che può diventare se messa
nelle possibilità di diventarlo.
l’ambito dei diritti umani deve essere ampliato
all’ambito delle capacità, ossia a ciò “che le
persone sono effettivamente in grado di fare
e di essere – avendo come modello l’idea di
una vita meritevole della dignità che spetta agli
essere umani” (M.Nussbaum, 2002)
La N. propone una lista di capacità umane
fondamentali e assegna ad ogni capacità una
soglia al di sotto della quale non è possibile
acquisire una vera e propria realizzazione degna
di un essere umano:
Vita: avere la possibilità di vivere tutta la vita, di non morire
prematuramente o che la propria vita venga limitata
tanto da non essere degna di essere vissuta
Salute fisica: potersi nutrire, avere una casa, riprodursi,
godere di un buono stato di salute fisica
Integrità fisica: essere nella condizione di potersi muovere
liberamente da un luogo ad un altro, essere protetti dalle
aggressioni e dalle violenze
Sensi, immaginazione, pensiero: essere in grado di
utilizzare il pensiero e l’immaginazione in relazione
all’esperienza, poter produrre opere, eventi, manufatti,
potersi esprimete liberamente e cercare il significato
ultimo dell’esistenza nella maniera che si preferisce
Sentimenti: poter amare, soffrire, provare ira e desiderio, vivere
una condizione emotiva serena e non condizionata da paure
eccessive, ansie o altre reazioni di tipo traumatico
Ragion pratica: Proteggere la propria libertà di coscienza ed
essere in grado di formarsi un’idea di ciò che è bene e ciò che
è male, impegnandosi in una riflessione critica e personale
Appartenenza: potersi impegnare in varie forme di interazione
sociale, vivere con gli altri e per li altri, essere liberi da forme
di discriminazione in relazione all’appartenenza etnica, di
genere, alla tendenza sessuale, alla religione, all’origine
nazionale
Altre specie: poter vivere in relazione con gli animali e le piante e
il mondo della natura
Gioco: poter ridere, giocare e godere di attività di svago,
Controllo del proprio ambiente: partecipare alle scelte politiche,
possedere dei beni, svolgere un lavoro nella società.
Diritti universali ma anche capacità umane
considerate concetti esigenti, focalizzati sui
contesti di scelta, sulle possibilità di
realizzazione (e non sugli obblighi di
realizzazione, così come avviene in modo
differente sia per i doveri che per i bisogni),
sulle aspirazioni e sulla realizzazione
personale. Le capacità rappresentano le
premesse di uno scenario di partenza
affichè siano poi i singoli a decidere se e
come pensare, immaginare, giocare, sognare
dotarsi di coscienza critica…
I problemi e gli obiettivi di politica sociale
interessano:
-Norme e regole relative alla distribuzione di
particolari risorse e opportunità ritenute
rilevanti per le condizioni di vita e per questo
meritevoli di essere garantite dallo Stato
-La cittadinanza sociale che si declina
nell’accesso a :
- Diritti civili
- Diritti politici
- Diritti sociali
La cittadinanza sociale
„
La nozione classica di cittadinanza sociale fa riferimento
al lavoro sviluppato dal sociologo inglese T. H. Marshall
nel 1950. “La cittadinanza è lo status conferito a coloro
che sono pieni membri di una comunità. Tutti coloro che
posseggono questo status sono uguali in rapporto ai
diritti e doveri dei quali lo status è dotato.”
„
I principi a cui fa riferimento il concetto di cittadinanza si
fondano in primo luogo sulla nozione di diritti/doveri e
sul principio di uguaglianza ma anche sul concetto di
cittadinanza come appartenenza ad una comunità, ad
una società, ad un territorio, ad uno Stato. In questo
senso è possibile individuare le due principali prospettive
sulla cittadinanza .
la pur inevitabile stratificazione sociale deve
essere compensata dalla partecipazione di tutti i
cittadini a un comune patrimonio, a una
medesima 'forma di vita'; e di questa
partecipazione le nervature fondamentali sono
costituite dai diritti.
studiare la cittadinanza significa studiare la
posizione che i soggetti vengono a occupare
entro un determinato ordinamento, ponendo
l'accento sulle prerogative che essi traggono
dal legame di appartenenza alla comunità
politica (attribuzione dei diritti).
Due prospettive di cittadinanza:
1. CITTADINANZA come STATUS che identifica la
prospettiva marshalliana e del liberalismo classico. In
questo caso l’attenzione è rivolta in primo luogo ai
diritti formali e alle condizioni socio-economiche per
l’esercizio di questi diritti da parte del singolo
cittadino.
1. CITTADINANZA come PRATICA, prospettiva
questa che è più legata al repubblicanesimo ed è
caratterizzata da un’enfasi rispetto alla dimensione
attiva della cittadinanza, intesa come partecipazione
alla vita e al governo della società.
„
Nell’interpretazione “marshalliana” di cittadinanza si evidenziano 3
componenti principali che vedono il loro affermarsi in tre periodi storici
ben definiti:
1. Diritti civili (XVIII sec) – necessari alla libertà individuale
2. Diritti politici (XIX sec) – partecipare dell’esercizio del potere
politico
3. Diritti sociali (XX sec) – “per elemento sociale intendo tutta la
gamma che va da un minimo di benessere e di sicurezza economica
fino al diritto di partecipare pienamente al retaggio sociale e a vivere
la vita di persona civile, secondo i canoni vigenti nella società" THM
1950
„
Per Marshall questi 3 elementi si sono succeduti nel tempo definendo la
struttura della cittadinanza moderna.
„
La cittadinanza, per Marshall, è elemento strutturante per l’integrazione
sociale ed è completa solo con la presenza dei diritti sociali.
„
Per molto tempo l’idea dominante di cittadinanza si basava
sul solo riconoscimento dei diritti sociali dando per scontata
la presenza di una cultura comune tra i membri della
medesima comunità . Solo recentemente il dibattito si è
esteso introducendo il tema della non appartenenza ad un
territorio o ad un comunità o ad uno stato.
„
La questione allora si sposta e si incentra sul se e sul come
estendere i diritti ai non cittadini (si pensi al tema
dell’immigrazione).
„
I confini del concetto di cittadinanza sociale interagiscono
con le varie forme di potere presenti nella società: con la
lotta di classe, con il razzismo, con il patriarcato.
„
Il concetto di cittadinanza, sia nel senso di
dotazione di diritti, di status e di pratica, tende a
definire cittadini e non cittadini, escludendo chi
cittadino non è. Anche per questo motivo sono
molti i dibattiti che si sviluppano intorno a tale
concetto.
Due dibattiti principali:
1. Il concetto di cittadinanza è contestato sia nel suo significato sia
nella sua applicazione politica, per le forti valenze in termini
normativi e per le implicazioni che questa nozione ha in rapporto
al tipo di società a cui si aspira.
1. La seconda questione fa riferimento alla cittadinanza come ad un
concetto che va contestualizzato. La definizione classica di
Marshall risente infatti molto del contesto socio-politicoeconomico in cui si è sviluppata.
„ Il concetto e il significato di cittadinanza varia a seconda del contesto
sociale politico e culturale di ciascun paese.
„ Parlare di cittadinanze incorpora in se una rappresentazione
paradigmatica dell’idea di cittadinanza: di ciò che è “nazionale” e di
quale sia e debba essere il modello di cittadinanza, così come dei
cittadini e del loro differente livello di riconoscimento in un’ipotetica
scala di cittadinanza: dai cittadini a pieno titolo ai non cittadini.
Nella caratterizzazione delle politiche sociali si
possono evidenziare altri due temi rilevanti oltre
a quelli di benessere e di cittadinanza:
BISOGNO
RISCHIO
Bisogno
indica la carenza o la mancanza
di qualcosa necessario per la realizzazione del
benessere. Un bisogno sanitario nasce ad
esempio da un deficit di salute (carenza) che
crea l’esigenza di un’assistenza ( per rispondere
alla carenza e realizzare il benessere).
Rischio
indica l’esposizione a determinati
eventi che possono accadere (es. la malattia)
che quando si realizzano minano il benessere
generando un bisogno.
Rischio [Ulrich Beck] Il rischio che la società attuale è
costretta ad affrontare trascende le abituali frontiere,
è difficilmente riconoscibile (e pertanto difficilmente
assicurabile) ed è sistemico (derivante cioè dalla
natura stessa delle tecniche di produzione moderne,
una sorta di "effetto indesiderato" delle stesse).
La società industriale avanzata è contrassegnata da:
- crisi delle certezze scientifiche, sociali,
ideologiche
- un policentrismo socioculturale che mina
l'autorità delle istituzioni ma anche la fondatezza di
qualsiasi punto di riferimento.
Questa situazione genera disorientamento, perdita di
controllo della realtà, che si ritraducono in una
condizione di debolezza, e quindi di “rischio”. La
postmodernità è una "società del rischio“:
caratterizzata da una serie di rischi sia individuali che
globali che derivano dalla complessità sociale e dalle
sue multiformi manifestazioni.
Il rischio come segno distintivo e misura dell'incertezza
dell'età post-moderna: i rischi sociali, politici, ecologici
e individuali eludono progressivamente il controllo delle
istituzioni protettive della società industriale.
La velocità con cui si susseguono le innovazioni, ma anche
l’estendersi del numero degli eventi che possono essere
considerati “critici” per gli equilibri internazionali, non
consentono alla società di rispondere tempestivamente
in modo appropriato, né di controllarne gli effetti.
Dal rischio alla vulnerabilità:
La nozione di rischio in senso attuariale fa riferimento al
verificarsi di uno o più eventi dannosi per un soggetto, eventi
che mantengono comunque un carattere aleatorio e
circostanziale (Rosanvallon, 1995)
In questi ultimi anni nelle nostre società sta invece diffondendosi
un insieme di fenomeni dannosi, che tendono sempre di più
perdere il loro carattere di aleatorietà e di circostanzialità a
vantaggio di una loro permanenza protratta nel tempo e di
una forte probabilità del loro verificarsi.
Insieme plurimo di fenomeni caratterizzati dalla forte probabilità
del loro realizzarsi per ampie quote di popolazione e dalla
loro frequente continuità nel corso del tempo: la
disoccupazione di lunga durata, l’inserimento precario nel
mercato del lavoro, la povertà e l’esclusione sociale, la non
autosufficienza, il bisogno di cura in situazioni di cronicità.
Vulnerabilità una situazione di vita in cui l’autonomia e la
capacità di autodeterminazione dei soggetti è
permanentemente minacciata da un inserimento
instabile dentro i principali sistemi di integrazione
sociale di distribuzione delle risorse (sia la
dimensione degli eventi negativi in termini di temporalità
protratta, sia dell’instabilità nell’accesso alle risorse e ai
sistemi di integrazione).
Rispetto al concetto di rischio quello di vulnerabilità tende a
mettere in risalto non tanto e non solo una
polarizzazione fra inclusione/esclusione dal sistema di
protezione quanto, accanto a queste due dimensioni,
quella zona grigia di inserimento precario e instabile,
in cui quindi le protezioni esistono ma sono spesso
parziali e non riescono ad impedire forme di disagio
nella normalità o di sofferenza senza disagio.
Come rispondere a Bisogni e
Rischi/Vulnerabilità?
‰
‰
‰
Attraverso il mercato (in particolare il mdl)
Attraverso la famiglia
Attraverso il terzo settore
A partire da questi elementi è dai concetti che
definiscano la nozione di politiche sociali è possibile
definire la struttura e la natura del concetto di
WELFARE STATE
Le risposte al bisogno: il diamante del welfare state. Le relazioni tra
i vertici definiscono quello che viene definito regime di welfare o
welfare mix
STATO
MERCATO
BENESSERE
TERZO SETTORE
FAMIGLIA
Gli attori principali affrontano i rischi
sociali seguendo principi diversi:
„
„
„
Famiglia → reciprocità
Stato
→ redistribuzione
Mercato → rapporti monetari
„
La definizione del concetto di WELFARE STATE può
essere data, secondo molti autori, solo in riferimento ai
processi di modernizzazione (industrializzazione e
urbanizzazione), come risposta dei Governi (in Europa
a partire dalla metà del XIX sec) alle molteplici
domande di sicurezza e uguaglianza (sociale ed
economica).
„
Sulla base della prospettiva storica, che vede in autori
come Marshall, Briggs e Titmuss i principali riferimenti,
il WELFARE STATE può essere definito come
l’intervento dello Stato impegnato a modificare le
forze sociali di mercato allo scopo di realizzare una
più ampia uguaglianza sociale .
Ancora sulla definizione di WELFARE STATE:
„
“L'essenza del welfare state risiede nella protezione da parte
dello stato di standard minimi di reddito, alimentazione, salute
e sicurezza fisica, istruzione e abitazione, garantiti ad ogni
cittadino come diritto politico” (Wilenski, 1975).
„
“Il WELFARE STATE è uno stato in cui i trasferimenti
monetari alle famiglie e/o l'assistenza e l'istruzione di
individui diversi dai dipendenti pubblici costituiscono la voce di
spesa e l'attività predominante nella routine quotidiana dello
stato e dei suoi dipendenti” (Therborn, 1984)
„
Il WELFARE STATE definisce un’insieme di interventi
pubblici connessi al processo di modernizzazione i quali
forniscono PROTEZIONE sotto forma di ASSISTENZA,
ASSICURAZIONE E SICUREZZA SOCIALE, introducendo
specifici DIRITTI SOCIALI e specifici DOVERI DI
CONTRIBUZIONE FINANZIARIA (Ferrera, 1993).
„
„
„
Il WELFARE STATE va collocato sullo sfondo di un
processo di trasformazioni economiche, sociali e politico
istituzionali che le scienze sociali definiscono come
processo di modernizzazione.
Questo processo ha interessato, con tempi e modalità
differenti, le società occidentali a partire dal XIX secolo,
trasformando la loro struttura produttiva e occupazionale
(industrializzazione), i loro modelli di organizzazione sociale
(urbanizzazione, trasformazione della famiglia,miglioramento del
tenore di vita e alfabetizzazione di massa) i loro sistemi politici e
amministrativi.
Il WELFARE STATE nasce come risposta alla nuova
configurazione di rischi e bisogni originati dal processo di
modernizzazione.
In termini generali si può affermare come
lo studio delle politiche sociali, analizzando
ciò che lo Stato fa per i cittadini, individua,
in parte, una sovrapposizione tra i concetti
di
WELFARE
STATE
e
di
POLITICHE SOCIALI.
„
A partire dalla definizione di WELFARE STATE è possibile
definire quattro temi chiave tra loro collegati:
¾
¾
¾
¾
Protezione sociale
Assistenza
Assicurazione
Sicurezza sociale
„
Attraverso le politiche di WELFARE STATE lo Stato fornisce
protezione contro rischi e bisogni attraverso tre modalità idealtipiche che sono Assistenza, Assicurazione e Sicurezza
sociale.
„
Queste modalità identificano tre differenti tipi di azione sociale
rispetto all’accesso alla protezione pubblica, differente natura
delle prestazioni e differenti forme e fonti di finanziamento.
PROTEZIONE SOCIALE
Le politiche sociali forniscono
PROTEZIONE SOCIALE rispetto ai rischi e bisogni
che caratterizzano una società.
L’analisi storico comparata identifica tre modalità
differenti di intervento pubblico a fini di protezione
sociale che sono:
ASSISTENZA (pubblica o sociale):
Intervento pubblico a carattere CONDIZIONALE,
DISCREZIONALE, volto a rispondere in modo
MIRATO, a SPECIFICI BISOGNI individuali o a
CATEGORIE circoscritte di bisognosi. Essa è, inoltre,
SELETTIVA e RESIDUALE.
- poor laws XVII secolo
Ciò che caratterizza l’assistenza come modalità di protezione
sociale è il fatto che le sue prestazioni sono subordinate
all’accertamento, da parte pubblica, di due condizioni: un
bisogno manifesto e l’assenza di risorse per farvi fronte .
- Misure per la FAMIGLIA e per ESCLUSIONE SOCIALE
E ABITAZIONE – protezione personalizzata - spettanza
ASSISTENZA SOCIALE (caso italiano) – C.Ranci
Copertura: Universale selettiva.
Secondo due criteri: o in base al bisogno o in base al reddito. La
selezione in base al reddito avviene tramite il “test dei mezzi”
(means-tested) guardando all’ISEE (Indicatore della Situazione
Economica Equivalente). In Italia però, a causa degli alti livelli di
evasione fiscale, la prova dei mezzi presenta problematiche non
indifferenti: es. ISEE basso ma presenza di un patrimonio.
Sempre attraverso il test dei mezzi, un ulteriore criterio per
l’assistenza sociale in base al reddito è il “co-payment”:
contribuzione e compartecipazione al costo della
prestazione in base alla soglia di reddito. Il co-payment ha tre
obiettivi: comporta un risparmio per la persona, ha un effetto
redistributivo, evita comportamenti opportunistici (il cosiddetto
“moral hazard”, l’azzardo morale).
Prestazioni Collegate alla situazione di bisogno
Finanziamento Tramite la fiscalità generale
ASSICURAZIONE SOCIALE:
Intervento pubblico che mira all’erogazione di
prestazioni STANDARDIZZATE in maniera
AUTOMATICA E IMPARZIALE, in base a precisi
DIRITTI/DOVERI CONTRIBUTIVI e secondo
modalità
SPECIALIZZATE
E
STANDARDIZZATE. L’assicurazione sociale è
prevalentemente associata all’idea di una diretta ed
esplicita partecipazione contributiva a qualche
schema obbligatorio.
Nucleo centrale del moderno welfare state
Obbligatorietà dell'adesione + contribuzione
ASSICURAZIONE SOCIALE – C.Ranci
Copertura: Occupazionale.
La figura “dell’assicuratore” è lo Stato ed è un’
assicurazione pubblica o fortemente regolata (Es.:
pensioni; assicurazione infortunistica, ecc.). Tale
modello si rivolge al mondo lavorativo, offre
prestazioni cash e si finanzia attraverso la
contribuzione sul reddito da lavoro (quindi si
verifica uno sbilanciamento fra contributi da lavoro
dipendente e contributi da lavoro autonomo). Dal ’95
in poi (Riforma Dini) il calcolo pensionistico è svolto
sul livello di contribuzione, mentre prima era
calcolato in termini retributivi (sullo stipendio medio
degli ultimi 5/10 anni)
Prestazioni Contributive/retributive
Finanziamento Contributivo
SICUREZZA SOCIALE:
Sistema di protezione esteso a tutti i cittadini volto
a favorire prestazioni uniformi, corrispondenti ad
un minimo nazionale e capaci di garantire una vita
degna, non connessa a doveri di contribuzione e
incentrata sul concetto di cittadinanza.
Definisce: una copertura universale (estesa a tutti i
cittadini) e prestazioni uguali per tutti, assenza
legame contribuzione-fruizione benefici
‰
‰
Nuova Zelanda 1938 servizio sanitario nazionale
Folkspension Svezia
SICUREZZA SOCIALE – C.Ranci
Copertura Universale.
Es.: pensione sociale, indennità di accompagnamento,
istruzione e scuola, sistema sanitario. È un modello
universale che non si basa sul test dei mezzi
(fatta eccezione per il criterio del bisogno), si
finanzia tramite la fiscalità generale ed è a somma
fissa (prestazioni uguali per tutti).Nota: in alcuni
paesi scandinavi e in Gran Bretagna la pensione
rientra nelle misure del modello di sicurezza sociale
(cioè è a somma fissa ma è meno alta).
Prestazioni A somma fissa
Finanziamento Fiscalità generale
Assistenza
Assicurazione
Sicurezza
Copertura
Universale
ma selettiva
Occupazionale
Universale
Condizioni
di accesso
Stato di
bisogno
Storia
contributiva
Cittadinanza
/ residenza
Prestazioni
Connesse al
bisogno
Contributive/
retributive
Omogenee
Fiscale
Contributivo
Fiscale
Finanziamento
Le principali politiche sociali
„
„
„
„
„
„
Le
politiche
pensionistiche
(interessano
principalmente la vecchiaia).
Le politiche sanitarie (interessano il rischio di
malattia)
Le politiche del lavoro (interessano il rischio di
disoccupazione)
Le politiche di assistenza sociale (interessano vari
ambiti del vivere sociale e varie figure)
Le politiche per la casa
Le politiche educative
Riassumendo:
„
Concetti chiave:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
„
„
BENESSERE
CITTADINAZA
BISOGNI
RISCHI
VULNERABILITA’
DIRITTI/DOVERI
ASSISTENZA
ASSICURAZIONE
SICUREZZA SOCIALE
Il concetto di WELFARE STATE si definisce a partire
dall’evoluzione dei processi di modernizzazione.
Nella strutturazione delle differenti politiche sociali è
fondamentale e determinate il ruolo del contesto sociale,
politico, economico e culturale.