Alunno_____________________________________________Classe_________Data___________
Dove andranno a partorire le balene del Mediterraneo
Alla nascita pesa duemila chili e raggiunge anche i sei metri e mezzo di lunghezza. La madre che l’aiuta nei primi istanti di vita e la sfiora con
leggerezza per insegnarle a nuotare, di chili ne può pesare 75 mila e arrivare a 26 metri. La balenottera comune è il secondo animale al mondo per
grandezza, superato solo da un’altra balena, quella azzurra, che raggiunge i 30 metri. E la balenottera comune vive anche in quel Mediterraneo
spazzatura dove gli sversamenti di petrolio greggio sono continui e dove finiscono masse immense di inquinanti tossici. Non solo: un mare
considerato piccolo e solcato di continuo da superpetroliere, lussuosi yacht, motoscafi contrabbandieri, vecchie carcasse da affondare con carichi
pericolosi. Eppure le balenottere comuni sono tra noi. E sono tante. L’ultimo censimento parla di tremila esemplari. Una popolazione che si concentra
in buona parte, d’estate, in un tratto di mare stretto: tra le Baleari, il golfo Ligure, la Corsica e la Sardegna. Qui i grandi cetacei si ritrovano in piccoli
gruppi. I giovani nuotano accanto alle madri. Gli esperti sono arrivati alla convinzione che questo nucleo di balenottere vive e si riproduce in
Mediterraneo.
Le biopsie eseguite con la tecnica della balestra (una freccia innocua lanciata per scalfirne l’epidermide) hanno rivelato un Dna che le accomuna e le
differenzia dagli esemplari atlantici. Balenottere in navigazione ovunque. Con grandi soffi alti fino a sei metri, con periodi di apnee fino a 20 minuti e
discese a profondità di oltre 200 metri. Animali dalla testa asimmetrica con la parte destra bianca e la sinistra grigio-scura, che raramente saltano
fuori dall’acqua (ma quando lo fanno riescono ad uscirne per intero), che mangiano immense quantità di cefalopodi, microgamberetti e pesce azzurro,
che possono raggiungere i 30 chilometri all’ora e spostarsi per oltre 200 chilometri al giorno. Quel poco che si conosce della loro biologia lo si è
appreso negli ultimissimi anni. Ma c’è un mistero che si portano dietro nel loro migrare lungo il Mediterraneo. Non si sa dove le femmine gravide
vadano a partorire, buco nero per ora irrisolvibile. L’unica cosa di cui si è sicuri è che il parto avviene in inverno. Dove, non è dato sapere. Le ipotesi
che si fanno è che le balenottere comuni che stanno per figliare si concentrano più o meno tutte nello stesso quadrante. E che questo potrebbe essere
quello meridionale orientale. Ma il mistero rimane. Le 3 mila balenottere del Mediterraneo restano una minoranza rispetto alle 130 mila della stessa
specie in tutto il mondo. Ma sono una lieta sorpresa in un Mediterraneo che di misteri e segreti ne ha ancora tanti da svelare.
Da “ Diario”, Anno II, n. 8
1
2
3
Riassumi separatamente il 1^ e 2^ paragrafo : il primo usando rigorosamente fra le 95 e le 100 parole; il secondo fra le 124 e le 130
Da’ un titolo a ciascun paragrafo mantenendo invariato il titolo generale dell’articolo
Unifica le due parti in un solo riassunto complessivo di tutto il brano, più ridotto dei precedenti, usando complessivamente fra le 110 e le
130 parole
Alunno_____________________________________________Classe_________Data___________
Dove andranno a partorire le balene del Mediterraneo
Alla nascita pesa duemila chili e raggiunge anche i sei metri e mezzo di lunghezza. La madre che l’aiuta nei primi istanti di vita e la sfiora con
leggerezza per insegnarle a nuotare, di chili ne può pesare 75 mila e arrivare a 26 metri. La balenottera comune è il secondo animale al mondo per
grandezza, superato solo da un’altra balena, quella azzurra, che raggiunge i 30 metri. E la balenottera comune vive anche in quel Mediterraneo
spazzatura dove gli sversamenti di petrolio greggio sono continui e dove finiscono masse immense di inquinanti tossici. Non solo: un mare
considerato piccolo e solcato di continuo da superpetroliere, lussuosi yacht, motoscafi contrabbandieri, vecchie carcasse da affondare con carichi
pericolosi. Eppure le balenottere comuni sono tra noi. E sono tante. L’ultimo censimento parla di tremila esemplari. Una popolazione che si concentra
in buona parte, d’estate, in un tratto di mare stretto: tra le Baleari, il golfo Ligure, la Corsica e la Sardegna. Qui i grandi cetacei si ritrovano in piccoli
gruppi. I giovani nuotano accanto alle madri. Gli esperti sono arrivati alla convinzione che questo nucleo di balenottere vive e si riproduce in
Mediterraneo.
Le biopsie eseguite con la tecnica della balestra (una freccia innocua lanciata per scalfirne l’epidermide) hanno rivelato un Dna che le accomuna e le
differenzia dagli esemplari atlantici. Balenottere in navigazione ovunque. Con grandi soffi alti fino a sei metri, con periodi di apnee fino a 20 minuti e
discese a profondità di oltre 200 metri. Animali dalla testa asimmetrica con la parte destra bianca e la sinistra grigio-scura, che raramente saltano
fuori dall’acqua (ma quando lo fanno riescono ad uscirne per intero), che mangiano immense quantità di cefalopodi, microgamberetti e pesce azzurro,
che possono raggiungere i 30 chilometri all’ora e spostarsi per oltre 200 chilometri al giorno. Quel poco che si conosce della loro biologia lo si è
appreso negli ultimissimi anni. Ma c’è un mistero che si portano dietro nel loro migrare lungo il Mediterraneo. Non si sa dove le femmine gravide
vadano a partorire, buco nero per ora irrisolvibile. L’unica cosa di cui si è sicuri è che il parto avviene in inverno. Dove, non è dato sapere. Le ipotesi
che si fanno è che le balenottere comuni che stanno per figliare si concentrano più o meno tutte nello stesso quadrante. E che questo potrebbe essere
quello meridionale orientale. Ma il mistero rimane. Le 3 mila balenottere del Mediterraneo restano una minoranza rispetto alle 130 mila della stessa
specie in tutto il mondo. Ma sono una lieta sorpresa in un Mediterraneo che di misteri e segreti ne ha ancora tanti da svelare.
Da “ Diario”, Anno II, n. 8
4
5
6
Riassumi separatamente il 1^ e 2^ paragrafo : il primo usando rigorosamente fra le 95 e le 100 parole; il secondo fra le 124 e le 130
Da’ un titolo a ciascun paragrafo mantenendo invariato il titolo generale dell’articolo
Unifica le due parti in un solo riassunto complessivo di tutto il brano, più ridotto dei precedenti, usando complessivamente fra le 110 e le
130 parole