Immaginario collettivo della follia versus ricovero ospedaliero nel percorso di cura CATERINA VECCHIATO Direttore S.C. di Psichiatria Azienda Ospedale S.Croce e Carle Cuneo Hieronymous Bosch, La Nave Dei folli L’area della Follia L’ambito di ciò che si nomina “follia” nell’età classica "… fa allusione a tutte le forme di violenza che sfuggono alla definizione rigorosa del delitto e alla sua catalogazione giuridica; … una specie di regione indifferenziata del disordine, … tutto il dominio oscuro di una rabbia misteriosa che appare al di qua di una possibile condanna". M. Foucault, “Storia della follia nell’età classica” E nell’età postmoderna? Per Foucault qualcosa di quell’epistème della follia, magari in nuce o come vestigia, rimane o no? "La psichiatria positiva del XIX secolo, ed anche la nostra, se hanno rinunciato alle pratiche, se hanno lasciato da parte le conoscenze del XVIII secolo, hanno ereditato segretamente tutti quei rapporti che la cultura classica nel suo insieme aveva instaurato con la sragione; li hanno modificati e spostati; hanno creduto di parlare della sola follia nella sua oggettività patologica; loro malgrado, avevano a che fare con una follia ancor tutta abitata dall’etica della sragione e dello scandalo dell’animalità” Modalità emergenti di ciò che definiamo società postmoderna/1 1) Mondializzazione dell’immaginario attraverso l’interconnessione globale istantanea 2) Istantaneità come modalità precipua del vissuto soggettivo del tempo: Vissuto soggettivo del tempo: l’istantaneità -temporalità intra festum definita da Kimura Bin, psicopatologo di matrice fenomenologica: una sorta di temporalità puntiforme, istante per istante nel presente, un essere assorbiti nell’immediatezza, che patologicamente trova la sua concrezione più suggestiva nel borderline, contrapposta a una -temporalità ante festum, in cui ciò che di importante ed essenziale può accadere deve ancora accadere, che sia la rivoluzione, la palingenesi o la catastrofe, e psicopatologicamente rimanda al vissuto del tempo dello schizofrenico, e alla -temporalità post festum, che potrebbe essere quella delle restaurazioni che fanno seguito alle rivoluzioni, dello sguardo angoscioso sul passato nel quale è già accaduto quanto di importante e determinante poteva accaddere, tutto già stato detto, ed è quella che troviamo esemplare nel melancolico. Ipotesi ermeneutica Queste modalità, che troviamo esemplificate nei tipi psicopatologici suddetti, sarebbero anche modalità collettive che prevalgono nel vissuto collettivo del tempo in una data epoca. Quella attuale sarebbe appunto intra festum, una modalità borderline diffusa. Modalità emergenti di ciò che definiamo società postmoderna/2 Los Angeles 3) spazio puntiforme coincidente con la posizione dell’individuo (dispersione del centro: il centro è in ogni luogo e quindi in nessun luogo). Modalità emergenti di ciò che definiamo società postmoderna/2 4) Società liquida ( Zygmunt Bauman) vs percorso acqua nella cultura orientale (Zen) Modernità liquida (Z. Bauman) Declino, scomparsa delle organizzazioni sociali e politiche, ricchezza per pochi, ontologie deboli, svolta dalla solidità rocciosa dell’epoca industriale fordista alla instabile fragilità dell’oggi. Modernità liquida (Z. Bauman) La modernità liquida per Bauman è caratterizzata dalla prevalenza di un presente schiavo della paura: la madre di tutte le paure che percorrono il nostro tempo è la paura del declino, la scomposizione e la scomparsa dell’organizzazione economica, sociale e politica che andava sotto il nome di “fordismo” Modalità emergenti di ciò che definiamo società postmoderna/3 5) Pervasività e centralità dell’immagine: scopocentrismo: social network e prevalenza di un’identità scopocentrica e logocentrica. • Giovanni Stanghellini: Una visione pornografica del Sé 6) Stravolgimento della concezione e delle modalità dell’apprendimento che ha la sua concrezione esemplare nella modalità di accesso all’informazione (virtualmente infinita) provvista dal World Web Wide “Il punto è ormai la conoscenza come protesi. L’occupazione della mente con uno sciame di bit digitali che è esattamente l’opposto della conoscenza in senso metamorfico, ovvero qualcosa che trasforma l’oggetto che conosce” (Roberto Calasso) Massimo Recalcati: “L’ora di lezione”. Cosa significa essere insegnanti in una società senza padri e senza maestri. Un bravo insegnante è colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l’orizzonte Rapporti tra sapere/conoscenza e contesto storico-epocale Questione epistemologica: psichiatria e filosofia in Jaspers. L’agire psichiatrico deve essere sostenuto da: -consapevolezza scientifica -consapevolezza filosofica (epistemologica) K. Jaspers Rapporti tra sapere/conoscenza e contesto storico-epocale Questione epistemologica: psichiatria e filosofia in Jaspers. “Chi crede di poter escludere la filosofia e di poterla lasciare da una parte perché senza importanza, ne è sopraffatto in forma oscura: così nasce negli studi psicopatologici quella intrusione della peggiore filosofia. Solo colui che sa e padroneggia concretamente, può mantenere la scienza pura e nello stesso tempo in rapporto con la vita dell’uomo, che si esprime nel filosofare.” (Karl Jaspers, Psicopatologia Generale) Immaginario collettivo della follia: Esempio tratto da un social network (YouTube) di uno spaccato di rappresentazione della follia e della sua percezione da parte di alcuni utenti del social network Commenti di alcuni utenti che hanno visualizzato il video: • “Fulminato! Mettetelo dietro le sbarre e buttate via la chiave!” (criminalizzazione) • “Invece che filmare con il cellulare sarebbe magari stato meglio chiamare la polizia” (questione prevalentemente di ordine pubblico) • “Stava protestando contro le tasse troppo alte, nn ha fatto male a nessuno.meno male che c'è questa gente che ha il coraggio di protestare.forse un po' esagerato...” (totale fraintendimento) • “ahahahahaha!!! muoio!!!” (derisione e spettacolarizzazione) Il paradosso dell’ovvietà • “Noi riteniamo che le seguenti verità siano sacre e innegabili: che tutti gli uomini sono stati creati eguali e indipendenti, che da questa creazione su basi di eguaglianza derivano dei diritti intrinseci e inalienabili, fra i quali sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità” “Noi riteniamo che queste verità siano di per sé evidenti” (Thomas Jefferson, Dichiarazione di Indipendenza, 1776) Il paradosso dell’ovvietà “L’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi” (Dichiarazione [francese] dei diritti dell’uomo e del cittadino, 1789) Il paradosso dell’ovvietà: Paradossi e problematicità: Jefferson era un proprietari di schiavi; La Fayette un aristocratico. La Rivoluzione Francese, che parte da quelle premesse di liberazione, esita dialetticamente, ovvero nel capovolgimento di quelle stesse premesse liberatorie, nel periodo del Terrore (questa, che prendendo a prestito un’espressione hegeliana, Horkheimer e Adorno denominano Dialettica dell’Illuminismo nell’omonima opera scritta a quattro mani, sarebbe per la Scuola di Francoforte la modalità profonda e il tratto di unione di tutta la storia occidentale). Il paradosso dell’ovvietà Paradossi e problematicità: “Se l’uguaglianza dei diritti è così ovvia, allora perché è stato necessario fare questa rivendicazione, e perché è stata fatta soltanto in momenti e luoghi precisi?” (La Forza dell’Empatia. Una storia dei diritti dell’uomo) Il paradosso dell’ovvietà Paradossi e problematicità: Il sogno (forse infranto) del multiculturalismo: gli eventi mondiali di questi giorni rendono assai problematico riconoscere come neutrali, ovvero universali e apriori, ovvero “evidenti di per sé” i valori e i diritti di libertà propugnati dalla civiltà occidentale che sono esplicitamente rifiutati da altre culture Il paradosso dell’ovvietà Paradossi e problematicità: All’interno della società occidentale, del resto, appare la dicotomia “Diritto alla libertà vs diritto alla salute”: diverse sensibilità europea e USA. “I malati che marciscono nei propri diritti…” Il paradosso dell’ovvietà Paradossi e problematicità: Il problema della coercizione del paziente psichiatrico: sospensione dell’ovvietà.