Ecocardiografia Prof. Loperfido 30/03/2007 ore 16.00-17.00 In una visita cardiologica, dopo l’esame obiettivo, viene tradizionalmente eseguito un elettrocardiogramma. L’ECG dà un’informazione esclusivamente sui fenomeni elettrici del cuore ed è utile per diagnosticare alcuni tipi di patologie cardiovascolari, ad esempio un’ischemia. Per tutte le condizioni nelle quali è presente un’alterazione del cuore come le cardiopatie congenite, le cardiopatie valvolari e le cardiomiopatie, l’elettrocardiogramma non è sufficiente, perché l’informazione che ci dà è di tipo deduttivo, non ci fa vedere il cuore, così come l’auscultazione non ci dice come sta il cuore. L’aspirazione del cardiologo è sempre stata quella di disporre di un metodo diagnostico che desse direttamente la visione dei flussi all’interno del cuore e arrivare facilmente alla diagnosi completa. Nel 1955, tramite il cateterismo del cuore attraverso l’iniezione dei mezzi di contrasto, è stato possibile visionare radiologicamente le camere cardiache, ricavare delle pressioni all’interno delle cavità cardiache e quindi avere un’informazione diretta. Era però un sistema particolarmente invasivo (oggi lo è un po’ meno) piuttosto rischioso in quei tempi, tutte cose che non lo rendevano utilizzabile per tutti i pazienti. Negli anni ’60 e ’70 si sono affermate le tecniche ecografiche. L’ecocardiografia si è rivelata una tecnica rivoluzionaria, perché ha reso molto più veloce la diagnosi diretta (anche di tipo quantitativo) di molte malattie del cuore. Di conseguenza, alcune delle metodiche precedenti, e in parte anche la semeiologia convenzionale (ispezione, palpazione, percussione e auscultazione), sono state in gran parte esaurite dall’avvento dell’ecocardiografia. La stessa elettrocardiografia è diventata meno importante e l’esecuzione degli esami emodinamici (cateterismo e angiografie) sono diventati necessari in una parte molto minore dei pazienti (ad es. nel caso in cui sia necessario un intervento chirurgico). Nella gran parte dei casi, per avere un’informazione diretta di tipo anatomico si usa l’ecocardiografia. Prima di questa c’erano altre tecniche per visionare il cuore. Quelle che permettevano di valutare le sue dimensioni e quali fossero gli effetti della patologia cardiaca sul polmone (l’organo più direttamente connesso al cuore) erano 2 forme di indagine radiografica: RX del cuore: utile per visionare la situazione del polmone, lo stato del parenchima e della vascolarizzazione polmonare (è una tecnica tuttora valida e di utilizzo corrente). Telecuore: tecnica che, attraverso alcuni accorgimenti, permetteva di avere informazioni sulla silhouette del cuore (come il cuore si proietta sul torace); attraverso queste informazioni permetteva, deduttivamente, di interpretare un’eventuale causa di dilatazione o ipertrofia cardiaca. A partire dagli anni ’70 è venuta fuori l’ecocardiografia, tecnica che tuttora impera e che ha la caratteristica di essere disponibile al letto del malato e soprattutto di richiedere un investimento economico relativo rispetto alle altre metodiche; non provoca danno e permette la valutazione del cuore in una miriade di situazioni, che vanno dalla cardiopatia dell’anziano allo studio del cuore fetale. A queste tecniche si sono affiancate (negli ultimi 15 anni), in maniera sempre più rilevante, le tecniche di imaging: Risonanza magnetica (RM) Tomografia assiale computerizzata (TAC) Avranno una rilevanza sempre maggiore in campo diagnostico e ormai hanno un alto grado di perfezionamento, per cui non è molto lontana la situazione nella quale la diagnosi anatomica delle malattie del cuore potrà essere totalmente affidata alle macchine. Per lo studio delle coronarie, è già possibile avere informazioni dirette attraverso tecniche di studio avanzate, non invasive (non richiedono aghi, cateteri..). Telecuore Questo è un profilo della silhouette cardiaca, sono segnate a vario livello delle lettere che identificano degli archi, ad ognuno dei quali corrisponde una cavità cardiaca. È una radiografia antero-posteriore del torace, il cuore è proiettato secondo un asse antero-posteriore. Lungo il profilo sinistro del cuore ci sono degli archi: il terzo è rappresentativo del ventricolo di sinistra. Il secondo arco di destra rappresenta l’atrio di destra. Deduttivamente, attraverso la sporgenza maggiore o minore degli archi nel profilo del cuore, il radiologo e il cardiologo arrivavano a dire, ad esempio, che il ventricolo e (mostra un banalissimo RX antero-posteriore (N.d.R)) l’atrio di sinistra erano ingranditi; sapendo che la malattia in grado di determinare l’ingrandimento sia del ventricolo che dell’atrio sinistro è l’insufficienza mitralica, si arrivava alla diagnosi (sempre dopo aver visitato il paziente e dopo aver fatto un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma). È chiaro che se il cuore è visto lateralmente, la proiezione delle camere cardiache è differente. La tecnica radiologica era la capacità del radiologo di usare questi profili cardiaci unendo le informazioni ottenute dalle varie proiezioni radiologiche per arrivare a una diagnosi. Le proiezioni classiche per il telecuore sono: proiezione antero-posteriore latero-laterale dx e sn obliqua anteriore dx obliqua anteriore sn Per facilitare lo studio dei contorni delle varie cavità, all’epoca si usava far ingerire al paziente del bario che andava nell’esofago e quindi, data la contiguità dell’esofago col cuore, favoriva l’osservazione di ulteriori dettagli. Questo era lo stato dell’imaging cardiovascolare negli anni ’70. La semeiologia radiologica ci indica: Conformazione del torace Un tempo, quando si dava la possibilità alle malattie cardiache congenite o anche acquisite nell’età adolescenziale (le forme reumatiche), il cuore si ingrandiva e le sue dimensioni modificavano la conformazione del torace. Le cardiopatie non venivano trattate in epoca neonatale o infantile, ma cominciavano a essere trattate in età adulta, per cui c’era tutto il tempo perché il cuore si ingrandisse dando origine alle alterazioni della struttura toracica. Questa, ormai, è storia della medicina. Campi polmonari Ancora oggi, invece, studiamo il circolo polmonare (come la malattia di cuore determina conseguenze a livello della circolazione del flusso arterioso e venoso polmonare) ottenendo importanti informazioni. Morfologia cardiovascolare (oggi superata) Di queste 3 componenti della semeiologia radiologica, l’unica che ancora oggi ha un’importanza rilevante è lo studio dei campi polmonari in conseguenza della malattia del cuore. In questa serie di RX di cuori ingranditi possiamo notare il campo polmonare quasi tutto scuro, poi c’è una “marezzatura” grigia che indica che la circolazione polmonare non è cambiata in maniera particolarissima; in realtà è presente una condizione che si chiama redistribuzione del flusso polmonare, indicativa di uno stato di ipertensione non gravissima. In questo secondo esempio, nel polmone la marezzatura (il grigio) è molto più abbondante; è presente molta acqua nell’interstizio polmonare e quindi la cardiopatia è grave grosso modo come la precedente, ma l’aumento della marezzatura ci indica che il livello di pressione venosa polmonare è tale da determinare lo spostamento del liquido nell’interstizio polmonare. Siamo di fronte ad un edema interstiziale polmonare; in questo paziente, quindi, l’affanno è dovuto a una malattia di cuore piuttosto grave. In condizioni acute, addirittura, ci può essere del liquido a livello degli alveoli polmonari mettendo in evidenza un edema polmonare. La radiografia del torace serve, sia in situazioni croniche che acute, a stabilire le condizioni della circolazione polmonare. Il dettaglio ingrandito mostra le strie di Kerley, strutture interstiziali linfatiche del polmone dove, in caso di ipertensione venosa polmonare, si accumula il liquido; sono, in pratica, linfatici dilatati. Ecocardiografia È una trasmissione di ultrasuoni a livello della parete toracica; le onde ultrasonore, attraversando le strutture cardiache, subiscono processi di rifrazione e di riflessione e infine vengono ricaptati dalla sonda. Le informazioni vengono elaborate a formare un’immagine. La sonda dell’ecocardiogramma può essere messa: Zona parasternale Apice Sopra lo sterno Zona sottoclavicolare Sotto l’appendice xifoidea dello sterno Ecocardiografia M-mode All’inizio veniva posizionata la sonda, gli ultrasuoni arrivavano di rimbalzo, e attraverso una tecnica ecografica M-mode (monodimensionale), si coglievano una serie di informazioni: il foglio su cui è stampato scorre nel tempo. Modificando la posizione della sonda si osservano le varie strutture (dall’apice (1) alla base (4) del cuore). A una determinata posizione corrisponde un dettaglio del cuore, ottenendo informazioni sul setto interventricolare, la parete posteriore del ventricolo di sinistra, la dimensione del ventricolo sinistro in diastole e in sistole (non ve la posso spiegare in dettaglio perché è complicata).. (Rappresentazione schematica dell'ecocardiografia M-mode del cuore) Se sposto la sonda verso l’aorta, ho delle informazioni sulla dimensione dell’aorta, sul movimento di apertura e di chiusura delle cuspidi aortiche e sulla dimensione dell’atrio di sinistra. Se la sposto verso la valvola mitrale vedo i 2 lembi della mitrale, come si aprono durante la diastole, come tendono a richiudersi durante la parte centrale della diastole, come si riaprono durante la pre-sistole e come infine si richiudono. Questa informazione non è più di tipo deduttivo, ma direttamente sono misurate con precisione le cavità interne, lo spessore e il movimento delle pareti, la loro integrità... Ecocardiografia 2-D Dalla metà degli anni ’80 l’informazione degli ultrasuoni (che già mostrava il movimento) si è ulteriormente sviluppata con l’introduzione di una seconda componente che sfrutta il principio fisico che collega velocità a gradienti: il fenomeno doppler, ovvero le variazioni di frequenza delle strutture interne all’organismo interrogate attraverso gli ultrasuoni. L’interrogazione doppler permette di analizzare le variazioni di frequenza determinate dall’incontro degli ultrasuoni con le particelle in movimento (ad es. il sangue), ricostruendo la direzione e la quantità dei flussi, nonché le variazioni di velocità dei flussi stessi e, attraverso delle equazioni matematiche, di ricavare addirittura le pressioni all’interno delle cavità del cuore. Prima, per misurare le pressioni intracavitarie cardiache, si era costretti al cateterismo (dalla femorale); in base al gradiente di pressione esistente tra il ventricolo sinistro e l’aorta si poteva stabilire la gravità di una stenosi aortica. Con questi sistemi non invasivi, invece, vedo immediatamente se la valvola è calcifica, se si apre male, e posso addirittura sapere quanto è stretta la valvola, perché non solo ho il gradiente valvolare, ma posso misurare anche la sua area. Con l’avvento di tecnologie più potenti in grado di operare una ricostruzione digitale in tempo reale più complessa, è stato facilissimo passare dalla ecografia M-mode alla cosiddetta ecografia bidimensionale. La sonda ci mostra il cuore in movimento in determinate proiezioni. Questa è una proiezione parasternale short axis (SX). Con la proiezione “4 camere apicale” (4C) posso vedere il ventricolo di sinistra e tutte le strutture che si contraggono e si rilasciano. Ovviamente l’immagine è in movimento. Ecocardiografia Color-Doppler Verso la fine degli anni ’80 le macchine hanno una codificazione in colore dei flussi (color-doppler). I colori esprimono l’orientamento e le velocità dei flussi. Ecocardiografia trans-esofagea Si è visto che in alcuni casi era meglio esaminare il cuore da più vicino, visto che il torace può non facilitare il passaggio degli ultrasuoni; la soluzione è stata trovata con l’inserimento della sonda nell’esofago. Questa tecnica è usata negli interventi per vedere se il chirurgo cuce bene le valvole. Ecocardiografia da stress Il cuore può essere anche esaminato facendo fare uno sforzo fisico (test da sforzo) oppure somministrando dei farmaci che causano uno stress cardiaco. Ecocardiografia con mezzo di contrasto Consiste in un esame ecocardiografico M-mode o 2-D durante il quale si inietta mezzo di contrasto nel sistema cardiovascolare. Ecocardiografia tridimensionale L’apparecchio opera una ricostruzione tridimensionale del cuore in tempo reale Oggi si è arrivati alla miniaturizzazione degli apparecchi (mostra l’immagine dell’ecografo da reparto e un ecografo miniaturizzato, ovvero una borsetta). In questo modo si può visitare direttamente a letto il paziente. Questa tecnica, in conclusione, ci dice: Dimensioni e movimento delle varie cavità del cuore e strutture collegate (pericardio e grossi vasi) Spessore e struttura delle pareti Struttura, movimento e funzioni delle valvole Flussi di sangue (se esistono fenomeni di shunt, perdita, stenosi..) Valori diretti: pressione del sangue.. Proiezione parasternale del cuore in asse lungo in color doppler. C’è un certo sbuffo colorato di colore azzurrino (indica le velocità del sangue, non il sangue stesso) che si vede nell’atrio di sinistra nel momento in cui la valvola mitrale è chiusa (durante la sistole). Se questo flusso ad alta velocità (il colore è appunto azzurrino) è presente al di sotto della valvola quando in realtà questa è chiusa, vuol dire che la valvola permette il passaggio di sangue: è presente un’insufficienza mitralica. Le dimensioni e la forma dello sbuffo indicano la gravità dell’insufficienza. Cambiando la sonda agli apparecchi è ormai possibile vedere quanto è grande l’aorta addominale, se sono malate le carotidi, le femorali.. Michelangelo Nasuto