CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE CAPITOLO 2 Azionamenti con motore corrente continua ad eccitazione indipendente 2.1 - Struttura dell'azionamento La struttura di principio di un azionamento con motore a corrente continua ad eccitazione indipendente, per il quale si preveda sia il controllo di armatura che quello di campo, è illustrato in Fig. 2.1.1. Il circuito di armatura e quello di eccitazione sono alimentati da due convertitori statici che forniscono le desiderate tensioni di armatura ua e di eccitazione ue proporzionali ai corrispondenti riferimenti ua,rif e ue,rif. Questi ultimo sono prodotti dal controllo dell'azionamento che elabora i segnali di riferimento della velocità ωrif (o, quando è il caso, quello della coppia o della posizione) e quelli di reazione, per esempio, con riferimento alla figura, i segnali di velocità e quelli delle correnti di armatura e di eccitazione, ottenuti dai rispettivi trasduttori. Quando non è prevista la regolazione di campo, l'eccitazione è alimentata a tensione costante (o addirittura realizzata con magneti permanenti). i e,mis ie Controllo di ue,rif campo Convertitore + T ie ue di campo _ ia + ω rif Controllo di ua,rif armatura Convertitore di armatura ua ω _ ω mis i a,mis T ia Tω Fig. 2.1.1 - Struttura generale di un azionamento con motore c.c. Numerose sono le configurazioni possibili dei convertitori statici. Alcune di esse saranno esaminate in dettaglio nel seguito di questo capitolo. 2.2 – Componenti elettronici di potenza N.B. Informazioni sui materiali semiconduttori e sui componenti: diodo, transistor JFET, BJT e IGBT sono scaricabili dal sito www.die.unipd.it >> attività didattica >>docenti >>Bolognani >>Corso di Applicazioni Elettriche industriali 2004-05 (autore prof. M.Zigliotto). 2.2.1 – Thyristor (Tiristore), SCR, GTO I Thyristor (Tiristori) costituiscono una famiglia di componenti elettronici al silicio a 4 strati, alternativamente con drogaggio p e n. Di essi i componenti più noti e utilizzati sono l’SCR (Silicon Controlled Rectifier) o Diodo controllato e il GTO (Gate Turn-Off thyristor). Per piccole potenze è 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 1 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE impiegato anche il TRIAC, componente che integra nella sua struttura interna un anti-parallelo di due SCR (parallelo in opposizione di connessione). SCR – L’SCR è un diodo al silicio pilotabile. Esso si differenzia dal normale diodo al silicio per il fatto che può interdire il passaggio della corrente in entrambe le direzioni. Nella direzione positiva di conduzione (dall’anodo A al catodo K), esso può venire reso conduttore mediante un impulso di corrente inviato ad un elettrodo ci controllo detto Gate (G). Una volta che la corrente diretta si è instaurata, l’impulso di controllo può essere rimosso e l’SCR rimane conduttore. Solo quando la corrente che lo percorre scende, per la dinamica propria del circuito in cui il componente è inserito, al disotto di un determinato piccolo valore (corrente di mantenimento), l’SCR si spegne e si porta allo stato di non conduttore. L’elettrodo di controllo non ha alcuna capacità di spegnimento, cioè di portare il componente in stato di non conduzione mentre è percorso da corrente. Sono oggi disponibili SCR capaci di condurre, quando sono in stato di conduzione, migliaia di ampere e di sostenere, quando in stato di non conduzione, migliaia di volt. A A p (E) p (B) n R R n + G p n E (C) n (C) p K G (B) E p n A + G (E) K K Fig. 2.2.1 – Struttura di principio di un SCR; sua scomposizione in due transistor; simbolo. L’SCR ha due strati di silicio drogati p e due strati drogati n, vedi Fig. 2.2.1. Esso possiede tre elettrodi: l’anodo A, il catodo K e l’elettrodo di pilotaggio (Gate) G. Se si applica al componente una tensione positiva (polo positivo sull’anodo e negativo sul catodo), mentre esso è non in conduzione (interdetto) e nessuna corrente è inviata al Gate, la tensione è sostenuta dalla giunzione centrale dell’SCR che si comporta come un diodo polarizzato negativamente. Se si inverte, nelle stesse condizioni, la polarità della tensione applicata, il componente rimane ancora interdetto e la tensione è sostenuta dalle altre due giunzioni ( se G è collegato a K, la tensione è sostenuta dalla prima giunzione vicina all’anodo). Quindi con SCR spento e senza corrente al terminale di Gate il componente rimane sempre spendo (non in conduzione) qualsiasi sia la polarità della tensione applicata. Se l’SCR è polarizzato negativamente, niente cambia se si invia una corrente al terminale di gate. Diverso è invece il funzionamento se interviene una corrente al terminale di Gate mentre il componente è polarizzato positivamente, perché in tal caso esso entra in conduzione e, da quel momento, si comporta come un diodo normale. Tale comportamento può essere compreso immaginando di “tagliare” il componente lungo la linea tratteggiata mostrata nella porzione di sinistra della Fig. 2.2.1 per riconoscere che esso è assimilabile alla connessione di due transistor (pnp e npn) come nello schema centrale della stessa figura. Se ora, mentre il componente è polarizzato positivamente si invia una corrente alla base B del transistor npn (che corrisponde ad inviare una corrente al Gate), questi entra in conduzione, ovvero una corrente lo può percorrere dal collettore C all’emettitore E. La corrente di collettore è però corrente di base B per il transistor pnp superiore che pure quindi entra in conduzione consentendo un passaggio di corrente dal suo emettitore E al collettore C e quindi alla base del transistor npn. La corrente di Gate può ora essere rimossa in quanto ciascun transistor pilota e mantiene in conduzione l’altro determinando la conduzione dell’intero SCR dal suo anodo A al catodo K con una caduta di tensione fra 1,5 e 2 V o 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 2 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE poco più per i componenti di maggiori dimensioni. Il ritorno allo stato di interdizione si realizza quando la corrente dell’SCR scende al di sotto della corrente di mantenimento. GTO – La struttura fisica interna di un SCR non consente ad una corrente negativa di Gate di spegnere il componente, che rimane comunque in conduzione in alcune porzione della sua sezione. Un diversa è più efficiente struttura dello strato connesso al terminale di Gate è invece realizzato nel componente GTO che cosi acquisisce la capacità di essere anche spento con una corrente negativa di gate di adeguata ampiezza. Per il resto il GTO ha caratteristiche del tutto simili a quelle di un SCR. 2.3 - Convertitori c.c/c.c. per azionamenti I convertitori continua-continua (c.c./c.c., o chopper) sono dispositivi atti a convertire una tensione continua in ingresso in una tensione d'uscita di valore medio diverso. Essi vengono usati negli azionamenti elettrici come alimentatori per i motori a corrente continua che necessitano di sorgenti di tensione continua e variabile per il controllo delle principali grandezze elettriche e meccaniche. I convertitori possono essere convenientemente classificati in base ai quadranti nel piano tensione media-corrente media in cui sono in grado di funzionare. Allo scopo si fissino le convenzioni di segno come in Fig. 2.3.1 a), precisamente quelle degli utilizzatori per la porta di ingressi 1 e quelle dei generatori per la porta 2 (quella collegata al carico motore: armatura o eccitazione). In Fig. 2.3.1 b), c), d) ed e) sono riportate le quattro principali classi di funzionamento. I I1 I 2 U2 I2 + + U1 - U2 - a) I 2 2 U2 b) U2 c) I2 I I2 U2 2 U2 U2 e) d) Fig.2.3.1 - Classi di funzionamento dei convertitori c.c./c.c. Se il convertitore è in grado di produrre tensione U2 unipolare e corrente I2 unidirezionale, entrambe positive, ha una regione di funzionamento confinata nel 1° quadrante del piano tensionecorrente (Fig.2.3.1b); è questo ad esempio il caso del chopper abbassatore (buck converter o stepdown chopper) destinato per esempio ad alimentare un motore c.c. previsto per un impiego con un unico senso di marcia e una coppia sempre positiva. Il termine "abbassatore" si riferisce alla caratteristica del convertitore di trasferire energia elettrica da una sorgente a tensione più alta (in questo caso la rete di alimentazione in c.c.) verso una a tensione più bassa (la tensione ai capi del motore); i dettagli del funzionamento di questo convertitore saranno illustrati nel par.2.3.1. Differenti disposizioni degli interruttori di potenza consentono di ottenere ancora convertitori con un solo quadrante di funzionamento, ma con segno negativo della potenza erogata: secondo o quarto quadrante, Fig. 2.3.1 c). Una applicazione usuale è l'alimentazione di un motore c.c. trascinato dal carico meccanico. In tal caso il convertitore essenzialmente "si rovescia" rispetto al caso di Fig. 2.3.1 b), ed esplica la funzione di trasferire energia elettrica da una sorgente a tensione più bassa (che è la tensione media ai capi del motore) verso una sorgente a tensione più alta (la rete di 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 3 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE alimentazione in c.c.); per questo viene detto convertitore elevatore (boost converter o step-up chopper). Come si è detto, il flusso di energia sarà diretto dal carico meccanico (che trascina il motore) verso la rete di alimentazione; questo funzionamento è detto rigenerativo; tale attributo si riporta talvolta anche al convertitore (chopper rigenerativo). Combinando infine le strutture che consentono le regioni di funzionamento b) e c) si ottengono convertitori a due quadranti del tipo di Fig. 2.3.1.d). Si parla in tal caso di chopper a due quadranti. Queste classi di convertitori, non molto comuni in pratica, non saranno descritte in queste note. L'ultima configurazione è relativa al convertitore più completo, che è in grado di operare in tutti i quattro quadranti di funzionamento (Fig.2.3.1e). Esso prende il nome di chopper a quattro quadranti, e viene utilizzato per alimentare motori funzionanti in entrambi i sensi di marcia, con possibilità di frenatura rigenerativa (ovvero con ritorno di potenza verso l'alimentazione) per entrambe le direzioni; uno schema di principio verrà analizzato nel par.2.3.2. 2.3.1 - Convertitore c.c./c.c. (abbassatore) a un quadrante - I convertitori abbassatori di tensione (detti anche buck converters o step-down choppers) vengono usati quando si desidera trasferire energia da una fonte a tensione più elevata verso un carico a tensione inferiore o al più uguale a quella presente all'ingresso del convertitore stesso, come è il caso di una carico-motore in c.c. di un azionamento. Se non è richiesta l'inversione della corrente (coppia), nè della tensione (velocità), si può adottare un chopper ad 1 quadrante, il cui schema di principio è riportato in Fig.2.3.2. i i 2 1 S + + L u2 U1 + D E - Fig.2.3.2 - Schema di principio del convertitore c.c./c.c. abbassatore Nello schema S rappresenta un interrutore statico, capace di spegnimento forzato (p.e. un IGBT), scelto in base alle specifiche di potenza e velocità di commutazione della particolare applicazione; si suppone che esso sia in grado di condurre solo nel verso positivo assegnato alla corrente i1. La sorgente di tensione continua all'ingresso è stata denominata U1 e nel seguito della trattazione sarà ritenuta costante. Solitamente la tensione d'ingresso U1 è ricavata tramite un convertitore c.a./c.c.; l'impiego di due convertitori in cascata (c.a./c.c. e c.c./c.c.) è giustificato in quanto globalmente si ottiene un convertitore con banda passante di molto superiore a quella dei semplici convertitori c.a./c.c., che rimane legata al periodo della tensione di alimentazione. Il carico è stato schematizzato con la serie di una induttanza L (per esempio l’induttanza di armatura del motore) e di un generatore di forza elettromotrice E ≤ U1 (per esempio la f.e.m. indotta in un motore c.c.). Le componenti resistive nel carico sono state trascurate. Tensione e corrente ai capi di tale carico sono stati denotati rispettivamente con u2 ed i2, dove il carattere minuscolo sta ad indicare che si tratta di grandezze variabili nel tempo: u2(t) e i2(t). Per i componenti presenti nel circuito si riconosce che deve essere in ogni istante u2(t) ≥ 0 e i2(t) ≥ 0 e 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 4 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE pertanto anche i rispettivi valori medi saranno U2 ≥ 0 e I2 ≥ 0, il che giustifica il funzionamento limitato al primo quadrante del piano tensione-corrente. Per spiegare il principio di funzionamento del circuito si faccia riferimento al funzionamento a regime. L'interruttore statico S viene ciclicamente acceso (chiuso) e spento (aperto) per intervalli di durata TON e TOFF rispettivamente. In Fig. 2.3.2 sono mostrati i percorsi della corrente di carico con interruttore S chiuso e aperto. Nel secondo caso, la natura induttiva del carico impone la richiusura della corrente attraverso il diodo D (diodo di libera circolazione o di free wheeling). Possibili andamenti delle principali grandezze del convertitore sono pertanto quelle illustrate in Fig. 2.3.3. In particolare la Fig. b) mostra che la corrente, pur non essendo rigorosamente costante, risulta sempre maggiore di zero. Si parla allora di funzionamento continuativo del convertitore, in contrapposizione al funzionamento intermittente nel quale la corrente durante la sua fase decrescente raggiunge il valore nullo e vi permane per un certo intervallo di tempo prima di riprendere a salire al manifestarsi del successivo intervallo TON. Con riferimento al funzionamento continuativo si possono ricavare le seguenti relazioni: u (t) 2 U T ON T OFF 1 U 2 t T s i (t) 2 I 2,max I ∆I 2 (a) Conduce S D 2,min I 2 t (b) i (t) 1 I 1 I 2 t (c) Fig.2.3.3 - Andamento delle principali grandezze di un chopper ad un quadrante a) Tensione di uscita - La tensione di uscita vale u2(t)=U1 durante l'intervallo TON (interruttore S chiuso, diodo D interdetto) e u2(t)=0 durante l'intervallo TOFF (interruttore S aperto, diodo D in conduzione), come mostra la Fig. 2.3.3a). Il suo valor medio vale allora: T U 2 = U1 ON = U1δ Ts (2.3.1) ove il rapporto T δ = ON Ts 18/06/2007 (2.3.2) A.E.I. x IG M a.a 2004-05 5 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE è detto duty cycle (meno usuale, ciclo utile) e Ts è il periodo di switching o di commutazione, definito in Fig. 2.3.3 a) e pari a Ts = TON +TOFF. b) Corrente di uscita - La corrente di uscita i2(t) è crescente durante l'intervallo TON con derivata (U1-E)/L e decrescente durante l'intervallo TOFF con pendenza -E/L. A regime il valore finale di i2(t) nel periodo Ts coincide al suo valore iniziale. Ne risulta che l'ondulazione di corrente ∆I2, definita in Fig. 2.3.3b) si può valutare indifferentemente con riferimento all’intervallo TON o TOFF risultando nei due casi: ∆I 2 = I 2, max − I 2, min = (U1 − E ) T L ON (2.3.5) E ∆I 2 = I 2,max − I 2,min = TOFF L uguagliando le due relazioni si trova che a regime deve valere: E = U 1δ e cioè pari a U2 e quindi ∆I 2 = U1 (1 − δ ) δ Lf s dove si è indicata con fs=1/Ts la frequenza di switching, cioè la frequenza di ripetizione del ciclo del convertitore. L'andamento di ∆I2 in funzione di δ è riportato graficamente in Fig.2.3.4, dalla quale emerge che si ha la situazione più sfavorevole in corrispondenza di un duty cycle del 50%, per il quale vale 1 U1 ∆I 2, max = ∆I 2 δ = 0.5 = 4 Lf s (2.3.6) ∆I ∆I 2 2,max 0 0.5 1 δ Fig.2.3.4 - Andamento dell'ondulazione di corrente in funzione del duty cycle δ L'espressione (2.3.6) è utile in sede di progetto del convertitore per stabilire se l'induttanza propria del motore sia sufficiente a contenere l'ondulazione di corrente (e dunque di coppia) entro le specifiche dell'azionamento. Se così non fosse, si può intervenire sia aumentando la frequenza di 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 6 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE commutazione (che ha però un limite superiore legato ai dispositivi di commutazione) o inserendo in serie al circuito di armatura un induttore di opportuno valore. Se per un momento si prescinde dalla realtà fisica del carico e si considera ideale ed indipendente il generatore di f.e.m. E2, si può notare come la corrente media I2 a regime dipenda solo dalla storia passata, ovvero dalla successione dei diversi valori di δ che sono di seguito stati imposti al convertitore per ottenere il desiderato valore della corrente stessa. In altre parole, a parità di E2, qualunque valore di corrente può essere ottenuto applicando per un determinato numero di periodi Tc un δ opportuno, maggiore o minore di quello indicato dalla (2.3.4), a seconda che si desideri un incremento o un decremento della corrente rispetto al valore attuale. Quanto detto vale naturalmente nella ipotesi che il carico sia puramente induttivo. Nella pratica, esso avrà comunque carattere ohmico-induttivo, per cui a regime la tensione media ai capi del carico differirà dalla f.e.m. E2 per la caduta sulla parte resistiva del carico. b) Corrente di ingresso - La Fig. 2.3.3 c) mostra l'andamento della corrente i1(t), che è diverso da zero e pari a i2(t) solo durante gli intervalli TON. Anche il valor medio della i1(t) si può facilmente valutare con procedura analoga a quella impiegata per il calcolo di U2 e risulta pari a: I1 = I 2 δ (2.3.7) come si evince anche dal bilancio delle potenze medie in ingresso e in uscita del convertitore. Confrontando la (2.3.1) con la (2.3.7) si riconosce che il chopper abbassatore ad un quadrante equivale, per quanto riguarda le componenti medie di tensione e corrente, ad un trasformatore con rapporto di trasformazione 1:δ. Alcuni dei risultati sopra esposti non sono validi durante il funzionamento intermittente. Tuttavia nelle normali applicazioni il valore di induttanza L è tale che ∆I2,max è minore della minima corrente assorbita dal carico (motore) e pertanto il funzionamento intermittente di solito non si manifesta. Esso non viene pertanto trattato in queste note, rimandando a testi specialistici per la sua descrizione. 2.3.2 - Chopper a quattro quadranti - Il convertitore più completo, bipolare e bidirezionale, è il convertitore (o chopper) a quattro quadranti, di cui uno schema di principio è riportato in Fig.2.3.5. i + 1 S 1 S 3 D1 U1 i D3 2 + L + S 2 D2 u2 E - S 4 D4 Fig.2.3.5 - Schema di principio del chopper a quattro quadranti 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 7 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE In questo caso, i comandi di chiusura ai dispositivi di commutazione giacenti sullo stesso ramo del convertitore (ad esempio, S1 ed S2, o S3 ed S4) saranno complementari, per non provocare cortocircuiti dell'alimentazione. Una tecnica delle tecniche di commutazione di più frequente impiego consiste nel comandare in chiusura alternativamente le coppie (S1, S4) e (S2, S3). Supponendo sempre un carico di tipo L-E, con -U1 ≤ |E| ≤ U1, gli andamenti a regime della tensione e della corrente sul carico risultano quelli di Fig.2.3.6. u2(t) TON TOFF U1 U2 -U t (a) t (b) 1 T s Conducono D1D4 S1S4 D2D3 S2S3 i (t) 2 I i (t) 1 I1 2 t (c) Fig.2.3.6 - Andamento di tensioni e correnti nel chopper a quattro quadranti Durante la chiusura di S1 ed S4, al carico è applicata la tensione positiva U1; la corrente i2 pertanto cresce con pendenza (U1-E)/L. Alla fine dell'intervallo TON, vengono comandati in apertura gli interruttori S1 ed S4 e in chiusura S2 ed S3. La corrente i2 non può però invertirsi bruscamente, per cui, per l'insorgere di una opportuna tensione ai capi di L, entrano in conduzione i diodi D2 e D3. Questi applicano la tensione -U1 al carico, smorzando la corrente i2 con pendenza (U1+E)/L fino eventualmente ad annullarla come in Fig. 2.3.6b). Da quel momento, entra in conduzione la coppia S2, S3 e la corrente diventa negativa, decrescente fino alla fine del periodo Ts. A differenza del convertitore ad un solo quadrante, il chopper a quattro quadranti non ha mai funzionamento intemittente, in quanto permette correnti di carico di entrambi i versi, indipendentemente dal segno della tensione applicata. Con procedura simile a quella già vista si ricava che la tensione media sul carico è data da U 2 = E = U1 (2δ − 1) (2.3.7) dove si è posto ancora δ = TON/Ts, TON essendo il periodo nel quale la tensione sul carico vale +U1 (cfr (fig. 2.3.6a)). 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 8 di 9 CAPITOLO 2 – AZIONAMENTI CON MOTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE L'ondulazione di corrente ∆I2 si calcola in modo del tutto analogo a quanto già visto; essa vale ∆I 2 = (U1 − E ) T L ON = 2 U1δ(1 − δ ) Lf s (2.3.8) dove fs=1/Ts. I chopper a quattro quadranti consentono la marcia e la frenatura rigerativa in entrambi i versi di rotazione del carico. Essi trovano largo impiego per esempio negli azionamenti in c.c. per macchine utensili, ove le specifiche di elevata dinamica degli anelli di controllo e la necessità di rapide inversioni di velocità giustificano il costo dei componenti del convertitore stesso. La frequenza di commutazione dei convertitori c.c./c.c. va normalmente da qualche kHz (per alte potenze, dell'ordine delle decine o centinaia di kW) a 100 KHz o più per azionamenti di piccola potenza (100 W o meno). 18/06/2007 A.E.I. x IG M a.a 2004-05 9 di 9