L`ASSOLUTO COME SOGGETTO - G. W. F. HEGEL. Nella

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L'ASSOLUTO COME SOGGETTO - G. W. F. HEGEL.
Nella Prefazione alla Fenomenologia dello spirito, scritta a opera ormai completata (1806-1807), Hegel
prende le distanze dalla cultura romantica e da Schelling e descrive I 'Assoluto come I'intero, ossia come la
totalità dei momenti in cui la realtà si articola e si sviluppa: totalità che è essa stessa soggetto, presa di
coscienza che si attua progressivamente nei/e forme dello spirito.
Piste di Lettura
Secondo Hegel:
- la verità esiste solo nella forma della scientificità, come sistema;
- si devono pertanto respingere l'intuizionismo romantico e l'Assoluto di Schelling;
- il vero è l'intero, la totalità è soggetto;
- la semplice coscienza individuale ripercorre le tappe di sviluppo dello spirito universale.
La vera figura nella quale la verità esiste, può essere soltanto il sistema scientifico di essa. [1] Collaborare a che la
filosofia si avvicini alla forma della scienza - alla meta, raggiunta la quale, sia in grado di deporre il nome di amore del
sapere per essere vero sapere [2], ecco ciò ch'io mi sono proposto. L'interiore necessità che il sapere sia scienza sta nella
sua natura; e, rispetto a questo punto, il chiarimento che più soddisfa è unicamente la presentazione della filosofia stessa
[...].
La vera forma della verità viene dunque posta in questa scientificità; ciò che equivale ad affermare che solo nel concetto
la verità trova l'elemento della sua esistenza: eppure io so bene che questo sembra contraddire a una certa
rappresentazione - e alle conseguenze che ne derivano - la quale, non meno presuntuosa che desiderosa di notorietà, trova
il suo appagamento nella convinzione dell'età nostra, [...] [secondo la quale] l'Assoluto deve venir non già concepito, ma
sentito e intuito; [3] non il suo concetto, ma il suo sentimento e la sua intuizione debbono aver voce preminente e venire
espressi. [...] Il Bello, il Sacro, l'Eterno, la Religione, l'Amore sono l'esca ritenuta adatta a stuzzicar la voglia di
abboccare; non il concetto, ma l'estasi; non la fredda e progressiva necessità della cosa, ma il turgido entusiasmo devono
costituire la forza che sostiene e trasmette la ricchezza della sostanza. [...] [Ma] chi cerca soltanto edificazione, chi
pretende di avvolgere nella nebbia la terrena varietà della sua determinata esistenza e del pensiero, chi invoca
l'indeterminato piacere di quella indeterminata divinità, veda pure dove possa trovare tutto ciò; egli troverà facilmente il
mezzo di vagheggiare qualche fantasma e di farsene bello. Ma la filosofia deve ben guardarsi dal voler riprodurre
edificazione. […]
Similmente noi [...] assistiamo al dissolvimento di tutto ciò che è differenziato e determinato; o assistiamo piuttosto al
precipitare di questi valori nell'abisso della vacuità, senza che questo atto sia conseguenza di uno sviluppo né si giustifichi
in se stesso; il che dovrebbe tenere il posto della considerazione speculativa. La considerazione della determinatezza di
qualsivoglia esserci come si dà nell'Assoluto, si riduce al dichiarare che se ne è bensì parlato come di un alcunché; ma che
peraltro nell'Assoluto, nello A = A, non ci sono certe possibilità, perché lì tutto è uno. Contrapporre alla conoscenza
distinta e compiuta, o alla conoscenza che sta cercando ed esigendo il proprio compimento, questa razza di sapere, che
cioè nell'Assoluto tutto è eguale, - oppure gabellare un suo Assoluto per la notte nella quale, come si suol dire, tutte le
vacche sono nere, [4] tutto ciò è l'ingenuità di una conoscenza fatua. [...]
Secondo il mio modo di vedere che dovrà giustificarsi soltanto mercé l'esposizione del sistema stesso, tutto dipende
dall'intendere e dall'esprimere il vero non come sostanza, ma altrettanto decisamente come soggetto. [5] [...] La sostanza
viva è bensì l'essere il quale è in verità Soggetto, o, ciò che è poi lo stesso, è l'essere che in verità è effettuale, ma soltanto
in quanto la sostanza è il movimento del porre se stesso, o in quanto essa è la mediazione del divenir-altro-da-sé con se
stesso. [...] ll vero è il divenire di se stesso, il circolo che presuppone e ha all'inizio la propria fine come proprio fine, e
che solo mediante l'attuazione e la proria fine è effettuale. [6] [...]
Il vero è l'intero. Ma l'intero è soltanto l'essenza che si completa mediante il suo sviluppo. […]
I. La verità esiste propriamente solo come sistema, ovvero come
comprensione razionale della totalità del reale nelle sue
articolazioni, nel suo intero svolgimento.
2. La scienza filosofica coglie le connessioni necessarie fra
l'insieme degli aspetti della realtà; essa costituisce il termine del
lungo e travagliato percorso compiuto dalla coscienza. Cosi la
filosofia da amore del sapere, ricerca della verità e tensione verso
di essa, diviene sapere vero e proprio.
3. Il Romanticismo viene considerato lontanissimo da questa idea
della filosofia come “scienza” concettuale e “sistema” della
verità: esso si fonda sull'int'uizione e sul sentimento e appare
quindi caratterizzato dall`irrazionalità.
4- Hegel rimprovera a Schelling una radicale incomprensione
della natura dell`Assoluto: questo, infatti, non può essere
concepito come identità indifferenziata di Natura e Spirito,
rimuovendo tutte le differenze e opposizioni che caratterizzano la
realtà e ne costituiscono la vera fisionomia e ricchezza. La
radicalità di questa critica e il tono beffardo che la connota
oflenderanno Schelling e determineranno la fine di un sodalizio
intellettuale e di una grande amicizia.
5. Il vero, il reale, non va pensato come sostanza, ossia come
oggetto posto di fronte al soggetto, bensì come soggetto: ciò
significa concepire la realtà come processo, come sviluppo avente
in sé la ragione e la legge del proprio svolgersi, come
autoproduzione (“movimento del porre se stesso").
6. La realtà, nella sua totalità, si attua, si realizza
processualmente; svolgendosi essa compie se stessa, diviene
“effettuale”, “si completa mediante il suo sviluppo”.
Che il vero sia effettuale solo come sistema, o che la sostanza sia essenzialmente Soggetto, ciò è espresso in quella
rappresentazione che enuncia l'Assoluto come spirito, - elevatissimo concetto appartenente all'età moderna e alla sua
religione. Soltanto lo spirituale è l'effettuale. [...] Lo spirito che si sa così sviluppato come spirito, è la scienza. Questa ne
è la realtà effettuale, ed è quel regno che esso si costruisce nel suo proprio elemento. [...]
L'individuo particolare è lo spirito non compiuto: una figura concreta, nel cui essere determinato domina una sola
determinatezza, e nella quale le altre sono presenti soltanto con tratti sfumati. [...] ll singolo deve ripercorrere i gradi di
formazione dello spirito universale, [7] anche secondo il contenuto, ma come figure dallo spirito già deposte, come gradi
di una via già tracciata e spianata.
Similmente noi, osservando come nel campo conoscitivo ciò che in precedenti età teneva all'erta lo spirito degli adulti è
ora abbassato a cognizioni, esercitazioni e fin giochi da ragazzi, riconosceremo nel progresso pedagogico, quasi in
proiezione, la storia della civiltà. Tale esistenza passata è proprietà acquisita allo spirito universale; spirito che costituisce
la sostanza dell'individuo.
(da G. W. F. Hegel, Fenomenologia dello spirito,
“Prefazione”, trad. di E. De Negri,
La Nuova ltalia, Firenze 1973)
7- La singola coscienza, per innalzarsi alla verità, ossia alla proprio come fa uno studente, che nel proprio iter di studi si
comprensione dell'Assoluto, deve ripercorrere nel proprio appropria gradualmente del sapere che l'umanità ha
itinerario formativo individuale le tappe già percorse dallo spirito progressivamente acquisito nel corso della sua storia.
universale, cioè dallumanità nel suo sviluppo storico-culturale:
ANALISI DEL TESTO
I- Costruisci una mappa concettuale in cui siano opportunamente collegati i concetti di scienza, sistema, concetto e
verità.
2- Prova a spiegare :
a. in che senso “la sostanza è essenzialmente Soggetto" (6-8 righe)
b. quale rapporto si può stabilire tra Soggetto, Assoluto e Spirito (6-8 righe)
c. quali sono le differenze fra l'Assoluto di Schelling e quello di Hegel (6-8 righe).
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