n. 029 - SETTEMBRE 2013 IL RINASCIMENTO DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA ITALIANA RICHIEDE ANCHE UN CAMBIAMENTO CULTURALE PER OPERARE IN MODO NUOVO, VALUTANDO L’EFFICIENZA DEI PROCESSI AZIENDALI, ELIMINANDO GLI SPRECHI E CIÒ CHE NON PRODUCE VALORE, ESALTANDO IL RUOLO DEL CAPITALE UMANO, FAVORENDO L’INNOVAZIONE, INDIVIDUANDO NUOVI OBIETTIVI ECONOMICI E SOCIALI. Dott. G. TORRIDA - Presidente del Gruppo 2G Management Consulting - Responsabile divisione “WCM e CSL3” del Gruppo 2G - Esperto di Processi produttivi e organizzazione di stabilimento - Esperto di Processi speciali (PND, saldatura) Dott. Ing. G. GAETANI - Direttore generale del Gruppo 2G Management Consulting - Esperto di Organizzazioni Aziendali Complesse - Progettista di Rapporti sul Capitale Intellettuale - Progettista di “Modelli 231” e Membro di Organismi di Vigilanza 1. LA CRISI ECONOMICA ED I CAMBIAMENTI IN ATTO Dal 15 settembre 2008, data di entrata sotto tutela fallimentare della banca d’investimento americana Lehman Brothers, sono passati 5 anni di una lunga crisi prima finanziaria e poi economica che ha raggiunto proporzioni globali. Una crisi che ha caratterizzato uno dei periodi peggiori per il sistema industriale italiano ma che non può avere come sola causa la situazione internazionale bensì anche la situazione politica interna e la debolezza strutturale organizzativa e gestionale del nostro comparto produttivo soprattutto se riferito alle Piccole e Medie Imprese (PMI). Queste ultime sono quelle che hanno pagato e stanno pagando il prezzo più elevato di questa crisi poiché penalizzate da un carico fiscale non più sostenibile, dalle restrizioni del credito, dal calo della domanda dei loro committenti, dalle difficoltà dei mercati internazionali, ma anche da una mancata innovazione organizzativa e gestionale delle imprese. Pag. 1 di 5 n. 029 - SETTEMBRE 2013 In questi ultimi mesi negli Stati Uniti, ed in particolare da novembre 2012 in occasione delle elezioni americane, il dibattito intorno ad una “nuova industria manifatturiera” la sta facendo da padrone anche nei principali centri del sapere. L’America cioè si è già resa conto che senza il manifatturiero non si possono creare le basi per il rilancio dell’occupazione sia al suo interno che in altri comparti: l’effetto moltiplicatore è tale che ogni posto nel settore manifatturiero ne crea altri due nei servizi. Un recente studio di McKinsey Global Institute ha evidenziato il ruolo centrale dell’industria nella ripresa “…la manifattura contribuisce alla crescita della produttività il doppio rispetto alla sua quota di occupazione e rappresenta la percentuale maggiore del commercio estero di una economia…” [il 16% del PIL mondiale, 62 milioni di posti di lavoro nei paesi avanzati ed il 70% dell’export mondiale difendano dall’apparato manifatturiero]. Sta così tramontando la convinzione, che tanti danni ha fatto, del ruolo trainante dell’economia da parte della turbo – finanza a scapito dei comparti industriali nazionali. Anche l’Europa, che occupa il 35% della forza lavoro nel settore manifatturiero e da cui deriva il 75% delle esportazioni e l’80% dell’innovazione realizzata nell’area, è consapevole che la crescita debba ripartire dalla fabbrica e dalla produzione nel quadro di un “rinascimento dell’industria manifatturiera”. SONO NECESSARIE IDONEE POLITICHE PER FAVORIRE E FACILITARE PERCORSI DI CRESCITA INDUSTRIALE NELL’INTERESSE DELLA COLLETTIVITÀ; SONO URGENTI INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DELLA TASSAZIONE ALLE IMPRESE E AL COSTO DEL LAVORO; È URGENTE UN INTERVENTO SUL COSTO DEL CREDITO; È INDISPENSABILE UNA SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA E DEI RELATIVI CONTROLLI; È NECESSARIO INCENTIVARE REALMENTE LA RICERCA APPLICATA; Il percorso per la sopravvivenza delle nostre imprese passa attraverso tre tappe fondamentali: idonee politiche industriali e fiscali, una politica di sviluppo economico del Paese, una innovazione della gestione d’impresa (efficienza produttiva, capacità di reazione e flessibilità). Nella prima tappa l’Italia è attore di punta di una riflessione politica verso una “industrial compact”, una politica comune industriale europea, che compensi e completi il “fisical compact”, l’equilibrio armonico dei conti pubblici. Si tratta però di una industria manifatturiera che non può avere il suo obiettivo principale sulle produzioni più tradizionali a bassa conoscenza e alto impiego di risorse umane ma sull’innovazione di processi e prodotti e sulla valorizzazione del “capitale umano”. La creatività del capitale umano per lo sviluppo dell’innovazione nel solco di un cambiamento dell’industria manifatturiera è al centro degli obiettivi europei. L’Italia, che vanta una tradizione manifatturiera tra le più importanti in Europa (seconda alla sola Germania), può uscire dalla crisi valorizzando queste peculiarità ma non solo: è necessaria una nuova collaborazione tra Stato e iniziativa privata. Pag. 2 di 5 n. 029 - SETTEMBRE 2013 2. L’INNOVAZIONE NELLA GESTIONE D’IMPRESA È nel campo della gestione aziendale che gli imprenditori devono essere soggetti attivi di un cambiamento che può modificare i rapporti economici. È cioè necessario ripensare le modalità di risposta alla crisi che non possono essere le tradizionali azioni di riduzione all’osso dei costi, di flessibilità del lavoro e/o di acquisto di nuovi macchinari. È necessario un cambiamento culturale che, partendo dallo snellimento dell’azienda, dall’eliminazione delle attività che non creano valore, dalla semplificazione dei processi, dall’efficienza del luogo di lavoro, dalla valorizzazione del capitale umano, dallo sviluppo dei processi innovativi coinvolga tutte l’organizzazione per un rilancio dell’economia manifatturiera. Si tratta cioè di rompere un processo precedentemente costituito e di costruire un modo nuovo di fare impresa. L’innovazione è generalmente riconosciuta come la principale fonte di vantaggio competitivo sia per le singole imprese che per interi sistemi socio economici. È però necessario conoscere le componenti e quindi saper gestire i processi che trasformano idee e proposte creative in progetti e soluzioni concrete, praticabili e sostenibili in termini di prodotti, processi, modelli di business, nuove forme organiz-zative. L’innovazione, però, non va solo creata, ma anche alimentata e sostenuta così che possa essere diffusa in tutta la catena del valore in modo integrato e strutturato. Gestire l’innovazione significa quindi gestire processi strategici che vedono coinvolti molti attori (all’interno come all’esterno dell’impresa) di discipline e con competenze diverse (economiche, gestionali, tecniche e sociali). L’attuale momento economico è particolarmente favorevole alla creazione di risorse e competenze che padroneggiano la gestione strategica orientata all’innovazione. L’impresa innovativa per il “rinascimento manifatturiero” si sviluppa partendo da tecniche organizzative che agiscono sulla riduzione delle risorse impiegate (come strumento operativo di miglioramento) per consentire di raggiungere l’obiettivo di sviluppare, produrre e distribuire prodotti impiegando meno fatica umana, meno spazio, tempo e spesa complessiva. L’imprenditore e il manager devono avere come fine quello della creazione di un assetto organizzativo più semplice e trasparente, coinvolgendo tutte le persone dell’azienda. Pag. 3 di 5 n. 029 - SETTEMBRE 2013 Si tratta cioè di bilanciare l’eccellenza “tecnica” con quella “sociale”. L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA ITALIANA PUÒ E DEVE INNOVARE LA SUA GESTIONE FACENDO TESORO DEI “MODELLI” D’IMPRESA PROGETTATI E SVILUPPATI IN ALTRI PAESI (AMERICA E GIAPPONE) MA CHE DEVONO ESSERE REVISIONATI PER LA NOSTRA REALTÀ STORICA E CULTURALE. In questo contesto la fabbrica snella nasce con “modello lean” nel 1992 dai ricercatori dl MIT Womack e Jones e subito si sviluppa in Giappone e successivamente in tutto il mondo. Negli anni il modello è stato affinato assumendo anche altre denominazioni quali “lean production”, “lean manufacturing”, “lean service”, “lean office”, “lean enterprise”, “lean thinking”. È stato cioè il punto di partenza di innovazioni organizzative che hanno ispirato sostanzialmente tutti i metodi e le tecniche. Non ultimo il WORLD CLASS MANUFACTURING (WCM) evoluzione del “modello lean” che è stato fatto proprio dal Gruppo FIAT e applicato in tutti i suoi stabilimenti. Questo a dimostrazione che i “modelli organizzativi” pur avendo riferimenti generali si devono caratterizzare sulla base della “specificità aziendale”. Partendo da questo assunto si deve “riprogettare” l’organizzazione di una impresa considerando la sua specificità (processi, prodotti, mercati), e le tecniche gestionali nell’ottica di una strategia di innovazione per sviluppare l’azienda in modo nuovo. Si tratta quindi di creare un assetto organizzativo più semplice (snellimento dei processi con riduzione delle risorse impiegate) e trasparente (riduzione delle risorse impiegate nel processo per far emergere immediatamente le anomalie): caratterizzato dall’impiego di idonei “strumenti gestionali”. È un percorso che non termina mai e che richiede un impegno costante caratterizzato da un miglioramento continuo che si acquisisce anche attraverso confronti, scambi di conoscenze ed esperienze con altri imprenditori e operatori specializzati che operano con “imprese snelle”. 3. L’ATTUALITÀ DEL RUOLO DI “UNA IMPRESA DELLA CONOSCENZA” COME PARTNER DI UNA “IMPRESA MANIFATTURIERA” PER INNOVARE LA SUA ORGANIZZAZIONE E GESTIONE. Gli elementi esterni, come l’assenza di una politica nazionale in campo economico e fiscale, le difficoltà del sistema bancario, la concorrenza e l’evoluzione dei mercati internazionali, sono concause che hanno trovato terreno fertile in “organismi” indeboliti da strutture organizzative e comportamenti gestionali poco lungimiranti. È giunto il momento, e questo è un ottimo momento, per rivedere i processi aziendali nell’ottica dell’ “impresa snella” prima che si rilanci la produzione nel solco del “rinascimento dell’industria manifatturiera”. Contemporaneamente è necessario affiancare le tecniche gestionali ad una analisi critica in relazione all’impatto che possono avere all’interno di una realtà aziendale. L’obiettivo è la capacità di incidere all’origine sulle cause di anomalie o comunque portarle sempre in evidenza riuscendo velocemente ed efficacemente ad assorbirle con il coinvolgimento del personale e grazie ad una integrazione interfunzionale. Pag. 4 di 5 n. 029 - SETTEMBRE 2013 Gli strumenti utili per implementare “l’impresa snella” sono molteplici e vanno dall’identificazione delle attività che aggiungono valore e di quelle che non lo fanno alla filosofia per organizzare e gestire il posto di lavoro, dall’evitare errori di distrazione ad una politica di gestione delle scorte, dalla strategia manutentiva per massimizzare l’efficienza dei macchinari all’autocontrollo dell’operatore sulle caratteristiche del prodotto e del processo per mantenerli nei parametri di qualità. Come si vede gli strumenti sono molteplici e diversi: si tratta di individuare quelli più idonei a realizzare una innovazione organizzativa e gestionale funzionale alla strategia aziendale ma anche di verificare l’impatto dal punto di vista dei risultati economici a breve, medio e lungo periodo. È cioè necessario operare con un visione interdisciplinare dove i vari aspetti, come le caratteristiche dei prodotti/processi, la conformità normativa e legislativa, le esigenze finanziarie ed i risultati economici, la valutazione dei mercati e la capacità di fornitura, si integrano completamente per dare un contributo al “rinascimento manifatturiero” che può rilanciare lo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese e fare uscire il nostro Paese dalla crisi. Il GRUPPO 2G MANAGEMENT CONSULTING è una “impresa della conoscenza e di servizi innovativi” che opera con i suoi 32 esperti da 25 anni con attività interdisciplinari per affrontare e risolvere le problematiche delle Aziende-Clienti. Oggi si evidenzia sempre di più la necessità per le Aziende di interventi esterni non più con uno specialista da chiamare solo quando c’è qualche cosa che non va ma con una struttura di fiducia (un partner) che affianca l’imprenditore e suggerisce la soluzione migliore per innovare la gestione d’impresa. Si tratta cioè di affidarsi ad un partner che ben comprende le esigenze aziendali, che conosce e padroneggia gli strumenti per implementare “l’impresa snella”, che condivide gli obiettivi aziendali e che ha la fiducia dell’imprenditore per i servizi offerti, per le strategie condivise e per le professionalità manageriali messe a disposizione. Questa specifica attività (innovazione della gestione aziendale con la predisposizione di una “impresa snella” per contribuire al rinascimento dell’industria manifatturiera) richiede un check-up al fine di valutare la fattibilità e la metodologia da utilizzare per l’Azienda. I risultati del check up verranno successivamente messi a disposizione della Direzione Aziendale e potranno così entrare a fare parte del bagaglio di dati e informazioni necessarie alla stessa Direzione per prendere le decisioni più efficaci per lo sviluppo delle proprie strategie di business. Questi dati e informazioni potranno diventare una potente “sorgente di innovazione” di cui poter disporre per aumentare la capacità di valutare le scelte aziendali in riferimento alla situazione attuale e ai cambiamenti prodotti in questi ultimi anni. In base a questa analisi il GRUPPO 2G MANAGEMENT CONSULTING potrà delineare una proposta organizzativa e gestionale per progettare una “impresa snella” in grado di competere in mercati in continua evoluzione. Per fissare un appuntamento con i ns. esperti per il CHECK UP GRATUITO relativo al Vostro stato organizzativo e gestionale rispetto ad una “impresa snella” potete contattare il ns. ufficio marketing: Sig.ra Cristina Gagliardo Tel. 011505062 e-mail: [email protected] Pag. 5 di 5