AA_2014-2015_Sociologia della Comunicazione

Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo I, manuale di Sara Bentivegna)
Alcuni processi della società del XX secolo:
Eterogeneità degli individui
Atomizzazione
Relazioni formali, impersonali, frammentate
Isolamento e incomunicabilità
La nascita della “massa” intesa come aggregato anonimo, irrazionale e incolto
L’avvento
della società di massa
Concetti chiave nel pensiero dei classici:
Società organica e le sue parti (Saint Simon)
Specializzazione alla base della società come organismo (Comte)
Comunità e Società (Tönnies)
Anomia, solidarietà meccanica e organica (Durkheim)
Modernità: cultura oggettivata, frantumazione, indifferenz(i)a(zione) (Simmel)
L’uomo-massa (Ortega Y Gasset)
L’avvento della società di massa
!
Relazione diretta e univoca
che lega lo stimolo alla
risposta
Media come potenti strumenti
di persuasione e di
imposizione della volontà
(R): S
R
Massa come insieme di atomi:
individui disaggregati e
indifferenziati che ricevono il
messaggio allo stesso modo
Rapporto comunicativo
semplificato e ruolo passivo
del destinatario
LA TEORIA IPODERMICA
(AGO IPODERMICO,
BULLET THEORY)
Fonte di
informazione
Destinatario
messaggio
messaggio
Trasmittente
segnale
segnale
ricevuto
Ricevente
Fonte di
Rumore
LA TEORIA MATEMATICA DELLA
COMUNICAZIONE (SHANNON, WEAVER, 1949)
Chi
Comunicatore
Dice che cosa
Messaggio
Con quale mezzo
Mezzo
Studio dei soggetti che
producono i messaggi. Filone
di studi: sociologia del lavoro,
sociologia delle professioni,
sociologia della scienza.
Studi
sul
contenuto
del
messaggio. Filone di studi:
Content analysis.
A chi
Ricevente
Studi sul pubblico/pubblici.
Filone di studi: comunicazione,
ma
anche
recentemente
comunicazione della scienza.
Con quale effetto
Effetti
Studi sugli effetti intenzionali e
non sui destinatari. Filone di
studi: Mass Communication
Research.
IL MODELLO DI LASSWELL (1948)
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo Ii, manuale di Sara Bentivegna)
Il rapporto tra media e pubblico era davvero così
diretto, univoco e semplice?
Gli effetti dei messaggi sul pubblico erano identici
per tutti gli individui?
Perché la ricerca empirica sviluppatasi in quegli
anni (’40-’50) mostrava risultati contradditori in
merito agli effetti di breve termine sul pubblico?
LA SCOPERTA DELLE
VARIABILI INTERVENIENTI
Il rapporto tra
media e pubblico
era più complesso
di quanto ci si
immaginasse.
LA SCOPERTA DELLE
VARIABILI INTERVENIENTI
Esistono dei fattori
di mediazione che
intervengono
influenzando
questa relazione.
(1) Fattori di
mediazione (variabili
intervenienti) rispetto
al pubblico
Posizione sociale,
istruzione, abilità critica,
capacità di sottrarsi ai
messaggi o di stravolgerli
(1) Fattori di mediazione (variabili
intervenienti) rispetto al messaggio
Contenuto e modalità di presentazione del messaggio
Quali erano i fattori che
avevano reso “veritiera”
la trasmissione
radiofonica di Welles?
Studio di Cantril
(1940)
Il caso delLa
guerra dei mondi
30 ottobre 1938 – Orson Welles
Fattori individuati
Il tono realistico
L’affidabilità della radio
L’uso di esperti
L’uso di località realmente esistenti
La sintonizzazione all’inizio del programma o a
programma già cominciato
Il caso delLa
guerra dei mondi
30 ottobre 1938 – Orson Welles
Tipologia di radioascoltatori
1) Persone che erano state in grado di controllare la
coerenza interna del programma (“troppo
fantascientifico per essere preso sul serio”).
2) Persone che avevano proceduto a controlli esterni
(giornali).
Possessori di
abilità critica
(correlata con livello di
istruzione, con la
religione, la percezione di
insicurezza, ecc.)
3) Persone che pur avendo cercato di controllare si
sono convinti della verità di quello che si diceva alla
radio.
4) Persone che non avevano proceduto a nessun
controllo perché ritennero il programma un vero e
proprio notiziario.
Il caso delLa
guerra dei mondi
30 ottobre 1938, h. 20:00 – Orson Welles
Fattori di mediazione
rispetto al pubblico
Interesse
Esposizione selettiva
( dissonanza
cognitiva: decodifica
aberrante)
Memorizzazione
selettiva
Il caso delLa
guerra dei mondi
30 ottobre 1938 – Orson Welles
Fattori di mediazione
rispetto al messaggio
Credibilità della fonte
(testimonial)
Ordine e completezza
delle argomentazioni
Esplicitazione delle
conclusioni
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo III, manuale di Sara Bentivegna)
Analisi della campagna
presidenziale del 1940:
Importanza dei contatti
personali nella
definizione di una
decisione di voto
Attribuzione di una
particolare capacità
persuasoria da parte
degli intervistati a
specifiche persone:
OPINION LEADER
LO STUDIO DI LAZERSFELD, BERELSON, GAUDET, 1948
IL FLUSSO “A DUE FASI” DELLA COMUNICAZIONE
MASS MEDIA
(RADIO, STAMPA)
OPINION
LEADER
POPOLAZIONE
IMPLICAZIONI
Gli individui non sono isolati socialmente
La risposta ai messaggi è mediata e influenzata dalle relazioni sociali
Non esiste un’unica risposta (ovvero l’accettazione passiva)
Gli individui non sono tutti uguali
I leader di opinione hanno un consumo mediale più elevato degli altri,
non sono generalmente gregari e hanno un’alta percezione di sé come
persone influenti
LO STUDIO DI LAZERSFELD, BERELSON, GAUDET, 1948
Focus sul Leader d’Opinione, i
suoi rapporti e il suo consumo
mediale.
Tipologia di Leadership:
Leadership orizzontale
d’opinione
Leadership verticale
d’opinione
Questa tipologia è stata
arricchita da Merton (1949) con
un’altra distinzione: Leader
d’opinione locale e Leader
d’opinione cosmopolita
LO STUDIO DI KATZ, LAZERSFELD, 1955
20
COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
Risk = Hazard + Outrage
•
Hazard: ciò causa il danno «oggettivo».
È computabile nel risk assessment.
•
Outrage: danno percepito «soggettivamente»,
soprattutto emotivamente.
È determinante nel risk management.
21
ANIMALI NON UMANI
The Effects of Mass Communication (Kappler, 1960):
Le comunicazioni di massa tendono a rafforzare più che
convertire, attivando predisposizioni “inconsce”
Le comunicazioni di massa non sono “causa” diretta, ma si
combinano con altri fattori intervenienti
L’azione dei media dipende dai mezzi stessi, dal messaggio e
dal contesto nel quale la comunicazione prende forma
Fine delle preoccupazioni legate all’idea che i
mass media abbiano effetti manipolatori sugli
individui
LO STUDIO DI KLAPPER, 1960 E IL PARADIGMA DEGLI
EFFETTI LIMITATI
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo IV, manuale di Sara Bentivegna)
Talcott Parsons
SCHEMA AGIL
imperativi funzionali
• Adattamento all’ambiente: assicurarsi
le risorse necessarie e distribuirle
all’interno (economia – denaro;
imprese)
• Goal attainment: mobilitare le risorse
per ottenere l’obiettivo priorizzato
(politica – potere; partiti)
Approccio funzionalista
(società come organismo,
equilibrio, riorganizzazione, integrazione)
IL FUNZIONALISMO
• Integration: mantenere unità e
controllo funzionalità del sistema
(socialità – norme; chiese)
• Latency of structure: riprodurre la
struttura attraverso le motivazioni,
gestendo le tensioni (cultura – valori;
famiglia)
Robert K. Merton
Ambivalenza sociologica: contro/norme
Funzioni manifeste: conseguenze attese
Funzioni latenti: conseguenze inintenzionali
IL FUNZIONALISMO
EFFETTI
intenzionali
(dis)FUNZIONI
manifeste
(latenti)
Raccolta e distribuzione delle
informazioni
per il controllo dell’ambiente
Approccio
Funzionalista
Interpretazione delle informazioni
per il coordinamento delle risposte
alle sollecitazioni
Intrattenimento
Trasmissione di norme e valori
per il mantenimento del patrimonio sociale
attraverso le generazioni
LA TEORIA DEL FUNZIONALISMO E I MEDIA
Una funzione di “allertamento”
(minacce e pericoli).
Rispetto al sistema sociale i
media esercitano:
Una funzione “strumentale”
per alcune attività (per es.
economica)
Una disfunzione legata alla diffusione
indiscriminata di notizie e alla
possibile interpretazione errata.
Una funzione di utilità (controllo)
Una funzione di attribuzione di
prestigio e status
Rispetto all’individuo:
Una funzione di rafforzamento delle
norme sociali esistenti
Disfunzioni legate agli eccessi di
informazione e alla spinta al
conformismo
LA TEORIA DEL FUNZIONALISMO E I MEDIA
Focus sulla gratificazione tratte
dagli individui dal consumo dei
media. Due tipi di funzioni:
Sistematizzazione dei risultati
della fase precedente.
Funzioni semplici:
offerta di relax,
stimolazione immaginazione,
interazione sostitutiva,
creazione di un terreno comune)
Tentativi di costruire classi di
bisogni che spingono gli
individui a consumare
prodotti mediali. Per esempio:
bisogni cognitivi, affettiviestetici, integrativi a livello
della personalità, evasione.
Funzioni complesse
distensione emotiva
scuola di vita
Attenzione al contesto.
I FASE
L’approccio degli usi e delle gratificazioni
II FASE
Alcune ingenuità del modello:
•
•
•
•
I FASE
scelta mediale (p.es. consumo rituale),
alternative funzionali
processo di formazione dei bisogni (habitus)
Focalizzazione sull’individuo singolo
Restituzione della centralità
dell’audience nel processo di
comunicazione
L’approccio degli usi e delle gratificazioni
II FASE
Critiche e problematiche
Le teorie sviluppate in questo
periodo negli USA sono definite
storicamente e territorialmente
determinate
!
Vi è la prevalenza del
paradigma degli effetti limitati e
la conseguente marginalizzazione
di approcci eterodossi
PREVALENZA DEL PARADIGMA DEGLI EFFETTI LIMITATI
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo V, manuale di Sara Bentivegna)
Teoria critica come studio (e
critica) della società intesa
come un tutto per servire il
Bene pubblico
M. Horkheimer & T. Adorno
Ricerca empirica su
committenza, con dati e
tecniche di ricerca,
“sganciata” dalla teoria
P. Lazarsfeld
LA SCUOLA DI FRANCOFORTE: TEORIA CRITICA VS
RICERCA AMMINISTRATIVA
Principali tesi:
Invece di ‘cultura di massa’ (spontanea, popolare)
introduce industria culturale (sistema, business) come
fenomeno nuovo della società.
Logiche dell’industria culturale = logiche di qualsiasi
altra industria di produzione
La nascita dei generi
riproduzione della mediocrità
e dell’inerzia intellettuale, easy listening
Inesistenza dell’autonomia del consumatore, individuo
illusorio, riproduzione dei rapporti di potere esistenti
LA SCUOLA DI FRANCOFORTE
Il ritorno del concetto di manipolazione e
dell’idea di passività del pubblico di fronte
all’offerta mediale ( teoria ipodermica)
Principali limiti:
Il focus è unico ed è quello dell’industria culturale
Nessuna attenzione all’individuo, alla sua posizione
sociale, alla possibilità che ci siano “i pubblici”
Scarsa attenzione alle problematiche classiche della
comunicazione (audience, modalità di fruizione, effetti)
Visione esclusivamente negativa dei mass media
LA SCUOLA DI FRANCOFORTE
L’Esprit du temps
E. Morin
LA CULTURA DI MASSA NELLA TEORIA CULTUROLOGICA
L’immaginario mima il reale e il reale assume i
colori dell’imaginario.
Cultura di massa come etica del loisir: svago +
consumo di prodotti come autoconsumo della
propria vita.
Catastrofe della cultura di massa: dissolve ogni
altra istituzione
BENI PUBBLICI GLOBALI (STIGLITZ ECC.)
penna
aria
conoscenza
rivalità
si
Piùcchenonrivale = cooperativo
escludibilità
si
Menochenonescludibile = quasi-club
confinabilità
si
Quasinonconfinabile
42
►
Non-rivalità
soltanto l’uso può aumentarne il valore intrinseco e la
fruibilità pubblica, mentre il disuso la fa deperire sino a
scomparire: più che non-rivale.
►
Non-escludibilità
anzi, è il bene più esclusivo se non ci sono comunicazioni e
politiche efficaci (l’educazione amplifica le disuguaglianza):
meno che non-escludibile.
►
Non-confinabilità (tempo, spazio, gruppi)
gli indispensabili supporti materiali possono andati perduti;
ereditiamo disuguaglianze (geopolitica della S&T, soglie
critiche nei sistemi nazionali, specializzazioni tecnologiche) e
ci si può auto-escludere in/consapevolmente (policies,
contestazione di legittimità, immagine di sé): quasi nonconfinabile.
CONOSCENZA COME BPG PROGETTUALE
43
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo VI, manuale di Sara Bentivegna)
GARTNER HYPE CYCLE
(MONTATURA MEDIATICA)
Centre For Contemporary
Cultural Studies
Birmingham
Contesto inglese (incerte trasformazioni):
Ripresa economica e sviluppo
industriale, welfare state.
Riunificazione dell’Occidente.
Previsione di scomparsa della classe
operaia.
Americanizzazione (paura di perdere
segmenti rilevanti della cultura
popolare inglese).
NASCITA DEI CULTURAL STUDIES: ATTENZIONE AL
PROCESSO DI SIGNIFICAZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA
Oggetto e temi dei cultural studies
Analisi di vari prodotti culturali (giornali, settimanali,
fumetti, fiction, quotidiani)
Revisione dei modelli di comunicazione
Focus sul momento del consumo mediale e
sull’interazione tra produzione e consumo: significati e
valori e le pratiche che li contengono e attraverso le quali
vengono espressi.
Etnografia del consumo
mediale: analisi diretta del
consumo televisivo e delle
modalità di fruizione (family
television)
LA NASCITA DEI CULTURAL STUDIES
Uso ambientale
(acquario)
Analisi usi della televisione in base
a due dimensioni (Lull, 1980, 1990):
Dimensione strutturale
Dimensione relazionale
Audience come concetto
intrinsecamente relazionale.
Comunità interpretativa.
Modi di fruizione dell’offerta mediale
Uso regolativo (mettersi
a tavola, sleeping time)
Occasioni di
comunicazione (temi di
discussione)
Mezzo per generare
processi di inclusione
ed esclusione
Apprendimento sociale
di modelli e valori
Competenze e
dominio (assunzione di
ruoli)
Riscoperta della funzione ideologica nei
processi di produzione e consumo
Diverse modalità di decodifica da parte del
pubblico (vs. codifica egemonica = regole
del gioco):
Preferita: adozione codice dominante
Negoziata: negoziazione locale (sì, ma…)
Oppositiva: contrasto, ribaltamento…
IL MODELLO ENCODING-DECODING (STUART HALL, 1980)
Da: http://www.paolofabbri.it/saggi/progetto_ricerca.html
IL MODELLO SEMIOTICO-INFORMAZIONALE (ECO, FABBRI 1978)
Codici broadcast: vasta audience, semplici, non richiedono
educazione per essere appresi, orientati dalla comunità. Si
producono nuove versioni di vecchie strutture.
Codici narrowcast: nicchie, richiedono apprendimento,
orientati alla persona, possono conferire status. Rafforzano
la dinamica ingroup-outpgroup.
Può sorgere una
decodifica “aberrante” da parte di chi non possiede il
codice adeguato (Eco, Fabbri, 1978):
Rifiuto per carenza del codice (messaggio = rumore).
Incomprensione per disparità di codici.
Incomprensione per interferenze circostanziali (esigenze in conflitto col
messaggio suggerito).
Rifiuto per delegittimazione dell’emittente.
(FISKE, 1990)
Da Messaggio
(a) testo, testi o insiemi testuali.
L’importanza delle pratiche testuali che si sono
sedimentate con l’esperienza e della formazione di
una “competenza testuale”
Comunicazione come processo di interazione nel
quale il significato non è determinato a priori, ma
costruito, prodotto e riprodotto.
Superamento dell’asimmetria tra emittente e
destinatario
IL MODELLO SEMIOTICO-TESTUALE (ECO, FABBRI 1978)
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo VII, manuale di Sara Bentivegna)
L’inevitabilità della mediazione del
mezzo per:
L’accrescimento della conoscenza
attraverso un’esperienza di seconda
mano ( stereotipi).
La formazione delle rappresentazioni
sociali e la costruzione della realtà.
La realizzazione dei processi di
socializzazione.
MEDIA E COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTÀ
The Agenda Setting Function of Mass Media.
McCombs & Shaw, 1972
Ipotesi: i mass media «determinano l’agenda di ogni
campagna elettorale, influenzando l’importanza
attribuita dal pubblico ai vari temi politici».
Agenda dei media
Agenda del pubblico
I media ordinano e stabiliscono le gerarchie dei
temi discussi dal pubblico. Essi organizzano
l’orizzonte tematico degli individui.
Successivamente, insieme all’importanza del
tema, si sottolineerà anche quella del frame,
cioè della cornice entro cui si discute del
problema.
LA TEORIA DELL’AGENDA SETTING (FOCUS SULL’AGENDA DEL PUBBLICO)
Formazione agenda dei media:
Selezione: temi in
competizione tra loro
(assunto: spazi e risorse
limitate).
Relatività della rilevanza del
tema.
Costruzione dell’agenda
come «processo collettivo» a
cui partecipano diversi
soggetti dotati di poteri
diversi.
La tipologia di Reese (1991)
su fonti e media rispetto al
livello di potere detenuto.
LA TEORIA DELL’AGENDA SETTING (FOCUS SULL’AGENDA DEI MEDIA)
FORZA DELLA FONTE
FONTE F &
MEDIUM D
FONTE &
MEDIUM
FORTI
FORZA DEL MEDIUM
FONTE &
MEDIUM D
FONTE D &
MEDIUM F
FORZA DELLA FONTE
cooptazione
manipolazione
simbiosi
FORZA DEL MEDIUM
stampa
alternativa
invadenza
Tutti i temi sono uguali?
Influenza dei temi e livello di conoscenza
da parte del pubblico (maggiore è
l’esperienza e il coinvolgimento, minore è
l’enfasi sul tema)
Distinzione tra temi «a soglia alta» e temi
«a soglia bassa»
Diversi poteri dei mezzi di comunicazione
(stampa e tv)
L’importanza della differenziazione del
pubblico
La rilevanza delle interazioni personali
L’attribuzione di credibilità al sistema
mediatico
LA TEORIA DELL’AGENDA SETTING
Pierre Bourdieu
«La prossimità
tra campo
giornalistico e
campo
politico»
CAMPO POLITICO E CAPO GIORNALISTICO
L’INFLUENZA DELLA POLITICA SUI MEDIA E VICEVERSA
COME SI FORMA L’OPINIONE PUBBLICA?
«L’opinione
pubblica non
esiste»
(Pierre
Bourdieu 1972)
«Il sondaggio d’opinione è uno strumento d’azione politica; la sua
funzione più importante consiste forse nel creare l’illusione che
esista un’opinione pubblica come pura addizione di opinioni
individuali»
«Questa opinione pubblica è un artificio puro e semplice la cui
funzione consiste nel dissimulare il fatto che lo stato dell’opinione, in
un determinato momento, è un sistema di forze, di tensioni e non vi
è nulla di più inadeguato di un calcolo percentuale per rappresentare
lo stato dell’opinione.»
Postulati impliciti nei sondaggi di opinione:
1. Tutti possono avere un’opinione.
2. Tutte le opinioni manifestate hanno il medesimo valore (e
dunque si possono sommare).
3. Esiste un accordo sui problemi (domande) che meritano di
essere posti (e sul loro significato).
MA le non-risposte variano attraverso le varie fasce sociali secondo certe
regolarità. Dunque, vengono occultate:
Differenze di competenza:
capacità di rappresentarsi la domanda come pertinente;
capacità di formulare una risposta usando categorie appropriate.
Opinioni mobilitate: il giudizio sull’opinione proviene dal giudizio sul
gruppo (di pressione) che la avanza pubblicamente.
Opinioni allo stato implicito (habitus): sistema di disposizioni
profondamente inconscio che sta alla base di una gran quantità di
scelte in campi estremamente diversi (gusto estetico, scelte di
acquisto, scelta politica ecc.). Vi sono disposizioni diverse che
muovono ad avere un’opinione, a quale scegliere fra quelle
presentate, a quale elaborare per conto proprio.
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo VIII, manuale di Sara Bentivegna)
Teoria
dell’opinione
pubblica: la
concezione
integrativa
L’opinione
pubblica come
“pelle sociale”
La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann)
Presupposti:
Centralità (diffusione e ubiquità) del mezzo televisivo nel
sistema mediale
Superamento della legge della percezione selettiva
cumulatività e consonanza (formazione di una posizione
dominante)
Punti chiave:
Sanzione comportamento deviante mediante isolamento
paura dell’isolamento che spinge gli individui a valutare
costantemente il clima di opinione per cercare di essere
accettati
Spirale del silenzio (pressione a conformarsi)
La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann)
Opinione pubblica: pareri e comportamenti che si devono
esprimere o assumere pubblicamente, se non ci si vuole
isolare.
Approvazione & disapprovazione
Paura dell’isolamento
Bisogno di essere accettati
Pressione a conformarsi a quanto comunemente accettato
«Queste osservazioni nella propria cerchia indussero poi altri a
dichiararsi apertamente oppure a mandar giù le proprie opinioni
e tacere, fino che, come in un processo a spirale, gli uni
dominavano pubblicamente e gli altri erano completamente
scomparsi dalla scena pubblica. Questo è dunque il processo
che si può classificare come ‘Spirale del silenzio’.»
La “competenza quasi statistica” degli individui
La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann)
Alcune critiche alla teoria:
1.Costruzione
di un mondo “orwelliano”, nel
quale le posizioni minoritarie non compaiono
2.Individuo
isolato, non appartenente a nessuna
rete sociale
3.Ipotesi
della “consonanza” poco realista
4.Assoluta
centralità della televisione
mediale più complesso
sistema
La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann)
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo IX, manuale di Sara Bentivegna)
La televisione come
“narratrice di storie” che
contribuisce alla costruzione
della realtà. Due funzioni:
“Affabulatoria”
“Bardica”
La televisione come “storyteller”
Il Cultural Indicators Program (USA, 1967)
Obiettivi: analisi del
messaggio televisivo e delle
risposte dei telespettatori
circa la costruzione della
realtà ricerca di un
mainstream televisivo
individuato a seguito di una
forte esposizione al mezzo
(focus sulla violenza)
Metodologia: analisi del
sistema dei messaggi e
surveys
La teoria della coltivazione
Risultato: sistematica presenza
di fenomeni di violenza nel
mezzo e stereotipizzazione
della vittima ( donna);
correlazione tra (forte)
esposizione del mezzo
televisivo e costruzione di
determinate rappresentazioni
(maggiore è l’esposizione
televisiva, maggiore è la paura
di essere aggrediti, di sentirsi
alienati ecc.)
Alcuni nodi critici:
1.Esposizione
al mezzo televisivo come unica e valida
per tutti
2.Marginalizzazione
dell’osservazione ambientale da
parte dell’individuo
3.Scarsa
attenzione alle variabili demografiche, alle
relazioni familiari e interpersonali
4.Individuazione
di una correlazione (e non di un
nesso causale!) tra esposizione e costruzione della
realtà
5.Contingenza
della teoria alla realtà USA
La teoria della coltivazione
!
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo X, manuale di Sara Bentivegna)
Diffusione dei mezzi di comunicazione di massa:
diversificazione della distribuzione di conoscenza
Tichenor, Donohue, Olien (1970)
GLI SCARTI DI CONOSCENZA
La conoscenza cresce di più negli individui con
status superiore: il maggior livello di istruzione
spinge ad acquisire maggiori informazioni
Ipotesi:
1. acquisizione di conoscenza di
argomenti pubblicizzati più intensa tra i
soggetti con istruzione più elevata
2. correlazione tra acquisizione di
conoscenza su argomenti fortemente
pubblicizzati e istruzione
GLI SCARTI DI CONOSCENZA
Il concetto di potenziale comunicativo di
Nowak (1977) (caratteristiche personali,
posizione sociale, struttura sociale).
+ Potenziale C.
velocità nell’acquisizione
delle informazioni
GLI SCARTI DI CONOSCENZA
GAP informativo
Accesso all’informazione e alla
conoscenza lo scarto tra
“privilegiati e non” non
diminuisce.
GAP di atteggiamento e
comportamento
Propensione ad accettare certe
informazioni più bassa tra
soggetti poco interessati e con
potenziale comunicativo più
basso.
GLI SCARTI DI CONOSCENZA
Rafforzamento
delle
disuguaglianze
esistenti
GLI SCARTI DI CONOSCENZA
SI PUÒ VERIFICARE UNA SITUAZIONE DI CHIUSURA DEL GAP INFORMATIVO
(THUNBERG, NOWAK, ROSENGREN, 1989)
EFFETTI SOGLIA.
“Sazietà” del gruppo privilegiato
Ripetitività e diffusione delle informazioni
Preoccupazione generata da un argomento
omogenea
diffusione
Conflittualità legata a un tema, possibile coinvolgimento gruppo
non privilegiato
Diffusione in comunità omogenee
GLI SCARTI DI CONOSCENZA
Diffusione ICT e innovazione tecnologica:
1. Digital divide di primo livello (accesso)
2. Digital divide di secondo livello (conoscenza e
capabilities)
Società e
comunicazione di massa
(riferimento: capitolo XI, manuale di Sara Bentivegna)
la teoria della dipendenza (Ball-Rokeach, DeFleur, 1976)
Teoria ecologica: relazione esistente tra sistemi, gruppi e individui
(comprensione delle interdipendenze a livello micro e macro)
Riferimenti: sociologia e psicologia cognitiva
Punto di partenza: desiderio di comprendere il ruolo dei media
nella società contemporanea (effetti potenti o deboli in base alle
relazioni)
LA TEORIA DELLA DIPENDENZA
Sistema dei media
Sistema sociale
(numero e centralità di funzioni di
(grado di stabilità variabile)
informazione varaibile)
Audience
(grado di dipendenza variabile
rispetto al sistema dell’informazione
Effetti cognitivi, affettivi e
comportamentali
LA TEORIA DELLA DIPENDENZA
Il sistema dei media controlla tre
tipi di risorse informative:
•
•
•
RACCOLTA
TRATTAMENTO
DISTRIBUZIONE
Il sistema dei media dipende a sua
volta anche dal sistema politico
Gli individui dipendono dal sistema
mediale sulla base degli scopi da
raggiungere:
•
•
•
COMPRENSIONE
ORIENTAMENTO
SVAGO
Per il fatto che controlla queste
risorse il sistema dei media è un
soggetto dotato di potere, da cui
altri soggetti possono dipendere
Per il fatto che il sistema politico può
regolamentare ed esercitare un
controllo (nomine, finanziamenti ecc.)
rende dipendente a il sistema dei
media
Per il fatto che il sistema mediale può
generare un’offerta mediale capace
di soddisfare quei bisogni
LA TEORIA DELLA DIPENDENZA
IL PROCESSO DEGLI EFFETTI DEI CONTENUTI MEDIALI SUGLI INDIVIDUI
FASE 1. Selezionatore attivo, Osservatore casuale
o
Dipendenza attiva
o
Nessuna attivazione
FASE 2. La dipendenza varia in funzione di alcune differenze
o
Maggiore è l’intensità della dipendenza, maggiore è la
stimolazione cognitiva e affettiva.
FASE 3. Stimolazione, coinvolgimento e interesse
o
Più forte è la stimolazione maggiore è il coinvolgimento
(elaborazione delle informazioni).
o
Strettamente legato al coinvolgimento è l’interesse.
FASE 4. Effetti
o
Maggiore è il coinvolgimento, più alta la probabilità di effetti
cognitivi, emotivi e comportamentali.
LA TEORIA DELLA DIPENDENZA
CRITICHE ALLA TEORIA
1.
POCO APPROFONDIMENTO DEL REALE FUNZIONAMENTO DEI
MEZZI DI COMUNICAZIONE
2.
MANCANZA DI SUPPORTO EMPIRICO ALLE IPOTESI
3.
PSICOLOGIZZAZIONE DEL MODELLO (FOCUS SU INDIVIDUO
PIUTTOSTO CHE SULLE RELAZIONI STRUTTURALI)
LA TEORIA DELLA DIPENDENZA