Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo I, manuale di Sara Bentivegna) Alcuni processi della società del XX secolo: Eterogeneità degli individui Atomizzazione Relazioni formali, impersonali, frammentate Isolamento e incomunicabilità La nascita della “massa” intesa come aggregato anonimo, irrazionale e incolto L’avvento della società di massa Concetti chiave nel pensiero dei classici: Società organica e le sue parti (Saint Simon) Specializzazione alla base della società come organismo (Comte) Comunità e Società (Tönnies) Anomia, solidarietà meccanica e organica (Durkheim) Modernità: cultura oggettivata, frantumazione, indifferenz(i)a(zione) (Simmel) L’uomo-massa (Ortega Y Gasset) L’avvento della società di massa ! Relazione diretta e univoca che lega lo stimolo alla risposta Media come potenti strumenti di persuasione e di imposizione della volontà (R): S R Massa come insieme di atomi: individui disaggregati e indifferenziati che ricevono il messaggio allo stesso modo Rapporto comunicativo semplificato e ruolo passivo del destinatario LA TEORIA IPODERMICA (AGO IPODERMICO, BULLET THEORY) Fonte di informazione Destinatario messaggio messaggio Trasmittente segnale segnale ricevuto Ricevente Fonte di Rumore LA TEORIA MATEMATICA DELLA COMUNICAZIONE (SHANNON, WEAVER, 1949) Chi Comunicatore Dice che cosa Messaggio Con quale mezzo Mezzo Studio dei soggetti che producono i messaggi. Filone di studi: sociologia del lavoro, sociologia delle professioni, sociologia della scienza. Studi sul contenuto del messaggio. Filone di studi: Content analysis. A chi Ricevente Studi sul pubblico/pubblici. Filone di studi: comunicazione, ma anche recentemente comunicazione della scienza. Con quale effetto Effetti Studi sugli effetti intenzionali e non sui destinatari. Filone di studi: Mass Communication Research. IL MODELLO DI LASSWELL (1948) Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo Ii, manuale di Sara Bentivegna) Il rapporto tra media e pubblico era davvero così diretto, univoco e semplice? Gli effetti dei messaggi sul pubblico erano identici per tutti gli individui? Perché la ricerca empirica sviluppatasi in quegli anni (’40-’50) mostrava risultati contradditori in merito agli effetti di breve termine sul pubblico? LA SCOPERTA DELLE VARIABILI INTERVENIENTI Il rapporto tra media e pubblico era più complesso di quanto ci si immaginasse. LA SCOPERTA DELLE VARIABILI INTERVENIENTI Esistono dei fattori di mediazione che intervengono influenzando questa relazione. (1) Fattori di mediazione (variabili intervenienti) rispetto al pubblico Posizione sociale, istruzione, abilità critica, capacità di sottrarsi ai messaggi o di stravolgerli (1) Fattori di mediazione (variabili intervenienti) rispetto al messaggio Contenuto e modalità di presentazione del messaggio Quali erano i fattori che avevano reso “veritiera” la trasmissione radiofonica di Welles? Studio di Cantril (1940) Il caso delLa guerra dei mondi 30 ottobre 1938 – Orson Welles Fattori individuati Il tono realistico L’affidabilità della radio L’uso di esperti L’uso di località realmente esistenti La sintonizzazione all’inizio del programma o a programma già cominciato Il caso delLa guerra dei mondi 30 ottobre 1938 – Orson Welles Tipologia di radioascoltatori 1) Persone che erano state in grado di controllare la coerenza interna del programma (“troppo fantascientifico per essere preso sul serio”). 2) Persone che avevano proceduto a controlli esterni (giornali). Possessori di abilità critica (correlata con livello di istruzione, con la religione, la percezione di insicurezza, ecc.) 3) Persone che pur avendo cercato di controllare si sono convinti della verità di quello che si diceva alla radio. 4) Persone che non avevano proceduto a nessun controllo perché ritennero il programma un vero e proprio notiziario. Il caso delLa guerra dei mondi 30 ottobre 1938, h. 20:00 – Orson Welles Fattori di mediazione rispetto al pubblico Interesse Esposizione selettiva ( dissonanza cognitiva: decodifica aberrante) Memorizzazione selettiva Il caso delLa guerra dei mondi 30 ottobre 1938 – Orson Welles Fattori di mediazione rispetto al messaggio Credibilità della fonte (testimonial) Ordine e completezza delle argomentazioni Esplicitazione delle conclusioni Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo III, manuale di Sara Bentivegna) Analisi della campagna presidenziale del 1940: Importanza dei contatti personali nella definizione di una decisione di voto Attribuzione di una particolare capacità persuasoria da parte degli intervistati a specifiche persone: OPINION LEADER LO STUDIO DI LAZERSFELD, BERELSON, GAUDET, 1948 IL FLUSSO “A DUE FASI” DELLA COMUNICAZIONE MASS MEDIA (RADIO, STAMPA) OPINION LEADER POPOLAZIONE IMPLICAZIONI Gli individui non sono isolati socialmente La risposta ai messaggi è mediata e influenzata dalle relazioni sociali Non esiste un’unica risposta (ovvero l’accettazione passiva) Gli individui non sono tutti uguali I leader di opinione hanno un consumo mediale più elevato degli altri, non sono generalmente gregari e hanno un’alta percezione di sé come persone influenti LO STUDIO DI LAZERSFELD, BERELSON, GAUDET, 1948 Focus sul Leader d’Opinione, i suoi rapporti e il suo consumo mediale. Tipologia di Leadership: Leadership orizzontale d’opinione Leadership verticale d’opinione Questa tipologia è stata arricchita da Merton (1949) con un’altra distinzione: Leader d’opinione locale e Leader d’opinione cosmopolita LO STUDIO DI KATZ, LAZERSFELD, 1955 20 COMUNICAZIONE DEL RISCHIO Risk = Hazard + Outrage • Hazard: ciò causa il danno «oggettivo». È computabile nel risk assessment. • Outrage: danno percepito «soggettivamente», soprattutto emotivamente. È determinante nel risk management. 21 ANIMALI NON UMANI The Effects of Mass Communication (Kappler, 1960): Le comunicazioni di massa tendono a rafforzare più che convertire, attivando predisposizioni “inconsce” Le comunicazioni di massa non sono “causa” diretta, ma si combinano con altri fattori intervenienti L’azione dei media dipende dai mezzi stessi, dal messaggio e dal contesto nel quale la comunicazione prende forma Fine delle preoccupazioni legate all’idea che i mass media abbiano effetti manipolatori sugli individui LO STUDIO DI KLAPPER, 1960 E IL PARADIGMA DEGLI EFFETTI LIMITATI Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo IV, manuale di Sara Bentivegna) Talcott Parsons SCHEMA AGIL imperativi funzionali • Adattamento all’ambiente: assicurarsi le risorse necessarie e distribuirle all’interno (economia – denaro; imprese) • Goal attainment: mobilitare le risorse per ottenere l’obiettivo priorizzato (politica – potere; partiti) Approccio funzionalista (società come organismo, equilibrio, riorganizzazione, integrazione) IL FUNZIONALISMO • Integration: mantenere unità e controllo funzionalità del sistema (socialità – norme; chiese) • Latency of structure: riprodurre la struttura attraverso le motivazioni, gestendo le tensioni (cultura – valori; famiglia) Robert K. Merton Ambivalenza sociologica: contro/norme Funzioni manifeste: conseguenze attese Funzioni latenti: conseguenze inintenzionali IL FUNZIONALISMO EFFETTI intenzionali (dis)FUNZIONI manifeste (latenti) Raccolta e distribuzione delle informazioni per il controllo dell’ambiente Approccio Funzionalista Interpretazione delle informazioni per il coordinamento delle risposte alle sollecitazioni Intrattenimento Trasmissione di norme e valori per il mantenimento del patrimonio sociale attraverso le generazioni LA TEORIA DEL FUNZIONALISMO E I MEDIA Una funzione di “allertamento” (minacce e pericoli). Rispetto al sistema sociale i media esercitano: Una funzione “strumentale” per alcune attività (per es. economica) Una disfunzione legata alla diffusione indiscriminata di notizie e alla possibile interpretazione errata. Una funzione di utilità (controllo) Una funzione di attribuzione di prestigio e status Rispetto all’individuo: Una funzione di rafforzamento delle norme sociali esistenti Disfunzioni legate agli eccessi di informazione e alla spinta al conformismo LA TEORIA DEL FUNZIONALISMO E I MEDIA Focus sulla gratificazione tratte dagli individui dal consumo dei media. Due tipi di funzioni: Sistematizzazione dei risultati della fase precedente. Funzioni semplici: offerta di relax, stimolazione immaginazione, interazione sostitutiva, creazione di un terreno comune) Tentativi di costruire classi di bisogni che spingono gli individui a consumare prodotti mediali. Per esempio: bisogni cognitivi, affettiviestetici, integrativi a livello della personalità, evasione. Funzioni complesse distensione emotiva scuola di vita Attenzione al contesto. I FASE L’approccio degli usi e delle gratificazioni II FASE Alcune ingenuità del modello: • • • • I FASE scelta mediale (p.es. consumo rituale), alternative funzionali processo di formazione dei bisogni (habitus) Focalizzazione sull’individuo singolo Restituzione della centralità dell’audience nel processo di comunicazione L’approccio degli usi e delle gratificazioni II FASE Critiche e problematiche Le teorie sviluppate in questo periodo negli USA sono definite storicamente e territorialmente determinate ! Vi è la prevalenza del paradigma degli effetti limitati e la conseguente marginalizzazione di approcci eterodossi PREVALENZA DEL PARADIGMA DEGLI EFFETTI LIMITATI Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo V, manuale di Sara Bentivegna) Teoria critica come studio (e critica) della società intesa come un tutto per servire il Bene pubblico M. Horkheimer & T. Adorno Ricerca empirica su committenza, con dati e tecniche di ricerca, “sganciata” dalla teoria P. Lazarsfeld LA SCUOLA DI FRANCOFORTE: TEORIA CRITICA VS RICERCA AMMINISTRATIVA Principali tesi: Invece di ‘cultura di massa’ (spontanea, popolare) introduce industria culturale (sistema, business) come fenomeno nuovo della società. Logiche dell’industria culturale = logiche di qualsiasi altra industria di produzione La nascita dei generi riproduzione della mediocrità e dell’inerzia intellettuale, easy listening Inesistenza dell’autonomia del consumatore, individuo illusorio, riproduzione dei rapporti di potere esistenti LA SCUOLA DI FRANCOFORTE Il ritorno del concetto di manipolazione e dell’idea di passività del pubblico di fronte all’offerta mediale ( teoria ipodermica) Principali limiti: Il focus è unico ed è quello dell’industria culturale Nessuna attenzione all’individuo, alla sua posizione sociale, alla possibilità che ci siano “i pubblici” Scarsa attenzione alle problematiche classiche della comunicazione (audience, modalità di fruizione, effetti) Visione esclusivamente negativa dei mass media LA SCUOLA DI FRANCOFORTE L’Esprit du temps E. Morin LA CULTURA DI MASSA NELLA TEORIA CULTUROLOGICA L’immaginario mima il reale e il reale assume i colori dell’imaginario. Cultura di massa come etica del loisir: svago + consumo di prodotti come autoconsumo della propria vita. Catastrofe della cultura di massa: dissolve ogni altra istituzione BENI PUBBLICI GLOBALI (STIGLITZ ECC.) penna aria conoscenza rivalità si Piùcchenonrivale = cooperativo escludibilità si Menochenonescludibile = quasi-club confinabilità si Quasinonconfinabile 42 ► Non-rivalità soltanto l’uso può aumentarne il valore intrinseco e la fruibilità pubblica, mentre il disuso la fa deperire sino a scomparire: più che non-rivale. ► Non-escludibilità anzi, è il bene più esclusivo se non ci sono comunicazioni e politiche efficaci (l’educazione amplifica le disuguaglianza): meno che non-escludibile. ► Non-confinabilità (tempo, spazio, gruppi) gli indispensabili supporti materiali possono andati perduti; ereditiamo disuguaglianze (geopolitica della S&T, soglie critiche nei sistemi nazionali, specializzazioni tecnologiche) e ci si può auto-escludere in/consapevolmente (policies, contestazione di legittimità, immagine di sé): quasi nonconfinabile. CONOSCENZA COME BPG PROGETTUALE 43 Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo VI, manuale di Sara Bentivegna) GARTNER HYPE CYCLE (MONTATURA MEDIATICA) Centre For Contemporary Cultural Studies Birmingham Contesto inglese (incerte trasformazioni): Ripresa economica e sviluppo industriale, welfare state. Riunificazione dell’Occidente. Previsione di scomparsa della classe operaia. Americanizzazione (paura di perdere segmenti rilevanti della cultura popolare inglese). NASCITA DEI CULTURAL STUDIES: ATTENZIONE AL PROCESSO DI SIGNIFICAZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA Oggetto e temi dei cultural studies Analisi di vari prodotti culturali (giornali, settimanali, fumetti, fiction, quotidiani) Revisione dei modelli di comunicazione Focus sul momento del consumo mediale e sull’interazione tra produzione e consumo: significati e valori e le pratiche che li contengono e attraverso le quali vengono espressi. Etnografia del consumo mediale: analisi diretta del consumo televisivo e delle modalità di fruizione (family television) LA NASCITA DEI CULTURAL STUDIES Uso ambientale (acquario) Analisi usi della televisione in base a due dimensioni (Lull, 1980, 1990): Dimensione strutturale Dimensione relazionale Audience come concetto intrinsecamente relazionale. Comunità interpretativa. Modi di fruizione dell’offerta mediale Uso regolativo (mettersi a tavola, sleeping time) Occasioni di comunicazione (temi di discussione) Mezzo per generare processi di inclusione ed esclusione Apprendimento sociale di modelli e valori Competenze e dominio (assunzione di ruoli) Riscoperta della funzione ideologica nei processi di produzione e consumo Diverse modalità di decodifica da parte del pubblico (vs. codifica egemonica = regole del gioco): Preferita: adozione codice dominante Negoziata: negoziazione locale (sì, ma…) Oppositiva: contrasto, ribaltamento… IL MODELLO ENCODING-DECODING (STUART HALL, 1980) Da: http://www.paolofabbri.it/saggi/progetto_ricerca.html IL MODELLO SEMIOTICO-INFORMAZIONALE (ECO, FABBRI 1978) Codici broadcast: vasta audience, semplici, non richiedono educazione per essere appresi, orientati dalla comunità. Si producono nuove versioni di vecchie strutture. Codici narrowcast: nicchie, richiedono apprendimento, orientati alla persona, possono conferire status. Rafforzano la dinamica ingroup-outpgroup. Può sorgere una decodifica “aberrante” da parte di chi non possiede il codice adeguato (Eco, Fabbri, 1978): Rifiuto per carenza del codice (messaggio = rumore). Incomprensione per disparità di codici. Incomprensione per interferenze circostanziali (esigenze in conflitto col messaggio suggerito). Rifiuto per delegittimazione dell’emittente. (FISKE, 1990) Da Messaggio (a) testo, testi o insiemi testuali. L’importanza delle pratiche testuali che si sono sedimentate con l’esperienza e della formazione di una “competenza testuale” Comunicazione come processo di interazione nel quale il significato non è determinato a priori, ma costruito, prodotto e riprodotto. Superamento dell’asimmetria tra emittente e destinatario IL MODELLO SEMIOTICO-TESTUALE (ECO, FABBRI 1978) Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo VII, manuale di Sara Bentivegna) L’inevitabilità della mediazione del mezzo per: L’accrescimento della conoscenza attraverso un’esperienza di seconda mano ( stereotipi). La formazione delle rappresentazioni sociali e la costruzione della realtà. La realizzazione dei processi di socializzazione. MEDIA E COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTÀ The Agenda Setting Function of Mass Media. McCombs & Shaw, 1972 Ipotesi: i mass media «determinano l’agenda di ogni campagna elettorale, influenzando l’importanza attribuita dal pubblico ai vari temi politici». Agenda dei media Agenda del pubblico I media ordinano e stabiliscono le gerarchie dei temi discussi dal pubblico. Essi organizzano l’orizzonte tematico degli individui. Successivamente, insieme all’importanza del tema, si sottolineerà anche quella del frame, cioè della cornice entro cui si discute del problema. LA TEORIA DELL’AGENDA SETTING (FOCUS SULL’AGENDA DEL PUBBLICO) Formazione agenda dei media: Selezione: temi in competizione tra loro (assunto: spazi e risorse limitate). Relatività della rilevanza del tema. Costruzione dell’agenda come «processo collettivo» a cui partecipano diversi soggetti dotati di poteri diversi. La tipologia di Reese (1991) su fonti e media rispetto al livello di potere detenuto. LA TEORIA DELL’AGENDA SETTING (FOCUS SULL’AGENDA DEI MEDIA) FORZA DELLA FONTE FONTE F & MEDIUM D FONTE & MEDIUM FORTI FORZA DEL MEDIUM FONTE & MEDIUM D FONTE D & MEDIUM F FORZA DELLA FONTE cooptazione manipolazione simbiosi FORZA DEL MEDIUM stampa alternativa invadenza Tutti i temi sono uguali? Influenza dei temi e livello di conoscenza da parte del pubblico (maggiore è l’esperienza e il coinvolgimento, minore è l’enfasi sul tema) Distinzione tra temi «a soglia alta» e temi «a soglia bassa» Diversi poteri dei mezzi di comunicazione (stampa e tv) L’importanza della differenziazione del pubblico La rilevanza delle interazioni personali L’attribuzione di credibilità al sistema mediatico LA TEORIA DELL’AGENDA SETTING Pierre Bourdieu «La prossimità tra campo giornalistico e campo politico» CAMPO POLITICO E CAPO GIORNALISTICO L’INFLUENZA DELLA POLITICA SUI MEDIA E VICEVERSA COME SI FORMA L’OPINIONE PUBBLICA? «L’opinione pubblica non esiste» (Pierre Bourdieu 1972) «Il sondaggio d’opinione è uno strumento d’azione politica; la sua funzione più importante consiste forse nel creare l’illusione che esista un’opinione pubblica come pura addizione di opinioni individuali» «Questa opinione pubblica è un artificio puro e semplice la cui funzione consiste nel dissimulare il fatto che lo stato dell’opinione, in un determinato momento, è un sistema di forze, di tensioni e non vi è nulla di più inadeguato di un calcolo percentuale per rappresentare lo stato dell’opinione.» Postulati impliciti nei sondaggi di opinione: 1. Tutti possono avere un’opinione. 2. Tutte le opinioni manifestate hanno il medesimo valore (e dunque si possono sommare). 3. Esiste un accordo sui problemi (domande) che meritano di essere posti (e sul loro significato). MA le non-risposte variano attraverso le varie fasce sociali secondo certe regolarità. Dunque, vengono occultate: Differenze di competenza: capacità di rappresentarsi la domanda come pertinente; capacità di formulare una risposta usando categorie appropriate. Opinioni mobilitate: il giudizio sull’opinione proviene dal giudizio sul gruppo (di pressione) che la avanza pubblicamente. Opinioni allo stato implicito (habitus): sistema di disposizioni profondamente inconscio che sta alla base di una gran quantità di scelte in campi estremamente diversi (gusto estetico, scelte di acquisto, scelta politica ecc.). Vi sono disposizioni diverse che muovono ad avere un’opinione, a quale scegliere fra quelle presentate, a quale elaborare per conto proprio. Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo VIII, manuale di Sara Bentivegna) Teoria dell’opinione pubblica: la concezione integrativa L’opinione pubblica come “pelle sociale” La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann) Presupposti: Centralità (diffusione e ubiquità) del mezzo televisivo nel sistema mediale Superamento della legge della percezione selettiva cumulatività e consonanza (formazione di una posizione dominante) Punti chiave: Sanzione comportamento deviante mediante isolamento paura dell’isolamento che spinge gli individui a valutare costantemente il clima di opinione per cercare di essere accettati Spirale del silenzio (pressione a conformarsi) La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann) Opinione pubblica: pareri e comportamenti che si devono esprimere o assumere pubblicamente, se non ci si vuole isolare. Approvazione & disapprovazione Paura dell’isolamento Bisogno di essere accettati Pressione a conformarsi a quanto comunemente accettato «Queste osservazioni nella propria cerchia indussero poi altri a dichiararsi apertamente oppure a mandar giù le proprie opinioni e tacere, fino che, come in un processo a spirale, gli uni dominavano pubblicamente e gli altri erano completamente scomparsi dalla scena pubblica. Questo è dunque il processo che si può classificare come ‘Spirale del silenzio’.» La “competenza quasi statistica” degli individui La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann) Alcune critiche alla teoria: 1.Costruzione di un mondo “orwelliano”, nel quale le posizioni minoritarie non compaiono 2.Individuo isolato, non appartenente a nessuna rete sociale 3.Ipotesi della “consonanza” poco realista 4.Assoluta centralità della televisione mediale più complesso sistema La teoria della spirale del silenzio (Noelle-Neumann) Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo IX, manuale di Sara Bentivegna) La televisione come “narratrice di storie” che contribuisce alla costruzione della realtà. Due funzioni: “Affabulatoria” “Bardica” La televisione come “storyteller” Il Cultural Indicators Program (USA, 1967) Obiettivi: analisi del messaggio televisivo e delle risposte dei telespettatori circa la costruzione della realtà ricerca di un mainstream televisivo individuato a seguito di una forte esposizione al mezzo (focus sulla violenza) Metodologia: analisi del sistema dei messaggi e surveys La teoria della coltivazione Risultato: sistematica presenza di fenomeni di violenza nel mezzo e stereotipizzazione della vittima ( donna); correlazione tra (forte) esposizione del mezzo televisivo e costruzione di determinate rappresentazioni (maggiore è l’esposizione televisiva, maggiore è la paura di essere aggrediti, di sentirsi alienati ecc.) Alcuni nodi critici: 1.Esposizione al mezzo televisivo come unica e valida per tutti 2.Marginalizzazione dell’osservazione ambientale da parte dell’individuo 3.Scarsa attenzione alle variabili demografiche, alle relazioni familiari e interpersonali 4.Individuazione di una correlazione (e non di un nesso causale!) tra esposizione e costruzione della realtà 5.Contingenza della teoria alla realtà USA La teoria della coltivazione ! Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo X, manuale di Sara Bentivegna) Diffusione dei mezzi di comunicazione di massa: diversificazione della distribuzione di conoscenza Tichenor, Donohue, Olien (1970) GLI SCARTI DI CONOSCENZA La conoscenza cresce di più negli individui con status superiore: il maggior livello di istruzione spinge ad acquisire maggiori informazioni Ipotesi: 1. acquisizione di conoscenza di argomenti pubblicizzati più intensa tra i soggetti con istruzione più elevata 2. correlazione tra acquisizione di conoscenza su argomenti fortemente pubblicizzati e istruzione GLI SCARTI DI CONOSCENZA Il concetto di potenziale comunicativo di Nowak (1977) (caratteristiche personali, posizione sociale, struttura sociale). + Potenziale C. velocità nell’acquisizione delle informazioni GLI SCARTI DI CONOSCENZA GAP informativo Accesso all’informazione e alla conoscenza lo scarto tra “privilegiati e non” non diminuisce. GAP di atteggiamento e comportamento Propensione ad accettare certe informazioni più bassa tra soggetti poco interessati e con potenziale comunicativo più basso. GLI SCARTI DI CONOSCENZA Rafforzamento delle disuguaglianze esistenti GLI SCARTI DI CONOSCENZA SI PUÒ VERIFICARE UNA SITUAZIONE DI CHIUSURA DEL GAP INFORMATIVO (THUNBERG, NOWAK, ROSENGREN, 1989) EFFETTI SOGLIA. “Sazietà” del gruppo privilegiato Ripetitività e diffusione delle informazioni Preoccupazione generata da un argomento omogenea diffusione Conflittualità legata a un tema, possibile coinvolgimento gruppo non privilegiato Diffusione in comunità omogenee GLI SCARTI DI CONOSCENZA Diffusione ICT e innovazione tecnologica: 1. Digital divide di primo livello (accesso) 2. Digital divide di secondo livello (conoscenza e capabilities) Società e comunicazione di massa (riferimento: capitolo XI, manuale di Sara Bentivegna) la teoria della dipendenza (Ball-Rokeach, DeFleur, 1976) Teoria ecologica: relazione esistente tra sistemi, gruppi e individui (comprensione delle interdipendenze a livello micro e macro) Riferimenti: sociologia e psicologia cognitiva Punto di partenza: desiderio di comprendere il ruolo dei media nella società contemporanea (effetti potenti o deboli in base alle relazioni) LA TEORIA DELLA DIPENDENZA Sistema dei media Sistema sociale (numero e centralità di funzioni di (grado di stabilità variabile) informazione varaibile) Audience (grado di dipendenza variabile rispetto al sistema dell’informazione Effetti cognitivi, affettivi e comportamentali LA TEORIA DELLA DIPENDENZA Il sistema dei media controlla tre tipi di risorse informative: • • • RACCOLTA TRATTAMENTO DISTRIBUZIONE Il sistema dei media dipende a sua volta anche dal sistema politico Gli individui dipendono dal sistema mediale sulla base degli scopi da raggiungere: • • • COMPRENSIONE ORIENTAMENTO SVAGO Per il fatto che controlla queste risorse il sistema dei media è un soggetto dotato di potere, da cui altri soggetti possono dipendere Per il fatto che il sistema politico può regolamentare ed esercitare un controllo (nomine, finanziamenti ecc.) rende dipendente a il sistema dei media Per il fatto che il sistema mediale può generare un’offerta mediale capace di soddisfare quei bisogni LA TEORIA DELLA DIPENDENZA IL PROCESSO DEGLI EFFETTI DEI CONTENUTI MEDIALI SUGLI INDIVIDUI FASE 1. Selezionatore attivo, Osservatore casuale o Dipendenza attiva o Nessuna attivazione FASE 2. La dipendenza varia in funzione di alcune differenze o Maggiore è l’intensità della dipendenza, maggiore è la stimolazione cognitiva e affettiva. FASE 3. Stimolazione, coinvolgimento e interesse o Più forte è la stimolazione maggiore è il coinvolgimento (elaborazione delle informazioni). o Strettamente legato al coinvolgimento è l’interesse. FASE 4. Effetti o Maggiore è il coinvolgimento, più alta la probabilità di effetti cognitivi, emotivi e comportamentali. LA TEORIA DELLA DIPENDENZA CRITICHE ALLA TEORIA 1. POCO APPROFONDIMENTO DEL REALE FUNZIONAMENTO DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE 2. MANCANZA DI SUPPORTO EMPIRICO ALLE IPOTESI 3. PSICOLOGIZZAZIONE DEL MODELLO (FOCUS SU INDIVIDUO PIUTTOSTO CHE SULLE RELAZIONI STRUTTURALI) LA TEORIA DELLA DIPENDENZA