Termodinamica dei gas 1.1 IL GAS PERFETTO Viene definito perfetto o ideale un gas che si immagina formato da molecole puntiformi, cioè di dimensioni nulle e che non si scambiano reciproche azioni di attrazione o repulsione: da questa definizione derivano tutte le semplici proprietà che vedremo tra breve. Nella realtà il comportamento di un gas si può discostare anche marcatamente da quello ideale, a meno che la pressione non sia molto bassa o la temperatura piuttosto elevata: nel primo caso infatti le molecole del gas sono tanto distanti le une dalle altre da risentire in misura trascurabile di forze attrattive e repulsive, mentre nel secondo l'agitazione termica è così intensa da rendere trascurabile l'effetto di tali forze. Quindi la teoria del gas perfetto è solo un modello fisico-matematico, cioè un copione teorico di comportamento che non corrisponde alla realtà ma che ha il pregio di far cominciare lo studio dei gas con equazioni semplici e di portare velocemente a risultati accettabili in un primo calcolo di massima. Inoltre tutti i modelli di gas reale sono costruiti come modifiche di quello del gas perfetto, che resta pertanto un utile punto di partenza. 1.2 PROPRIETÀ FONDAMENTALI DI UN GAS PERFETTO Si potrebbe dimostrare che dalle ipotesi di molecole puntiformi e di interazioni molecolari nulle discendono le seguenti proprietà del gas perfetto: - assenza di reazioni chimiche e di passaggi di stato; - calori specifici fondamentali Cp e Cv costanti (cioè non variabili con la temperatura); - esistenza di una semplice equazione di stato, che è: per l kg di gas p v =R T pV = mRT per m kg di gas con: p pressione assoluta, in P a o N/m 2 ; v volume specifico, in m 3/kg; V volume totale, in m3 ; m quantità in massa, in kg; T R temperatura assoluta, in K; = costante del gas in esame, in J/(kg K) 1 1.3 TRASFORMAZIONE ISOTERMA Si definisce isoterma una trasformazione che avviene a temperatura costante, quindi la si potrà indicare brevemente con: T= costante ovvero con dT=O Si può pensare di realizzare una trasformazione isoterma circondando il recipiente che contiene il gas con un sistema detto termostato (fig. 2.1), in grado di garantire sempre una temperatura costante nel tempo, o per la sua elevata capacità termica o perché formato da un sistema bifasico in condizioni di equilibrio oppure ancora grazie a sistemi automatici di regolazione. Figura 1.1 -Trasformazione isoterma. Realizzare nei gas una trasformazione rigorosamente isoterma è però praticamente impossibile perché, come vedremo, la costanza della temperatura nasce da un bilanciamento continuo e preciso tra gli scambi di lavoro e di calore che il sistema ha con l'esterno. Solo operando molto lentamente in una esperienza di laboratorio si può sperare di approssimare una isoterma per un gas, ma non se si deve operare velocemente come richiede la tecnica: per questo motivo non si riesce a realizzare praticamente una macchina a gas la quale operi secondo il ciclo di Carnot che, come studieremo più avanti, è formato da due adiabatiche e, purtroppo, da due isoterme. EQUAZIONE DI TRASFORMAZIONE Un'equazione di trasformazione mostra quale legame matematico intercorre fra le variabili termodinamiche che variano durante il suo svolgimento: nel caso della trasformazione isoterma variano la pressione e il volume. Dal momento che nell'equazione di stato p v= R T (valida sempre e per qualunque trasformazione) sono costanti R e T, l'equazione di trasformazione si ricava immediatamente ed è: p v = costante cioè lungo una isoterma il prodotto della pressione per il volume si mantiene sempre costante. Se, anziché fare un'affermazione generale per tutta la trasformazione, si vuole sottolineare che la cosa si verifica con riferimento agli stati iniziale l e finale 2, si può scrivere l'equazione di trasformazione nella forma equivalente: Pressioni e volumi sono dunque inversamente proporzionali, cioè la pressione diminuisce al crescere del volume e viceversa. Questa legge è detta anche di Boyle-Mariotte, dal nome degli scienziati che la formularono, l'irlandese Robert Boyle nel 1661, uno dei precursori della chimica moderna, e il francese Edme Mariotte pochissimi anni dopo. 2 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA NEL PIANO p-v Il fatto che sia p1·v1 = p2·v2 , con l e 2 punti generici di un'isoterma, comporta che tracciando da questi punti le parallele agli assi cartesiani, si ottengono rettangoli che hanno la medesima area (fig. 2.2). In questo modo è possibile tracciare un'intera isoterma che passi per un punto dato. La curva che si ottiene è una iperbole equilatera avente per asintoti gli assi delle pressioni e dei volumi. Figura 1.2 - Trasformazione isoterma. p La legge di Boyle e Mariotte suggerisce un semplice metodo grafico per costruire un fascio di isoterme partendo da una isoterma data. Supponendo di aver già tracciato l'isoterma l 00 K per un dato gas (fig. 2.3), indichiamo con P 1 la sua intersezione con la retta parallela all'asse dei volumi tracciata a partire da un punto qualunque P0 sull'asse delle pressioni e riportiamo più volte un segmento uguale a PoP 1 segnando i punti P2, P3 , P4 ecc. L'area sottesa a P0P2 (prodotto p v) è il doppio di quella sottesa a P0P 1 , quindi per il punto P2 deve passare l 'isoterma 200 K, così per P4 deve passare la 400 K ecc. Ripetendo la costruzione con altre parallele ali'asse dei volumi, è facile costruire un intero fascio di isoterme. lOOOK 800 K Figura 1.3 - Costruzione di un fascio di isoterme. Se l'isoterma procede verso destra (fig. 2.4) il volume cresce, quindi si verifica una dilatazione e, poiché la pressione cala, anche un'espansione; se invece l'isoterma procede verso sinistra (fig. 2.5) il volume cala, quindi la trasformazione che avviene è una contrazione e, poiché la pressione cresce, anche una compressione. p v Figura 1.4 - Dilatazione isoterma ed espansione isoterma. 3