Le ultime foreste intatte d`Europa: la Romania

Le ultime foreste intatte d’Europa: la Romania
Metà delle foreste perdute negli ultimi diecimila anni sono state distrutte nel corso degli ultimi
ottanta, e la metà di questa distruzione è avvenuta a partire dagli anni settanta. Appena un quinto
delle foreste originarie è ancora intatto allo stato naturale.1
Le conseguenze di questa distruzione sono devastanti. Il tasso di estinzioni di piante e animali si è
moltiplicato di mille volte rispetto al ritmo precedente alla comparsa dell'uomo sulla terra. La
comunità scientifica prevede che entro il 2050 sarà il diecimila volte di più. Siamo di fronte alla
sesta grande ondata di estinzioni, la prima legata alla presenza umana.
La perdita e frammentazione degli habitat forestali intatti è la principale causa di estinzione di
specie animali e vegetali. Grandi animali, come i primati, sono particolarmente vulnerabili alla
perdita delle foreste, in quanto hanno bisogno di grandi aree in cui peregrinare e nutrirsi, per poter
sopravvivere. I biologi ritengono che le foreste primarie contengono il più ampio numero di specie
ancora da scoprire. Anche queste rischiano di estinguersi prima ancora di essere scoperte.
Foreste frammentate e antropizzate
Se si escludono la Russia e la Scandinavia, e pochi frammenti tra la Transilvania e il Caucaso,
l'Europa ha ormai perso tutte i propri paesaggi forestali intatti.
Dalla prima rivoluzione dell'età del bronzo, alla diffusione delle colonie agricole in età romana, ai
dissodamenti dell'anno mille, alla produzione di carbone per sostenere la rivoluzione industriale dal
'700 in poi, fino alla crescita esponenziale della popolazione e degli insediamenti, il paesaggio
europeo è sostanzialmente caratterizzato dalla diffusa presenza dell'uomo, e i suoi boschi sono
ormai frammentati o comunque fortemente antropizzati (determinati dall'impatto umano). Alcune di
queste sono foreste di grande valore storico-culturale (si pensi alle riserve reali d'Inghilterra o alle
foreste degli ordini monastici in Italia), altre sono essenziali per la vita o la riproduzione di specie
viventi, altre ancora rappresentano un importante valore paesaggistico. Ma si tratta di foreste che
hanno perso il proprio "baricentro" originario, e crescono da secoli in stretto con la presenza umana.
Oggi 30 paesi dell’Europa occidentale e orientale non hanno più grandi foreste primarie di una certa
dimensione.
Perfino paesi come la Finlandia e la Svezia conservano appena l’uno per cento delle foreste
originarie. Solo la Russia europea può vantare ampi tratti di foresta primaria incontaminata.
Mentre i gravi problemi delle foreste tropicali sono ben conosciuti, poco si sa di quel che accade
nelle foreste boreali e temperate. Ma le residue foreste primarie europee subiscono le stesse
minacce di tutte le foreste del mondo.
I paesaggi forestali intatti d'Europa
L'ultima grande foreste primaria d'Europa combina dai tratti di foreste millenarie della Scandinavia,
con le attigue foreste della Russia europea (fino alle pendici occidentali degli Urali). Queste selve
boreali rappresentano l'ultima grande foresta europea sostanzialmente intatta e non disturbata dalle
attività industriali Queste foreste hanno assicurato per millenni la sopravvivenza a numerosi
animali e piante: orsi, scoiattoli volanti, aquile e gufi (questi ultimi ora gravemente minacciati).
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Foreste primarie are di foresta naturale determinate in gran parte da processi naturali, e con piccolo o nullo impatto delle attività
umane. I paesaggi forestali intatti sono definiti come blocchi di foresta su una superficie integra minima di 500 chilometri quadrati ed
una larghezza minima di 10 km escludendo ogni segno visibile di impatto umano (essi possono comprendere anche alcune aree non
boscate, ad esempio paludi).
Le antiche foreste boreali europee sono anche patria di decine di migliaia di popoli indigeni, come i
pastori di renne Saami delle regioni settentrionali di Svezia, Finlandia, Norvegia e nella regione
russa di Murmansk. Esse rappresentano inoltre la base delle culture tradizionali Komi e Nenets (o
Samoyeds) che vivono nella regione di Arkhangelsk e nella Repubblica Komi della Russia europea.
Gran parte delle residue foreste primarie europee si trova nel nord e nord-est della regione europea.
Più a sud, in particolare in tra la Transilvania e il Caucaso, si trovano ancora alcuni ampi
frammenti delle foreste temperate che un tempo ricoprivano l'Europa centrale e occidentale.
Ancora più a sud, sussistono ancora relitti di boscaglia subtropicale: la macchia mediterranea.
Solo il 14 per cento delle foreste europee consiste in paesaggi forestali intatti. Oltre il 90 per cento
di essi si trova nella Russia europea, ed il 3 per cento si trova in Finlandia e Svezia. Questi
paesaggi forestali intatti, che includono laghi, fiumi e paludi circondate da foreste, sono l'ultimo
rifugio di specie animali e vegetali come l'orso bruno, il cui habitat un tempo si estendeva dalla
Scandinavia alle rive del Mediterraneo.
I governi europei hanno fatto poco per assicurare la protezione delle piccole aree residuali di foresta
che si trovano nei loro territori. In Finlandia è la stessa amministrazione dei parchi a distruggere le
ultime foreste millenarie del paese, mentre la vorace industria della carta finlandese a incrementato
le importazioni di legno dalle vicine foreste della Russia. I paesi europei sono responsabili della
distruzione di almeno 15.000 ettari di foreste primarie russe ogni anno, per rifornirsi di legno e
cellulosa. Da parte sua, il governo russo è responsabile per la restante distruzione.
Il continuo degrado e la frammentazione delle foreste rappresenta una minaccia crescente per
molte specie animali e vegetali, ma anche per il modo di vita dei popoli indigeni. Ogni anno oltre
150 chilometri quadrati di paesaggi forestali intatti in Europa cade vittima delle motoseghe e le
ultime aree di paesaggi forestali intatti nella Russia europea declinano rapidamente. Il taglio di
legname, la costruzione di strade, oleodotti e ferrovie che tagliano paesaggi intatti, riducono le
foreste in frammenti sempre più piccoli. La gestione forestale in Russia è molto poco accurata, ed il
taglio a raso su vaste aree è la norma. In Finlandia alcuni degli ultimi tratti di foresta intatta,
essenziali per l'allevamento tradizionale delle renne da parte degli indigeni Sami, vengono
abbattuti dalla stessa agenzia statale.
Alcuni dati
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appena il 6.4 per cento dei paesaggi forestali europei è ancora intatto.
meno del 3 per cento dei paesaggi forestali intatti del mondo si trova in Europa.
oltre il 90 per cento dei paesaggi forestali intatti europei si trova in Russia.
36 paesi della regione non hanno più foreste intatte.
meno del 5 per cento delle foreste è ancora intatto in quattro pesi europei (Svezia,
Finlandia, Norvegia e Romania).
meno del 16 per cento delle foreste europee intatte è sottoposto a stretto regime di
protezione
oltre il 92 per cento dei paesaggi forestali intatti d'Europa fa parte del bioma forestale
boreale (Taiga).
solo l'uno per cento dei paesaggi forestali intatti d'Europa fanno parte del bioma di foreste
temperate di latifoglie e foreste a copertura mista.
LE FORESTE INTATTE DELLA ROMANIA
La Romania ospita nei Carpazi sud-occidentali uno degli ultimi vasti frammenti di foresta primaria
europea, un centinaio di chilometri quadrati sostanzialmente intatti, senza soluzione di continuità.
Questo paesaggio forestale intatto è l'habitat di un'impressionante numero di grandi mammiferi,
dall'orso bruno, al lupo, alla volpe, oltre ad ospitare numerose specie endemiche (ossia che vivono
esclusivamente in questa regione) o specie minacciate.
Circa il 70 per cento dei 100.187 ettari di foresta intatta, area si trova inclusa nei parchi nazionali di
Retezat e Domogled, a partire da quest'anno, parte del network Natura 2000. Il restante 30% però
non gode di alcuno status di protezione, e al contrario, è oggetto di progetti di 'sviluppo' formali ed
informali: da una parte il governo sta progettando la costruzione di strade e infrastrutture volte a
favorire lo sviluppo economico, al tempo stesso altri interessi favoriscono la costruzione delle
infrastrutture medesime, progettando di impiegarla per un'espansione del taglio illegale nelle foreste
intatte.
Le comunità locali vedranno ben poco dei frutti di questo 'sviluppo'. Diversi studi indicano come
potrebbero beneficiare molto di più dallo sviluppo di attività economiche legate alla valorizzazione
del patrimonio ambientale della propria regione, come ad esempio l'ecoturismo, che non da
un'incontrollata e devastante diffusione di attività economiche.
Al centro di questa invasione delle foresta vi è la costruzione della Strada Statale 66, che dovrebbe
collegare le città di Petrosani e Baile Herculane. Vecchia strada forestale degli anni '70, e
ribattezzata statale nel 19922, e che già è risultata fortemente impattante nella zona buffer del parco
nazionale di Retzat. Ora la strada continua ad avanzare con l'obiettivo di attraversare l'intero parco
nazionale di Domogled.
Se la strada dovesse veramente come previsto tagliare in due il parco nazionale e facilitare attività
quali il turismo di massa, la caccia, la produzione di legno e la conversione, il suo impatto
sull'ambiente sarebbe considerevole.
La strada per altro non è necessaria, in quanto le due città di Petrosani e Baile Herculane sono già
collegate da un'altra strada, la Strada Nazionale 67, che segue una diversa rotta evitando le aree
protette (attraverso Targu Jiu). La sua costruzione quindi non è giustificata dal punto di vista
economico. Non almeno se l'obiettivo è portare sviluppo nelle due città. Ben diverso invece è se si
tratta di creare un accesso allo sfruttamento di aree di foresta incontaminata all'interno ed all'esterno
dei parchi naturali.
Gli abitanti della regione ne trarranno ben poco beneficio. La strada, per l'altro, rischia di essere
chiusa otto mesi l'anno a causa della neve, dato che ha molti tratti in alta quota (al di sopra dei mille
metri) mentre la via alternativa evita passaggi in altitudine (una simile strada che attraversa i monti
Fagaras resta effettivamente inagibile diversi mesi l'anno per lo stesso motivo).
Benché privi della necessaria approvazione della valutazione di impatto ambientale (che per legge
deve essere valicata dall'agenzia ambientale regionale Hunedaora), e dei necessari permessi da parte
delle amministrazioni dei parchi nazionali di Retezat e Domogled-Valea Cernei, i lavori
continuano, in piena illegalità.
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Decreto governativo 856/18.10.1999 relativo a classificazione a strada statale denominata 66A, di diversi settori della
strada forestale, nei km 30+604 – km 66+204
La Guardia Ambientale ha più volte multato l'impresa che conduce i lavori, con ammende pari a
120.000 RON (circa 35.000 EUR) per la mancanza della documentazione richiesta, ma i lavoro
vanno avanti.
La strada infatti è fortemente sponsorizzata dallo stesso Presidente della Repubblica Basescu, che
vanta di averne avviato i lavori quando era Ministro dei Trasporti, nel 1999. Ed in effetti, il cantiere
è stato riaperto dopo quattro anni di sospensione dei lavori, proprio in seguito ad una visita del
Presidente nella regione nel 2006.
Le associazioni ambientalistiche della regione si battono per la sospensione dei lavori 66A e per la
protezione dell'intero paesaggio forestale intatto dei Carpazi sud-occidentali.