01a - Studio e progetto di architettura
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È difficile dire in poche parole che cosa sia l’architettura. È
certamente un “mondo“ entro cui ci si muove per produrre
degli oggetti che servono ai bisogni dell’uomo e devono
durare per un tempo più o meno lungo. La parola, che deriva
dal greco tekton (da cui anche “tettonica”), è legata all’idea di
costruire. Si potrebbe dire che l’architettura è l’arte del
costruire.
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Alcune definizioni di Architettura
Architetti rinascimentali
L’architettura è l’arte dello spazio. Leon Battista Alberti
(1406-1472)
L’architettura non è altro che l’ordine, la disposizione, la
bella apparenza, la proporzione delle parti fra loro, la
convenienza e la distribuzione. Michelangelo (1475-1564)
Architetti dell’Ottocento
L’architettura è l’applicazione dell’arte all’Ingegneria.
William Le Baron Jenney (1832-1907)
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01 - Studio e progetto di architettura
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Alcuni architetti moderni
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L’architettura è il magistrale, corretto e splendido giuoco dei
volumi nella luce. L’architettura è lo stabilire rapporti
emozionanti per mezzo dei materiali grezzi. L’architettura è
plastica. L’architettura è di là dall’utilitario. Le Corbusier
(1887-1965)
L’architettura è il vero campo di battaglia dello spirito.
L’architettura è la volontà di un’epoca tradotta in spazio;
vivente, mutevole, nuova. L’architettura è l’atto di dare un
senso a un avvenimento storico. Ludwig Mies van Der Rohe
(1886-1969)
L’architettura è la coesistenza, in un equilibrio idealmente
composto, dei fattori utilitario, economico, tecnico,
sociologico, umanistico, artistico, ed altri ancora, nessuno dei
quali deve predominare sugli altri o essere trascurato; essa è
caratterizzata dall’individualità creativa e da una formidabile
passione, da un istinto atavico a costruire. Marcel Breuer
(1902-1981)
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01 - Studio e progetto di architettura
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Alcuni architetti moderni e contemporanei
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L’architettura è: a) ispirazione poetica; b) perfetta
conoscenza e assoluta padronanza della tecnica costruttiva; c)
indice e frutto della maturità intellettuale dell’ambiente. Pier
Luigi Nervi (1891-1979)
L’architettura è incidere sull’uomo con lo spazio. Giovanni
Michelucci (1891-1990)
L’architettura non è certamente l’assetto dello spazio né
l’aggregazione dei volumi; è l’organizzazione del movimento
dell’uomo; essa esiste nel tempo. Philip Johnson (1906-)
L’architettura è connaturata al formarsi della civiltà ed è un
fatto permanente, universale e necessario. Aldo Rossi (19311995)
L’architettura è la relazione che unisce nel tempo le
architetture. Giorgio Grassi (1935-)
L’architettura è un rifugio con sopra le decorazioni. Robert
Venturi (1925-)
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01 - Studio e progetto di architettura
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Triade vitruviana
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Il primo vero e proprio trattatista nel campo dell’architettura
è Vitruvio, di epoca romana.
Il campo di studio dell’architettura secondo Vitruvio è così
definito nel trattato “De Architectura”, diviso in Dieci Libri.
Vitruvio è conosciuto per aver proposto un modo concettuale
di vedere gli edifici, secondo una triade.
In base a tale triade gli edifici devono essere dotati
contemporaneamente di:
utilitas (utilità, cioè funzionalità, e quindi organizzazione
distributiva),
firmitas (solidità, resistenza alle sollecitazioni ed agli agenti
esterni),
venustas (bellezza, quindi gradevolezza estetica).
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Divisione dei Dieci Libri di Architettura di Vitruvio
Libro I - Definizione e parti dell’Architettura. Scelta del sito
per gli edifici pubblici.
Libro II – De’ materiali
Libro III, IV, V, Degli Ordini e degli Edifici Pubblici
Libro VI – Degli edifici privati
Libro VII – De’ pulimenti d’intonachi e pitture
Libro VIII – Delle acque, ed Acquedotti
Libro IX – Della gnomonica
Libro X – Della meccanica: Civile e Militare
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01 - Studio e progetto di architettura
ARCHITETTURA
Origine II, 1
Divisione I, 3
Idraulica
Civile
Militare
Gnomonica IX
Fabbricazione
Teorica
Pratica
Meccanica X
Stabile I, 5
Mobile X, 13
Essa si esprime con
Requisiti I, 1
Numeri I, 1
LineeI, 2
Pianta
Alzato
Profilo
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “struttura”
Da Ludovico Quaroni, Progettare un edificio. Otto lezioni di
architettura, 1977.
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L’edificio si può associare al concetto di struttura.
La parola “struttura” è traslazione del verbo latino struere =
costruire; il primo uso è stato fatto proprio per le costruzioni
architettoniche, limitando il significato alla parte resistente
della struttura stessa.
Le prime estensioni d’uso furono fatte nelle scienze naturali
per individuare l’organizzazione fisica degli animali e delle
piante, nonché del suolo terrestre; di seguito si sono anche
indicati la composizione, l’ordine ed il modo di essere di un
organismo statale, politico, ecc.
Il concetto si estende ad ogni cosa; come una lingua è una
“organizzazione degli elementi e dei sotto-insiemi di un
insieme”, oppure un “sistema di sottoinsiemi dell’insieme, o di
un altro insieme che si ottenga da quello e da altri a esso
collegati”.
Sono stati gli studi linguistici a riportare all’architetto l’uso
della parola struttura:
“ serve a designare, in opposizione a una semplice
opposizione di elementi, un tutto formato di fenomeni solidali,
tale che ciascuno dipenda dagli altri e non possa essere quello
che è se non in virtù della sua relazione, e nella sua relazione
con essi cioè un’entità autonoma di dipendenze interne”
(Hjelmslev)
In un certo senso anche la triade vitruviana concepisce
l’edificio in senso “strutturale”
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “struttura”
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Leon Battista Alberti così iniziava il terzo libro del “De re
aedificatoria”:
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“Il modo di eseguire una costruzione consiste tutto nel ricavare
da diversi materiali, disposti in un certo ordine e congiunti ad
arte, una struttura compatta e – nei limiti del possibile – integra
ed unitaria.
Si dirà integro ed unitario quel complesso che non contenga
parti scisse o separate dalle altre o fuori del loro posto, bensì in
tutta l’estensione delle sue linee dimostri coerenza e necessità
Bisogna quindi ricercare, nella struttura, quali siano le parti
fondamentali, quali il loro ordinamento, quali le linee di cui si
compongono”.
Alberti usa le parole latine structura e constructio a proposito di
problemi costruttivi, ma è facile leggere il passo riferendosi
anche agli aspetti funzionali o estetici. Egli considera il concetto
di edificio come organismo unitario, che è sinonimo di
struttura.
Organismo era parola nata dall’ideologia nel Rinascimento, ma
anche prima nel Medioevo e nell’antichità, voleva rapportare
ogni opera creata dall’uomo alla struttura del corpo umano.
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Un edificio è dunque una struttura nel senso che ogni spazio ed
ogni membratura devono essere in rapporto stretto
rispettivamente con tutti gli altri e le altre e con l’insieme.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “struttura”
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In sostanza la struttura di relazioni rappresentata dall’edificio è
divisibile, seguendo logicamente la tripartizione vitruviana ma
interpretandola con una terminologia moderna, in:
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Struttura di spazi: organizzati in stretta relazione con la
struttura sociale-istituzionale. Il contenitore è idoneo alle
funzioni sociali che vi si svolgeranno.
Struttura tecnologica: capace di realizzare materialmente gli
spazi (separazione e comunicazione tra loro e tra interno ed
eterno), difendendoli dal tempo e dagli agenti atmosferici.
Struttura figurativa: usando i termini dell’arte figurativa,
intendendo la parola “figura” come “immagine”, in quanto
l’architettura rappresenta le finalità ed i modi per e con cui una
cultura l’ha voluta.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “tipo” o “modello”
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Un altro modo di concepire concettualmente un edificio, sia
perché se ne osserva uno esistente, sia perché se ne vuole
progettare uno nuovo, è quello di associarlo all’idea di tipo o di
modello.
Nel processo di ideazione progettuale risulta importante il
concetto di tipo edilizio. Il tipo edilizio è il riconoscimento di
un oggetto edilizio (un edificio) attraverso i propri caratteri
morfologici e funzionali. Tanti edifici con caratteristiche simili
e comuni generano un tipo edilizio. La tipologia è l’insieme dei
tipi riconosciuti, è la classificazione dei diversi tipi edilizi.
Il tipo è quindi un’astrazione logica fatta per potere comparare
e accomunare tra loro edifici diversi e quindi classificarli, e
basata sull’analisi della realtà. Ma soprattutto è il riferimento
culturale, la schematizzazione logica che usiamo quando
vogliamo progettare un nuovo edificio (per es. il tipo “casa a
schiera“, oppure il tipo “palazzina“ o “villetta“ - gli ultimi due
in realtà non molto corretti). Per questo motivo diventa un
riferimento astratto, generale.
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Il modello è invece un modo di riconoscere un oggetto o di
proporne uno nuovo attraverso un riferimento culturale unico e
ben preciso, che ha un riscontro oggettivo nella realtà.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “tipo” o “modello”
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Per Quatremère de Quincy, Dizionario storico dell’architettura:
“La parola tipo non rappresenta tanto l’immagine di una cosa
da copiarsi o da imitarsi perfettamente quanto l’idea di un
elemento che deve esso stesso servire di regola al modello… Il
modello inteso secondo l’esecuzione pratica dell’arte, è un
oggetto che si deve ripetere tal quale è; il tipo è, per contrario,
un oggetto secondo il quale ognuno può concepire delle opere
che non si assomiglieranno punto tra loro. Tutto è preciso e
dato nel modello; tutto è più o meno vago nel tipo”.
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La concezione di Quatremère de Quincy, che relega il tipo a
puro strumento astratto e classificatorio, esasperando i caratteri
di singolarità, concretezza e perfezione ed esemplarità del
modello, costituisce comunque un’ottima base di riferimento
dei termini tipo e modello, avendo perduto oggi d’importanza
l’accentuazione del concetto di imitazione come base del
processo artistico, la quale è la caratteristica più tipica del
pensiero classico sull’arte.
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In base a tale definizione la casa a schiera è un tipo edilizio,
l’Unità d’abitazione di Le Corbusier un modello.
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01 - Studio e progetto di architettura
L’Unità d’Abitazione di Marsiglia di Le Corbusier può costituire
un modello per il progetto di un “condominio“ attuale.
L’edificio era proprio una “macchina per abitare”, con
appartamenti su due livelli e negozi ed uffici. Il tutto attorno a
corridoi che sull’asse longitudinale un piano si ed uno no.
Un transatlantico è stato a sua volta un “modello” per il progetto
dell’Unitè d’Habitation di Le Corbusier, come affermato dallo
stesso autore.
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01 - Studio e progetto di architettura
Unità d’Abitazione di Marsiglia, Le Corbusier
A sinistra piante degli appartamenti dell’Unità d’Abitazione.
Gli appartamenti sono disposti su due livelli (duplex).
Al centro i cosiddetti “pilotis” (pilieri, pilastri, o piloni),
elementi strutturali che staccano l’edificio da terra, e
costituiscono l’embrione concettuale degli odierni pilastri alla
base di molti nostri “condomini moderni“ attuali.
A destra il tetto orizzontale, che funge da piazza aperta ed
accoglie inoltre spazi di servizio comuni per le persone che
abitano nell’edificio (asilo, negozi, palestra, ritrovo, ecc.). Un
principio di Le Corbusier era l’uso del “tetto giardino“.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Voce Tipologia: (Giulio Carlo Argan, Enciclopedia
Universale dell’Arte, Roma, Venezia, 1960)
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“Tipologia. Il termine tipologia significa studio dei tipi (dal
greco impronta, modello, poi anche figura). Pertanto la
tipologia, intesa nell’accezione comune, come in quella
specifica della storia e della critica dell’arte, considera gli
oggetti della produzione nei loro aspetti formali di serie,
dovuti a una funzione comune o a una reciproca imitazione, in
contrasto con gli aspetti individuali.
Da ciò si deduce una certa implicita antinomia fra tipologia e
invenzione artistica.
Ovviamente, il concetto di tipologia suole essere riferito, di
preferenza, all’architettura e alle arti applicate, nelle quali la
forma funzionale dell’edificio e dell’oggetto assume un valore
di prevalente evidenza e continuità. Tuttavia, per estensione,
esso può essere applicato anche alle parti figurative, nel senso
ed entro i limiti che saranno definiti più avanti.“
“Risulta anche chiaro che il concetto di tipologia vale come
principio di classificazione dei fatti artistici secondo certe
analogie. Infatti quando si abbia di fronte un vasto insieme di
fenomeni, si avverte la necessità di raggrupparli e ordinarli per
categorie o per classi. Il raggruppamento tipologico non ha la
finalità della valutazione artistica né della definizione storica:
opere d’altissimo livello e comuni manufatti di qualsiasi
tempo e luogo possono rientrare in una medesima classe
tipologica.“
“Del resto, il criterio tipologico non conduce mai a risultati
definitivi: sia perché sono molti e diversi i temi su cui si può
procedere alla catalogazione (funzioni, strutture, planimetrie,
schemi formali, modi ornamentali ecc.) sia perché, formata
che sia una classe, è sempre possibile suddividerla
ulteriormente in altre classi più specifiche, con un processo
che si arresta soltanto davanti all’opera d’arte singola,
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all’unicum.
01 - Studio e progetto di architettura
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Voce Tipologia
(2)
Il criterio tipologico viene infatti applicato soltanto per formare
repertori: quando, dopo aver stabilito, per esempio, il tipo
dell’edificio rotondo periptero dell’architettura classica, si
passa a ricercare il prototipo o a distinguere gli esemplari greci
da quelli romani o a classificarli per funzioni, epoche e stili, si
introduce già un criterio critico-storiografico totalmente
distinto dal tipologico, che non considera l’opera originale se
non in quanto abbia dato o possa dar luogo a una serie di forme
analoghe e cioè si sia costituita o possa costituirsi come
prototipo.
Come metodo critico, infine, il punto di vista tipologico non
conduce mai a termine l’analisi dell’opera d’arte, arrestandosi a
quello che costituisce l’ultimo livello delle analogie con altre
opere.”
Un’affinità o, se si vuole, un parallelismo indubbiamente esiste
tra la tipologia, in architettura, e l’iconologia nelle arti
figurative. Può dirsi che la prescrizione o la tradizione
iconografica possono bensì costituire una condizione a priori
dell’opera figurativa o un limite dell’espressione artistica, ma
non intervengono, come la tipologia nel processo operativo
(progettistico ed esecutivo) dell’opera.
Quando il Bramante decide di costruire il tempietto di S. Pietro
in Montorio secondo il tipo del tempio rotondo classico, investe
indubbiamente nella scelta un interesse storico ed una
intenzionalità estetica e inoltre, nel momento stesso in cui pone
alla propria opera una condizione tipologica, si propone di
costituire un tipo valido per un ulteriore sviluppo”. (…)
“Vi sono dunque casi in cui la tipologia si presenta come
componente o fattore del procedimento artistico o come
determinante, sia pure parziale, del valore estetico”.
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01 - Studio e progetto di architettura
Tempietto di S. Pietro in Montorio,
Roma.
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Voce Tipologia
(3)
Il concetto della vaghezza o genericità del tipo, che dunque
non può influire direttamente sull’invenzione e la qualità
estetica delle forme, spiega anche la genesi, il suo modo di
formarsi. Esso, ovviamente, non è formulato a priori, ma
sempre dedotto da una serie di esemplari. Il tipo del tempio
rotondo non è mai identificabile con questo o quel tempio
rotondo, anche se un determinato edificio possa avere avuto e
conservare un’importanza particolare nella costituzione dello
schema, ma è sempre il risultato di un confronto e quasi di
una sovrapposizione selettiva di tutti i templi rotondi. La
nascita di un tipo è dunque condizionata dal fatto che esista
una serie di edifici aventi tra loro un’evidente analogia
funzionale e formale; in altri termini, quando un tipo si fissa
nella teoria e nella prassi architettonica esso già esiste, in una
determinata condizione storico-culturale, come risposta a una
serie di esigenze ideologiche o religiose o pratiche”
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01 - Studio e progetto di architettura
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Voce tipologia
(4)
Stando alla definizione del Quatremère, si può dire che il tipo
si costituisce nel momento stesso in cui l’arte del passato
cessa di proporsi come modello condizionante dell’artista che
opera. La scelta di un modello, infatti, implica un giudizio di
valore che riconosce la perfezione o l’esemplarità dell’opera,
sollecitando all’imitazione o all’interpretazione di essa.
Ma quando l’opera rientra nella schematicità e indistinzione
del tipo non può più esservi un giudizio di valore, né una
presa di posizione interpretativa che impegnino l’azione
individuale dell’artista: il tipo viene accettato come una
premessa, cioè come il risultato di un’indagine culturale
preliminare all’operare artistico, né può essere imitato, sia
perché manca di consistenza formale, sia perché, ove venisse
ripetuto pedissequamente, escluderebbe proprio quella
‘mimesi’ che, nella tradizione del pensiero estetico, è un
momento creativo.
Infine, il momento dell’accettazione del tipo è un momento di
sospensione del giudizio storico; e come tale è un momento
negativo, ma ‘intenzionato’, nel senso della formulazione di
un nuovo valore in quanto, per la sua stessa negatività, pone
l’artista nella condizione di dover procedere a una nuova
ideazione formale, cioè affrontare la fase attiva e non più
soltanto informativa, nella sua progettazione”.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Voce tipologia
(5)
“E’ vero che l’assunzione di un tipo come punto di partenza
della progettazione o ideazione formale non esaurisce
l’interesse dell’artista nei confronti dei dati storici, cioè non gli
impedisce di assumere o rifiutare come modello una forma
artistica determinata.
Il tempietto di S. Pietro in Montorio del Bramante, dinanzi
citato, è un esempio classico di questo processo. Esso, infatti,
dipende chiaramente da un tipo e precisamente dal tipo del
tempio rotondo periptero descritto da Vitruvio (IV, 8); ma
integra l’astrattezza del tipo ricollegandosi a modelli storici
(per es. il tempio della sibilla a Tivoli); e finalmente mira a
porsi, a un tempo, come tipo e come modello, essendo propria
del classicismo bramantesco l’aspirazione a identificare o a
riunire sincretisticamente un’antichità ideale, sostanzialmente
“tipica”, e un’antichità storica avente valore di modello
formale.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Voce tipologia
(6)
Che questa posizione sia propria del pensiero artistico del
Rinascimento, quello appunto che fonda la tipologia
architettonica classica, è dimostrato da altri fatti, dai quali
chiaramente emerge che il trattato di Vitruvio viene
considerato soprattutto come il repertorio di tutte le tipologie
classiche. Poiché però si riconosce che il trattato di Vitruvio
‘porge una grande luce, ma non tanto che basti’, si procede allo
studio dei monumenti antichi che, ridotti allo stato di rovine,
lasciano scorgere soltanto lo schema strutturale”.
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“Un caso praticamente inverso è dato dall’architettura
neoclassica, che si fonda sulla scienza dell’antichità e sulla
catalogazione delle opere antiche per tipi, ma finisce per
assumere a modello la tipologia architettonica e non
l’architettura classica, giungendo così a produrre opere che
altro non sono che la trascrizione materiale dei tipi e che
quindi mancano di quella concretezza formale che solo può
nascere (come implicitamente notava il Quatremère), al di là
del tipo”.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “tipo“ o “modello“
•
Il “tipo” edilizio si perfeziona attraverso il tempo ma si può
anche trasformare in altro, quando esigenze socialieconomiche o tecniche specifiche lo richiedano. La
permanenza del tipo edilizio per lungo tempo, naturale nelle
culture preindustriali, quando, non esistendo la figura del
progettista, l’artigianato popolare, tendeva a ripetere, con
opportuni adattamenti, lo stesso tipo consolidato, rimane
comunque ancora oggi quando il progettista non vuole
elaborare nuovi tipi o modelli.
•
La produzione di oggetti nuovi fuori da tipi di riferimento è
cosa sempre rischiosa e difficile. La rivoluzione del
cosiddetto movimento moderno è stata innanzitutto una
rivoluzione tipologica.
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Un chiarimento dei significati dovrebbe passare attraverso la
distinzione dei processi a cui i termini fanno riferimento:
procedimento artigianale, produzione industriale,
procedimento artistico.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Edificio come “tipo“ o “modello”
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La parola “modello” conserva nell’uso corrente, nonostante la
definizione di Quatremère de Quincy, il riferimento diretto e
traslato ad un’opera unica ed irriproducibile, tale da spingere
altri operatori, diversi dall’autore originario, a ripeterne alcune
delle caratteristiche (fa da modello a…) e questo proprio per il
suo carattere di perfezione, di esemplare. Ma in realtà essi
seguono nella concezione generale un “tipo“. La parola “tipo“
viene invece usata a volte con accezione simile a quella di
modello: essa implica spesso le qualità progettuali di un preciso
edificio, e cioè la messa a punto architettonica, pezzo per pezzo
in pianta, prospetto e sezioni, di un generico modello di
riferimento.
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In ogni caso la progettazione e la successiva costruzione di un
edificio dovrebbero collocare una precisa tipologia edilizia
all’interno di una morfologia urbana o territoriale, o prevista
nelle grandi scale della stessa progettazione. Da un lato la
disposizione del tipo determina praticamente certi aspetti
morfologici, dall’altro l’aspetto morfologico dovrebbe risultare
compatibile con certi aspetti tipologici.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica
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Alcuni recenti propugnatori di una “teoria dell’architettura” e
di una “scienza urbana” (studiosi come Muratori, Caniggia,
ecc.) hanno proposto, a partire dagli anni Cinquanta, la
tipologia, cioè l’analisi o lo studio dei tipi, come principio
scientifico dell’architettura. Vedi Caniggia G., Maffei G.
L., Lettura dell’edilizia di base, Marsilio, Venezia, 1979; Il
progetto nell’edilizia di base, Marsilio, Venezia, 1987.
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In questo caso il concetto di tipo è dato in parallelo ad
un’accezione di modello vicina a quella di “modello teorico”
in uso nelle discipline scientifiche. Lo studio analitico prende
il nome di “lettura”.
•
La lettura del territorio (ambiente costruito) porta al
riconoscimento dei tipi. Tale riconoscimento aiuta nella
progettazione di nuovi edifici. Secondo gli autori questi
“dovrebbero“ prendere spunto dai tipi di riferimento,
affinché la configurazione futura del territorio possa essere la
più omogenea possibile (compatibile con l’esistente),
evitando distruzioni del paesaggio e della città (come di
solito avviene).
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica
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Per questi autori il “tipo edilizio” è una sorta di progetto non
disegnato e concettuale, una sintesi della cultura edilizia di un
luogo e di un’epoca, finalizzata, nella mente dell’artefice, alla
prefigurazione dell’edificio che ci si accinge a fare.
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Dal punto di vista concettuale la produzione del tipo è frutto di
“sintesi a priori”, mentre la lettura del tipo viene intesa come
“analisi a posteriori”.
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In sostanza quando noi progettiamo astraiamo il concetto di tipo
in base a tutta l’esperienza che ci siamo fatti, ma anche in base
ad un’idea di casa “a priori” che atavicamente abbiamo dentro di
noi; quando invece analizziamo la città, procediamo attraverso
un operazione “a posteriori” di riconoscimento del tipo che
vediamo.
•
Gli edifici si possono distinguere, per Caniggia, in edilizia di
base (atta in genere alla residenza di una o più famiglie) ed in
edilizia specialistica (di norma destinati ad usi non residenziali),
creando i tipi edilizi di base ed i tipi specialistici. In base alle
teorie analitiche sulla tipologia, gli edifici studiati, che si
possono trovare all’interno di un tessuto urbano o dispersi nel
territorio, modificano le loro caratteristiche tipologiche nel
tempo in quanto si trasformano attraverso i secoli. Essi danno
origine, in tal modo, a processi tipologici.
•
I processi tipologici variano da luogo a luogo e nel tempo
(attraverso varianti nello stesso periodo di tempo – varianti
sincroniche-, ed in periodi di tempo diversi – varianti
diacroniche).
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica
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Nell’edilizia di base un processo alquanto comune è quello
che segue la legge dei successivi raddoppi: la casa a schiera si
può spesso trasformare in casa in linea, generando in tal modo
una nuova tipologia. I tipi possono essere più o meno maturi,
più o meno avanzati; gli edifici che li rappresentano possono
presentare un maggiore o minore livello di tipicità.
•
Nella lettura delle stratificazioni degli edifici, nel caso in cui
esse esistano o siano ipotizzabili, si può spesso arrivare ad
individuare le origini del tipo. Si riesce cioè a risalire al tipo
base, quello originale, in genere rappresentato dall’abitazione
monocellulare.
•
L’abitazione monocellulare si può considerare come matrice
elementare della costruzione attuale.
•
Nella storia, prima di costruire un edificio, è sempre stato
necessario concepire un percorso, cioè una struttura atta a
consentire il raggiungimento di un luogo partendo da un altro.
I percorsi si sono generati di solito congiungendo poli o
polarità (edifici o punti del territorio importanti e funzionali);
si distinguono in percorsi matrice se preesistono all’edilizia
ed in percorsi di impianto edilizio se concepiti in previsione
di un’edificazione ai loro margini.
•
Sui diversi tipi di percorso si innestano i tessuti edilizi. Altri
tipi di percorso sono quelli di collegamento tra quelli
d’impianto e, quando il tessuto è maturo, quelli di
ristrutturazione. Il modulo dell’aggregato è rappresentato dal
lotto edificato, tendente in genere ad una forma rettangolare
con affaccio sul percorso.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica
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L’analisi degli insediamenti storici italiani ha portato gli
studiosi al riconoscimento di percorsi matrice, d’impianto,
di collegamento e di ristrutturazione, e alla individuazione
di specifici tessuti urbani e del territorio.
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L’analisi tipologica è da molti ritenuta importante perché in
base a tale analisi (cioè alla lettura del territorio ed al
riconoscimento dei tipi) si può procedere per deduzione alla
progettazione del proprio edificio, in un processo di
continuità con la storia.
•
Questa è una posizione un po’ estrema che, pretendendo di
classificare ed analizzare completamente il territorio per
tipi, esclude l’affidarsi della progettazione a ‘modelli
storici’. E’ diversa la posizione di Argan, che concepisce
validi entrambi i processi: quelli che si affidano al tipo e
quelli che prendono spunto dal modello.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica (da Caniggia G., Maffei G. L., op. cit.)
A sinistra, rilievi murari a Roma, che mostrano il percorso
d’impianto ed i tipi case a schiera.
A destra: processo tipologico che ha portato da una casa a
schiera fiorentina di origine medievale (in alto a sinistra i tre
piani), ad una casa in linea, ottenuta in epoca successiva per
fusione di due case a schiera attigue (in basso due piani).
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica (da Caniggia G., Maffei G. L., op. cit.)
Figura a sinistra: esempi di abitazioni all’origine del processo
tipologico: abitazioni monocellulari, matrici elementari, poi
aggregatisi in elementi bicellulari.
Figura a destra: schema ricostruttivo delle principali mutazioni
diacroniche del tipo di base in tra aree campione a Firenze,
Roma, Genova. Il tipo a schiera prima si allunga nel lotto
perpendicolarmente alla strada, poi si fonda col tipo del lotto
attiguo.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Analisi tipologica
(da Caniggia G., Maffei G. L., op. cit.)
Figura: casa in linea fiorentina dei primi anni del secolo XX
staccata dagli edifici adiacenti e (in basso) piante di una casa
in linea milanese, corrispondente ad un pezzo di un isolato,
anch’essa dei primi anni del secolo XX. La sequenza di case
in linea in un isolato chiuso sviluppa una corte.
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