UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE DESIGN PER GLI AMBIENTI COMUNICATIVI 2009/2010
PROF.ARCH. EMANUELE TARDUCCI
FRANCESCA MURTAS [email protected]
AUGMENTED GEOMETRY & LIVE ARCHITECTURE
Case study: AntiVJ & United Visual Artist
Abstract
Questa ricerca intende presentare alcuni esempi di manipolazioni audio-visive di
spazi/eventi urbani attraverso la creazione live di architetture fittizie. In
particolare si concentra sulle opere e lo stile di due collettivi europei: Anti Vj e
UVA. Nel primo caso si tratta di un collettivo che opera esclusivamente live,
molto più di un set di vjing e molto più di una semplice performance ad una
biennale di contemporanea, i loro sono quasi diventati spettacoli che
ripropongono con successo in tutto il mondo. Dei minuti preziosi di architettura
n diretta che ormai sono diventati di culto in rete. Mentre la compagnia inglese,
UVA, ben più famosa, crea oltre che performance legate a eventi e festival anche
installazioni semipermanenti. Come i primi, anche loro hanno creato diversi
progetti che prevedevano la manipolazione dello spazio e la creazione di nuovi,
anche se meno sofisticati dal lato architettonico i loro prevedono , spesso,
l’interazione con il pubblico. Lo scopo è quindi presentare questi progetti che
propongono allo spettatore vivere e poter modificare diversamente spazi
pubblici, l’architettura non più come statica arte da ammirare ma come
esperienza.
ANTI VJ
1. TOUR DES CONVOYEURS. MUTEK festival, 2009, Montreal/Canada
2. SONGDO, 2009,New Songdo City/South Korea
3. GROTE KERK, 2009, Breda/ Netherlands
1. I ragazzi dell’AntiVj per il festival Mutek hanno dedicato la loro attenzione al
vecchio porto di Montreal ‘Old Conveyor’ creando una suggestiva performance
audio-visiva notturna utilizzando la facciata spoglia di un alto edificio dietro una
nave mercantile, proprio sul molo del porto. Sulla facciata vengono riprodotte
immagini ma soprattutto luci e figure geometriche che veloci cambiano per
formare svariate possibili strutture interne, per poi collidere fra loro ed
esplodere.
2.Mentre nella performance in Sud Corea, ‘Songdo’, l’operazione di decostruzione
e costruzione è ancora più netta. Su un complesso unico di edifici , tramite luci e
proiezioni 3D stavolta più sofisticate, si costruisce e decostruisce l’edificio: le
finestre si moltiplicano e si spostano, così blocchi di mattoni sembrano uscire
dalla struttura per poi eventualmente cadere. L’edificio cambia forma e
dimensioni attraverso le luci e i contrasti.
3. Ancora un’altra prospettiva della filosofia ANTI VJ la troviamo in Grote Kerk ,
anche stavolta un’installazione audio-visiva ma che sfrutta l’architettura interna.
Si tratta di un’installazione di luci e colori in un ambiente certo inusuale per
questo tipo di live performance: una cattedrale. Durante una decina di minuti, di
fronte ad un pubblico sorpreso dietro l’altare lungo la navata centrale sono state
proiettate immagini e parti della stessa chiesa oltre ad un particolare design di
luci volto ad esaltare la preziosità e i dettagli della costruzione oltre che
proporne diversi. I movimenti seguono, come tutte le creazioni AJ, una
composizione originale, in questo caso per organo che viene suonato dal vivo
durante l’esibizione.
IMPRESSIONI. Aspetti Emotivi
1. Gli Anti Vj sono affascinati dallo spazio e dal concetto di augmented reality, le
loro sono riflessioni su un’altra architettura al posto di quella esistente. In Tour
de Convoyeurs danno nuova vita ad un paesaggio morto e abbandonato,
immaginandosi e facendo immaginare allo spettatore un possibile edificio nelle
sue possibili varianti strutturali, nei suoi cambiamenti e nelle sua possibile
distruzione. Il risultato è efficace, un’intera area visibilmente in decadenza
sembra rinascere e raccontarsi.
2. Nel progetto Songdo, invece, le modifiche sono estetiche non funzionali, anche
in questo caso s’immaginano nuove forme e tutte le possibili varianti dell’edificio
fino a renderlo irriconoscibile , ma pare un esercizio puro, di grande perfezione
stilistica ma che non modifica anche l’ambiente esterno come nel caso del Tour
che dando vita ad un’area offre allo spettatore lo spunto per immaginare le
possibili storie che stanno dietro una costruzione.
3. La cattedrale in questo senso è un esempio ancora più forte, il risultato dei
particolari cambiamenti d’illuminazione, dei dettagli proposti e mixati con le
parti esterne dell’edificio il tutto in corrispondenza di una musica epica come
quella dell’organo, danno allo spettatore un’esperienza totale della costruzione,
restituendo un senso di sacro e una profondità che con una semplice visita non
può raggiungere. Si ha la sensazione di vivere l’architettura della chiesa, un modo
totalmente nuovo di concepire il valore di un edificio.
TECNOLOGIA
Mapping, proiezione video 3D.
Si tratta di sofisticate proiezioni di vjing di immagini e illuminazione.
RISORSE
http://www.antivj.com/
Tour de Convoyeurs : http://vimeo.com/9761848
Songdo: http://vimeo.com/10165674
Breda: http://vimeo.com/4830364
UNITED VISUAL ARTIST
CONTACT
United Visual Artists, 2008, Tokyo
Contact è un pavimento interattivo, posto in una piazza di un quartiere di Tokio,
che permette al visitatore di generare forme audio visuali tramite la sua energia
cinetica, queste forme poi a loro volta interagiscono fra loro e con quelle di altri
utenti.
La quantità e il livello di design delle forme che gli utenti possono creare è
davvero alta e variegata. Il risultato è divertente per chi lo crea, chi passa sul
pavimento ma anche per chi guarda. Non è un’esperienza che porta a socializzare
o comunicare a livello verbale, ma penso sia un’esperienza di spazio da
condividere a livello sensoriali molto ben riuscito. Gli spettatori sembrano
divertirsi e sono interessati a cosa gli altri producono e a quali forme possono
nascere dall’azione di più utenti insieme sul pavimento interattivo. Un altro
aspetto interessante e una certa autonomia che prendono le forme una volta
generate. Questi due, condivisione dell’esperienza sensoriale e parziale
autonomia del risultato prodotto dagli utenti, mi sembrano gli aspetti da
conservare del progetto.
TECNOLOGIA
Computer vision ; physical computing; un pavimento-display touch.
RISORSE
http://www.uva.co.uk/archives/74
CONCLUSIONI
Mi piace definire quella degli Anti Vj una forma, la più riuscita, di architettura
viva. Con questo termine intendo un’architettura che non è solo un disegno delle
forme legato alle funzioni, statico e perpetuo, ma un’architettura che cambia, si
muove, vive. Quante facciate, quante forme può aver un edificio? Quali funzioni
se cambiamo la sua struttura? Domande che ci portano poi a chiederci su come
noi percepiamo lo spazio, come viviamo le possibili modifiche, come cambiamo
noi abitanti di fronte ai suoi cambiamenti. Trovo quindi il lavoro AntiVj prezioso
e dal potenziale infinito. Ciò che ancora manca è però l’interazione con il
pubblico.
Non manca l’interazione, invece, nel progetto degli UVA, che nonostante non sia
epico come quelli AV, dimostra come il pubblico può cambiare uno spazio
innescando in questo caso reazioni sociali e una condivisione esperienziale e
sensoriale che non ha bisogno di parole.
Ciò che mi affascina dei progetti presentati è la loro indagine su come possiamo
vivere le forme che ci circondano in maniera mutevole e creativa rispetto alla
visione di ‘spazio’ come identità statica e pesante. Pensiamo a quanto sarebbe
interessante un’architettura viva che cambia il suo aspetto velocemente
reagendo agli input esterni. Facciate che cambiano colore in base alla luce o al
tempo, rovine che mostrano le loro possibili antiche forme, le nostre case che
cambiano dimensione secondo il nostro umore. Non sarebbe meraviglioso?
Il filone su cui ancora però manca una sperimentazione importante, e per questo
ne è la frontiera, è quello su come le persone possano modificare interagendo
con l’architettura che diventa digitale, ma che non vuole più stare dentro un pc
ma è pronta a competere con quella tradizionale al di fuori delle proiezioni in
happening o nei festival di arti elettroniche.