D. Marino G. Pizzuti: Un ripostiglio di Bronzi

annuncio pubblicitario
Rivista di Scienze Preistoriche - LVIII - 2008, 321–336
DOMENICO MARINO (1) - GERALDINE PIZZITUTTI (2)
Un ripostiglio di bronzi dal territorio a sud di
Crotone (Calabria centro-orientale)
SUMMARY - A BRONZE HOARD FROM THE AREA SOUTH OF CROTONE (EASTERN-CENTRAL CALABRIA - SOUTHERN ITALY) - The
present paper deals with the description of the hoard found at the end of 1990 in the area South of Crotone between
Capo Cimiti and Capo Rizzuto. The hoard is composed of 49 bronze objects, all in fragments, for a total weight of
5,096 kg. The finds belong to 4 different classes of materials: tools, weapons, vessels and ornaments. Between them
the class of tools is the best represented with 35 objects, 17 of them can be ascribed to shaft-hole axes. The vertical
ring handle was part of a cauldron and characterizes the hoard. It can be compared with similar goods known from
Crete and continental Greece dated to the TM IIIA.
Parole chiave: età del Bronzo, prima età del Ferro, ripostiglio, metallurgia.
Key words: Bronze age, early Iron age, hoard, metallurgy.
Il recupero di 49 reperti bronzei pertinenti
ad un ripostiglio avvenne alla fine del 19901. Non
ci sono purtroppo note né le esatte modalità né il
luogo preciso del rinvenimento, ma esso è dato
come proveniente dall’area a sud di Crotone, nei
pressi dei mitici “tre promontori degli Japigi”
nominati da Strabone (Strabone, Geografia, VI, 1,
11-12; Eforo, fr. 150, Jacoby).
Il ripostiglio ci è pervenuto probabilmente
nella sua interezza, anche se non può essere
escluso che oggetti più integri o in buono stato
di conservazione possano essere stati dispersi in
precedenza dai rinvenitori occasionali. I materiali
mostrano una patina molto simile e ciò lascia
pochi dubbi sulla loro appartenenza ad un’unica
giacitura.
Il territorio di provenienza del ripostiglio è
costellato da diversi insediamenti protostorici che
coprono un arco cronologico dal Bronzo medio alla
prima età del Ferro.
Sul Capo Cimiti è segnalato un importante
sito protostorico che ha restituito reperti inquadrabili dai momenti iniziali del Bronzo medio al
Bronzo recente avanzato.
Immediatamente a sud del Capo Cimiti sono
noti i siti di Fossa dell’Acqua e Mendolicchio databili dal Bronzo finale alla prima età del Ferro.
Tutta l’area fa parte di un più ampio progetto
di ricerca territoriale iniziato nel 1974 nella Calabria centro-orientale (Marino 2005) (fig. 1).
Il ripostiglio a sud di Crotone costituisce dunque una fonte archeologica in grado di contribuire,
attraverso la tipologia e la cronologia dei materiali
in esso contenuti, alla comprensione degli aspetti
economici ed insediativi dell’area compresa tra
Crotone, Capo Cimiti e Capo Rizzuto2.
(1)
segnalato informalmente nel corso degli scavi sul sito di Capo Piccolo,
codiretti dallo scrivente. Esso ritorna sulla scena verso la fine del 1990
quando il Gruppo Archeologico Krotoniate riuscì a portare a compimento il difficile recupero.
2
Le fonti di cui disponiamo maggiormente, in relazione a manufatti
metallici, provengono in gran parte da evidenze funerarie.
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Sede di Crotone, Via Risorgimento 121, 88900 Crotone; tel. e fax 0962/20179; e-mail:
[email protected]; [email protected]
(2)
Collaboratrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Calabria, Sede di Crotone, Via Risorgimento 121, 88900 Crotone; tel.
0984-853084; e-mail: [email protected]
1
Del rinvenimento del ripostiglio si ha notizia fin dal 1988. Esso venne
322
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
Fig. 1 - Calabria centro-orientale, carta altimetrica con distribuzione dei principali siti della prima età del Ferro: 587. Cozzo Cerasello, 588. Brugliaturo, 583. Palumbo, 586. Cozzo del Salto, 597. Serre Boscose-Fiume Nicà, 591. Sant’Elia di Cirò,
592. Cozzo del Santarello di Cirò, 598. Muzzunetti, 506. Strongoli, 505. Cersi del Russo, 504. le Murgie, 503. Casabona,
502. Zinga, 700. Timpone del Castello/Scuzza/Spartìa, 511. Timpone del Gigante, 563. Lago Ampollino - riva Nord, 544.
Lago Ampollino - riva Sud, 512. Serre d’Altilia, 514. Monte Fuscaldo, 513. Timpa della Zita, 571. Serra dell’Aranco, 573.
Timpone S. Litano, 551. Serra di Galloppà, 516. Santa Domenica, 519. Serre del Vituso, 517. Catalano, 518. Guidonello, 521.
Kroton/Crotone, 520. Vigna Nova di Crotone, 526. Manche della Vozza, 527. Capo Lacinio, 30-31-32-33-189-190. Est di San
Giovanni /Costiere, 378. Fossa dell’Acqua, 558. Corazzo, 701. Marcedusa-Battaglia, 578. Carvane, 595. Simeri Crichi, 596.
Donnomarco, 567. Tiriolo.
Eastern-central Calabria, thematic map with distribution of principal sites of the early Iron age.
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
Nel territorio di Crotone è noto un altro rinvenimento di ripostiglio riferibile, però, alla fase
finale del Bronzo antico: si tratta del ripostiglio di
Cotronei composto da due asce a margini rialzati,
6 alabarde e 1 pugnale (Tinè 1962-63, pp. 227233; Peroni 1971, 1996, p.82; Marino 1990, nota 3;
1995, 2002, pp. 375-376; Marino e Pacciarelli 1996,
pp.156-157) 3.
A nord di Crotone, nell’area di Cirò-Sant’Elia,
è noto il ripostiglio composto da sei asce bronzee
ad occhio, cinque delle quali non rifinite, datato
alla prima età del Ferro (Topa 1933-34; Peroni
1987, pp. 108-109; 1989b, p. 279; Marino 2005, pp.
455-457).
Recentemente, sempre nell’area di Cirò-
323
Sant’Elia, sono stati rinvenuti altri due ripostigli
di bronzi. Uno è composto da sei asce ad occhio
con caratteristiche simili a quelle già note4, l’altro
da uno scalpello con immanicatura a cannone e
asta a sezione quadrangolare5, un’ascia a cannone
con spalla, due asce piatte, due asce piatte a lama
espansa (Tipo Scorrano Var. C: Carancini 1984, tav.
172.4481-4482), delle quali una decorata a puntini
impressi con schema pseudo-antropomorfo, 2
punte di lancia, 1 fibula ad arco semplice, 1 fibula
serpeggiante con occhiello ed ago diritto, 1 frammento di lingotto a piccone, 1 disco forato, 1 morso
equino a filetto snodato e due montanti (Marino
2005, p. 453, nota 56).
D.M.
Fig. 2 - L’insieme dei reperti del ripostiglio.
Set of the bronze objects of the hoard.
3
Loc. Timparello dei Ladri, sulla riva Sud del Lago Ampollino, nell’area
dell’omonimo abitato. I reperti erano racchiusi entro un’olla d’impasto
in un anfratto roccioso.
4
Cinque asce ad occhio con bave di fusione ed occhio stretto o occluso
da velature di fusione, non rifinite, un’ascia ad occhio a taglio arcuato,
affilata. La somiglianza è relativa anche alla presenza, in ogni ripostiglio,
di una sola ascia finita ed affilata.
5
Dello stesso tipo degli esemplari n. 22, 23, 24 del ripostiglio qui
presentato.
324
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
CATALOGO TIPOLOGICO6
I. ASCE
a) ad occhio
01- CC1: ascia ad occhio ovale, in bronzo; lama con
bordi a spigoli vivi, espansa verso il taglio; tallone a
spigolo pronunciato, arrotondato. L’attacco della lama
è sottolineato da una sottile incisione ottenuta, forse, a
martellatura. Manca parte della lama; le superfici sono
ben conservate con patina prevalente di colore verde;
su uno degli spigoli del tallone è ben visibile l’attacco
del cono di colata.
Mis.: lungh. 12,7; largh. tallone 5,2; largh. max. lama
6,7; spess. lama 1,2; spess. lamina occhio 0,6; peso gr.
895 (fig. 3.1).
02- CC2: ascia ad occhio ovale, in bronzo; lama con bordi
smussati a sezione poligonale. Frammento pertinente a
parte della lama e dell’occhio; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 5,92; largh. 5,5-5,82; spess. 1,6-2,82; peso
gr. 490 (fig. 3.2).
03- CC9: ascia ad occhio ovale, in bronzo; tallone a spigolo pronunciato e ribattuto. Frammento pertinente al
tallone e a parte dell’occhio; patina di colore verde.
Mis.: largh. 5,45; spess. tallone 1,35; spess. lamina occhio
0,49-0,82; peso gr. 185 (fig. 3.3).
04- CC13: ascia ad occhio ovale, in bronzo, di piccole
dimensioni. Frammento pertinente a parte dell’immanicatura (tallone e occhio). Il reperto si presenta schiacciato; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 5,9; largh. 4-4,2; spess. 0,7-0,9; peso gr. 228
(fig. 3.4).
05- CC36: ascia ad occhio, in bronzo. Frammento pertinente a parte del tallone. Presenta sbavature di fusione
parzialmente eliminate con la martellatura di cui restano
segni evidenti.
Mis.: largh. max. 4; spess. tallone 1,3; spess. lamina
occhio 0,65; peso gr. 67 (fig. 3.5).
06- CC37: ascia ad occhio, in bronzo. Frammento pertinente a parte del tallone. Su una faccia sono presenti
segni di martellatura. Patina di colore verde.
Mis.: lungh. 2,1; largh. 3; spess. tallone 1,2; spess. lamina
occhio 0,4; peso gr. 42 (fig. 3.6).
07- CC11: ascia ad occhio, in bronzo; i margini della
lama si presentano non rifiniti, con sbavature di fusione.
Frammento pertinente a parte della lama in prossimità
dell’occhio; patina di colore verde.
Mis.: largh. 6,2-7; spess. 1,4-2,35; spess. lamina occhio
0,9; peso gr. 267 (fig. 3.7).
08- CC10: ascia ad occhio, in bronzo; lama a bordi
smussati. Frammento pertinente a parte della lama in
prossimità dell’occhio; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 5,85; largh. 5,5-5,8; spess. 1,35-2,2; peso gr.
302 (Fig. 3.8).
09- CC35: ascia ad occhio, in bronzo. Frammento pertinente a parte della lama e dell’occhio. Presenta sbavature di fusione e segni di colpi di martello o scalpello
per la rottura intenzionale.
6
Il numero di ciascun reperto è seguito dalla sigla del campione
relativa alle analisi metallografiche. Entrambi i numeri sono riportati
nella tavola in Appendice, ad eccezione della fibula (reperto n.27) per
la quale non è stato possibile prelevare campioni. Le misure metriche
sono espresse in cm.
Mis.: largh. 5,1-5,9; spess. 1,8-2,4; spess. all’occhio 0,7;
peso gr. 220 (fig. 3.9).
10- CC3: ascia in bronzo, probabilmente ad occhio; lama
con bordi leggermente smussati, a sezione poligonale ed
espansa verso il taglio arcuato. Frammento pertinente
a parte della lama; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 6; largh. 6,1-7,8; spess. 1,2; peso gr. 245
(fig. 3.10).
11- CC14: ascia, in bronzo; lama a taglio arcuato. Frammento pertinente a parte del tagliente della lama; patina
di colore verde.
Mis.: largh. 4,4; spess. 0,9; peso gr. 43 (fig. 3.11).
12- CC15: ascia, in bronzo; lama a taglio arcuato. Frammento pertinente a parte del tagliente della lama; patina
di colore verde.
Mis.: lungh. 2,9; largh. 2,9; spess. 1; peso gr. 47 (fig. 3.12).
13- CC12: ascia, in bronzo; lama con bordi arrotondati.
Frammento pertinente a parte della lama; patina di
colore verde.
Mis.: largh. 6,1-6,5; spess. 1,2-1,7; peso gr. 245 (fig. 3.13).
14- CC40: frammento di bronzo di forma rettangolare
irregolare forse pertinente alla lama di un’ascia di piccole dimensioni. Presenta su un lato una sbavatura di
fusione e, su una delle fratture, evidenti segni di colpi
di martello o scalpello per la rottura intenzionale.
Mis.: lungh. 2,8; largh. 3,65; spess. 1,25-1,7; peso gr. 103
(fig. 3.14).
15- CC17: frammento di forma irregolare, in bronzo;
presenta sul margine un breve tratto rifinito. Patina
di colore verde. Sono presenti tracce di colpi lungo la
frattura. Pertinente, probabilmente, ad un’ascia.
Mis.: spess. 0,85-1,3; peso gr. 107 (fig. 3.15).
16- CC16: frammento di forma rettangolare, in bronzo;
presenta fratture su due margini con tracce di colpi regolari, presumibilmente per la frammentazione. Gli altri
due margini non sono rifiniti e presentano sbavature di
fusione. Patina di colore verde. Probabilmente pertinente ad un’ascia non rifinita, ma non si può escludere la
pertinenza ad un lingotto.
Mis.: dim. 2,8x4,7; spess. 0,9-1,4; peso gr. 95 (fig. 3.16).
17- CC39: frammento di bronzo di forma rettangolare irregolare, forse pertinente alla lama di un’ascia. Presenta
irregolarità di fusione e una frattura trasversale.
Mis.: largh. 5,7; spess. 0,65-1,15; peso gr. 70 (fig. 3.17).
b) a cannone
18- CC41: frammento di oggetto a cannone, in bronzo,
pertinente a parte del fusto a sezione ovale; imboccatura
con costolatura poligonale. Potrebbe trattarsi di un’ascia
a cannone.
Mis.: lungh. 3,95; spess. al cannone 1,15; spess. all’imboccatura 1,35; peso gr. 78 (fig. 4.1).
c) piatte
19- CC43: frammento di bronzo di forma rettangolare
pertinente alla lama, piuttosto sottile e con margini
lievemente concavi, di un’ascia piatta.
Mis.: lungh. 2,65; largh. 3,1-3,3; spess. 0,4-0,5; peso gr.
23 (fig. 4.2).
20- CC44: frammento di bronzo di forma irregolare,
con un margine concavo, pertinente alla lama, piuttosto
sottile, di un’ascia piatta.
Mis.: lungh. 3; largh. 3,2; spess. 0,6; peso gr. 32 (fig. 4.3).
d) piatte ad appendici laterali
21- CC42: frammento pertinente a parte della lama di
un’ascia piatta con appendici laterali per il fissaggio
del manico.
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
Fig. 3 -Asce (1:2).
Axes (1:2).
325
326
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
Mis.: lungh. 2,2; spess. 0,95; spess. appendice 0,7; peso
gr. 24 (fig. 4.4).
II) SCALPELLI
a) con immanicatura a cannone
22- CC23: scalpello con immanicatura a cannone, in
bronzo; asta a sezione rettangolare. Frammento pertinente a parte del fusto a cannone (schiacciato), con
bavetta di fusione longitudinale, e dell’asta; patina di
colore verde.
Mis.: lungh. 8,95; largh. max. 2,8; dim. sezione asta
0,95x1,3; peso gr. 108 (fig. 4.5).
23- CC24: scalpello con immanicatura a cannone, in
bronzo; costolatura all’imboccatura del fusto a cannone. Sulla costolatura è incisa una probabile sigla (una
“X”). Frammento relativo a parte del fusto a cannone;
patina di colore verde. Pertinente ad un esemplare
simile al n. 22.
Mis.: lungh. 4,85; diam. cannone 2,89; spess. parete
cannone 0,25-0,7 (alla frattura), 0,49 (all’imboccatura);
peso gr. 85 (fig. 4.6).
24- CC25: scalpello in bronzo; asta a sezione rettangolare
con taglio leggermente arcuato; sulle facce sono presenti
sottili incisioni parallele agli spigoli. Frammento relativo
a parte dell’asta; patina di colore verde. Forse pertinente
ad un esemplare simile al n. 22.
Mis.: lungh. 7,3; dim. sezione asta 1-1,15; peso gr. 49
(fig. 4.7).
b) ad asta semplice
25- CC28: scalpello in bronzo; asta a sezione circolare
irregolare, con taglio arcuato. Frammento pertinente
all’estremità dell’asta.
Mis.: lungh. 4,25; largh. punta 0,9; spess. punta 0,11;
diam. 0,62; peso gr. 10 (fig. 4.8).
III) SGORBIE
26- CC26: sgorbia in bronzo ad asta semplice. Frammento pertinente a parte dell’asta.
Mis.: lungh. 9,1; diam. 0,7; peso gr. 25 (fig. 4.9).
27- CC27: sgorbia in bronzo ad asta semplice. Frammento pertinente all’estremità dell’asta.
Mis.: lungh. 4,65; largh. punta 0,42; diam. 0,79; peso gr.
14 (fig. 4.10).
IV) SEGHE
28- CC22: sega, in lamina di bronzo; presenta un foro per
un chiodo di fissaggio e un bottone terminale all’estremità
della lama dentellata. Quattro frammenti ricomponibili
pertinenti a parte della lama; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 15,9; largh. 2,1; spess. 0,09-0,2; peso gr. 32
(fig. 4.11).
V) FALCETTI
a) a codolo
29- CC46: falcetto con innesto a codolo, in bronzo. Frammento pertinente a parte della lama a taglio arcuato e
del codolo. Presenta due costolature, una dorsale ed
un’altra mediana, aperta a “V” verso il codolo.
Mis.: lungh. 3,8; largh. alla lama 2,65-3,1, al codolo 2,25;
spess. 0,15-0,4; peso gr. 17,5 (fig. 4.12).
b) a lingua da presa
30- CC20: falcetto a lingua da presa, in bronzo; tre costolature sulla lingua da presa; presenta un foro per il fissaggio
del manico ligneo. Frammento pertinente all’estremità
della lingua da presa; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 5; largh. 1,4-2,4; spess. 0,2-0,4; peso gr. 17,5
(fig. 4.13).
31- CC21: falcetto a lingua da presa, in bronzo; una sola
costolatura dorsale; taglio curvilineo; foro nella lingua
da presa; sul dorso frattura all’attacco di uno sperone
o lama accessoria. Frammento pertinente a parte della
lama e della lingua da presa; superfici mal conservate.
Mis.: lungh. 4; largh. 1,8-2,3; spess. 0,2-0,6; peso gr. 18
(fig. 4.14).
c) di tipologia incerta
32- CC7: falcetto in bronzo; costolatura dorsale e costolatura mediana aperta a “V” verso l’immanicatura; taglio
curvilineo. Frammento pertinente a parte della lama
presso l’immanicatura; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 6,3; largh. 2,7-3,7; spess. 0,2-0,4; peso gr.
31 (fig. 4.15).
33- CC19: falcetto in bronzo con dorso a curva interrotta; costolatura dorsale e costolatura mediana aperta a
“V” verso l’immanicatura, forse a lingua da presa, che
si innesta ad angolo retto; taglio curvilineo. Due frammenti ricomponibili pertinenti a parte della lama presso
l’immanicatura; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 5,2; largh. max. 3,1; spess. 0,15-0,3; peso
gr. 20 (fig. 4.16).
34- CC33: frammento di bronzo di forma rettangolare
irregolare forse pertinente ad una lama di falcetto. Presenta segni di colpi per rottura intenzionale.
Mis.: largh. 2,4; spess. 0,2-0,3; peso gr. 10 (fig. 4.17).
VI) MORSI EQUINI
35- CC30: morso equino, in bronzo; filetto terminante
alle due estremità con semplici spirali; sezione rettangolare.
Mis.: lungh. 9,6; dim. sezione 0,55-0,7; peso gr. 30
(fig. 4.18).
VII) CUSPIDI DI LANCIA
a) con costolatura a sezione poligonale
36- CC4: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione poligonale. Frammento pertinente
all’estremità della punta; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 10,65; largh. max. 3,85; spess. 0,69; peso gr.
63 (fig. 4.19).
37- CC5: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione poligonale. Frammento pertinente alla parte
mediana della punta; patina di colore verde.
Mis.: lungh. 5,95; largh. 3,5-4,8; spess. alla costolatura
0,7-1; peso gr. 60 (fig. 4.20).
b) con costolatura a sezione ovale
38- CC6: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione ovale schiacciata. Frammento pertinente alla
parte mediana della punta; superfici mal conservate.
Mis.: lungh. 5,7; largh. 2,8-3,75; spess. alla costolatura
0,7-0,95; peso gr. 43 (fig. 4.21).
39- CC18: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione ovale schiacciata. Frammento pertinente alla parte mediana della punta; superfici mal
conservate.
Mis.: lungh. 2,7; largh. 2,3-2,9; spess. alla costolatura
0,75-0,8; peso gr. 20 (fig. 4.22).
VIII) VASELLAME
40- CC8: ansa ad anello ovale, a sezione circolare, impostata verticalmente su una spessa piastra trapezoidale, in
bronzo. La piastra presenta tre perni passanti, ribattuti.
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
327
Fig. 4 - 1-4. Asce; 5-8. scalpelli; 9-10. sgorbie; 11. Sega; 12-17 falcetti; 18. morso equino; 19-22. cuspidi di lancia (1:2).
1-4. Axes; 5-8. chisels; 9-10. corner chisels; 11. saw blade; 12-17. sickles; 18. horse bite; 19-22. spearheads (1:2).
L’ansa presenta nella parte inferiore centrale una protuberanza pertinente al cono di colata. Sul lato posteriore
della piastra permane un frammento di lamina bronzea,
pertinente al recipiente, ancora fissata ad uno dei perni.
Superfici ben conservate di colore verde scuro.
Mis.: dim. esterne ansa 7,2x8,8; diam. sezione ansa 1,1;
lungh. piastra 14,2; largh. piastra 2,85-2,9; spess. piastra
0,5; peso gr. 315 (fig. 5.1).
41- CC34: frammento di lamina di bronzo di forma
rettangolare irregolare, pertinente con probabilità ad
un recipiente.
Mis.: dim. 2,4x2,8; spess. 0,2; peso gr. 5 (fig. 5.2).
328
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
convesso oppure di un grumo di fusione.
Mis.: dim. 2,12x3,1; spess. 0,7; peso gr. 20 (fig. 5.4).
XI) GRUMI DI FUSIONE (fig. 5.5)
44- CC32: frammento di bronzo di forma ovale, probabilmente grumo di fusione.
Mis.: dim. 2x3; spess. 1; peso gr. 23.
45- CC48: frammento di bronzo di forma ovale, probabilmente grumo di fusione.
Mis.: dim. 2,7x3,6; spess. 0,95; peso gr. 38.
46- CC47: Frammento di bronzo di forma ovale, probabilmente grumo di fusione.
Mis.: dim. 3,9x7; spess. 1,5; peso gr. 127.
XII) REPERTI NON LEGGIBILI
47- CC38: frammento di forma triangolare, in bronzo,
con fratture in più punti. Presenta sbavature di fusione.
Mis.: lungh. max. 2,7; spess. 0,7-1-1,7; peso gr. 30 (fig.
5.6).
48- CC29: frammento di bronzo. Non va escluso che
possa trattarsi della bava di fusione di un elemento
semi-cilindrico o cilindrico, non meglio specificabile,
forse un cannone.
Mis.: largh. max. 5,1; spess. max. 1; spess. frattura semicircolare 0,45; diam. arco 2,2; peso gr. 60 (fig. 5.7).
49- CC45: frammento di bronzo di forma irregolare
pertinente, forse, ad un grumo di fusione o ad un piccolo lingotto.
Mis.: largh. 2,49; spess. 0,5; peso gr. 9 (fig. 5.8).
G.P.
OSSERVAZIONI E CONFRONTI
Fig. 5 - 1. Ansa ad anello; 2. lamina di vaso; 3. fibula; 4. lingotto; 5. grumi di fusione; 6-8. reperti non leggibili (1:2).
1. Vertical ring handle; 2. bronze bowl; 3. fibula; 4. ingot; 5.
lumps of metal casting; 6-8. unrecognizable objects (1:2).
IX) FIBULE
42- CC31: fibula ad arco leggermente ingrossato e
ribassato, in bronzo. Verga a sezione ovale (al centro),
decorata a fasce di sottili linee incise alternate a tratti
risparmiati; staffa corta. Ago mancante; staffa priva della
guancia anteriore; patina di colore verde.
Mis.: lungh. arco 4; diam. max. 0,45; diam. spirale 0,72;
largh. staffa 0,7; peso gr. 8 (fig. 5.3).
X) LINGOTTI
43- CC49: frammento di bronzo di forma irregolare.
Potrebbe trattarsi di un frammento di lingotto piano-
Il reperto 01 presenta confronti con alcune
asce del ripostiglio di Cerchiara (Procopio 1953)
inquadrate sia nel gruppo delle “asce ad occhio tipo
Cerchiara” che in quello delle “asce ad occhio con
lama a bordi a spigoli vivi tipo Manduria” (Carancini 1984, pp. 205-206, 213-215. Si veda il confronto
stringente con gli esemplari n. 4278, 4279 e 4331). I
due tipi sono attribuiti all’età del Bronzo finale.
Gli esemplari 02 e 03 si inquadrano bene nel
gruppo delle “asce ad occhio tipo Cerchiara” (ibid.,
pp.205-206). Essi sono forse parte di un unico
esemplare rotto in più frammenti (fig. 3.2-3).
Tra i frammenti di asce ad occhio, alcuni
appartengono ad esemplari non rifiniti, conservanti ancora le bave di fusione e con il taglio non
battuto, né affilato. Si tratta spesso di frammenti
spezzati intenzionalmente, come attestano i segni
di scalpello lungo i margini delle fratture.
Per l’ascia a cannone 18, date le dimensioni del
frammento, l’attribuzione è incerta. È proponibile
una datazione alla prima età del Ferro. Un’ascia
con immanicatura a cannone è documentata nell’inedito 3° ripostiglio di Cirò-Sant’Elia (Marino
2005, p. 453, nota 56).
Per le asce piatte 19 e 20 è ipotizzabile, con molta
cautela, la pertinenza ad asce piatte a lama espansa,
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
ben documentate nel 3° ripostiglio di Cirò-Sant’Elia
(ibid., p. 453, nota 56). Sulla base dei pochi elementi
a disposizione si può proporre una datazione all’età
del Bronzo finale - prima età del Ferro.
Per il frammento 21 è solo ipotizzabile
l’appartenenza ad un’ascia piatta del tipo ad
appendici laterali. La posizione obliqua dello
spuntone e lo spessore della lama lo avvicinano
ad esemplari rinvenuti nel ripostiglio di Niscemi, in Sicilia, datati nell’ambito del Bronzo
fi nale (Albanese Procelli 1993, pp. 34, 78-80,
figg. 4.23; 16.5).
Per gli scalpelli con immanicatura a cannone
22, 23 e 24 è individuabile un preciso confronto con
l’unico esemplare noto in Sicilia nel ripostiglio di
Noto Antica, per il quale è proposta una datazione
al Bronzo finale. Altri precisi confronti sono con
Cuma, Francavilla Marittima e con l’inedito 3°
ripostiglio di Cirò Sant’Elia dove è documentato
un esemplare integro (ibid., pp. 55, 8-99, 230, fig.17.
NA5; Albore Livadie 1985d, p. 67, tav. XII.9,13;
Zancani Montuoro 1974-76, p. 102 ss., n.10, figg.
20-21, tav. XLII.b.; Marino 2005, p.453, nota 56).
Il tipo dello scalpello con asta semplice 25 è da
considerarsi di lunga durata data la sua presenza
in contesti sia del Bronzo recente sia del Bronzo
finale (Albanese Procelli 1993, pp. 140, 183, fig.
41.M323; Bartoloni et alii 1980, tav. XCV.1-2; Bernabò Brea e Cavalier 1980, p. 767, nn. 41-43, tav.
CCLXXXV; Macnamara 1970, fig. 2.5; Moscetta
1988, p. 60, fig. 8.33).
Scalpelli a sezione quadrangolare sono presenti nel ripostiglio di Lipari (Moscetta 1988, fig.
8.33, pp. 60, 68) e scalpelli a sezione circolare nel
ripostiglio di Surbo (MGMM, tav. XI.4, pp. 53-54),
ma si tratta di reperti tipologicamente generici.
La sega 28 è un tipo poco diffuso. Frammenti
di lame di seghe sono noti in Sicilia, nel ripostiglio
dell’Ausonio I a Lipari (Bernabò Brea e Cavalier
1980). Interessante il confronto con un esemplare
di dimensioni maggiori datato alla prima età del
Ferro rinvenuto a Este (Padova), Necropoli Casa
Ricovero (Iaia 2006, p. 191, fig. 1.7).
Per i falcetti 29, 30, 31, 32 e 33, trattandosi di
frammenti di ridotte dimensioni, è estremamente
difficile l’attribuzione certa a tipi noti. Per le caratteristiche strutturali il n. 33 potrebbe datarsi
al Bronzo finale, mentre il n. 31 potrebbe essere
attribuito alla prima età del Ferro. I frammenti 29
e 31 hanno la singolarità, per la posizione delle
costolature e dell’affilatura, di essere fusi in modo
tale da suggerirne l’uso con la mano sinistra (Bartoloni et alii 1980, tav. CII; Bernabò Brea e Cavalier
1980, p. 768, tav. CCLXXXVI.45-47; Carancini 1977,
pp. 631-641, figg. 2-3; Ponzi Bonomi 1970, pp. 131132, 152, fig. 12.8-13; Tizzoni 1984, pp. 9, 15, fig.
8.c; Marino 1995, pp. 244-245).
329
Il morso equino, tipo 35, non sembra strettamente confrontabile con esemplari noti.
Per quanto riguarda le cuspidi di lancia,
trattandosi di frammenti, è difficile l’attribuzione
certa a tipi noti. Il tipo con costolatura ovale, reperti 38 e 39, compare in Calabria nella necropoli
di Castellace, databile ad un orizzonte avanzato
dell’età del Bronzo finale. In esemplari di medie
e piccole dimensioni il tipo perdura ancora in un
momento iniziale della prima età del Ferro ed è
attestato nella necropoli di Torre Galli. Tuttavia, è
documentato anche nei momenti finali della prima
età del Ferro nella necropoli di Torano Castello.
Il tipo con costolatura poligonale, reperti 36 e 37,
compare già in contesti dell’Italia meridionale
attribuiti al terzo orizzonte del Bronzo finale.
Ambedue i tipi sono documentati nell’inedito 3°
ripostiglio di Cirò-Sant’Elia (Albanese Procelli
1993, pp. 41-48, 92-95, figg. 10-12, ivi bibl.; de La
Genière 1977, p. 407, fig. 18.6; Lo Schiavo e Peroni
1977, p. 567, fig. 10.3; Peroni 1987, pp. 104-106, 112,
figg. 89.3; 91.7-8; Tizzoni 1984, pp. 5-26, figg. 1-5;
Marino 2005, p. 453, nota 56).
Per l’ansa 40 è notevole il confronto con un
reperto analogo, ma di dimensioni inferiori, dal
ripostiglio di Contigliano (Ponzi Bonomi 1970, p.
136, figg. 13.3; 14.3,5; Vagnetti 1974, fig. 3; Lo Schiavo 1985, fig. 12.5). Significativo anche il confronto
con un altro esemplare del ripostiglio di PiedilucoContigliano (Lo Schiavo 1985, fig. 12.3)7 . Per questi
recipienti “Large bowl or cauldron with vertical
ring handles, with rectangular attachments” (ibid.
1985, p. 31) viene rilevata un’affinità tipologica con
il tipo del calderone-tripode noto a Creta e nella
Grecia continentale almeno dal TM III A (Vagnetti
1974, pp. 662-663; Lo Schiavo 1985, pp. 30-32, 63).
L’utilizzo della tecnica a cera persa è un’ulteriore
possibilità che si tratti di un oggetto importato.
La fibula 42 appartiene ad un tipo che può
essere datato, sulla base dei confronti (Lo Schiavo
1984, p. 238, fig. 8.1; Lo Schiavo tipo 190b, com. pers.
1994; Peroni 1996, p. 450, fig. 101.6), tra la fine del
XI e la prima metà del X sec. a.C. - primo Ferro 1A8,
periodo corrispondente all’arco cronologico entro il
quale è stato probabilmente deposto il ripostiglio.
D.M.
7
Per gli esemplari di Piediluco-Contigliano R. Peroni (1989b) propone
una datazione attorno al momento di passaggio tra età del Bronzo
recente e finale.
8
Secondo la nuova cronologia proposta da R. Peroni, basata sulla
dendrocronologia (Peroni 1994, pp. 210-216, figg. 79-80; 1996, p. 408,
fig. 91), ovvero sulla base delle cronologie storiche nella prima metà
del IX sec. a.C. Si veda, inoltre, la tabella schematica della cronologia
relativa dell’età del Bronzo e delle prime fasi dell’età del Ferro italiana
pubblicata da G.L. Carancini e R. Peroni (1996, p. 76).
330
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
CONSIDERAZIONI SUGLI INDICATORI DI
PRODUZIONE, DI ESTRAZIONE MINERARIA E DI
LAVORAZIONE DEI METALLI
Gran parte degli oggetti del ripostiglio sono
utensili da lavoro rotti, non più utilizzabili, e verosimilmente destinati alla rifusione. Essi comunque
ci offrono informazioni circa il genere di attività
economiche svolte nel territorio di rinvenimento
del ripostiglio.
Nel caso delle asce la distinzione tra armi,
strumenti da lavoro e elementi di rappresentanza
non è agevole (Carancini 1984, pp. 238 ss.); soprattutto per quanto riguarda il tipo delle asce ad
occhio bisogna inoltre considerare il loro utilizzo
come lingotti premonetali, in particolare nell’area
apulo-materana e calabrese dove sono presenti
reperti con foro d’immanicatura così piccolo da
non consentire l’uso dell’oggetto come arma o
come utensile (Peroni 1994a, p. 866). Nel caso del
ripostiglio a sud di Crotone non si può comunque
escludere un loro impiego nel settore agricolo e di
lavorazione del legno.
La categoria degli scalpelli ha un ruolo importante nell’ambito delle attività inerenti la falegnameria, la carpenteria, l’intaglio e la lavorazione del
metallo, pietra, osso. La classe con immanicatura
a cannone viene connessa da alcuni autori alla
lavorazione del legno o comunque di materiali
teneri (Iaia 2006 p. 192, Jacobi 1974; Mayer 1977, p.
221). Per le dimensioni, le due lame 24 e 25 possono
essere assimilate ad utensili quali bulini o ceselli,
dunque verosimilmente strumenti da intagliatore
o decoratore, mentre il taglio concavo della lama
dei due frammenti 26 e 27 ci permette di attribuire
questi ultimi alla categoria delle sgorbie, strumenti
utili per rifinire scanalature o parti arrotondate.
Anche il frammento di sega può essere riferito
ad attività relative alla lavorazione del legno, in
particolare alla fase di sgrossatura. Nel ripostiglio di Lipari frammenti di seghe sono associati
ad utensili come scalpelli e falci (Bernabò Brea e
Cavalier 1980) e la sega rinvenuta nella necropoli
di Casa Ricovero a Este (Padova) era associata
a strumenti da sgrossatura (raspe) che indicano
appunto la prima fase di lavorazione del legno
(Iaia 2006, p. 190).
L’associazione nel ripostiglio a sud di Crotone di utensili come asce, scalpelli, sgorbie e
seghe, ci offre indicazioni sull’attestazione di
attività produttive legate alla catena operativa
della falegnameria e della carpenteria, dove gli
strumenti più grandi e massicci sono utilizzati
nella lavorazione di sgrossatura e i più piccoli in
quella di rifinitura.
I frammenti di falcetti si connettono all’attività agricola, ma lo stato di frammentarietà dei
reperti non ci permette di distinguere tra veri e
propri falcetti, utilizzati per mietere, o roncole,
utilizzate invece per potare.
Un’ultima considerazione circa il ruolo misto,
artigiano/guerriero, svolto dagli individui maschili
delle comunità dell’età del Bronzo finale e della prima età del Ferro può essere fatta circa la presenza nel
ripostiglio dei quattro frammenti di punta di lancia.
Essi ci rimandano alle considerazioni di Renato Peroni sul ruolo del guerriero esteso alla maggior parte
della popolazione maschile adulta nell’area centromeridionale nella prima età del Ferro (Peroni 1989b,
pp. 494-495; Pacciarelli 2006, pp. 246-260).
G.P.
Per quanto riguarda il reperimento delle materie prime, mineralizzazioni metallifere a rame prevalente o polimetalliche sono presenti in Calabria
nell’area di Catanzaro-Tiriolo, in quella tirrenica del
Savuto e di Longobucco nella Sibaritide meridionale (Guarascio 1981, pp. 127-128, fig. 1).
Nelle ricerche condotte dallo scrivente e da
Alberto Palmieri sono state individuate tre zone
con presenza sia di siti preistorici che di mineralizzazioni metalliche: intorno al Lago Ampollino
e nella Valle Piccola, montagne della Sila centrale,
dove è stato possibile campionare molte scorie di
fusione associate a ceramica protostorica e resti di
probabili forni fusori (Marino e Palmieri 1996)9.
La disponibilità del minerale, del legname e dell’acqua fanno ritenere che le zone di produzione
primaria vadano cercate nel territorio interno.
Testimonianze di attività archeomineraria
provengono anche dai reperti archeologici. Una
significativa testimonianza della lavorazione del
bronzo nel territorio di Crotone è data dalla matrice litica per la fusione di un pugnale rinvenuta nel
sito di Capo Piccolo, attribuibile al Bronzo antico 2
(Marino 1987, p. 28; 1995, 2002, p. 377)10. Dal sito di
Praia Longa proviene un lingotto in rame di forma
sub rettangolare a sezione piano-convessa dal peso
di 11,750 kg (Marino 2005, p. 247). Un frammento
di lingotto11 di forma circolare a sezione pianoconvessa è stato rinvenuto nel sito della prima età
del Ferro di Monte Fuscaldo (fig. 1, n. 514).
Per il Bronzo finale e la prima età del Ferro
abbiamo nella zona calabro ionica un gran numero
9
Il riconoscimento e l’analisi delle scorie si deve al Dott. Alberto Palmieri
(C.N.R.-I.T.A.B.C.), che ringrazio.
10
Si tratta di una matrice che, unita ad un’altra valva, permetteva la
fusione del manico del pugnale, mentre poteva essere utilizzata su una
sola faccia, come matrice monovalva, per la fusione di una lama.
11
L’analisi metallografica del lingotto, condotta da A. Palmieri, ha dato
i seguenti risultati: As 0,0060; Au 0,0015; Sb 0,0030; Co 0,0000; Bi 0,0560;
Zn 0,0095; Pb 0,0000; Ag 0,0950; Fe 0,0000; Cu 89,8200; Sn 0,0185.
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
di ripostigli di bronzi, come quelli di Cirò-S.Elia,
che ci attestano per l’epoca una tecnologia metallurgica molto diffusa.
Le analisi metallografiche dei reperti, riportate in Appendice, sono state effettuate a cura di A.
Palmieri con l’utilizzo di uno spettrometro al plasma ICP considerando dodici elementi maggiori,
minori e in traccia (Cu, Fe, Ag, Pb, Sn, Zn, Bi, Co,
Ni, Sb, Au, As), (Marino e Palmieri 1996).
La presenza nel ripostiglio di oggetti di riutilizzo ci fa escludere a priori la possibilità di poter
ottenere dalle analisi dati certi circa la provenienza
del minerale. Tuttavia la lettura della tabella può
fornirci indicazioni sulla tecnologia relativa alla
lavorazione del metallo.
Si tratta in generale di bronzi a vario contenuto di stagno (dall’1% al 9%), di oggetti di rame
puro ed altri particolari costituiti da una lega ramepiombo o rame-piombo-argento. Fra gli elementi
minori importante risulta l’associazione As-Sb-NiPb, che in quasi tutti i campioni è presente anche
con alte percentuali, in alcuni casi l’As raggiunge
l’1,6%, l’Sb il 2,3%, il Ni l’1,1%. Il piombo che in
due campioni risulta l’elemento maggiore (17 e
28%), in tutti gli altri ha sempre un tenore elevato
con valori che raggiungono il 4%. Anche il bismuto
assume valori relativamente elevati nella maggior
parte dei campioni.
La lega rame-stagno con percentuali intorno
al 4-5% è la più diffusa tra i materiali esaminati e
appartiene prevalentemente agli scalpelli. Fra le
asce, poche sono quelle con alto tenore di stagno,
la maggior parte sono al di sotto del 4%, alcune
con valori molto bassi (0-2%). I falcetti presentano
valori bassi di stagno al di sotto del 2%. Gocce e
piccoli lingotti presentano la massima dispersione
per lo stagno con tenori che vanno dallo 0 al 9%.
I tenori bassi di stagno, potrebbero derivare da
impurità del minerale cuprifero di origine piuttosto che da aggiunte volontarie. L’associazione
di elementi minori come As-Sb-Ni-Pb-Ag, ricorre
in quasi tutti gli oggetti e può essere indicativa
dell’utilizzo di minerali da depositi polimetallici a
solfuri misti, da dove si ottiene, dopo la fusione, un
metallo che contiene ancora questa associazione.
Solo per i campioni CC4 e CC5 (punte di lancia 36 e
37), con valori rispettivamente dell’8,36% e 9,72%,
possiamo essere certi dell’aggiunta volontaria di
stagno in fase di alligazione.
Nel campione CC38 (reperto non leggibile
47) l’alta percentuale di piombo (17%) fa pensare
all’aggiunta volontaria di questo elemento. Il
campione CC45 (reperto non leggibile 49) presenta
un alto tenore di piombo (28%) associato ad un
altrettanto alto tenore di argento (29%) ed a un
basso tenore di rame (33%). Si tratta probabilmente
di una lega ottenuta volontariamente per derivare
331
un metallo più duttile e dalla colorazione argentea, adatto ad essere utilizzato per la produzione
di oggetti di prestigio e ornamenti. Nello stesso
campione si evidenzia inoltre una quantità di oro
(0,14%) superiore rispetto agli altri reperti analizzati, tutti al di sotto dello 0,092%.
Le analisi suggeriscono una tecnologia usata
per produrre rame che aggiunge o parte da minerali misti, attraversa molte fasi metallurgiche che
vanno dalla produzione del piombo o di una lega
complessa, alla fusione e rifinitura del singolo metallo e infine di nuovo alla lega ben sperimentata
rame-stagno.
Parte dei manufatti, come le asce, le lance e
gli scalpelli, appaiono fusi con matrici bivalve.
Le lance sono state probabilmente sottoposte a
successiva laminazione. I falcetti sono stati fusi
con matrice monovalva. Alcuni oggetti sono stati
rifiniti dopo la fusione, altri conservano ancora
le tipiche bave. Lo scalpello n. 23 mostra delle
sottili incisioni con evidente funzione decorativa
eseguite a bulino. La tecnica della fusione a cera
persa è utilizzata nell’ansa ad anello n. 40 in cui è
chiaramente visibile lo stacco del cono di colata.
CRONOLOGIA E CONCLUSIONI
Il rinvenimento nell’area della Calabria centro-orientale del ripostiglio a sud di Crotone, ci
attesta - per l’età del Bronzo finale e della prima età
del Ferro - un artigianato metallurgico specializzato, in grado sia di produrre localmente manufatti
di ottima qualità sia di intrattenere rapporti di
commercio e scambio con le altre comunità.
Del ripostiglio fanno parte anche grumi di
fusione e frammenti di bave di fusione asportate
dai manufatti. Questi elementi ci fanno pensare
che potrebbe trattarsi del deposito di un fonditore,
poiché la fusione del metallo lavorato, di oggetti
vecchi, danneggiati, ormai fuori uso, doveva essere
praticata diffusamente nelle officine metallurgiche.
Non è infatti pensabile che si utilizzasse sempre
metallo di nuova produzione. L’accumulazione
di rottami metallici, da immettere nuovamente
nel circuito produttivo, può essere certamente
interpretata come un aspetto non secondario
dell’economia. La spezzatura intenzionale di alcuni oggetti (in particolare asce) farebbe pensare,
d’altro canto, alla volontà di ottenere frammenti
di dimensioni costanti, ipotesi avanzata in Sicilia
per il ripostiglio di Mendolito di Adrano (Albanese
Procelli 1993, pp. 235-236), ma tale frammentazione potrebbe essere attribuita alla esclusiva necessità di rendere più facile l’immagazzinamento dei
pezzi, in attesa di poterli rifondere, o per facilitare
il loro inserimento nel crogiolo, al momento della
332
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
rifusione. R. Albanese Procelli rileva che la forma
di determinate categorie di oggetti poteva essere
sufficiente ad assicurarne la validità come mezzo
di scambio, “a prescindere dal valore ponderale
effettivo” (ibid., pp. 235-236).
Assume, quindi, un notevole significato la
presenza, nel ripostiglio in questione, di frammenti, ottenuti mediante frattura intenzionale,
di asce non rifinite e/o con occhio di dimensioni
ridotte, cioè di asce-lingotto. Possiamo ipotizzare
l’esistenza di una volontà consapevole di “suddividere” il “valore” della singola ascia, così come
è stato ipotizzato per i frammenti, volutamente
ottenuti, di lingotti (ibid., p. 235). D’altro canto, la
presenza nel ripostiglio di frammenti di oggetti
attribuibili ad un notevole arco cronologico, può
essere spiegata supponendo una loro funzione di
mezzi di scambio, in alternativa a quella di oggetti
da rifondere (Peroni 1994b, p. 86).
Lo stesso progressivo aumento, tra età del
Bronzo finale e prima età del Ferro, dei ripostigli
composti per lo più di frammenti di bronzi rispetto
a quelli costituiti esclusivamente da oggetti integri
ci attesta come le modalità commerciali ed economiche possano essersi trasformate nel tempo, con
nuovi parametri di accumulo del metallo lavorato.
Il ripostiglio a sud di Crotone ci documenta come
l’uso di tesaurizzare oggetti rotti, particolarmente
evidente nell’Italia settentrionale e centrale, sia
presente anche nella Calabria centro-orientale.
I reperti bronzei hanno un peso complessivo
di 5,096 kg. Una prima analisi ponderale del peso
di ogni singolo oggetto, al fine di individuare
eventuali multipli o frazioni utili ad indicare la
presenza fra loro di ricorrenze di peso, non ha
dato finora risultati positivi. L’acquisizione di
nuovi dati ponderali dai reperti provenienti dagli
altri ripostigli rinvenuti in Calabria, soprattutto
da quelli di Cirò-S.Elia, permetterà di estendere
la ricerca.
Tra i reperti spicca l’ansa di calderone pertinente
ad un tipo datato, come già detto, in un momento
antico del Bronzo finale. Si tratterebbe, dunque, dell’elemento più antico nell’ambito del ripostiglio.
Il ripostiglio è composto fondamentalmente
da quattro categorie di oggetti: armi, asce, utensili
e ornamenti. La caratteristica di eterogeneità e
frammentazione dei reperti avvicina il ripostiglio
a sud di Crotone ad altri dello stesso periodo12.
Va, però, sottolineata l’assenza di oggetti interi,
12
Notevole la somiglianza con ripostigli dell’Italia centrale (per le classi
di oggetti presenti e la loro frequente rottura intenzionale), piuttosto
che dell’Italia meridionale dove si nota una riduzione delle classi di
oggetti ed una ridotta presenza della frammentazione: Peroni 1969, p.
144; 1989b, p. 279.
l’elevata percentuale di asce13 e la presenza di un
unico elemento ornamentale (una fibula).
Il ripostiglio, composto da reperti frammentari, fusi male o con le bave di fusione non asportate,
quasi tutti presentanti rotture, spesso intenzionali,
è probabilmente da considerarsi il deposito di un
fonditore o di un mercante il cui intento era di
rifondere gli oggetti14.
Per concludere, la possibile presenza di oggetti importati dall’Egeo15 pone rilevanti interrogativi
sui rapporti esistenti tra il territorio di Crotone e il
Mediterraneo orientale nel Bronzo finale quando
le importazioni micenee sembrano cessare quasi
completamente (Peroni 1987, p. 98; 1989a, p. 172).
Ma il calderone a cui apparteneva l’ansa facente
parte del ripostiglio potrebbe essere arrivato
nel territorio di Crotone in un momento in cui i
rapporti con l’Egeo erano ancora molto intensi,
soprattutto se si accetta l’idea di una datazione
“alta”, tra il Bronzo medio 3 e il Bronzo recente
(Vagnetti 1974, pp. 661-666).
Altro fatto da non dimenticare è l’assenza,
allo stato attuale della ricerca, di un insediamento
chiaramente attribuibile al Bronzo finale nell’area
compresa tra Crotone e i promontori japigi16.
D.M.
13
I frammenti di asce costituiscono il 42,8% dei reperti e il loro peso
complessivo è di 3,74 kg pari al 73,3% del peso totale.
14
F. Lo Schiavo sostiene lo sviluppo e la pratica locale dell’artigianato
del bronzo: Lo Schiavo 1977, p. 567.
15
Questo dato è un’ulteriore conferma delle somiglianze con i ripostigli
dell’Italia centrale. R. Peroni a proposito di analoghi reperti dei ripostigli
di Piediluco-Contigliano ipotizza un possesso da parte di personaggi
eminenti espressione di un ceto aristocratico in formazione: Peroni
1989b, pp. 279, 293.
16
F. Lo Schiavo sottolinea che i reperti calabresi del Bronzo finale provengono da siti che si sviluppano nell’età del Ferro: Lo Schiavo 1977,
p. 551. Sul Capo Cimiti non vi sono segni di ripresa dell’insediamento
dopo il Bronzo recente, ma a Crotone sono riconoscibili nuclei di abitato
o aree di necropoli dal Bronzo recente fino al prima età del Ferro (Marino
1995, 2005). È attestata una frequentazione del Bronzo finale nel sito di
Corazzo, l’unico che mostri un’effettiva continuità d’insediamento dal
Bronzo antico fino alla prima età del Ferro: Lattanzi 1987, p. 103. Sui siti
del Bronzo recente di Capo Cimiti e Crotone cfr. Marino 1995.
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
333
APPENDICE
Analisi metallografiche
ALBERTO PALMIERI(1)
REPERTO
CAMPIONE
As
Au
Sb
Ni
Co
Bi
Zn
Pb
Ag
Fe
Cu
Sn
01 Ascia ad occhio
CC1
0,0095
0,0055
0,0015
0,0570
0,0100
0,0795
0,0065
0,4265
0,0630
0,0315
73,9200
0,2585
02 Ascia ad occhio
CC2
0,1390
0,0035
0,0580
0,0630
0,0080
0,0915
0,0030
0,9785
0,6315
0,0305
88,2600
5,3500
03 Ascia ad occhio
CC9
0,0535
0,0015
0,1105
0,0315
0,0020
0,0810
0,0075
0,0375
0,1170
0,0040
82,8900
0,7500
04 Ascia ad occhio
CC13
0,1885
0,0015
0,1685
0,0665
0,0045
0,1170
0,0025
0,5465
0,0315
0,0000
86,6100
2,4900
05 Ascia ad occhio
CC36
0,2400
0,0430
0,2315
0,0495
0,1060
0,2385
0,0080
0,6825
0,0310
1,0950
88,0200
0,3740
06 Ascia ad occhio
CC37
0,2850
0,0050
0,1220
0,0695
0,0000
0,2725
0,0025
0,6255
2,0300
0,1200
80,4300
4,1700
07 Ascia ad occhio
CC11
0,2565
0,0080
0,4195
0,1400
0,0250
0,1185
0,0090
0,5390
0,1095
0,1085
74,7600
3,0700
08 Ascia ad occhio
CC10
0,2625
0,0055
0,4635
0,1375
0,0185
0,1050
0,0075
0,7645
0,0570
0,0000
79,2600
1,6400
09 Ascia ad occhio
CC35
1,1560
0,0785
2,2905
0,8185
0,2190
0,1590
0,2010
0,1700
0,1140
0,2605
78,0300
0,0730
10 Ascia ad occhio
CC3
0,1498
0,0030
0,1020
0,0780
0,0080
0,0895
0,0050
0,4760
0,2050
0,0080
83,8800
4,9100
11 Ascia ad occhio
CC14
0,2720
0,0080
0,3685
0,1090
0,0160
0,1045
0,0070
0,4290
0,0355
0,0200
82,2300
1,4700
12 Ascia ad occhio
CC15
0,2305
0,0030
0,0965
0,0480
0,0050
0,1380
0,0100
0,7430
0,0215
0,0000
81,9000
2,4400
13 Ascia ad occhio
CC12
0,0920
0,0165
0,0385
0,0665
0,0405
0,1125
0,0095
0,3260
0,0235
0,5545
77,7000
5,1400
14 Ascia ad occhio
CC40
0,3925
0,0025
0,7220
0,1905
0,0025
0,3035
0,0045
0,1720
0,1380
0,0050
86,2800
0,3100
15 Ascia ad occhio
CC17
0,0720
0,0005
0,0285
0,0550
0,0000
0,1170
0,0100
2,3530
0,0710
0,0505
71,2200
0,0090
16 Ascia ad occhio
CC16
0,3175
0,0000
0,1720
0,0810
0,0000
0,0700
0,0095
1,8970
0,0465
0,0000
81,7800
0,1205
17 Ascia ad occhio
CC39
0,1705
0,0040
0,1135
0,0545
0,0045
0,0910
0,0060
0,3865
0,0530
0,0200
75,9000
4,6300
18 Ascia a
cannone
CC41
0,1450
0,0075
0,0000
0,0660
0,0140
0,0290
0,0105
0,3830
0,0420
0,1165
85,9800
5,0500
19 Ascia piatta
CC43
0,2070
0,0050
0,2990
0,1035
0,0015
0,0660
0,0030
0,8910
0,0500
0,0875
84,9000
2,8200
20 Ascia piatta
CC44
0,0965
0,0040
0,1275
0,0925
0,0080
0,0040
0,0075
0,5780
0,5610
0,0215
84,9200
6,1100
21 Ascia piatta
app.laterali
CC42
0,2170
0,0040
0,1945
0,0365
0,0010
1,1190
0,0100
0,8225
0,0280
0,0250
77,1900
2,1600
22 Scalpello a
cannone
CC23
0,1115
0,0275
0,0755
0,1020
0,0530
0,0915
0,0095
0,1595
0,0235
0,4135
78,0000
4,4400
23 Scalpello a
cannone
CC24
0,6485
0,0015
0,0185
0,0320
0,0000
0,1095
0,3500
0,3100
0,0630
0,1800
77,7300
5,2000
24 Scalpello a
cannone
CC25
0,2005
0,0045
0,1095
0,0560
0,0085
0,1980
0,0055
0,3225
0,4315
0,0570
84,4200
4,2000
25 Scalpello asta
semplice
CC28
0,1655
0,0110
0,0545
0,1230
0,0230
0,0510
0,0085
0,9315
0,5105
0,0495
84,6300
5,0600
26 Sgorbia
CC26
0,1570
0,0035
0,1575
0,0640
0,0065
0,1775
0,0100
0,2160
0,5825
0,0470
65,1600
4,8000
27 Sgorbia
CC27
0,1530
0,0030
0,1095
0,0675
0,0015
0,0735
0,0250
0,5905
0,1735
0,0380
83,8800
4,7700
28 Sega
CC22
0,0828
0,0045
0,0572
0,0642
0,0000
0,1502
0,0042
0,4641
0,0393
0,1299
85,9550
5,9550
29 Falcetto
CC46
0,1337
0,0010
0,2071
0,0217
0,0002
0,2023
0,0040
0,2437
0,5719
0,0013
90,4178
1,3091
30 Falcetto
CC20
0,2160
0,0024
0,4058
0,0854
0,0029
0,2964
0,0038
0,5884
0,0470
0,0154
91,4506
1,8471
(1) CNR - Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali, Montelibretti, Via Salaria Km. 29,300 - C.P. 10, 00016 Monterotondo St. (Roma); tel.
06/90625274; [email protected]
D. MARINO - G. PIZZITUTTI
334
31 Falcetto
CC21
0,6314
0,0326
1,2943
0,4384
0,0683
0,1499
0,0043
3,2108
0,1597
0,2453
86,4162
0,3201
32 Falcetto
CC7
0,3088
0,0060
0,5036
0,0456
0,0016
0,1975
0,0020
0,2956
1,2824
0,0032
89,3520
1,0000
33 Falcetto
CC19
0,1012
0,0008
0,0490
0,0303
0,0000
0,1993
0,0044
0,0786
0,0502
0,0121
85,7212
2,7957
34 Falcetto
CC33
0,2950
0,0045
0,3660
0,0965
0,0130
0,2355
0,0075
4,2580
0,2265
0,0140
83,3100
1,0100
35 Morso equino
CC30
0,1830
0,0025
0,0790
0,0670
0,0065
0,2025
0,0090
0,5140
0,1080
0,0355
85,6500
4,3400
36 Punta di lancia
CC4
0,1810
0,0025
0,1840
0,0755
0,0060
0,0995
0,0065
0,9810
0,0945
0,0205
72,6900
8,3600
37 Punta di lancia
CC5
0,0918
0,0044
0,0638
0,0508
0,0077
0,1756
0,0048
0,5069
0,2410
0,0451
76,4390
9,7235
38 Punta di lancia
CC6
0,2029
0,0034
0,2361
0,0673
0,0034
0,2327
0,0030
0,4766
0,9399
0,0181
86,0880
2,0811
39 Punta di lancia
CC18
0,1910
0,0075
0,3090
0,1215
0,0120
0,0890
0,0090
0,7620
0,6515
0,1440
73,2900
3,2800
40 Ansa
CC8
0,4850
0,0410
0,3810
0,3545
0,0645
0,0510
0,0125
0,5970
0,0320
0,5040
78,4800
5,4300
41 Lamina vaso
CC34
0,1617
0,0007
0,0189
0,0471
0,0000
0,2749
0,0017
0,2819
0,2049
0,0042
93,0801
0,0154
43 Lingotto
CC49
0,2610
0,0020
0,0710
0,0295
0,0000
0,0140
0,0095
0,2170
0,5325
0,5350
95,2200
0,0060
44 Grumo fusione
CC32
0,0750
0,0065
0,0055
0,0570
0,0100
0,0260
0,0115
0,4575
0,0695
0,0450
79,6800
6,8000
45 Grumo fusione
CC48
0,1400
0,0040
0,0124
0,0720
0,0000
0,0295
0,0090
0,1695
0,2605
0,1590
85,3800
5,4800
46 Grumo fusione
CC47
0,2385
0,0030
0,2700
0,0705
0,0065
0,0665
0,0045
0,5820
0,0825
0,0040
84,0300
0,2665
47 Reperto non
leggibile
CC38
0,6885
0,0915
0,8895
1,1520
0,1680
0,4720
0,0080
17,9700
0,1905
1,1490
73,6500
1,3500
48 Reperto non
leggibile
CC29
0,8605
0,0510
2,3115
0,6395
0,1470
0,1910
0,0105
1,5430
0,0545
0,0630
82,1700
2,0800
49 Reperto non
leggibile
CC45
1,6865
0,1400
6,5060
2,4845
0,3990
0,1425
0,0150
28,3200
29,1200
0,0390
33,0000
0,0275
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
ALBANESE PROCELLI R.M. 1989, Tripodi geometrici dal ripostiglio di bronzi del Mendolito di Adrano, MEFRA
101, 2, pp. 643-677.
ALBANESE PROCELLI R.M. 1993, Ripostigli di bronzi della
Sicilia nel Museo Archeologico di Siracusa, Palermo.
ALBORE LIVADIE 1985, Cuma preellenica, in AA.VV., Napoli
Antica, Catalogo della Mostra, Napoli, pp. 62-75.
MGMM - VAGNETTI L., a cura di, 1982, Magna Grecia e
mondo miceneo. Nuovi documenti, Catalogo della
Mostra, Taranto.
BARKER G. 1971, The first metallurgy in Italy in the light of
the metal analyses from the Pigorini Museum, BPI 80,
pp. 183-208.
BERNABÒ BREA L. 1958, La Sicilia prima dei Greci, Milano.
BERNABÒ BREA L. 1979, L’età del Bronzo tarda e finale nelle
isole Eolie, AttiIIPP XXI, pp. 571-597.
BERNABÒ BREA L., CAVALIER M. 1980, L’acropoli di Lipari
nella preistoria, Meligunìs Lipàra IV, Palermo.
BARTOLONI G., BIETTI SESTIERI A.M., FUGAZZOLA DELPINO
M.A., MORIGI GOVI C., PARISE BADONI F. 1980, a cura di,
1. Dizionari terminologici. Materiali dell’età del bronzo
finale e della prima età del ferro, ICCD, Firenze.
BIANCO PERONI V. 1977, I coltelli nell’Italia continentale,
PBF VII, 2, Monaco.
BIETTI SESTIERI A.M. 1968, Due scuri a occhio di bronzo dalla
grotta “La Zinzulusa” (Terra d’Otranto), Quaternaria
X, pp. 199-212.
BIETTI SESTIERI A.M. 1969, Ripostigli di bronzi dell’Italia
meridionale: scambi fra le due sponde dell’Adriatico,
BPI 78, pp. 259-276.
BIETTI SESTIERI A.M. 1979, I processi storici nella Sicilia
orientale fra la tarda Età del Bronzo e gli inizi dell’Età
del Ferro sulla base dei dati archeologici, AttiIIPP XXI,
pp. 599-629.
BIETTI SESTIERI A.M. 1980-81, La Sicilia e le isole Eolie e i loro
rapporti con le regioni tirreniche dell’Italia continentale
dal Neolitico alla colonizzazione greca, Kokalos 26-27,
pp. 8-66.
BIETTI SESTIERI A.M. 1982, Implicazioni del concetto di territorio in situazioni culturali complesse: le isole Eolie
nell’età del bronzo, DArch 2, pp. 39-60.
BIETTI SESTIERI A.M. 1988, The “Mycenean connection”
and its impact on the central Mediterranean societies,
DArch 6, pp. 23-51.
CARANCINI G.L. 1979, I ripostigli dell’Età del Bronzo finale,
AttiIIPP XXI, pp. 631-641.
CARANCINI G.L. 1982, Su alcuni problemi della protostoria
della Calabria, in MADDOLI G., a cura di, Temesa e il
suo territorio, Atti del Colloquio di Perugia e Trevi,
Taranto, pp. 153-165.
UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE)
CARANCINI G.L. 1984, Le asce nell’Italia continentale II, PBF
IX, 12, Monaco.
CARANCINI G.L., PERONI, R. 1996, L’Italia, AttiUISPP XIII,
11, Forlì, pp. 75-76.
DE LA GENIÈRE J. 1977, Torano Castello (Cosenza). Scavi
della necropoli (1965) e saggi in contrada Cozzo la Torre
(1967), NSc XXXI, pp. 389-422.
GIARDINO C. 1998, I metalli nel mondo antico. Introduzione
all’archeometallurgia, Roma-Bari.
IAIA C. 2006, Strumenti da lavoro nelle sepolture dell’età del
Ferro italiana, in Studi Peroni, pp. 190-201.
JACOBI G. 1974, Werkzeug und Gerät aus dem Oppidum von
Manching, Wiesbaden.
LATTANZI E. 1987, Attività della Soprintendenza Archeologica
della Calabria, Klearchos 113-116, pp. 99-111.
LO SCHIAVO F. 1984, La Daunia e l’Adriatico, AttiSEI XIII,
pp. 213-247.
LO SCHIAVO F., MACNAMARA E., VAGNETTI L. 1985, Late
Cypriot imports to Italy and their influence on local
bronzework, PBSR 53, pp. 1-71.
LO SCHIAVO F., PERONI R. 1977, Il bronzo finale in Calabria,
AttiIIPP XXI, pp. 549-569.
MACNAMARA E. 1970, A group of bronzes from Surbo: new
evidence for Aegean contacts with Apulia during Mycenean IIIB and C., PPS XXXVI, pp. 241-260.
MARAZZI M. 1988, La più antica marineria micenea in Occidente, DArch, 1, pp. 5 ss.
MARINO D. 1987, Nota preliminare sul sito protostorico di
Capo Piccolo presso Crotone, Klearchos 113-116, pp.
26-36.
MARINO D. 1990 (1991), Considerazioni sul sito protostorico
di Timpa dei Santi e il Bronzo recente nella Calabria
centro-orientale, AnnBari XXXIII, pp. 133-145.
MARINO D. 1995, La Protostoria della Calabria centro-orientale, Tesi di dottorato in Archeologia, Università
degli Studi di Roma.
MARINO D. 2002, Guerrieri e Metallurghi nella Calabria
Protostorica. L’insediamento dell’antica età del bronzo
di Timparello dei Ladri presso il Lago Ampollino (Cotronei - KR), AttiPPE V, 1, pp. 373-384.
MARINO D. 2005, Kroton prima dei Greci. La prima età
del Ferro nella Calabria centrale ionica, RSP LV, pp.
439-465.
MARINO D., BIANCO S. 1989, L’insediamento di Capo Piccolo di Isola di Capo Rizzuto (CZ), RassA 10, pp.
754-755.
MARINO D., PACCIARELLI M. 1996, Il bronzo antico in Calabria, in COCCHI GENICK D., a cura di, L’antica età del
Bronzo in Italia, Atti del Congresso, Octavo, Firenze,
pp.147-162.
MARINO D., PALMIERI A. 1996, La métallurgie de l’âge du
bronze en Calabre, in AA.VV., Bronze ’96. Colloque
International Neuchâtel et Dijon. Session de Neuchâtel.
Les analyses de composition du méta: leur apport à l’archéologie de l’âge du Bronze, Université de Neuchâtel,
Neuchâtel (prétirage).
MAYER E.F. 1977, Die Äxte und Beile in Österreich, PBF
IX, 9, München.
335
MOSCETTA M.P. 1988, Il ripostiglio di Lipari. Nuove considerazioni per un inquadramento cronologico e culturale,
DArch 6, pp. 53-78.
NAVA M.L. 1978, Ripostiglio di bronzi da Gerocarne (Catanzaro), Klearchos 77-80, pp. 113-119.
ORSI P. 1900, Ripostigli di bronzi siculi, BPI 26, pp. 164174, 267-285.
ORSI P. 1927, Nuovi ripostigli di bronzi siculi, BPI 47, pp.
35-57.
PACCIARELLI M. 2006, Sull’evoluzione dell’armamento in
Italia peninsulare e Sicilia nel bronzo tardo, in Studi
Peroni, pp. 246-260.
PERONI R. 1969, Per uno studio dell’economia di scambio
in Italia nel quadro dell’ambiente culturale dei secoli
intorno al Mille a.C., PP 125, pp. 134-160.
PERONI R. 1980, a cura di, Il Bronzo finale in Italia, Bari.
PERONI R. 1987, La Protostoria, in SETTIS S., a cura di,
Storia della Calabria Antica, 1, Reggio Calabria, pp
.66-136.
PERONI R. 1989a, Enotri, Ausoni, Itali e altre popolazioni
dell’estremo sud d’Italia, in AA.VV., Italia Omnium
terrarum parens, Scheiwiller, Milano, pp. 111-189.
PERONI R. 1989b, Protostoria dell’Italia continentale. La
penisola italiana nelle età del Bronzo e del Ferro, PCIA
IX, Roma.
PERONI R. 1994a, Le comunità enotrie della Sibaritide ed i loro
rapporti con i navigatori egei, in PERONI R., TRUCCO F.,
a cura di, Enotri e Micenei nella Sibaritide, Taranto,
pp. 831-879.
PERONI R. 1994b, Introduzione alla Protostoria Italiana,
Laterza, Roma-Bari.
PERONI R. 1996, L’Italia alle soglie della storia, Laterza,
Roma-Bari.
PERONI R. 2004, Il bronzo recente nel quadro della koinè
europea. Sistemi transculturali nell’economia, nella
società, nell’ideologia, in COCCHI GENICK D., a cura di,
L’età del bronzo recente in Italia, Atti del Congresso,
Viareggio, pp. 411-428.
PIGORINI L. 1900, Note sopra l’età del Bronzo dell’Italia
meridionale, BPI 26, pp. 6-21.
PONZI BONOMI L. 1970, Il ripostiglio di Contigliano, BPI
79, pp. 95-156.
PROCOPIO G. 1953, Cerchiara di Calabria (Cosenza). Ripostiglio di accette bronzee dell’età del ferro, BPI 63, V,
pp.153-154.
STUDI PERONI - AA.VV. 2006, Studi in onore di Renato Peroni, All’Insegna del Giglio, Firenze.
TINÉ S. 1962-63, Ripostiglio di armi da Cotronei (Catanzaro),
BPI 71-72, pp. 227-233.
TIZZONI M. 1984, Un ripostiglio di bronzi dall’Italia meridionale, Klearchos 101-104, pp.5-26.
TOPA D. 1933-34, Scoperta di una sepoltura preistorica a
Cirò (Catanzaro), Rivista di Antropologia, XXX,
pp. 345-352.
VAGNETTI L. 1974, Appunti sui bronzi egei e ciprioti del ripostiglio di Contigliano (Rieti), MEFRA 86, 2, pp. 657-671.
ZANCANI-MONTUORO P. 1974-76, Francavilla Marittima,
AttiMemMG, pp. 9-106.
Scarica