Rivista di Scienze Preistoriche - LVIII - 2008, 321–336 DOMENICO MARINO (1) - GERALDINE PIZZITUTTI (2) Un ripostiglio di bronzi dal territorio a sud di Crotone (Calabria centro-orientale) SUMMARY - A BRONZE HOARD FROM THE AREA SOUTH OF CROTONE (EASTERN-CENTRAL CALABRIA - SOUTHERN ITALY) - The present paper deals with the description of the hoard found at the end of 1990 in the area South of Crotone between Capo Cimiti and Capo Rizzuto. The hoard is composed of 49 bronze objects, all in fragments, for a total weight of 5,096 kg. The finds belong to 4 different classes of materials: tools, weapons, vessels and ornaments. Between them the class of tools is the best represented with 35 objects, 17 of them can be ascribed to shaft-hole axes. The vertical ring handle was part of a cauldron and characterizes the hoard. It can be compared with similar goods known from Crete and continental Greece dated to the TM IIIA. Parole chiave: età del Bronzo, prima età del Ferro, ripostiglio, metallurgia. Key words: Bronze age, early Iron age, hoard, metallurgy. Il recupero di 49 reperti bronzei pertinenti ad un ripostiglio avvenne alla fine del 19901. Non ci sono purtroppo note né le esatte modalità né il luogo preciso del rinvenimento, ma esso è dato come proveniente dall’area a sud di Crotone, nei pressi dei mitici “tre promontori degli Japigi” nominati da Strabone (Strabone, Geografia, VI, 1, 11-12; Eforo, fr. 150, Jacoby). Il ripostiglio ci è pervenuto probabilmente nella sua interezza, anche se non può essere escluso che oggetti più integri o in buono stato di conservazione possano essere stati dispersi in precedenza dai rinvenitori occasionali. I materiali mostrano una patina molto simile e ciò lascia pochi dubbi sulla loro appartenenza ad un’unica giacitura. Il territorio di provenienza del ripostiglio è costellato da diversi insediamenti protostorici che coprono un arco cronologico dal Bronzo medio alla prima età del Ferro. Sul Capo Cimiti è segnalato un importante sito protostorico che ha restituito reperti inquadrabili dai momenti iniziali del Bronzo medio al Bronzo recente avanzato. Immediatamente a sud del Capo Cimiti sono noti i siti di Fossa dell’Acqua e Mendolicchio databili dal Bronzo finale alla prima età del Ferro. Tutta l’area fa parte di un più ampio progetto di ricerca territoriale iniziato nel 1974 nella Calabria centro-orientale (Marino 2005) (fig. 1). Il ripostiglio a sud di Crotone costituisce dunque una fonte archeologica in grado di contribuire, attraverso la tipologia e la cronologia dei materiali in esso contenuti, alla comprensione degli aspetti economici ed insediativi dell’area compresa tra Crotone, Capo Cimiti e Capo Rizzuto2. (1) segnalato informalmente nel corso degli scavi sul sito di Capo Piccolo, codiretti dallo scrivente. Esso ritorna sulla scena verso la fine del 1990 quando il Gruppo Archeologico Krotoniate riuscì a portare a compimento il difficile recupero. 2 Le fonti di cui disponiamo maggiormente, in relazione a manufatti metallici, provengono in gran parte da evidenze funerarie. Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Sede di Crotone, Via Risorgimento 121, 88900 Crotone; tel. e fax 0962/20179; e-mail: [email protected]; [email protected] (2) Collaboratrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Sede di Crotone, Via Risorgimento 121, 88900 Crotone; tel. 0984-853084; e-mail: [email protected] 1 Del rinvenimento del ripostiglio si ha notizia fin dal 1988. Esso venne 322 D. MARINO - G. PIZZITUTTI Fig. 1 - Calabria centro-orientale, carta altimetrica con distribuzione dei principali siti della prima età del Ferro: 587. Cozzo Cerasello, 588. Brugliaturo, 583. Palumbo, 586. Cozzo del Salto, 597. Serre Boscose-Fiume Nicà, 591. Sant’Elia di Cirò, 592. Cozzo del Santarello di Cirò, 598. Muzzunetti, 506. Strongoli, 505. Cersi del Russo, 504. le Murgie, 503. Casabona, 502. Zinga, 700. Timpone del Castello/Scuzza/Spartìa, 511. Timpone del Gigante, 563. Lago Ampollino - riva Nord, 544. Lago Ampollino - riva Sud, 512. Serre d’Altilia, 514. Monte Fuscaldo, 513. Timpa della Zita, 571. Serra dell’Aranco, 573. Timpone S. Litano, 551. Serra di Galloppà, 516. Santa Domenica, 519. Serre del Vituso, 517. Catalano, 518. Guidonello, 521. Kroton/Crotone, 520. Vigna Nova di Crotone, 526. Manche della Vozza, 527. Capo Lacinio, 30-31-32-33-189-190. Est di San Giovanni /Costiere, 378. Fossa dell’Acqua, 558. Corazzo, 701. Marcedusa-Battaglia, 578. Carvane, 595. Simeri Crichi, 596. Donnomarco, 567. Tiriolo. Eastern-central Calabria, thematic map with distribution of principal sites of the early Iron age. UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE) Nel territorio di Crotone è noto un altro rinvenimento di ripostiglio riferibile, però, alla fase finale del Bronzo antico: si tratta del ripostiglio di Cotronei composto da due asce a margini rialzati, 6 alabarde e 1 pugnale (Tinè 1962-63, pp. 227233; Peroni 1971, 1996, p.82; Marino 1990, nota 3; 1995, 2002, pp. 375-376; Marino e Pacciarelli 1996, pp.156-157) 3. A nord di Crotone, nell’area di Cirò-Sant’Elia, è noto il ripostiglio composto da sei asce bronzee ad occhio, cinque delle quali non rifinite, datato alla prima età del Ferro (Topa 1933-34; Peroni 1987, pp. 108-109; 1989b, p. 279; Marino 2005, pp. 455-457). Recentemente, sempre nell’area di Cirò- 323 Sant’Elia, sono stati rinvenuti altri due ripostigli di bronzi. Uno è composto da sei asce ad occhio con caratteristiche simili a quelle già note4, l’altro da uno scalpello con immanicatura a cannone e asta a sezione quadrangolare5, un’ascia a cannone con spalla, due asce piatte, due asce piatte a lama espansa (Tipo Scorrano Var. C: Carancini 1984, tav. 172.4481-4482), delle quali una decorata a puntini impressi con schema pseudo-antropomorfo, 2 punte di lancia, 1 fibula ad arco semplice, 1 fibula serpeggiante con occhiello ed ago diritto, 1 frammento di lingotto a piccone, 1 disco forato, 1 morso equino a filetto snodato e due montanti (Marino 2005, p. 453, nota 56). D.M. Fig. 2 - L’insieme dei reperti del ripostiglio. Set of the bronze objects of the hoard. 3 Loc. Timparello dei Ladri, sulla riva Sud del Lago Ampollino, nell’area dell’omonimo abitato. I reperti erano racchiusi entro un’olla d’impasto in un anfratto roccioso. 4 Cinque asce ad occhio con bave di fusione ed occhio stretto o occluso da velature di fusione, non rifinite, un’ascia ad occhio a taglio arcuato, affilata. La somiglianza è relativa anche alla presenza, in ogni ripostiglio, di una sola ascia finita ed affilata. 5 Dello stesso tipo degli esemplari n. 22, 23, 24 del ripostiglio qui presentato. 324 D. MARINO - G. PIZZITUTTI CATALOGO TIPOLOGICO6 I. ASCE a) ad occhio 01- CC1: ascia ad occhio ovale, in bronzo; lama con bordi a spigoli vivi, espansa verso il taglio; tallone a spigolo pronunciato, arrotondato. L’attacco della lama è sottolineato da una sottile incisione ottenuta, forse, a martellatura. Manca parte della lama; le superfici sono ben conservate con patina prevalente di colore verde; su uno degli spigoli del tallone è ben visibile l’attacco del cono di colata. Mis.: lungh. 12,7; largh. tallone 5,2; largh. max. lama 6,7; spess. lama 1,2; spess. lamina occhio 0,6; peso gr. 895 (fig. 3.1). 02- CC2: ascia ad occhio ovale, in bronzo; lama con bordi smussati a sezione poligonale. Frammento pertinente a parte della lama e dell’occhio; patina di colore verde. Mis.: lungh. 5,92; largh. 5,5-5,82; spess. 1,6-2,82; peso gr. 490 (fig. 3.2). 03- CC9: ascia ad occhio ovale, in bronzo; tallone a spigolo pronunciato e ribattuto. Frammento pertinente al tallone e a parte dell’occhio; patina di colore verde. Mis.: largh. 5,45; spess. tallone 1,35; spess. lamina occhio 0,49-0,82; peso gr. 185 (fig. 3.3). 04- CC13: ascia ad occhio ovale, in bronzo, di piccole dimensioni. Frammento pertinente a parte dell’immanicatura (tallone e occhio). Il reperto si presenta schiacciato; patina di colore verde. Mis.: lungh. 5,9; largh. 4-4,2; spess. 0,7-0,9; peso gr. 228 (fig. 3.4). 05- CC36: ascia ad occhio, in bronzo. Frammento pertinente a parte del tallone. Presenta sbavature di fusione parzialmente eliminate con la martellatura di cui restano segni evidenti. Mis.: largh. max. 4; spess. tallone 1,3; spess. lamina occhio 0,65; peso gr. 67 (fig. 3.5). 06- CC37: ascia ad occhio, in bronzo. Frammento pertinente a parte del tallone. Su una faccia sono presenti segni di martellatura. Patina di colore verde. Mis.: lungh. 2,1; largh. 3; spess. tallone 1,2; spess. lamina occhio 0,4; peso gr. 42 (fig. 3.6). 07- CC11: ascia ad occhio, in bronzo; i margini della lama si presentano non rifiniti, con sbavature di fusione. Frammento pertinente a parte della lama in prossimità dell’occhio; patina di colore verde. Mis.: largh. 6,2-7; spess. 1,4-2,35; spess. lamina occhio 0,9; peso gr. 267 (fig. 3.7). 08- CC10: ascia ad occhio, in bronzo; lama a bordi smussati. Frammento pertinente a parte della lama in prossimità dell’occhio; patina di colore verde. Mis.: lungh. 5,85; largh. 5,5-5,8; spess. 1,35-2,2; peso gr. 302 (Fig. 3.8). 09- CC35: ascia ad occhio, in bronzo. Frammento pertinente a parte della lama e dell’occhio. Presenta sbavature di fusione e segni di colpi di martello o scalpello per la rottura intenzionale. 6 Il numero di ciascun reperto è seguito dalla sigla del campione relativa alle analisi metallografiche. Entrambi i numeri sono riportati nella tavola in Appendice, ad eccezione della fibula (reperto n.27) per la quale non è stato possibile prelevare campioni. Le misure metriche sono espresse in cm. Mis.: largh. 5,1-5,9; spess. 1,8-2,4; spess. all’occhio 0,7; peso gr. 220 (fig. 3.9). 10- CC3: ascia in bronzo, probabilmente ad occhio; lama con bordi leggermente smussati, a sezione poligonale ed espansa verso il taglio arcuato. Frammento pertinente a parte della lama; patina di colore verde. Mis.: lungh. 6; largh. 6,1-7,8; spess. 1,2; peso gr. 245 (fig. 3.10). 11- CC14: ascia, in bronzo; lama a taglio arcuato. Frammento pertinente a parte del tagliente della lama; patina di colore verde. Mis.: largh. 4,4; spess. 0,9; peso gr. 43 (fig. 3.11). 12- CC15: ascia, in bronzo; lama a taglio arcuato. Frammento pertinente a parte del tagliente della lama; patina di colore verde. Mis.: lungh. 2,9; largh. 2,9; spess. 1; peso gr. 47 (fig. 3.12). 13- CC12: ascia, in bronzo; lama con bordi arrotondati. Frammento pertinente a parte della lama; patina di colore verde. Mis.: largh. 6,1-6,5; spess. 1,2-1,7; peso gr. 245 (fig. 3.13). 14- CC40: frammento di bronzo di forma rettangolare irregolare forse pertinente alla lama di un’ascia di piccole dimensioni. Presenta su un lato una sbavatura di fusione e, su una delle fratture, evidenti segni di colpi di martello o scalpello per la rottura intenzionale. Mis.: lungh. 2,8; largh. 3,65; spess. 1,25-1,7; peso gr. 103 (fig. 3.14). 15- CC17: frammento di forma irregolare, in bronzo; presenta sul margine un breve tratto rifinito. Patina di colore verde. Sono presenti tracce di colpi lungo la frattura. Pertinente, probabilmente, ad un’ascia. Mis.: spess. 0,85-1,3; peso gr. 107 (fig. 3.15). 16- CC16: frammento di forma rettangolare, in bronzo; presenta fratture su due margini con tracce di colpi regolari, presumibilmente per la frammentazione. Gli altri due margini non sono rifiniti e presentano sbavature di fusione. Patina di colore verde. Probabilmente pertinente ad un’ascia non rifinita, ma non si può escludere la pertinenza ad un lingotto. Mis.: dim. 2,8x4,7; spess. 0,9-1,4; peso gr. 95 (fig. 3.16). 17- CC39: frammento di bronzo di forma rettangolare irregolare, forse pertinente alla lama di un’ascia. Presenta irregolarità di fusione e una frattura trasversale. Mis.: largh. 5,7; spess. 0,65-1,15; peso gr. 70 (fig. 3.17). b) a cannone 18- CC41: frammento di oggetto a cannone, in bronzo, pertinente a parte del fusto a sezione ovale; imboccatura con costolatura poligonale. Potrebbe trattarsi di un’ascia a cannone. Mis.: lungh. 3,95; spess. al cannone 1,15; spess. all’imboccatura 1,35; peso gr. 78 (fig. 4.1). c) piatte 19- CC43: frammento di bronzo di forma rettangolare pertinente alla lama, piuttosto sottile e con margini lievemente concavi, di un’ascia piatta. Mis.: lungh. 2,65; largh. 3,1-3,3; spess. 0,4-0,5; peso gr. 23 (fig. 4.2). 20- CC44: frammento di bronzo di forma irregolare, con un margine concavo, pertinente alla lama, piuttosto sottile, di un’ascia piatta. Mis.: lungh. 3; largh. 3,2; spess. 0,6; peso gr. 32 (fig. 4.3). d) piatte ad appendici laterali 21- CC42: frammento pertinente a parte della lama di un’ascia piatta con appendici laterali per il fissaggio del manico. UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE) Fig. 3 -Asce (1:2). Axes (1:2). 325 326 D. MARINO - G. PIZZITUTTI Mis.: lungh. 2,2; spess. 0,95; spess. appendice 0,7; peso gr. 24 (fig. 4.4). II) SCALPELLI a) con immanicatura a cannone 22- CC23: scalpello con immanicatura a cannone, in bronzo; asta a sezione rettangolare. Frammento pertinente a parte del fusto a cannone (schiacciato), con bavetta di fusione longitudinale, e dell’asta; patina di colore verde. Mis.: lungh. 8,95; largh. max. 2,8; dim. sezione asta 0,95x1,3; peso gr. 108 (fig. 4.5). 23- CC24: scalpello con immanicatura a cannone, in bronzo; costolatura all’imboccatura del fusto a cannone. Sulla costolatura è incisa una probabile sigla (una “X”). Frammento relativo a parte del fusto a cannone; patina di colore verde. Pertinente ad un esemplare simile al n. 22. Mis.: lungh. 4,85; diam. cannone 2,89; spess. parete cannone 0,25-0,7 (alla frattura), 0,49 (all’imboccatura); peso gr. 85 (fig. 4.6). 24- CC25: scalpello in bronzo; asta a sezione rettangolare con taglio leggermente arcuato; sulle facce sono presenti sottili incisioni parallele agli spigoli. Frammento relativo a parte dell’asta; patina di colore verde. Forse pertinente ad un esemplare simile al n. 22. Mis.: lungh. 7,3; dim. sezione asta 1-1,15; peso gr. 49 (fig. 4.7). b) ad asta semplice 25- CC28: scalpello in bronzo; asta a sezione circolare irregolare, con taglio arcuato. Frammento pertinente all’estremità dell’asta. Mis.: lungh. 4,25; largh. punta 0,9; spess. punta 0,11; diam. 0,62; peso gr. 10 (fig. 4.8). III) SGORBIE 26- CC26: sgorbia in bronzo ad asta semplice. Frammento pertinente a parte dell’asta. Mis.: lungh. 9,1; diam. 0,7; peso gr. 25 (fig. 4.9). 27- CC27: sgorbia in bronzo ad asta semplice. Frammento pertinente all’estremità dell’asta. Mis.: lungh. 4,65; largh. punta 0,42; diam. 0,79; peso gr. 14 (fig. 4.10). IV) SEGHE 28- CC22: sega, in lamina di bronzo; presenta un foro per un chiodo di fissaggio e un bottone terminale all’estremità della lama dentellata. Quattro frammenti ricomponibili pertinenti a parte della lama; patina di colore verde. Mis.: lungh. 15,9; largh. 2,1; spess. 0,09-0,2; peso gr. 32 (fig. 4.11). V) FALCETTI a) a codolo 29- CC46: falcetto con innesto a codolo, in bronzo. Frammento pertinente a parte della lama a taglio arcuato e del codolo. Presenta due costolature, una dorsale ed un’altra mediana, aperta a “V” verso il codolo. Mis.: lungh. 3,8; largh. alla lama 2,65-3,1, al codolo 2,25; spess. 0,15-0,4; peso gr. 17,5 (fig. 4.12). b) a lingua da presa 30- CC20: falcetto a lingua da presa, in bronzo; tre costolature sulla lingua da presa; presenta un foro per il fissaggio del manico ligneo. Frammento pertinente all’estremità della lingua da presa; patina di colore verde. Mis.: lungh. 5; largh. 1,4-2,4; spess. 0,2-0,4; peso gr. 17,5 (fig. 4.13). 31- CC21: falcetto a lingua da presa, in bronzo; una sola costolatura dorsale; taglio curvilineo; foro nella lingua da presa; sul dorso frattura all’attacco di uno sperone o lama accessoria. Frammento pertinente a parte della lama e della lingua da presa; superfici mal conservate. Mis.: lungh. 4; largh. 1,8-2,3; spess. 0,2-0,6; peso gr. 18 (fig. 4.14). c) di tipologia incerta 32- CC7: falcetto in bronzo; costolatura dorsale e costolatura mediana aperta a “V” verso l’immanicatura; taglio curvilineo. Frammento pertinente a parte della lama presso l’immanicatura; patina di colore verde. Mis.: lungh. 6,3; largh. 2,7-3,7; spess. 0,2-0,4; peso gr. 31 (fig. 4.15). 33- CC19: falcetto in bronzo con dorso a curva interrotta; costolatura dorsale e costolatura mediana aperta a “V” verso l’immanicatura, forse a lingua da presa, che si innesta ad angolo retto; taglio curvilineo. Due frammenti ricomponibili pertinenti a parte della lama presso l’immanicatura; patina di colore verde. Mis.: lungh. 5,2; largh. max. 3,1; spess. 0,15-0,3; peso gr. 20 (fig. 4.16). 34- CC33: frammento di bronzo di forma rettangolare irregolare forse pertinente ad una lama di falcetto. Presenta segni di colpi per rottura intenzionale. Mis.: largh. 2,4; spess. 0,2-0,3; peso gr. 10 (fig. 4.17). VI) MORSI EQUINI 35- CC30: morso equino, in bronzo; filetto terminante alle due estremità con semplici spirali; sezione rettangolare. Mis.: lungh. 9,6; dim. sezione 0,55-0,7; peso gr. 30 (fig. 4.18). VII) CUSPIDI DI LANCIA a) con costolatura a sezione poligonale 36- CC4: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione poligonale. Frammento pertinente all’estremità della punta; patina di colore verde. Mis.: lungh. 10,65; largh. max. 3,85; spess. 0,69; peso gr. 63 (fig. 4.19). 37- CC5: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione poligonale. Frammento pertinente alla parte mediana della punta; patina di colore verde. Mis.: lungh. 5,95; largh. 3,5-4,8; spess. alla costolatura 0,7-1; peso gr. 60 (fig. 4.20). b) con costolatura a sezione ovale 38- CC6: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione ovale schiacciata. Frammento pertinente alla parte mediana della punta; superfici mal conservate. Mis.: lungh. 5,7; largh. 2,8-3,75; spess. alla costolatura 0,7-0,95; peso gr. 43 (fig. 4.21). 39- CC18: punta di lancia a cannone, in bronzo; costolatura a sezione ovale schiacciata. Frammento pertinente alla parte mediana della punta; superfici mal conservate. Mis.: lungh. 2,7; largh. 2,3-2,9; spess. alla costolatura 0,75-0,8; peso gr. 20 (fig. 4.22). VIII) VASELLAME 40- CC8: ansa ad anello ovale, a sezione circolare, impostata verticalmente su una spessa piastra trapezoidale, in bronzo. La piastra presenta tre perni passanti, ribattuti. UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE) 327 Fig. 4 - 1-4. Asce; 5-8. scalpelli; 9-10. sgorbie; 11. Sega; 12-17 falcetti; 18. morso equino; 19-22. cuspidi di lancia (1:2). 1-4. Axes; 5-8. chisels; 9-10. corner chisels; 11. saw blade; 12-17. sickles; 18. horse bite; 19-22. spearheads (1:2). L’ansa presenta nella parte inferiore centrale una protuberanza pertinente al cono di colata. Sul lato posteriore della piastra permane un frammento di lamina bronzea, pertinente al recipiente, ancora fissata ad uno dei perni. Superfici ben conservate di colore verde scuro. Mis.: dim. esterne ansa 7,2x8,8; diam. sezione ansa 1,1; lungh. piastra 14,2; largh. piastra 2,85-2,9; spess. piastra 0,5; peso gr. 315 (fig. 5.1). 41- CC34: frammento di lamina di bronzo di forma rettangolare irregolare, pertinente con probabilità ad un recipiente. Mis.: dim. 2,4x2,8; spess. 0,2; peso gr. 5 (fig. 5.2). 328 D. MARINO - G. PIZZITUTTI convesso oppure di un grumo di fusione. Mis.: dim. 2,12x3,1; spess. 0,7; peso gr. 20 (fig. 5.4). XI) GRUMI DI FUSIONE (fig. 5.5) 44- CC32: frammento di bronzo di forma ovale, probabilmente grumo di fusione. Mis.: dim. 2x3; spess. 1; peso gr. 23. 45- CC48: frammento di bronzo di forma ovale, probabilmente grumo di fusione. Mis.: dim. 2,7x3,6; spess. 0,95; peso gr. 38. 46- CC47: Frammento di bronzo di forma ovale, probabilmente grumo di fusione. Mis.: dim. 3,9x7; spess. 1,5; peso gr. 127. XII) REPERTI NON LEGGIBILI 47- CC38: frammento di forma triangolare, in bronzo, con fratture in più punti. Presenta sbavature di fusione. Mis.: lungh. max. 2,7; spess. 0,7-1-1,7; peso gr. 30 (fig. 5.6). 48- CC29: frammento di bronzo. Non va escluso che possa trattarsi della bava di fusione di un elemento semi-cilindrico o cilindrico, non meglio specificabile, forse un cannone. Mis.: largh. max. 5,1; spess. max. 1; spess. frattura semicircolare 0,45; diam. arco 2,2; peso gr. 60 (fig. 5.7). 49- CC45: frammento di bronzo di forma irregolare pertinente, forse, ad un grumo di fusione o ad un piccolo lingotto. Mis.: largh. 2,49; spess. 0,5; peso gr. 9 (fig. 5.8). G.P. OSSERVAZIONI E CONFRONTI Fig. 5 - 1. Ansa ad anello; 2. lamina di vaso; 3. fibula; 4. lingotto; 5. grumi di fusione; 6-8. reperti non leggibili (1:2). 1. Vertical ring handle; 2. bronze bowl; 3. fibula; 4. ingot; 5. lumps of metal casting; 6-8. unrecognizable objects (1:2). IX) FIBULE 42- CC31: fibula ad arco leggermente ingrossato e ribassato, in bronzo. Verga a sezione ovale (al centro), decorata a fasce di sottili linee incise alternate a tratti risparmiati; staffa corta. Ago mancante; staffa priva della guancia anteriore; patina di colore verde. Mis.: lungh. arco 4; diam. max. 0,45; diam. spirale 0,72; largh. staffa 0,7; peso gr. 8 (fig. 5.3). X) LINGOTTI 43- CC49: frammento di bronzo di forma irregolare. Potrebbe trattarsi di un frammento di lingotto piano- Il reperto 01 presenta confronti con alcune asce del ripostiglio di Cerchiara (Procopio 1953) inquadrate sia nel gruppo delle “asce ad occhio tipo Cerchiara” che in quello delle “asce ad occhio con lama a bordi a spigoli vivi tipo Manduria” (Carancini 1984, pp. 205-206, 213-215. Si veda il confronto stringente con gli esemplari n. 4278, 4279 e 4331). I due tipi sono attribuiti all’età del Bronzo finale. Gli esemplari 02 e 03 si inquadrano bene nel gruppo delle “asce ad occhio tipo Cerchiara” (ibid., pp.205-206). Essi sono forse parte di un unico esemplare rotto in più frammenti (fig. 3.2-3). Tra i frammenti di asce ad occhio, alcuni appartengono ad esemplari non rifiniti, conservanti ancora le bave di fusione e con il taglio non battuto, né affilato. Si tratta spesso di frammenti spezzati intenzionalmente, come attestano i segni di scalpello lungo i margini delle fratture. Per l’ascia a cannone 18, date le dimensioni del frammento, l’attribuzione è incerta. È proponibile una datazione alla prima età del Ferro. Un’ascia con immanicatura a cannone è documentata nell’inedito 3° ripostiglio di Cirò-Sant’Elia (Marino 2005, p. 453, nota 56). Per le asce piatte 19 e 20 è ipotizzabile, con molta cautela, la pertinenza ad asce piatte a lama espansa, UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE) ben documentate nel 3° ripostiglio di Cirò-Sant’Elia (ibid., p. 453, nota 56). Sulla base dei pochi elementi a disposizione si può proporre una datazione all’età del Bronzo finale - prima età del Ferro. Per il frammento 21 è solo ipotizzabile l’appartenenza ad un’ascia piatta del tipo ad appendici laterali. La posizione obliqua dello spuntone e lo spessore della lama lo avvicinano ad esemplari rinvenuti nel ripostiglio di Niscemi, in Sicilia, datati nell’ambito del Bronzo fi nale (Albanese Procelli 1993, pp. 34, 78-80, figg. 4.23; 16.5). Per gli scalpelli con immanicatura a cannone 22, 23 e 24 è individuabile un preciso confronto con l’unico esemplare noto in Sicilia nel ripostiglio di Noto Antica, per il quale è proposta una datazione al Bronzo finale. Altri precisi confronti sono con Cuma, Francavilla Marittima e con l’inedito 3° ripostiglio di Cirò Sant’Elia dove è documentato un esemplare integro (ibid., pp. 55, 8-99, 230, fig.17. NA5; Albore Livadie 1985d, p. 67, tav. XII.9,13; Zancani Montuoro 1974-76, p. 102 ss., n.10, figg. 20-21, tav. XLII.b.; Marino 2005, p.453, nota 56). Il tipo dello scalpello con asta semplice 25 è da considerarsi di lunga durata data la sua presenza in contesti sia del Bronzo recente sia del Bronzo finale (Albanese Procelli 1993, pp. 140, 183, fig. 41.M323; Bartoloni et alii 1980, tav. XCV.1-2; Bernabò Brea e Cavalier 1980, p. 767, nn. 41-43, tav. CCLXXXV; Macnamara 1970, fig. 2.5; Moscetta 1988, p. 60, fig. 8.33). Scalpelli a sezione quadrangolare sono presenti nel ripostiglio di Lipari (Moscetta 1988, fig. 8.33, pp. 60, 68) e scalpelli a sezione circolare nel ripostiglio di Surbo (MGMM, tav. XI.4, pp. 53-54), ma si tratta di reperti tipologicamente generici. La sega 28 è un tipo poco diffuso. Frammenti di lame di seghe sono noti in Sicilia, nel ripostiglio dell’Ausonio I a Lipari (Bernabò Brea e Cavalier 1980). Interessante il confronto con un esemplare di dimensioni maggiori datato alla prima età del Ferro rinvenuto a Este (Padova), Necropoli Casa Ricovero (Iaia 2006, p. 191, fig. 1.7). Per i falcetti 29, 30, 31, 32 e 33, trattandosi di frammenti di ridotte dimensioni, è estremamente difficile l’attribuzione certa a tipi noti. Per le caratteristiche strutturali il n. 33 potrebbe datarsi al Bronzo finale, mentre il n. 31 potrebbe essere attribuito alla prima età del Ferro. I frammenti 29 e 31 hanno la singolarità, per la posizione delle costolature e dell’affilatura, di essere fusi in modo tale da suggerirne l’uso con la mano sinistra (Bartoloni et alii 1980, tav. CII; Bernabò Brea e Cavalier 1980, p. 768, tav. CCLXXXVI.45-47; Carancini 1977, pp. 631-641, figg. 2-3; Ponzi Bonomi 1970, pp. 131132, 152, fig. 12.8-13; Tizzoni 1984, pp. 9, 15, fig. 8.c; Marino 1995, pp. 244-245). 329 Il morso equino, tipo 35, non sembra strettamente confrontabile con esemplari noti. Per quanto riguarda le cuspidi di lancia, trattandosi di frammenti, è difficile l’attribuzione certa a tipi noti. Il tipo con costolatura ovale, reperti 38 e 39, compare in Calabria nella necropoli di Castellace, databile ad un orizzonte avanzato dell’età del Bronzo finale. In esemplari di medie e piccole dimensioni il tipo perdura ancora in un momento iniziale della prima età del Ferro ed è attestato nella necropoli di Torre Galli. Tuttavia, è documentato anche nei momenti finali della prima età del Ferro nella necropoli di Torano Castello. Il tipo con costolatura poligonale, reperti 36 e 37, compare già in contesti dell’Italia meridionale attribuiti al terzo orizzonte del Bronzo finale. Ambedue i tipi sono documentati nell’inedito 3° ripostiglio di Cirò-Sant’Elia (Albanese Procelli 1993, pp. 41-48, 92-95, figg. 10-12, ivi bibl.; de La Genière 1977, p. 407, fig. 18.6; Lo Schiavo e Peroni 1977, p. 567, fig. 10.3; Peroni 1987, pp. 104-106, 112, figg. 89.3; 91.7-8; Tizzoni 1984, pp. 5-26, figg. 1-5; Marino 2005, p. 453, nota 56). Per l’ansa 40 è notevole il confronto con un reperto analogo, ma di dimensioni inferiori, dal ripostiglio di Contigliano (Ponzi Bonomi 1970, p. 136, figg. 13.3; 14.3,5; Vagnetti 1974, fig. 3; Lo Schiavo 1985, fig. 12.5). Significativo anche il confronto con un altro esemplare del ripostiglio di PiedilucoContigliano (Lo Schiavo 1985, fig. 12.3)7 . Per questi recipienti “Large bowl or cauldron with vertical ring handles, with rectangular attachments” (ibid. 1985, p. 31) viene rilevata un’affinità tipologica con il tipo del calderone-tripode noto a Creta e nella Grecia continentale almeno dal TM III A (Vagnetti 1974, pp. 662-663; Lo Schiavo 1985, pp. 30-32, 63). L’utilizzo della tecnica a cera persa è un’ulteriore possibilità che si tratti di un oggetto importato. La fibula 42 appartiene ad un tipo che può essere datato, sulla base dei confronti (Lo Schiavo 1984, p. 238, fig. 8.1; Lo Schiavo tipo 190b, com. pers. 1994; Peroni 1996, p. 450, fig. 101.6), tra la fine del XI e la prima metà del X sec. a.C. - primo Ferro 1A8, periodo corrispondente all’arco cronologico entro il quale è stato probabilmente deposto il ripostiglio. D.M. 7 Per gli esemplari di Piediluco-Contigliano R. Peroni (1989b) propone una datazione attorno al momento di passaggio tra età del Bronzo recente e finale. 8 Secondo la nuova cronologia proposta da R. Peroni, basata sulla dendrocronologia (Peroni 1994, pp. 210-216, figg. 79-80; 1996, p. 408, fig. 91), ovvero sulla base delle cronologie storiche nella prima metà del IX sec. a.C. Si veda, inoltre, la tabella schematica della cronologia relativa dell’età del Bronzo e delle prime fasi dell’età del Ferro italiana pubblicata da G.L. Carancini e R. Peroni (1996, p. 76). 330 D. MARINO - G. PIZZITUTTI CONSIDERAZIONI SUGLI INDICATORI DI PRODUZIONE, DI ESTRAZIONE MINERARIA E DI LAVORAZIONE DEI METALLI Gran parte degli oggetti del ripostiglio sono utensili da lavoro rotti, non più utilizzabili, e verosimilmente destinati alla rifusione. Essi comunque ci offrono informazioni circa il genere di attività economiche svolte nel territorio di rinvenimento del ripostiglio. Nel caso delle asce la distinzione tra armi, strumenti da lavoro e elementi di rappresentanza non è agevole (Carancini 1984, pp. 238 ss.); soprattutto per quanto riguarda il tipo delle asce ad occhio bisogna inoltre considerare il loro utilizzo come lingotti premonetali, in particolare nell’area apulo-materana e calabrese dove sono presenti reperti con foro d’immanicatura così piccolo da non consentire l’uso dell’oggetto come arma o come utensile (Peroni 1994a, p. 866). Nel caso del ripostiglio a sud di Crotone non si può comunque escludere un loro impiego nel settore agricolo e di lavorazione del legno. La categoria degli scalpelli ha un ruolo importante nell’ambito delle attività inerenti la falegnameria, la carpenteria, l’intaglio e la lavorazione del metallo, pietra, osso. La classe con immanicatura a cannone viene connessa da alcuni autori alla lavorazione del legno o comunque di materiali teneri (Iaia 2006 p. 192, Jacobi 1974; Mayer 1977, p. 221). Per le dimensioni, le due lame 24 e 25 possono essere assimilate ad utensili quali bulini o ceselli, dunque verosimilmente strumenti da intagliatore o decoratore, mentre il taglio concavo della lama dei due frammenti 26 e 27 ci permette di attribuire questi ultimi alla categoria delle sgorbie, strumenti utili per rifinire scanalature o parti arrotondate. Anche il frammento di sega può essere riferito ad attività relative alla lavorazione del legno, in particolare alla fase di sgrossatura. Nel ripostiglio di Lipari frammenti di seghe sono associati ad utensili come scalpelli e falci (Bernabò Brea e Cavalier 1980) e la sega rinvenuta nella necropoli di Casa Ricovero a Este (Padova) era associata a strumenti da sgrossatura (raspe) che indicano appunto la prima fase di lavorazione del legno (Iaia 2006, p. 190). L’associazione nel ripostiglio a sud di Crotone di utensili come asce, scalpelli, sgorbie e seghe, ci offre indicazioni sull’attestazione di attività produttive legate alla catena operativa della falegnameria e della carpenteria, dove gli strumenti più grandi e massicci sono utilizzati nella lavorazione di sgrossatura e i più piccoli in quella di rifinitura. I frammenti di falcetti si connettono all’attività agricola, ma lo stato di frammentarietà dei reperti non ci permette di distinguere tra veri e propri falcetti, utilizzati per mietere, o roncole, utilizzate invece per potare. Un’ultima considerazione circa il ruolo misto, artigiano/guerriero, svolto dagli individui maschili delle comunità dell’età del Bronzo finale e della prima età del Ferro può essere fatta circa la presenza nel ripostiglio dei quattro frammenti di punta di lancia. Essi ci rimandano alle considerazioni di Renato Peroni sul ruolo del guerriero esteso alla maggior parte della popolazione maschile adulta nell’area centromeridionale nella prima età del Ferro (Peroni 1989b, pp. 494-495; Pacciarelli 2006, pp. 246-260). G.P. Per quanto riguarda il reperimento delle materie prime, mineralizzazioni metallifere a rame prevalente o polimetalliche sono presenti in Calabria nell’area di Catanzaro-Tiriolo, in quella tirrenica del Savuto e di Longobucco nella Sibaritide meridionale (Guarascio 1981, pp. 127-128, fig. 1). Nelle ricerche condotte dallo scrivente e da Alberto Palmieri sono state individuate tre zone con presenza sia di siti preistorici che di mineralizzazioni metalliche: intorno al Lago Ampollino e nella Valle Piccola, montagne della Sila centrale, dove è stato possibile campionare molte scorie di fusione associate a ceramica protostorica e resti di probabili forni fusori (Marino e Palmieri 1996)9. La disponibilità del minerale, del legname e dell’acqua fanno ritenere che le zone di produzione primaria vadano cercate nel territorio interno. Testimonianze di attività archeomineraria provengono anche dai reperti archeologici. Una significativa testimonianza della lavorazione del bronzo nel territorio di Crotone è data dalla matrice litica per la fusione di un pugnale rinvenuta nel sito di Capo Piccolo, attribuibile al Bronzo antico 2 (Marino 1987, p. 28; 1995, 2002, p. 377)10. Dal sito di Praia Longa proviene un lingotto in rame di forma sub rettangolare a sezione piano-convessa dal peso di 11,750 kg (Marino 2005, p. 247). Un frammento di lingotto11 di forma circolare a sezione pianoconvessa è stato rinvenuto nel sito della prima età del Ferro di Monte Fuscaldo (fig. 1, n. 514). Per il Bronzo finale e la prima età del Ferro abbiamo nella zona calabro ionica un gran numero 9 Il riconoscimento e l’analisi delle scorie si deve al Dott. Alberto Palmieri (C.N.R.-I.T.A.B.C.), che ringrazio. 10 Si tratta di una matrice che, unita ad un’altra valva, permetteva la fusione del manico del pugnale, mentre poteva essere utilizzata su una sola faccia, come matrice monovalva, per la fusione di una lama. 11 L’analisi metallografica del lingotto, condotta da A. Palmieri, ha dato i seguenti risultati: As 0,0060; Au 0,0015; Sb 0,0030; Co 0,0000; Bi 0,0560; Zn 0,0095; Pb 0,0000; Ag 0,0950; Fe 0,0000; Cu 89,8200; Sn 0,0185. UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE) di ripostigli di bronzi, come quelli di Cirò-S.Elia, che ci attestano per l’epoca una tecnologia metallurgica molto diffusa. Le analisi metallografiche dei reperti, riportate in Appendice, sono state effettuate a cura di A. Palmieri con l’utilizzo di uno spettrometro al plasma ICP considerando dodici elementi maggiori, minori e in traccia (Cu, Fe, Ag, Pb, Sn, Zn, Bi, Co, Ni, Sb, Au, As), (Marino e Palmieri 1996). La presenza nel ripostiglio di oggetti di riutilizzo ci fa escludere a priori la possibilità di poter ottenere dalle analisi dati certi circa la provenienza del minerale. Tuttavia la lettura della tabella può fornirci indicazioni sulla tecnologia relativa alla lavorazione del metallo. Si tratta in generale di bronzi a vario contenuto di stagno (dall’1% al 9%), di oggetti di rame puro ed altri particolari costituiti da una lega ramepiombo o rame-piombo-argento. Fra gli elementi minori importante risulta l’associazione As-Sb-NiPb, che in quasi tutti i campioni è presente anche con alte percentuali, in alcuni casi l’As raggiunge l’1,6%, l’Sb il 2,3%, il Ni l’1,1%. Il piombo che in due campioni risulta l’elemento maggiore (17 e 28%), in tutti gli altri ha sempre un tenore elevato con valori che raggiungono il 4%. Anche il bismuto assume valori relativamente elevati nella maggior parte dei campioni. La lega rame-stagno con percentuali intorno al 4-5% è la più diffusa tra i materiali esaminati e appartiene prevalentemente agli scalpelli. Fra le asce, poche sono quelle con alto tenore di stagno, la maggior parte sono al di sotto del 4%, alcune con valori molto bassi (0-2%). I falcetti presentano valori bassi di stagno al di sotto del 2%. Gocce e piccoli lingotti presentano la massima dispersione per lo stagno con tenori che vanno dallo 0 al 9%. I tenori bassi di stagno, potrebbero derivare da impurità del minerale cuprifero di origine piuttosto che da aggiunte volontarie. L’associazione di elementi minori come As-Sb-Ni-Pb-Ag, ricorre in quasi tutti gli oggetti e può essere indicativa dell’utilizzo di minerali da depositi polimetallici a solfuri misti, da dove si ottiene, dopo la fusione, un metallo che contiene ancora questa associazione. Solo per i campioni CC4 e CC5 (punte di lancia 36 e 37), con valori rispettivamente dell’8,36% e 9,72%, possiamo essere certi dell’aggiunta volontaria di stagno in fase di alligazione. Nel campione CC38 (reperto non leggibile 47) l’alta percentuale di piombo (17%) fa pensare all’aggiunta volontaria di questo elemento. Il campione CC45 (reperto non leggibile 49) presenta un alto tenore di piombo (28%) associato ad un altrettanto alto tenore di argento (29%) ed a un basso tenore di rame (33%). Si tratta probabilmente di una lega ottenuta volontariamente per derivare 331 un metallo più duttile e dalla colorazione argentea, adatto ad essere utilizzato per la produzione di oggetti di prestigio e ornamenti. Nello stesso campione si evidenzia inoltre una quantità di oro (0,14%) superiore rispetto agli altri reperti analizzati, tutti al di sotto dello 0,092%. Le analisi suggeriscono una tecnologia usata per produrre rame che aggiunge o parte da minerali misti, attraversa molte fasi metallurgiche che vanno dalla produzione del piombo o di una lega complessa, alla fusione e rifinitura del singolo metallo e infine di nuovo alla lega ben sperimentata rame-stagno. Parte dei manufatti, come le asce, le lance e gli scalpelli, appaiono fusi con matrici bivalve. Le lance sono state probabilmente sottoposte a successiva laminazione. I falcetti sono stati fusi con matrice monovalva. Alcuni oggetti sono stati rifiniti dopo la fusione, altri conservano ancora le tipiche bave. Lo scalpello n. 23 mostra delle sottili incisioni con evidente funzione decorativa eseguite a bulino. La tecnica della fusione a cera persa è utilizzata nell’ansa ad anello n. 40 in cui è chiaramente visibile lo stacco del cono di colata. CRONOLOGIA E CONCLUSIONI Il rinvenimento nell’area della Calabria centro-orientale del ripostiglio a sud di Crotone, ci attesta - per l’età del Bronzo finale e della prima età del Ferro - un artigianato metallurgico specializzato, in grado sia di produrre localmente manufatti di ottima qualità sia di intrattenere rapporti di commercio e scambio con le altre comunità. Del ripostiglio fanno parte anche grumi di fusione e frammenti di bave di fusione asportate dai manufatti. Questi elementi ci fanno pensare che potrebbe trattarsi del deposito di un fonditore, poiché la fusione del metallo lavorato, di oggetti vecchi, danneggiati, ormai fuori uso, doveva essere praticata diffusamente nelle officine metallurgiche. Non è infatti pensabile che si utilizzasse sempre metallo di nuova produzione. L’accumulazione di rottami metallici, da immettere nuovamente nel circuito produttivo, può essere certamente interpretata come un aspetto non secondario dell’economia. La spezzatura intenzionale di alcuni oggetti (in particolare asce) farebbe pensare, d’altro canto, alla volontà di ottenere frammenti di dimensioni costanti, ipotesi avanzata in Sicilia per il ripostiglio di Mendolito di Adrano (Albanese Procelli 1993, pp. 235-236), ma tale frammentazione potrebbe essere attribuita alla esclusiva necessità di rendere più facile l’immagazzinamento dei pezzi, in attesa di poterli rifondere, o per facilitare il loro inserimento nel crogiolo, al momento della 332 D. MARINO - G. PIZZITUTTI rifusione. R. Albanese Procelli rileva che la forma di determinate categorie di oggetti poteva essere sufficiente ad assicurarne la validità come mezzo di scambio, “a prescindere dal valore ponderale effettivo” (ibid., pp. 235-236). Assume, quindi, un notevole significato la presenza, nel ripostiglio in questione, di frammenti, ottenuti mediante frattura intenzionale, di asce non rifinite e/o con occhio di dimensioni ridotte, cioè di asce-lingotto. Possiamo ipotizzare l’esistenza di una volontà consapevole di “suddividere” il “valore” della singola ascia, così come è stato ipotizzato per i frammenti, volutamente ottenuti, di lingotti (ibid., p. 235). D’altro canto, la presenza nel ripostiglio di frammenti di oggetti attribuibili ad un notevole arco cronologico, può essere spiegata supponendo una loro funzione di mezzi di scambio, in alternativa a quella di oggetti da rifondere (Peroni 1994b, p. 86). Lo stesso progressivo aumento, tra età del Bronzo finale e prima età del Ferro, dei ripostigli composti per lo più di frammenti di bronzi rispetto a quelli costituiti esclusivamente da oggetti integri ci attesta come le modalità commerciali ed economiche possano essersi trasformate nel tempo, con nuovi parametri di accumulo del metallo lavorato. Il ripostiglio a sud di Crotone ci documenta come l’uso di tesaurizzare oggetti rotti, particolarmente evidente nell’Italia settentrionale e centrale, sia presente anche nella Calabria centro-orientale. I reperti bronzei hanno un peso complessivo di 5,096 kg. Una prima analisi ponderale del peso di ogni singolo oggetto, al fine di individuare eventuali multipli o frazioni utili ad indicare la presenza fra loro di ricorrenze di peso, non ha dato finora risultati positivi. L’acquisizione di nuovi dati ponderali dai reperti provenienti dagli altri ripostigli rinvenuti in Calabria, soprattutto da quelli di Cirò-S.Elia, permetterà di estendere la ricerca. Tra i reperti spicca l’ansa di calderone pertinente ad un tipo datato, come già detto, in un momento antico del Bronzo finale. Si tratterebbe, dunque, dell’elemento più antico nell’ambito del ripostiglio. Il ripostiglio è composto fondamentalmente da quattro categorie di oggetti: armi, asce, utensili e ornamenti. La caratteristica di eterogeneità e frammentazione dei reperti avvicina il ripostiglio a sud di Crotone ad altri dello stesso periodo12. Va, però, sottolineata l’assenza di oggetti interi, 12 Notevole la somiglianza con ripostigli dell’Italia centrale (per le classi di oggetti presenti e la loro frequente rottura intenzionale), piuttosto che dell’Italia meridionale dove si nota una riduzione delle classi di oggetti ed una ridotta presenza della frammentazione: Peroni 1969, p. 144; 1989b, p. 279. l’elevata percentuale di asce13 e la presenza di un unico elemento ornamentale (una fibula). Il ripostiglio, composto da reperti frammentari, fusi male o con le bave di fusione non asportate, quasi tutti presentanti rotture, spesso intenzionali, è probabilmente da considerarsi il deposito di un fonditore o di un mercante il cui intento era di rifondere gli oggetti14. Per concludere, la possibile presenza di oggetti importati dall’Egeo15 pone rilevanti interrogativi sui rapporti esistenti tra il territorio di Crotone e il Mediterraneo orientale nel Bronzo finale quando le importazioni micenee sembrano cessare quasi completamente (Peroni 1987, p. 98; 1989a, p. 172). Ma il calderone a cui apparteneva l’ansa facente parte del ripostiglio potrebbe essere arrivato nel territorio di Crotone in un momento in cui i rapporti con l’Egeo erano ancora molto intensi, soprattutto se si accetta l’idea di una datazione “alta”, tra il Bronzo medio 3 e il Bronzo recente (Vagnetti 1974, pp. 661-666). Altro fatto da non dimenticare è l’assenza, allo stato attuale della ricerca, di un insediamento chiaramente attribuibile al Bronzo finale nell’area compresa tra Crotone e i promontori japigi16. D.M. 13 I frammenti di asce costituiscono il 42,8% dei reperti e il loro peso complessivo è di 3,74 kg pari al 73,3% del peso totale. 14 F. Lo Schiavo sostiene lo sviluppo e la pratica locale dell’artigianato del bronzo: Lo Schiavo 1977, p. 567. 15 Questo dato è un’ulteriore conferma delle somiglianze con i ripostigli dell’Italia centrale. R. Peroni a proposito di analoghi reperti dei ripostigli di Piediluco-Contigliano ipotizza un possesso da parte di personaggi eminenti espressione di un ceto aristocratico in formazione: Peroni 1989b, pp. 279, 293. 16 F. Lo Schiavo sottolinea che i reperti calabresi del Bronzo finale provengono da siti che si sviluppano nell’età del Ferro: Lo Schiavo 1977, p. 551. Sul Capo Cimiti non vi sono segni di ripresa dell’insediamento dopo il Bronzo recente, ma a Crotone sono riconoscibili nuclei di abitato o aree di necropoli dal Bronzo recente fino al prima età del Ferro (Marino 1995, 2005). È attestata una frequentazione del Bronzo finale nel sito di Corazzo, l’unico che mostri un’effettiva continuità d’insediamento dal Bronzo antico fino alla prima età del Ferro: Lattanzi 1987, p. 103. Sui siti del Bronzo recente di Capo Cimiti e Crotone cfr. Marino 1995. UN RIPOSTIGLIO DI BRONZI DAL TERRITORIO A SUD DI CROTONE (CALABRIA CENTRO-ORIENTALE) 333 APPENDICE Analisi metallografiche ALBERTO PALMIERI(1) REPERTO CAMPIONE As Au Sb Ni Co Bi Zn Pb Ag Fe Cu Sn 01 Ascia ad occhio CC1 0,0095 0,0055 0,0015 0,0570 0,0100 0,0795 0,0065 0,4265 0,0630 0,0315 73,9200 0,2585 02 Ascia ad occhio CC2 0,1390 0,0035 0,0580 0,0630 0,0080 0,0915 0,0030 0,9785 0,6315 0,0305 88,2600 5,3500 03 Ascia ad occhio CC9 0,0535 0,0015 0,1105 0,0315 0,0020 0,0810 0,0075 0,0375 0,1170 0,0040 82,8900 0,7500 04 Ascia ad occhio CC13 0,1885 0,0015 0,1685 0,0665 0,0045 0,1170 0,0025 0,5465 0,0315 0,0000 86,6100 2,4900 05 Ascia ad occhio CC36 0,2400 0,0430 0,2315 0,0495 0,1060 0,2385 0,0080 0,6825 0,0310 1,0950 88,0200 0,3740 06 Ascia ad occhio CC37 0,2850 0,0050 0,1220 0,0695 0,0000 0,2725 0,0025 0,6255 2,0300 0,1200 80,4300 4,1700 07 Ascia ad occhio CC11 0,2565 0,0080 0,4195 0,1400 0,0250 0,1185 0,0090 0,5390 0,1095 0,1085 74,7600 3,0700 08 Ascia ad occhio CC10 0,2625 0,0055 0,4635 0,1375 0,0185 0,1050 0,0075 0,7645 0,0570 0,0000 79,2600 1,6400 09 Ascia ad occhio CC35 1,1560 0,0785 2,2905 0,8185 0,2190 0,1590 0,2010 0,1700 0,1140 0,2605 78,0300 0,0730 10 Ascia ad occhio CC3 0,1498 0,0030 0,1020 0,0780 0,0080 0,0895 0,0050 0,4760 0,2050 0,0080 83,8800 4,9100 11 Ascia ad occhio CC14 0,2720 0,0080 0,3685 0,1090 0,0160 0,1045 0,0070 0,4290 0,0355 0,0200 82,2300 1,4700 12 Ascia ad occhio CC15 0,2305 0,0030 0,0965 0,0480 0,0050 0,1380 0,0100 0,7430 0,0215 0,0000 81,9000 2,4400 13 Ascia ad occhio CC12 0,0920 0,0165 0,0385 0,0665 0,0405 0,1125 0,0095 0,3260 0,0235 0,5545 77,7000 5,1400 14 Ascia ad occhio CC40 0,3925 0,0025 0,7220 0,1905 0,0025 0,3035 0,0045 0,1720 0,1380 0,0050 86,2800 0,3100 15 Ascia ad occhio CC17 0,0720 0,0005 0,0285 0,0550 0,0000 0,1170 0,0100 2,3530 0,0710 0,0505 71,2200 0,0090 16 Ascia ad occhio CC16 0,3175 0,0000 0,1720 0,0810 0,0000 0,0700 0,0095 1,8970 0,0465 0,0000 81,7800 0,1205 17 Ascia ad occhio CC39 0,1705 0,0040 0,1135 0,0545 0,0045 0,0910 0,0060 0,3865 0,0530 0,0200 75,9000 4,6300 18 Ascia a cannone CC41 0,1450 0,0075 0,0000 0,0660 0,0140 0,0290 0,0105 0,3830 0,0420 0,1165 85,9800 5,0500 19 Ascia piatta CC43 0,2070 0,0050 0,2990 0,1035 0,0015 0,0660 0,0030 0,8910 0,0500 0,0875 84,9000 2,8200 20 Ascia piatta CC44 0,0965 0,0040 0,1275 0,0925 0,0080 0,0040 0,0075 0,5780 0,5610 0,0215 84,9200 6,1100 21 Ascia piatta app.laterali CC42 0,2170 0,0040 0,1945 0,0365 0,0010 1,1190 0,0100 0,8225 0,0280 0,0250 77,1900 2,1600 22 Scalpello a cannone CC23 0,1115 0,0275 0,0755 0,1020 0,0530 0,0915 0,0095 0,1595 0,0235 0,4135 78,0000 4,4400 23 Scalpello a cannone CC24 0,6485 0,0015 0,0185 0,0320 0,0000 0,1095 0,3500 0,3100 0,0630 0,1800 77,7300 5,2000 24 Scalpello a cannone CC25 0,2005 0,0045 0,1095 0,0560 0,0085 0,1980 0,0055 0,3225 0,4315 0,0570 84,4200 4,2000 25 Scalpello asta semplice CC28 0,1655 0,0110 0,0545 0,1230 0,0230 0,0510 0,0085 0,9315 0,5105 0,0495 84,6300 5,0600 26 Sgorbia CC26 0,1570 0,0035 0,1575 0,0640 0,0065 0,1775 0,0100 0,2160 0,5825 0,0470 65,1600 4,8000 27 Sgorbia CC27 0,1530 0,0030 0,1095 0,0675 0,0015 0,0735 0,0250 0,5905 0,1735 0,0380 83,8800 4,7700 28 Sega CC22 0,0828 0,0045 0,0572 0,0642 0,0000 0,1502 0,0042 0,4641 0,0393 0,1299 85,9550 5,9550 29 Falcetto CC46 0,1337 0,0010 0,2071 0,0217 0,0002 0,2023 0,0040 0,2437 0,5719 0,0013 90,4178 1,3091 30 Falcetto CC20 0,2160 0,0024 0,4058 0,0854 0,0029 0,2964 0,0038 0,5884 0,0470 0,0154 91,4506 1,8471 (1) CNR - Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali, Montelibretti, Via Salaria Km. 29,300 - C.P. 10, 00016 Monterotondo St. (Roma); tel. 06/90625274; [email protected] D. MARINO - G. PIZZITUTTI 334 31 Falcetto CC21 0,6314 0,0326 1,2943 0,4384 0,0683 0,1499 0,0043 3,2108 0,1597 0,2453 86,4162 0,3201 32 Falcetto CC7 0,3088 0,0060 0,5036 0,0456 0,0016 0,1975 0,0020 0,2956 1,2824 0,0032 89,3520 1,0000 33 Falcetto CC19 0,1012 0,0008 0,0490 0,0303 0,0000 0,1993 0,0044 0,0786 0,0502 0,0121 85,7212 2,7957 34 Falcetto CC33 0,2950 0,0045 0,3660 0,0965 0,0130 0,2355 0,0075 4,2580 0,2265 0,0140 83,3100 1,0100 35 Morso equino CC30 0,1830 0,0025 0,0790 0,0670 0,0065 0,2025 0,0090 0,5140 0,1080 0,0355 85,6500 4,3400 36 Punta di lancia CC4 0,1810 0,0025 0,1840 0,0755 0,0060 0,0995 0,0065 0,9810 0,0945 0,0205 72,6900 8,3600 37 Punta di lancia CC5 0,0918 0,0044 0,0638 0,0508 0,0077 0,1756 0,0048 0,5069 0,2410 0,0451 76,4390 9,7235 38 Punta di lancia CC6 0,2029 0,0034 0,2361 0,0673 0,0034 0,2327 0,0030 0,4766 0,9399 0,0181 86,0880 2,0811 39 Punta di lancia CC18 0,1910 0,0075 0,3090 0,1215 0,0120 0,0890 0,0090 0,7620 0,6515 0,1440 73,2900 3,2800 40 Ansa CC8 0,4850 0,0410 0,3810 0,3545 0,0645 0,0510 0,0125 0,5970 0,0320 0,5040 78,4800 5,4300 41 Lamina vaso CC34 0,1617 0,0007 0,0189 0,0471 0,0000 0,2749 0,0017 0,2819 0,2049 0,0042 93,0801 0,0154 43 Lingotto CC49 0,2610 0,0020 0,0710 0,0295 0,0000 0,0140 0,0095 0,2170 0,5325 0,5350 95,2200 0,0060 44 Grumo fusione CC32 0,0750 0,0065 0,0055 0,0570 0,0100 0,0260 0,0115 0,4575 0,0695 0,0450 79,6800 6,8000 45 Grumo fusione CC48 0,1400 0,0040 0,0124 0,0720 0,0000 0,0295 0,0090 0,1695 0,2605 0,1590 85,3800 5,4800 46 Grumo fusione CC47 0,2385 0,0030 0,2700 0,0705 0,0065 0,0665 0,0045 0,5820 0,0825 0,0040 84,0300 0,2665 47 Reperto non leggibile CC38 0,6885 0,0915 0,8895 1,1520 0,1680 0,4720 0,0080 17,9700 0,1905 1,1490 73,6500 1,3500 48 Reperto non leggibile CC29 0,8605 0,0510 2,3115 0,6395 0,1470 0,1910 0,0105 1,5430 0,0545 0,0630 82,1700 2,0800 49 Reperto non leggibile CC45 1,6865 0,1400 6,5060 2,4845 0,3990 0,1425 0,0150 28,3200 29,1200 0,0390 33,0000 0,0275 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ALBANESE PROCELLI R.M. 1989, Tripodi geometrici dal ripostiglio di bronzi del Mendolito di Adrano, MEFRA 101, 2, pp. 643-677. 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