Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art.1, c.1 - CB-NO/Torino – Anno 5 n. 18 DEA edizioni s.a.s. Strada del Portone, 127 - 10095 Grugliasco (TO) Ti diamo sempre un’altra possibilità. marzo 2012 anno v numero 18 Azienda certificata Cert. N° 501005936 Rapporto RIFIUTI 2011 in italia si producono meno rifiuti e si differenzia di più ANALISI DI RISCHIO VALIDAZIONE DEL NUOVO SOFTWARE RISK-NET DISMISSIONE IMPIANTI INTERVENTI DI PRECISIONE ALL’INTERNO DI SITI IN ATTIVITÀ CHIRURGHI DELLE DEMOLIZIONI Le demolizioni e le ristrutturazioni edili producono inerti – calcestruzzo, asfalto – a cui bisogna trovare collocazione. Le Benne Frantoio Serie BM frantumano il materiale di risulta e ne regolano la pezzatura, per favorirne il riutilizzo direttamente sul cantiere come sottofondo stabilizzato. Applicate all’escavatore, riducono i costi di trasporto e gestione, l’impiego di mezzi meccanici e i problemi di smaltimento in discarica.. L’ASSOCIAZIONE SI RACCONTA Da Trevi Benne, il tuo partner di fiducia. Trevi Benne s.p.a. - Tel. +39 0444 760773 - [email protected] - www.trevibenne.it LICENSE TO DEMOLISH marzo 2012 wor k i n p rog r e ss La complessa dismissione di un impianto per la produzione di detergenti Grande esperienza, coordinamento e mezzi radiocomandati sono gli ingredienti per l’esecuzione di un delicato intervento di dismissione all’interno di uno stabilimento in piena attività di Gianpiero Lento* L o stabilimento Unilever di Casalpusterlengo nasce nel 1966 ed attualmente copre un’area industriale di 270.000 mq. di cui 68.000 di edifici manifatturieri e magazzini. Nel 2009 Unilever, a fronte di un incremento delle produzioni di detergenti liquidi, decide la chiusura del reparto polveri dello stabilimento di Casalpusterlengo. Tale decisione è dettata dalle preferenze di mercato e da una politica interna mirata alla continua riduzione dell’impatto sull’ambiente. Vennero dunque potenziati gli impianti atti allo scopo, ma contestualmente si pose il problema di cosa fare con le ex aree destinate alle produzioni di polveri. Dopo un’accurata ricerca di mercato il management Unilever ha deciso di convocare MEDI s.r.l., società specializzata nella rimozione e gestione di equipaggiamenti industriali e nello smantellamento e bonifica di siti non più produttivi, in grado di operare efficacemente su tutti i livelli che uno smantellamento prevede, dagli equipaggiamenti industriali, operandone la dismissione o il trasferimento su altri siti, agli assett edili sino alla bonifica finale. MEDI si propone come unico operatore per tutte le azioni necessarie assumendo direttamente la responsabilità del cantiere sia a livello di sicurezza che per lo smaltimento dei rifiuti che si vengono a creare, divenendone in prati- 38 Anno 5 - Numero 18 ca il conduttore proprietario e dunque anche il produttore. Un modo di operare che porta a due importanti risultati: la completa manleva di ogni responsabilità da parte della committente sui lavori eseguiti e la non necessità da parte della committente d’impiego di proprie risorse umane. Ciò rende MEDI una società con caratteristiche uniche nel settore. Il progetto non è stato semplice da sviluppare, perché si trattava di dover intervenire su un’intera porzione di stabilimento mentre lo stesso stabilimento rimaneva operativo e produttivo. L’edificio ex polveri è posizionato nella parte centrale del sito, tra la palazzina direzione e uffici e i locali mensa; ha una larghezza di 140 m, una profondità di 40 m e si sviluppa su un’altezza di 8 piani industriali sino a quota 44 m dal suolo e con assets industriali sino a quota 60 m. In totale trattasi di 19.600 mq di solai utili. La struttura, molto solida, è elevata tramite putrelle e travi di acciaio al carbonio. I solai sono in cemento armato e presentano irrigidimenti formati da tondino di ferro a doppia maglia a causa delle elevate portate di peso alle quali deve resistere, infatti, a parte le normali aree calpestabili costruite per sopportare pesi di 1.000 kg al mq, molte parti furono studiate per sostenere il peso dei serbatoi di stoccaggio materie prime, semilavorati e prodotti finiti, la cui portata media superava le 200 tonnellate l’uno. Un’ulteriore complicazione era rappresentata dal fatto che tutto il complesso non era ancora stato sottoposto ad alcuna opera di bonifica, per cui all’interno di tutta la struttura e degli equipaggiamenti industriali vi era elevata presenza di materie prime in forma liquida e solida, nonché di semilavorati e prodotto finito sfuso obsoleto. Per di più il ponte utilities (gas, energia elettrica, linee a fibra ottica) attraversa interamente l’edificio da abbattere e deve essere accuratamente preservato, pena l’interruzione totale di tutte le fasi di produzione in corso. Inoltre, da un’indagine effettuata da Unilever, risulta che la copertura del magazzino e gran parte delle pareti verticali esterne contengono amianto in varie forme. In particolare, le pareti verticali esterne sono formate da pannelli a sandwich la cui parte interna è di isolante poliuretanico, mente le esterne sono di materiale ceramico. Questi pannelli, che misurano ciascuno 1 m per 3 m, sono circa 3.000 pezzi disposti su tutta la superficie esterna del fabbricato. Siccome la costruzione dell’edificio è stata realizzata in diversi periodi solo un terzo di questi pannelli risulta contenere amianto ma si tratta comunque di più di 1.000 pannelli che vanno sottoposti ad adeguata gestione di rimozione e smaltimento. Trattandosi di un’o- UNILEVER Unilever è una delle maggiori multinazionali al mondo operante nei settori alimentare, della salute e cura della persona. Oggi nel mondo conta 163.000 dipendenti e supporta il lavoro di migliaia di distributori, appaltatori e fornitori. Con sedi in oltre 170 Paesi tra i suoi marchi più famosi possiamo citare: Algida, Mentadent, Cif, Clear, Lysoform, Knorr, Calvé, Sunsilk, Coccolino, Lipton, Tè Ati, Dove e Svelto. In Italia è presente con una sede centrale a Roma e 4 siti produttivi di cui uno dei più importanti si trova in provincia di Lodi, a Calspusterlengo, ed è destinato alla produzione di beni per la cura della casa e della persona. pera di notevoli proporzioni, con non trascurabile impatto visivo (la torre ex polveri è visibile a chilometri di distanza) e soprattutto da effettuarsi nella parte centrale di un sito in produzione che impiega circa 500 addetti, particolare attenzione è stata richiesta e posta agli aspetti di sicurezza, ambientali e normativi. MEDI annovera uno staff di esperti professionisti che dopo l’analisi di tutte le problematiche e le esigenze ha sottoposto al management Unilever un piano operativo che viene di seguito descritto. Va sottolineato come il management di Unilever abbia svolto un lavoro fondamentale nella preparazione di tutti i documenti tecnici e di sicurezza in modo da agevolare l’esecuzione di un intervento di tali proporzioni. L’approfondita conoscenza da parte del personale della committente delle problematiche dei loro settori, unita all’egregio lavoro di coordinamento svolto dell’OSHE manager, ha rappresentato un supporto fondamentale nella pianificazione e nella realizzazione dei lavori. Piano operativo Forte della sua pluriennale esperienza MEDI ha deciso di dividere il lavoro in due fasi: • rimozione degli equipaggiamenti industriali; • demolizione edile. Questa scelta deriva anche dal fatto che le due fasi hanno differente regolamentazione normativa e di sicurezza: la rimozione degli equipaggiamenti industriali infatti si può configurare come un normale lavoro (seppur di notevoli dimensioni) di smontaggio industriale; mentre per la demolizione dell’edificio ex polveri si configurano problematiche legate a regimi autorizzativi ed a tutta la normativa di sicurezza legata ai cantieri edili temporanei. Di questo si daranno maggiori dettagli in seguito. Le tempistiche di attuazione sono state così proposte ed accettate: • 6 mesi per la parte industriale; • 9 mesi per la fase edile. I lavori sono iniziati il 14 Marzo 2011. Rimozione degli equipaggiamenti industriali Per prima cosa i tecnici di MEDI hanno provveduto a studiare l’area di cantiere creando spazi dedicati ad ogni esigenza. L’area totale è stata poi adeguatamente confinata con apposita recinzione da cantiere. Sono stati previsti spazi dedicati per: • i macchinari smontati; • lo stoccaggio dei chimici, delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti obsoleti (ogni materiale è stato opportunamente catalogato e posto in appositi sacconi o cisternette); • il posizionamento dei rifiuti prodotti; • lo stato di riposo dei mezzi da cantiere. Tutto il personale del cantiere, anche quello appartenente a ditte in subappalto, è stato sottoposto a specifici corsi di formazione ed equipaggiato con indumenti che ne permettessero il facile riconoscimento. Sono state create squadre dedicate per ogni attività prevista, di cui una dedita unicamente alle pulizie. Pochi grammi di detersivo in polvere sono sufficienti a causare un problema, perciò, sebbene lo stabilimento disponga di un proprio depuratore, dovendone rimuovere grandi quantità questo aspetto è stato Lo stabilimento, infatti dispone di un proprio depuratore, molto curato. Ora possiamo dire con soddisfazione che durante tutte le fasi che ci hanno visto coinvolti, nessun problema è emerso! Prima di intervenire su qualsiasi macchinario, tubazione o serbatoio è stata fatta un’analisi del materiale precedentemente contenuto. Se 39 wor k i n p rog r e ss necessario si procedeva con lo svuotamento e la bonifica, e successivamente s’interveniva con lo smontaggio o la demolizione attraverso tecniche mirate di disassemblaggio o taglio. Per il taglio sono principalmente usate apposite macchine al Plasma. In estate, ampiamente in linea con le tempistiche richieste, la fase industriale era oramai in esaurimento. Si è dunque deciso di iniziare tutte le procedure per la richiesta autorizzativa all’abbattimento dei fabbricati. Demolizione edile E’ bene spendere due parole sulla difficoltà che comporta la trasformazione di un cantiere solo industriale in un cantiere anche edile. E’ necessario preparare per tempo un team che, così come richiesto dalla normativa vigente, preveda il coinvolgimento di specifiche figure: il team si componeva di tecnici e consulenti MEDI, Unilever ed esterni (nella figura del CSE e del Direttore Lavori). E’ stato prodotto un Piano delle Demolizioni, un PSC ed è stato studiato un cronoprogramma con il coinvolgimento di tutte le aziende subappaltatrici. Particolare attenzione è stata posta alla tecnica ed alla sequenza di demolizione: si è deciso di operare in modo “chirurgico non invasivo” ovvero demolendo sequenzialmente piano per piano iniziando dalla quota massima e agendo sempre dall’interno in modo da utilizzare le pareti esterne a pannelli come protezione anticaduta. La sequenza è dunque: demolizione solaio in cemento, rimozione della struttura reticolare in acciaio a sostegno del solaio, rimozione dei pannelli laterali di protezione al piano, rimozione delle colonne, questo per ogni piano rispettando la stabilità della struttura rimanente. Considerando la presenza di 19.600 mq di solaio è stata determinante la scelta dei mac- chinari da demolizione da usare. Dopo lunga analisi si è deciso di avvalerci della collaborazione della Brokk, azienda svedese leader nel campo delle macchine demolitrici e non solo. Brokk è stata in grado di fornire macchine radiocomandate elettriche per eseguire una demolizione così importante in ambiente così complesso. Le macchine da demolizione si sono dimostrate perfette per portare attrezzi da demolizione e non solo, in aree di lavoro a rischio per l'operatore e dove la dimensione del mezzo è un fattore importante. Le caratteristiche principali di Brokk sono la capacità di portare attrezzi potenti con un mezzo di dimensioni contenute comandato in maniera remota e motorizzato elettricamente. Il motore elettrico, anche se per alcuni può essere una soluzione poco idonea, permette di utilizzare la macchina senza emissioni di fumi e quindi in ambienti chiusi e confinati dove esiste poca aereazione, inoltre il motore elettrico è molto più prestante e costante nella potenza di un motore a scoppio. Per esempio la macchina scelta da MEDI è il nuovo Brokk 160, dal peso di 16 quintali (senza attrezzo) e monta un martello idraulico Atlas Copco SB 202 dal peso di 230 kg. La macchina ha un ingombro con gli stabilizzatori alzati di 78x248x145 cm, dimensioni che sono impensabili per mezzi tradizionali quali escavatori che, per montare martelli di quel peso, devono essere di circa 28/30 quintali con ingombri di quasi il doppio. In un cantiere particolare come quello di MEDI, portare mezzi così grandi su livelli diversi e all'interno della struttura sarebbe stato impossibile. La scelta è caduta inizialmente su due tipi, il B90 da 10 quintali e il B160 da 16 quintali. Brokk ha fornito queste due macchine, ma dopo breve valutazione è stato ritenuto più idoneo per il tipo di lavoro avere due mezzi uguali, quindi due B160 equipaggiati con martello idraulico SB202 e una pinza Darda CC420 con apertura di 420 mm. Oltre alle macchine, Brokk ha fornito il supporto tecnico e formativo per gli operatori con un corso tenutosi presso il cantiere MEDI della durata di una settimana; si sono svolte prove ed esercizi pratici in cantiere e approfondito le tecniche di demolizione con macchine radiocomandate con formazione tecnica per le piccole manutenzioni giornaliere e settimanali. Alla fine è stato rilasciato il certificato di formazione per gli operatori. Sono inoltre stati acquistati dispositivi per l’abbattimento delle polveri: non si deve infatti dimenticare che si è operato all’interno di uno stabilimento in piena produzione. In accordo con il fornitore di gru è stata da quest’ultimo acquistata una Liebherr da 300 tonnellate, arrivata in cantiere ancora con la targa di prova! L’organizzazione di un cantiere così complesso non può prescindere dalla scelta di personale e dall’applicazione di rigide procedure operative per la salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza. Ogni settimana si teneva una specifica riunione di coordinamento e monitoraggio delle fasi di lavoro con la partecipazione di MEDI, Unilever, CSE e Direttore dei Lavori. In questa riunione venivano discusse le difficoltà incontrate sia a livello operativo che progettuale che di sicurezza e ambientale, studiando quindi la migliore soluzione e redigendo un verbale esecutivo di cui tutte le figure interessate venivano informate, sino al livello del singolo lavoratore. Tutti i materiali di risulta sono stati preventivamente analizzati per una corretta attribuzione del codice CER e venivano dunque stoccati in apposite aree separate tenendo traccia di ogni loro movimento in un apposito database. Questo permette una cognitiva gestione del rifiuto in attinenza alle attuali normative. Per la complessità delle operazioni, il cantiere è stato oggetto di studio ed analisi anche da parte di manager Unilever provenienti da altri siti sia italiani che esteri. Al momento i lavori sono ancora in corso e si concluderanno con anticipo rispetto alle tempistiche richieste, con piena soddisfazione da parte del committente. *General Manager di MEDI s.r.l. 40 Anno 5 - Numero 18