La fotofobia, la paura della luce: cos’è e come si affronta 8 July 2016 La fotofobia, “paura della luce”, in medicina indica l’ipersensibilità e intolleranza degli occhi alla luce eccessiva, che sia naturale o artificiale. Può essere associata a diverse patologie. Qualche spunto per riconoscerla ed eliminarla. La fotofobia: non una malattia ma un sintomo Innanzitutto la fotofobia non è una malattia ma un sintomo. La retina, colpita da un’eccessiva quantità di luce, ne risulta sovrastimolata e trasmette al cervello un segnale elettrico che viene interpretato, a seconda dei casi, come un fastidio, una vera intolleranza o un dolore oculare. La sogliad’ipersensibilità alla luce è soggettiva, ma possono esserci situazioni che la abbassano in modo transitorio o duraturo. Tali situazioni possono avere origine patologica e vanno curate. Nella maggior parte dei casi comunque, una volta eliminata la causa, la fotofobia scompare. Come si manifesta la fotofobia: i sintomi Alcune persone, magari dagli occhi molto chiari, sono particolarmente sensibili alla luce. Provano questo fastidio da sempre: non escono mai di casa senza gli occhiali da sole e quasi non ci fanno più caso. In alcune situazioni però il sintomo è particolarmente spiacevole e non può essere ignorato: la palpebra si contrae ripetutamente, gli occhi lacrimano e bruciano, si sente la necessità di chiuderli e di farli riposare al buio, danno dolore anche se l’illuminazione è scarsa, e si avvertono addirittura emicrania, nausea e vertigini. In questi casi, non si tratta più di una “semplice” intolleranza, e le origini della fotofobia vanno probabilmente attribuite a una malattia vera e propria. Quali sono le cause della fotofobia La fotofobia può manifestarsi per cause non patologiche: · iridi molto chiare, in particolare verdi; · eccessiva e transitoria dilatazione della pupilla, provocata da colliri o farmaci; · albinismo, che comporta un deficit di melanina anche all’interno dell’occhio e quindi una ridotta capacità dell’intero apparato oculare di contrastare i raggi UV; · comportamenti sbagliati, come l’esposizione prolungata a uno schermo elettronico, l’uso eccessivo di lenti a contatto, l’esposizione a lampade solari senza protezione; · trauma, per esempio un intervento di chirurgia per correggere un difetto della vista. Occhiali e lenti: i rimedi alla fotofobia Nei casi visti sopra, rimedi “semplici” possono bastare a eliminare sia la causa sia il suo effetto: indossare occhiali da sole a norma di legge e cappelli a tesa larga, oscurare l’ambiente in cui ci si trova, utilizzare lenti speciali per il computer, sostituire anche temporaneamente le lenti a contatto con occhiali da vista, oppure con lenti a contatto prostetiche che riducono la quantità di luce che entra nell’occhio. Fotofobia: quando consultare l’oculista Se però il dolore è intenso e l’intolleranza alla luce è grave e dura da più di due giorni, è bene consultare un oculista. Quando le manifestazioni sono particolarmente sgradevoli infatti la loro origine è attribuibile a malattie come cataratta, uveite, congiuntivite, distacco della retina, glaucoma. Ovviamente in queste situazioni i sintomi sono molto più significativi: gli occhi si arrossano, lacrimano copiosamente, si muovono in modo involontario e danno dolore, la vista si offusca e si riduce. Per alleviare i disagi legati a questo tipo di fotofobia è necessario ricorrere a cure mediche: nella maggior parte dei casi, se il trattamento è corretto e tempestivo, la sensibilità diminuisce e la fotofobia è risolta del tutto. L’importante, come sempre, è non ignorare e provare a porre rimedio con buon senso e praticità. Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)