la pesca nel mar nero nota - European Parliament

DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE
UNITÀ TEMATICA B: POLITICHE STRUTTURALI E DI COESIONE
PESCA
LA PESCA NEL MAR NERO
NOTA
Questo studio è stato richiesto dalla commissione per la pesca del Parlamento europeo.
AUTORE
Irina POPESCU
Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione
Parlamento europeo
Indirizzo di posta elettronica: [email protected]
ASSISTENTE ALLA REDAZIONE
Virginija KELMELYTE
VERSIONI LINGUISTICHE
Originale: EN
Traduzioni: BG DE ES FR IT PT RO
INFORMAZIONI SULL'EDITORE
Per contattare l'unità tematica o abbonarsi alla newsletter mensile pubblicata dalla stessa
rivolgersi a: [email protected]
Manoscritto completato nel dicembre 2010.
Bruxelles, © Parlamento europeo, 2010.
Questo documento è disponibile all'indirizzo Internet:
http://www.europarl.europa.eu/studies
CLAUSOLA DI ESCLUSIONE DI RESPONSABILITÀ
Le opinioni espresse nel presente documento sono di responsabilità esclusiva dell'autore e
non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.
Riproduzione e traduzione autorizzate, salvo a fini commerciali, con menzione della fonte,
previa informazione dell'editore e con invio di una copia a quest'ultimo.
DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE
UNITÀ TEMATICA B: POLITICHE STRUTTURALI E DI COESIONE
PESCA
LA PESCA NEL MAR NERO
NOTA
Sintesi
Il presente documento costituisce una revisione del settore della pesca nella
regione del Mar Nero e illustra le principali risorse marine, l'evoluzione della
pesca del Mar Nero nonché i temi relativi alla gestione della pesca e alla
cooperazione regionale. Il Mar Nero è stato interessato da importanti
cambiamenti ambientali, oltre che da una drammatica crisi di risorse intorno agli
anni Novanta. La pesca è stata uno dei motori di tali cambiamenti ma anche una
loro vittima. L'effetto combinato della crisi e del peggioramento delle condizioni
economiche negli Stati dell'ex Unione Sovietica dopo il 1989 ha cambiato il volto
della pesca nel Mar Nero.
IP/B/PECH/NT/2010-05
PE 438.622
Dicembre 2010
IT
La pesca nel Mar Nero
INDICE
INDICE
3
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
5
ELENCO DELLE TABELLE
7
ELENCO DELLE FIGURE
7
ELENCO DELLE MAPPE
7
SINTESI
9
1. CONTESTO
13
1.1. Introduzione
13
1.2. Acque giurisdizionali
16
1.3. L'ecosistema del Mar Nero
18
2. RISORSE MARINE VIVE E RELATIVE ATTIVITÀ DI PESCA
23
2.1. Stock pelagici
23
2.2. Stock demersali
29
2.3. Stock ittici anadromi
34
2.4. Molluschi
37
3. EVOLUZIONE DELLE ATTIVITÀ DI PESCA NEL MAR NERO
41
3.1. Sbarchi
41
3.2. Flotte pescherecce
44
4. GESTIONE DELLA PESCA
49
4.1. La politica comune della pesca nel Mar Nero
49
4.2. Misure di gestione nei paesi del Mar Nero
50
4.3. Sfide per la gestione dell'attività di pesca
54
5. COOPERAZIONE REGIONALE
57
BIBLIOGRAFIA
63
NOTE
67
3
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
4
La pesca nel Mar Nero
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
ACCOBAMS Agreement on the Conservation of Cetaceans of the BlackSea,
Mediterranean Sea and Contiguous Atlantic Area (Accordo sulla
conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mediterraneo e dell'area
atlantica contigua)
AEA Agenzia europea dell'ambiente
AI Acque interne
BSC Commission for the Protection of the Black Sea against Pollution
(Commissione per la protezione del Mar Nero contro l'inquinamento)
BSEC Black Sea Economic Cooperation (Organizzazione per la cooperazione
economica del Mar Nero)
BSEP Black Sea Environmental Programme (Programma ambientale del
Mar Nero)
BSERP Black Sea Ecosystem Recovery Programme (Programma di
risanamento ecosistemico del Mar Nero)
BSR Biomassa dello stock riproduttivo
BS-SAP Black Sea Strategic Action Plan (Piano d'azione strategico per il Mar
Nero)
CGPM Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo
CICTA Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi
nell'Atlantico
CIEM Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare
CITES Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e di
flora selvatiche minacciate di estinzione
CNUDM Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare
CPUS Cattura per unità di sforzo di pesca
5
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
DOALOS Division for Ocean Affairs and the Law of the Sea (Divisione per gli
Affari marittimi e il diritto del mare delle Nazioni Unite)
DRP Danube Regional Programme (Programma regionale per il Danubio)
FAO Organizzazione per l'agricoltura e l'alimentazione delle Nazioni Unite
FEP Fondo europeo per la pesca
GEF Global Environmental Facility (Fondo mondiale per l'ambiente)
ICPDR International Commission for the Protection of the Danube River
(Commissione internazionale per la protezione del Danubio)
MT Mare territoriale
OMI Organizzazione marittima internazionale
OPANO Organizzazione per la pesca nell'Atlantico nordoccidentale
PCP Politica comune della pesca
SCP Sistema di controllo dei pescherecci
TAC Totale ammissibile di catture
UICN Unione internazionale per la conservazione della natura
UNDP Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo
UNEP Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente
ZEE Zona economica esclusiva
6
La pesca nel Mar Nero
ELENCO DELLE TABELLE
Tabella 1
Il litorale del Mar Nero e la popolazione costiera
13
Tabella 2
Modalità ed estensione delle giurisdizioni statali nel Mar Nero (km2)
16
Tabella 3
Caratteristiche dei pescherecci turchi nel Mar Nero, 2009
45
Tabella 4
Pescherecci turchi per tipo di attività, 2009
45
Tabella 5
Misure di protezione degli stock ittici per il merlango implementate dai paesi del
Mar Nero
55
ELENCO DELLE MAPPE
Mappa 1:
Posizione del Mar Nero
13
Mappa 2:
Il Mar Nero: batimetria del fondale marino
14
Mappa 3:
Salinità superficiale del Mar Nero
15
Mappa 4:
Lo stretto del Bosforo
15
Mappa 5:
Giurisdizioni marittime nel Mar Nero
17
Mappa 6:
Distribuzione del rombo chiodato nel Mar Nero
30
Mappa 7:
Distribuzione dello storione nel Mar Nero
35
7
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
ELENCO DELLE FIGURE
Figura 1:
Frontiere teoriche e concordate nel Mar Nero
17
Figura 2:
Mnemiopsis leidy
20
Figura 3:
Sfruttamento commerciale delle risorse marine vive nel Mar Nero nel (1996-2005)
23
Figura 4:
Sbarchi di acciuga, spratto e sugarello nel Mar Nero (1950-2006). Il volume
complessivo degli sbarchi è indicato ai fini della comparazione.
24
Figura 5:
Catture complessive delle principali specie pelagiche nel Mar Nero (1989-2005)
24
Figura 6:
Acciuga del Mar Nero: reclutamento, biomassa dello stock riproduttivo (BSR), catture
e mortalità alieutica
26
Figura 7:
Spratto del Mar Nero: reclutamento, biomassa dello stock riproduttivo (BSR), catture e
mortalità alieutica
27
Figura 8:
Sugarello del Mar Nero: reclutamento, biomassa dello stock riproduttivo (BSR),
catture e mortalità alieutica
28
Figura 9:
Catture complessive delle principali specie demersali nel Mar Nero (1989-2005)
29
Figura 10:
Numero totale di catture delle principali specie ittiche anadrome nel Mar Nero (19892005)
34
Figura 11:
Numero totale di catture delle principali specie di molluschi nel Mar Nero (1989 2005)
37
Figura 12:
Rapana venosa che mangia un mitilo
39
Figura 13:
Volume degli sbarchi nel Mar Nero suddiviso per paese, 1950-2006
41
Figura 14:
Valore degli sbarchi nel Mar Nero suddiviso per paese, 1950-2006
42
Figura 15:
Volume degli sbarchi nei paesi del Mar Nero, 1950-2006
42
Figura 16:
Sbarchi in Bulgaria e in Romania (dettagli della figura 15; si noti la diversa portata
degli sbarchi)
43
Figura 17:
Sbarchi per tipo di pesca, 1950-2006
46
8
La pesca nel Mar Nero
SINTESI
Il Mar Nero è un bacino di mare interno semichiuso localizzato tra la Bulgaria, la Romania,
l'Ucraina, la Russia, la Georgia e la Turchia. Riceve notevoli apporti d'acqua dolce dai fiumi
principali (il Danubio, il Nipro e il Don), e il suo bacino imbrifero si estende per oltre un
terzo dell'Europa continentale. Gli elevati apporti d'acqua dai fiumi, unitamente a una
circolazione limitata attraverso lo stretto del Bosforo, creano le condizioni per la peculiare
stratificazione delle acque del Mar Nero e per la perenne anossia al di sotto dei 150 m circa
di profondità. Con più dell'80% delle sue acque anossiche e con un elevato contenuto di
acido solfidrico, il Mar Nero contiene la più grande massa di acque senza vita della terra. La
vita marina si concentra nello strato ossigenato superiore e la piattaforma continentale
situata al di sopra del limite di anossia ospita abbondanti forme di vita bentonica. In
particolare, l'ampia piattaforma nordoccidentale è la più importante area riproduttiva e di
alimentazione per le specie alieutiche del Mar Nero. Tutte le acque di questo bacino
ricadono sotto la giurisdizione degli Stati costieri.
A partire dal 1960, il Mar Nero ha subito cambiamenti ambientali radicali che si ritiene siano
il risultato di una complessa interazione di pressioni diverse, le più significative delle quali
sono l'eutrofizzazione, l'introduzione di specie aliene e la pesca intensiva.

L'eutrofizzazione costituisce un problema rilevante per le regioni costiere del Mar
Nero e soprattutto per la zona nordoccidentale, dove i nutrienti e l'inquinamento di
natura antropica portati dai fiumi hanno comportato drastiche alterazioni dei regimi
chimici e biologici: la presenza di fitoplancton e fioriture di alghe pericolose, i
cambiamenti nella struttura della comunità di zooplancton e un incremento
considerevole della biomassa di meduse, una perdita massiccia di flora e fauna
bentoniche (causata dallo sviluppo di anossia negli habitat superficiali del Mar Nero
nordoccidentale), nonché la riduzione della penetrazione di luce nelle aree poco
profonde colpite dall'eutrofizzazione.

Tra le specie accidentalmente introdotte nel Mar Nero, l'invasione dello ctenoforo
Mnemiopsis leidyi (medusa pettine) ha rappresentato una delle più devastanti
esplosioni biologiche mai registrate e ha provocato significativi cambiamenti nella
struttura dell'ecosistema. Senza predatori che potessero controllarne l'abbondanza,
la Mnemiopsis si è improvvisamente diffusa in tutto il Mar Nero e ha concorso al
collasso della pesca in questo bacino, competendo per il cibo e predando
direttamente larve di pesci. I livelli di Mnemiopsis si sono poi ridotti con
l'introduzione di uno dei suoi predatori, lo ctenoforo Beroe ovata.

La pesca eccessiva sembra essere all'origine dei principali cambiamenti di regime nel
Mar Nero. I due principali cambiamenti di regime che hanno interessato questo mare
negli anni Settanta e Novanta sono stati associati ad importanti perturbazioni che
hanno riguardato i livelli superiori della catena trofica pelagica. Il primo evento fu
collegato alla riduzione dei predatori dominanti, mentre il secondo fu ricondotto alla
drastica riduzione di pesci planctivori e all'invasione della Mnemiopsis leidyi aliena. I
fattori scatenanti di entrambi i cambiamenti sembrano essere stati la pesca
eccessiva e il collasso degli stock di predatori pelagici avvenuto prima del 1970 e
quello relativo ai dei pesci planctivori nel 1990.
Negli ultimi 10-15 anni, le condizioni dell'ecosistema del Mar Nero sono in qualche modo
migliorate grazie all'apporto ridotto di nutrienti e alla minor presenza della Mnemniopsis
invasiva. Tuttavia, il Mar Nero rappresenta un modello di adattamento piuttosto che di vera
ripresa. Il sistema è caratterizzato da un'instabilità ecologica esemplificata, per esempio, da
una significativa riduzione degli stock della maggior parte dei grandi pelagici. Le specie
invasive, non presenti o rare nel 1960, occupano ora nicchie ecologiche cruciali. La pesca è
9
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
stata una delle forze trainanti di tali cambiamenti, ma ne è stata anche drasticamente
colpita. Risulta impossibile comprendere lo stato degli stock ittici del Mar Nero senza tener
conto della mutevole complessità dell'ecosistema di questo mare. Tutti questi avvenimenti
hanno reso questo mare un esempio assai chiaro di quanto sia inutile gestire la pesca come
se fosse isolata dai più ampi ecosistemi dinamici, dei quali gli stock ittici sono componenti
importanti.
La parte più consistente delle catture del Mar Nero rientra in tre gruppi: pelagici, demersali
e pesci anadromi. In ognuno di questi gruppi, più del 90% del volume delle catture è
costituito da diverse specie dominanti. Nel Mar Nero si pescano anche varie specie di
molluschi.

I pesci pelagici, soprattutto quelli di piccole dimensioni che si nutrono di plancton,
sono le specie alieutiche più abbondanti nel Mar Nero. La principale specie bersaglio
della pesca è l'acciuga europea (Engraulis encrasicolus) che, dal 1970, ha
costantemente rappresentato più della metà del volume complessivo degli sbarchi
(fino al 75% nel 1995). Lo spratto (Sprattus sprattus), il sugarello maggiore
(Trachurus mediterraneus), la palamita (Sarda sarda) e il pesce serra (Pomatomus
saltatrix) sono i pelagici principali in termini di valore di pesca. L'evoluzione delle
catture suggerisce una ripresa parziale delle principali specie pelagiche dopo il
collasso della pesca nel 1991.

Le più importanti specie demersali sono il rombo chiodato (Psetta maxima), il
merlano (Merlangius merlangus), lo spinarolo (Squalus acanthias), la triglia di fango
e la triglia di scoglio (Mullus barbatus, M. surmuletus) e quattro specie della famiglia
dei mugilidi. Le catture medie totali di queste specie demersali sono diminuite in
modo evidente dopo il 2000.

Le specie anadrome nel Mar Nero includono l'alosa del Mar Nero (Alosa pontica) e tre
specie di storioni (Acipenser gueldenstaedtii, Acipenser stellatus e Huso huso). I
pesci anadromi, in termini di volume delle catture, si trovano all'ultimo posto;
tuttavia, in virtù dei consumi elevati e del loro valore economico, essi assumono un
ruolo specifico nella struttura delle risorse del mare. Gli stock di pesci anadromi
constano soprattutto delle popolazioni del Danubio. Le catture annuali di questa
tipologia di pesci, durante gli anni compresi tra il 1996 ed il 2005 sono diminuite
significativamente rispetto al periodo precedente. Il quantitativo minimo di catture è
stato rilevato nell'anno 1999, e negli anni seguenti si è osservato un incremento
delle quantità annuali di pescato, dovuto soprattutto alla ripresa dell'alosa del Mar
Nero.

Per quanto riguarda i molluschi, quelli caratterizzati dal valore commerciale più
elevato sono le vongole (Chamelea gallina, Tapes spp.), il mitilo mediterraneo
(Mytilus galloprovincialis) e la lipara (Rapana) Le prime due specie vengono pescate
principalmente in Turchia e l'ultima in tutti i paesi del Mar Nero. Le catture di
molluschi nel periodo 1996-2005 hanno poi mostrato una crescita tendenziale.
La pesca marittima rappresenta un settore economico importante per i Paesi che
costeggiano il Mar Nero e la quasi totalità degli stock ittici commerciali provenienti da
questo mare, viene poi ripartita tra gli Stati confinanti.
Gli sbarchi totali dichiarati nel Mar Nero hanno mostrato diversi alti e bassi, dovuti
principalmente alle variazioni relative alle quantità dell'acciuga europea pescata, che hanno
fatto registrare un picco di 818 916 tonnellate nell'anno 1984. In seguito ad una repentina
diminuzione avvenuta nel periodo 1989-1991, le catture sono aumentate senza però
attestarsi nuovamente ai livelli raggiunti alla metà degli anni Ottanta. Per quanto riguarda
10
La pesca nel Mar Nero
le catture nazionali, la crisi di risorse che si è manifestata intorno agli anni Novanta ne ha
comportato una rapida diminuzione in tutti gli Stati del Mar Nero. L'effetto combinato della
crisi e del peggioramento delle condizioni economiche negli Stati dell'ex Unione Sovietica
dopo il 1989 ha modificato drasticamente la pesca nel Mar Nero. La Turchia è emersa come
lo Stato più importante in termini di attività di pesca, oscurando letteralmente tutti gli altri
paesi sia in termini di volume che di valore delle catture (fino all'89% del volume degli
sbarchi totali e fino al 91% del loro valore nel 1993).
Tali eventi si riflettono anche nel drastico cambiamento in termini di importanza relativa
delle flotte pescherecce degli Stati del Mar Nero. Dopo la crisi dei primi anni Novanta, la
pesca in Turchia ha subito gli stessi effetti negativi della crisi di risorse che hanno
interessato il Mar Nero settentrionale; tuttavia, per una serie di ragioni, la Turchia si è
dimostrata più resistente. A sua volta, il crollo dell'Unione Sovietica e i cambiamenti nelle
relazioni internazionali, nelle politiche statali e nell'economia hanno innescato una serie di
cambiamenti strutturali generali nelle attività di pesca di Bulgaria, Romania, Ucraina, Russia
e Georgia. L'introduzione dell'economia di mercato, l'interruzione dei sussidi statali e il
declino economico hanno indebolito la domanda. La mancanza di fondi utilizzabili per l'
investimento in nuove attrezzature e per la sostituzione di quelle obsolete nei settori della
cattura e della trasformazione, come pure la critica situazione in termini di risorse, hanno
indebolito gravemente le flotte pescherecce di questi Paesi. Nel frattempo, gli investimenti
nella flotta turca sono proseguiti e, nel 1995, la sua dominanza numerica era schiacciante
(il 95% circa del numero totale dei pescherecci nel Mar Nero).
Nel 2007, la Romania e la Bulgaria sono entrate nell'Unione europea; la loro adesione ha
comportato un'estensione della politica comune della pesca (PCP) dell'UE fino al Mar Nero.
Questi paesi hanno sostanzialmente accettato e rispettato tutti i requisiti per l'adesione alla
PCP e sono ora ammissibili ai finanziamenti a titolo del Fondo europeo per la pesca (FEP).
La Turchia è un paese candidato all'adesione e, sebbene non possa beneficiare del sostegno
diretto di tale fondo, è attualmente destinataria di progetti di gemellaggio dell'UE e
dell'assistenza tecnica. Nel 2008 fu stabilito per la prima volta il totale ammissibile di
catture (TAC) dell'UE per lo spratto e il rombo chiodato in acque bulgare e rumene.
La gestione della pesca presenta caratteristiche estremamente eterogenee nei vari Stati del
Mar Nero: alcuni applicano, per tradizione, i totali ammissibili di catture e i contingenti di
navi negli Stati prima uniti nell'Unione Sovietica. La Turchia, per quanto riguarda la gestione
della pesca nel Mar Nero, utilizza diversi meccanismi di regolamentazione ma non predilige i
TAC e le quote . Ad eccezione di alcuni accordi bilaterali, non esiste un accordo generale
sulla gestione regionale degli stock ittici del Mar Nero.
La cooperazione internazionale nella regione del Mar Nero si è rivelata molto efficace nel far
fronte alle sfide ambientali relative a questa zona, anche nei confronti delle situazioni
riguardanti altre aree. Le principali iniziative di cooperazione regionale inerenti la pesca
hanno finora riguardato la ricerca nel settore, soprattutto in relazione alla documentazione
sull'ecosistema ed ai cambiamenti nella pesca. Oltre al problema di analizzare i complessi
cambiamenti ecosistemici, l'aspetto più critico è soprattutto la mancanza di un forum
negoziale e decisionale per le misure di gestione comuni. In realtà, fino a oggi, la
Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo non ha avuto un ruolo di gestione
attivo nel Mar Nero. Nonostante siano state sviluppate alcune iniziative regionali riguardanti
gli aspetti economici e ambientali del Mar Nero, e nonostante dall'inizio del 1990 siano in
corso i negoziati per l'istituzione di una Commissione per la pesca nel Mar Nero (a fasi
alterne), non esiste ancora un organismo internazionale specificamente deputato alla pesca
nel Mar Nero.
11
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
La difficoltà di pervenire ad una suddivisione adeguata sia sulla base delle risorse che sulle
capacità di pesca, considerando i drastici cambiamenti che le hanno interessate negli ultimi
decenni, dovrà comunque essere superata; diversamente, tutte le parti subiranno gli effetti
economici di una diminuzione delle risorse. Nel caso in cui gli accordi di condivisione di base
continuassero a rimanere in sospeso, si rischierebbe il collasso delle risorse, e i danni
economici a lungo termine che hanno già colpito l'attività di pesca nell'ambito di alcune
specie, si diffonderanno su scala ancor più vasta.
12
La pesca nel Mar Nero
1.
CONTESTO
1.1.
Introduzione
Il Mar Nero è un bacino di mare interno semichiuso che comunica col Mar Mediterraneo
attraverso gli "stretti", ossia le vie di passaggio costituite dallo stretto del Bosforo
(Istanbul), dal mare di Marmara e dallo stretto dei Dardanelli (Çanakkale), mentre a nord,
comunica con il mare di Azov attraverso lo stretto di Kerč. Il Mar Nero ha la forma di un
bacino ellittico che si sviluppa da est a ovest ed è situato tra la Bulgaria, la Romania,
l'Ucraina, la Russia, la Georgia e la Turchia (Mappa 1). L'area costiera è densamente
popolata da circa 16 milioni di abitanti (Tabella 1), ai quali si aggiungono altri 4 milioni di
turisti che visitano le coste durante la stagione estiva (BSERP, on line).
Mappa 1: Posizione del Mar Nero
Fonte: Wikipedia
Tabella 1: Il litorale del Mar Nero e la popolazione costiera
Stato
Litorale (Km)
Popolazione costiera (abitanti)
Bulgaria
300
714 000
Georgia
310
650 000
Romania
225
745 954
Russia
475
1 159 000
Turchia
1 400
6 700 000
Ucraina
1 628
6 800 000
Totale
4 340
16 768 954
Fonte: www.bserp.org
13
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
Mappa 2: Il Mar Nero: batimetria del fondale marino
Don
Nipro
Danubio
Bosforo
Fonte: NASA World Wind
Il Mar Nero ha un'area di circa 423 000 km2 ed una profondità massima di 2 212 m.
L'ampia piattaforma continentale nordoccidentale (fino a 190 km di larghezza) costituisce il
prolungamento sottomarino delle piattaforme piane della Russia, della Scizia e della Mesia,
mentre la strettissima piattaforma del bacino meridionale e orientale corrisponde alle
catene montuose dei Balcani, del Gran Caucaso, della Crimea meridionale e ai monti del
Ponto. La barriera continentale si trova ad una profondità di -110-170 m nel Mar Nero
nordoccidentale e a circa -100 m verso sud ed est. Il pendio è ripido tutt'intorno al bacino e
inciso da gole. La piana abissale centrale ha una profondità di 2 000-2 200 m.
Il Mar Nero riceve significativi apporti d'acqua dal Danubio, dal Nipro e dal Don che sono,
rispettivamente, il secondo, il terzo e il quarto fiume più grande d'Europa ed il suo bacino
imbrifero comprende oltre 17 paesi e ospita oltre 160 milioni di persone. Tale grande
apporto di acqua dai fiumi costituisce un fattore determinante per la situazione ecologica
del Mar Nero, in quanto immette nel bacino enormi quantità di acqua dolce e, con essa,
nutrienti e inquinanti da un terzo dell'Europa continentale (Panin e Jipa, 2002). Il percorso
effettuato dall'acqua dolce in entrata, che tramite la principale corrente antoraria viene
trasportata lungo la costa occidentale fino al Bosforo, condiziona in maniera determinante la
distribuzione della salinità sulla superficie marina (Mappa 3).
Lo stretto del Bosforo (31 km di lunghezza, con una profondità minima di 35 m e una
larghezza minima di 704 m, Mappe 2 e 4) è l'unico collegamento del Mar Nero all'oceano
mondiale. Il Bosforo è il punto di passaggio delle acque salate provenienti dal Mediterraneo
(38‰) che penetrano nel Mar Nero attraverso una corrente di fondo, come pure delle
acque di superficie a basso tenore di salinità che dal Mar Nero arrivano nel Mediterraneo.
Il Mar Nero mostra una stratificazione verticale del tutto insolita, con acque superficiali a
basso tenore di salinità (18‰ circa) separate dalle acque profonde più salate (22‰). Tale
stratificazione è il risultato dell'apporto combinato di acqua fluviale (in superficie) e acqua
salata mediterranea (sul fondo). Il gradiente di salinità (aloclino) determina un gradiente di
14
La pesca nel Mar Nero
densità (picnoclino), entrambi situati a una profondità di 100-200 m. La stratificazione
inibisce efficacemente il mescolamento verticale delle acque e provoca una permanente
assenza di ossigeno (anossia) al di sotto dei 150 m circa di profondità. Oltre l'80% delle
acque del Mar Nero costituiscono un ambiente anossico (noto anche come euxinico) con un
elevato contenuto di acido solfidrico: tale caratteristica lo rende il più grande bacino
anossico del mondo. Dal momento che le profonde acque anossiche e il fondo del mare
sono virtualmente privi di vita (a eccezione dei batteri solforiduttori), la vita marina si
concentra nello strato ossigenato superiore: uno strato superficiale vitale disteso su un
abisso senza vita (Acherson, 2007). La piattaforma continentale si trova al di sopra del
limite superiore di anossia e ospita abbondanti forme di vita bentonica. In particolare,
l'ampia piattaforma nordoccidentale è la più importante area riproduttiva e di alimentazione
per le specie alieutiche del Mar Nero, ma anche la più esposta all'eutrofizzazione e
all'inquinamento.
Mappa 3: Salinità superficiale del Mar Nero
Fonte: UNEP/GRID-Arendal (2001)
Mappa 4: Lo stretto del Bosforo
Fonte: Wikipedia
15
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
Il livello di anossia che caratterizza le acque del fondo nel Mar Nero non si è uno sviluppato
recentemente ma risale a circa 9 400 anni fa. Durante le ere glaciali, il Mar Nero era un lago
isolato con acque ossigenate e un bassissimo tenore di salinità (quasi acqua dolce). Alla fine
dell'ultima glaciazione, l'innalzamento del livello del mare ha comportato la riconnessione
del Mar Nero all'oceano mondiale: ciò, a sua volta, si è tradotto in un apporto di acque a più
elevato tenore di salinità nel bacino, generando fenomeni di stratificazione e anossia. Si
tratta di un modello generale della storia quaternaria del Mar Nero: una successione di
periodi glaciali (caratterizzati dall'isolamento del bacino con la presenza di acqua dolce ed
ossigenata) e interglaciali (nei quali si é verificata la riconnessione all'oceano mondiale
seguita dalla stratificazione delle acque, che ha comportato l'aumento della salinità e lo
stato di anossia delle acque del fondo).
1.2.
Acque giurisdizionali
Nel Mar Nero, tutte le acque sono sotto la giurisdizione degli Stati costieri e non c'è alto
mare (Mappa 5), a differenza del Mediterraneo dove l'alto mare copre una parte importante
del bacino. Le principali forme di giurisdizione nazionale dello spazio marittimo del Mar
Nero, come definite dalla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (CNUDM) nel
1982 sono le seguenti:

Acque interne (AI): le acque situate verso terra rispetto alla linea di base del mare
territoriale fanno parte delle acque interne dello Stato (CNUDM, art. 8). Gli Stati
esercitano la piena sovranità territoriale su tali acque, sul letto, sul sottosuolo e sullo
spazio aereo sovrastante;

Mare territoriale (MT): la fascia di mare adiacente al territorio e le acque interne
dello Stato costiero su cui quest'ultimo esercita la piena sovranità, sia per quanto
riguarda le acque superficiali sia lo spazio aereo sovrastante, il letto e il sottosuolo di
questo mare. Il limite massimo del mare territoriale è di 12 miglia nautiche (CNUDM,
art. 2, 3 e 4);

Zona economica esclusiva (ZEE): l'area marittima oltre il mare territoriale e a
quest'ultimo adiacente su cui lo Stato costiero esercita il diritto di sovranità ai fini
dell'esplorazione, dello sfruttamento, della conservazione e della gestione delle
risorse naturali (vive o non vive), del letto, del sottosuolo del mare e delle acque
sovrastanti. La sua larghezza è pari a 200 miglia nautiche dalla linea di base retta a
partire dalla quale viene misurata la larghezza del mare territoriale (CNUDM, artt.
55, 56 e 57).
Tabella 2:
Stato
Bulgaria
Modalità ed estensione delle giurisdizioni statali nel Mar Nero (km2)
AI
MT
ZEE
Totale
1 460
3 776
29 052
34 288
6.8%
-
4 581
14 031
18 612
3.7%
755
3 329
27 024
31 108
6.2%
63
14 470
54 504
69 038
13.8%
Turchia
-
66 279
144 286
210 565
41.9%
Ucraina
13 577
24 609
100 176
138 362
27.6%
15 855
117 044
369 073
501 973
100%
Georgia
Romania
Russia
Totale
Fonte: Modificata secondo Suárez de Vivero (2010)
16
La pesca nel Mar Nero
Mappa 5: Giurisdizioni marittime nel Mar Nero
Stati costieri dell'UE
Acque interne
Mare territoriale
Zona economica esclusiva
Fonte: Modificata secondo Suárez de Vivero (2010)
Nel Mar Nero tutti gli Stati costieri (eccetto la Turchia) hanno firmato e ratificato la
CNUDM 1 .
Nella regione del Mar Nero, due Stati sono membri dell'UE (Bulgaria e Romania) e uno è
candidato all'adesione (Turchia). Il peso dell'UE nelle acque del Mar Nero si esplica
nell'estensione delle acque giurisdizionali degli Stati membri. Le acque giurisdizionali di
Bulgaria e Romania ammontano a circa 65 396 km2 (Tabella 2), pari al 13% del totale delle
giurisdizioni marittime di questo mare. Le acque giurisdizionali della Turchia sono invece
pari al 41,9% del bacino (Suárez de Vivero, 2010). Nel Mar Nero, gli Stati costieri generano nove contatti di frontiera, concordati o teorici, tra
le loro giurisdizioni marittime (Mappa 5, Figura 1). La Turchia ha sottoscritto il numero
maggiore di accordi: con l'ex URSS (1978, 1986 e 1987), con la Georgia (1997) e con la
Bulgaria (1997). È inoltre in vigore un accordo tra la Russia e l'Ucraina (2003).
Figura 1: Frontiere teoriche e concordate nel Mar Nero
STATI
Romania
Bulgaria
Russia
Ucraina
Georgia
Turchia
Romania
Bulgaria
Russia
Ucraina
Georgia
Turchia
Frontiere concordate
Frontiere teoriche
Assenza di frontiere
Fonte: Modificato secondo Suárez de Vivero (2010) in base ai dati della DOALOS
1
Bulgaria (15 maggio 1996), Romania (16 dicembre 1996), Federazione russa (12 marzo 1997), Ucraina (26
giugno 1999) e Georgia (21 marzo 1996), (http://www.un.org).
17
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
C'è stata una disputa territoriale sulla delimitazione della piattaforma continentale tra la
Romania e l'Ucraina intorno alla piccola isola del Serpenti (circa 662 metri di lunghezza e
440 di larghezza), situata a circa 21 miglia nautiche dal delta del Danubio. L'isola dei
Serpenti appartenne alla Turchia (fino al 1829), alla Russia (1829-1857), di nuovo alla
Turchia (1857-1878) e infine alla Romania (1878-1948) fino a quando, alla fine della
Seconda guerra mondiale, passò all'URSS che vi costruì una base militare. Con la
dissoluzione dell'URSS, l'isola passò all'Ucraina.

La Romania sosteneva che l'isola dei Serpenti dovesse essere considerata alla luce
dell'articolo 121 del CNUDM, secondo cui "[G]li scogli che non si prestano
all'insediamento umano o alla vita economica autonoma non possono possedere né
la zona economica esclusiva né la piattaforma continentale", ma possono generare
soltanto un mare territoriale.

Secondo l'Ucraina, si tratta invece di un'isola e per di più abitata (nel 2006
l'insediamento è stato elevato al rango giuridico di cittadina): pertanto, oltre al mare
territoriale, può generare anche altre acque territoriali.
Nel 2009, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che l'isola dei Serpenti debba
essere considerata ai sensi dell'articolo 121 della CNUDM e che, pertanto, non dev'essere
tenuta in considerazione per la delimitazione della piattaforma continentale e della ZEE.
1.3.
L'ecosistema del Mar Nero
Un tempo descritto da Aristotele (IV secolo A.C.) come sano e dominato da vari predatori
marini, l'ecosistema del Mar Nero è stato considerato un corpo idrico relativamente
improduttivo e scarsamente diversificato fino al 1930 (Ivanov e Beverton, 1985; Daskalov
et al., 2007). Tale visione originaria è cambiata, al punto che la produttività primaria
stimata nel 1990 era comparabile a quella di un mare fertile, il Baltico (Balkas et al., 1990).
Le aree più produttive sono quelle nordoccidentali e nordorientali (incluso il mare di Azov),
grazie all'influenza degli immissari. Inoltre, il mare nel suo insieme, ha livelli di sostanze
organiche disciolte più alti di quelli presenti negli oceani mondiali.
La struttura ecosistemica del Mar Nero differisce da quella del vicino Mar Mediterraneo per
l'inferiore varietà di specie e per la diversità dei gruppi dominanti. Tuttavia l'abbondanza, la
biomassa totale e la produttività del Mar Nero sono superiori a quelle del Mediterraneo. Nel
Mar Nero sono state identificate complessivamente 3 800 specie (Zaitsev e Mamaev, 1997).
Il macrozoobenthos del Mar Nero è costituito da circa 800 specie e la fauna ittica da 171
specie. Nel delta del Danubio vivono 320 specie di uccelli; nel Mar Nero, inoltre, si trovano 4
specie di mammiferi: la foca monaca (Monachus monachus), il tursiope (Tursiops truncatus
ponticus), il delfino comune (Delphinus delphis ponticus) e la focena (Phocaena phocaena
relicta) (Heileman et al., on line). La maggiore ricchezza di specie viene riscontrata nelle
acque poco profondee questo fatto è attribuibile alla presenza di buone condizioni di
ossigeno disciolto; con l'aumentare della profondità, infatti, la naturale riduzione
dell'ossigeno determina una minore diversità. Di conseguenza, il numero di specie
macrobentoniche diminuisce rapidamente con l'aumentare della profondità; al di sotto dei
120 m circa è presente solo il policheto Notomastus profundis.
A partire dal 1960, il Mar Nero ha subito cambiamenti ambientali radicali. Attualmente, non
c'è accordo generale tra gli scienziati circa le ragioni e le dinamiche dei cambiamenti
nell'ecosistema del Mar Nero. Questi ultimi, tuttavia, possono essere meglio compresi se
considerati come un'interazione complessa di diverse pressioni, le più importanti delle quali
sono l'eutrofizzazione, l'introduzione di specie aliene e la pesca eccessiva (Caddy, 2008).
18
La pesca nel Mar Nero

Eutrofizzazione
Per eutrofizzazione si intende l'arricchimento antropogenico causato dai nutrienti e la
conseguente accelerazione della crescita di alghe e forme di vita superiori. Nel corso degli
ultimi trent'anni, l'eutrofizzazione è stata identificata come un problema ecologico chiave
per le regioni costiere del Mar Nero e soprattutto per la zona nordoccidentale, dove i carichi
di nutrienti e i carichi inquinanti di natura antropogenica hanno comportato alterazioni
drastiche dei regimi chimici e biologici e modificato pesantemente la struttura e il
funzionamento dell'intero ecosistema (Oguz et al., 2009).
Tali cambiamenti si sono imposti all'attenzione per la prima volta negli anni Ottanta, quando
si osservò la presenza abnorme di fitoplancton e fioriture di alghe pericolose (Caddy, 2008 e
relativi riferimenti). I cambiamenti hanno interessato anche la struttura della comunità di
zooplancton: molte specie sono scomparse o si sono sostanzialmente ridotte mentre sono
apparse o aumentate altre specie, adattatesi meglio alle condizioni eutrofiche (p. es. la
dinoflagellata Noctiluca). Tuttavia, queste ultime sono spesso considerate una sorta di
"binario morto" perché non servono ad alimentare né lo zooplancton né il resto della catena
alimentare. Un altro cambiamento verificatosi nell'ecosistema del Mar Nero è stato
l'aumento considerevole della biomassa di meduse. All'inizio degli anni Settanta si è
assistito a un drastico aumento dello scifozoo Rhizostoma pulmo (polmone di mare) mentre
all'inizio degli anni Ottanta un'altra specie, la medusa quadrifoglio (Aurelia aurita) è
diventata dominante. Alla fine del 1980, tuttavia, questa specie è stata sostituita dalla
Mnemiopsis leidyi invasiva.
Il sopraggiungere della scarsità di ossigeno negli habitat poco profondi e un tempo
ossigenati del Mar Nero nordoccidentale, come pure la riduzione della penetrazione di luce
nelle aree poco profonde colpite dall'eutrofizzazione, hanno comportato una perdita
massiccia di flora e fauna bentoniche. Tra i casi più noti vi è la diminuzione improvvisa e
catastrofica del sistema della piattaforma nordoccidentale, come dimostrato dalla netta
riduzione del campo della Phylliphora di Zernov (una prateria sommersa di alghe rosse).
L'estensione di tale prateria sottomarina è passata dai 10 000 km2 ai 500 km negli anni
Novanta, mentre la sua biomassa è passata da 10 milioni a 500 000 tonnellate
(Commissione per il Mar Nero, 2002). La perdita della prateria di Phyllophora ha avuto
effetti disastrosi vista la sua biocenosi unica per una fauna specifica e vista la sua funzione
di habitat per un numero consistente di novellame e di pesci bentonici. Negli anni Ottanta,
anche l'alga bruna del Mar Nero (Cystoseira barbata) ha iniziato a scomparire dalle acque
costiere dell'Ucraina e della Romania. Questa grande alga perenne, incapace di
sopravvivere nelle acque costiere eutrofiche, è stata soppiantata da alghe filamentose rosse
e verdi.
Alle condizioni ipossiche si è associata anche una mortalità di massa di pesci e di
zoobenthos. Tra il 1973 e il 1990, le spiagge della Romania e dell'Ucraina occidentale sono
state invase da grandi quantità di piante e animali morti. Si stima che le perdite biologiche
in questi 18 anni ammontino a 60 milioni di tonnellate di animali bentonici, inclusi 5 milioni
di tonnellate di pesce (Commissione per il Mar Nero, 2002). La struttura della comunità del
benthos della piattaforma e delle aree di costa vicine ha subito un cambiamento
significativo. Alcune aree, per esempio, hanno mostrato una predominanza di policheti e
oligocheti e di specie di molluschi come la Mya arenaria, più adatti a condizioni di scarsità di
ossigeno.

Introduzione di specie aliene
Le specie aliene registrate a livello regionale sono 217 (parassiti e micelio esclusi). Quasi la
metà (102) sono stanziate in modo permanente. Quest'alta percentuale di specie aliene
invasive è indicativa di un grave impatto sulla diversità biologica nativa del Mar Nero, con
19
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
conseguenze negative per le attività umane e per gli interessi economici. Tra il 1996 e il
2005 sono state registrate 48 nuove specie aliene totali, ossia più del 22% di tutte le specie
aliene registrate. La maggior parte di esse appartiene al fitoplancton (16) e allo zoobenthos
(15); seguono lo zooplancton (8), i pesci (5), le macroalghe (3) e i mammiferi (1)
(Heileman et al., on line). Alcune specie aliene hanno avuto un elevato effetto predatorio:
tra queste, il gasteropode marino giapponese Rapana venosa, che ha decimato gli stock di
ostriche.
L'invasione dello ctenoforo (medusa pettine) Mnemiopsis leidyi è stata una delle più
devastanti esplosioni biologiche mai registrate e ha provocato significativi cambiamenti
nella struttura dell'ecosistema. La Mnemiopsis leidyi è stata rilevata nel Mar Nero a partire
dal 1982, ma la sua popolazione si è espansa nel 1988-1989, quando la diminuzione del
consumo di zooplancton da parte degli stock sovrasfruttati ha creato una condizione trofica
favorevole di produzione di zooplancton in eccesso, utilizzato dalla popolazione di
Mnemiopsis (Daskalov et al., 2007). Senza predatori che potessero controllarne
l'abbondanza, la Mnemiopsis si è improvvisamente diffusa in tutto il Mar Nero e ha concorso
al collasso della pesca nel Mar Nero competendo per il cibo e predando direttamente le larve
dei pesci. I livelli di Mnemiopsis si sono poi ridotti con l'introduzione di uno dei suoi
predatori, un altro ctenoforo, il Beroe ovata (Kideys, 2002). Si ipotizza che ciò abbia
comportato un ripristino degli stock ittici, sebbene gli stock di spratto e acciuga abbiano
iniziato a riprendersi dopo la diminuzione della pressione di pesca, quando la Mnemiopsis
era ancora abbondante (Daskalov et al., 2007).
Figura 2: Mnemiopsis leidy
Fonte: Wikipedia

Pesca eccessiva
La pesca eccessiva sembra essere all'origine dei principali cambiamenti di regime nel Mar
Nero (Daskalov et al., 2007). I due principali cambiamenti di regime che hanno interessato
il Mar Nero negli anni Settanta e Novanta sono stati associati a importanti perturbazioni dei
livelli superiori della catena trofica pelagica. Il primo evento fu collegato alla riduzione dei
predatori dominanti, che ha provocato una cascata trofica di sistema (ossia un effetto
indiretto dall'alto verso il basso su due o più livelli trofici). Il secondo evento fu invece
associato a una significativa riduzione di pesci planctivori e all'invasione della Mnemiopsis
leidyi, comportando una seconda cascata trofica di sistema con simili effetti alternati su
zooplancton e fitoplancton e sulla chimica dell'acqua.
20
La pesca nel Mar Nero
I fattori scatenanti di entrambi i cambiamenti avvenuti nel Mar Nero sembrano essere stati
la pesca eccessiva e il collasso degli stock di predatori pelagici prima del 1970 e dei pesci
planctivori nel 1990 (Daskalov et al., 2007 e relativi riferimenti). Di conseguenza, le risorse
di pesca per i predatori pelagici si sono esaurite in gran parte del Mar Nero e una specie, lo
sgombro (Scomber scomber) è del tutto scomparso (Daskalov, 2002). Nel 1990 le catture
di acciuga, spratto e di sugarello si sono ridotte di sei volte. Questo evento si è verificato
simultaneamente all'ingresso nel sistema della Mnemiopsis invasiva: pertanto, la sua
fioritura sembra essere stata scatenata dal collasso di un stock ittico. La rapida espansione
della Mnemiopsis negli anni successivi ha comportato una diminuzione massiccia della
biomassa di zooplancton, una forte competizione per le risorse alimentari e un'ulteriore
diminuzione degli stock ittici.
Le attività umane hanno colpito altre comunità del Mar Nero. I delfini sono stati cacciati 2
per circa un secolo fino al 1996 quando l'URSS, la Romania e la Bulgaria vietarono la pesca
di delfini nel Mar Nero (Birkun, 2008). All'epoca, il numero di delfini era passato da oltre 1
milione a meno di 300 000 esemplari. La pesca dei delfini in Turchia continuò fino al 1983,
sebbene le richieste di abbattimento selettivo dei delfini non siano inusuali in questo Paese:
si ritiene infatti che il consumo di pesci da parte dei delfini abbia un impatto negativo sullo
stato degli stock commerciali. Il deterioramento dell'ecosistema deve aver colpito anche le
popolazioni di delfini (Mee e Topping, 1999); nel 1990, inoltre, è stato registrato un picco di
mortalità di tursiopi per cause sconosciute (Birkun, 2008). La cattura accidentale di
mammiferi marini con attrezzi da pesca è un problema particolarmente serio per le focene.
Altri mammiferi marini sono poi gravemente a rischio, e la foca monaca si è praticamente
estinta (Commissione per il Mar Nero, 2002; Black Sea TDA, 2007).
***
Le condizioni ecosistemiche del Mar Nero sono in qualche modo migliorate negli ultimi 1015 anni grazie all'apporto ridotto di nutrienti e alla diminuzione della Mnemniopsis leidyi
invasiva (Gomoiu, 2004; Nicolaev et al., 2004; Caddy, 2008; Oguz et al., 2009). Vi sono
segni di una maggiore biodiversità, i fenomeni di ipossia sono diminuiti sulla piattaforma
nordoccidentale e gli stock dell'acciuga e dello spratto sono, in una certa misura, in ripresa.
Tuttavia, tale recupero è ben lungi dall'essere completo. Rispetto ai giorni bui nei quali il
Mar Nero ha vissuto un periodo di declino, che ha causato il degrado del suo ecosistema,
(nel 1990, l'80% della piattaforma nordoccidentale era considerata una zona morta), il Mar
Nero oggigiorno rappresenta un modello di adattamento piuttosto che di vera ripresa. Il
sistema è caratterizzato da un'instabilità ecologica che si manifesta, per esempio, in una
significativa riduzione degli stock della maggior parte dei grandi pelagici. Le specie invasive,
non presenti o rare nel 1960, oggi occupano (e dominano) nicchie ecologiche cruciali.
Buona parte dei mitili, che un tempo fungevano da importante filtro per l'acqua
sovrastante, sono stati sostituiti dai tunicati marini, che svolgono una funzione simile; la
prateria di Phyllophora, un tempo molto vasta, è stata soppiantata da sottili alghe
filamentose. A causa degli apporti d'acqua del Danubio e del Nipro, le alghe verdi
caratterizzate da una crescita molto rapida (Enteromorpha e Cladophora) sono state in
buona parte sostituite dalla più robusta Polysiphonia elongata. Tuttavia la Cystoseira,
dominante prima degli anni Sessanta, non si è ancora ristabilita in quest'area (Caddy,
2008).
2
Per produrre oli, pittura, colla, vernici, mangimi, farmaci, sapone, cosmetici, pellame, carne di pesce e
fertilizzanti a base di ossa (http://www.iucnredlist.org).
21
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
La pesca è stata una delle forze trainanti di tali cambiamenti, ma ne è stata anche
drasticamente colpita. Risulta impossibile comprendere lo stato degli stock ittici del Mar
Nero senza tener conto della mutevole complessità ecosistemica di questo mare. Il Mar
Nero è un esempio assai chiaro di quanto sia inutile gestire la pesca come se fosse isolata
dai più ampi ecosistemi dinamici di cui gli stock ittici sono componenti importanti (Knudsen,
2008).
22
La pesca nel Mar Nero
2.
RISORSE MARINE VIVE E RELATIVE ATTIVITÀ DI
PESCA
Di tutta la specifica diversità del Mar Nero, il maggior valore economico è riconducibile a
circa due dozzine di specie che, nel 1996-2005, hanno prodotto il 98% circa delle catture
(Figura 3). Il rimanente 2% comprendeva pesci meno importanti dal punto di vista
commerciale, molluschi, crostacei e altri organismi acquatici. La parte più consistente delle
catture riguarda tre gruppi: pelagici, demersali e pesci anadromi. In ognuno di questi
gruppi, più del 90% del volume delle catture è costituito da diverse specie dominanti
(Shlyakhov e Daskalov, 2009) 3 .
Figura 3: Sfruttamento commerciale delle risorse marine vive nel Mar Nero nel
(1996-2005)
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
2.1.
Stock pelagici
I pesci pelagici, soprattutto quelli di piccole dimensioni che si nutrono di plancton, sono le
specie alieutiche più abbondanti del Mar Nero. La principale specie bersaglio della pesca è
l'acciuga europea (Engraulis encrasicolus) che, dal 1970, ha sempre rappresentato più della
metà del volume complessivo degli sbarchi (fino al 75% nel 1995; Figura 4). Lo spratto
(Sprattus sprattus), il sugarello maggiore (Trachurus mediterraneus), la palamita (Sarda
sarda) e il pesce serra (Pomatomus saltatrix) sono i pelagici principali in termini di valore di
pesca. Il pesce serra è un grande predatore che arriva nel Mar Nero dal mare di Marmara e
dal mar Egeo per alimentarsi e riprodursi in primavera; alla fine dell'autunno, poi, lascia il
Mar Nero per svernare. L'evoluzione delle catture suggerisce una ripresa parziale delle
principali specie pelagiche dopo il collasso della pesca nel 1991 (Figura 5).
3
Il presente capitolo si basa su una recente revisione di Shlyakhov e Daskalov (2009).
23
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
Figura 4:
Sbarchi di acciuga, spratto e sugarello nel Mar Nero (1950-2006). Il
volume complessivo degli sbarchi è indicato ai fini della
comparazione.
900.000
800.000
700.000
Landings (t)
600.000
Anchovy
500.000
Sprat
400.000
Horse mackerel
Total
300.000
200.000
100.000
0
1950
1960
1970
1980
1990
2000
2010
Year
Fonte dei dati: www.seaaroundus.org
Figura 5:
Catture complessive delle principali specie pelagiche nel Mar Nero
(1989-2005)
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
24
La pesca nel Mar Nero
2.1.1.
Acciuga
L'acciuga svolge un ruolo cruciale nella catena alimentare pelagica, essendo una preda di
molti predatori come il bonito, il pesce serra, il sugarello, i delfini e altri. È anche un
importante consumatore di zooplancton (soprattutto quando lo stock è grande) e compete
quindi con altri planctivori (Daskalov et al., 2007).
L'acciuga del Mar Nero è presente in tutto il Mar Nero 4 . Migra verso le zone di svernamento
lungo le coste anatoliche e caucasiche (da ottobre-novembre fino a marzo), formando
dense zone di svernamento bersaglio della pesca commerciale intensiva. Nel resto
dell'anno, occupa i suoi soliti habitat di riproduzione e alimentazione in mare, di cui la
piattaforma nordoccidentale rappresenta l'area più grande e produttiva (Fashchuk et al.,
1991; Daskalov, 1999). L'acciuga raggiunge la maturità diversi mesi dopo la riproduzione,
che avviene durante l'estate.
L'acciuga è soggetta sia alla pesca artigianale (con reti a trappola sulla costa e ciancioli da
riva) sia alla pesca commerciale con reti a circuizione nelle sue zone di svernamento. Gli
andamenti temporali relativi all'abbondanza, alle catture e alla mortalità dei pesci
evidenziano pronunciate fluttuazioni decadali (Figura 6). L'incremento della biomassa e
delle catture durante gli anni Settanta e Ottanta è stato innescato dall'espansione, in
Turchia, di potenti flotte pescherecce con reti a strascico e reti a circuizione, con un
progressivo incremento dello sforzo di pesca (Gucu, 1997). Dopo la stagione di pesca
1981/1982, il limite di mortalità alieutica per lo sfruttamento sicuro degli stock è stato
sistematicamente superato, anche se l'elevato tasso di catture è stato mantenuto grazie alle
dimensioni relativamente grandi dello stock riproduttivo.
Le prime avvisaglie della pesca eccessiva si ebbero dopo il 1984, quando diventò difficile
identificare i banchi di acciughe e le imprese nel settore della pesca subirono delle perdite
(Shlyakhov et al., 1990). Tuttavia, la vera catastrofe avvenne dopo il 1986, quando lo stock
si ridusse da 1 200 000 a 500 000 tonnellate in due anni consecutivi. Le catture nelle
stagioni 1986/87 e 1987/88 rimasero elevate; tuttavia, nella seguente stagione 1988/89,
crollarono improvvisamente a 188 000 tonnellate. Così, lo stock diminuì improvvisamente
fino ad attestarsi a meno di 300 000 tonnellate nel 1990 (il dato più basso per il periodo
1967-1993). Successivamente, in ragione della minore redditività della pesca, diminuirono
anche lo sforzo di pesca e la mortalità alieutica. Durante la fase di crollo dello stock, la
struttura dimensioni/età delle catture mise in evidenza la predominanza di individui piccoli e
immaturi (Prodanov et al., 1997; Gucu, 1997). Nel periodo compreso tra il 1995 ed il 2005,
lo stock mostrò un recupero parziale e le catture aumentarono a 300 000 – 400 000
tonnellate; tuttavia, dati i livelli ancora relativamente elevati dello sforzo di pesca e delle
catture, la biomassa sfruttata non poté raggiungere i livelli del 1980.
Probabilmente, il maggiore effetto ambientale sullo stock dell'acciuga alla fine degli anni
Ottanta fu la competizione per il cibo con lo ctenoforo invasivo Mnemiopsis leidyi, come
pure la predazione di larve e uova di acciughe da parte dello stesso (Oguz et al., 2008). La
maggiore invasione della Mnemiopsis nel Mar Nero fu registrata nel 1988-89. Sembra
dunque che la catastrofica riduzione dello stock dell'acciuga nel Mar Nero alla fine degli anni
Ottanta sia stata dovuta all'azione combinata di due fattori: la pesca eccessiva e l'invasione
della Mnemiopsis leidyi (Grishin et al., 2007); le perdite complessive in termini di catture di
4
Nel Mar Nero vi sono due diverse popolazioni di acciuga: l'acciuga del Mar Nero e l'acciuga del mare di Azov. La
seconda si riproduce e si alimenta nel mare di Azov e si iberna lungo le coste della Crimea e del Caucaso
settentrionale. Dal momento che tale stock è di minore importanza ecologica e commerciale, in questa sede
non sarà considerato.
25
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
acciuga negli anni 1989-1992 dovute all'invasione della Mnemiopsis può essere stimata,
approssimativamente, a circa 1 milione di tonnellate.
Figura 6: Acciuga del Mar Nero: reclutamento, biomassa dello stock riproduttivo
(BSR), catture e mortalità alieutica
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
Lo stato dello stock dell'acciuga è migliorato dopo la drastica diminuzione che ha
caratterizzato gli anni Novanta e, nel 2000-2005, le catture hanno raggiunto le 300 000
tonnellate circa. Tuttavia, le catture di acciuga diminuirono significativamente nel 2006,
mettendo in luce una sofferenza dello stock. L'altra possibile causa del calo dello stock
dell'acciuga può essere ricondotta agli effetti climatici (la temperatura dell'acqua più elevata
potrebbe aver causato una dispersione dei banchi di pesci rendendoli meno accessibili agli
attrezzi da pesca) e all'abbondanza di predatori (bonito). Data la marcata variabilità
naturale, il comportamento migratorio transfrontaliero e la sensibilità a diversi effetti
ambientali, la protezione e l'utilizzo sostenibile delle risorse dell'acciuga possono essere
ottenuti solo attraverso una gestione internazionale coordinata e una regolamentazione
basata su una valutazione degli stock sostenuta da solide prove scientifiche.
2.1.2.
Spratto
Lo spratto è il secondo pelagico più abbondante e commercialmente importante del Mar
Nero dopo l'acciuga; esso funge inoltre da importante risorsa alimentare per i pesci più
grandi. È presente in tutto il Mar Nero; tuttavia, la sua massima abbondanza si rileva nella
regione nordoccidentale. In primavera, i banchi migrano verso le acque costiere per nutrirsi.
In estate, lo spratto rimane sotto il termoclino stagionale formando dense aggregazioni
vicino al fondo (nelle ore diurne) e nello strato misto superiore (nelle ore notturne).
Lo spratto raggiunge la maturità a 1 anno e si riproduce per tutto l'anno, anche se il picco di
riproduzione si colloca tra novembre e marzo. Le uova e le larve sono soprattutto
concentrate vicino al limite della piattaforma e all'interno delle rotazioni cicloniche centrali
con uno strato sottomarino relativamente stabile (20–50 m). La competizione per il cibo con
la Mnemiopsis leidyi (soprattutto per il Calanus d'acqua fredda e per lo Pseudocalanus
copepods) può spiegare, in parte, la riduzione dello stock di spratto osservata all'inizio degli
anni Novanta, periodo dell'invasione della popolazione della Mnemiopsis leidyi. Quando agli
26
La pesca nel Mar Nero
altri stock commerciali, il massiccio sovrasfruttamento ebbe luogo prima e durante
l'invasione della Mnemiopsis il che, probabilmente, aggravò l'esaurimento dello stock. Oltre
alla Mnemiopsis leidyi, anche la medusa Aurelia aurita (presente nelle acque più profonde) è
responsabile di una forte interferenza trofica con lo spratto. Ciò potrebbe spiegare la
concomitanza della fase di declino in termini di reclutamento e biomassa dello spratto e del
picco di abbondanza dell'Aurelia aurita durante gli anni Ottanta (Daskalov, 2003).
Lo spratto è sempre stato soggetto sia alla pesca artigianale sia alle pesca commerciale con
reti da traino pelagiche. Le serie temporali dei principali parametri degli stock mostrano un
andamento ciclico quasi decadale che domina l'abbondanza del reclutamento, come nel caso
dell'acciuga (Figura 7). Il picco del reclutamento e della biomassa si verificò alla metà degli
anni Settanta e Ottanta. Le catture massime si registrarono nel 1989, provocando la più
alta mortalità alieutica che precedette il collasso dello stock. I fattori concomitanti del basso
reclutamento e della pesca eccessiva, come pure l'invasione della Mnemiopsis, sono state le
cause principali del crollo dello stock nel 1990, periodo nel quale, le informazioni provenineti
dal settore ricerca (nonché la composizione per età e dimensioni) hanno regolarmente
evidenziato un calo del reclutamento, della biomassa e dell'età e taglia medie.
Figura 7: Spratto del Mar Nero: reclutamento, biomassa dello stock riproduttivo
(BSR), catture e mortalità alieutica
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
Dopo il crollo dello stock nel 1990 il reclutamento, la biomassa e le catture di spratto
iniziarono ad aumentare e lo stock raggiunse, alla metà degli anni Novanta, i precedenti
livelli di picco caratteristici degli anni Ottanta e nell'anno 2005, fece riscontrare dimensioni
ancora maggiori. Le catture, tuttavia, si attestarono a livelli relativamente bassi a causa
della stagnazione economica in Bulgaria, Romania e Ucraina, anche se la mortalità alieutica
subì un incremento tra il 1990 e il 2000. Di conseguenza, dopo il 1995 le catture
raggiunsero i quantitativi rilevati degli anni Ottanta, attestandosi a circa 70 000 tonnellate
nel periodo 2001-2005. La diminuzione delle catture per unità di sforzo di pesca (CPUS) e
delle dimensioni medie delle catture nelle attività di pesca in Bulgaria e Romania nel 20062007 indicano che il livello attuale della pressione di pesca potrebbe essere eccessivo per le
dimensioni della biomassa dello stock sfruttato e che, quindi, potrebbero essere necessari
ulteriori limitazioni delle catture.
27
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
2.1.3.
Sugarello
Il sugarello del Mar Nero è una sottospecie del sugarello maggiore (Trachurus
mediterraneus). Si tratta di una specie migratoria presente in tutto il mare, che inella
stagine primaverile migra a nord per riprodursi ed alimentarsi. In estate lo si ritrova
soprattutto nelle acque della piattaforma sopra il termoclino stagionale ed in autunno, il
sugarello migra verso le zone di svernamento lungo le coste anatoliche e caucasiche.
Raggiunge la maturità a 1-2 anni durante l'estate, che è anche la principale stagione di
alimentazione e crescita. Si riproduce negli strati superiori, sia in mare aperto sia in
prossimità della costa. Le uova e le larve si ritrovano spesso in aree caratterizzate da
un'elevata produttività.
La pesca del sugarello avviene soprattutto nelle zone di svernamento nel Mar Nero
meridionale, con reti a circuizione e reti da traino pelagiche. Negli ultimi 40 anni, le
maggiori catture di sugarello sono state registrate negli anni che hanno preceduto
l'invasione della Mnemiopsis. Nel 1985 si registrò la cattura massima di 141 000 tonnellate,
di cui circa 100 000 tonnellate provenienti dalla Turchia (Prodanov et al., 1997). Nel periodo
1971-1989 lo stock crebbe; tuttavia, in ragione delle fluttuazioni delle classi d'età tipiche di
questa specie (Figura 8), ad anni di grande abbondanza si alternarono anni di scarsa
presenza. Secondo Bryantsev et al. (1994) e Chashchin (1998), la pesca intensiva nelle
acque turche nel 1985-1989 portò a un sovrasfruttamento delle popolazione di sugarello e
alla riduzione dello stock e delle catture negli anni successivi. Dopo il 1990 si ebbe una
drastica diminuzione dell'abbondanza dello stock, che si ridusse del 56%. Nel 1991, lo stock
di sugarello calò al minimo di 75 000 tonnellate e le catture a 4 700 tonnellate, venti volte
inferiori alle catture medie annuali nel periodo compreso tra il 1985 ed il 1989.
Figura 8: Sugarello del Mar Nero: reclutamento, biomassa dello stock riproduttivo
(BSR), catture e mortalità alieutica
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
Inoltre, dall'invasione di Mnemiopsis nell'autunno del 1988, la forte predazione di
zooplancton colpì direttamente le larve e il novellame di sugarello, soprattutto in ragione
della forte diminuzione dei copepodi Oithona nana e Oithona similis, che costituiscono la
principale fonte di alimentazione di questa specie.
28
La pesca nel Mar Nero
A differenza dell'acciuga e dello spratto, lo stock di sugarello rimane a livelli molto bassi. La
pesca del sugarello, nel periodo 1992-1998 era molto limitata nei paesi dell'ex Unione
Sovietica a causa della mancanza di aggregazioni di pesce nelle zone di svernamento. Nelle
aree costiere della Crimea e del Caucaso furono pescate piccole quantità di sugarello con
reti a trappola. Nelle acque turche, le catture del sugarello nel 1994-2006 raggiunsero le
9 000-11 000 tonnellate, ossia i livelli degli anni 1950-1985 prima dell'inizio della pesca
industriale.
2.2.
Stock demersali
Dal punto di vista della pesca nel Mar Nero, le più importanti specie demersali sono il
merlano (Merlangius merlangus), lo spinarolo (Squalus acanthias), il rombo chiodato
(Psetta maxima), la triglia di fango e la triglia di scoglio (Mullus barbatus, M. surmuletus) e
quattro specie della famiglia dei mugilidi. Le catture medie totali di queste specie demersali
nel 1996-2005 furono inferiori alla media complessiva del periodo 1989-2005, e
diminuirono in modo evidente dopo il 2000 (Figura 9).
Figura 9:
Catture complessive delle principali specie demersali nel Mar Nero
(1989-2005)
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
2.2.1.
Rombo chiodato
Il rombo chiodato è presente su tutta la piattaforma del Mar Nero. Si tratta di un pesce di
grandi dimensioni con un ciclo di vita lungo: raggiunge gli 85 cm di lunghezza e i 12 kg di
peso, e può vivere più di 17 anni. Le larve e gli avannotti nei primi due mesi vivono nella
zona pelagica e si nutrono di zooplancton. Gli adulti si nutrono prevalentemente di pesci, sia
demersali (merlani, triglie di scoglio e ghiozzi) sia pelagici (acciughe, spratti, sugarelli e
alose). La dieta del rombo chiodato include anche i crostacei (gamberi e granchi), i
molluschi e i policheti. Questa specie non effettua migrazioni transfrontaliere distanti, ma
migra localmente per la riproduzione, l'alimentazione e lo svernamento tra le aree costiere
e il mare aperto (Mappa 6). Il rombo chiodato matura, nella maggior parte dei casi, all'età
di 3-6 anni. Si riproduce in estate, dalla fine di marzo alla fine di giugno, in acque con una
temperature di 8-12° C. Il picco di riproduzione è a maggio, a profondità che vanno dai 2040 m ai 60 m. Dopo la riproduzione, il rombo chiodato si sposta verso il basso a 50-90 m e
mantiene una vita poco attiva limitandosi all'alimentazione fino all'inizio dell'autunno,
29
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
stagione durante la quale ritorna nelle acque costiere, dove si nutre intensamente. Per lo
svernamento, migra a profondità comprese tra i 60 ed i 140 m.
Il rombo chiodato è una delle specie alieutiche di maggior valore in tutti i paesi del Mar
Nero. In passato la pesca del rombo chiodato è stata effettuata con reti da posta calate sul
fondale con una maglia minima di 180 mm nelle acque della Bulgaria, della Georgia, della
Romania, della Federazione russa e dell'Ucraina (Prodanov et al., 1997). e di 160-200 mm;
Nelle acque turche, invece, sono state utilizzate reti da posta con una dimensione minima
delle maglie pari a 160-200 mm e con reti a strascico con maglie di dimensione minima di
40 mm (Tonay e Öztürk, 2003). Dal 2007 la Romania e la Bulgaria applicano una
dimensione minima autorizzata della maglia pari a 400 mm per le reti da fondo. Il rombo
chiodato viene pescato anche come cattura accessoria con reti a strascico, palangari e reti a
circuizione. La pesca del rombo chiodato nelle acque turche del Mar Nero utilizza, per il
72%, reti da posta calate sul fondo e, per il 26%, reti a strascico; il 2% del pescato infine,
proviene dalla catture accessorie effettuate con reti a circuizione (Zengin, 2003). Oltre
l'80% delle catture di rombo chiodato in Ucraina sono state effettuate attraverso attività di
pesca mirate, utilizzando reti con una maglia di 180-200 mm; la parte restante è costituita
per lo più da catture accessorie. Nel periodo compreso tra il 1996 ed il 2005, le catture
medie annuali di rombo chiodato ammontarono a 1 235 tonnellate per la Turchia e a 177
tonnellate per gli altri paesi del Mar Nero. Agli inizi degli anni Novanta, la pesca del rombo
chiodato è stata vietata del tutto oppure largamente limitata in funzione del totale
ammissibile di catture in tutti i paesi eccetto la Turchia; le catture di questo periodo, quindi,
presentarono livelli trascurabili.
Mappa 6:
Distribuzione del rombo chiodato nel Mar Nero
Fonte: UNEP/GRID-Arendal (2001)
Come per molte specie demersali, la notevole differenza tra le statistiche registrate e le
catture reali costituisce un serio problema quando si tratta di valutare lo stato della
popolazione di rombo chiodato e di giustificare misure efficienti per la regolamentazione
della pesca. Stando alle valutazioni degli esperti (Shlyakhov e Charova, 2003), la
produzione annuale non registrata di rombo chiodato nelle acque ucraine è stata, nel
periodo 1992-2002, dell'ordine di 200-800 tonnellate. Tali valutazioni incomplete (che
includono soltanto le catture accessorie di rombo chiodato non registrate durante la pesca
dello spratto e la pesca di frodo effettuata da parte delle navi turche) dimostrano che la
produzione annuale non registrata è stata superiore a quella riscontrabile sulle statistiche
ufficiali sulla pesca del rombo chiodato.
30
La pesca nel Mar Nero
Nel periodo di base (1967-1988) gli sbarchi turchi hanno rappresentato fino all'82% delle
catture totali di tutti i paesi. Nel periodo compreso tra il 1967 ed il 1971 ed in quello tra il
1985 ed il 1992, la pesca turca ha riguardato soprattutto gli stock locali di rombo chiodato
in acque proprie; tuttavia, nel 1972-1984 l'attività di pesca si è estesa agli stock occidentali
e nordoccidentali in acque internazionali (Acara, 1985). Nel 1985, gli stock occidentali e
nordoccidentali si dimostrarono sovrasfruttati. In ragione di ciò, nel 1986 l'ex URSS
introdusse il divieto di pesca del rombo chiodato nelle sue acque, presto seguita da Bulgaria
e Romania. La Turchia, invece, si rifiutò di aderire al divieto. In seguito all'introduzione dei
divieti e delle restrizioni di pesca nei primi anni Novanta, gli stock del rombo chiodato
(diminuiti prima del 1989) sperimentarono una parziale ripresa nelle acque di tutti paesi
eccetto la Turchia.
2.2.2.
Merlano
Nel Mar Nero, il merlano è una delle specie demersali più abbondanti. Come il rombo
chiodato, il merlano non effettua migrazioni distanti e si riproduce principalmente nella
stagione fredda in tutto il bacino. Il merlano produce novellame pelagico che abita lo strato
d'acqua superiore ai 10 m per un anno. Il merlano adulto vive in acque fredde (6-10°C) e
forma dense concentrazioni a profondità che arrivano fino a 150 m (più spesso a 60-120 m
di profondità; Shlyakhov e Charova, 2003). La sua dieta principale si basa sullo
zooplancton, su piccoli pelagici e su organismi del benthos (crostacei e policheti). Il
merlano, a sua volta, è una specie preda importante per i grandi predatori, per i delfini e
per gli uccelli che si cibano di pesce.
In Bulgaria, Georgia, Romania, Ucraina e nella Federazione russa il merlano è raramente
una specie bersaglio ma viene pescato principalmente come cattura accessoria nella pesca
con reti a strascico o nelle attività di pesca non selettiva con reti fisse nelle aree marine
costiere. Questa tipologia di pesca si è sviluppata soprattutto in acque rumene. Nel periodo
compreso tra il 1996 ed il 2005, la media delle catture totali annue di merlano effettuate dai
paesi del Mar Nero (eccetto la Turchia) ammontava a meno di 600 tonnellate. Gli sbarchi di
catture accessorie di merlano, maggiori durante le attività di pesca con reti a strascico dello
spratto e di altri pesci in Bulgaria, Georgia, Romania e nella Federazione russa, furono
specificati nei resoconti ufficiali di questi paesi. Pertanto, le catture accessorie di merlano in
acque ucraine nel 1996-2002 furono stimate nel range di 650-1 800 tonnellate (Shlyakhov
e Charova, 2003). D'altra parte, le catture accessorie di piccole popolazioni di merlano
spesso non venivano classificate ed erano semplicemente scartate (nonostante tale pratica
sia vietata dalla legislazione in materia di pesca); in alternativa, venivano registrate nelle
statistiche come spratti.
Sulla costa meridionale, le concentrazioni di merlano sono più stabili. La Turchia è l'unico
paese della regione a condurre attività di pesca del merlano con reti a strascico, consentite
da settembre ad aprile all'interno delle aree di mare aperto oltre le tre miglia dalla costa.
Nell'ambito delle catture accessorie turche, il merlano risulta al terzo o al quarto posto.
Sulla costa orientale della Turchia nel 1990-2000, oltre l'80% degli sbarchi di merlani
provenivano dalla pesca con reti a strascico (Zengin, 2003). La ricerca sulla pesca con reti a
strascico nelle vicinanze di Samsun indica che, nel 2005, il 75% delle catture di merlano
effettuate con questo metodo è stato scartato a causa della ridotta lunghezza media degli
esemplari (Knudsen e Zengin, 2006). Gli stock di merlano nelle acque turche si possono
definire sovrasfruttati: la ragione principale potrebbe essere l'assenza di qualunque
restrizione in termini di dimensioni di catture annuali e/o sforzo di pesca.
31
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
L'andamento incrementale della biomassa di merlano lungo le coste bulgare e rumene è
stato associato al miglioramento delle condizioni ecologiche dell'ambiente del Mar Nero
dopo il 1993 (Prodanov e Bradova, 2003; Radu et al., 2006). Il ripristino degli stock di
piccoli pelagici ha ridotto la pressione sulle popolazioni di merlano, con una conseguente
lieve ripresa del loro stock. Un'altra probabile causa del ripristino degli stock di merlano
potrebbero essere le naturali variazioni dei parametri di riproduzione, lunghezza-peso ed
età (Shlyakhov, 1983), anche se l'intensità della pesca del merlano lungo le coste bulgare e
rumene è stata troppo bassa per poter avere un effetto sostanziale sull'abbondanza e la
biomassa di questa specie.
2.2.3.
Spinarolo
Lo spinarolo è presente in tutta la piattaforma del Mar Nero nelle zone caratterizzate da a
temperature comprese tra 6 e 15°C. Migra in grandi banchi verso le coste della Crimea,
dell'Anatolia e del Caucaso in autunno, per svernare e alimentarsi di acciughe e sugarelli. In
Ucraina e in Romania, dove si concentrano gli spinaroli e gli spratti, sono state rilevate zone
di svernamento di spinaroli anche a profondità che vanno da 70-80 m a 100-120 m
(Kirnosova e Lushnicova, 1990). Le migrazioni riproduttive degli spinaroli si svolgono in
primavera e in autunno nelle acque costiere, a una profondità di 10-30 m. Le principali zone
di riproduzione sono le acque costiere della Crimea (come la baia di Karkinitsky, le aree
vicino allo stretto di Kerč e la baia di Feodosia). Lo spiranolo appartiene alla categoria dei
pesci vivipari longevi. È possibile distinguere due picchi di nascita di novellame ad aprilemaggio e soprattutto ad agosto-settembre, in acque con temperature di 12-18° C
(Serobaba et al., 1988). La popolazione di spinarolo include 19 classi d'età e, tra le specie
alieutiche commerciali del Mar Nero, è seconda solo allo storione per durata del ciclo di vita.
Lo spinarolo viene pescato soprattutto come cattura accessoria nelle operazioni con le reti a
strascico e a circuizione principalmente nel periodo di svernamento. Le maggiori catture si
effettuano lungo le coste turche. Nelle acque ucraine, lo spinarolo viene pescato
principalmente in primavera e in autunno con attività di pesca mirata che utilizzano reti con
una maglia di 100 mm e palangari. Viene altresì pescato come cattura accessoria nella
pesca dello spratto con reti a strascico.
Nel 1989-2005, lo stock di spinarolo sulla piattaforma ucraina si è gradualmente ridotto. Ha
poi subito un incremento fino al 1981 grazie all'abbondante disponibilità delle specie
principali della sua dieta (merlani, spratti, acciughe e sugarelli), per poi diminuire
nuovamente con l'intensificazione della pesca dei pescecani (secondo Prodanov et al.,
1997). Tuttavia, altri autori ritengono che il ruolo delle attività di pesca nella riduzione dello
stock di spinarolo sia stato sopravvalutato: nel 1979-1984, infatti, le catture medie annuali
dallo stock del Mar Nero sono state pari a 8 254 tonnellate, ovvero il 4% circa dello stock
iniziale, riducendosi poi al 3,5% nel 1989-1992 (Kirnosova, 1990). Anche considerando le
catture non registrate, quelle reali non sono state eccessive. La lunghezza media dello
spinarolo nel Mar Nero nordoccidentale catturato con le reti a strascico nel 1989-2005 non è
diminuita ed è persino aumentata, il che non indicherebbe un sovrasfruttamento di questa
specie. Le cause della riduzione dello stock di spinarolo, quindi, potrebbero essere
ricondotte ai cambiamenti sopraggiunti nell'ecosistema del Mar Nero e dovuti
all'inquinamento e al progressivo deterioramento della capacità riproduttiva delle femmine
(Shlyakhov e Charova, 2003).
32
La pesca nel Mar Nero
2.2.4.
Triglia di fango
La triglia di fango 5 è presente su tutta la piattaforma del Mar Nero. Preferisce acque con
temperature superiori agli 8°C e con un tenore di salinità superiore al 17‰. La triglia di
fango raggiunge la maturità a 1-2 anni e, generalmente, vive 4-5 anni raggiungendo una
lunghezza di oltre 20 cm. La triglia di fango si riproduce nei periodi caldi, con un picco a
metà dell'estate. Le uova e il novellame (fino all'età di 1,5 mesi) sono pelagici; gli adulti
vivono vicino al fondo e si alimentano di policheti, crostacei e molluschi. In prossimità delle
coste della Crimea e del Caucaso, sono presenti in due diversi tipi (uno stanziale e uno
migratorio). Il tipo migratorio presenta il maggior valore commerciale. In primavera, si
sposta verso lo stretto di Kerč e il mare di Azov per alimentarsi e riprodursi, per poi
ritornare sulle coste della Crimea per lo svernamento.
Grazie al suo sapore, la triglia di fango è una specie bersaglio di valore per le attività di
pesca. Gran parte delle triglie di fango vengono pescate in acque turche, dove
rappresentano la seconda specie bersaglio nella pesca con reti a strascico di fondo dopo il
merlano. Nel 1990-2000, il 75% circa degli sbarchi di triglia di fango sono stati pescati con
reti a strascico lungo le coste turche del Mar Nero orientale (Zengin, 2003). Le catture
medie annuali hanno raggiunto le 2 590 tonnellate e, rispetto ai precedenti sette anni, nel
periodo compreso tra il 1996 ed il 2005 sono diminuite del 46%, soprattutto in ragione di
una diminuzione delle catture nella parte orientale del Mar Nero. Dal 1999, oltre la metà
degli sbarchi di triglie di fango provengono dalle acque turche occidentali, dove la pesca con
le reti a strascico è molto meno diffusa. In una certa misura, tale dato dà prova di una
pressione eccessiva della pesca con reti a strascico sugli stock di triglia di fango vicino alle
coste turche.
Nelle acque bulgare e rumene, la triglia di fango non è una specie bersaglio. Viene infatti
pescata come cattura accessoria nella pesca con reti a strascico oppure insieme ad altre
specie nelle attività di pesca non selettiva con reti a trappola. Nel 1996-2005, le catture di
triglia di fango nelle acque bulgare sono leggermente aumentate. Nelle acque della Georgia,
nel periodo 1989-1996, non sono state riportate catture di triglia di fango oppure sono state
incluse nel gruppo "altri pesci", mentre tra il 1997 ed il 2005 le catture medie annuali hanno
raggiunto le 28 tonnellate. Lungo le coste della Federazione russa, la pesca mirata della
triglia di fango viene effettuata soprattutto con attrezzi da pesca fissi, mentre nelle acque
ucraine, per quanto riguarda la triglia,. è stata consentita soltanto la pesca con ciancioli da
riva e raschietti. Tuttavia, la quota più consistente delle catture è riconducibile alla pesca
non mirata con trappole di fondo (Shlyakhov e Charova, 2003). La quantità di catture di
triglia di fango non registrate è indefinita.
2.2.5.
Cefalo (Mugilidae)
Tra le sei specie di cefalo della famiglia dei Mugilidae che vivono nel Mar Nero, tre specie
autoctone (Liza aurata, Mugil cephalus e Liza saliens) ed una acclimatata So-iuy Mugil (Liza
haematocheilus) hanno un valore commerciale. I cefali sono presenti in tutte le acque
costiere e negli estuari adiacenti al mare. Le loro rotte migratorie passano lungo l'intera
costa e attraverso lo stretto di Kerč (da e verso il mare di Azov). Le migrazioni che i cefali
effettuano per lo svernamento sono più intensive a novembre. Lo svernamento dei cefali
alloctoni (che amano il caldo) si svolge nelle strette zone costiere e nelle baie a profondità
inferiori ai 25 m e le loro migrazioni dalle zone di alimentazione al Mar Nero per la
riproduzione, hanno luogo tra la fine del mese di agosto ed il mese di settembre. Lo stock
5
Due specie fisiologicamente simili, ossia la triglia di fango e la triglia di scoglio (Mullus barbatus e Mullus
surmuletus) appartengono alla famiglia delle triglie (Mullidae). In questa sede il nome triglia di fango è
utilizzato per entrambe le specie.
33
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
più abbondante è quello del Mar Nero settentrionale, nelle acque dell'Ucraina e della
Federazione russa.
Tutti gli Stati costieri sono impegnati nella pesca del cefalo. Grazie alla sua posizione
geografica e all'ampio utilizzo di attrezzi da pesca non fissi per la cattura di questa specie,
la Turchia presenta il maggior numero di sbarchi. La pesca del cefalo So-iuy Mugil lungo le
coste anatoliche viene effettuata principalmente fuori dalle zone di pre-riproduzione e
riproduzione. In altri paesi, la pesca del cefalo viene praticata con attrezzi da pesca fissi con
trappole di diversa foggia.
Gli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta sono stati caratterizzati da una presenza di
stock di cefalo molto limitata nelle coste del Caucaso e della Crimea; di conseguenza, ne fu
proibita la pesca. Le popolazioni di cefalo hanno iniziato a riprendersi solo alla fine degli
anni Novanta, periodo nel quale, oltretutto le attività di pesca sono diventate meno
intensive.
2.3.
Stock ittici anadromi
I pesci anadromi sono caratterizzati da un ciclo vitale costituito da periodi marini (per lo
svernamento e l'ingrasso) e da periodi in acqua dolce (per la riproduzione). Tra le specie
anadrome del Mar Nero vi sono l'alosa del Mar Nero (Alosa pontica) e tre specie di storioni,
(Acipenser gueldenstaedtii, Acipenser stellatus e Huso huso). I pesci anadromi figurano
all'ultimo posto per quanto riguarda il volume delle catture (Figura 3), ma il loro elevato
consumo e valore economico ne determina il ruolo specifico nella struttura delle risorse
marine.
Figura 10:
Numero totale di catture delle principali specie ittiche anadrome nel
Mar Nero (1989-2005)
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
Gli stock di pesci anadromi consistono soprattutto delle popolazioni del Danubio. Le catture
annuali di specie anadrome sono diminuite significativamente nel periodo compreso tra il
1996 ed il 2005 rispetto algli anni precedenti (Figura 10). I quantitativi minimi di catture
sono stati osservati durante l'anno 1999, e successivamente si è verificato un incremento
delle quantità annuali di pescato, dovuto soprattutto alla ripresa dell'alosa del Mar Nero.
34
La pesca nel Mar Nero
2.3.1.
Storioni
Delle sei specie di storioni della famiglia Acipenseridae presenti nel Mar Nero e nei suoi
affluenti, tre specie denominate storione russo (Acipenser gueldenstaedtii), storione stellato
(Acipenser stellatus) e storione ladano (Huso huso) sono le più diffuse. Si tratta di pesci di
grandi dimensioni con un lungo ciclo vitale: lo storione ladano vive fino a 100 anni,
raggiungendo il peso di oltre una tonnellata e una lunghezza pari a 490 cm; l'età massima
registrata per lo storione russo è di 37 anni, con una lunghezza di 236 cm e un peso di 115
kg; lo storione stellato raggiunge 218 cm di lunghezza, 54 kg di peso e 23 anni di età. Lo
storione russo e lo storione stellato si nutrono principalmente di organismi bentonici, in
particolare molluschi e policheti. Lo storione ladano è un predatore tipico e si nutre
esclusivamente di pesce.
Mappa 7:
Distribuzione dello storione nel Mar Nero
Fonte: UNEP/GRID-Arendal (2001)
Gli storioni anadromi compiono lunghe migrazioni nel corso della loro vita dal mare verso i
fiumi, e poi nuovamente verso il mare dopo il completamento della riproduzione (Mappa 7).
Le acque costiere dell'Ucraina sono il principale areale di ingrasso e svernamento per le
popolazioni di storioni russi, storioni stellati e giovani esemplari di storione ladano del
Danubio e dello Dnepr. I fiumi Danubio, Dnepr e Rioni offrono gli habitat maggiormente
adatti allo svolgimento della fase riproduttiva di questi animali e la maggior parte degli
storioni adulti proviene dalle acque del Danubio e del Dnepr. Le popolazioni di storione
russo, storione stellato e storione ladano del Danubio sono tutte abbondanti. per quanto
riguarda la situazione del fiume Dnepr, lo storione russo è il più numeroso e la riproduzione
artificiale (ripopolamento) svolge un ruolo importante nel mantenerne la popolazione sopra
un certo livello.
Nel 1998 le specie di storione sono state inserite nella Convenzione sul commercio
internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES,
appendice II/Notifica alle parti n. 1998/13 Conservazione degli storioni), a causa dello stato
non ottimale delle popolazioni di storioni. Secondo il parere degli esperti IUCN, gli stock di
storioni migratori nel basso Danubio sono stati sottoposti a un eccessivo sfruttamento e,
mantenendo tale tasso di sfruttamento, sarebbe stato inevitabile un collasso degli stock.
Le statistiche sulle attività di pesca mirata e non mirata documentano ufficialmente solo le
catture e o le catture accessorie. Le catture non dichiarate per occultamento, nel caso di
pesca autorizzata, o attribuibili a bracconaggio, nonché il pesce morto non sbarcato per
35
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
diverse ragioni (pesce morto nelle reti, catture non consentite e quindi scartate ecc.) non
sono state di norma incluse nelle statistiche, ma il loro numero potrebbe essere molto
superiore alla portata delle catture dichiarate ufficialmente. Pertanto, qualsiasi valutazione
affidabile dello stato degli storioni deve comprendere la quota delle catture non dichiarate
(Prodanov et al., 1997; Navodaru et al., 1999; Shlyakhov et al., 2005).
Dopo la dissoluzione dell'USSR, le catture non dichiarate sono aumentate fino a 280
tonnellate nel 1994 a causa della pesca illegale dei gruppi di storioni che svernavano nella
baia di Karkinitsky (Zolotarev et al., 1996). Circa il 60-70% di tali catture illegali era
costituito da storione russo. Le catture di storioni non dichiarate, nell'anno 1995, sono state
stimate a circa 600 tonnellate , ossia 12 volte superiori alle catture ufficialmente dichiarate
da tutti i paesi del Mar Nero. Si presume che tale numero sia persino superiore, dal
momento che i calcoli non prendevano in considerazione tutte le zone di pesca allo storione
e non sono state apportate correzioni per quanto riguarda i pesci morti in mare. Nel Mar
d'Azov, le catture non dichiarate medie annue di storione russo, per il periodo 1988-1997,
sono state stimate tra le 2 000 e le 4 800 tonnellate. Il sovrasfruttamento delle risorse
ittiche ha portato al collasso degli stock di storione nel Mar d'Azov in meno di 10 anni e non
si è ancora avuta una ripresa nonostante il divieto totale delle attività di pesca commerciali,
che è stato imposto dopo l'anno 2000 da parte delle autorità della Federazione russa e
dell'Ucraina.
Il divieto delle attività di pesca commerciale allo storione da parte della Turchia nel 1997,
dell'Ucraina nel 2000 e della Romania nel 2006 è stato un passo importante verso la
conservazione degli stock di storione. Tuttavia, tali misure, così come il ripopolamento
insufficiente e un controllo non efficace del bracconaggio, non possono risolvere il problema
transfrontaliero. È necessario che tutti i paesi del Mar Nero agiscano di concerto.
2.3.2.
Alosa del Mar Nero
L'alosa del Mar Nero (Alosa pontica) è un pesce anadromo pelagico che raggiunge i 45 cm
di lunghezza e la maturità a 3-4 anni. Gli esemplari catturati raggiungono al massimo
un'eta di 6-8 anni. L'alosa del Mar Nero matura si nutre principalmente di pesce (acciuga e
spratto) e, in misura minore, di crostacei. Si ritiene che nel Mar d'Azov e nel Mar Nero
vivano due popolazioni di alosa del Mar Nero (del Don e del Danubio). La popolazione del
Don sverna nella parte orientale del mare, dalle coste della Crimea fino a Batumi, mentre la
popolazione del Danubio nella parte occidentale. Altri studi hanno indicato un'ulteriore zona
di svernamento lungo le coste turche. La popolazione del Danubio migra nei fiumi Danubio,
Dnepr e Dnestr per la riproduzione nella stagione primaverile. La pesca dell'alosa viene
condotta sia in mare, durante il periodo di migrazione primaverile in Bulgaria e in Romania,
sia durante la fase di svernamento in Turchia e nei fiumi occidentali in Bulgaria, Romania e
Ucraina. Tale attività di pesca è quasi assente nelle acque territoriali della Georgia e della
Federazione russa.
Dopo il picco nel 1974-1975 fino all'inizio degli anni Novanta, lo stock e le catture di alosa
del Mar Nero sono diminuite gradualmente anche escludendo le catture turche. Dopo il
1989, le statistiche includevano anche le catture turche che ammontavano a 2 000-4 000
tonnellate dal 1989 al 1995. L'intensificazione delle catture in acque turche era dovuta
molto probabilmente al desiderio dei pescatori di compensare le perdite dovute al collasso
della pesca delle acciughe e dei sugarelli. Tale pesca estensiva ha causato un drastico calo
delle catture di alosa dopo il 1994 fino a meno di 500 tonnellate tra il 1999 e il 2001. Le
catture turche sono aumentate nuovamente nel 2005, superando le 1 000 tonnellate. Tra il
1989 e il 1998, le catture di Bulgaria, Romania e Ucraina ammontavano
approssimativamente allo stesso livello di 1 000 tonnellate. Sono diminuite drasticamente
nel 1999 e in seguito sono lievemente aumentate.
36
La pesca nel Mar Nero
Lo stato attuale della popolazione del Danubio di alosa del Mar Nero è considerato come non
ottimale. Anche prendendo in considerazione gli sfortunati cambiamenti ecologici dovuti a
fattori naturali come l'abbassamento dei livelli idrici, la temperatura dell'acqua e
l'inquinamento che potrebbero influire sulla riproduzione dell'alosa nel Danubio, la causa più
importante della diminuzione dello stock pare essere la pesca eccessiva, in particolare nella
zona del delta del Danubio (Radu, 2006). Le attività di pesca illegali di alosa nel basso
Danubio nel corso dell'ultimo decennio hanno assunto proporzioni notevoli, sebbene non
siano ancora state stimate adeguatamente. Le attività di pesca marina della Turchia hanno
probabilmente contribuito in modo analogo all'eccessivo sfruttamento dello stock di alosa
nel Danubio.
2.4.
Molluschi
Tra i molluschi, le specie con il maggior valore commerciale sono il mitilo mediterraneo
(Mytilus galloprovincialis), le vongole (Chamelea gallina, Tapes spp.) e la lumaca di mare
(Rapana). Le prime due specie sono pescate principalmente in Turchia e l'ultima in tutti i
paesi del Mar Nero. Le catture di molluschi tra il 1996 e il 2005 mostrano una tendenza
all'aumento (Figura 11).
Figura 11:
Numero totale di catture delle principali specie di molluschi nel Mar
Nero (1989 - 2005)
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)
2.4.1.
Mitilo mediterraneo
Il mitilo mediterraneo (Mytilus galloprovincialis) ha il valore commerciale più elevato tra
tutti i molluschi del Mar Nero. È una delle specie macrozoobentoniche più abbondanti nel
Mar Nero. Vive in comunità presenti lungo tutta la costa, dal litorale fino a una profondità di
55-60 m.
Dal 1989 al 2005, le attività di pesca dei mitili erano sviluppate in Turchia e Ucraina,
mentre la raccolta nelle acque della Bulgaria e della Federazione russa era meno
37
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
importante. In quel periodo, Georgia e Romania non raccoglievano affatto i molluschi.
Rispetto al precedente periodo 1989-1995, la raccolta di mitili dal 1996 al 2005 evidenzia
una forte riduzione nei volumi di catture nelle acque della Turchia e dell'Ucraina.
I banchi di mitili mediterranei sono stati fortemente compromessi e le percentuali di
produzione sono diminuite. Nelle acque ucraine, il deterioramento degli insediamenti di
mitili si è verificato essenzialmente a causa del peggioramento delle condizioni ambientali e
dell'impatto antropico, in particolare dovuto alla pesca a strascico (Fashchuk et al., 1991;
Gubanov, 2005). Gli insediamenti più abbondanti di tale mollusco si trovavano nel bacino
nordoccidentale. Fino alla metà degli anni Settanta, la biomassa di mitili nel nordovest del
Mar Nero oscillava tra gli 8 e i 12 milioni di tonnellate. Negli anni seguenti, le gravi morie di
organismi del fondale si sono verificate quasi ogni anno a causa della carenza di ossigeno
nello strato d'acqua prossimo al fondo. Questo ha portato a un ringiovanimento della
popolazione di mitili rispetto al periodo precedente. Negli anni Ottanta lo stock di mitili
complessivo nella piattaforma nordoccidentale ucraina si era ridotto a 4-6 milioni di
tonnellate (Zaitsev, 1992). Il novellame costituiva la popolazione di base nei diversi stadi
giovanili. In alcuni anni, la percentuale di novellame ha raggiunto il 75% della popolazione
totale.
2.4.2.
Lumaca di mare Rapana
La specie di mollusco in oggetto è la Rapana venosa, ma è usata anche la denominazione
Rapana thomasiana (Figura 12). Si suppone che sia arrivata nel Mar Nero nell'acqua di
zavorra proveniente dalle regioni dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico (Sorokin,
1982). Vicino alla costa ucraina, la lumaca di mare raggiunge la maturità all'età di 2-3 anni;
vive 8-9 anni e si riproduce nel periodo più caldo (luglio-settembre). Le larve pelagiche di
lumaca di mare si nutrono di nanoplancton. Gli adulti si nutrono principalmente di bivalvi
delle famiglie Cardiidae, Mytilidae, Veneridae e Arcidae, e si spostano su lunghe distanze
per nutrirsi. In alcuni periodi dell'anno, si sotterrano nel fondo.
L'introduzione di tale mollusco predatore nell'ecosistema del Mar Nero si è rivelata una
catastrofe per le biocenosi di ostriche. Nelle acque marine ucraine, la lumaca di mare ha
distrutto i banchi di ostriche nella zona dello stretto di Kerch e nella baia di Karkinitsky, e
ha danneggiato anche le biocenosi di altri molluschi fino a 30 m di profondità. La
distribuzione di lumache di mare è correlata alla riduzione dell'areale e della densità degli
insediamenti di mitili, in particolare vicino alle coste dell'Anatolia e del Caucaso.
La Turchia ha condotto una raccolta su larga scala di lumaca di mare fin dalla metà degli
anni Novanta, e anche altri paesi del Mar Nero hanno partecipato a tale attività di pesca. Le
catture turche sono rimaste, tuttavia, molto superiori alle catture degli altri paesi e sono
aumentate notevolmente nel corso del primo decennio del 2000. L'analisi delle attività di
pesca lungo la costa orientale della Turchia (provincia di Samsun) evidenzia che il numero
di pescherecci che utilizzavano draghe per la raccolta di lumache di mare tra il 2000 e il
2005 è aumentato notevolmente, tipicamente con imbarcazioni che uniscono il dragaggio
per la cattura delle lumache di mare, la pesca a strascico e la pesca con le reti (Knudsen e
Zengin, 2006). Sebbene le risorse di tale mollusco continuino a resistere, una simile
intensità di pesca e l'attuazione su larga scala della pesca con l'ausilio di draghe hanno un
effetto deleterio per l'ecosistema del fondale marino nel suo insieme.
La lumaca di mare è diventata una risorsa importante da un punto di vista commerciale
anche in Bulgaria dopo il 1994. La pesca a strascico e il dragaggio sono ufficialmente
vietati, ma tali attrezzi vengono ancora usati per la pesca delle lumache di mare. Secondo
le valutazioni dell'associazione di pesca privata di Bourgas, gli sbarchi di lumaca di mare
erano 17 volte più elevati di quanto dichiarato ufficialmente (8 557 tonnellate nel 2005;
38
La pesca nel Mar Nero
Raykov, 2006). Fino all'inizio degli anni Novanta, lungo la costa ucraina, la lumaca di mare
veniva catturata a livello amatoriale e la conchiglia usata come un souvenir. Tra il periodo
iniziale di sfruttamento commerciale nel 1990 e il periodo di pesca intensiva, gli stock di
lumaca di mare sono diminuiti da 1 500-2 800 tonnellate (popolazione vergine) a 1 300
tonnellate (popolazione sfruttata), il che prova la portata dell'impatto della pesca con ausilio
di draghe. L'utilizzo di draghe a lame ha avuto effetti negativi sull'ecosistema dei fondali.
Figura 12:
Rapana venosa che mangia un mitilo
Fonte: http://blacksea-education.ru
2.4.3.
Veneridi – Vongole
La vongola (Chamelea gallina) è un piccolo mollusco bivalve, che vive sui fondali sabbiosi
fino a una profondità di 35 m. Raggiunge la maturità nel secondo anno di vita e si riproduce
nei periodi caldi dell'anno (luglio–settembre). Le larve sono pelagiche. Il mollusco adulto è
un filtratore e si nutre di seston. Le biocenosi delle vongole sono caratterizzate da
un'abbondante biomassa. Nel Mar Nero nordoccidentale la maggiore presenza di veneridi si
osserva tra i 7 e gli 8 metri di profondità sui fondali sabbiosi (fino a 600-800 individui per
m2 e anche di più nelle zone meridionali).
La Turchia è l'unico paese che cattura regolarmente vongole nel Mar Nero. Le dinamiche
della raccolta sono caratterizzate da una rapida crescita per i primi tre anni dall'inizio di
talre attività, con un successivo periodo di declino della durata di cinque anni. Tra il 1996 e
il 2005, si è osservato un aumento degli sbarchi; le catture medie annue ammontavano a
9 459 tonnellate. Le draghe idrauliche che operano nella pesca delle veneridi si trovano
principalmente lungo la costa sudoccidentale del Mar Nero. La pressione sui diversi siti
lungo la costa è disciplinata da periodi di chiusura e apertura che variano da stagione a
stagione. La sua produzione sostenibile richiede una standardizzazione dei setacci, un
congelamento delle licenze di pesca delle vongole, l'istituzione di quote e la suddivisione
delle zone di pesca tra pescherecci. A causa della mancanza di un mercato per le vongole in
Turchia, queste sono esportate negli Stati dell'UE in scatola o surgelate.
39
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
40
La pesca nel Mar Nero
3. EVOLUZIONE DELLE ATTIVITÀ DI PESCA NEL MAR
NERO
La pesca marittima rappresenta un settore economico importante negli Stati del Mar Nero;
la quasi totalità degli stock ittici commerciali nel Mar Nero viene poi ripartita tra gli Stati
confinanti. Il presente capitolo illustra l'evoluzione del settore nell'intero bacino.
3.1. Sbarchi
Gli sbarchi complessivi dichiarati nel Mar Nero evidenziano diversi picchi e fasi di calma,
determinati principalmente dalla fluttuazione negli sbarchi di acciuga, con un picco pari a
818 961 tonnellate nel 1984. Dopo un drastico declino tra il 1989 e il 1991, gli sbarchi sono
aumentati nuovamente ma non sono tornati ai livelli raggiunti a metà anni Ottanta (Figura
13). Il valore degli sbarchi dichiarati riflette la tendenza delle catture, con un picco attorno
al 1985 di circa 792 milioni di dollari statunitensi 6 (Figura 14).
In termini di sbarchi nazionali, la crisi delle risorse verificatasi intorno al 1990 ha provocato
un drastico crollo delle catture in tutti i paesi del Mar Nero (Figure 15 e 16). L'effetto
combinato della crisi e del peggioramento delle condizioni economiche negli Stati dell'ex
Unione Sovietica dopo il 1989 ha modificato drasticamente la pesca nel Mar Nero. La
Turchia è emersa come la nazione con le più importanti attività di pesca nel Mar Nero e ha
letteralmente surclassato tutti gli altri paesi, sia in termini di volume sia di valore delle
catture (fino all'89% del volume degli sbarchi totali e al 91% del valore nel 1993; Figure13
e 15).
Figura 13: Volume degli sbarchi nel Mar Nero suddiviso per paese, 1950-2006
Fonte: www.seaaroundus.org
6
In dollari USA reali del 2000.
41
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
Figura 14: Valore degli sbarchi nel Mar Nero suddiviso per paese, 1950-2006
Fonte: www.seaaroundus.org
Figura 15: Volume degli sbarchi nei paesi del Mar Nero, 1950-2006
500.000
450.000
Landings (t)
400.000
350.000
Bulgaria
300.000
Romania
Ukraine
250.000
Georgia
200.000
Russia
150.000
Turkey
100.000
50.000
0
1950
1960
1970
1980
1990
2000
Year
Fonte: www.seaaroundus.org
42
2010
La pesca nel Mar Nero
Figura 16: Sbarchi in Bulgaria e in Romania (dettagli della figura 15; si noti la
diversa portata degli sbarchi)
20.000
18.000
16.000
Landings (t)
14.000
12.000
Bulgaria
10.000
Romania
8.000
6.000
4.000
2.000
0
1950
1960
1970
1980
1990
2000
2010
Year
Fonte: www.seaaroundus.org
Tra il 1970 e il 2005, il 98-99% delle catture è stato sbarcato nei paesi confinanti. Italia e
Spagna, che nel periodo 1950-1969 erano i Paesi ai quali veniva attribuita una parte
significativa delle quantità di pesce sbarcato (fino al 27,2% e al 12,8%, rispettivamente)
hanno ripreso la loro attività nel Mar Nero nel 2005.
Come evidenziato in precedenza, una pressione di pesca intensa e sregolata (compresa la
pesca illegale) negli anni Sessanta e Settanta ha portato ad uno sfruttamento eccessivo
della maggior parte degli stock ittici 7 . Solo cinque dei 26 stock commerciali pescati negli
anni Sessanta e Settanta erano ancora commercialmente convenienti negli anni Ottanta
(Commissione per il Mar Nero 2002). Il Mar Nero è caratterizzato da un elevato livello di
specie in stato di collasso, con quasi il 90% degli sbarchi derivati da stock sottoposti a
eccessivo sfruttamento (Heileman et al., on line).
Prima degli anni Settanta, nel Mar Nero, vi erano stock abbondanti di numerose specie a
elevato valore , come il tonno (Auxis rochei rochei, Thunnus thynnus, Thunnus allalunga ed
Euthynnus alletteratus), il pesce spada (Xiphias gladius), lo sgombro (Scomber japonicus,
Scomber scombrus, Trachurus mediterraneus e Trachurus trachurus). I grandi pelagici, in
particolare tonni e pesce spada, sono stati fortemente sfruttati con l'introduzione dei
ciancioli negli anni Sessanta e Settanta, e tramite attività di pesca su larga scala con
palangari di superficie e reti da posta negli anni Ottanta (Caddy, 1993). Nel Mar Nero oggi
non si cattura alcuna specie di tonno. Il tonno rosso (Thunnus thynnus) è scomparso dalle
acque rumene dagli anni Sessanta (Dumont et al., 1999), e una drastica riduzione dello
stock di tonno rosso è stata segnalata alla fine degli anni Ottanta (Zaitsev e Mamaev,
1997). Inoltre, dal 1986 non è stato catturato né avvistato alcun esemplare di questa
specie nel Mar Nero turco. La riduzione della popolazione di tonno rosso del Mar Nero ha
probabilmente raggiunto i livelli dell'estinzione (Karakulak e Oray, 2009).
7
Per una presentazione dettagliata degli stock ittici principali, cfr. il capitolo 2.
43
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
Gli sbarchi di rombo, di pelagici migratori e di specie anadrome, in particolare dello
storione, sono diminuiti giungendo a bassi livelli negli ultimi decenni. Alcune specie di
elevato valore come lo sgombro, il luccio (Esox sp.), il persico (Sander sp.), il rutilo (Rutilus
sp.) e l'orata (per esempio, Abramis sp.) sono praticamente scomparse. All'inizio degli anni
Settanta venivano intensamente sfruttate anche la maggior parte delle risorse demersali
(Caddy, 1993).
3.2.
Flotte pescherecce
Dalla fine degli anni Ottanta, si sono verificate delle modifiche importanti nelle dimensioni
delle flotte pescherecce del Mar Nero. Gli effetti della crisi delle risorse, uniti alle diverse
combinazioni delle attività di pesca negli ex Stati comunisti, hanno portato a un drammatico
cambiamento nell'importanza relativa delle flotte pescherecce nei paesi del Mar Nero. Le
attività di pesca turche hanno risentito della crisi delle risorse come le attività di pesca del
Mar Nero settentrionale, ma per diverse ragioni si sono rivelate più resistenti (Knudsen,
2008). A loro volta, il crollo dell'Unione Sovietica e i cambiamenti nelle relazioni
internazionali, nelle politiche e nelle economie statali hanno portato a modifiche strutturali
nelle attività di pesca di Bulgaria, Romania, Ucraina, Russia e Georgia (Knudsen e Toje,
2008). L'introduzione dell'economia di mercato, l'interruzione dei sussidi statali e il declino
economico hanno indebolito la domanda. La mancanza di fondi utilizzabili per l'investimento
in nuove attrezzature e per la sostituzione di quelle obsolete nei settori della cattura e della
trasformazione, come pure la critica situazione in termini di risorse, hanno indebolito
gravemente le flotte pescherecce di questi Paesi. La tensione socioeconomica derivata dalla
transizione alla proprietà privata in paesi in cui prima i mezzi di produzione erano di
proprietà dello Stato è stata forte (per esempio, Knudsen e Toje, 2008). Intanto, gli
investimenti nella flotta turca sono proseguiti e, nel 1995, la sua superiorità numerica era
schiacciante ed era quantificabile a circa il 95% del numero complessivo dei pescherecci nel
Mar Nero (Caddy, 2008; Knudsen, 2008). Per questa ragione, di seguito sarà illustrato in
maggiore dettaglio l'attuale stato della flotta turca.
Nel 2009, i pescherecci turchi nel Mar Nero erano 5 973 8 , rappresentando il 35% della flotta
turca nel Mediterraneo, nell'Egeo, nel Mar di Marmara e nel Mar Nero (Istituto di statistica
turco, 2009). La maggior parte di tali pescherecci è costituita da piccole imbarcazioni
gestite da un insieme di pescatori dediti alla pesca professionale e da altri che invece
praticano la pesca di sussistenza o ricreativa. I pescherecci di lunghezza inferiore ai 10 m
costituiscono l'83,8% del numero complessivo delle imbarcazioni (Tabella 3). In termini di
capacità, i più diffusi sono i pescherecci che pesano meno di 10 tonnellate e caratterizzati
da una potenza inferiore ai 100 kW (86,1% e 82,6% rispettivamente). La capacità
combinata dei piccoli pescherecci è significativa e, poiché si concentrano essenzialmente
nelle acque costiere, possono avere un forte impatto sulle specie che vivono in tali acque.
La grande maggioranza dei pescherecci ha uno scafo di legno (92,3%). Meno del 6% dei
pescherecci sono dotati di generatore, impianti per la surgelazione o per il ghiaccio. Circa il
21,2% dei pescherecci sono dotati di radar a bordo e un numero relativamente basso ha un
sonar (4,8%), un ecoscandaglio (15,1%) o il GPS (13,3%). In generale, i pescherecci attivi
al largo della costa turca occidentale hanno una potenza individuale del motore superiore e
sono meglio attrezzati dei pescherecci operanti intorno alla costa orientale.
8
Cfr. il riquadro 1 per un confronto delle flotte pescherecce rumena e bulgara.
44
La pesca nel Mar Nero
Tabella 3: Caratteristiche dei pescherecci turchi nel Mar Nero, 2009
LUNGHEZZ
A
(m)
TONNELLA
GGIO
(SL)
N.
%
N.
%
1-4
3 557
59,6
1-4
4 474
74,9
5-9
1 446
24,2
5-9
670
10-29
232
3,9
10-29
30-49
202
3,4
50-99
167
100-199
200-499
POTENZA
(kW)
N.
%
1-9
2 006
33,6
11,2
10-19
1 018
17,0
334
5,6
20-49
1 145
19,2
30-49
135
2,3
50-99
764
12,8
2,8
50-99
138
2,3
100-199
537
9,0
251
4,2
100-199
152
2,5
200-499
283
4,7
110
1,8
200-499
63
1,1
>500
220
3,7
>500
8
0,1
>500
7
0,1
Totale
5 973
100
Totale
5 973
100
Totale
5 973
100
Fonte: Istituto di statistica turco (2009)
Tabella 4: Pescherecci turchi per tipo di attività, 2009
TIPO
MAR NERO
ORIENTALE
%
N.
Peschereccio per
traino
MAR NERO
OCCIDENTALE
MAR NERO
TOTALE
%
N.
%
N.
54
1,6
98
3,8
152
2,5
109
3,2
51
2,0
160
2,7
Peschereccio per
traino e circuizione
97
2,8
226
8,8
323
5,4
Nave da trasporto
87
2,5
20
0,8
107
1,8
3 066
89,8
2 165
84,6
5231
87,6
3 413
100
2 560
100
5 973
100
Peschereccio a
cianciolo
Altri
Totale
Fonte: Istituto di statistica turco (2009)
La maggior parte dei pescatori nel Mar Nero turco è impiegata nel settore della pesca su
piccola scala e utilizza attrezzature di base (in particolare tramagli e palangari). Circa il
10,6% dei pescherecci utilizza reti da traino, ciancioli oppure entrambi (Tabella 4), con una
presenza maggiore dei pescherecci da traino nel Mar Nero occidentale. Il dragaggio viene
utilizzato nella pesca delle lumache di mare (nel Mar Nero orientale) e per le verenidi (nel
bacino occidentale).
45
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
Figura 17: Sbarchi per tipo di pesca, 1950-2006
Fonte: www.seaaroundus.org
Come visto in precedenza, la maggior parte delle catture del Mar Nero riguarda gli stock
ittici pelagici. La struttura degli sbarchi complessivi del Mar Nero classificati in base
all'attrezzo da pesca utilizzato, riflette tale caratteristica (Figura 17). I ciancioli, le reti da
traino pelagiche e le lampare sono chiaramente prevalenti dalla fine degli anni Sessanta e il
loro effetto complessivo ha portato a un notevole picco degli sbarchi tra il 1970 e il 1990. La
pesca a strascico, un metodo di pesca importante in termini di sbarchi, rappresenta una
questione molto controversa. Si ritiene che questa tipologia di pesca effettuata su larga
scala, in particolare per lo spratto, abbia svolto un ruolo importante nelle alterazioni
strutturali e funzionali dell'ecosistema nel Mar Nero nordoccidentale (Eremeev e Zuyev,
2007). La pesca a strascico nella piattaforma nordoccidentale è iniziata negli anni Settanta
e sono state effettuate oltre 120 000 operazioni tra il 1979 e il 1986.
La pesca a strascico influisce direttamente sull'ecosistema marino distruggendo
meccanicamente il fondale, danneggiando o distruggendo le comunità bentoniche. Inoltre,
dal momento che nei sedimenti marini si depositano molti inquinanti, la risospensione
causata dalle reti a strascico li riporta nella catena alimentare. Altri importanti effetti
negativi della pesca a strascico derivano dalla porzione sottile di sedimenti sollevati
nell'acqua che ne alterano la trasparenza inibendo la fotosintesi. La torbidezza dell'acqua è
considerata una delle principali ragioni del degrado dell'area nella quale è presente la
Phyllophora di Zernov nel Mar Nero (Gubanov, 2005). Le particelle sottili vengono diffuse
tramite le correnti su lunghe distanze e si depositano nuovamente lontano dalla zona della
pesca a strascico. Di conseguenza, oltre 5 000 km2 della piattaforma a ovest della Crimea
sono stati coperti da uno strato di limo generalmente spesso 2-5 cm, ma che raggiunge i 50
cm in alcuni punti (Eremeev e Zuyev, 2007). La presenza di macrobenthos in queste zone è
diminuita in modo significativo e le specie più colpite sono stati i mitili (Zaitsev et al.,
1999; Gubanov, 2005). Ampie zone di riproduzione ed alimentazione per la maggior parte
delle specie ittiche demersali, compresi gli storioni, i rombi, i ghiozzi e altri, sembrano
essere state distrutte dai depositi di limo e il declino dello stock di rombi nella piattaforma
occidentale della Crimea è stato associato alla distruzione del biotopo causata dalla pesca a
strascico (Eremeev e Zuyev, 2007).
46
La pesca nel Mar Nero
Riquadro 1: Romania e Bulgaria
ROMANIA E BULGARIA
Stato delle flotte pescherecce
Romania
Gli anni Settanta e Ottanta in Romania hanno visto una produzione intensa di pesca
marina; la flotta rumena operava nell'Atlantico a ovest della costa africana e al largo
delle coste del Labrador. Dopo il 1990, l'attività di pesca si è concentrata nel Mar Nero.
Attualmente, la flotta peschereccia è costituita da 468 pescherecci, la maggior parte dei
quali costituita da piccole imbarcazioni che pescano con reti fisse nelle acque costiere (le
imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 m costituiscono il 95% della flotta). Una dozzina
di pescherecci da traino pesca piccole specie pelagiche nella zona costiera delle 12
miglia. Circa la metà dell'intera flotta peschereccia è registrata nei porti del delta del
Danubio. Il resto si concentra in due poli: Constanta (39%, con i vicini porti di Tomis
18% e Mamaia 14%), e Mangalia (30%). Constanta è di gran lunga il porto principale in
termini di capacità (il 53% della stazza lorda complessiva della flotta rumena e il 45%
della potenza motore complessiva). Il numero complessivo di pescherecci è rimasto
pressoché costante dal 2007, ma la capacità totale è diminuita significativamente.
Bulgaria
Come la Romania, la Bulgaria gestiva un'importante flotta d'alto mare attiva nell'Oceano
Atlantico dal 1965 al 1990, ma dall'inizio degli anni Novanta le attività di pesca bulgare si
sono concentrate nuovamente sulla zona costiera del Mar Nero. Attualmente, la flotta
bulgara è costituita da 2 332 pescherecci, la maggior parte dei quali sono piccole
imbarcazioni utilizzate per la pesca su piccola scala, ma vi sono anche 135 pescherecci
oltre i 12 m (circa il 6% della flotta). Il porto più importante è Varna, sia per quanto
concerne il numero di pescherecci (25% della flotta peschereccia bulgara) che per la loro
capacità (31% del tonnellaggio lordo e 28% della potenza motore). Burgasi è il secondo
porto bulgaro, con il 13% dei pescherecci (ma la capacità individuale è quasi pari a
quella di Varna in termini di tonnellaggio lordo). Altri porti significativi sono Nessebar,
Sozopol e Tzarevo sulla costa meridionale della Bulgaria (ciascuno con circa il 9% della
flotta). A partire dall'anno 2007 sia il numero di pescherecci che la loro capacità sono
diminuiti leggermente .
Fonte: Registro della flotta peschereccia comunitaria (dicembre 2010). Elaborazione: J. Iborra Martin
47
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
48
La pesca nel Mar Nero
4.
GESTIONE DELLA PESCA
4.1.
La politica comune della pesca nel Mar Nero
Quando, nel 2007, Romania e Bulgaria sono diventate Stati membri dell'UE, la politica
comune della pesca (PCP) dell'UE è stata estesa al Mar Nero. Romania e Bulgaria hanno
adottato la PCP senza particolari problemi: questi paesi hanno sostanzialmente accettato e
soddisfatto tutti i requisiti per partecipare alla PCP e possono ora beneficiare del sostegno
del Fondo europeo per la pesca (FEP).
Nel 2008 per la prima volta, l'UE ha stabilito i totali ammissibili di cattura (TAC) per spratti
e rombi nelle acque bulgare e rumene. Nel 2008 e nel 2009, il limite di cattura per i rombi è
stato fissato a 50 tonnellate per la Bulgaria e a 50 tonnellate per la Romania, e nel 2010 a
48 tonnellate per entrambi i paesi (dopo un'iniziale proposta della Commissione di 38
tonnellate). Il TAC per gli spratti era pari a 15 000 tonnellate nel 2008 e a 12 750
tonnellate nel 2009 e nel 2010 (la pesca è consentita solo ai pescherecci battenti bandiera
bulgara o rumena). Le misure tecniche che accompagnano le restrizioni quantitative per la
pesca del rombo consistono in un periodo di fermo della pesca che va dal 15 aprile al 15
giugno, una taglia minima di sbarco di 45 cm e l'utilizzo di reti da fondo caratterizzate da
una dimensione minima delle maglie pari a 400 mm.
La Turchia è un paese candidato e, anche se non può beneficiare del sostegno diretto del
FEP, ha potuto contare sull'assistenza tecnica e sui progetti di gemellaggio dell'UE per
affrontare un'ampia gamma di questioni quali (Knudsen, 2008):

la formazione del personale

la riorganizzazione della composizione istituzionale dell'amministrazione

il sistema d'informazione sulla pesca e le statistiche (uffici portuali, sistema di
controllo dei pescherecci (SCP) e centro d'informazione)

le questioni legali, la nuova legge sulla pesca in attesa della ratifica del Parlamento

i piani di gestione della pesca per le dieci specie principali

la consulenza di gestione a favore dei TAC

la registrazione dei pescherecci

le sovvenzioni e gli aiuti

le organizzazioni di produttori

l'organizzazione comune del mercato e degli standard di mercato e di qualità
Il processo di allineamento delle politiche della pesca turche alla PCP è notevolmente in
ritardo rispetto alle date di riferimento stabilite nei contratti di gemellaggio, anche se sono
stati compiuti significativi passi in avanti a livello dell'infrastruttura tecnica (per esempio,
uffici portuali, SCP). Si prevede che il calo più drastico nella capacità di pesca deriverà
dall'aiuto strutturale per il disarmo, che sarà probabilmente disponibile solo per gli Stati
membri (Knudsen et al. 2007).
49
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
4.2.
Misure di gestione nei paesi del Mar Nero
Nei diversi paesi del Mar Nero, la gestione della pesca è caratterizzata da contesti molto
differenti e negli Stati un tempo appartenenti all'Unione Sovietica l'applicazione di TAC e
quote per i pescherecci non è un concetto nuovo. La Turchia impiega molteplici meccanismi
di regolamentazione differenti, ma non è incline all'applicazione di TAC o quote nel Mar
Nero. Fatta eccezione per alcuni accordi bilaterali (per esempio tra Georgia, Turchia e
Ucraina sulla pesca delle acciughe nelle acque della Georgia), non esiste un accordo
generale sulla gestione regionale degli stock ittici del Mar Nero (Knudsen, 2008).
Anche se i profili generali delle strutture formali dei sistemi di gestione della pesca nei paesi
del Mar Nero sono ben noti, l'effettiva implementazione pratica della gestione, come ad
esempio le attività di regolamentazione e di controllo, è meno trasparente (Knudsen, 2008).
Inoltre, con la recente adozione della PCP in Bulgaria e Romania, e di misure correlate alla
PCP in Turchia, insieme alla costante riforma delle amministrazioni della pesca e al
declassamento della gestione di tale attività a livelli istituzionali più bassi in Ucraina e
Russia, i sistemi di gestione della pesca dei paesi del Mar Nero stanno attualmente subendo
una notevole trasformazione (Knudsen e Toje 2008).
4.2.1.
Bulgaria
In Bulgaria sono state formulate diverse strategie di gestione volte a controllare lo sforzo di
pesca e a promuovere la riabilitazione e la conservazione delle risorse e degli ecosistemi
acquatici. Queste misure includono (Duzgunes ed Erdogan, 2008):

una limitazione diretta dello sforzo di pesca mediante la registrazione dei pescatori e
la concessione di licenze per gli attrezzi da pesca e i pescherecci;

stagioni di chiusura per garantire la riproduzione e la sopravvivenza del novellame,
per esempio per la riproduzione invernale e primaverile della trota e di altre specie
d'acqua fredda (dal 1° ottobre al 31 gennaio), oltre che dello storione ladano e del
temolo (Thymallus thymallus) (dal 1° gennaio al 31 marzo) e per la riproduzione
primaverile ed estiva della carpa, del pesce gatto e di altre specie d'acqua calda (dal
15 aprile al 31 maggio); per la pesca nel Danubio, è previsto un periodo di fermo
compreso tra i 30 e i 60 giorni, in conformità agli accordi internazionali applicati al
fiume per le specie di storione e l'alosa del Mar Nero; per il rombo del Mar Nero, la
chiusura si applica a partire dal 15 aprile e resta in vigore per 45-60 giorni;

la riabilitazione delle risorse mediante il posizionamento di scogliere artificiali
(esternamente agli impianti per la mitilicoltura) sulla piattaforma del Mar Nero
bulgaro;

il ripopolamento del Danubio e dei corpi d'acqua interni con novellame di storioni e
ciprinidi, in fase di sviluppo dal 1998;

controlli delle dimensioni e della potenza dei pescherecci (mediante (2001), il
progetto supportato dall'UE per la raccolta di dati dello schedario delle navi da pesca,
lo schema di gestione dei pescherecci e dei controlli sulla dimensione e la potenza
dei pescherecci in linea con la PCP dell'UE);

zone chiuse alla pesca e la restrizione dell'utilizzo di alcuni attrezzi da pesca (pesca a
strascico e dragaggio);

la creazione di zone di gestione mediante uno schema di concessione di licenze:
zona di pesca 1, dalla costa fino a 3 miglia nautiche e la zona di pesca 2, da 3 miglia
nautiche al limite della zona economica esclusiva (ZEE). Le due zone di gestione
50
La pesca nel Mar Nero
mirano a fornire un'equa destinazione delle risorse e a ridurre i conflitti tra l'attività
di pesca tradizionale e quella commerciale.
È vietata la pesca di gamberi e di mammiferi marini. I mammiferi marini vittime di cattura
accessoria devono essere immediatamente rilasciati in mare. Nei casi in cui le popolazioni di
specifiche specie di pesce o di altre creature acquatiche siano messe in pericolo da una
pesca eccessiva, il ministero dell'Ambiente può vietare la pesca finché tali popolazioni non
vangano ripristinate. Esplosivi, veleni e narcotici, pesca elettrica, reti a strascico, draghe,
armi da fuoco e arpioni sono vietati perché distruttivi per l'ambiente e le risorse ittiche.
La pesca commerciale può essere praticata dai cittadini bulgari e dai soggetti giuridici cui è
stata concessa una licenza di pesca commerciale. Ai pescherecci stranieri può essere
consentita la pratica della pesca commerciale in acque nazionali. In Bulgaria non esiste un
sistema di contingenti individuali trasferibili. Dei TAC sono applicati per la cattura di rombi e
spratti, e per l'esportazione di caviale (storione).
4.2.2.
Romania
La Romania ha completato i negoziati con l'UE per quanto riguarda l'area di pesca nel
giugno 2001 e ha accettato l'intero "acquis dell'UE" senza richiedere deroghe o periodi di
transizione. L'attività di pesca è stata tradizionalmente gestita mediante restrizioni dirette,
compresa la chiusura di aree e fermi pesca stagionali, dimensioni minime delle maglie e
limitazioni dell'accesso. Questi ultimi anni hanno visto l'introduzione della concessione di
licenze e di un sistema di contingenti individuali come misure di controllo tese ad allineare
meglio lo sforzo di pesca con le risorse disponibili. Le licenze sono inerenti a uno specifico
gruppo di specie o di tipo di attrezzo di pesca e, di norma, delimitano l'area di pesca
(Duzgunes ed Erdogan, 2008).
Le assegnazioni dei contingenti erano basate principalmente sui tassi storici di pescato,
tuttavia attualmente sono calcolate entro il limite dei TAC basati su studi di ricerca. Tutti i
pescherecci commerciali devono essere registrati nello schedario delle navi da pesca come
prima condizione per ottenere una licenza di pesca e dei contingenti. L'ufficio dello
schedario delle navi da pesca della Direzione della pesca registra i dati relativi a tutti i
pescherecci in linea con la normativa PCP dell'UE. La pesca e la protezione degli stock di
storioni è basata sulle quote di pesca e i TAC approvati dall'Accademia rumena, nella sua
veste di massima autorità scientifica, e regolata dalla CITES. Ogni singolo storione catturato
deve obbligatoriamente essere contrassegnato con un marchio speciale per consentirne una
facile identificazione e rintracciabilità e tutti i pescatori devono compilare delle dichiarazioni
di sbarco contenenti tutti i dati relativi alle catture: le specie di storione, il luogo e l'ora
della cattura e le misurazioni biometriche (peso, lunghezza).
Nel Mar Nero, l'uso di risorse della pesca è provvisoriamente gratuito per consentire lo
sviluppo di attività di pesca marina, con una tassa dell'1% sulle vendite. Nelle attività di
pesca costiere, il principio precauzionale è applicato mediante il divieto dell'utilizzo di reti a
traino entro l'area dell'Amministrazione della riserva della biosfera del delta del Danubio e a
una profondità inferiore ai 20 m per il resto della costa.
4.2.3.
Turchia
In base alla legge sulla pesca del
devono necessariamente disporre
possono pescare qualsiasi specie,
eccezioni quali le zone chiuse alla
1971 e del 1986, sia i pescatori sia i loro pescherecci
di licenze. Durante la stagione di pesca, i pescatori
in tutte le acque e in qualsiasi quantità, con alcune
pesca e il tipo di attrezzo utilizzato in specifiche aree
51
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
indicate nella circolare annuale. La regolamentazione della pesca è basata sui seguenti
criteri (Duzgunes ed Erdogan, 2008):

dimensioni minime delle maglie (per esempio, 20 mm per la rete da traino nel Mar
Nero);

taglia minima del pesce, lunghezza (cm) e/o peso (g);

zone chiuse alla pesca e indicazioni specifiche per gli attrezzi da pesca e/o i
pescherecci;

stagioni di chiusura e zone chiuse alla pesca;

specie a protezione integrale (delfini, foche, salmoni, tartarughe marine, spugne,
coralli e storioni);

strumenti da pesca e metodi di pesca completamente vietati;

restrizione degli strumenti da pesca per alcune specie;

restrizioni dei metodi di pesca o degli strumenti da pesca;

alcune restrizioni relative alle sostanze inquinanti.
Il divieto stagionale protegge gli stock riproduttivi vietando l'uso di reti da traino e di
ciancioli da maggio a settembre. La pesca con le reti a traino non è consentita nell'area
compresa entro 3 miglia dalla costa.
Nel 1991, la capacità della flotta è stata bloccata non consentendo la costruzione di nuovi
pescherecci di lunghezza superiore ai 12 m né la concessione di nuove licenze per
pescherecci di tali dimensioni. Nel 1997, la concessione di licenze per nuovi pescherecci è
stata completamente sospesa, tuttavia, per brevi periodi nel 1994, 1997 e 2001, è stato
concesso un numero limitato di licenze. A partire dal 2002, nessun peschereccio può entrare
a far parte della flotta, i soli nuovi pescherecci consentiti sono quelli che sostituiscono i
pescherecci messi in disarmo. In caso di rimpiazzo, è tollerato un aumento massimo della
lunghezza del 20%. Sia in caso di modifica sia in caso di sostituzione dei pescherecci, la
potenza del motore o il tonnellaggio non sono presi in considerazione (Duzgunes ed
Erdogan, 2008).
Non sono in vigore misure di gestione quali TAC e contingenti di sbarco, permessi di pesca
esclusivi regionali o subregionali. Circa la metà delle regolamentazioni in materia di pesca
riguarda reti da traino e strumenti da pesca analoghi. Tuttavia, le regolamentazioni e le
misure correnti applicano metodi inefficaci e divieti ed ispezioni insufficienti e non
promuovono il ripristino delle risorse ittiche (OCSE, on line).
4.2.4.
Russia
La legge sulla pesca e sulla protezione delle risorse biologiche acquatiche del dicembre 2004
richiede l'applicazione di livelli di TAC per gli stock ittici definendola, una cattura annua
scientificamente giustificata di risorse biologiche acquatiche di determinate specie in una
zona di pesca (FAO, 2007). La quota per la pesca industriale nelle acque marine interne,
nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva (ZEE) della Russia è fornita dal TAC
annuo proposto dalle valutazioni di specifici istituti per la pesca e dai confini amministrativi
dei bacini controllati da specifici comitati direttivi per la pesca (rybvod). Tutti i pescherecci
devono essere registrati e tutti i pescatori devono disporre della licenza necessaria.
Oltre all'impostazione di TAC per la pesca industriale, tutte le categorie di pesca sono
regolate dalle cosiddette norme di pesca (Pravila rybolovstva), definite separatamente per
52
La pesca nel Mar Nero
alcune aree principali, compreso il bacino Mar Nero-Mar d'Azov. Tutte le norme di pesca
specificano:

le zone di divieto;

le chiusure stagionali;

le limitazioni di specifici strumenti da pesca;

le dimensioni minime delle maglie;

la taglia minima consentita di cattura e

le catture accessorie consentite.
A partire dallo scioglimento dell'URSS, la gestione della pesca ha subito continue modifiche
e altre ancora ne sono previste (FAO, 2007). La continua riforma della burocrazia e della
gestione della pesca sta influenzando le organizzazioni operanti nel settore in vari modi. La
riforma del sistema delle quote è un ottimo esempio del carattere instabile della struttura
amministrativa dell'attività di pesca (Knudsen e Toje, 2008). Il principio di base per
l'assegnazione di quote nell'ex Unione Sovietica era basato sulla capacità di cattura e sui
risultati precedenti. Tra il 1995 e il 2000, l'assegnazione delle quote è stata determinata
anche sulla base dei seguenti principi: i diritti speciali delle popolazioni indigene, gli
interessi delle comunità che dipendono dalla pesca, i contributi al funzionamento di attività
di ricerca, la supervisione e la riproduzione degli stock ittici e la conformità alle
regolamentazioni della pesca (Hønneland, 2004). Nel dicembre del 2000, è stato introdotto
un nuovo sistema per l'assegnazione delle quote. Per aumentare la trasparenza
nell'assegnazione delle quote, sono state istituite delle aste per le quote annue. Tre anni
dopo, tuttavia, il sistema è stato abolito a causa dell'effetto negativo delle aste: un netto
aumento del costo dei frutti di mare e quasi il 50% di aumento annuo della passività
commerciale dell'industria nazionale. Dal punto di vista delle aziende ittiche, il sistema di
vendita all'asta privilegiava chiaramente le imprese ittiche di grandi dimensioni e forti
finanziariamente rispetto agli attori più piccoli. Diversi professionisti del settore della pesca
hanno protestato con successo contro questo sistema. Il sistema di vendita all'asta è stato
sostituito da un nuovo sistema a quote a partire dal 1° gennaio 2004. Le quote sono ora
valide cinque anni e sono distribuite in base al cosiddetto aspetto storico, ossia le società
che nei tre anni precedenti attuano una politica più aggressiva in termini di acquisto di
quote alle aste di pesca, si vedono riconosciuta l'assegnazione delle quote più grandi
(Knudsen e Toje, 2008).
4.2.5.
Ucraina
Analogamente a quello russo, anche il settore ittico ucraino ha subito delle modifiche nel
principio dell'assegnazione delle quote. Nel periodo immediatamente successivo
all'indipendenza ucraina, le quote venivano assegnate alle singole imprese (Shlyakov,
2003). Questa misura si è rivelata inefficace; alcune aziende ittiche, a causa della
situazione delle risorse in specifiche zone di pesca, non riuscivano a catturare la quota loro
assegnata. Altre invece, avendo raggiunto troppo rapidamente il loro limite, si vedevano
costrette a tenere in porto equipaggi e pescherecci. Il sistema vietava la vendita e l'acquisto
di quote. Alcune aziende avevano ideato un sistema per aggirare questa norma affittando
pescherecci ed equipaggi con delle quote inutilizzate. A partire dal 2002, è stato introdotto
un nuovo sistema di licenza statale per la pesca di specie quali l'acciuga e lo spratto basato
sul sistema cosiddetto "olimpico", ossia tutte le società di pesca catturano tutto il pesce che
riescono a catturare e si fermano quando il totale globale raggiunge il TAC. Solo le specie
pregiate e poco numerose sono regolate per mezzo di quote individuali. Le società di pesca
53
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
della Crimea hanno lamentato un'assenza di trasparenza nell'assegnazione delle quote,
soprattutto per le specie pregiate. Molte asseriscono che anche la corruzione è un serio
problema della gestione della pesca ucraina (Knudsen e Toje, 2008).
Per quanto riguarda le relazioni con gli ex Stati sovietici, l'Ucraina ha degli accordi di pesca
con Russia e Georgia. Ucraina e Russia gestiscono di concerto il Mar d'Azov e le sue risorse
marine tramite un comitato russo-ucraino istituito nel 1993 che si occupa di elaborare le
misure per la gestione della pesca. Russia e Ucraina hanno anche sottoscritto uno specifico
accordo che consente ai pescherecci delle due nazioni di pescare acciughe nelle reciproche
acque. Tale accordo riguarda maggiormente i pescherecci ucraini, visto che la rotta
migratoria delle acciughe si muove verso sud seguendo le coste russe. Ucraina e Georgia
gestiscono insieme gli stock di piccoli pesci pelagici nelle rispettive acque. Questo significa
che i pescherecci ucraini possono catturare acciughe in acque georgiane, come facevano
nell'ex URSS dall'inizio degli anni Sessanta. Tuttavia, solo un numero ristretto di
pescherecci ucraini si avvale di questa opportunità. Barriere di pedaggio e lentezze
burocratiche rendono difficile e antieconomico seguire le acciughe in acque georgiane
(Knudsen e Toje, 2008).
4.2.6.
Georgia
Nel corso dell'ultimo decennio in Georgia, il settore ittico ha perso la sua importanza storica
(Duzgunes ed Erdogan, 2008). In questo Paese al momento non esiste una politica di pesca
nazionale per regolare l'utilizzo delle risorse marine nel paese (FAO, on line). Le conclusioni
relative agli stock ittici commerciali, alle condizioni ecologiche e alla prognosi sull'attività di
pesca sono fornite dall'Istituto di ricerca scientifica sulla pesca e l'ecologia marina della
Georgia sulla base della licenza concessa dal ministero dell'Ambiente e delle risorse naturali.
La pesca costiera in Georgia viene praticata senza alcuna registrazione, anche se, per
legge, chi svolge attività di pesca dovrebbe disporre di regolare licenza. L'attività di pesca è
legalizzata dalla legge sull'imprenditorialità ed è controllata dalla polizia ecologica. La pesca
costiera nella zona del Mar Nero georgiano è praticata servendosi di reti fisse, giacchi,
sciabiche da spiaggia, grandi reti a imbuto e ad angolo di produzione turca con il cosiddetto
"paracadute" (Duzgunes ed Erdogan, 2008). In base agli accordi governativi e alla
legislazione esistenti, dal 1997 i pescherecci ucraini e turchi possono pescare nella ZEE
georgiana (FAO, on line).
4.3.
Sfide per la gestione dell'attività di pesca
Le valutazioni degli esperti nazionali di pesca hanno identificato le principali minacce
transfrontaliere per gli stock ittici demersali e anadromi (Shlyakhov e Daskalov, 2009).
4.3.1.
Stock ittici demersali
In tutti i paesi del Mar Nero, sono state adottate delle misure protettive per gli stock ittici,
ad esempio per il merlango (Tabella 5). Tuttavia, l'implementazione di TAC e di quote senza
un'efficiente applicazione delle misure non evita il problema della pesca eccessiva e altri
impatti negativi della pesca sulle specie sfruttate. Le sfide principali che la gestione di
merlanghi, spinaroli e rombi deve affrontare sono:
54
La pesca nel Mar Nero
Tabella 5:
Misure di protezione degli stock ittici per il merlango implementate
dai paesi del Mar Nero
MISURE DI PROTEZIONE
BG
GEO
RO
RU
TR
UKR
Divieto periodico
X
X
X
X
X
X
Totali ammissibili di cattura
(TAC)
X
X
X
X
X
X
X
Cattura totale consentita
(limite)
Dimensioni minime
ammissibili
X
X
X
X
X
X
Periodi di divieti di pesca
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Zone chiuse alla pesca
Strumenti da pesca vietati
X
X
X
X
X
X
Dimensioni delle reti
consentite
X
X
X
X
X
X
Fonte: Shlyakhov e Daskalov (2009)

una scarsa gestione cooperativa regionale dell'attività di pesca. Per il gruppo
di pesci non migratori con stock condivisi cui appartiene il merlango, la gestione
degli stock condivisi può avere successo solo attraverso una cooperazione regionale
sufficientemente sviluppata. Viene richiesto un approccio metodologico univoco in
tutti gli aspetti della valutazione degli stock (metodologia, raccolta, elaborazione e
analisi di serie di dati comuni, ecc.), delle misure concordate di regolamentazione
dell'attività di pesca (termini e motivi dei divieti, attrezzi da pesca consentiti,
dimensioni delle maglie per le reti, lunghezza minima dei pesci catturati, catture
accessorie tollerate di novellame, ecc.), un sistema concordato di monitoraggio
satellitare per i pescherecci commerciali e molti altri aspetti.

l'uso di tecniche di raccolta distruttive. L'uso di tecniche di raccolta distruttive
con reti da traino è una vera minaccia per le popolazioni di merlanghi a causa
dell'elevato tasso di cattura accessoria di popolazioni giovanili di piccole dimensioni.
Oltre al suo impatto diretto sulla riduzione del reperimento di merlanghi, può
causare, indirettamente, delle errate valutazioni dei TAC e, di conseguenza, indurre
delle decisioni inesatte.

eutrofizzazione e inquinamento. Le alterazioni della struttura del flusso trofico
dovute agli effetti indotti dall'eutrofizzazione nell'ecosistema possono avere
ripercussioni critiche sulle popolazioni di merlanghi poiché zooplancton, piccoli pesci
pelagici e organismi bentonici (crostacei e policheti) costituiscono una parte
importante della loro alimentazione. A loro volta, i merlanghi sono una preda
importante per i grossi predatori, i delfini e gli uccelli ittiofagi. Il novellame di
merlanghi e gli esemplari che vivono sul fondo di età inferiore ai due anni e
distribuiti soprattutto a bassa profondità, sono quelli più vulnerabili agli effetti
dell'eutrofizzazione.

Le summenzionate minacce principali al merlango mettono a rischio anche il rombo e
lo spinarolo del Mar Nero. Per quanto riguarda lo spinarolo, possiamo aggiungere
un'ulteriore minaccia: l'inquinamento da fonti terrestri (fiumi) e scoli diretti
(area costiera). In quanto predatore longevo, rispetto agli altri pesci del Mar Nero,
lo spinarolo può accumulare nel suo organismo sostanze inquinanti tossiche, quali i
55
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
metalli pesanti (mercurio, arsenico, piombo, rame, cadmio e zinco) e i composti
organoclorurati.

4.3.2.
Per quanto riguarda le risorse di rombi nel Mar Nero, la minaccia principale è
rappresentata dalla pesca illegale e dall'uso di tecniche di raccolta distruttive.
In generale, il problema non è rappresentato solo dalla pesca di frodo ma anche
dalla deliberata elusione delle misure di regolamentazione adottate da parte dei
pescatori. Questa minaccia è di natura sociale ed economica e non è facile da
ridurre. Una minaccia quasi altrettanto grave è la carenza di gestione cooperativa
regionale delle attività di pesca.
Stock ittici anadromi
Le minacce principali per i pesci anadromi (storione e alosa del Mar Nero) sono:

la pesca illegale e l'uso di tecniche di raccolta distruttive. Dal 1993, le
pratiche di pesca illegale sono state la principale causa della pesca eccessiva degli
storioni e, probabilmente, il motivo per cui i loro stock sono prossimi all'esaurimento.
Il controllo della pesca di frodo nei paesi dell'ex Unione Sovietica non ha avuto alcun
effetto e le autorità responsabili hanno spesso partecipato ad attività di pesca illegali
(Toje e Knudsen, 2006). Secondo gli esperti dell'IUCN, il controllo della pesca di
frodo e del commercio illegale di caviale deve avvenire mediante : lo sviluppo e
l'implementazione del commercio su base regionale e degli accordi relativi al
rafforzamento nell'applicazione della legge, il miglioramento delle condizioni socioeconomiche della popolazione ed infine una migliore applicazione delle leggi
esistenti;

la distruzione di preziosi habitat di riproduzione e di crescita in fiumi e
lagune. Il ripristino degli habitat di riproduzione e crescita nei fiumi e nelle lagune in
un futuro prossimo non è realistico. Gli habitat chiave nei fiumi Danubio, Dnepr e
Rioni nel Mar Nero devono essere protetti;

la modifica nei regimi di flusso dei fiumi (comprese la costruzione di dighe e il
prosciugamento di terreni prativi). La riduzione e la perdita di storioni potrebbe
anche essere connessa alla costruzione di dighe. Prima della costruzione della diga,
gli storioni del Dnepr si spingevano fino al Mogilev (Bielorussia) e l'area di
riproduzione principale era estesa da Kherson fino al basso Dnepr, comprese le
rapide del Dnepr. Dopo la costruzione della diga di Kakhovka nel 1956, l'area di
riproduzione si è ridotta a 75 km. Anche in prossimità di Nova Kakhovka e del
villaggio di Lvovo sono venute meno le condizioni ambientali per la riproduzione
degli storioni. Analogamente, gli importanti siti di riproduzione nel tratto medio del
fiume Danubio si sono ridotti dopo la costruzione della diga delle Porte di ferro I nel
1972. La diga delle Porte di ferro II nel 1980 ha ulteriormente ridotto il potenziale
migratorio degli storioni. Le dighe nei fiumi turchi Sakarya, Yesilirmak e Kizilirmak
sono il motivo per cui essi non sono più un luogo di riproduzione di questa sepcie;

le minacce principali per l'alosa del Mar Nero anadroma sono quasi analoghe a quelle
definite in precedenza per gli storioni. Il solo punto aggiuntivo è lo stato lievemente
migliore dello stock di alose rispetto a quello di storioni grazie al rapido recupero di
cui sono naturalmente capaci. Pertanto, il livello regionale di regolamentazione della
pesca dovrebbe essere sufficiente a migliorare la popolazione del Danubio di alosa
del Mar Nero.
56
La pesca nel Mar Nero
5. COOPERAZIONE REGIONALE
Se confontiamo i risultati che sono stati ottenuti dalla cooperazione internazionale nella
regione del Mar nero nell'ambito delle sfide di tipo ambientale, vediamo che quest'ultima ha
avuto maggiore successo rispetto ai progressi che sono stati ottenuti in altre aree (Bologa,
2004; Nicolaev e Bologa, 2005). Le iniziative principali relative alla pesca sono state finora
concentrate nell'ambito della ricerca sulla pesca, soprattutto nella documentazione delle
modifiche all'ecosistema e alle attività di pesca. A parte i problemi derivanti dall'analisi di
complesse modifiche nell'ecosistema, il problema principale sembra essere l'assenza di un
forum dove negoziare misure di gestione comuni e decidere le loro modalità di applicazione
(Caddy, 2008).
Nel passato, diverse Commissioni hanno ricevuto una serie di mandati incompleti per
gestire la pesca nel bacino del Mar Nero. Nel 1959, la convenzione di Varna ha coordinato le
attività di pesca degli ex paesi comunisti fino a un'effettiva cessazione delle attività nel
1993. La convenzione di Varna prestava particolare attenzione alla raccolta di dati per le
valutazioni degli stock che erano quindi utilizzate per la gestione delle risorse (Toje e
Knudsen 2006). Tuttavia, poiché una nazione dedita alla pesca, la Turchia, non era un
membro, anche se all'epoca le catture turche erano nettamente inferiori alle attuali, è
difficile pensare a questa commissione come a un corpo di gestione della pesca per l'intero
Mar Nero (Caddy, 2008).
A partire dagli anni Novanta, il programma ambientale per il Mar Nero (BSEP) ha fornito il
supporto logistico per la firma della convenzione sulla protezione del Mar Nero
dall'inquinamento, denominata anche convenzione di Bucarest 9 (Caddy, 2008). La
convenzione è stata firmata a Bucarest il 21 aprile 1992 ed è entrata in vigore il 15 gennaio
1994. Responsabile del perseguimento degli obiettivi della convenzione è la Commissione
per la protezione del Mar Nero contro l'inquinamento 10 (BSC), un'istituzione
intergovernativa assistita nelle sue attività da un segretariato permanente con sede a
Istanbul. Il segretariato è diventato operativo nel settembre del 2000. Per supportare la
BSC con consulenze e informazioni sui temi chiave per l'implementazione della convenzione,
sono stati designati dei gruppi consultivi e dei centri d'attività che svolgono le loro mansioni
sotto il coordinamento del segretariato permanente. Ci sono sette gruppi consultivi della
BSC per: a) il monitoraggio e la valutazione dell'inquinamento (PMA), b) il controllo
dell'inquinamento di origine tellurica (LBS), c) lo sviluppo di metodologie comuni per la
gestione integrata delle zone costiere (GIZC), d) gli aspetti di sicurezza ambientale del
trasporto marittimo (ESAS), e) la conservazione della diversità biologica (CBD), f) gli aspetti
ambientali della gestione della pesca e di altre risorse marine viventi (FOMLR) e g) lo
scambio di informazioni e dati (IDE). Nell'ambito della struttura istituzionale coordinata
dalla BSC, sono stati stabiliti sette centri d'attività regionale del Mar Nero basati sulle
organizzazioni nazionali esistenti.
L'obiettivo principale della BSC è migliorare la qualità ambientale nel Mar Nero. Il progetto
iniziale prevedeva la negoziazione di una commissione per la pesca del Mar Nero incaricata
delle attività inerenti alle risorse di pesca condivise. Sono più di dieci anni, tuttavia, che i
negoziati sulla forma e sulle responsabilità di tale commissione per la pesca si succedono in
modo sporadico e, a tutt'oggi, non è stata concordata alcuna risoluzione. Anche se le
attività di pesca sono da tempo all'ordine del giorno delle riunioni della BSC, in assenza di
9
10
Il nome "convenzione di Bucarest" rimanda in effetti non solo alla convenzione quadro stessa, ma anche alle
sue cinque risoluzioni e tre protocolli (il protocollo delle fonti terrestri, il protocollo di risposta d'emergenza e il
protocollo di scarico di rifiuti).
A volte denominata commissione del Mar Nero o commissione di Istanbul.
57
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
un accordo su una specifica commissione per la pesca, non è stata adottata alcuna
importante misura di controllo su catture, capacità o assegnazioni. Le attività di pesca
transfrontaliere continuano a essere in larga misura non regolamentate. Alla sua
tredicesima riunione nel novembre del 2005, la BSC ha ricevuto, presumibilmente in via
provvisoria, il mandato di gestire le attività di pesca come una responsabilità aggiuntiva alla
sua missione principale di ripristino della qualità ambientale (Caddy, 2008).
La convenzione di Bucarest menziona solo brevemente la pesca nel suo articolo XIII relativo
alla protezione delle risorse marine viventi: "Le parti contraenti, nell'applicazione di misure
nel rispetto della presente convenzione per la prevenzione, la riduzione e il controllo
dell'inquinamento dell'ambiente marino del Mar Nero, presteranno particolare attenzione
nell'evitare di arrecare danni alla vita marina e alle risorse viventi, in particolar modo
modificandone gli habitat e ostacolando la pesca ed altri usi legittimi del Mar Nero e, a tal
riguardo, dovranno tenere in debito conto le raccomandazioni delle organizzazioni
internazionali competenti".
La BSC può avvalersi della consulenza di altre organizzazioni intergovernative coinvolte in
questioni di inquinamento marino a livello globale e regionale con le quali ha istituito dei
rapporti di cooperazione. L'UE ha uno status di osservatore (rappresentata dalla
Commissione europea DG ENV), come il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente
(UNEP), il fondo mondiale per l'ambiente (GEF) del programma di sviluppo delle Nazioni
Unite (UNDP), l'organizzazione marittima internazionale (IMO), la commissione
internazionale per la protezione del fiume Danubio (ICPDR), l'Accordo sulla difesa dei
cetacei del Mar Nero, del Mediterraneo e dell'adiacente zona atlantica (ACCOBAMS),
l'Organizzazione per la cooperazione economica del Mar Nero (BSEC), l'Agenzia Europea
dell'ambiente (AEA) e altre organizzazioni ancora.
Creata nel 1992, l'Organizzazione per la cooperazione economica del Mar Nero
(BSEC) è un'organizzazione economica regionale tesa a "promuovere l'interazione e
l'armonia tra gli Stati membri 11 , e a garantire pace, stabilità e prosperità incoraggiando
buone e amichevoli relazioni di vicinato nella regione del Mar Nero". In materia di affari
marittimi, la BSEC ha intrapreso alcune iniziative limitate (Knudsen e Toje, 2008). All'inizio
del primo decennio del 2000, furono condotti dei negoziati nell'ambito della BSEC per
determinare se era possibile pervenire a un accordo collettivo su una convenzione per la
pesca. Nonostante le ampie discussioni che hanno avuto luogo, fu deliberato che la BSEC
non dovesse concludere un accordo di pesca. Tuttavia, la BSEC partecipa, in qualità di
osservatore, ai negoziati in corso su una convenzione per la pesca sotto gli auspici della
BSC. A oggi, la pesca non rappresenta di per sé un'area di cooperazione della BSEC, ma le
priorità del gruppo di lavoro su agricoltura e agroindustria per il periodo corrente prevedono
delle riunioni di consultazione sull'elaborazione di efficienti misure di controllo e
sorveglianza per la pesca nelle acque di confine.
Il Progetto di risanamento ecosistemico del Mar Nero (BSERP) è stato sviluppato
sotto gli auspici del programma per le acque internazionali del fondo mondiale per
l'ambiente (GEF) ed è implementato dall'UNDP. Gli sforzi iniziali del GEF nella protezione
dell'ecosistema del Mar Nero risalgono al 1993. Il programma ambientale del Mar Nero
(BSEP, 1993-1996) ha svolto l'importante funzione di rendere i vari interventi coerenti e
comprensibili al pubblico e ai governi. Nell'ambito del BSEP, è stata completata una serie di
studi di base e, nel giugno del 1996, si è conclusa un' analisi diagnostica transfrontaliera.
Sulla base di questa relazione scientifica globale, alti funzionari governativi hanno negoziato
il piano d'azione strategico per il Mar Nero (BS-SAP), firmato il 31 ottobre 1996 durante la
11
La BSEC include i sei paesi del Mar Nero e l'Albania, l'Armenia, l'Azerbaigian, la Grecia, la Moldavia e la Serbia.
Dal 2007, la Commissione ha lo status di osservatore nella BSEC.
58
La pesca nel Mar Nero
conferenza dei ministri tenutasi a Istanbul. L'implementazione del BS-SAP è attualmente in
ritardo rispetto al programma ed i motivi sono molteplici e comprendono sia i ritardi nel
completamento delle disposizioni istituzionali descritte precedentemente che le persistenti
difficoltà economiche di molti dei paesi coinvolti. Durante la riunione dell'aprile 2000, la BSC
ha ribadito il proprio impegno a sovrintendere all'implementazione del BS-SAP. La
commissione ha inoltre concordato di rivolgersi al GEF e alla Commissione europea per
richiedere un rinnovato supporto che l'aiuti a raggiungere l'obiettivo indicato. Nel 2007, è
stata condotta una revisione dell'analisi diagnostica transfrontaliera del Mar Nero.
Nel periodo 1997-1999, grazie al sovvenzionamento offerto dall'intervento regionale del
GEF, sono stati sviluppati e implementati dei piani d'azione strategica nazionale. Il supporto
del GEF ha consentito, anche di completare il riesame dei dispositivi istituzionali, politici e
legali correnti, con lo scopo di limitare gli scarichi di nutrienti nell'ambiente acquatico a
livello nazionale nell'anno 2000. Questo sforzo più recente, iniziato nel 2002, è correlato al
partenariato strategico Danubio/Mar Nero, insieme al progetto regionale per il Danubio e al
fondo per la riduzione dei nutrienti nel Mar Nero (Banca mondiale). Il partenariato
strategico è un quadro di sostegno da 97 milioni di dollari USA che fornisce un
potenziamento delle capacità e degli investimenti ai 17 paesi rivieraschi del bacino
Danubio/Mar Nero per migliorare la qualità dell'acqua e ridurre il carico di nutrienti.
Il BSERP è stato avviato come uno sforzo quinquennale da 10 milioni di dollari USA
articolato in due fasi che vede la sezione delle Nazioni Unite per i servizi operativi svolgere
le mansioni di gestore per conto dell'UNDP. Il progetto include un'unità esecutiva con base
ad Istanbul che divide la sede con il segretariato permanente della BSC. Il progetto
supporta gli aspetti regionali del partenariato per il controllo dei nutrienti del Mar Nero ed
inoltre appoggia e rafforza il ruolo della BSC. Il BSERP assicura la disposizione di una serie
di strumenti politici e legali armonizzati per affrontare il problema dell'eutrofizzazione e del
rilascio di alcune sostanze nocive e per favorire il ripristino dell'ecosistema.
Il BSERP lavora in stretta collaborazione con la BSC, che è poi il "cliente" principale del
progetto, oltre al più ampio pubblico della regione del Mar Nero. Il fondo d'investimento
della Banca mondiale e il progetto regionale per il Danubio (DRP) sono gli altri partner
principali del partenariato strategico Mar Nero - Danubio del GEF, del quale fa parte anche il
BSERP. Il BSERP e il DRP si stanno occupando del degrado ambientale transfrontaliero nel
bacino Danubio/Mar Nero, mediante riforme politiche e legali, sensibilizzazione dell'opinione
pubblica e rafforzamento istituzionale, nonché, tramite il fondo d'investimento della Banca
mondiale, del finanziamento di investimenti nella riduzione di nutrienti nella regione del Mar
Nero,
La Sinergia del Mar Nero è un'iniziativa di cooperazione regionale proposta dalla
Commissione europea nell'aprile del 2007 il cui obiettivo è quello di aumentare la
cooperazione con e tra i paesi nella regione del Mar Nero 12 . La Sinergia del Mar Nero è stata
concepita come un quadro flessibile e complementare alle politiche dell'UE esistenti nella
regione, ad esempio la politica europea di vicinato, il partenariato strategico con la
Federazione russa e la politica di preadesione per la Turchia. Pur essendo un'iniziativa che
rientra nell'ambito dell'UE, la Sinergia del Mar Nero è stata concepita come uno "sforzo
collettivo" mirato a stimolare riforme democratiche ed economiche, supportare la stabilità e
promuovere lo sviluppo, concentrare l'impegno su progetti pratici in aree di interesse
12
La regione del Mar Nero comprende la Grecia, la Bulgaria, la Romania e la Moldavia a ovest, l'Ucraina e la
Russia a nord, la Georgia, l'Armenia e l'Azerbaigian a est e la Turchia a sud. Armenia, Azerbaigian, Moldavia e
Grecia benché non siano Stati litoranei, diventano naturali protagonisti a livello regionale per storia, prossimità
e stretti legami (CE, 2007).
59
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
comune, rispondere ad opportunità e sfide mediante un'azione coordinata in un quadro
regionale e sviluppare un clima più propizio alla soluzione di conflitti nella regione.
L'elenco delle priorità e delle attività della Sinergia del Mar Nero copre un ampio numero di
settori e questo è stato a volte oggetto di critiche perché ritenuto un fattore di dispersione
(PE, 2008). La pesca è una delle aree di cooperazione definite dalla Sinergia del Mar Nero e
sono state formulate diverse attività concrete:

un'azione a livello regionale per supportare il ripristino degli stock ittici del Mar Nero;

la promozione di uno sviluppo sostenibile tramite la gestione della pesca, la ricerca,
la raccolta di dati e la valutazione degli stock nella regione del Mar Nero;

l'esame di nuove metodologie che possano garantire un uso sostenibile e
responsabile delle risorse ittiche nella regione;

un uso migliore delle possibilità offerte dalla Commissione generale per la pesca nel
Mediterraneo, che nel suo mandato include il Mar Nero.
La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) è un'organizzazione
regionale di gestione della pesca che mira a promuovere lo sviluppo, la conservazione, la
gestione razionale e l'utilizzo ottimale delle risorse marine viventi e, inoltre, lo sviluppo
sostenibile dell'acquacoltura nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nelle acque intermedie. La
CGPM si basa sull'accordo approvato dalla conferenza FAO nel 1949 ed entrato in vigore nel
1952. Degli emendamenti a questo accordo sono stati approvati nel 1963, nel 1976 e nel
1997.
Tre dei paesi del Mar Nero sono membri della CGPM: La Bulgaria (dal 3 novembre 1969), la
Romania (dal 19 febbraio 1971) e la Turchia (dal 6 aprile 1954). Ucraina, Russia e Georgia
non sono invece membri e questo limita gravemente un possibile ruolo effettivo della CGPM
nella regione. La CGPM non ha avuto alcun ruolo di gestione attivo nel Mar Nero, limitandosi
a fornire esperti e memoria istituzionale (Caddy, 2008). Facendo però un paragone con
altre commissioni di gestione attive quali a NAFO e il CIEM, sembra che nessuna
commissione stia finora gestendo le risorse condivise del Mar Nero utilizzando gli strumenti
convenzionali delle quote concordate internazionalmente e/o i controlli dell'accesso e dello
sforzo di pesca. La CGPM ha rivestito anche un ruolo secondario per gli Stati membri dediti
alla pesca del tonno e non appartenenti all'ICCAT ma, in questo caso è una commissione
per il tonno molto attiva, la ICCAT, a svolgere un ruolo guida (Caddy, 2008).
La CGPM ha recentemente espresso il suo impegno a rinforzare la sua azione nel Mar Nero,
soprattutto durante la 32esima sessione del 2008, durante nel corso della quale, il
segretariato della CGPM ha presentato una proposta di progetto sul "rafforzamento della
cooperazione nel Mar Nero". C'è stato un accordo generale sulla necessità di concentrare in
modo specifico gli sforzi sul potenziamento della capacità dei paesi del Mar Nero nell’
affrontare la sfida di gestire le attività di pesca del Mar Nero ed il suo ecosistema mediante
la rapida formulazione e implementazione di un progetto scientifico e tecnico nel Mar Nero.
***
Dopo l'effettiva interruzione delle attività della commissione di Varna, il negoziato per una
commissione sulla pesca per il Mar Nero si è protratto, se pur in modo intermittente, per
quasi un decennio. Non è chiaro perché questi precedenti negoziati siano falliti, ma è
possibile supporre che sia in parte da imputare al notevole contrasto tra le prestazioni che il
settore pesca mostrava in passato in alcuni stati costieri e le prestazioni che l’attività di
pesca fa recentemente riscontrare in relazione alle situazioni economiche ampiamente
60
La pesca nel Mar Nero
differenti che ora prevalgono a livello nazionale (Caddy, 2008). Come evidenziato
nell'analisi transfrontaliera del Mar Nero, l'attuale distribuzione dei vantaggi per paese
costiero non riflette bene la distribuzione territoriale delle risorse. Infatti, dopo lo
smantellamento dell'Unione Sovietica, la Turchia ha assunto un ruolo più dominante. In
Ucraina e Russia, pescatori, burocrati e scienziati marini condividono ampiamente l'opinione
che i pescatori turchi abbiano tutto da perdere, in un accordo internazionale, poiché
ritengono che la Turchia stia operando in un regime di accesso aperto con un controllo
scarso, se non inesistente, delle loro attività di pesca (Knudsen e Toje, 2008).
Sia la base di risorse che le capacità delle flotte hanno subito profondi cambiamenti nel
corso degli ultimi decenni, rendendo così difficile determinarne una condivisione
appropriata; occorrerà tuttavia superare questa difficoltà, altrimenti tutte le parti
interessate sconteranno le conseguenze economiche di un declino delle risorse. Se le
disposizioni di condivisione di base continueranno a restare sospese, c'è il rischio di un
collasso degli stock ed il danno economico a lungo termine che già ha colpito le attività di
pesca per alcune risorse potrebbe espandersi ulteriormente (Caddy, 2008).
61
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione
62
La pesca nel Mar Nero
BIBLIOGRAFIA

Acara A., 1985. The Black Sea turbot. State Planning Organization, Ankara Turkey.

Ascherson N., 2007. Black Sea, the birthplace of civilisation and barbarism. Vintage Books
London, 306 pp.

Balkas T., Decheo G., Mihnea R., Serbanescu O., Unluata U., 1990. Review of the State of the
Marine Environment of the Black Sea. United Nations Environment Programme, Regional Seas
Reports and Studies 124.

Birkun Jr. A.A, 2008. Tursiops truncatus ssp. ponticus. In: IUCN 2010. IUCN Red List of
Threatened Species. Version 2010.4 www.iucnredlist.org.

Black Sea Commission, 2002. State of the Environment of the Black Sea - Pressures and Trends
1996-2000. Istanbul, Turkey.

Black Sea TDA (Transboundary Diagnostic Analysis), 2007. Online at
http://archive.iwlearn.net/www.bsepr.org/www.bsepr.org/Text/Activities/default.html

Bologa A., 2004. A Black Sea integrated environmental quality monitoring - a prerequisite for
regional cooperation and EU accession. Geo-Eco-Marina 9-10.

Bryantsev V.A., Serobaba I.I., Shlyakhov V.A., Yakovlev V.N., 1994. Biological resources of the
Black Sea in the present ecological conditions. Proceedings of the Black Sea Symposium Ecological
Problems and Economical Prospects, Istanbul, 293-296.

BSERP online, www.bserp.org

Caddy J.F., 1993. Contrast between recent fishery trends and evidence for nutrient enrichment in
two Large Marine Ecosystems: The Mediterranean and the Black Seas. In: K. Sherman, L.M.
Alexander, B.D. Gold (editors), Large Marine Ecosystems: Stress, Mitigation and Sustainability,
AAAS Washington D.C., U.S., 137-147.

Caddy J.F., 2008. Recent experience and future options for fisheries assessment and management
in the Black Sea: A GFCM perspective. GFCM: XXXII/2008/Dma.4 Strengthening cooperation in
the Black Sea, Attachment 1.

Chashchin A.K., 1998. The anchovy and other pelagic fish stock transformations in the Azov-Black
Sea basin under environmental and fisheries impact. Proceedings of the First International
Symposium on Fisheries and Ecology, 1-10.

Daskalov G., 1999. Relating fish recruitment to stock biomass and physical environment in the
Black Sea using generalised additive models. Fisheries Research 41, 1-23.

Daskalov G.M., 2002. Overfishing drives a trophic cascade in the Black Sea. Marine Ecology
Progress Series 225, 53-63.

Daskalov G.M., 2003. Long-term changes in fish abundance and environmental indices in the
Black Sea. Marine Ecology Progress Series 255, 259-270.

Daskalov G.M., Grishin A.N., Rodionov S., Mihneva V, 2007. Trophic cascades triggered by
overfishing reveal possible mechanisms of ecosystem regime shifts. Proceedings of the National
Academy of Sciences 104/25, 10518-10523.

Dumont H., Mamaev V.O., Zaitsev Y.P., 1999. Black Sea Red Data Book, United Nations Office for
Project Services, 413.

Duzgunes E., Erdogan N., 2008. Fisheries management in the Black Sea countries. Turkish Journal
of Fisheries and Aquatic Sciences 8, 181-192.
63
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione

Eremeyev V.N., Zuyev G.V., 2007. Commercial fishery impact on the modern Black Sea
ecosystem: a review. Turkish Journal of Fisheries and Aquatic Sciences 7, 75-82.

European Commission, 2007. Black Sea Synergy - a new regional cooperation initiative,
communication to the Council and the European Parliament, COM (2007) 160 final, 11.4.2007.

European Parliament, 2008. A Black Sea Regional Policy Approach, Resolution of 17 January 2008
(2007/2101(INI), P6_TA(2008)0017, http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=/EP//TEXT+TA+P6-TA-2008-0017+0+DOC+XML+V0//EN&language=EN

FAO, 2007. Fishery and aquaculture country profiles, National fishery sector overview: The
Russian
Federation.
Food
and
Agriculture
Organization
of
the
United
Nations,
ftp://ftp.fao.org/FI/DOCUMENT/fcp/en/FI_CP_RU.pdf.

FAO, online. Fishery and aquaculture country profiles, National fishery sector overview: Georgia.
Food
and
Agriculture
Organization
of
the
United
Nations,
http://www.fao.org/fishery/countrysector/FI-CP_GE/en.

Fashchuk D.Y., Samyshev E.Z., Sebakh L.K., Shlyakhov V.A., 1991. Forms of anthropogenic
impact on the Black Sea ecosystem and its state under modern conditions. Journal of Ecology of
the Sea 38, Naukova dumka, Kiev Ukraine, 19-28 (in Russian).

Gomoiu M.T., 2004. New approaches in the assessment of the Black Sea ecosystems. Geo-EcoMarina 9-10.

Grishin A., Daskalov G., Shlyakhov V., Mihneva V., 2007. Influence of gelatinous zooplankton on
fish stocks in the Black Sea: analysis of biological time-series. Marine Ecological Journal 6/2, 5-24.

Gubanov E.P., 2005. Technogenic influence on the Black Sea ecosystem and its consequences.
Rybnoe khozyaistvo Ukrainy 3/4, 14-18 (in Russian).

Gucu A.C., 1997. Role of fishing in the Black Sea ecosystem. In E. Özsoy and A. Mikaelyan
(editors), Sensitivity to change: Black Sea, Baltic Sea and North sea. NATO ASI Series 2,
Environment 27, Kluwer Academic Publishers, 149-162.

Heileman
S.,
Parr
W.,
Volovik
G.,
online.
Black
Sea:
LME#62,
http://www.lme.noaa.gov/index.php?option=com_content&view=article&id=108:lme62&catid=41
:briefs&Itemid=72

Hønneland G., 2004. Russian fisheries management: The precautionary approach in theory and
practice. Leiden, The Netherlands: Martinius Nijhoff.

Ivanov L., Beverton R.J.H., 1985. The fisheries resources of the Mediterranean. Part two: Black
Sea. FAO studies and reviews 60, 135 pp.

Karakulak F.S., Oray I.K., 2009. Remarks on the fluctuation of bluefin tuna catches in Turkish
waters. Collect. Vol. Sci. Pap. ICCAT 63, 153-160.

Kideys A.E, 2002. Fall and rise of the Black Sea ecosystems. Science 297 (5586), 1482-1484.

Kirnosova I.P., 1990. Growth parameters and mortality of spiny dogfish from the Black Sea.
Biological resources of the Black Sea, Collected papers, VNIRO Moscow, 113-123 (in Russian).

Kirnosova I.P., Lushnicova V.P., 1990. Feeding and food requirements of spiny dogfish (Squalus
acanthias L.). Biological resources of the Black Sea, Collected papers, VNIRO Moscow, 45-57 (in
Russian).

Knudsen S., 2008. GFCM Black Sea programme: preliminary elements for a project framework.
GFCM: XXXII/2008/Dma.4 Strengthening cooperation in the Black Sea, Attachment 3.

Knudsen S., Zengin M., 2006. Multidisciplinary modeling of Black Sea fisheries: a case study of
trawl and sea snail fisheries in Samsun. 1st Bilateral Scientific Conference Black Sea Ecosystem
2005 and Beyond, 8-10 May 2006, Istanbul Turkey.
64
La pesca nel Mar Nero

Knudsen S., Toje, H., 2008. Post-Soviet transformations in Russian and Ukrainian Black Sea
fisheries: socio-economic dynamics and property relations. Southeast European and Black Sea
Studies 8/1, 17-32.

Mee L.D., Topping G., 1999. Black Sea Pollution Assessment. Black Sea Environmental Series 10.
UNDP, United Nations Publications, New York, U.S.

Navodaru I., Staraş M., Banks R., 1999. Management of sturgeon stocks of the lower Danube
River system. In: R. Stiuca and I. Nuchersu (editors), The Deltas: State-of-the-art protection and
management, Conference Proceedings, 229-237.

Nicolaev S., Bologa A., 2005. Romanian involvement in the Black Sea management - scientific and
political tools (1990-2005): the case study of the National Institute for Marine Research and
Development "Grigore Antipa". Geo-Eco-Marina 11, 49-56.

Nicolaev S., Papadopol N.C., Bologa, A.S., Cociasu A., Dumitrescu E., Zaharia T., Patrascu V.,
2004. Needs for sustainable development of the Romanian Black Sea coast. Cercetari marine
INCDM 34, 321-329.

OECD, online. Country Note on National Fisheries
http://www.oecd.org/dataoecd/9/29/34431494.pdf.

Oguz T., Fach B., Salihoglu B., 2008. Invasion dynamics of the alien ctenophore Mnemipsis leidyi
and its impact on anchovy collapse in the Black Sea. Journal of Plankton Research 30/12, 13851397.

Oguz T., Velikova V., Kideys A., 2009. Overall assessment of the present state of the Black Sea
ecosystem. Implementation of the Strategic Action Plan for the Rehabilitation and Protection of
the Black Sea (2002-2007), Publications of the Commission on the Protection of the Black Sea
Against Pollution (BSC) 2009-1, Istanbul, Turkey, 417-448.

Panin N., Jipa D., 2002. Danube River sediment input and its interaction with the north-western
Black Sea. Estuarine, Coastal and Shelf Science 54/3, 551-562.

Prodanov K., Bradova N., 2003. Stock Assessment of the Whiting (Merlangius merlangus) in the
Western Part of the Black Sea during 1971-1997. Proceedings of the Institute of Oceanology 4,
149-156.

Prodanov K., Mikhailov K., Daskalov G.M., Maxim K., Chashchin A., Arkhipov A., Shlyakhov V.,
Ozdamar E., 1997. Environmental management of fish resources in the Black Sea and their
rational exploitation. Studies and Reviews, GFCM 68, FAO Rome, 178 pp.

Radu G., 2006. The state of main habitats important for Black Sea marine living resources.
Romanian second Fishery Report, UNDP/GEF Black Sea Ecosystem Recovery Project Phase II, 29
pp.

Radu G., Nicolaev S., Radu E., Anton E., 2006. Evolution of main indicators of marine living
resources from the Romanian Black Sea sector in 2004 and 2005. 1st Bilateral Scientific
Conference Black Sea Ecosystem 2005 and Beyond, 8-10 May 2006, Istanbul Turkey.

Raykov V., Schlyakhov V., Maximov V., Radu Gh., Staicu I., Panayotova M., Yankova M., Bikarska
I., 2008. Limit and target reference points for rational exploitation of the turbot (Psetta maxima
L.) and whiting (Merlangius merlangus euxinus Nordm.) in the western part of the Black Sea. Acta
Zoologica Bulgarica, Suppl. 2, 305-316.

Serobaba I.I., Domashenko G.P., Yuriev G.S., Malyshev I.I., Gapishko A.I., Shlyakhov V.A.,
Kirillyuk M.M., Kaminer K.M., Domashenko Yu.G., Vinarik T.V., Timoshek N.G., Kirnosova I.P.,
Mikhailyuk A.N., Korkosh N.I., Akselev O.I., Chashchin A.K., Zhigunenko A.V., Litvinenko N.M.,
1988. Commercial Fishery Description of the Black Sea (section Characteristics of the commercial
species - Description of fishing grounds). AzcherNIRO, Publishing House of the Chief Department
of Navigation and Oceanography of the Ministry of Defense for the Ministry of Fisheries of the
USSR, 48-96 (in Russian).
65
Management
Systems–Turkey,
Unità tematica B: politiche strutturali e di coesione

Shlyakhov V.A., 1983. Biology, distribution and fishery of whiting (Odontogadus merlangus
euxinus, Nordmann) in the Black Sea. USSR, Moscow, Proceedings of VNIRO Biological resources
and prospects of fishery of new species - fishes and invertebrates, 104-125 (in Russian).

Shlyakhov V., 2003. Management of fisheries: National report of Ukraine. The workshop of
responsible fisheries, Sile Turkey: Black Sea Environmental Program.

Shlyakhov V., Charova I., 2003. The Status of the Demersal Fish Population along the Black Sea
Cost of Ukraine. In: B. Öztürk and S. Karakulak (editors), Workshop on Demersal Resources in
the Black and Azov Seas, Turkish Marine Research Foundation, Istanbul Turkey, 65-74.

Shlyakhov V.A., Daskalov G.M., 2009. The state of marine living resources. Implementation of the
Strategic Action Plan for the Rehabilitation and Protection of the Black Sea (2002-2007),
Publications of the Commission on the Protection of the Black Sea Against Pollution (BSC) 2009-1,
Istanbul, Turkey, 321-364.

Shlyakhov V.A., Chashchin A.K., Korkosh N.I., 1990. Intensity of fisheries and dynamics of the
Black Sea anchovy stocks. In: Biological resources of the Black Sea, USSR, Moscow: VNIRO 93102 (in Russian).

Shlyakhov V.A., Goubanov E.P., Demyanenko K.V., 2005. On the state of stocks and unreported
catches of Azov sturgeons. In: L.V. Izergin (editor), Problems and solutions of the modern
fisheries in the Azov Sea basin, Renata Publishing House, Mariupol Ukraine, 59-61 (in Russian).

Sorokin Y.I., 1982. The Black Sea: Nature, resources. Nauka Moscow, 216 pp (in Russian).

Suarez de Vivero J.L., 2010. Jurisdictional waters in the Mediterranean and Black Seas. European
Parliament, Policy Department B: Structural and Cohesion policies, Fisheries, 134 pp.

Toje H., Knudsen S., 2006. Post-Soviet transformations in Russian and Ukrainian Black Sea
fisheries: socio-economic dynamics and property relations. 1st Bilateral Scientific Conference
Black Sea Ecosystem 2005 and Beyond, 8-10 May 2006, Istanbul Turkey.

Tonay A.M., Öztürk B., 2003. Cetacean Bycatch - Turbot fisheries interaction in the western Black
Sea. In: B. Öztürk and S. Karakulak (editors), Workshop on Demersal Resources in the Black and
Azov Seas, Turkish Marine Research Foundation, Istanbul Turkey, 1-8.

Turkish Statistical Institute, 2009. Fishery statistics. Turkish Statistical Institute Printing Division,
Ankara Turkey, 59 pp.

UNCLOS,
1982.
Division
for
Ocean
Affairs
and
the
Law
of
the
Sea,
http://www.un.org/Depts/los/convention_agreements/convention_overview_convention.htm

UNEP/GRID-Arendal, 2001. Maps and Graphics Library, http://maps.grida.no/region/blacksea

Zaitsev U.P., Phesunov O.E., Sinegub I.A., 1999. The influence of bottom trawling fishery on the
ecosystem of the Black Sea shelf. Reports of Academy of Science 3, 156-158 (in Russian).

Zaitsev Y., Mamaev V., 1997. Marine Biological Diversity in the Black Sea: A Study of Change and
Decline. Black Sea Environmental Series 3, GEF-BSEP, UN Publications New York, 208 pp.

Zaitsev Y.P., 1992. The ecological state of the shelf zone of the Black Sea near Ukrainian costs.
Journal of Hydrobiology 28/4, 3-18 (in Russian).

Zengin M., 2003. The Current Status of Turkey's Black Sea Fisheries and Suggestions on the Use
of Those Fisheries. Workshop on Responsible Fisheries in the Black Sea and the Azov Sea, and
Case of Demersal Fish Resources, Black Sea Environmental Programme Country Report, 34 pp.

Zolotarev P.N., Shlyakhov V.A., Akselev O.I, 1996. The food supply and feeding of Russian
sturgeon Acipenser gueldenstaedti and the starred stuggeon A. stellatus in the north-western part
of the Black Sea under modern ecological conditions. Journal of Ichthyology 36/4, 317-322 (in
Russian).
66
La pesca nel Mar Nero
NOTE
67