Una scultura di Giacomo Colombo: il Sant`Andrea di Gricignano

Una scultura di Giacomo Colombo: il Sant’Andrea di Gricignano
L’unica scultura del Colombo conservata nell’Agro aversano già nota alla letteratura
artistica prima che un mia specifica ricerca ne rendesse note delle altre, è il
Sant’Andrea, firmato e datato 1706, che si osserva sull’altare maggiore dell’omonima
parrocchiale di Gricignano. La statua, che fu realizzata con il contributo economico
dei fedeli come ben testimonia una breve dicitura posta in calce all’opera, pare fosse
stata realizzata, secondo una consolidata tradizione locale, utilizzando un pezzo di
legno proveniente da un giardino, ora scomparso, sito nella attuale via Sant’Antonio
Abate meglio noto come «il giardino di zio Abramo». Originariamente posta in una
coeva scarabattola a muro che
occupa la terza cappella
laterale sinistra della chiesa,
essa fu trasferita nell’attuale
collocazione nel 1970. Il santo
è raffigurato calvo, barbuto,
con la croce decussata,
simbolo del suo martirio. Il
Sant’Andrea fu pubblicato una
prima volta nel 1974 - senza
peraltro alcun commento
critico - in una nota
dell’Alparone apparsa in
margine ad un saggio del
Macaluso su Frate Umile da
Petralia. Più tardi, nel 1980, il
Fittipaldi, in un primo
organico studio sulla scultura
napoletana del Settecento
ritornò
sul
Sant’Andrea
osservando, non prima di aver
ricordato che esso è «...tratto
con trascurabili varianti ma
con lo schema ribaltato... dal
S. Andrea di Francesco
Duquesnoy, nella Basilica di
S. Pietro», che «le leggere
varianti
del
drappeggio,
l’inclinazione languida del
sentimento e l’accenno ad un
timido passo di danza
nell’impostazione al suolo
della
figura,
abbastanza
chiaramente,
volgono
in
G ,Colombo, Sant'Andrea,
Gricignano, Chiesa di Sant’Andrea
cadenze peculiari rococò». Successivamente la scultura, restaurata qualche anno fa
dalla dottoressa Flavia Sansone che l’ha ricondotta all’antico splendore, è stata più
volte menzionata, senza ulteriori apporti critici, ma solo con intenti comparativi, nei
cataloghi che accompagnavano alcune rassegne espositive. Contemporaneamente alla
statua di Sant’Andrea il Colombo scolpì, forse, anche il piccolo busto ligneo con
l’Ecce Homo che ancora si conserva in un ridotto attiguo all’ingresso della chiesa.
Quest'ultima scultura, modellata secondo un’iconografia molto consueta a Napoli tra
la fine del XVII e gli inizi del secolo successivo, si segnala per i drammatici accenti
espressivi desunti direttamente da esempi iberici. Quegli stessi accenti che ritroviamo
nella Pietà della cappella della Madonna dell’Arco a Frattaminore, ritenuta di un
allievo del Colombo e che ricalca nello schema l’omonimo gruppo scultoreo di mano
del maestro nella collegiata di Santa Maria della Pietà di Eboli. Giacomo Colombo
nacque a Este, presso Padova, nel 1663. Trasferitosi giovanissimo a Napoli fu allievo
di Domenico Di Nardo. La sua prima opera documentata - risalente al 1688, ma
purtroppo distrutta - fu la decorazione ad intaglio dorato per l’organo della chiesa
della Croce di Lucca a Napoli. L’anno successivo lo scultore fu ammesso alla
Corporazione dei pittori, nella quale ricoprì successivamente, nel 1701, l’importante
incarico di prefetto. In quegli anni egli realizzò alcune tra le sue opere più importanti
tra cui due Crocifissi, l’uno per la chiesa di San Pietro a Cava dei Tirreni, d’impianto
prettamente barocco, e l’altro per la chiesa di Santo Stefano a Capri che già annuncia
- in antitesi con le coeve affermazioni berniniane e fanzaghiane - l’eleganza neo
manieristica che caratterizzerà la sua opera per tutto il decennio successivo. Morì
probabilmente nel 1731 dopo una vita spesa a scolpire gruppi e statue lignee per le
chiese di tutto il regno di Napoli.
Franco Pezzella