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Riserva Naturale Regionale
CASTEL CERRETO
Comune di
Penna Sant’Andrea
•2•
P
enna Sant’ Andrea conserva ancora gelosamente l’antichissima danza
del “Laccio d’amore” che l’omonimo Gruppo folkloristico ha rappresentato,
sin dagli anni ‘20, sulle piazze di tutta Italia ed in numerosi paesi stranieri.
Prendendo spunto da questa singolare danza arcaica e da altre persistenze musicali e coreutiche ancora vive sul territorio pennese, sono sorte
negli ultimi anni a Penna Sant’Andrea numerose iniziative aventi per argomento il folklore e le tradizioni popolari, tra le quali la più importante è
senz’altro l’Incontro di Folklore Internazionale, che dal 1976 raduna, la prima settimana di agosto, i più significativi Gruppi Folkloristici italiani e
stranieri.
L’Incontro di Folklore Internazionale di Penna Sant’Andrea, giunto quest’anno alla 32° edizione, è uno dei più importanti appuntamenti del folklore internazionale, e sicuramente in Abruzzo quello dalle origini più antiche.
La Rassegna folklorica pennese ha contribuito nel corso degli anni da una
parte a tenere vive le peculiari tradizioni etnocoreutiche, musicali e canore di
Penna Sant’Andrea (Laccio d’amore, Li Sandandonijre, i suonatori di ddu botte, ecc…), dall’altra a raggiungere un intenso livello di interscambio folkloristico, ma anche culturale e sociale, tra i nostri giovani e quelli di ogni parte
d’Europa e del mondo.
La Rassegna estiva di Penna Sant’Andrea si è da tempo imposta come un
appuntamento da non perdere per tutti coloro che amano quanto di più genuino e caratteristico si conserva nella tradizione folklorica dei vari popoli.
In contemporanea con la manifestazione folkloristica si svolgerà a Penna
Sant’Andrea la prima Rassegna delle Riserve Regionali d’Abruzzo.
La Riserva Regionale “Castel Cerreto” di Penna Sant’Andrea ospiterà per
cinque giorni le altre Riserve Naturali esistenti in Abruzzo, le quali si presenteranno al pubblico con i loro tesori naturalistici, gastronomici ed artigianali.
Sempre nei medesimi giorni, a cura dell’Associazione Pro loco, sono organizzati altri eventi di contorno alle due manifestazioni principali:
•3•
- la Sagra degli gnocchi
- la Mostra-mercato degli strumenti musicali tradizionali
- la riproposizione di Antichi Mestieri (lavorazione della pietra, del legno, del
tombolo, ecc…)
- il Raduno dei Trattori d’epoca
Notizie e foto del Laccio d’amore, de Li Sandandonijre, dei Gruppi partecipanti al 32° Incontro di Folklore e della Riserva Regionale Castel Cerreto sono disponibili sui seguenti siti:
http://xoomer.alice.it/lacciodamore
http://www.sandandonijre.it
http://www.incontrofolk.altervista.org
http://www.castelcerreto.altervista.org
http://www.floema.org
info: 346 1763971 - mail: [email protected]
GRUPPI PARTECIPANTI
PORTOGALLO: Rancho Folclórico di Vale de Açores
FRANCIA: Troubadours du Mont-Royal
NORD OSSEZIA: Folk ballet “Goretz”
BURKINA FASO: “Foly du Burkina”
GRECIA:
“Eleftherio-Kordelio”
ECUADOR: Ballet “Quitus”
AFRO-AMERICA: “Soneros road”
SICILIA: “Sikè”, “I Picciotti da Purtedda”
PUGLIA: “Tarantati Ballet”
CAMPANIA:
NaExCo - NapoliExtraComunitaria
CALABRIA:
N. Rappacciolo e i ragazzi di Calabria
ABRUZZO:“A’ Saltarella”, Corale “A. Di Iorio”, Zampogne e ciaramelle, Coro Folk “Agorà 81”, “Tamurri di Pretara”,
“Laccio d’amore”
•4•
Programma
Martedì
29 luglio
loc. Pilone
ore 21.00: visita guidata notturna all’ascolto delle voci del bosco
Mercoledì
30 luglio
loc. Pilone
ore 17.00: visita guidata nel bosco di Castel Cerreto con degustazione di prodotti tipici
capoluogo
ore 19.00: Apertura stand delle Riserve Naturali Abruzzesi – Proiezione documentario
“Un bosco da scoprire”
ore 21.00: Concerti di musica etnica
Giovedì
31 luglio
capoluogo
ore 10.00: Tavola rotonda sulle Riserve Naturali Abruzzesi
loc. Pilone
ore 17.00: visita guidata nel bosco di Castel Cerreto con degustazione di prodotti tipici
capoluogo
ore 19.00: Apertura stands delle Riserve Naturali Abruzzesi – Proiezione documentario
“Un bosco da scoprire”
ore 21.00: Concerti di musica etnica
Venerdì
1 agosto
loc. Pilone
ore 17.00: visita guidata nel bosco di Castel Cerreto con degustazione di prodotti tipici
capoluogo
ore 19.00: Apertura stands delle Riserve Naturali Abruzzesi – Proiezione documentario
“Un bosco da scoprire”
ore 21.00: Concerti di musica etnica
Sabato
2 agosto
loc. Pilone
ore 9.00: L’inanellamento a scopo scientifico degli uccelli della Riserva di Castel
Cerreto con prove pratiche a cura dell’INFS
capoluogo
ore 9.30: Raduno trattori d’epoca
ore 16.00: Inaugurazione Rassegna “Antichi Mestieri”
loc. Pilone
ore 17.00: visita guidata nel bosco di Castel Cerreto con degustazione di prodotti tipici
capoluogo
ore 19.00: Apertura stands delle Riserve Naturali Abruzzesi – Proiezione documentario
“Un bosco da scoprire”
ore 17.00: Ludobus: animazione per i bambini con spazio morbido
ore 21.00: Esibizione Gruppi Folkloristici
Domenica
3 agosto
Tutti i
giorni
capoluogo
ore 11.00: S. Messa
ore 16.00: Inaugurazione Mostra-mercato strumenti musicali tradizionali
loc. Pilone
ore 17.00: visita guidata nel bosco di Castel Cerreto con degustazione di prodotti tipici
capoluogo
ore 17.30: Gran Parata Folkloristica
ore 21.00: Esibizione gruppi Folkloristici
stands eno-gastronomici con gnocchi ed altre specialità tipiche
•5•
P
Penna Sant’Andrea
enna Sant’Andrea sorge su una collina alla destra del fiume Vomano, a
417 m. slm, in bella posizione panoramica dalla quale si ammira il suggestivo
scenario della catena del Gran Sasso. Il toponimo deriva da “Pinna” (località
posta su di un’altura) e S. Andrea che si deve alla presenza della chiesa di S.
Andrea nell’antica “corte
medioevale”.
Le origini di Penna risalgono probabilmente al
secolo VIII-IX, ma la zona
era già abitata in epoca più remota, come testimoniano importanti ritrovamenti
venuti alla luce in località
Monte Giove.
L’antico nucleo originario ha una configurazione rettangolare, e solo successivamente il paese si è sviluppato lungo gli
assi delle vie
principali; in
questo nucleo
si
possono
trovare inseriti esempi di
strutture del
secolo XVIIXVIII con murature in pietra mista e laterizi. Penna S.Andrea
partecipò attivamente alla Carboneria e all’insurrezione antifrancese del
1814. Nella reazione murattiana alcuni patrioti fuggirono nello Stato della Chiesa,
•6•
come Nicola de Bartolomeiis, Patrizio Pallotti, Giuseppangelo Sozii, Massimantonio e Andrea La Noce; altri furono giustiziati dal feroce Montigny, tra
cui il medico Filippo La Noce (1783-1814) e Bernardo De Michaelis (17891814).
Un uncino arrugginito ed una
lapide, sotto la Porta Nuova, ricordano “...la barbarie straniera che, pavida di tanto esempio,
lasciò pendere per 32 giorni la
testa del venticinquenne Berardo De Michaelis, fucilato e
decapitato a Penne il 25.7.1814,
insieme a Filippo La Noce, colpevoli solo di aver ambito alla
dignità di uomini liberi...”.
I principali centri abitati di Penna Sant’Andrea, oltre al capoluogo, sono Val
Vomano, Trinità, Castellaro, Capsano, Pilone.
Val Vomano è di gran lunga il centro abitato più popolato e più importante per le
numerose attività commerciali ed artigianali presenti. Il centro, noto si dagli anni
‘30 per il tradizionale mercato del giovedì, è da decenni il centro di attrazione
socio-economico di tutti i centri collinari
della media val Vomano. La chiesa parrocchiale (S. Maria del Soccorso) è di impianto cinquecentesco, ma
presenta i segni di restauro del sec.XVIII.
Nel suo interno vi sono una serie notevole di stucchi di scuola romana (sec.XVIII),
una statua lignea di S. Giacomo (sec.XVII);
•7•
provenienti dalla chiesa consacrata
di S. Giusta sono un altare ligneo
dorato del 1600 intagliato da Stefano Tereo con al centro l’immagine
di S. Giusta ed attorno scene della
sua vita istoriate dal pittore ravennate Francesco Ragazzino ed inoltre una pala d’altare con S. Antonio
da Padova; sempre dalla stessa
chiesa provengono anche due tavolette votive conservate nella sagrestia della chiesa madre.
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•8•
La chiesa della SS.ma Trinità situata nella omonima frazione a un chilometro dal capoluogo, è di origine trecentesca, la cui muratura originaria conserva tracce solo nel
basamento.
Nella sconsacrata chiesa di S. Giusta trova ancora seguito la consuetudine dell’Arte Romanica di “riutilizzare
ed accordare” materiali alto medioevali con quelli lavorati ex novo per l’arredo plastico dei monumenti come
testimonia la rimessa in opera di un fregio sul fianco
destro della chiesa
La chiesa del cimitero (S. Maria de Podio), restaurata nel 1806, del primitivo impianto gotico conserva ancora una monofora in
pietra ad archetto trilobo
•9•
Gli scavi archeologici
Penna S.Andrea è ricordata soprattutto in quanto centro di zona archeologica di notevole interesse.
Nel 1973 furono esplorate nove sepolture databili tra
la fine del secolo VII e l’inizio del III a.C. Si tratta di
una necropoli italica con tombe
a fossa di donne adulte, con corredi appartenenti con ogni probabilità ad un collegio sacerdotale, vista anche la vicinanza al
santuario romano, dedicato ad
Ercole in località Monte Giove.
Tra i reperti più interessanti vi
sono delle testine virili in pasta
di vetro che testimoniano la penetrazione Fenicio - Punica nell’area Adriatica e tre stele paleosabelliche del V sec. a.C., attualmente esposte nel museo Archeologico Nazionale di Chieti.
Nelle foto: maschera in pasta vitrea e stele paleosabellica rinvenute nel sito archeologico ed
ora al Museo Nazionale di Chieti
La fontevecchia (Fonte di lu Carpine),
recentemente restaurata, risale probabilmente al 1400, ed anticamente
forniva acqua a tutto il paese.
• 10 •
Cartoline d’epoca di Penna Sant’Andrea
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• 11 •
I
Il Laccio d’amore
l Gruppo Folkloristico Laccio d’amore di Penna Sant’Andrea (provincia
di Teramo) è stato sempre molto attivo nella conservazione, valorizzazione e
promozione del patrimonio folkloristico abruzzese e teramano in particolare,
oltre che della omonima danza.
Sin dalla sua fondazione (agli inizi del
secolo scorso) il Gruppo fu chiamato innumerevoli volte a rappresentare
il folklore abruzzese in manifestazioni
e ricorrenze a carattere nazionale: a
Roma nel 1929 per il matrimonio del
Principe Umberto di Savoia, a Napoli
per il festival Piedigrotta, ad Agrigento
per il Festival del Mandorlo in fiore (primo premio assoluto nel 1955), a Nizza
per il Festival Folkloristico Internazionale (primo premio per il miglior gruppo straniero), a Messina, a Sondrio ecc...
Dalla metà degli anni settanta
il “Laccio d’amore” si è affermato
come uno dei più
importanti Gruppi
Folk italiani, partecipando alle principali rassegne folkloristiche in Italia ed all’estero (Europeade di Vienna,
Martigny, Rennes, Schwalmstadt, Rassegne Folk in
Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Belgio, Francia,
Irlanda, Lussemburgo, Ungheria, Repubblica Ceca, Romania, ecc...) e rappresentando l’Abruzzo in manifestazioni di altissimo livello (inaugurazione
dei Mondiali di Atletica di Roma 1987, Klondyke day’s di Edmonton in Canada,
• 12 •
Fiera del Turismo a Bristol e Southtempton, ecc...). La danza del Laccio d’amore affonda le sue origini nella preistoria essendo, secondo gli studi più attendibili, l’ultimo residuo di una più vasta liturgia di riti
agresti di venerazione delle divinità arboree e di propiziazione
della fecondità. A Penna Sant’Andrea il ballo del laccio è rimasto radicato sino ad oggi
assumendo la connotazione di danza tipica delle feste e di ballo propiziatorio dei matrimoni , in occasione dei quali è tradizione ancora oggi trarre presagio per il futuro della coppia dalla riuscita dell’ intreccio e del disintreccio dei nastri.
Il Laccio d’amore si suddivide in una serie di danze, tutte accompagnate dal
suono di strumenti musicali tradizionali ed in particolare del ddu bbotte, tipico organetto abruzzese diatonico, le quali rappresentano la vicenda amorosa dal primo incontro al matrimonio.
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• 13 •
N
La Compagnia di Musica Popolare
LI SANDANDONIJRE
el mondo agro-pastorale abruzzese è sempre stato molto vivo il culto
di S. Antonio Abate, venerato quale protettore di tutti gli animali domestici. Attributi principali del Santo - di cui
la leggenda ricorda la vita di eremita
costantemente impegnato a lottare
contro il demonio che lo tenta - sono
il maialino che lo affianca, il bastone
a forma di croce e la campana (per
combattere il demonio). Un tempo la
festa di S. Antonio Abate (17
gennaio) veniva
celebrata con
molta solennità nelle campagne abruzzesi ed il rito
centrale era la benedizione delle stalle e dei porcili
ove venivano apposte targhe in ceramica ed immagini
foto piccola
e sgranata
sacre raffiguranti il santo protettore. A Penna Sant’Andrea, nei giorni immediatamente precedenti la ricorrenza è ancora oggi in uso il tradizionale canto di questua in onore di S. Antonio Abate.
I musicisti ed i cantori (i sandandonijre) si portano in tutte le case del paese
ed intonano i canti dedicati al santo protettore degli animali domestici; in essi
vengono rievocati episodi leggendari della vita del Santo e delle sue battaglie
con il demonio e viene implorata la sua protezione sulla famiglia nonché sui
suoi beni ed i suoi animali.
I canti terminano con la richiesta dell’offerta rituale (…e di salsicce lunghe
catene, pizze ripiene in quantità…) che la padrona di casa generosamente
elargisce ai sandandonijre.
• 14 •
La Compagnia di Musica Popolare Li Sandandonijre è composta da un’allegra brigata di amici che si riuniscono intorno alla metà di gennaio per
portare lu Sandandonie per le case del paese, ripetendo il rito antichissimo
in onore di S. Antonio Abate.
La presenza del gruppo nelle case rappresenta ogni volta un momento di
festa, poiché ai tradizionali canti del Sandandonie esso aggiunge un vasto
repertorio di musiche e canti che affondano direttamente le loro radici nella
autentica cultura agro-pastorale.
Gli strumenti musicali sono quelli della tradizione popolare abruzzese: fisarmonica, ddubbotte, bbattafoche, chitarra, ciuciombre, cucucciare, acciarino,
tivul’ ettavule, tamurr.
La costituzione della Compagnia è nata dall’idea di portare l’atmosfera della
festa ed il genuino patrimonio etnomusicale di Penna Sant’Andrea al di fuori
dei confini temporali del periodo della festa di S. Antonio ed al di fuori dei
confini geografici dell’Abruzzo.
In questa ottica, ai canti tradizionali in onore di S. Antonio si sono aggiunti
moltissimi altri brani della tradizione popolare del teramano che hanno un comune denominatore: l’allegria.
Il Gruppo è conosciuto un po’ ovunque in Italia, ma forse i maggiori successi li ha raccolti
all’estero, in Austria, Danimarca, Germania,
Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Ungheria,
Lituania, dove ha contagiato tutti con i ritmi
travolgenti del salterello.
Il meglio del repertorio del Gruppo è stato
raccolto in due CD, “Agli uomini, alle bestie e ai santi” e “Bonasera bbona
ggende”.
Di recente è stato prodotto un DVD “Li Sandandonijre di Penna Sant’Andrea
1993-2008” contenente videoclip, foto e musiche del Gruppo.
http://www.sandandonijre.it
• 15 •
Foly Du Burkina” di Ougandougou
Tanto tempo fa viveva un re. Nel suo regno la caccia
era vietata di venerdi. Un giorno un cacciatore andò a
cacciare di venerdi. Uccise un animale e mentre andava a prendere l’animale, per sua grande sorpresa vide
che l’animale si era trasformato in metà bestia e metà
uomo. Da questo momento si rappresenta lo spettacolo
di ritmi, danze e canti di 7 ragazzi provenienti dal Burkina Faso, che sono emigrati in Italia per diffondere la
loro cultura. FOLY significa comunicazione, BURKINA
FASO significa paesi dei uomini integri.
Il Gruppo è costituito da sette elementi: quattro percussionisti e tre ballerini. Strumenti, costumi e maschere, sebbene diffuse anche in altre regioni dell’ Africa
occidentale,sono originari del Burkina Faso: scelti liberamente dal Gruppo tra le innumerevoli produzioni
artigianali di Ougandougou, per meglio evocare e diffondere le antiche leggende,
espressioni caratteristiche di una cultura multicentenaria che ha utilizzato la musica
e la danza come veicolo di diffusione e rappresentazione. Il Gruppo ha partecipato a
vari Festival europei di musica etnica.
Soneros Road
Formazione attiva in Italia da sei anni; da quattro si esibisce in modo attivo nei locali
e piazze di Roma e della provincia. Soneros Road propone un progetto musicale
multi-etnico di spessore artistico. Di per sé la formazione esprime un messaggio di pace e di fratellanza
nella diversità del singolo, attraverso elementi di diversa provenienza, in un cocktail di cultura musicale
latino-americana, afro ed Euro-occidentale rievocando anche le sonoritá caraibiche, salsa e reggae con la
voce e chitarra acustica del venezuelano Carlos Julio e
quella elettrica solista inconfondibilmente afro di Laurent Digbeu (Costa d’Avorio), con il basso di Papy Tall
(Senegal), Patrizio Sacco e Roberto Arcipreti (Australia), le percussioni di Carlo De Cesare e Flaviño Vargas (Brasile),le tastiere capoverdiane di Adão Ramos.
Elementi aggiuntivi sono Giuditta Santori alla batteria
e Raffaele Magrone al clarinetto. Lo spettacolo è finalizzato a coinvolgere attivamente il pubblico con brani
anche molto conosciuti dove la partecipazione del pubblico diventa uno degli elementi portanti dello spettacolo. www.soneros.it
• 16 •
“I Tarantati” di Monte Sant’Angelo (Puglia)
Il Gruppo Internazionale di Tradizioni Popolari “I Tarantati” di Monte Sant’Angelo è
composto da giovani studenti lavoratori disoccupati ed è una delle realtà più evidenti
nel campo del folklore e dello spettacolo popolare. Il gruppo ha cominciato a fare le
sue prime apparizioni da qualche anno ed ha già effettuato numerosi spettacoli in
Italia ed in Europa, partecipando anche a numerosi Festival del Folklore. L’obiettivo
de “I Tarantati” è quello di proporre e far conoscere le tradizioni popolari dell’Italia e
del Meridione in genere, partendo dalla tradizione popolare partenopea, madre della
tarantella, per poi giungere sul Gargano. Lo spettacolo del Gruppo prevede musiche
delle feste, musiche popolari legate alle tradizioni ed usanze contadine e, infine nella Tarantola, anticipata dalla “pizzica pizzica” salentina (tarantella arcaica dal ritmo
intenso e veloce). Nella danza del “morso della tarantola” i Tarantati danzano in
cerchio, con la ragazza morsa dalla tarantola che si dimena sul pavimento fino alla
guarigione totale a seguito della danza “terapeutica”.
“ZAMPOGNE E CIARAMELLE D’ABRUZZO” di Roccamontepiano (CH)
L’Associazione Culturale “Zampogne e Ciaramelle
d’Abruzzo” ha lo scopo di promuovere ed organizzare
iniziative ed attività di carattere socio culturale al fine di
sollecitare la partecipazione popolare, l’impegno civile
e sociale dei cittadini senza qualificazione partitica, al
fine di far rivivere lo sviluppo, il progresso socio culturale, lo studio e la riscoperta dei valori della pastorizia,
della transumanza, dei relativi strumenti musicali della
zampogna e del piffero abruzzese, dei canti e suoni, con
particolare riferimento al territorio della Maiella; di promuovere lo studio degli usi, costumi e tradizioni popolari collegati alla pastorizia ed alla
transumanza dell’intero Abruzzo, con particolare riferimento al Massiccio della Maiella
e del Morrone, della riscoperta delle antiche attrezzature, lavorazioni, infrastrutture
naturali e costruite dai pastori; partecipare e/o promuovere tutte le più idonee manifestazioni tese al recupero e valorizzazione del patrimonio socio-culturale dell’ambiente
della pastorizia, con rivalutazione della figura del pastore e dello zampognaro abruzzese in ogni manifestazione della vita antica. www.zampogneeciaramelle.it
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Cell. 328.1739401
• 17 •
NapoliExtraComunitaria
di Pomigliano d’Arco (NA)
NapoliExtraComunitaria nasce alla fine del
1995, affonda le proprie radici nella cultura
contadina e popolare dell’hinterland vesuviano
che costituisce l’humus dal quale trae origini il
sistema di valori che ha fatto proprio.
La cultura tradizionale popolare (il canto, gli strumenti, i detti, i proverbi, i racconti, la gestualità)
viene riproposta nel rispetto della tradizione ed in
maniera letterale.
Il lavoro del gruppo si orienta all’individuazione
delle strutture ritmiche, melodiche ed armoniche che permettono l’estemporaneità
espressiva, cosa essenziale per un folklore non contaminato dalle mode e dalle mistificazioni; estemporaneità ovviamente basata su una conoscenza stilistica, fonica.
Nella zona vesuviana la cultura popolare è ben viva e lo scopo di NapoliExtraComunitaria è quello di restituire alla vita suoni, musiche e melodie del passato, non
tralasciando l’inserimento di sonorità mediterranee oltre a essere una open-band
di musicisti che salgono su questo treno in corsa per ogni volta una nuova grande
avventura musicale e non solo.
Gli strumenti del gruppo sono: Tammorre, tamburello, crotali,tamburello basco,
triangolo, trezza di campanelli, nacchere, putipù, piatti, rullante, triccabballacche,
grancassa, chitarra, tamburi melodici, cembalo, scetavajasse, mandola, chitarra
elettrica, ottavino, batteria, flauto traverso, sassofono, flauto dolce, basso elettrico.
I Picciotti da purtedda di Agrigento (Sicilia)
Un ponte tra pas­sato e presente che susciti
inte­resse e ammira­zione da parte di un pubblico sempre più attento alla rievocazione di
un tempo; la valorizzazione delle memorie
po­polari, attraverso le tradizioni, bal­li, canti
in costume, mostre, mani­festazioni culinarie.
Sono questi i cardini dell’Associazione culturale folkloristica “I Picciotti da Purted­da” del
Villaggio Mosè di Agrigen­to. Nata nel maggio del 2002 da un’idea di Salvatore Carbone
e Gianfranco Vullo, la compagnia siciliana è
composta da 60 ele­menti di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, coadiuvati da Francesco Caramanno. Scopo de “I Picciotti da Purtedda” è di mantenere vivo, diffondendolo, lo schietto e genui­no folklore Agrigentino nonché le tradizioni popolari, legate
ad una terra ricca di grande storia e bel­lezze naturali, tra le quali spicca la “Valle
dei templi”. E la professio­nalità del gruppo, iscritto alla FITP (Federazione Italiana
Tradizioni Popolari), ha già spiccato il volo verso manifestazioni locali, regio­nali ed
europee.
• 18 •
Coro Agorà 81 di Capistrello (AQ)
Nel 1981 nasce il “ Coro Agorà 81 “ con l’intento di mantenere vive le proprie usanze e
tradizioni e di promuovere la cultura capistrellana.
Nel corso di questi anni non solo è stato mantenuto l’impegno, ma si è andati oltre, facendo
conoscere progressivamente, i costumi, i canti, i balli e il dialetto di Capistrello in tutta la
Regione, in Italia e all’estero. Ad oggi, infatti,
il Coro Agorà 81 si è esibito in quasi tutte le
regioni d’Italia, ha partecipato a numerosi raduni, con una media di venti concerti l’anno, ed un repertorio che spazia dai brani
classici del Folklore abruzzese a brani di autori dialettali contemporanei, alle canzoni tipiche della Marsica e di Capistrello. Da un paio d’anni il Coro sta sperimentando
una nuova formula: quella dello spettacolo folkloristico teatrale. Tale spettacolo dal
titolo “Statte zitto ca mo te racconto” ha ricevuto e continua a ricevere consensi entusiastici dal pubblico e dagli esperti del settore. Sulla scorta di questo successo il
Coro sta preparando una nuova rappresentazione sul tema dell’emigrante.
Con un repertorio così vasto e assortito l’Agorà 81 può far fronte alle più diverse
esigenze: sagre, rassegne, concerti, serate folkloristico-teatrali e quant’altro garantendo almeno due ore di divertimento senza interruzione alcuna.
Coro “Antonio Di Iorio”
di Atri (TE)
Il Coro “Antonio Di Jorio” debuttò nel 1975 nel
Teatro Comunale di Atri, battezzato con questo nome in onore del compositore abruzzese
che ha lasciato all’Abruzzo una superba tradizione musicale.
Ha un repertorio di circa cinquanta canti
abruzzesi (perlopiù di Antonio Di Jorio), armonizzati a quattro e cinque voci dal suo direttore, M° Concezio Leonzi.
Ha realizzato negli anni due importanti produzioni teatrali musicali: La sfrunnate e, recentemente, Paese mè, con entusiastici consensi di pubblico e di critica; inoltre ha
pubblicato due raccolte discografiche e un volume di poesie atriane.
Ha tenuto concerti per la televisione (RAI, TVE Televisione Nazionale Spagnola, ecc.),
in molte città italiane (Milano, Reggio Emilia, Pisa, Roma, Brescia, S. Remo, Rimini, Chioggia, Torino, ecc.) e all’estero (Spagna, Olanda, Francia, Germania, Svizzera,
Belgio). Ad ottobre 2008 pubblicherà la sua terza raccolta discografica in cd.
• 19 •
“Natino Rapocciolo e i ragazzi di Calabria” di Reggio Calabria
Il Gruppo di musica popolare “Nadino Rappocciolo e i ragazzi di Calabria costituiscono
la band musicale del Gruppo Folkloristico “La
Calabresella”.
L’Associazione Culturale Gruppo folkloristico
Internazionale “ La Calabresella” Città di Reggio Calabria-Italia, si è costituita l’ 8 dicembre
1996. La sua attività folkloristica è fondata sulla
rivalutazione del patrimonio artistico e culturale della Calabria ed in particolare della città di
Reggio, promuovendo manifestazioni di cultura popolare, che hanno come scopo principale
quello di ricordare e far rivivere le tradizioni del folklore reggino, attraverso suoni ,
canti e danze
Nel Gruppo è fondamentale la figura e l’esperienza del Presidente Nadino Rappocciolo, il quale con passione e dedizione dedica il proprio tempo insegnando i principi
fondamentali delle tradizioni calabre. Il suo primo approccio lo ebbe con un gruppo
storico nei ricordi dei reggini: “I CAMPAGNOLI DI REGGIO CALABRIA”. Per le doti
vocali non comuni dopo poco tempo realizzò il suo sogno , portare le sue canzoni in
giro per il mondo. Infatti numerose sono le sue tournè : Canada, Australia, Germania, Svizzera,Lussenburgo, Belgio, Olanda, Francia, Norvegia e tante regioni d’ Italia.
www.lacalabresella.it
“Les troubadours du Mont Royal”
di Montrejeau (Francia)
Il Gruppo porta il nome dei poeti occitani del
Medioevo, associato alla traduzione in francese moderno del nome della loro città: Mont–
Réjeau.
Fondato nel 1954, è composto da una ventina
di giovani danzatori e musicisti con un repertorio di una ventina di danze.
I Troubadours du Mont-Royal presentano danze tradizionali riadattate e coreografie che rievocano momenti della vita dei loro antenati.
Il repertorio proviene dai Pirenei centrali con contaminazioni avutesi nel corso dei
secoli.
I costume sono riproduzioni fedeli di quelli in uso nella regione nel 19° secolo.
Ciascun ballerino indossa in successione un costume invernale, un costume da cerimonia ed un costume estivo. Più di cento costumi costituiscono il vestiario del gruppo. Gli elementi più caratteristici sono il berretto e la cappa di lana per i ragazzi, il
cappuccio e le gonne a righe per le donne, i caratteristici zoccoli (sabot) ed i tessuti
di lana dei Pirenei per tutti.
• 20 •
“I Sikè (Sicilia)
Il progetto Sikè nasce nel 1999, quando l’amore per la mia terra e la curiosità di
conoscerne la profonda essenza, mi conduce ad un’attenta e minuziosa ricerca intorno alle tradizioni popolari siciliane. L’incontro con musicisti di diversa formazione
(classica, popolare e jazz) fa il resto: nasce un gruppo che canta le antiche “banniate”
dei venditori ambulanti e dei pescatori, le litanie dello stretto di Messina, il senso
di appartenenza a questa “madre terra”, il tutto sostenuto da melodie e suoni di
reminescenza arabo-spagnola. La musica dei Sikè è prettamente acustica, eseguita
con strumenti quali il mandolino, la chitarra, il contrabbasso, i flauti, la fisarmonica,
la tromba e le percussioni. I testi sono scritti in dialetto e vengono spesso utilizzati
termini tratti dall’antico vernacolo siciliano.
Lo spettacolo dal titolo “Emigranti ‘nta me terra” descrive, in un percorso ideale
fra musica e parole, lo stato d’animo di un giovane che, trovandosi ad attraversare
lo stretto di Messina, nel suo viaggio da emigrante, è vinto da due forze opposte: il
desiderio di partire verso prospettive di futuro migliori (Scilla), ed il senso di appartenenza alla propria terra (Cariddi), che lo chiama a sé con la voce della madre che
vede allontanare il proprio figlio.
Come gli italiani di un tempo che, con pochi soldi in tasca, partivano per le Americhe, così, ancora oggi, i nostri giovani emigrano: ingegneri, ricercatori, artisti di ogni
genere fuggono da una terra che “sembra” non dare loro l’opportunità di affermarsi
come meritano. Emigrare diventa “apparentemente” l’unica via percorribile. Ma per
ogni persona costretta alla fuga è una sconfitta doppia: alla propria identità ed alla
propria terra. Spesso si esalta la figura dell’emigrante che, armato di coraggio, parte
senza sapere cosa lo attende. Lo spettacolo è, invece, un invito ad “emigrare nella
propria terra”: usare qui tutta quella forza, quell’entusiasmo e quelle capacità che
spesso si sprecano altrove.
“Tamurri” di Pretara (Abruzzo)
In tutta la Valle Siciliana, nella zone di Isola
del Gran Sasso e Pretara in particolare, un
tempo era caratteristica la diffusione di piccole bande di origine militare, (notissima fu
la cosiddetta Banda terribile), composte da
fischietti, tamburi, piatti e grancassa.
Tra queste la più nota è senz’altro quella chiamata “Li Tamurri” di Pretara, tutt’oggi in attività.
Un motivo musicale tradizionalmente eseguito da tali bande è la “Diana”, un tempo molto
in uso nella valle del Mavone, particolarmente nella villa Colliberti, dove veniva suonata la
mattina di domenica ad annunciare il giorno di festa, e tramandata immutata di
generazione in generazione attraverso i secoli fino ai tempi più recenti. “Batter la
diana” vuol dire battere il tamburo all’apparir del giorno, quando si vede la stella
mattuttina, ovvero stella diana, cioè stella del dì.
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A’ SSALTARELLA di Civitella del Tronto (Abruzzo)
A’ Ssaltarella nasce a Civitella del Tronto nell’autunno del 2004 dalla passione di alcuni giovani per
le musiche e per i canti popolari dell’ Abruzzo Ulteriore. Il desiderio di recuperare l’identità di una
terra ricca di tradizione ha costituito il punto di
partenza di un percorso volto all’individuazione di
una continuità che, nel rispetto del passato, vuole
essere base di un laboratorio esistenziale. L’attività del gruppo è incentrata intorno alla ricerca,
allo studio e all’esecuzione di musiche e canti
che, nel solco della tradizione teramana, costituiscono ancora vitale testimonianza
dei momenti che scandivano il tempo del lavoro, della festa, del rito e del lutto.
Ciò che caratterizza il gruppo A’ SSALTARELLA è un’ intenzione più genuina e profonda, che guarda al passato per recuperare un’ identità non per caso definita forte
e gentile; un’ identità vivida, che sa parlare al presente e diventi punto di riferimento
per le generazioni a venire. Il pilastro di tale concezione, che ispira il progetto di ricerca del gruppo, è costituito dall’ organologia, che permette di evidenziare lo stretto
legame della musica abruzzese con la grande tradizione musicale centro-meridionale
italiana, di cui costituisce linfa vitale. Gli strumenti impiegati vanno dall’ organetto diatonico (ddu bbotte), di forte caratterizzazione nel teramano, al tamburo a frizione (lu
rubbecò), rinominato e reinventato da regione a regione e da provincia a provincia, alla
fisarmonica, dai tamburi a cornice alla chitarra, dalle castagnole ed altri idiofoni vari
fino alla zampogna, strumento di origini antichissime e significativamente evocativo.
Cultural Foundation of the Municipality of Eleftherio-Kordelio di Salonicco (Grecia)
La Fondazione Comunale “Melina Merkouri” del
Comune di Eleftherio-Kordelio è una organizzazione civica che ha per finalità la diffusione della
danza folkloristica tradizionale tra la gioventù.
I membri della Fondazione, con l’attivo supporto
del sindaco, hanno fondato 13 anni fa vari Settori che si occupano principalmente delle attività tradizionali per tutte le età. La loro azione
ha contribuito a diffondere la convinzione tra i
concittadini che l’insegnamento dei balli tradizionali di folclore deve avere una posizione
speciale nella comunità Uno di questi settori è denominato Performance Dancing Group
e negli ultimi 13 anni ultimi ha rappresentato il Comune in vari Festival in tutta la Grecia
nonché in quello che si volge annualmente nel Comune di Eleftherio-Kordelio che dura
una intera settimana. Tre anni fa il Gruppo dei giovani di tale Settore ha partecipato al
Festival Panellenico di Atene vincendo il primo premio. Negli anni scorsi il Gruppo ha
partecipato a Festival in Croazia, Polonia, Spagna, Ungheria, Francia, Slovacchia, Germania. Nel repertorio del Gruppo ci sono varie danze tradizionali della Macedonia, della
Tracia e delle isole greche.
• 22 •
Folk Ballet “Gorets” NORD-OSSEZIA
Il Gruppo è stato fondato nel 1965 ha ottenuto
il titolo di “Collettivo Onorato della Repubblica” ed ha vinto premi in molte competizioni
internazionali di tutta la Russia. La danza, il
folklore e la musica Osseta sono i meriti principali del Gruppo. La bellezza, grazia, abilità
e plasticità degli esecutori, hanno conquistato il cuore del pubblico in tutto il mondo.
Il virtuosismo distingue la danza con i pugnali
da tutte le altre. Nella esecuzione ogni danzerino desidera mostrare la sua valentia e l’ abilità nel danzare sulle punte. La danza
femminile affascina per l’ uniformità, i delicati movimenti delle mani e la grazia delle
ragazze.
Le Danze popolari chiamate Kaft, Simd sono delle composizioni che tutt’ora vengono
ancora ballate negli eventi più importanti della nazione. L’usanza non permette di
mostrare nessun avvicinamento tra i partners ma solo alcuni ragazzi possono prendere le ragazze braccio a braccio e sussurrare loro qualche parola. Le ragazze nel
loro splendore e grazia ballano una danza che raffigura l’abilità femminile e che è
stata sempre apprezzata come un’azione coraggiosa. L’orchestra del gruppo è composta da strumenti tradizionali originali uno dei quali è il famoso Dohoul. L’orchestra
presenta melodie tradizionali folkloristiche delle popolazioni del Caucaso.
Rancho Folclórico e Etnográfico di Vale de Açores PORTOGALLO
Circondato dai monti Caramulo e Buçaco, l’ameno
villaggio di Vale de Açores è situato in una splendida
vallata che racchiude la fertile pianura di Mortágua e
lo splendore di pacifici villaggi costruiti in pietra. E’ in
questo villaggio che nel 1978 nasce il Rancho Folclórico
e Etnográfico di Vale de Açores.
Con l’intento di preservare i valori tradizionali e consapevole della sua importanza nella regione, questo
gruppo folk si è impegnato in un’attenta ricerca di costumi e tradizioni antiche, riguardanti non solo il campo musicale, le danze, i canti, gli abiti e le leggende, ma
anche il patrimonio storico.
Grazie alla fedeltà e all’accuratezza nella ricerca, questo gruppo è considerato il più rappresentativo della
tradizione folkloristica della regione che va da Aveiro a
Coimbra e Viseu. Il gruppo è divenuto membro effettivo della Federazione Portoghese del Folklore proprio per il ruolo che riveste e per i valori che intende trasmettere,
ed è fortemente sostenuto dall’Assessorato alla Cultura del comune di Mortágua.
Nel 2002, inoltre, è stato premiato con la Medaglia d’oro Comunale al merito.
Il repertorio del gruppo racchiude canti, tradizioni e credenze che risalgono alla fine
• 23 •
del XIX e agli inizi del XX secolo. I costumi, belli e vari, sono la riproduzione fedele dei
tempi passati e rendono un’immagine reale dei lavori e delle attività tradizionali.
Il Rancho Folclórico e Etnográfico di Vale de Açores ha partecipato a diversi eventi
e festival nazionali ed internazionali, rappresentando fedelmente all’estero la tipica
tradizione folkloristica portoghese.
Ballet Andino Ecuatoriano “QUITUS
L’Ecuador è un popolo che canta, danza e vive
la musica. Osservando la musica dei paesi andini abbiamo di solito una visone semplificata
delle quenas, dei flauti di pan, delle chitarre e
dei bombo, ma niente è più lontano dalla realtà, anche se proprio questo quello che viene
evidenziato nella maggior parte dei casi.
Se si approfondisce la tradizione ecuadoriana si scopre una grande varietà di musiche e
danze che convivono in un territorio così piccolo come è quello dell’Ecuador.
Si scoprono musiche e danze di origine africana nelle zone dove tradizionalmente
era presente lo schiavismo, come nella Esmeralda, lungo la costa nordoccidentale
del Pacifico, dove la marimba è la regina degli strumenti musicali; ci incontriamo
con musiche dell’Amazzonia dove piccoli gruppi etnici che sopravvivono in un certo isolamento, però perfettamente integrati nel loro ambiente naturale, conservano
tradizioni molto antiche, di origine precolombiana, utilizzando sistemi musicali specifici; sulla Sierra e sull’altopiano andino esistono molti esempi della ricchezza e
varietà di una musica funzionale pensata per le attività concrete della vita comune,
con testi in lingua quechua e melodie che conservano caratteristiche anteriori alla
conquista, tutto questo in convivenza con lo stereotipo andino commerciale.
La popolazione meticcia, maggioritaria nel paese, si esprime attraverso una musica
propria chiamata musica creola o meticcia attraverso la importazione ed assimilazione di vari tipi di musica da sala provenienti dall’Europa.
LA RISERVA NATURALE REGIONALE CONTROLLATa
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LA RISERVA NATURALE REGIONALE
CONTROLLATA CASTEL CERRETO
Istituita nel 1991, su proposta di un gruppo di ambientalisti locali, la Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto si estende su una superficie collinare
di 143 ettari fra i 300 e i 600 metri di altitudine, nel territorio del comune di
Penna Sant’Andrea, in provincia di Teramo.
Dalla parte più alta, dove si trova la frazione “Pilone”, si domina un panorama mozzafiato: tutta la catena montuosa del Gran Sasso e dei Monti della Laga a nord-ovest e la vallata
del Vomàno fino al mare Adriatico a sud-est.
La caratteristica principale
dell’area protetta è rappresentata dal bosco che occupa circa la
metà del territorio e che ospita,
nella sua parte più alta, alcuni
piccoli stagni, di cui due perenni, collegati da rigagnoli d’acqua
dove vivono, oltre alla rana verde
e al rospo comune, numerosi individui di tritone crestato e di tritone italico. Quest’ultimo, endemico dell’Appennino centro-meridionale, è presente con una cospicua popolazione che,
secondo molti ricercatori, è una delle più consistenti d’Abruzzo.
Il bosco e i terreni circostanti, alcuni dei quali incolti, offrono l’habitat ideale
per numerosi animali, soprattutto uccelli, che sono abbastanza facili da osservare. Nei vecchi e grossi tronchi dei pioppi trovano rifugio il picchio verde
e il picchio rosso maggiore; molto abbondanti sono le gazze e le ghiandaie ed
è facile osservare il rigogolo; l’upupa è frequente nella zona coltivata fuori
dal bosco e, d’inverno, è facile osservare la beccaccia. Rapaci notturni e diurni sono abbondanti: tra questi ultimi, lo sparviero, specie nidificante, è sta-
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Via De Paulis Fedele (c/o Hotel Michelangelo)
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to scelto come simbolo della
riserva. Comuni e nidificanti
sono anche la tortora dei boschi e il colombaccio. Tanti
altri uccelli, soprattutto passeracei, popolano la riserva,
aiutati senza dubbio dalle numerose cassette-nido installate da diversi anni nella zona
boschiva.
I piccoli mammiferi, più difficili da osservare viste le abitudini soprattutto notturne, sono comunque abbondanti nella riserva, come
si desume dalle tracce della loro presenza, quali resti di cibo, escrementi e
orme. Oltre a specie molto diffuse, come la volpe, il riccio e lo scoiattolo, ne
sono state osservate altre più elusive quali la puzzola, la faina e il topo quercino, mentre alcuni ricercatori non escludono presenze occasionali del lupo,
in inverno, data la vicinanza con il Parco Gran Sasso-Laga. E’ interessante
ricordare che l’ultimo avvistamento di istrice risale al 1976, quando fu trovato un esemplare morto a poca
distanza dall’attuale perimetro
della riserva. Importanti dati
sulla diffusione di micromammiferi, rettili, anfibi e chirotteri sono stati raccolti con uno studio
condotto dal ricercatore Vincenzo Ferri. Questo studio si affianca a quello sugli alberi e arbusti
(pubblicato in un interessante
volume, autori Gianfranco Pirone e Giuseppe Torresi per Edizioni Floema), che ha identificato e descritto la morfologia, l’ecologia e l’etnobotanica di 57 specie legnose.
LA RISERVA NATURALE REGIONALE CONTROLLATa
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E poi ci sono gli studi sugli uccelli, con l’apposizione e il monitoraggio delle
cassette nido e l’inanellamento.
I corsi di educazione ambientale con scuole di diverso ordine consentono
ogni anno a tante scolaresche di svolgere, sul campo, interessanti esperienze naturalistiche.
In questa ottica si inquadra lo studio sulla lavorazione del lino, con la ricostruzione di tutte le fasi, dalla semina alla tessitura, ivi compresi gli utensili
impiegati.
Il bosco di Castel Cerreto è stato
dotato di una buona rete di sentieri, con vari livelli di difficoltà,
muniti di schede botaniche e di
pannelli esplicativi. E’ presente
anche un sentiero a percorrenza
facilitata e alcune aree di sosta
attrezzate con tavoli e panche.
Gli uffici direzionali e la sala di
educazione ambientale si trovano nel capoluogo dove è iniziato
l’allestimento di un museo naturalistico. Nella frazione Pilone è ubicato l’ingresso della Riserva, la foresteria e l’aula didattica dello stagno, una struttura dove è possibile osservare l’ambiente acquatico della riserva, qui ricostruito artificialmente. Sempre in località Pilone è stata realizzata un’area
Basciano
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C A S T E L
faunistica che ospita tre
caprioli, facilmente avvistabili da due punti di osservazione.
Annesso alla foresteria, è stato realizzato un
piccolo camping con tre
bungalow che possono
ospitare una ventina di
persone.
Il sito della riserva: http://www.castelcerreto.
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• Sanità
Emergenza: 118
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• Banche
Poste Italiane Spa: Penna Sant’Andrea - Via Roma 6
Banca Antonveneta: Val Vomano - Piazza IV Novembre 19
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Tercas - Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo: Val Vomano - via Nazionale, 34
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sede: via Roma, 20 –Penna S. Andrea - tel. 0861 66195
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Comune: Penna Sant’Andrea Provincia:
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Altitudine: 413 m s.l.m. Superficie: 11 km² - Abitanti: 1756
Municipio: p.zza V. Veneto - 64039 PENNA SANT’ANDREA
Telefono: 0861.66120 - Fax 0861.667400 - http://www.psa.it
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