L’itinerario
IL CAFFÈ
20 luglio 2014
1° giorno
4° e 5° giorno
9° giorno
Ticino – Windhoek (via Johannesburg con
pernottamento a bordo)
I San, il Namib e le dune di Sossusvlei (320 km)
Damaraland, Twyfelfontein e Etosha (320 km)
2° giorno
6° giorno
10° giorno
Il deserto del Namib e Swakopmund (380 km)
Etosha e il safari (300 km)
7° giorno
11° giorno
Escursione a Walvis Bay e Sandwich
Harbour e rientro a Swakopmund
Etosha, Okahandja (mercato del legno)
e Windhoek (410 km)
8° giorno
12° giorno
Cape Cross e la Costa degli Scheletri (350 km)
Partenza per il Ticino (via Johannesburg)
Arrivo a Windhoek nel pomeriggio e
tempo libero per scoprire il centro
cittadino o per il relax
3° giorno
Il deserto del Kalahari
Le mete
37
tra
virgolette
IL PAESAGGIO
Dead Vlei nel Namib
Naukluft Park
GIÒ REZZONICO
T
ra dune spettacolari, paesaggi lunari e incontaminati, deserti rossi, distese di lava e
canyon maestosi prosegue il nostro itinerario in Namibia (per la puntata precedente
vedi “il Caffè” di settimana scorsa a pagina
41). Dal deserto del Kalahari, che delimita il Paese ad
est, ci spostiamo verso ovest per visitare il deserto del
Namib, che dà il nome allo Stato e si estende per oltre
2000 chilometri lungo la costa oceanica. La strada che
collega i due deserti attraversa un paesaggio lunare: le
montagne hanno riflessi rossi e verdi e la terra del fondo della pista è violacea.
UNA MAGIA FORGIATA DAL VENTO
Le dune di Sussusvlei, le più alte al mondo, nel
Namib Naukluft Park sono uno spettacolo indimenticabile. Si ergono attorno ai letti bianchissimi di antichi laghi prosciugati, che mettono in risalto lo straordinario color albicocca della sabbia del deserto. Le tonalità di colore mutano a seconda della posizione del
sole, ma al tramonto la tavolozza dei rossi è indescrivibile. Anche le forme delle dune, forgiate dal vento,
sono in perenne mutamento. Il luogo più magico del
parco è certamente Dead Vlei, un lago prosciugato
circondato da una corona di dune. Sulla distesa bianca dell’antico bacino si profilano spettrali gli scheletri
di alcune piante morte 500 anni fa. Sculture e colori di
cui è artefice la natura, il più grande artista al mondo!
Gli studiosi ritengono che il deserto del Namib risalga a 80 milioni di anni fa e sia uno dei più antichi
della Terra. Pare sia stato forgiato dalle sabbie del Kalahari, dello stesso colore, trasportate dal fiume Orange fino al mare, da lì spinte a nord dalle fredde correnti artiche del Benguela e infine trasportate lungo la costa dalle onde del mare.
Le dune di Sussusvlei – la più alta raggiunge i 350
metri – si possono scalare con grande fatica, perché i
piedi sprofondano nella sabbia e si avanza molto lentamente, come camminando nella neve fresca.
Un altro luogo magico della regione è il Sesriem
Canyon, profondo 30 metri e lungo 1 chilometro, scavato dal fiume Tsauchab. Lo si può percorrere a piedi
lungo il letto del fiume ormai prosciugato, perché qui
non piove da ben tre anni.
N
AMIBIA
Sulle dune più alte al mondo
LA
Al tramonto lo straordinario color albicocca
della sabbia si colora di rosso. In crociera
sulla costa oceanica in compagnia di foche
che saltano a bordo e delfini che sfrecciano
tra le chiglie dei catamarani. E, per finire,
il fotosafari all’Etosha National Park,
uno dei più grandi e suggestivi dell’Africa
VERSO LA NEBBIOSA COSTA OCEANICA
Il deserto del Namib si addentra per 70-150 chilometri nell’entroterra ed è delimitato a ovest dall’Oceano e ad est da una catena montuosa, che dà accesso
all’altipiano centrale: una sorta di spina dorsale molto
abitata, che ospita anche la capitale della Namibia.
Una strada sterrata corre ai limiti del deserto e lungo
le montagne. Si attraversa dapprima uno scenariospettrale di dune pietrificate, quindi un profondo canyon. A Solitaire, uno dei rari villaggi che si incontrano lungo il tragitto, uno svizzero gestisce una pasticceria nota per produrre il miglior strudel di mele della
Namibia. La tratta più spettacolare la si percorre però,
prima di raggiungere la costa, fiancheggiando la Valle
della Luna: come indica bene il nome, il paesaggio è
davvero lunare e ricorda quello della celebre Dead
Valley nel sud ovest degli Stati Uniti. Avvicinandosi al
mare il clima cambia, diventa inaspettatamente fresco, a causa delle fredde correnti antartiche, e spesso
anche nebbioso, soprattutto in mattinata. È un fenomeno che si verifica lungo tutta la costa oceanica della Namibia e non senza conseguenze per il deserto
del Namib, definito dagli studiosi “un deserto che vive”.
UN DESERTO CHE VIVE
La costante presenza di nebbia, che si inoltra per
una trentina di chilometri nell’entroterra desertico
lungo la fascia costiera, favorisce la presenza di specie
animali e vegetali che hanno saputo adattarsi alle esigenze dell’ambiente, ricavando da questo particolarissimo ecosistema l’acqua necessaria per sopravvivere. L’esempio più eclatante è quello della Weltschia,
una delle piante più antiche al mondo. Nei pressi della Valle della Luna se ne possono ammirare vari
esemplari, ma in particolare una che, secondo gli studiosi, ha addirittura 1600 anni di vita. Questo vegetale, con oltre due metri di diametro, non spicca per bellezza ed è curiosamente imparentato con le conifere.
Trae i liquidi, di cui ha bisogno per sopravvivere, soprattutto dalla condensazione della nebbia e solo in
quantità limitata dal sottosuolo.
TRA OTARIE E PELLICANI
La località più nota della costa è Swakopmund,
una cittadina che ospita ancora diverse famiglie di
origine tedesca, i cui antenati si sono stabiliti in Nami-
LA NATURA
Sopra, animali
al pozzo
nell’Etosha
National Park;
accanto,
Sussusvlei, le
dune più alte
del mondo
bia quando il Paese era una colonia dell’Impero germanico. La presenza di numerosi edifici di fine Ottocento e d’inizio Novecento, risalenti all’epoca coloniale, dà l’impressione al turista di trovarsi in una cittadina tedesca sulle rive del Mare del Nord o del Mar
Baltico.
La costa ed il suo mare ospitano numerosi animali: soprattutto fenicotteri rosa, che si radunano in
grandi stormi attorno alle pozze, otarie (una specie di
foca), presenti con una colonia di 100mila esemplari,
pellicani e delfini. In partenza da Swakopmund o dalla vicina e più moderna Walvis Bay, che come molte
altre cittadine attraversate durante il nostro viaggio ricorda l’edilizia dei villaggi americani, vengono orga-
si insabbiò. Venne allora inviato un aeroplano, che
sprofondò nella sabbia e non riuscì più a decollare.
Infine, per mettere in salvo i naufraghi fu necessario
Etosha
inviare un convoglio di camion via terra.
National Park
La spettacolare terra del Damaraland è famosa
per le incisioni rupestri e per i safari alla ricerca
degli elefanti del deserto (una specie di diN
mensioni ridotte), che è possibile incontraA
re con un po’ di fortuna effettuando
un’escursione in fuoristrada 4x4 attraverM
so un territorio sensazionale.
Damaraland
I
A Twyfelfontein, invece, si possono
ammirare incisioni rupestri realizzate
B
alcuni millenni fa. Si tratta di 2500 imI
magini rilevate su circa 200 lastre di
A
arenaria rossa, che rappresentano leoWindhoek
Swakopmund
ni, elefanti, rinoceronti, zebre, antilopi, giraffe e struzzi presentati in forma
stilizzata, ma con precisione di dettagli.
La datazione di queste opere d’arte, che
Sossusvlei
appartengono al Patrimonio mondiale
Deserto
dell’Unesco, è alquanto incerta, ma gli
del Kalahari
studiosi ritengono si possa collocare tra i 3
e 5mila anni fa.
nizzate delle crociere per un incontro ravvicinato con
questi simpatici animali. Le goffe foche, che raggiungono un peso medio di 200 chilogrammi, salgono a
bordo dei catamarani come animali addomesticati e
si lasciano carezzare mentre il capitano offre loro freschi pesciolini di cui sono golosissime: ne mangiano
in medie 15 chili al giorno. I pellicani atterrano con
eleganza sugli scafi e introducono il loro lungo becco
arancione all’interno dei finestrini per ricevere pure
loro i pesciolini. I delfini giocano con l’imbarcazione
a due chiglie collocandosi nel bel mezzo del catamarano ed esibendosi in tuffi vertiginosi.
Un’altra esperienza indimenticabile è la gita di 60
chilometri in fuoristrada 4x4 lungo un paesaggio incontaminato e incantevole, che si snoda sulla sabbia
in riva al mare da Walvis Bay a Sandwich Harbour per
poi inoltrarsi nelle dune. I piloti delle vetture 4x4 si
sbizzarriscono in acrobazie che lasciano i turisti senza fiato. Ma poi, per farsi perdonare, apparecchiano
una tavola imbandita in riva al mare con ostriche e
champagne.
LE ANTICHE INCISIONI RUPESTRI
Il nostro itinerario prosegue verso il Damaraland,
la terra del popolo damara, una regione arida e ricca
di arenaria che colora le montagne di rosso. Ma prima
di abbandonare la costa incontriamo uno dei tanti relitti di navi vittime dei fondali marini in perenne mutamento di questa insidiosa costa oceanica. A questo
proposito si racconta la drammatica storia di una nave inglese che nel 1942 trasportava militari e passeggeri. Dopo essersi arenata chiamò in soccorso un’altra imbarcazione della flotta britannica, ma pure essa
NELL’ OASI DEGLI ANIMALI SELVATICI
Il nostro viaggio si conclude, prima di tornare
nella capitale per il rientro in aereo, con la visita dell’Etosha National Park, uno dei parchi più grandi e più
famosi di tutta l’Africa. Aree di savana, immense distese di cespugli spinosi, zone di fitta foresta, pianure
sconfinate, un grande lago salato (per il momento
prosciugato perché non piove da tre anni), e numerose pozze, costituiscono l’ambiente ideale per una
moltitudine di animali selvatici. Il metodo più sicuro
per avvistarli e fotografarli consiste nell’appostarsi
nelle vicinanze di una pozza ed osservare il loro avvicendarsi nel rispetto della gerarchia che regola il
mondo animale. In ordine di importanza ogni specie
Per saperne di più
Namibia
Polaris, Firenze 2011
Namibia
Dumont, Milano 2013
Namibia
Lonely Planet, Torino 2010
aspetta pazientemente il suo turno: dapprima gli elefanti, poi i predatori, quindi gli erbivori e infine i volatili. In una sola giornata abbiamo avuto l’opportunità
di vedere diversi gruppi di elefanti giocare con il fango
nell’acqua, un leone che dormiva satollo davanti alla
carcassa di una giraffa che aveva appena assalito e in
parte divorato, una famiglia di leoni che si avventava
sua una sventurata preda. Più da lontano abbiamo avvistato anche due ippopotami. Ma abbiamo avuto
l’opportunità di ammirare anche molti altri animali:
giraffe, zebre, gazzelle di ogni specie, gnu, sciacalli,
una iena e due aquile. Una giornata davvero proficua
se confrontata con quanto avviene in altri parchi, dove è difficile avvistare gli animali.
2-fine
(La puntata precedente è stata pubblicata
domenica 13 luglio)