NOTA DELL’EDITORE ITALIANO È con grande piacere che pubblico e presento questo 5° volume di Rajan Sankaran, un volume in­ novativo sotto molti punti di vista, ma anche un volume che può suscitare alcune perplessità. Credo di conoscere in modo sufficiente sia i fondamenti hahnemanniani dell’Omeopatia unicista classica, sia la metodologia di Sankaran per permettermi di commentare la seconda alla luce dei primi e cercherò di farlo dopo una breve premessa. Prima di tutto preciso che se ad un Omeopata sta a cuore, come al sottoscritto e come credo sia per tutti gli Omeopati, il presente e il futuro dell’Omeopatia hahnemanniana, non può non porsi il pro­ blema se un Autore omeopatico, specie quando si propone come docente di Omeopatia con opere pubbliche molto diffuse e tradotte in varie lingue, sia in linea o meno con l’insegnamento di Ha­ hnemann. 1 Nel dicembre 2000 una rivista omeopatica nordamericana, ‘Homeophy Today’, pubblicò un edito­ riale di Julian Winston in cui questo nostro illustre Collega si interrogava se tutti i concetti, teorie, ipotesi che hanno integrato in questi ultimi lustri la nostra Materia Medica patogenetica possano essere o meno definiti vera Omeopatia. Il pensiero di Winston si rivolgeva con particolare riguardo a casi clinici con follow-up insufficiente o con diagnosi di guarigione un po’ particolare, sperimen­ tazioni condotte durante i convegni o comunque realizzate in pochissimi giorni, sperimentazioni basate sui sogni o su approcci di tipo meditativo, la ‘Dottrina delle Signature’ o teorie come quelle basate sulle Famiglie vegetali, sulle razze animali o sulla ‘Tavola Periodica degli Elementi’.2 Le risposte di 21 Colleghi altrettanto illustri, come R. Morrison, N. Herrick, J. Shore, C. Hiwat, H. van der Zee, R. Sankaran, D. Collins ecc., fu immediata. Essi scrissero all’editore di ‘Homeophy Today’ chiedendo addirittura che Winston consegnasse le sue dimissioni da editore.3 Il dibattito si estese anche ad altre riviste omeopatiche americane e in poco tempo si allargò a circa 200 Omeopati di vari Paesi del mondo al punto che si raccolsero circa 400-500 pagine di commen­ ti e considerazioni disponibili anche in CD.4 È molto probabile che questa documentazione non sia la fine ma piuttosto solo il punto di inizio di un grande dibattito inerente la metodologia, così come la sua scientificità e le vie per stabilirne la validità. La lettura di questi documenti è sicuramente utile e importante per una crescita culturale del suo eventuale Lettore e quindi io la consiglio a tutti ma, per restare sull’argomento del dibattito, credo che, come sempre quando le discussioni avvengono tra persone di discreto livello culturale, la ve­ rità stia nel mezzo. E’ palese e non discutibile che l’acquisizione di conoscenze sugli effetti medicamentosi di una so­ stanza omeopatica si debba sempre fare attraverso una sperimentazione che segua le istruzioni la­ 1 La rivista Homeopathy Today è pubblicata dal National Center for Homeopathy (NCH), un’organizzazione senza fini di lucro che pubblica molti articoli e ricerche di Omeopatia (http://homeopathic.org). 2 Queste informazioni sono state pubblicate per la prima volta dalla rivista tedesca Allgemeine Homoeopathi­ sche Zeitung 2004; 249: 303. 3 Il Dr. Julian Winston, che vive in Nuova Zelanda, è lui stesso editore della rivista omeopatica Homoeopathy NewZ (http://www.julianwinston.com). 4 La documentazione può essere letta dal sito www.Grundlagen-Praxis.de e ulteriori informazioni possono es­ sere prese scrivendo ai Dr. Klaus Habich ([email protected]), Dr. Curt Koesters ([email protected]) e Dr. Jochen Rohwer ([email protected]). 8 NOTA DELL’EDITORE ITALIANO sciateci da Hahnemann, pur tenendo conto anche di quegli accorgimenti integrativi messi a punto nei due secoli seguenti. In pratica, io sono convinto che si possano formulare mille ipotesi e con­ getture, talvolta anche riuscendo in questo modo ad intuire veramente la realtà delle cose, ma solo un vero proving omeopatico potrà dire quali sono i VERI effetti terapeutici di un rimedio. Tutto questo, però, non significa negare una realtà e cioè che la Natura ha insito in se stessa un meraviglioso ordine. Pertanto, come è vero che il genio (molto più comprensibile e più razionale di quello di Hahnemann, ma pur sempre un certo genio) di Dimitrij Ivanovich Mendeleev5 e di al­ cuni fisici più recenti ha permesso loro di intuire le caratteristiche fisiche e quantiche degli atomi che avrebbero dovuto occupare i posti vacanti della famosa ‘Tavola Periodica degli Elementi’ (come poi è stato realmente dimostrato dai fatti) e se è vero che i botanici, pur dopo molte diatribe, giungono a decidere che una certa pianta appartiene ad una certa Famiglia e Ordine botanici per­ ché ha certe precise caratteristiche, non vedo perché questo medesimo ‘ordine naturale razionale’ non debba governare anche le relazioni tra i rimedi omeopatici. Cioè, se tra gli atomi di Calcio e di Magnesio c’è una certa relazione attribuibile sommariamente agli elettroni di valenza del loro orbitale più esterno, relazione che giustifica il loro inserimento nel Gruppo IIA della suddetta Tavola Periodica, non vedo perché non ci debba essere una qualche re­ lazione anche tra le Calcaree e le Magnesie omeopatiche o, meglio ancora, tra i numerosi rimedi a base di Calcarea (Calcarea carbonica, Calcarea muriatica, Calcarea sulphurica, Calcarea pho­ sphorica, ecc.) oppure all’interno del gruppo di rimedi a base di Magnesia (Magnesia carbonica, Magnesia muriatica, Magnesia sulphurica, Magnesia phosphorica, ecc.). Lo stesso discorso vale per le piante e per gli animali: se una certa pianta appartiene ad una certa Famiglia botanica, significa che ha le caratteristiche di quella Famiglia e se queste caratteristiche si esprimono a livello fisico e/o chimico, perché non dovrebbero esprimersi anche a livello “energe­ tico” e quindi omeopatico? Ovviamente la cosa va dimostrata, ma mi stupirei se non fosse così (e, infatti, i casi clinici citati per esempio in questo lavoro di Sankaran lo dimostrano). La difficoltà, eventualmente, sarà quella di capire qual è la relazione che unisce i vari rimedi omeopatici di un certo “gruppo”. Sono le modalità, le caratteristiche fisiche, quelle mentali o quali altre? Inoltre, se una volta la ‘Dottrina delle Signature’ faceva desumere le proprietà terapeutiche di una certa sostanza (essenzialmente vegetale e minerale) dal suo aspetto esteriore e/o da alcune sue ca­ ratteristiche (modalità o ambiente di crescita o di reperimento, ecc.), mi pare che questo non sia il metodo seguito da Sankaran e dai Colleghi che seguono il suo approccio, perché la loro imposta­ zione è nettamente diversa e proprio per questo dovrebbe anche essere più facilmente accettabile da un Omeopata hahnemanniano. Pertanto, nel loro caso non tirerei in ballo la ‘Dottrina delle Si­ gnature’. Infatti, credo che anche la sola lettura di questo testo dovrebbe dimostrare inequivocabilmente che tutta la preoccupazione e l’obiettivo ultimo del lungo interrogatorio condotto da questi Omeopati è quello di giungere a quell’unica sensazione profonda (Sankaran la chiama “sensazione vitale”) che spiega tutta la sintomatologia del Paziente o, meglio ancora, come direbbe Paschero, che spiega l’intera sua “storia biopatografica”. In questo suo lavoro, cioè, Sankaran ha cercato di scoprire un sistema semplice, razionale e, tra l’altro, rispondente all’ordine presente nel mondo della Natura, che permette di classificare i rime­ di vegetali e di individuare non un medicamento sintomatico, ma il simillimum del paziente, cioè quel rimedio omeopatico la cui Materia Medica patogenetica è del tutto simile alla totalità dei sin­ tomi del paziente e a quelli che hanno caratterizzato la sua storia biopatografica. Il problema eventualmente si pone per i piccoli rimedi, cioè quelli per cui non abbiamo una suffi­ 5 Dimitrij Ivanovich Mendeleev (1834-1907), chimico russo, ha il nome legato alla classificazione degli ele­ menti nel sistema periodico (1869) che riflette la legge secondo la quale le proprietà degli elementi sono funzione periodica del loro peso atomico. Gli elementi sono ordinati in 7 righe (o Periodi) e in 18 colonne (o Gruppi). NOTA DELL’EDITORE ITALIANO 9 ciente Materia Medica patogenetica. E’ palese che in questi casi sia facile sbagliare quando si ipo­ tizza qualche loro caratteristica e/o proprietà che ancora non è stata dimostrata né dalla sperimen­ tazione né dalla clinica. Questa, io la chiamerei Omeopatia di Frontiera. Ora, anche se quello che è certo su questi piccoli rimedi è estremamente scarso e se molte notizie che si possono desumere sono ancora ipotesi e congetture, ciò non giustifica la loro totale esclu­ sione da uno studio di base, perché ogni Scienza “in progressione” ha la sua parte “di Frontiera” e se noi non avessimo i nostri Ricercatori omeopatici, non avremmo neppure un progresso in Omeo­ patia. Infatti, non è certamente possibile trasformare ipso facto un piccolo rimedio in un policresto, mentre ciò può avvenire attraverso un graduale arricchimento delle conoscenze che però talvolta passa anche attraverso ipotesi o deduzioni errate, ma non per questo inutili. Come si deve comportare allora l’Omeopata che è quotidianamente impegnato ambulatorialmente nella battaglia con le patologie umane o veterinarie? A mio avviso deve utilizzare sempre le conoscenze tradizionali, quelle desunte da uno studio fe­ delmente hahnemanniano dei rimedi omeopatici, ma deve anche conoscere tutti quegli ‘approcci di frontiera’ che in alcuni casi potrebbero, ed è esperienza comune di molti Omeopati, aiutarlo a ge­ stire e risolvere anche tanti casi clinici che fino a quel momento per lui erano stati apparentemente senza soluzione. Quante volte, infatti, ci è capitato di usare per la prima volta un rimedio, per noi nuovo e che abbiamo conosciuto ad un convegno o attraverso una lettura di un testo, e proprio gra­ zie a questo abbiamo risolto dei casi che prima non trovavano beneficio dai soliti comuni rimedi? In ogni caso, che molte affermazioni di questo libro siano frutto di un’intuizione di Sankaran e non di una sperimentazione scientifica rigorosa mi pare che Rajan lo sottolinei più volte, prima di tutto nel titolo stesso (“Insight …”) che ha scelto per quest’opera, poi addirittura ad ogni rimedio dove scrive “Quando la sensazione della famiglia delle … si combina con il miasma …, la sensazione di … potrebbe essere …” e poi anche all’ultima pagina, quando invita il Lettore a scrivergli per co­ municargli ogni sua impressione, conferma o smentita di quanto ha appena letto. In conclusione, mi pare che questo lavoro di Sankaran sia affascinante e raccomandabile ad ogni Omeopata esperto, pur contenendo alcuni punti discutibili e proprio per questo perfettibili (un e­ sempio sono quei casi in cui viene ipotizzato il miasma di un piccolo medicamento basandosi so­ lamente su alcuni usi popolari della pianta di origine o solo su una o due voci repertoriali o frasi di una scarsissima Materia Medica oppure quando seleziona solo alcuni sintomi dei molti sintomi di un rimedio e su questi costruisce una sua ipotesi interpretativa tralasciando invece completamente molti altri aspetti … cosa impensabile ad esempio per Masi Elizalde). Ben venga allora la discussione su questi casi anticipatamente richiesta e auspicata da Sankaran, affinché si giunga, in un tempo che sarà inversamente proporzionale al numero dei Colleghi che collaboreranno, ad avere una Materia Medica sempre più ricca e affidabile. E’ palese che le sperimentazioni eseguite con tutti i criteri classici sono obbligatorie, ma credo che lavori come questo non solo possano servire da stimolo per confermare o meno le ipotesi patoge­ netiche, ma potrebbero servire pure per indicare nuove sostanze da sperimentare. Non dimenti­ chiamo che in Natura ci sono circa 250.000 specie vegetali, circa 1.100.000 di specie animali e forse 50.000 tipi di sostanze minerali la cui somma complessiva, considerando anche le forme par­ ticolari ma sempre naturali dell’elemento base,6 supera abbondantemente il milione e mezzo di po­ 6 Si pensi semplicemente alle differenze patogenetiche della Materia Medica di Tarentula hispanica, fatta partendo da questo ragno integro, e quella di Tarentula cubensis, fatta utilizzando una tarantola proveniente da Cuba. Nel libro della Tyler [Tyler M. L. Quadri di Rimedi Omeopatici. Salus Infirmorum, Padova, 2001], il Dr. Roberts commenta a tale proposito: “Riguardo a Tarentula cubensis, sappiamo che è molto simile a Tarentula hispanica; infatti è lo stesso ragno o è molto simile, solo che proviene da Cuba. Il Dr. Allen mi ha raccontato la storia di questo rimedio. La Tarentula cubensis fu portata via dal suo Paese in un contenitore pieno di alcool per conservarla. Il contenitore si ruppe, l’alcool evaporò e l’animale si decom­ pose. Nonostante questo, fu ugualmente dinamizzato. L’effetto piogenico della decomposizione costituisce 10 NOTA DELL’EDITORE ITALIANO tenziali rimedi omeopatici. Per cercare di ampliare le nostre conoscenze senza impiegarci un mi­ lione e mezzo di anni, non vedo perché non si possa far tesoro anche degli aiuti che ci giungono dalle teorie basate sulle differenze e analogie tra i Regni naturali (Regno minerale, vegetale e ani­ male), sulle Famiglie, sulle razze animali e sulla Tavola Periodica degli Elementi, … purché i fon­ damenti della Scienza Omeopatica hahnemanniana restino inviolati e, nell’ipotetico caso in cui ci sia uno scontro tra questi ultimi e le teorie suddette, si dia sempre la precedenza alla intramontabile dottrina di Hahnemann. L’Omeopatia deve e può continuare a progredire, ma per fare questo ha bisogno del contributo di ognuno di noi. Non credo che i principali nemici dell’Omeopatia siano gli Allopati o qualcun altro dei suoi attuali denigratori, ma temo invece, come è accaduto per la messa a morte di Gesù Cristo e per ogni divi­ sione o crisi che la Sua Chiesa ha subito nei secoli, che i veri nemici siano alcuni falsi “amici” che, spesso tanto involontariamente quanto ignorantemente, screditano l’Omeopatia perché non la a­ mano veramente e non la amano perché non la conoscono, ma forse non la conoscono perché chi la conosce non l’ha trasmessa a loro e/o testimoniata in modo adeguato. Chiedo umilmente ma insistentemente al Signore di aiutare ogni Omeopata italiano a vedere e prendere coscienza della sua responsabilità sociale (verso gli ammalati) e dottrinale (verso i Colle­ ghi meno esperti) e poi a infondergli ogni dono di Scienza e gli altri strumenti necessari per com­ piere fino in fondo il suo dovere. L’Omeopatia è Scienza e Arte insieme, ma, in fin dei conti, la Medicina dovrebbe essere solo una Missione. Padova, 13 maggio 2005 Dr. Roberto Gava quindi la maggiore differenza tra Tarentula hispanica e Tarentula cubensis, in quanto tutte le nostre poten­ ze furono eseguite partendo da quella preparazione. Queste sono delle considerazioni utili in quanto spiega­ no la mentalità di Tarentula hispanica e la situazione settica di Tarentula cubensis”. EDIZIONI SALUS INFIRMORUM Autore: Sankaran R. Dimensioni: 17 x 24 Anno pubblicazione: 2005 Prezzo: 90,00 € Argomento: Omeopatia Copertina: Cartonata Pagine: 960 ARGOMENTO DEL LIBRO: Una proposta di classificazione e di interpretazione del Regno Vegetale con numerosi Casi Clinici Sankaran ha scoperto un sistema semplice, razionale e anche rispondente all’ordine presente nel mondo della Natura che permette di classificare i rimedi vegetali e di individuare non un medicamento sintomatico ma il simillimum del paziente, cioè quel rimedio omeopatico la cui Materia Medica patogenetica è del tutto simile alla totalità dei sintomi del paziente e a quelli che hanno caratterizzato la sua storia biopatografica. Nella prefazione, Scholten scrive: "Ascoltando il nuovo approccio di Rajan Sankaran nel trattamento dei casi clinici e nell’individuare i rimedi del regno vegetale, il mio entusiasmo crebbe sempre più: si stavano delineando di fronte a me nuove e strepitose possibilità nel risolvere casi clinici difficili e fino ad allora rimasti irrisolti. Il primo passo è trovare la famiglia botanica più indicata mettendo a confronto la sensazione di fondo del paziente con quella della famiglia. Il passo successivo è quello di differenziare i membri della famiglia botanica in ‘Miasmi’. Sankaran ha sviluppato nove Miasmi, ognuno dei quali esprime il sentimento che il paziente prova di fronte ad un determinato problema e anche il modo con cui l’affronta. Così facendo, Sankaran ha condotto l’Omeopatia ad un secondo livello scientifico, il livello della classificazione, in cui ci si preoccupa di riunire i rimedi in categorie e gruppi omogenei. Il grande passo successivo è stato quello del concetto della ‘sensazione vitale’, che è stata chiamata così perché è la sensazione fondamentale del Paziente. Non è una sensazione superficiale, perché scaturisce durante una presa del caso molto lunga e approfondita; sarebbe cioè la sensazione essenziale nascosta dietro altre sensazioni più superficiali. Questo libro non soltanto è raccomandato agli Omeopati, ma, vorrei dire di più: è un qualcosa che si ‘deve’ avere. Inoltre, va anche detto che è una gioia usarlo come strumento di lavoro e che è un grande piacere possederlo". PER IL CATALOGO AGGIORNATO WWW.EDIZIONISALUS.IT