MATRIMONIO E FAMIGLIA. LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA
ABSTRACT DEI CONTRIBUTI
FEDE E CULTURA DI FRONTE AL MATRIMONIO
S.EM. CARD. CARLO CAFFARRA
Nella prolusione di apertura del Convegno, il Card. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna,
con molta acutezza spiega come l’edifico della famiglia non sia stato distrutto dalla cultura
contemporanea, ma sia stata de-costruito mattone a mattone, fino al punto che oggi abbiamo
tutti i pezzi ma non abbiamo più la casa. Dinanzi a questa situazione, l’autore afferma che
per capire il matrimonio e la famiglia bisogna togliere le "cataratte dell’ideologia”. In
seguito, offre una chiara presentazione di che cosa significa, per la sua stessa natura, il
matrimonio come unione tra un uomo e una donna, fedele e indissolubile, e aperta alla vita.
Conclude mettendo in guardia contro tre atteggiamenti che renderebbero inefficaci i
tentativi di evangelizzazione della famiglia: l’atteggiamento tradizionalista, quello buonista
e, infine, quello catacombale.
IDENTITÀ, DIFFERENZA E RELAZIONE FRA UOMO E DONNA. LA CONDIZIONE SESSUATA
ANTONIO MALO
Il fine di questa relazione è aiutare a riflettere sul carattere complesso della sessualità
umana, la quale non si può identificare “tout court” con una cosiddetta concezione
tradizionale, neppure con il moltiplicarsi di generi secondo i desideri dei soggetti.
Certamente, l’ideologia di genere corregge la concezione naturalistica della sessualità
umana, indicando l’esistenza di altri aspetti, come la dimensione sociale e culturale, quella
psicologico del desiderio o esistenziale dell’autenticità; trascura, però, realtà essenziali,
come il corpo, la generazione, l’educazione del desiderio, la relazione generativa fra
maschile e femminile. Per questo motivo, di fronte alla concezione naturalistica e
costruttivista della sessualità, in questo contributo si propone una nuova concezione della
sessualità: la condizione sessuata, che è irrepetibile in quanto prettamente personale. A un
primo sguardo sembrerebbe che la distinzione fra ‘sessualità’ e ‘condizione sessuata’ sia
simile a quella fatta dalla cosiddetta ideologia di genere fra ‘sesso’ e ‘genere’, in quanto il
genere — come la condizione sessuata — costituisce la forma personale della sessualità.
C’è però una differenza molto importante: la condizione sessuata non è diversa della
sessualità, ma la include come elemento basilare perché l’origine e il fine della condizione
sessuata è la generazione delle persone e delle loro relazioni.
I TEMPI DELL’AMORE, DELLA SANTITÀ E DELLA MISERICORDIA. UNA RIFLESSIONE SULLE
STRUTTURE DI SOSTEGNO DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA
PAUL O’CALLAGHAN
Questa relazione è basata su una doppia convinzione: oggigiorno, come in altri tempi, il
matrimonio e la famiglia sono fragili, e allo stesso tempo di grande importanza per il futuro
dell’umanità. Fragile e importante, perché senza la famiglia, costituita da padre, madre e
figli, è quasi impossibile imparare ad amare, e senza amore, ciò che ci aspetta è un lungo e
freddo ‘inverno antropologico’. Per questa ragione, la famiglia, per essere se stessa, ha
bisogno di ‘strutture di sostegno’, di tipo legale, economico, culturale e spirituale, e
specialmente della grazia di Dio. La parte più lunga delle tre che compongono la relazione
tratta i rapporti complessi tra l’individuo (persona), la famiglia, lo Stato e la religione
cristiana. Si insiste sulla centralità della famiglia come scuola di amore. La seconda parte
considera il ruolo vivo ed incisivo della grazia divina per far funzionare realisticamente la
vita in famiglia come scuola di santità cristiana. E la parte finale riflette sul rapporto
all’interno dell’azione pastorale della Chiesa tra dottrina (che riassume il Vangelo) e la
misericordia (che lo applica alla vita reale). A mo’ di conclusione possiamo dire che tutti e
tre, l’amore, la santità e la misericordia, richiedono tempo; tuttavia nel passaggio del tempo
hanno bisogno di diverse ‘strutture di sostegno’.
PRINCIPI FONDAMENTALI DEL MAGISTERO DELLA CHIESA SUL MATRIMONIO
CARLA ROSSI ESPAGNET
La Chiesa è madre e maestra, non solo perché offre al mondo il Vangelo della famiglia, ma
anche perché cerca sempre nuovi modi per far giungere la sua Parola. Nonostante alcune
voci critiche nei suoi confronti, non vi è dubbio che il Magistero di Papa Francesco si
iscriva per i suoi contenuti nel solco della tradizione sul sacramento del matrimonio. Il suo
insegnamento presenta due caratteristiche: l’importanza centrale della misericordia di Dio,
che non va confusa con la semplice tolleranza del male, ma è amore che lotta per liberare
dal peccato la persona amata, e l’indole pastorale, ossia l’orientamento alla salvezza
dell’umanità, di cui desidera suscitare la decisione di fede senza la quale il progetto divino
non si potrebbe compiere.
NATURA E GRAZIA NEL MATRIMONIO
RAFAEL DÍAZ DORRONSORO
In un primo momento, da una prospettiva antropologico-teologica, si sviluppa una
riflessione sul profondo legame tra l’atto coniugale e l’istituto del matrimonio. Giovanni
Paolo II lo ha segnalato affermando che la copula sarebbe menzogna se non fosse segno e
frutto di una intima e totale donazione personale, che comporta l'esclusività e la temporalità,
e che corrisponde anche alle esigenze di una fecondità responsabile (cfr. Es. Ap. Familiaris
consortio, n. 11). Poi, facendo un percorso nella storia della salvezza, si evidenzia il valore
cristologico che il matrimonio e l'atto coniugale possiedono all'origine della creazione,
nell'Antica Alleanza con Abramo e il popolo ebreo, e nell'economia cristiana. Alla fine, a
modo di conclusione, si suggeriscono alcune prospettive pastorali.
FEDE E CONSENSO MATRIMONIALE
MIGUEL A. ORTIZ
In questa relazione, l’autore evidenza la complessità del tema del rapporto tra consenso
matrimoniale e fede. La mancanza di fede ammette un’enorme varietà di situazioni, dalla
mera tiepidezza all’indifferenza e all’opposizione radicale. Di conseguenza, le fattispecie
sulle quali il pastore o il giudice si deve pronunciare presentano la relazione tra fede e
intenzione matrimoniale in modi molto diversi. Inoltre, c’è una correlazione tra crisi di fede
e snaturalizzazione del matrimonio: la secolarizzazione porta alla perdita dei valori familiari
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autentici perché disumanizza l’uomo. E la secolarizzazione – che non è una
“naturalizzazione” del matrimonio, ma proprio il contrario, il suo travisamento – si
combatte sia ravvivando la fede che proponendo la verità del matrimonio e della famiglia.
Le indicazioni magisteriali dei tre ultimi pontefici vanno in questa linea. Giovanni Paolo II
riteneva che la volontà matrimoniale “naturale” implica realmente, anche se non in modo
pienamente consapevole, un atteggiamento di obbedienza alla volontà di Dio, che non può
darsi senza la sua grazia. Anche Benedetto XVI ha sottolineato che la relazione tra fede e
matrimonio e l’incidenza sulla validità dello stesso vista in due sensi. Da una parte, il rifiuto
della proposta divina rende l’uomo meno umano, dall’altra, «l’accoglienza della fede rende
l’uomo capace del dono di sé, nel quale soltanto, “aprendosi all’altro, agli altri (…) scopre
l’ampiezza dell’essere persona umana». Pure le considerazioni di Papa Francesco proposte
nell’ultimo discorso alla Rota Romana portano a mettere in evidenza la relazione tra la fede
(e la sua mancanza) e la possibilità di donarsi coniugalmente. Per questo, conclude l’autore,
è così importante fornire una adeguata preparazione e un serio accompagnamento ai fedeli
che si sposano, affinché possano far fronte alla crisi che soffre la famiglia. La soluzione,
infatti, sta nell’evangelizzazione, non nell’elitizzazione a cui si arriverebbe se si
ammettessero al matrimonio soltanto quei fedeli particolarmente preparati e consapevoli
delle implicazioni sacramentali del matrimonio, mentre gran parte di fedeli, meno preparati,
vedrebbero negato nella pratica l’esercizio del diritto naturale al matrimonio.
I FONDAMENTI ANTROPOLOGICI DELL’INDISSOLUBILITÀ DEL MATRIMONIO
PEDRO-JUAN VILADRICH
Porsi domande sull’indissolubilità, sull’ “amarsi per tutta la vita”, equivale a farsi domande
anche sulla “fedeltà esclusiva tra marito emoglie”, ovvero, sulla permanenza biografica
dell’unione di amore coniugale.
“L’uno con una” e il “per tutta la vita” – sintetizzati nei concetti di unità e indissolubilità –
sono aspetti del vincolo coniugale e, perciò, anche se diversi, sono strettamente collegati.
Ma il vincolo matrimoniale, con la sua fedeltà esclusiva e per tutta la vita, non è un fatto di
natura materiale, con l’evidenza e l’imposizione delle leggi fisiche, ma un dover essere che
la verità e la bontà dell’amore offre alla condizione sessuale delle persone maschile e
femminile. Nell’universo dell’amore personale appaiono con naturalezza; nel mondo della
specie sono pazzia e un brutto affare. Unità e indissolubilità coniugali dipendono da
un’antropologia vera sulla sessualità e sull’amare umani.
Da questa prospettiva, arricchita da una visione dell’imago Dei che si trova nell’essere
persona maschio e persona femmina della persona umana, l’autore spiega le ragioni ultime e
più profonde dell’unità e dell’indissolubilità del matrimonio.
ANTROPOLOGIA GIURIDICA DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA.
NATURA DELLE RELAZIONI FAMILIARI
HÉCTOR FRANCESCHI
L’antropologia giuridica del matrimonio e della famiglia intende studiare e comprendere
ognuna delle relazioni interpersonali che costituiscono l’intreccio del matrimonio e della
famiglia, mettendo l’accento sull’intrinseca dimensione giuridica di esse. Secondo il
“realismo giuridico”, queste realtà non sono semplici costrutti culturali, o il risultato dei
sistemi giuridici positivi degli Stati o della Chiesa, ma sono realtà originarie e originanti che
hanno una loro dimensione giuridica intrinseca e che, perciò, devono essere riconosciute
3 affinché la società, la Chiesa e gli Stati possano elaborare dei sistemi normativi che siano
veramente giusti, in quanto difendono e promuovono la dignità della persona umana, che
non può essere intesa come individuo isolato bensì come “essere in relazione”, il quale potrà
trovare la propria realizzazione solo nel rispetto della verità, di quello che “è”, nonché nella
ricerca dei beni intrinseci ed oggettivi delle relazioni familiari. Poi, da questa prospettiva, si
analizza la nozione di relazione familiare e i suoi elementi e caratteristiche principali,
comuni a ognuna di esse: la relazione coniugale, la relazione paterno-materno/figliale e la
relazione fraterna.
VERITÀ DEL CONSENSO E NULLITÀ DEL MATRIMONIO:
IL PROCESSO DICHIARATIVO DI NULLITÀ
JOAQUÍN LLOBELL
Nel discorso di chiusura del Sinodo del 2014, Papa Francesco ha sottolineato le finalità che
quanti sono chiamati ad intervenire nell’applicazione e nella riforma del processo di nullità
del matrimonio debbono cercare di raggiungere: in primo luogo, collaborare con il proprio
“munus” a che la decisione rispecchi la verità sulla validità o la nullità del matrimonio
fallito; in secondo luogo, che detta decisione avvenga sollecitamente e, comunque, entro
tempi ragionevoli dal momento in cui un fedele chieda alla Chiesa una pronuncia sulla
validità del suo matrimonio fallito, richiesta finalizzata spesso a poter celebrare un nuovo
matrimonio canonico con la persona con la quale già ha contratto un matrimonio civile o ha
una convivenza di fatto. La prima finalità (assicurare la natura dichiarativa della decisione
della Chiesa) prevale sulla seconda (la tempestività del provvedimento), ma non può essere
utilizzata strumentalmente per impedire modifiche sostanziali ed incisive (come
l’abrogazione dell’obbligo della doppia sentenza conforme) che, secondo le normali
previsioni, consentirebbero un importante snellimento delle cause, senza intaccare la natura
meramente dichiarativa del loro provvedimento che, quando è a favore della nullità del
matrimonio e diventa esecutivo, consente la celebrazione di un nuovo matrimonio. Questa
dichiarazione di nullità del matrimonio richiede che il soggetto dotato della potestà
decisionale abbia raggiunto la certezza morale sia sulla “quaestio facti” che sulla “quaestio
iuris”.
LA FAMIGLIA NEI MEZZI DI COMUNICAZIONE. EVANGELIZZAZIONE ED EVANGELIZZATORI
NORBERTO GONZÁLEZ GAITANO
Partendo dall’assunto che oggigiorno i “mass media”, nella loro “funzione di informare e
intrattenere”, influiscono simultaneamente come “agente educativo e diseducativo” in
misura quanto meno pari alla famiglia, alla scuola, alla Chiesa e allo Stato, la relazione
esamina la “rappresentazione” della famiglia “nell’informazione giornalistica”. Gli “studi”
che si sono occupati della famiglia in quanto tale, con un approccio per lo più qualitativo, e
che sono stati esaminati approfonditamente sono: la famiglia numerosa come rappresentata
dalla stampa tedesca; la famiglia secondo i giornali di riferimento in Cile; la figura del padre
sulla stampa; gli anziani nell’informazione giornalistica in Italia e, infine, il Sinodo sulla
famiglia nella stampa internazionale commerciale e su quella di ispirazione cattolica.
L’analisi della maggior parte degli studi in rassegna cerca di mettere in luce i “frame” o
l’inquadramento delle notizie nonché i “luoghi comuni del discorso pubblico” articolato dai
media sulla famiglia, così da evidenziare le “virtù sociali o radici antropologiche della
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sociabilità” in esso presenti o assenti. Ciò consente di sottolineare i risultati dell'analisi
empirica per promuovere una visione positiva dell'antropologia naturale della famiglia, che
possa guidare a lungo termine l'azione comunicativa delle organizzazioni per la promozione
della famiglia. In appendice si offre una raccolta di siti web che si occupano della famiglia
seguendo questa logica.
LA FAMIGLIA QUALE REALTÀ ORIGINARIA: MOSTRARE, EDUCARE, ACCOMPAGNARE
MONTSERRAT GAS AIXENDRI
M. PILAR LACORTE TIERZ
Il Sinodo sulla famiglia del 2014 invita a discernere le vie per rinnovare la Chiesa e la
società nel loro impegno per la famiglia. La preparazione al matrimonio e
l’accompagnamento delle famiglie in difficoltà diventano attività vitali sulle quali occorre
incentrare la pastorale familiare. Questo studio presenta un modello di preparazione al
matrimonio che prende come punto di partenza mostrare il paradigma dell’amore coniugale,
e si basa nell’educazione familiare. D’altra parte, propone un accompagnamento alle
famiglie basato su un rinnovato linguaggio, nuovi strumenti e persone adeguatamente
preparate per intervenire nei conflitti d’accordo alla natura dei rapporti familiari.
IL PROGETTO EDUCATIVO DEI GENITORI: LE NUOVE PEDAGOGIE,
UN AIUTO IMPORTANTE E DECISIVO PER I GENITORI
PATRIZIO ROMANO
DANIELA PALUDI
Gli Autori illustrano il progetto educativo Far-Famiglia, sorto a Madrid nel 1991 ad opera di
Fernando Corominas, fondatore dell’Instituto Europeo de Estudios de la Educación insieme
ad Alfonso Aguiló. Il progetto è ricco di contributi nuovi ed efficaci, frutto di anni di studio
e di ricerca nei maggiori centri pedagogici del mondo; l’obiettivo è quello di educare i figli
alla libertà e alla responsabilità in un clima assolutamente positivo.
I CORSI DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO
JOSÉ M. GALVÁN
Da sempre la Chiesa ha raccomandato con insistenza l'adeguata preparazione delle persone
che si accingono a ricevere il Sacramento del Matrimonio. Nei nostri giorni alcune
deformazioni della natura stessa dell'amore possono portare a non sentire questa necessità,
non ostante si senta forte il desiderio di portare a compimento la propria vita affettiva nel
vincolo matrimoniale. Si propone far partire il percorso da questo desiderio di pienezza
nell'amore attraverso l'analisi della natura stessa dell'amore pienamente umano che permetta
vederne i “bona matrimonii” come requisiti imprescindibili, e non come condizioni
predeterminate. Da questo punto di partenza risulta convincente la necessità di una
formazione nelle virtù che rendono perfetto questo amore, nonché il ricorso alla grazia e alle
virtù teologali come unica forma di dare definitività ad un amore pienamente umano.
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L’ESAME DEI CONTRAENTI COME STRUMENTO PASTORALE
PAOLO BIANCHI
Prendendo come punto di partenza delle sue considerazione il Discorso di Benedetto XVI
alla Rota Romana del 22 gennaio 2011, l’autore sviluppa alcune considerazione relative a
quattro temi: la finalità dell’esame dei fidanzati; le modalità di esecuzione e gli
atteggiamenti che ne possono garantire l’efficacia; i contenuti da affrontare in esso e la
necessità di meglio formularne i quesiti; i possibili esiti di tale colloquio pastorale.
Conclude che l’esame dei fidanzati – pur nel quadro più ampio della preparazione canonica
e pastorale alle nozze – resta uno strumento prezioso per aiutare i fidanzati stessi a scoprire
più profondamente la verità (dottrinale e spirituale) del matrimonio e a conformare ad essa
la propria verità esistenziale, che troverà una espressione emblematica e sintetica nel loro
consenso. Ciò sarà possibile a condizione che si colga l’esatta finalità di questo esame, che
lo si affronti con gli atteggiamenti necessari e con le attenzioni dovute, ma anche che si
sappia affrontare con oculatezza le difficoltà che si possono presentare nel suo svolgimento.
Una modifica migliorativa della modulistica e dei quesiti relativi a questo adempimento
pastorale non potrà che giovare a questo scopo.
LA FORMAZIONE DELLE GIOVANI COPPIE E L’AIUTO ALLE COPPIE IN DIFFICOLTÀ
CLAUDIO E LAURA GENTILI
I coniugi Gentile, nel loro contributo, prendono spunto dalle sfide della complessità
per la famiglia nell’odierno ambito sociologico e teologico, con speciale riferimento alla
necessità di “riscattare” la famiglia, un riscatto che appare assai necessario per la società di
oggi. Per fare questo, analizzano i paradossi della post-modernità e la comprensione della
libertà nei nostri giorni. Dopo un’acuta analisi dei limiti e delle “trappole” dell’ideologia del
gender, sottolineano che la Chiesa è sempre dalla parte della persona e della famiglia. In
seguito, si concentrano su questioni più pratiche quali la pastorale familiare nelle
parrocchie, la questione antropologica, i rapporti tra psicologia e teologia e l’urgenza di
un’accurata pastorale familiare che sia veramente efficace, tanto nella preparazione al
matrimonio quanto nell’accompagnamento delle giovani coppie e delle coppie in difficoltà.
Riguardo a quest’ultimo punto, parlano del metodo “Betania” da loro creato insieme ad altre
coppie, che opera in diverse parrocchie e si è dimostrato molto efficace nel superamento
delle crisi della vita di coppia. Concludono affermando che i risultati di “Betania” si
possono considerare efficaci perché nell’attività di formazione si espone con linguaggio
quasi narrativo tutto lo scenario in cui l’uomo si trova a vivere, scenario culturale,
antropologico, storico, economico, politico, mostrando come una visione dell’uomo
personalista, dialogica e aperta alla trascendenza possa davvero coincidere con il bene e la
gioia delle persone e della comunità umana.
LA MEDIAZIONE COME VIA PER LA RICONCILIAZIONE?
BRUNO ROMA
L’Autore evidenzia anzitutto la necessità di un’accurata distinzione tra i concetti di
mediazione familiare e riconciliazione dei coniugi. Laddove la mediazione rappresenta la
presa d’atto del fallimento dell’unione, con l’esclusiva finalità di ridurre la conflittualità e,
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più in generale, di contenere gli effetti negativi, la riconciliazione è invece finalizzata al
ripristino del consorzio familiare attraverso il ristabilimento della comunione morale e
materiale fra i coniugi. Si tratta, quindi, di due concetti non soltanto diversi, ma a ben
riflettere antitetici. L’Autore prosegue la propria trattazione prendendo in considerazione il
solo tema positivo della riconciliazione dei coniugi in crisi, in ciò autorevolmente confortato
dalla propria pluridecennale esperienza, maturata attraverso gruppi familiari parrocchiali
operanti in riservatezza. Arricchiscono l’esposizione alcuni casi concreti di crisi
matrimoniali, felicemente concluse con la riconciliazione. Nella parte conclusiva del proprio
contributo, l’Autore prospetta alcuni fondamentali aspetti metodologici, in particolar modo
basati sull’assenza di giudizio e sull’ascolto empatico, sempre alla luce e con il conforto
della speranza cristiana.
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