Le incisioni rupestri del Pià d’Ort / Plà d’Ors La zona del Pià d’Ort, posta a ridosso del confine fra il territorio di Pescarzo di Capo di Ponte e quello di Sellero, si compone di quattro diverse zone interessate da un totale di 40 rocce istoriate: Coren, Convai, Le Crus e Pià d’Ort. Alcune incisioni furono individuate già durante le prime esplorazioni degli anni ’30 da parte dell’archeologo Raffaello Battaglia, ma soltanto lo studio completo condotto dal Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP nei primi anni ’90 ne ha permesso l’edizione integrale nel volume L’arte rupestre del Pià d’Ort: la vicenda di un santuario preistorico alpino. L’area è posta fra i 600 e i 770 m. s.l.m. e si caratterizza per la presenza di numerose superfici rocciose esposte, spesso molto inclinate, con cenge e terrazzi stretti e allungati. L’erosione glaciale ha fortemente lisciato le superfici e ha creato la tipica morfologia arrotondata visibile in quasi tutte le porzioni di arenaria affioranti nella Media Valcamonica. Dal punto di vista iconografico le rocce istoriate si caratterizzano per la presenza di guerrieri, spesso in duello e/o associati ad animali (cavalli, cani, uccelli) o simboli (capanne, rosa camuna, rare impronte di piede), con punte di frequentazione durante l’Antica (X-VII sec. a.C.) e la Tarda (III-I sec. a.C.) età del Ferro. Un tema eccezionalmente rappresentato è quello delle “composizioni topografiche”, che in questa zona trova il suo culmine e sembra coprire un arco cronologico molto ampio, dal Tardo Neolitico (IV-III millennio a.C.) fino alla grande Mappa della roccia n. 39, che ricorda la Mappa di Bedolina e che come questa fu istoriata durante l’Antica età del Ferro. Altrettanto famosa è la cosiddetta “Casa del Fabbro”, un’incisione posta sulla roccia n. 1 che sembra riprodurre un’officina per la lavorazione del ferro sfruttando la potenza dell’acqua (la “Tina dell’Ora”), in maniera non dissimile da come avveniva nella “Valle dei Magli” presso Bienno in piena epoca storica.