“Baruffe chiozzotte” in musica?

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Cavarzere, Chioggia, Cona ed Este potrebbero
rilanciare l’idea di Tommaso Benvenuti...
“Baruffe chiozzotte” in musica?
Le Baruffe in musica. Duecento e cinquanta
anni fa venivano messe in scena al teatro
San Luca di Venezia, dopo un “annuncio
stampa” da parte di Piero Chiari sulla
Gazzetta Veneta, Le Baruffe Chiozzotte di
Carlo Goldoni (nella foto): era la fine del
mese di Gennaio del 1762 e la commedia fu
ripetuta in occasione del carnevale
veneziano dello stesso anno. Per
commemorare questo avvenimento e per
farne memoria storica, letteraria, critica di
questa opera goldoniana che viene considerata una delle più riuscite
composizioni teatrali del commediografo veneziano è stata messa in
scena da varie compagnie, anche chioggiotte, in tanti teatri dell’ Italia
e soprattutto del Veneto. Come non sono mancate durante tutti questi
anni pubblicazioni di illustrazione e di critica da parte dei più
prestigiosi letterati italiani e stranieri e per questo è meglio rimandare
gli amanti ed i critici teatrali alla letteratura che tratta di Goldoni e
delle sue opere. Ce n’è in abbondanza e per tutti i gusti. A noi, per
aggiungerci a quanti hanno celebrato questa ricorrenza, importa
provare a dire qualcosa in più, cioè esporre Le Baruffe Chiozzotte in
musica, o meglio come soggetto di opera lirica, anche per mettere in
luce un compositore di opere liriche, e di tanto altro, nato a Cavarzere
nel 1838, ma che per vari motivi, non ultimi di lavoro, ha dovuto
abitare a Chioggia, a Cona, a Este, e in altre località e città d’Italia
anche al seguito di Garibaldi, Tommaso (o Tomaso) Benvenuti, il
quale è stato i primo a trasformare in opera lirica questo capolavoro
di Goldoni. Di Carlo Goldoni librettista di lirica è ricca la storia della
musica, molti furono gli autori che si servirono delle commedie
goldoniane come spunto, o come testo, delle loro opere dal Piccinni al
Wolf Ferrari, dal Galuppi a Malipiero, senza dimenticare che anche
Da Ponte e Puccini, secondo qualche critico, si sono ispirati, per
qualche personaggio, alla fantasia e alla bravura del Goldoni, Goldoni
che per accontentare più di qualche musicista alla ricerca di suoi
personaggi e stesure di composizioni teatrali aveva mutato il suo
nome e cognome in Polisseno Fegejo.
Altri tentativi
Ma ritorniamo alla Baruffe Chiozzotte in musica. Di queste
trasposizioni le più note, di cui esistono anche registrazioni in dischi e
CD, sono quelle di Leone Sinigaglia. L’ Ouverture “Le baruffe
chiozzotte”, pregevole composizione orchestrale, diretta in vari
concerti anche da Toscanini e da Serafin, la cui musica esprime in
sintesi atteggiamenti e aspetti della vita del popolo della cittadina
lagunare. Le Baruffe Ciozzotte di Gian Francesco Malipiero fa parte
della Trilogia delle Commedie Goldoniane assieme a La Bottega del
Caffè e a Sior Todero Brontolon. Sono tre atti liberamente adattati
alle omonime commedie con spunti ricavati da altri lavori teatrali; i
dialoghi sono parte in italiano e parte in dialetto veneziano. Su libretto
dell’autore, la prima rappresentazione avvenne a Darmstad,
Hessisches Landestheater il 24 Marzo 1926. Il Malipiero fa un
discreto uso del recitativo ed i rumori, le grida prevalgono sul dialogo,
anche per sottolineare il rumore, il suono ed il colore di Venezia, una
chicca di liricità è la canzone di Toffolo ricavata da una poesia
veneziana del XVI secolo. Alle Baruffe Chiozzotte si ispirarono le
opere Il Campo di Carlo Bersezio (1905), un lavoro di Franco Leoni
dal titolo Le Baruffe Chozzotte (1919), stesso titolo all’ opera di
Giovanno Allevi del 2008. Ma chi per primo trasportò in nel mondo
lirico e con il sapore del linguaggio dialettale goldoniano de Le
Baruffe Chiozzotte fu Tommaso Benvenuti.
Il musicista cavarzerano
Tommaso Benvenuti è nato a Cavarzere il 4 Febbraio 1838: talento
musicale molto conosciuto e stimato al suo tempo. Suo padrino
“musicale” dallo stesso Tommaso viene considerato A. Buzzolla.
Qualche cenno della sua produzione musicale nelle enciclopedie,
ultimamente qualche nota in più nella Treccani. Si può definire un
bimbo prodigio poiché già a dieci anni componeva e a dodici si
cimentava sul Cinque Maggio ed Il Natale del Manzoni e sul Conte
Ugolino di Dante. Le sue composizioni superano il migliaio e spaziano
su tantissimi generi musicali; le opere liriche, rappresentate e non,
superano la quarantina; fra le sue composizioni ad indirizzo religioso,
risulta esistere una S. Messa per soli, coro ed orchestra eseguita
presso la Cattedrale di Chioggia. Da ricordare anche il suo Manuale
pratico d’Armonia completo in 6 parti. Tommaso Benvenuti
discendeva per via materna dalla conosciuta famiglia Gregori Olivi di
Chioggia, suo nonno Tommaso aveva accolto nella sua casa e nelle
sue tenute lo stesso Ugo Foscolo, suo zio Giuseppe era il famoso
naturalista chioggiotto. Per via paterna discendeva dalla famiglia
Benvenuti arrivata a Chioggia al seguito dell’esercito napoleonico. La
famiglia Benvenuti Olivi, dopo qualche anno di permanenza nel
territorio di Chioggia, di Cavarzere e di Cona si portò ad Este
andando ad abitare nella Villa Cornaro Farsetti. Ed è proprio nella sua
villa ad Este che nel 1893 iniziò la composizione della commedia
musicale in due parti Le Baruffe Chiozzotte, “parole e musica del
Maestro T. Benvenuti” è riportato nel manoscritto della partitura, nel
testo a stampa edito da O. Ciani di Viareggio il librettista è Enrico
Golisciani; della stessa opera il Maestro Benvenuti ha ricavato un
‘opera completa per canto e piano edita a Bologna da Achille
Tedeschi nel 1895, ed una sinfonia per piano a quattro mani.
L’esecuzione a Firenze
L’ opera è stata presentata al pubblico presso il Teatro Pagliano di
Firenze negli ultimi giorni del 1895, e fu un successo. Nessun altro né
prima né dopo si è preso l’ardire di entrare musicalmente fra gli
intrighi, le baruffe e la lingua originale della gente di Chioggia. Molti
critici si interessarono dell’ avvenimento, molti giornali dell’ epoca, e
non solo di Firenze, ne parlarono ampiamente; anche il pubblico,
nonostante le condizioni metereologiche fossero state proibitive, vi
partecipò con interesse, l’opera venne replicata per più di qualche
sera, e per un autore, considerato “un minore,, in quel periodo in cui
imperavano gli “immortali” era già una conquista ed un traguardo
importante. Citiamo l’articolo de La Nazione del periodo, dopo la
seconda rappresentazione: “Firenze. R. Teatro Pagliano. L’opera in
due atti del Maestro Benvenuti Le Baruffe Chiozzotte ebbe una
seconda rappresentazione e confermato il successo. Il Maestro fu
chiamato molte volte al proscenio, quattro volte dopo la canzone d’
amore del soprano, che ebbe per due volte il bis: vi furono applausi
all’aria del baritono, all’ aria di Lucieta, al finale dell’ opera”. Il
Secolo di Milano dello stesso periodo scrive: ”L‘ardito tentativo dell’
egregio maestro, di musicare una commedia in prosa è stato coronato
da buon successo ed egli si è rivelato un compositore provetto e di un
valore indiscutibile”. Per concludere si potrebbe citare l’ articolo del
Fieramosca del febbraio del 1895. “All’ultima rappresentazione delle
Baruffe chiozzotte, cui assisteva un pubblico numeroso ed eletto, il
M° Benvenuti ebbe una decina di chiamate, due delle quali
calorosissime dopo l’aria di Orseta, e altre due alla fine dell’ opera. Il
M° Benvenuti può lasciare Firenze soddisfatto e lieto dell’esito del
suo lavoro, avendone il pubblico e la stampa apprezzati gli elevati
intendimenti ed i pregi non comuni mai, né volgari. Siccome Le
Baruffe rivedranno altrove la luce della ribalta, ci permettiamo di
suggerire all’egregio maestro la scelta di un teatro le cui proporzioni
siano del tutto adattate al genere della commedia musicale che rgli ha
così squisitamente trattato”.
Un auspicio
Considerato che Le Baruffe Chiozzotte del Maestro Tommaso
Benvenuti non hanno più visto la luce si alcuna ribalta, anzi stanno
giacendo nella completa dimenticanza di critica e di pubblico,
vorremmo anche noi chiedere ai Comuni di Cavarzere, Chioggia,
Cona ed Este che in qualche modo hanno dato la vita e la vitalità
artistica all’ illustre personaggio di “consorziarsi” per un comune
ricordo del grande compositore e per fare rinascere Le Baruffe
Chiozzotte in musica.
(Ugo Bello)
dal numero 15 del 14 aprile 2013
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