Caso elettrico Fenomeni di Risonanza • Già conosciuti in meccanica. • Quando c’è un sistema che ha una frequenza propria di oscillazione ωΝ, stimolandolo con una piccola forza oscillante con frequenza ωF molto vicina a ωΝ si può aumentare moltissimo l’ ampiezza del moto. • Equazione dell’ oscillatore forzato: • Soluzione: • Esempi pratici: l’ altalena, il diapason, il bicchiere che suona, le corde “simpatiche” nella nella chitarra a 12 corde … • L’ oscillatore è un sistema in cui si converte l’ energia da una forma a un’ altra, e viceversa, alternativamente. • Nel pendolo, da potenziale (all’ estremo) l’ energia diventa cinetica (nel punto più basso della traiettoria) e poi di nuovo potenziale (all’ altro estremo) … e così via. • Nel caso elettrico se si connettono tra loro un induttore e un condensatore l’ energia si trasforma U alternativamente da elettrica (quando il condensatore è completamente carico, e non scorre corrente) a magnetica (quando scorre massima corrente nell’ induttore e il condensatore è scarico) e di nuovo a elettrica quando il condensatore è di nuovo carico … e così via. • Il circuito avrà una sua frequenza di risonanza (come il pendolo ha la sua frequenza di oscillazione), e si potrà forzare il trasferimento di corrente collegando il circuito ad un generatore di corrente alternata. • L’ analogo della viscosità è la resistenza elettrica, che impedisce il libero trasferimento di cariche (e di energia). Il circuito RLC serie • Se si aggiunge un L induttore al circuito RC si ottiene un circuito RLC serie. • Sia L l’ induttanza (coefficiente di autoinduzione) dell’ induttore • Proviamo a risolvere il circuito (cioe’ a trovare la corrente che lo attraversa) quando e’ eccitato da una sorgente sinusoidale. V = Vo cos(ωt + ϕV ) dV d 2I dI I =L 2 +R + dt dt dt C Il circuito RLC serie • Per la seconda legge di Kirkhoff: C Il circuito RLC serie d 2I dI I +R + =0 dt 2 dt C Omogenea associata • Fisicamente la soluzione dell’ omogenea corrisponde al comportamento transitorio iniziale; a regime vale l’ integrale particolare. L dI Q V = L + RI + C dt R • E’ una eq. differenziale lineare del secondo ordine non omogenea. La soluzione e’ la somma dell’ integrale generale dell’ omogenea piu’ un integrale particolare della disomogenea. L U K R • Per l’ induttanza abbiamo considerato la forza elettromotrice autoindotta –LdI/dt e l’ abbiamo spostata a secondo membro cambiandola di segno. • Derivando rispetto a t: L d 2I dI I +R + =0 2 dt dt C C dV d 2I dI I =L 2 +R + dt dt dt C Il circuito RLC serie • La soluzione dell’ omogenea e’ del tipo I (t ) = I1e k1t + I 2 e k2t • Con I1 e I2 costanti da determinare dalle condizioni iniziali e k1 e k2 soluzioni dell’ equazione caratteristica: 1 Lk 2 + Rk + = 0 C • quindi R R2 1 ± − k1, 2 = − 2 2L 4 L LC Il circuito RLC serie ponendo Il circuito RLC serie R2 1 b= − 4 L2 LC R a= 2L si trova a= 1 R2 − 4 L2 LC I (t ) = I1e −( a −b ) t + I 2 e −( a +b ) t la quantita' b puo' essere reale, nulla o immaginaria a seconda che sia 1 R2 gli esponenti sono ambedue negativi. > 4 L2 LC caso sovrasmorzato : se Caso 1, b reale I Caso 2, b nullo Caso 3, b immaginario t Imponendo le condizioni iniziali : I ( 0) = 0 ⇒ Quindi nel caso sovrasmorzato si ottiene il seguente andamento 0 = I (0) = I (t ) = I1e −( a −b ) 0 + I 2 e −( a +b ) 0 = I1 + I 2 ⇒ I1 = − I 2 e b= e I (t ) = I1e −( a −b ) t + I 2 e −( a + b ) t ⎧ R2 1 ⎪ 2 > L LC 4 ⎪ 2 1 ⎪R ⎨ 2 = ⎪ 4 L2 LC ⎪R < 1 ⎪⎩ 4 L2 LC R 2L q ( 0) = qo ⇒ RI (0) + L dI q dI + =0⇒ L dt o C dt =− o I (t ) = − si trova quindi q I1 = − o 2 LCb e ponendo ωo = 1 LC qoωo −at bt −bt e {e − e } 2b 2 qo C I si arriva a qoωo − at bt e {e − e −bt } 2b 2 I (t ) = − t Caso criticamente smorzato R R2 1 a= b= − 2L 4 L2 LC 1 R2 se 2 = (caso criticamente smorzato) b = 0 4L LC la soluzione e' del tipo I (t ) = ( I1 + I 2t )e − at q → I2 = − o LC ⇒ I (t ) = −qoωo te −at 2 t b= 1 R2 − 4 L2 LC I (t ) = I1e −( a −b ) t + I 2 e −( a +b ) t I (0) = 0 → I1 = 0 I R 2L Il circuito RLC serie e Di nuovo, imponendo le condizioni iniziali si trovano I1 e I 2 dI q =− o dt 0 LC a= 1 R2 se 2 < la soluzione e' 4L LC − (α − j β ) t I (t ) = I1e + I 2 e −(α + jβ ) t α= R 2L I (t ) = − j caso oscillatorio smorzato : I (t ) = I β= qoω o2 jβ t e − e − jβ t e −αt 2β qoω o2 β 1 R2 − 2 LC 4 L ( ) e −α t sen ( β t ) t Il circuito RLC serie Il circuito RLC serie • L’ ampiezza delle oscillazioni diminuisce perche’ l’ energia inizialmente disponibile come campo elettrico nel condensatore viene via via dissipata per effetto joule nella resistenza. • Le oscillazioni dipendono dal fatto che l’ energia viene rimbalzata continuamente tra condensatore (campo elettrico) e induttore (campo magnetico) L • Consideriamo il caso oscillatorio smorzato. • Se R fosse nulla avremmo α=R/2L=0 e quindi I (t ) = q oω o2 e −αt sen ( βt ) ⇒ I (t ) = q oω o2 sen ( βt ) β β C • Le oscillazioni in tal caso non sono smorzate I I t t Il circuito RLC serie I (t ) = • In assenza di fenomeni dissipativi, e trascurando l’ energia irraggiata, l’ energia immagazzinata nel circuito dovrebbe rimanere costante. Vediamo se e’ vero. E = E (0) = q oω o2 β sen β t = I o sen ω o t dI dI + VC = 0 ⇒ − L = VC ⇒ − LI oω o cos ω o t = VC dt dt 2 2 2 2 2 E C = 12 CV c = 12 CL I o ω o cos ω o t = 12 LI o2 cos 2 ω o t RI + L E L = 12 LI 2 = 12 LI o2 sin 2 ω o t 1 q o2 2 C E C + E L = 12 LI o2 Costante ! 1 1 E (t ) = E L (t ) + E C (t ) = CV C2 + LI L2 = E (0 ) ? 2 2 I B L C L C t Massima corrente dV d 2I dI I =L 2 +R + dt dt dt C Il circuito RLC serie • Cosa succede a regime (se V e’ sinusoidale)? • Si cerca un integrale particolare: V = Vo e j (ωt +ϕV ) I = I o e j (ωt +ϕ I ) 1⎤ ⎡ jωVo e j (ωt +ϕV ) = ⎢− ω 2 L + jωR + ⎥ I o e j (ωt +ϕ I ) C⎦ ⎣ ⎡ 1 ⎞⎤ ⎛ Vo e j (ϕV −ϕ I ) = ⎢ R + j ⎜ ω L − ⎟ Io ωC ⎠⎥⎦ ⎝ ⎣ A questa equazione si poteva arrivare subito dalla legge di Ohm generalizzata. Massima tensione L’ induttanza • Legge di Ohm generalizzata: r rr V =ZI • Per un induttore ideale l’ impedenza e’ricavabile direttamente dalla legge di Lenz: dI VL = L L dt • Nel caso sinusoidale prendiamo dI I L = ioe jωt ⇒ VL = L L = Lio jωe jωt = LjωI L dt ⇒ Z L = jωL E ⎡ 1 ⎛ V o e j (ϕ V −ϕ I ) = ⎢ R + j ⎜ ω L − ωC ⎝ ⎣ ponendo ϕ = (ϕ V − ϕ I ) Impedenza del condensatore dalla lezione 5 • La corrente che scorre nel condensatore e’ ( ⎡ 1 ⎛ Z = ⎢ R + j⎜ω L − ωC ⎝ ⎣ si ottiene ) dq dV C d i= =C =C V oC e j ( ω t + ϕ ) = CV oC j ω e j ( ω t + ϕ ) dt dt dt Legge di Ohm Generalizzata: iC = i = ( j ω C ) V C basta pensare ad una “impedenza“ del condensatore pari a 1/jωC V o e jϕ ZC = Vo e j ϕ 1 j =− jωC ωC Vo Vo ⎧ ⎪Io = Z = 2 1 ⎞ ⎛ ⎪ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ⎪⎪ ωC ⎠ ⎝ = ZI o ⇒ ⎨ 1 ⎤ ⎡ ⎪ ⎢ ω L − ωC ⎥ ⎪ ϕ = arctan ⎢ ⎥ R ⎪ ⎢ ⎥ ⎪⎩ ⎣ ⎦ si definisce il fattore di qualita' del circuito Qo = ω o L / R e si puo' riscrivere : Io = Vo = Z ⇒ Io = Io = Vo = Z Vo 1 ⎞ ⎛ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ Vo / R 2 Io = I L = e' il fattore di qualita' Vo = Z R C ωo = 2 ⎛ ω 2 − ω o2 ⎞ ⎟⎟ 1 + Qo2 ⎜⎜ ⎝ ωω o ⎠ dove Qo = ω o L / R 1 ⎞ ⎛ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ Vo / R 2 2 Il circuito RLC serie Il circuito RLC serie Vo e Vo ⎛ ω 2 − ω o2 ⎞ ⎟⎟ 1 + Qo2 ⎜⎜ ⎝ ωω o ⎠ (e pari a R) e lo sfasamento va a 0. condizione di risonanza. ⎡ 1 ⎞⎤ ⎛ = ⎢ R + j⎜ω L − ⎟ Io C ⎠⎥⎦ ω ⎝ ⎣ ⎞⎤ ⎟⎥ ⎠⎦ Vo Vo ⎧ ⎪Io = Z = 2 1 ⎞ ⎛ ⎪ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ⎪ ω C ⎝ ⎠ ⎪ = ZI o ⇒ ⎨ 1 ⎤ ⎡ − ω L ⎪ ⎢ ωC ⎥ ⎪ ϕ = arctan ⎢ ⎥ R ⎪ ⎢ ⎥ ⎪⎩ ⎣ ⎦ se ω = ω o = 1 / LC l' impedenza diventa reale j (ϕV −ϕ I ) ⎞⎤ ⎟⎥ I o ⎠⎦ 0 1 1 LC ω/ωo Vo / R ⎛ ω 2 − ω o2 1 + Qo2 ⎜⎜ ⎝ ωω o ⎞ ⎟⎟ ⎠ 2 • Il circuito presenta un massimo di risposta (corrente massima) per ω=ωo. Il circuito RLC serie V Io = o = Z I ωo = ⎛ ω 2 − ω o2 1 + Qo2 ⎜⎜ ⎝ ωω o 1 LC Qo = ω o L / R Qo basso Qo alto ω/ωo 1 0 ⎞ ⎟⎟ ⎠ L 2 C • A seconda di Qo (fattore di qualita’) la curva di risposta e’ piu’ o meno piccata. Vgen R Il circuito RLC serie I ωo = 1 0.707 1 LC Qo = ω o L / R Δω Il circuito RLC serie • La larghezza di banda del filtro Δω e’ la distanza tra i due punti della risposta in frequenza in cui la risposta e’ 1/sqrt(2) del massimo. • E’ strettamente legata a Qo. Il circuito RLC serie Q o ω m ωω o − Q o ω = 0 2 2 o la soluzione e' ω= m ω o ± ω o2 + 4 Q o2ω o2 2Q o e le due soluzioni positive sono + = ω1,2 m ω o + ω o2 + 4 Q o2ω o2 2Q o da cui Δ ω = ω 2+ − ω 1+ = Io = V gen / R 1 ⎛ ω 2 − ω o2 1 + Qo2 ⎜⎜ ⎝ ωω o ⎞ ⎟⎟ ⎠ 2 vale 1 / 2 quando 2 ⎛ ω 2 − ω o2 ⎞ ⎟⎟ = 1 Qo2 ⎜⎜ ⎝ ωω o ⎠ ω 2 − ω o2 1 =± ⇒ Qo ωω o ω2 m ωω o Qo − ω o2 = 0 ω/ωo 1 0 • In questa configurazione il circuito agisce come un filtro passa banda. • Solo le frequenze intorno ad ωo producono un segnale in uscita. Vout=RI • Il filtro e’ tanto piu’ selettivo quanto piu’ alto e’ Qo. • Viene utilizzato ad es. per sintonizzare una radio su una frequenza ben precisa, eliminando le altre. Il circuito RLC serie Vo / R ωo Qo = R L ωo = Qo = ω o Il circuito RLC serie 1 LC L 1 = R R L C La larghezza di banda e’ inversamente proporzionale al fattore di qualita’ Qo . Il filtro e’ tanto piu’ selettivo quanto piu’ alto e’ Qo. • La resistenza minima del circuito e’ quella dell’ avvolgimento con cui si realizza l’ induttanza. • Con induttanze di ottima qualita’ si ottengono fattori di qualita’ dell’ ordine di 100, e quindi bande passanti dell’ ordine di 1/100 della frequenza centrale. ωo = 1 LC Qo = ω o L 1 = R R Δω = ω2+ − ω1− = L C ωo Qo = R L L ω f Qo = ωo = o = o R Δω Δf Nota: Misura di Qo • Il Qo che abbiamo definito si riferisce all’ espressione della corrente nel circuito. • La R che compare nell’ espressione di Qo e’ la somma di Vgen Vout=RI V gen Vout = Io = R 1 ⎞ ⎛ RG + R L + R + j ⎜ ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ R = 1 ⎞ ⎛ RL + R + j⎜ ωL − ⎟ ωC ⎠ ⎝ L Lo sfasamento ⎡ 1 ⎛ V o e jω t = ⎢ R + j ⎜ ω L − C ω ⎝ ⎣ j (ω ⎞⎤ ⎟⎥ I oe ⎠⎦ • Vediamo le tensioni ai capi di ciascun componente: • I tre termini nell’ equazione sopra sono delle tensioni, la cui parte reale e’ la proiezione del fasore rappresentativo sull’ asse reale del piano complesso. • I tre vettori sono lunghi rispettivamente • IoR, IoωL, Io/ωC • In un circuito reale solo Vin e Vout sono misurabili, Vgen non lo e’(almeno non direttamente). • Dalle misure di I si valuta Qo=fo/Δf e da questo la somma di RL+RG+R, da cui per sottrazione RL (sapendo le altre due) • Oppure, meglio • Dalle misure di Vout/Vin alla risonanza: C Vin Vout Vin Vout=RI Nota2: se si vuole misurare RL GENERATORE non da questa ! Vin R R Qo si valuta da questa L C L INDUTTORE RL Vgen • La corrente che scorre nel circuito puo’ essere valutata misurando V ai capi della resistenza reale e dividendo per il valore della resistenza reale. • Da una curva di I in funzione della frequenza si valuta Qo=fo/Δf RL INDUTTORE RG – Resistenza interna del generatore – Resistenza interna dell’ induttore – Resistenza reale RG Nota: Misura di Qo GENERATORE t +ϕ I ) C ωLIo to=-φΙ/ω RIo −(1/ωC)Io = RIS R R + RL ⎡V ⇒ RL = R ⎢ in ⎢⎣Vout RIS ⎤ − 1⎥ ⎥⎦ L Il circuito RLC serie R Im Vout Vin Re ⎡ 1 ⎛ V o e jω t = ⎢ R + j ⎜ ω L − C ω ⎝ ⎣ j (ω ⎞⎤ ⎟⎥ I oe ⎠⎦ t +ϕ I ) • Vediamo le tensioni ai capi di ciascun componente: • I tre termini nell’ equazione sopra sono delle tensioni, la cui parte reale e’ la proiezione del fasore rappresentativo sull’ asse reale del piano complesso. ωLIo • I tre vettori sono lunghi rispettivamente • IoR, IoωL, Io/ωC • Al passare del tempo ruotano mantenendo le stesse fasi relative R C Im t generico RIo (ω t + ϕ I ) Re −(1/ωC)Io L Il circuito RLC serie ⎡ 1 ⎛ V o e jω t = ⎢ R + j ⎜ ω L − ωC ⎝ ⎣ j (ω ⎞⎤ ⎟⎥ I oe ⎠⎦ t +ϕ I ) ⎡ 1 ⎛ V o e jω t = ⎢ R + j ⎜ ω L − ωC ⎝ ⎣ R C • La composizione dei vettori si puo’ fare sommando prima i contributi di L e C: Im t generico RIo ωLIo−(1/ωC)Io L Il circuito RLC serie j (ω ⎞⎤ ⎟⎥ I oe ⎠⎦ t +ϕ I ) • E poi trovando la risultante, che deve essere proprio la tensione (complessa) del generatore. • Se ωL>(1/ωC) , la corrente e’ in R C Im Vo , (ω t + ϕ V ) RIo ritardo rispetto alla tensione del generatore ωLIo−(1/ωC)Io (ω t + ϕ I ) (ω t + ϕ I ) Re L Il circuito RLC serie ⎡ 1 ⎞⎤ j (ω ⎛ V o e jω t = ⎢ R + j ⎜ ω L − ⎟ Ioe ω C ⎠ ⎥⎦ ⎝ ⎣ Re t +ϕ I ) circuito RLC serie R ω < ωo ⇒ ω L − I C • E poi trovando la risultante, cioe’ la tensione (complessa) del generatore. • Se ωL<(1/ωC) , la corrente e’ in 1 ⎤ ⎡ ⎢ω L − ωC ⎥ ⎥ R ⎢ ⎥ ⎣ ⎦ ϕ V − ϕ I = arctan ⎢ 1 ωC < 0 ⇒ ϕV − ϕ I < 0 corrente in anticipo rispetto alla tensione ω > ωo ⇒ ω L − 1 ωC > 0 ⇒ ϕV − ϕ I > 0 corrente in ritardo rispetto alla tensione Im RIo (ω t + ϕ I ) V,o(ω t + ϕ V ) anticipo rispetto alla tensione Re ωLIo−(1/ωC)Io 0 1 φV-φI +π/2 0 ω/ωo 1 −π/2 L extratensioni ⎡ 1 ⎛ V o e jω t = ⎢ R + j ⎜ ω L − C ω ⎝ ⎣ j (ω ⎞⎤ ⎟⎥ I oe ⎠⎦ t +ϕ I ) R • Vediamo i moduli delle tensioni ai capi di ciascun componente reattivo: 1 r Vo jω C 1 ⎛ R + j⎜ω L − ωC ⎝ r r r r jω L V o VL = Z LI = 1 ⎛ R + j⎜ ω L − ωC ⎝ r r r VC = Z C I = ⎞ ⎟ ⎠ ⎞ ⎟ ⎠ VL = Vo R 1 ⎞ ⎛ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ 2 C ω L VL = Vo 1 ωC 1 ⎞ ⎛ R + ⎜ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ 1 ωC VC = Vo C VC = Vo L Il circuito RLC serie 1 ⎞ ⎛ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ VC/Vo 2 Q2>1/2 2 Q2<1/2 2 1 VL/Vo ω L 1 ⎞ ⎛ R 2 + ⎜ω L − ⎟ ωC ⎠ ⎝ 1 VC/Vo 2 0 0 1 ω/ωo VL/Vo 0 0 1 ω/ωo L Il circuito RLC serie EXTRATENSIONI: Se Q e’ molto alto possono Rovinare i componenti Il circuito RLC parallelo R L C R C VC/Vo Q2>1/2 1 VL/Vo ⎡1 1 1 1 1 ⎤⎤ ⎡ r = + + j ω C = ⎢ + j ⎢ω C − R jω L ω L ⎥⎦ ⎥⎦ Z ⎣ ⎣R r r 1 r⎡ 1 1 ⎤⎤ ⎡ I = V r = V ⎢ + j ⎢ω C − R L ⎥⎦ ⎥⎦ ω Z ⎣ ⎣ Q2<1/2 1 VC/Vo VL/Vo I o = Vo 0 0 ω/ωo 1 0 0 ω/ωo 1 1 1 ⎤ ⎡ + ωC − R 2 ⎢⎣ ω L ⎥⎦ 2 Il circuito RLC parallelo Il circuito RLC parallelo Io L V I L C R RI 1 1 ⎤ ⎡ + ωC − R 2 ⎢⎣ ω L ⎥⎦ 2 ω/ωo ω/ωo 1 0 +π/2 1 +π/2 1 ω/ωo 0 −π/2 Come costruire un RLC con un buon Qo (esperienza RLC) • Il filtro RLC serve a selezionare una banda di frequenze intorno a una particolare frequenza di risonanza, dove normalmente c’e’ il segnale che interessa, mentre alle altre frequenze c’e’ solo rumore. • Se Qo e’ alto, la banda selezionata e’ stretta, e si elimina piu’ rumore. ω/ωo 1 −π/2 L Come costruire un RLC con un buon Qo • Per ottenere un Qo alto per una data fo, RT deve essere piccola. • RT e’ la somma di tutte le R in serie nel circuito: C Vin R Vout – La RG interna del generatore – La R da cui si preleva il segnale in uscita – La RL interna all’ induttore. • RT=RG+RL+R generatore 0 R Io Vo = V/R 0 C fo = 1 2π LC Qo = 1 RT L C induttore L RG RL C Vin R Vout fo = 1 2π LC Qo = 1 RT Come costruire un RLC con un buon Qo • RG e’ normalmente di 50Ω, quindi non e’ trascurabile rispetto alle altre. Un buon trucco consiste nell’ inserire una resistenza di shunt RS = 10 Ω in parallelo al generatore. L C induttore induttore RL L RG generatore • R non puo’ essere troppo piccola, altrimenti il segnale in uscita Vout=RI e’ piccolo. Un buon compromesso si ha per R=10Ω • RL dipende dalla qualita’ dell’ induttore. Valori ragionevoli sono RL=10Ω per L=10mH. Il valore di RL puo’ essere misurato con un ohmetro in continua. generatore Come costruire un RLC con un buon Qo C Vin R RG' = RS RG RS 50 × 10 = ≅ 8. 3 Ω RG + RS 50 + 10 L RG RL Vin R RG RS 50 × 10 = ≅ 8. 3 Ω RG + RS 50 + 10 induttore RL RG C RS Vin Vout R • La prima cosa da fare sara’ collegare il generatore alla resistenza di shunt e misurare la resistenza interna equivalente. • Si usa l’oscilloscopio e si misura l’ ampiezza della tensione tra A e B al variare del carico Rc che connettiamo tra A e B. Si parte dall’ ampiezza in assenza di carico R c = ∞ e si varia poi Rc tra 20Ω e 1Ω. RG si ottiene facendo la media pesata delle stime ottenute con diversi Rc. Come costruire un RLC con un buon Qo • In totale otteniamo una RT=RG+RL+R dell’ ordine di 30Ω. • Per avere un buon Qo conviene scegliere una fo abbastanza alta: L 1 L = ωo RT C RT Qo = VAB ( Rc ) = VAB (∞) RG Rc VAB Rc Rc + RG' ⎡ V (∞ ) ⎤ − 1⎥ RG' = Rc ⎢ AB ⎣VAB ( Rc ) ⎦ generatore induttore A L RG RL C RS Vin R B Vout B Verifica dell’ impedenza d’ uscita del generatore generatore RG' = L B RS Vout Come costruire un RLC con un buon Qo • La Vin sara’ inferiore a quella che avremmo in assenza di Rs, ma questo si puo’ rimediare agendo sul potenziometro di ampiezza del generatore. A C RS Vin R generatore generatore C induttore A RL Vout Come costruire un RLC con un buon Qo • Secondo il teorema di Thevenin il nuovo generatore (ottenuto tra i punti A e B del circuito, riquadro verde) ha una resistenza interna pari al parallelo tra RG e RS . L RG Vout Come costruire un RLC con un buon Qo • Con C=47nF e L=1mH si ottiene fo = 1 2π LC 1 Qo = RT = 1 2π 10 − 3 47 ⋅10 − 9 1 L = C 30 Come costruire un RLC con un buon Qo • La risposta si calcola con le solite formule: f o = Hz ≅ 23kHz generatore induttore L RG Io = I o , MAX RL C RS V gen / R T V out = Io = R 10 −3 ≅ 4 .9 47 ⋅10 −9 ⎛ω −ω 1 + Q o2 ⎜⎜ ⎝ ωω o 1 2 ⎛ ω 2 − ω o2 1 + Q o2 ⎜⎜ ⎝ ωω o ⎡ Vin R Con un induttore di buona qualita’ (L=1mH, RL=10Ω) : Vout ⎞ ⎟⎟ ⎠ 2 o ⎞ ⎟⎟ ⎠ Qo = 2 1 RT L C 2 ⎛ ω 2 − ω o2 ⎞ ⎤ ⎟⎟ ⎥ ⎝ ωω o ⎠ ⎦ ϕ = arctan ⎢ Q o ⎜⎜ ⎣ Con un induttore di buona qualita’ (L=1mH, RL=10Ω) : 0.4 1.0 R T =30 Ω L=1mH C=47nF 0.2 0.1 RT=30Ω I/Imax=Vout/Vout,max R=10 Ω 0.3 V out/V in 1 2π LC R=10Ω L=1mH C=47nF 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 1 10 100 0.0 frequenza (kHz) 1 10 100 Con un induttore di cattiva qualita’ (L=1mH, RL=100Ω) : Con un induttore di cattiva qualita’ (L=1mH, RL=100Ω) : 0.4 1.0 R T =120 Ω L=1mH C=47nF 0.2 0.1 RT=120Ω I/Imax=Vout/Vout,max R=10 Ω 0.3 V out/V in 1000 frequenza (kHz) R=10Ω 0.8 L=1mH C=47nF 0.6 0.4 0.2 0.0 1 10 frequenza (kHz) 100 0.0 1 10 100 frequenza (kHz) 1000 90 R T =30 Ω 60 R=10 Ω sfasamento (gradi) sfasamento (gradi) 90 L=1mH 30 C=47nF 0 -30 -60 R T =120 Ω 60 R=10 Ω L=1mH 30 C=47nF 0 -30 -60 -90 -90 1 10 100 1 10 frequenza (kHz) • Realizzazione del circuito: scelta dei componenti, misure sui componenti con l’ ohmetro e il capacimetro, stima teorica di fo e Qo • Verifica della impedenza di uscita del generature con shunt. • Misura delle risposte Vout (f)/Vout,MAX e φ(f) • Da queste si valutano la frequenza di risonanza fo e la larghezza a meta’ altezza della curva di risposta Δf; da queste si stima Qo. • Studio delle extratensioni (su C): e’ Vout/Vin(f) > 1 ? • Ripetizione delle stesse misure togliendo la resistenza di shunt. Quanto varia Qo ? • Conservate i componenti. Servono per la successiva esperienza. Con un induttore di cattiva qualita’ (L=1mH, RL=100Ω) : fo I/Imax=Vout/Vout,max Qo = fo / Δf R=10Ω Δf L=1mH C=47nF 0.6 0.4 RT=30Ω 1 10 100 frequenza (kHz) R=10Ω L=1mH C=47nF 0.8 Δf Qo = fo / Δf 0.6 0.4 0.2 0.0 1 10 100 1000 frequenza (kHz) Circuiti integratori e derivatori V = 0.2 0.0 1.0 • Sono circuiti che producono all’ uscita un segnale di tensione proporzionale all’ integrale (o alla derivata) del segnale in ingresso. • Che si possano costruire e’ evidente dalle t relazioni dI 1 RT=120Ω 0.8 Con un induttore di buona qualita’ (L=1mH, RL=10Ω) : fo I/Imax=Vout/Vout,max Misure : RLC in regime sinusoidale 1.0 100 frequenza (kHz) 1000 C I = C ∫ Idt ; V = L 0 dV ; dt I = 1 L t dt ∫ Vdt 0 Vin = VL + VR Circuiti integratori: RC Vin = VC + VR se VR (t ) << VL (t ) R VC (t ) << VR (t ) Vin Vin (t ) ≈ VR (t ) = RI (t ) I (t ) ≅ Vout C 1 Vin (t ) R τ d i (t ) dt t 1 1 1 i (t ' )dt ' = ∫ Vin (t ' )dt ' C t∫o C to R t Vout (t ) = VR (t ) = Ri (t ) = in (t ' )dt ' Vout (t ) = to Vin = VC + VR VR (t ) << VC (t ) se t 1 i (t ' )dt ' C t∫o C Vin • Abbiamo quindi delle “approssimazioni” di circuiti integratori e derivatori. τ t ∫ V (t ' )dt '+ Ri(t ) o to R Vin = VL + VR R Vout VL (t ) << VR (t ) Vin Vin (t ) ≈ VR (t ) = Ri (t ) Vin Vin 1 Vin (t ) R d L d Vout (t ) = L i (t ) = Vin (t ) dt R dt d Vout (t ) = τ Vin (t ) dt • I filtri “passa basso” RC e LR forniscono gli integratori; Vin • I filtri “passa alto” CR e RL forniscono i derivatori. Vin R Vout C L C Vout L i (t ) = d d 1 Vin (t ) ≈ VC (t ) = i (t ) dt C dt d d Vout (t ) = Ri (t ) = RC Vin (t ) = τ Vin (t ) dt dt Circuiti integratori e derivatori 1 R V (t ' )dt '+ Ri (to ) L t∫o Circuiti derivatori RL Circuiti derivatori: CR Vin (t ) ≈ VC (t ) = Vout 1 V (t ' )dt '+i (to ) L t∫o t ∫V Vin Ldi (t ) ≅ Vin (t )dt t t 1 Vin (t ) ≈ VL (t ) = L i (t ) = Vout (t ) = VC (t ) = Vout (t ) = Circuiti integratori: LR se Vout R R Vout R L Vout Circuiti integratori e derivatori VoC • Le approssimazioni sono tanto migliori quanto piu’ Vo Vo / 2 il segnale in uscita e’ piccolo rispetto a quello 0 0 in ingresso. φ • Per i circuiti derivatori questa approssimazione 0 0 e’ rispettata tanto meglio −π/4 quanto piu’ f < fo=1/2πτ; −π/2 • Per i circuiti integratori questa approssimazione e’ rispettata tanto meglio quanto piu’ f > fo=1/2πτ; 1 2 3 4 5 6 ωRC 1 2 3 4 5 6 ωRC A questa frequenza il passa basso e’ un buon integratore. Ma il segnale in uscita e’ ridotto di 1/τ ! Risposta Impulsiva • Supponiamo di applicare ad un circuito integratore o ad un derivatore un segnale ad onda quadra: • Supponiamo di applicare ad un circuito integratore o ad un derivatore un segnale ad onda quadra: Vin Vin Vout INT t Vout DER t Alla fine dell’esperienza RC e CR avete provato ad ottenere queste forme d’ onda, come visto con il picoscope in classe RLC con onda quadra Carichiamo il condensatore fino a Q e chiudiamo il circuito al tempo t = 0 • Ovvero scarica di un condensatore in un circuito RLC, quando il periodo dell’ onda quadra e’ molto piu’ lungo dello pseudoperiodo dell’ oscillazione smorzata. • E’ una situazione che capita spesso in elettronica digitale. dQ d 2Q Q +R +L 2 =0 C dt dt d 2Q dQ +γ + ω o2Q = 0 dt 2 dt dove Vin Vout R α + γα + ω = 0 Vin C Vout γ ⎛γ ⎞ α = − ± ⎜ ⎟ − ω o2 2 Vout (t ) = R Vin 2 soluzione sovrasmorz ata se l' integrando e' nullo, soluzione a smorzament o C ⎝2⎠ Vout 2 critico se l' integrando e' negativo, soluzioni complesse coniugate : ω1 L 2 o Q = Qo e ⎛γ ⎞ con ω12 = ω o2 - ⎜ ⎟ 2 ⎝2⎠ e' detto pseudoperi odo; α1, 2 = − t l' equazione caratteristica e' 2 Vout Fase di scarica Vin Fase di carica γ = R/L e ω o = 1 / LC L ⎛γ ⎞ ± ⎜ ⎟ − ω o2 2 ⎝2⎠ se l' integrando e' positivo, la soluzione e' la somma di due esponenzia li decrescent i : α =− γ Alla fine dell’esperienza RC CR avete provato ad ottenere queste forme d’ onda come visto in classe col pico-scope γ ± jω 1 la soluzione e' Q = Qo e γ − t 2 cos ω1t 2 γ − t 2 Fase di carica Fase di scarica cos ω1t Qo − γ2 t e cos ω1t C Vout Vin t Nell’esperienza sull’RLC visualizzerete questa forma d’ onda e misurerete lo pseudoperiodo L R Vin C Vout Esempio sui fasori: Generatori Monofase e Trifase Esempio sui fasori: Generatori Monofase e Trifase Generatore trifase (a stella) : insieme di tre generatori A A Generatore monofase : monofase, con un estremo in comune, stessa ampiezza, e sfastati 120° uno dall’ altro: V (t ) = VA − VN = Vo e jωt N Generatore trifase (a stella) : insieme di tre generatori monofase, con un estremo in comune, stessa ampiezza, e sfasati 120° uno dall’ altro: A N C B jωt ⎧ V AN (t ) = VA − VN = Vo e ⎪ j ( ωt − 2 π / 3 ) ⎨VBN (t ) = VB − VN = Vo e ⎪V (t ) = V − V = V e j (ωt − 4π / 3) C N o ⎩ CN N C B Che tensione c’è, istante per istante, tra A e B, tra B e C, tra C ed A ? Esempio sui fasori: Generatori Monofase e Trifase A ⎧ VAN (t ) = VA − VN = Vo e jωt ⎪ j ( ω t − 2π / 3 ) ⎨VBN (t ) = VB − VN = Vo e ⎪V (t ) = V − V = V e j (ωt − 4π / 3) C N o ⎩ CN VAB N C Che tensione c’è, istante per istante, tra A e B, tra B e C, tra C ed A ? B VAB = VAN − VBN = Vo [e jωt − e j (ωt −2π / 3) ] = Voe jωt (1 − e−2π / 3 j ) = VAB è 3 volte maggiore di quella dei generatori, ed è sfasata di π/6 rispetto a VAN Analogamente per VBC e VCA ⎡ 1 3⎤ = Voe jωt [1 − cos(−2π / 3) − j sin(−2π / 3)] = Voe jωt ⎢1 + − j ⎥ = 2⎦ ⎣ 2 ⎡3 ⎡ 3 3⎤ 1⎤ = Voe jωt ⎢ − j ⎥ = 3Voe jωt ⎢ − j ⎥ = 3 Voe jωt e− jπ / 6 = 2⎦ 2⎦ ⎣2 ⎣2 = 3 Voe j (ωt −π / 6) ⎧ V AN (t ) = V A − VN = Vo e jωt ⎪ j ( ωt − 2 π / 3 ) ⎨VBN (t ) = VB − VN = Vo e ⎪V (t ) = V − V = V e j (ωt − 4π / 3) C N o ⎩ CN Esempio sui fasori: Generatori Monofase e Trifase • In Italia oggi VAN= VBN= VCN= 2230V e VAB=VBC=VCA= 2 400V • Per lungo tempo avevamo avuto VAN= VBN= VCN= 2 220V e VAB=VBC=VCA= 2 380V Presa trifase standard: 5 contatti : • 3 fasi (A,B,C), • il neutro (N), • la terra Esempio sui fasori: Esempio sui fasori: Generatori Monofase e Trifase Generatori Monofase e Trifase A A Supponiamo ora di collegare 3 carichi uguali al generatore trifase: Supponiamo ora di collegare 3 carichi uguali al generatore trifase: N C C B A Che corrente scorre nel conduttore N ??? (N sta per neutro..) N B C A B C A R N B C R i N = i A + iB + iC B A B C R R N iN iC R iB R iA Vantaggi della distribuzione trifase rispetto alla monofase Esempio sui fasori: Generatori Monofase e Trifase A i N = i A + iB + iC iN = A Vo jωt j (ωt −2π / 3) j (ωt −4π / 3) Vo jωt [e + e +e ] = e (1 + e−2π / 3 j + e−4π / 3 j ) = R R R Vo jωt e (1 + cos(−2π / 3) + j sin(−2π / 3) + cos(−4π / 3) + j sin(−4π / 3)) = R Vo jωt = e (1 + (−1/ 2) + j(− 3 / 2) + (−1/ 2) + j( 3 / 2)) = 0!!! R = A N A B C B C A C R R N iN iB iC N V= 0 i R R i i Con un generatore trifase scorrerà una corrente i in ciascuno dei tre cavi A,B,C. Quindi si devono usare 3 cavi al posto di 2, ma possono avere una sezione 3 volte più piccola, a parità di resistenza dei cavi e quindi di perdite ohmiche Potenza elettrica in AC • La potenza dissipata istante per istante in un componente e’ • W(t)=i(t)V(t) • Se usiamo tensioni alternate, W varia continuamente nel tempo, e potrebbe anche essere negativa (!) • Esempio: I jωC i(t) I = jωCV V(t) C I = ωC V π ⎛ ωCV ⎞ ⎟ = arctan(∞ ) = 2 ⎝ 0 ⎠ V = Vo sin(ωt ) ϕ = arctan⎜ π I = ωCVo sin(ωt + ) 2 • Anticipo di 90o della corrente rispetto alla tensione. V(t) i(t) + - i(t) V(t) C Potenza elettrica in AC Potenza elettrica in AC ⇒ Con un generatore monofase scorrerà una corrente 3i sia nel filo A che nel filo N i A B C R iA R R i i R • Ecco perché la distribuzione dell’ energia elettrica, con linee lunghe centinaia di chilometri e quindi con perdite ohmiche non trascurabili, viene sempre fatta con linee trifase. V = ZI B 3i Supponiamo di dover far scorrere una corrente i in 3 carichi R. (i carichi nella grande distribuzione sono molti di più, ma si possono riunire sempre in 3 gruppi equivalenti.) + - • Durante gli intervalli A e C il condensatore viene caricato dal generatore, e quindi aumenta la sua energia, e quindi gli viene fornita potenza. • Durante gli intervalli B e D il condensatore si scarica sul generatore, e quindi perde energia, fornendo potenza al generatore: la potenza a lui fornita e’ negativa. i(t) V(t) C A B V(t) C D - + - i(t) + Potenza elettrica in AC • La potenza media fornita al condensatore e’ la media di W(t) su un ciclo lungo T=2π/ω. T W = = = V0 I 0 ωT V0 I 0 2π Potenza elettrica in AC i(t) T W = VI 1 I (t )V (t ) dt = 0 0 ∫ sin(ωt ) cos(ωt ) dt = T ∫0 T 0 ωT ∫ sin(ωt ) cos(ωt )dωt = 0 2π T ∫ sin( x)d sin( x) = 0 V0 I 0 2π ∫ sin( x) cos( x)dx = 0 2 V0 I 0 sin x 0 2π 2 2π =0 i(t) Im( Z ) Re( Z ) V(t) Z • cos(φ) e’ detto Fattore di Potenza. • In circuiti puramente reattivi (come il condensatore da solo) Re(Z)=0 e lo sfasamento tra tensione e corrente e’ di 90o, e il fattore di potenza e’ 0; la potenza media dissipata e’ nulla. • Ma nel componente scorre corrente. Quindi, ad esempio la potenza dissipata nel generatore (nella sua resistenza interna) non e’ nulla ! • Nelle apparecchiature industriali con carichi induttivi, come i motori elettrici, sono necessari grandi condensatori, in modo da riportare il fattore di potenza vicino ad 1. Z T T = V0 I 0 [ cos(ωt ) cos(φ ) cos(ωt ) dt + ∫ sin(ωt ) sin(φ ) cos(ωt ) dt ] = T ∫0 0 = V0 I 0 VI cos(φ ) ∫ cos 2 (ωt ) dt = 0 0 cos(φ ) ∫ cos 2 ( x ) dx ⇒ T ωT 0 0 T W = W = Veff I eff cos(φ ) V(t) 1 VI I (t )V (t ) dt = 0 0 ∫ cos(ωt + ϕ ) cos(ωt ) dt = T ∫0 T 0 T 2πT Potenza elettrica in AC ϕ = arctan • In generale : V(t) C T i(t) ωT V0 I 0 V I cos(φ ) = 0 0 cos(φ ) ⇒ W = Veff I eff cos(φ ) 2 2 2