LICEO SCIENTIFICO “LEONARDO” INDIRIZZO “BROCCA SCIENTIFICO” ATTIVITA’ SPERIMENTALE DI BIOLOGIA ANNO SCOLASTICO 2007-2008 CLASSI III A – III H INSEGNANTE – PROF. G. D’ANGELO TITOLO DELL’ESPERIENZA: “Verifica dell’influenza delle condizioni pedologiche (Biotopo) sullo sviluppo delle associazioni vegetali (Biocenosi vegetale)” Introduzione Esistono due modi diametralmente opposti di considerare le piante erbacee. Il primo, più comune e più immediato, è quello di considerarle “erbacce”. Le vediamo così quando ad esempio soffocano le nostre aiuole o crescono abbondanti lungo marciapiedi, scalinate, strade, tetti delle case o sui muri. Peraltro anche quando ci troviamo su un bel prato verde in primavera , di solito non ci chiediamo su cosa effettivamente siamo seduti e lo apprezziamo più che altro in quanto “tappeto verde” su cui sdraiarci. Il secondo modo di considerare le piante erbacee prevede invece una presa di coscienza da parte nostra . E’ necessario infatti aver capito che si tratta di esseri che vivono e che sono presenti, in alcuni casi, a centinaia o migliaia su una modesta superficie di terreno. Come tutti gli esseri viventi si scopre quindi che esse hanno un “cognome” e un “nome” ovvero, secondo la nomenclatura binomia di Linneo, un termine per il Genere ed uno per la Specie. Se siamo arrivati al punto di considerare una singola specie come un “individuo” con un proprio nome e proprie caratteristiche ci si chiede anche: “che cosa fanno le piante erbacee ?” . Già, non può che essere così, essere viventi significa anche fare qualcosa di importante, come ad esempio essere inseriti in una catena o rete alimentare o produrre qualcosa di utile o indispensabile per gli altri. Il fenomeno vita ha bisogno per la sua esistenza di un mutuo utilizzo di tutti i viventi che, in tal modo, vengono coinvolti in un complesso ciclo che prevede il riciclaggio della materia organica di cui sono essi stessi costituiti. Se dunque si indaga sui compiti specifici e generali di ogni singola specie erbacea si scopriranno numerose ed importanti funzioni dalla stessa svolte (es. produrre ossigeno, essere sito di svernamento per qualche specie di insetto, far parte delle essenze vegetali utilizzate dagli erbivori per il loro nutrimento ovvero produrre semi di cui si nutrono alcuni uccelli, creare un particolare microclima idoneo per la vita di altri viventi animali o piante che siano, proteggere il suolo dal dilavamento e preservarlo dall’erosione, modificare la struttura di un suolo e la sua dotazione di sostanza organica al fine di permettere il successivo insediamento di altre specie vegetali con esigenze differenti, produrre particolari principi curativi utilizzati poi dall’uomo per la sintesi di numerosi prodotti farmaceutici, essere una buona verdura, produrre un potente veleno, ecc.). Tale premessa mi permette di far comprendere i fini formativi, tecnico-scientifici ed ecologicoeducativi, del lavoro scolastico presentato. Infatti , nonostante l’imperfezione dell’impostazione metodologica e lo scarso rigore con cui è stato seguito il protocollo operativo, è stato comunque possibile constatare che l’esperienza proposta ha sicuramente determinato una metamorfosi culturale e “di approccio”. Adesso le erbe del giardinetto del nostro Liceo sono qualcosa di più che semplici “erbacce”. Dal punto di vista tecnico-scientifico è stato possibile introdurre la problematica dell’identificazione della specie e quella tassonomica in generale. E’ stato possibile, peraltro, evidenziare la stretta correlazione esistente tra condizioni chimico-strutturali del suolo e sviluppo delle piante. Per quanto riguarda il resoconto scientifico dell’esperienza ho ritenuto utile che venisse conosciuto direttamente attraverso la lettura di quelle relazioni finali - prodotte dai ragazzi delle classi 3A e 3H coinvolte nell’esperienza - da me ritenute migliori e che di seguito vengono proposte con l’intendo anche di premiare il loro particolare impegno e interesse . ALUNNA: MUSUMECI NADIA 3 A LABORATORIO DI BIOLOGIA Data: -inizio 20/02/2008 -fine 21/05/2008 Luogo: terreno scolastico Classe III A e III H, prof D’Angelo Obiettivo: verificare il diverso comportamento di alcune specie di piante sottoposte a trattamenti con sostanze diverse; conoscere e apprendere le caratteristiche delle specie più comuni, capire la fondamentale importanza delle piante nella vita quotidiana. Le piante sono alla base di qualsiasi “catena” esistente sulla terra (alimentare, dell’energia, degli elementi come l’azoto o il carbonio ecc…) e senza di esse non ci sarebbe possibile vivere, poiché (cosa fondamentale) esse producono gran parte di quell’ossigeno in cui siamo immersi e che respiriamo, ci danno nutrimento sia direttamente che indirettamente (vedi catena alimentare), ecc…. Questo esperimento servirà a fare capire la straordinaria mansione che svolgono le piante nella nostra vita di tutti i giorni. Strumenti/mezzi: -terreno -aste e corde -macchina fotografica -sostanze (calce, sodio, azoto e acqua) -cilindri da laboratorio -quadernetto Il terreno viene diviso in quattro quadrati di uguale estensione tramite delle asticelle e delle corde che delimitano il perimetro di tali zone; i ragazzi delle due classi vengono divisi in quattro gruppi, uno per ogni quadrato. Essi si occuperanno di: -verificare quale specie di piante sono presenti nel proprio quadrato; -contare (approssimativamente) il numero di esemplari per ogni specie; -fotografare un esemplare per ogni specie; -eseguire il trattamento sul proprio quadrato due volte nell’arco della settimana; -monitorare l’eventuale riduzione/aumento numerico delle specie presenti e/o individui per specie, ovvero la nascita di individui di nuove specie a germogliazione ritardata. L’esperimento si articola in diverse fasi per una durata complessiva di circa 3 mesi. I trattamenti potrebbero avere effetti diversi sui vari tipi di piante, e potrebbe accadere che alla fine dell’esperimento un quadrato sia più rigoglioso di un altro o tutte le specie siano morte o ancora alcune specie sopravvissute o nate perché il trattamento fornisce loro condizioni più favorevoli per svilupparsi. Tali considerazioni si potranno fare solo alla fine dell’esperimento, tenendo anche in considerazione che l’arrivo della primavera incrementerà notevolmente la fioritura delle varie specie. (Tale fioritura aiuterà in certi casi a riconoscere le specie per una loro caratteristica particolare ad esempio il fiore). Data: 20/02/2008 1) Identificazione e conta delle varie specie per ogni quadrato Per calcolare con precisione il numero di specie presenti, si prende come unità di misura l’area di un quadernetto e si verifica che tale area è contenuta 26 volte nell’area del quadrato calcolata in precedenza. Dopodichè si procede alla conta del numero di individui per ogni specie: - si lascia cadere a caso più volte il quadernetto all’interno del quadrato e si contano il numero di individui contenuti all’interno della superficie; - si fa la media aritmetica dividendo il numero di individui contati per il numero di prove effettuate; - si moltiplica il numero ottenuto per 26 (i quadernetti contenuti in un quadrato) e si ricava così, approssimativamente, il numero di individui totale presente nel quadrato. Segue tabella 1 2 SPECIE E FAMIGLIA MEDICAGO ARABICA (Leguminose) ** TRIFOLIUM PRATENSE (Leguminose) 3 POA ANNUA (Graminacee) ** 4 VERONICA AGRESTIS (Scrofulariacee) ** 5 SONCHUS OLERACEUS QUADRATO1 QUADRATO2 QUADRATO3 250/270 (250) 260 20 (12) 16 5 (8) 6 182 (20) ? 101 2 110 (250) 570 78 (30) 54 18 (18) 18 14 () (295) (Composite) ** 6 CONYZA CANADENSIS 5 (6) 5 156 (234) 195 8 (3) 5 174 (20) ? 95 11 ( ) 1 (Composite) 7 STELLARIA MEDIA 104 (Cariofillacee) ** 8 MEDICAGO HISPIDA 6720 (6300) 6510 4860 (6400) 5630 156 (Leguminose) 9 HYPOCHOERIS GLABRA 52 (45) 48 CAPSELLA BURSA 1 PASTORIS (Crucifere) ** WASHINGTONIA 80 ROBUSTA WENDL (Palme) ** (9) DAUCUS CAROTA 1 (1) 1 1 (1) 1 1 (2) 1 (Composite) 10 11 12 (Obrellifere) ** 13 PLANTAGO MAJOR (Plantaginacee) ** 14 CYNODON DACTILON (Graminacee) 15 87 (233) 132 151 (10) RANUNCULUS FICARIA (Ranuncolacee) ** 18 RUMEX PULCHER 7 (9) 8 (75) 4 (6) 5 1() (Composite) 17 12 (10) 11 4 (3) 3 15 ( ) (10) CALYSTEGIA SEPIUM REICHARDIA PICROIDES 15 (14) 14 (390) 35 (60) 47 (Convolvulacee) ** 16 QUADRATO4 15 (4) 9 4 (9) 6 87 (130) 108 (1) (Poligonacee) ** 19 CONVOLVULUS ARVENSIS (1) (Convolvulacee) 20 CARDAMINE GRAECA (10) (Crucifere) 21 DACTYLIS GLOMERATA 3 (Graminacee) 22 OXALIS PES-CAPRAE (Ossalidacee) ** 2 Ogni classe effettua la propria conta (numeri scritti nelle parentesi e non); il numero di esemplari differisce di poco ma per ottenere il numero più esatto possibile si fa la media dei dati (numeri scritti in rosso). 2) Primo trattamento - 1° quadrato: calce Ca(OH)2 (la calce viene diluita con acqua e diventa calce idrata - 2° quadrato: azoto (NH2)2CO - 3° quadrato: sodio NaCl - 4° quadrato: acqua H2O Per fare sciogliere e assorbire le sostanze dal al terreno, i quadrati vengono irrigati con dell’acqua. Data: 17/03/2008 Si effettua il trattamento e si constata che non ci sono cambiamenti rilevanti, inoltre non si ha ancora certezza su alcune specie perché non sono germogliate e non si possono distinguere per alcuni caratteri particolari. Data: 02/04/2008 Si effettua il trattamento e si cominciano a vedere le prime fioriture che danno la possibilità di: - individuare un baccello di Erba medica; - capire che è il Ranunculus quello che si credeva Saxifraga. Data: 04/04/2008 Si effettua il trattamento e dato che è iniziata la primavera e la fioritura delle piante si possono individuare differenze tra specie apparentemente identiche. Ad esempio si differenziano le specie di trifoglio: - Trifolium pratense subspecie nivale: ha fiori bianchi e si trova quasi esclusivamente sulle Alpi; - Trifolium pratense subspecie pratense: specie di trifoglio che ritroviamo in quantità nei quadrati poiché è una specie tipica del sud Italia. Il suo numero di fiori varia da 40 a 80 e sono proprio questi ultimi che lo differenziano dal pratense. - Trifolium repens; specie di trifoglio a fiori bianchi piuttosto comune che somiglia al pratense per la tipica “V” bianca su ciascuna delle tre foglioline, ma che differisce dallo stesso in quanto a maturità il “Capolino” acquista una pigmentazione rosea e dimensioni maggiori Data: 18/04/2008 A questo punto dell’ esperimento si cominciano a notare i veri effetti dei trattamenti: - 1° QUADRATO (calce) La calce ha un effetto più lento sul terreno, poiché non è solubile e viene rilasciato a poco a poco e quindi assorbito gradualmente dal terreno che risente poco dei “danni”. Tuttavia, si può notare che sia il trifoglio che l’erba medica regrediscono, al contrario delle altre piante che per il momento non hanno subito danni considerevoli. - 2° QUADRATO (sale) Alcune piante sono morte, in particolare le leguminose che sono le più sensibili al sale, mentre le più resistenti sono: le graminacee la Carota Selvatica (Daucus carota) il Sonchus oleraceus (detto Cardedda) - 3° QUADRATO (azoto) Sebbene l’azoto sia indispensabile per la vita delle piante, il suo uso in grande quantità (come in questo caso) produce effetti devastanti come un diserbante. Infatti in questo quadrato la maggior parte delle piante si sono “bruciate” in particolare quelle più delicate come le composite (Hypochoeris) e le crocifere. Quelle più resistenti sono: il Sonchus la Gramigna (Cynodon dactilon) la Carota Selvatica il Rumex pulcher A causa degli effetti negativi che l’azoto in grande quantità ha sulle piante questo quadrato non verrà più trattato fino alla fine dell’esperimento. - 4° QUADRATO (acqua) Questo quadrato non viene irrorato con nessuna sostanza (tranne l’acqua) perché è il quadrato di confronto, ma ha uno sviluppo più lento perché riceve poco sole a causa dell’ombra di un albero vicino. Questo fa capire quanto sia importante la luce solare per la crescita delle piante. Data: 22/04/2008 Si effettua il trattamento e grazie alle infiorescenze di alcuni esemplari si riconoscono le specie di appartenenza: - Lolium perenne nel 3° quadrato: è una graminacea la cui larghezza massima della foglia (che è un carattere distintivo della specie) è 0,6 cm; un’altra caratteristica delle graminacee sono i fusti chiamati “culmi”, quelli del Lolium sono “ginocchiati alla base”; Data: 21/05/2008 Si effettua l’ultimo trattamento, si conta il numero di esemplari delle specie rimaste in vita dopo il ciclo di trattamenti e si fa un elenco di quelle che sono morte: - 1° QUADRATO SOPRAVVISSUTE Lolium perenne: 1 MORTE Medicago arabica Conyza: 1 (*) Sonchus: 1 Palme: 25 Hypochoeris: 6-7 Trifolium pratense Poa Veronica Stellaria Medicago hispida Capsella (*) La Conyza irrorata con grandi quantità di calcio subisce un rallentamento nella crescita ma continua a svilupparsi, anche si più lentamente. - 2° QUADRATO SOPRAVVISSUTE Carota Selvatica: 1 (molto grande) (*) Sonchus : 10 Lolium: 4 Cynodon (Gramigna): 5 (*) Medicago hispida: 2 Plantago (Plantagine): 1 MORTE Medicago arabica Trifolium Poa Veronica Stellaria Hypochoeris Capsella (*) Queste due specie si differenziano fortemente nelle radici infatti a) la Carota ha una “radice principale” chiamata FITTONE da cui si si dipartono tutte le altre; b) la Gramigna ha delle piccole radici o fusti sotterranei chiamati RIZOMI che partono tutti da un solo punto e grazie ai quali la pianta si allarga nel terreno. Per questa caratteristica la Gramigna è definita una “pianta infestante”. - 3° QUADRATO (il trattamento interrotto in data 18/04/08 verrà ripreso al ritorno dalle vacanze estive) SOPRAVVISSUTE Lolium: 6 Hypochoeris: 3 (*) Daucus: 2 Sonchus: 2 Trifoglio: 5 Oxalis (Acetosella): 2 Reichardia:2 Cynodon: 5 (compreso un grande) ciuffo MORTE Medicago arabica Veronica Poa Ranunculus Stellaria Hypochoeris Capsella Rumex (Romice) Dactylis (*) Questa pianta nei primi stadi dello sviluppo presenta delle foglie rotondeggianti. Man mano che cresce e con l’aumentare della temperatura le foglie assumono un aspetto LOBATO con spaccature che arrivano sino alla nervatura (come se fossero foglie composte). 4° Quadrato N.B. La morte di alcune specie nel quarto quadrato è da attribuirsi alla conclusione del ciclo vegetativo e quindi a cause naturali e non all’influenza dei trattamenti effettuati nei quadrati attigui. Peraltro negli altri quadrati la morte delle stesse specie è avvenuta più precocemente e anzitempo a causa dell’abbondanza dei nutrienti minerali aggiunti. Questo esperimento, benché lungo e laborioso, ha permesso l’approfondimento della biologia vedendo i suoi risvolti nella vita pratica. Nadia Musumeci III A (**) Viene allegata una schematica classificazione delle famiglie secondo alcuni parametri (composizione della pianta, habitat, specie rappresentative,…) in modo da rendere più chiare le caratteristiche delle piante prese in esame. FAMIGLIA RADICI COMPOSI TE CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DIFFUSIO FIORI E NE E FUSTO FOGLIE FRUTTI INF. HABITAT zone tropicali e Uno solo fiori fusi subtropic. Fare doppio clic sulla tabella per aprirla RAPPRES ENTANTI USI girasole,la alimentare ttuga, , LE FOTO DELLE PIANTE Fare doppio clic per aprire il file ALUNNA SCANDURRA COSTANZA 3°A Fare doppio clic per aprire il file ALUNNO BONANNO RICCARDO 3°A Fare doppio clic per aprire il file ALUNNA MOSCHELLA MARTINA 3°H Fare doppio clic per aprire il file