www.servizisocialionline.it Sezione “Articoli” L’abuso di alcol e i danni alla salute di don Chino PezzoIi L’alcol ha un effetto calmante, mentre in dosi ridotte provoca un senso di eccitazione. Ci si sente leggeri, rilassati, caldi e a proprio agio. Si diventa euforici, disinibiti e la lingua si scioglie. L'alcol diminuisce la disposizione e la prontezza all'autocritica nel giudicarsi. La perdita delle inibizioni e dell'autocontrollo portano spesso a comportamenti aggressivi e aumentano la predisposizione verso atti di violenza. In stati di ebbrezza il coordinamento dei movimenti è disturbato, diminuiscono la prontezza di riflessi e la sensibilità al dolore. In caso di pesante ubriachezza si comincia a balbettare, si diventa particolarmente loquaci, si parla da soli. Se l'ubriachezza è eccessiva, può provocare vomito, forte perdita dell' equilibrio e condurre a uno stato di disperazione. Infine cessano di funzionare i nervi motori, si spegne la coscienza e incombe la minaccia di un'intossicazione con conseguenze letali. Il viaggio dell’alcol L'alcol è una piccola molecola idrosolubile: la maggior parte dei tessuti dell'organismo, tra cui il cuore, il cervello, i muscoli, è esposta alle stesse concentrazioni presenti nel sangue. Fa eccezione il fegato, dove la concentrazione di alcol è superiore perché lo riceve direttamente dallo stomaco e dall'intestino attraverso la vena porta. La concentrazione di alcol nel sangue dipende da diversi fattori: sesso, mole dell'individuo, fase del ciclo mestruale (è maggiore durante la fase premestruale e l'ovulazione), tipo di bevanda, precedenti bevute, contemporanea assunzione di cibo o di farmaci che ne aumentano l'assorbimento. Assunto a stomaco vuoto, l'alcol raggiunge una concentrazione massima dopo un'ora. Ènota la minore resistenza da parte delle donne, dovuta a un ridotto volume del ~stema circolatorio femminile e a bassi livelli di alcoldeidrogenasi, l'enzima che metabolizza l'alcol prima che questo sia assorbito. Il consumo di alcol da parte dei forti bevitori rappresenta un carico metabolico imponente: bere mezza bottiglia di whisky equivale a ingerire 500 grammi di aspirina oppure 1,2 kg di antibiotico. L'assorbimento dell'alcol L'alcol è assorbito per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell'intestino. Se lo stomaco è vuoto l'assorbimento è più rapido. Dallo stomaco, passa nel sangue e dal sangue al fegato, che ha il compito di distruggerlo. Finché il fegato non ne ha completato la "digestione", l'alcol continua a circolare diffondendosi nei vari organi. Circa il 90-98% dell'alcol ingerito è rimosso dal fegato. Il restante è eliminato attraverso l'urina, le feci, il respiro, il latte materno, le lacrime, il sudore, la traspirazione. La velocità con cui il fegato elimina l'alcol dal sangue varia da individuo a individuo. Mediamente l'organismo smaltisce un bicchiere di bevanda alcolica ogni ora. Di conseguenza chi lavora dovrebbe aspettare sempre almeno un' ora per riprendere 1'attività dopo aver bevuto un bicchiere. L'eliminazione dell' alcol, al contrario di quanto si pensi, non è accelerata né dal freddo né dal caldo, né dallo sforzo fisico, né dal caffè o da una doccia fredda. Chi svolge lavori pesanti non elimina più velocemente l'alcol di chi fa lavori sedentari. Consumo giovanile in crescita I giovani assumono alcol per essere euforici, disinibiti, ma trascurano gli effetti negativi di questo comportamento. Inoltre tra i giovani italiani si sta diffondendo una moda da tempo presente nei Paesi del Nord Europa, il binge drinking, cioè l'abitudine a consumare quantità eccessive di alcol (6 o più bicchieri) in una sola occasione. Le stime dell'ultimo rapporto Istat non sono per nulla confortanti: nell'Italia nord-occidentale, 1'11.3% dei giovani di 12 anni si è ubriacato più di 12 volte nell'anno. Le patologie connesse Le patologie legate all' abuso dell' alcol sono purtroppo innumerevoli. Ma a differenza di altri vizi, non riguardano soltanto l'aspetto fisico, bensì anche quello sociale e psichico. Oltre ai danni al fegato con conseguenti rischi di cirrosi epatica (oltre diecimila morti l'anno), ai disturbi renali e alle malfunzioni cardiache, l'abuso di alcolici provoca un notevole rallentamento dei riflessi oltre a una diminuzione della capacità di concentrazione e attenzione. Questi sintomi sono la causa principale degli incidenti stradali, degli infortuni sui posti di lavoro, ma anche di comportamenti violenti nei confronti delle persone, in particolar modo donne e minori. Le sostanze alcoliche in eccesso provocano anche stati d'ansia che generano sensazioni di paura immotivata e crescente, fino a veri e propri attacchi di panico. Le crisi depressive sono strettamente legate a questa sostanza e sono dovute all'insieme dei danni provocati al cervello, unitamente ai cambiamenti sociali (problemi di comunicazione, diminuzione dell' autostima e della capacità di giudizio) derivanti dall'alcolismo. I danni al cervello e al fegato L’ippocampo è la regione dell'apprendimento e della memoria, è la sede dei ricordi. Gli studi dimostrano che la perdita progressiva dei neuroni è tanto più pronunciata quanto più lungo è il periodo di abuso di alcol. Ne consegue la riduzione del volume dell'ippocampo che spiegherebbe l'alterazione della memoria, dei ricordi e delle capacità cognitive nei bevitori. Ancora non è chiaro se questi eventi siano reversibili; inoltre è difficile valutare gli effetti dell'alcol in altre aree cerebrali a causa dell' elevato numero di connessioni nervose dell'ippocampo. Nel fegato, l'alcol determina un lavoro metabolico eccessivo, che provoca gravi danni all'organo e ai reni. Come eliminare i danni Eliminare i danni neurologici provocati dall'abuso di alcol è possibile: l'astinenza induce un miglioramento del metabolismo cellulare e una ripresa delle funzioni cognitive. È però importante smettere di bere il più presto possibile. Il miglioramento è correlato negativamente al periodo di abuso: è modesto o addirittura assente nei bevitori di lunga data. È quanto emerge dallo studio di un gruppo di ricercatori tedeschi, inglesi, svizzeri e italiani che ha valurato i cambiamenti morfologici, metabolici e funzionali del cervello di alcolisti cronici. La situazione è stata diagnosticata al momento dell'incontro con l'etilista e dopo 6-7 settimane di astinenza. Dopo un periodo di astinenza inferiore a due mesi, le analisi hanno restituito una situazione in netto miglioramento. È stato osservato un incremento dei livelli di alcuni metaboliti nel cervelletto e nell' area frontale del cervello e un aumento di circa il 2% del volume cerebrale, evidente soprattutto nell' area frontale. Trattamento di recupero Nel trattamento di recupero le difficoltà maggiori nascono quando il paziente continua a bere e l'abuso di alcol diventa il mezzo per non affrontare argomenti per. lui spiacevoli oltre a una scusa per saltare le sedute. È piuttosto difficile che un alcolista rispetti con regolarità gli appuntamenti di terapia, che frequenti con assiduità le sedute e che si attenga alla regola dell' astinenza. Per questo occorre che il terapeuta sappia instaurare con il soggetto un rapporto aperto ed elastico, tanto da poter includere, accanto alla psicoterapia, anche interventi attivi quali consigli, proibizioni e controlli sul comportamento ricorrendo eventualmente, in caso di bisogno, alla richiesta di ricoveri e di trattamenti medici. Nessun recupero, tuttavia, è possibile senza la partecipazione al programma terapeutico del paziente.