I RISCHI FISICI
Rumori – Vibrazioni
Nei cantieri edili, si possono individuare alcune tipologie di rischio
nel campo dell’igiene del lavoro legati all’uso di macchine e
attrezzature.
Tra questi:
Rischi legati all’uso di Macchine operatrici
che espongono gli addetti ad elevati livelli di rumore e a
vibrazioni al corpo intero
Rischi legati all’uso di Martelli pneumatici, pressatrici,
levigatrici
che espongono gli addetti al rumore e a vibrazioni al
sistema mano-braccio
Le attività nei cantieri edili
vengono, in genere, svolte
all’aperto,
per cui vi è il rischio
dell’esposizione a clima caldo
o freddo in rapporto alle
condizioni metereologiche
esterne.
Ad essi si aggiungono i rischi legati
all’esposizione di agenti chimici, di agenti
biologici durante l’attività specifiche,
nonché rischi da sforzi fisici.
I fattori di rischio fisici si identificano in:
Rumore
Vibrazioni
Clima
Il Rumore è molto diffuso nel mondo moderno
industrializzato
Si possono distinguere diversi tipi di esposizioni:
quelli in ambito professionale
quelli in ambito non professionale
Ambito professionale
industria, artigianato, agricoltura
Ambito non professionale
Esposizione volontaria ed esposizione
non volontaria
SUONO E RUMORE
I suoni sono prodotti da rapide variazioni della pressione
atmosferica che si propagano sotto forma di onde
concentriche (onde sonore).
La pressione sonora è espressa in decibel (dB) e
l'immagine illustra la scala di misurazione dell'intensità.
Quando il suono al soggetto ricevente è sgradevole si definisce RUMORE
Il rumore è un suono importuno, sgradevole o dannoso e costituisce
un tipo di inquinamento con implicazioni tipicamente sanitarie in
grado di:
• causare alterazioni delle normali funzioni fisiologiche
• determinare condizioni di stress psicologico, di malessere
generale e di disagio
I parametri essenziali che caratterizzano e permettono
la misurazione dei suoni e/o rumori sono tre:
L’Intensità o livello sonoro
che esprime l’ampiezza (entità della variazione di pressione
dell’onda sonora sinusoidale)
La Frequenza
che indica il numero delle oscillazioni di un’onda in un secondo e si
misura in Hertz (Hz)
La Durata
che è il tempo di percorso dell’onda sonora.
Il rumore agisce sull’orecchio essenzialmente tramite
l’energia acustica.
Tre sono i compiti dell’orecchio:
• La percezione delle onde sonore che esistono
nell’ambiente
• La trasformazione di queste onde in segnali che
possono essere interpretati dal cervello
• L’analisi di questi segnali.
Nell’orecchio umano possono essere distinte tre parti:
Orecchio esterno, orecchio medio, orecchio interno
Il suono viene chiamato: costante, fluttuante, impulsivo a secondo
di come si comporta il suono nel tempo nel quale “esiste”
Un suono è costante quando il suo livello sonoro ha variazioni
trascurabili, entro 5 dB, a bassa intensità nel tempo
Un suono è fluttuante quando il suo livello sonoro è estremamente
variabile nel tempo, superiore a 5 dB
Un rumore è impulsivo quando il livello sonoro ha una breve
durata, ma di elevata intensità
L’unità di misura più adatta del livello sonoro sarebbe il Pascal, ma
si usa nella pratica il decibel.
• Soglia di udibilità = 0,00002 Pa = 20 µPa
• Soglia del dolore = 200 Pa
• Rottura del timpano = 300 Pa
• in decibel da 0 a 140 dB
Nell’orecchio umano vi sono circa 20.000 cellule ciliate che dopo
alcuni anni di esposizioni a forti rumori si danneggiano per poi
morire senza la possibilità di essere guarite
L’effetto uditivo dipende non solo dal livello sonoro, ma anche dalla
durata dell’esposizione
E’ importante eseguire un controllo audiometrico periodico per le
persone esposte al rumore ambientale che segnali
tempestivamente l’insorgenza di una ipoacusia di origine
professionale
Ormai si tende generalmente accettare che il rumore provochi
anche effetti extrauditivi, che interessano:
l’apparato circolatorio (ipertensione arteriosa)
l’apparato digerente (acidità di stomaco)
il sistema nervoso centrale (fatica nervosa)
Per le vibrazioni trasmesse al
sistema mano-braccio:
• il valore limite di esposizione
giornaliero, normalizzato a un
periodo di riferimento di 8 ore, e'
fissato a 5 m/s2; mentre su periodi
brevi è pari a 20 m/s2
• il valore d'azione giornaliero,
normalizzato a un periodo di
riferimento di 8 ore, che fa scattare
l'azione e' fissato a 2,5 m/s2
Per le vibrazioni trasmesse al
corpo intero:
• il valore limite di esposizione
giornaliero, normalizzato a un
periodo di riferimento di 8 ore, e'
fissato a 1,0 m/s2; mentre su
periodi brevi è pari a 1,5 m/s2;
• il valore d'azione giornaliero,
normalizzato a un periodo di
riferimento di 8 ore, e' fissato a
0,5 m/s2.
Nel caso di variabilità del livello
di esposizione giornaliero va
considerato il livello giornaliero
massimo ricorrente.
Si definiscono “vibrazioni” i processi dinamici indotti in corpi
elastici da sollecitazioni aventi carattere ripetitivo nel tempo.
Sono rappresentate da un’onda sinusoidale e caratterizzate da una
frequenza e dalla ampiezza dell’oscillazione.
La frequenza viene espressa in Hertz e sarebbe il numero di
oscillazione al secondo;
La ampiezza rappresenta lo spostamento massimo della posizione
di equilibrio e si misura in unità di lunghezza
La accelerazione sarebbe la variazione della velocità con cui si
verifica lo spostamento massimo dalla posizione di equilibrio di
singoli punti dei corpi vibranti nell’unità di tempo e viene espressa
in metri al secondo.
FATTORI DI RISCHIO FISICI: VIBRAZIONI
Il rischio da vibrazioni emerge nelle più varie circostanze
quali la guida di mezzi di trasporto terrestre, navali o aereo,
l’utilizzo di macchine industriali, l’impiego di utensili o strumenti
individuali ad elettricità o ad aria compressa.
Le vibrazioni dei mezzi di trasporto si trasmettono al conducente ed
ai passeggeri attraverso il pavimento o il sedile ed interessano tutto
il corpo.
Le vibrazioni da utensili si trasmettono all’operatore attraverso il
manico al sistema mano-braccio.
E’ noto che le esposizioni umane a vibrazioni meccaniche può
rappresentare un fattore di rischio rilevante per i lavoratori esposti;
la sola osteoangeneurosi da vibranti costituiscono in Italia la quinta
causa di mp indennizzata dall’INAIL.
La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni si basa sul
calcolo dell'esposizione giornaliera A (8) espressa come
l'accelerazione continua equivalente su 8 ore, calcolata come il più
alto dei valori quadratici medi delle accelerazioni ponderate in
frequenza, determinati sui tre assi ortogonali (1,4awx, 1,4awy, 1awz,
per un lavoratore seduto o in piedi), conformemente alla norma ISO
2631-1 (1997) che viene qui adottata in toto.
•La valutazione del livello di esposizione può essere effettuata sulla
base di una stima fondata sulle informazioni relative al livello di
emissione delle attrezzature di lavoro utilizzate, fornite dai
fabbricanti, e sull'osservazione delle specifiche pratiche di lavoro,
oppure attraverso una misurazione.
•Come elementi di riferimento possono essere utilizzate anche le
banche dati dell'ISPESL e delle regioni contenenti i livelli di
esposizione professionale alle vibrazioni.
•Le linee guida per la valutazione delle vibrazioni dell'ISPESL e delle
regioni hanno valore di norma di buona tecnica.
Sistema di riferimento basicentrico del corpo umano, ISO 2631 - 1:
1997